A Dozza nasce l’Aist: siamo diventati grandi

Fantastika: dragoAvevamo detto che la manifestazione di Fantastika a Dozza, in provincia di Bologna, sarebbe stato per noi un momento importante, fondativo. La dichiarazione che trovate qui di seguito è stata letta all’apertura del secondo giorno, prima delle conferenze del mattino tenute da Roberto Arduini e Thomas Honegger: “Oggi, sotto i bastioni della rocca sforzesca di Dozza Imolese, nasce l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. La nascita dell’AIST è il punto d’arrivo di un percorso iniziato almeno dieci anni fa. I soci fondatori dell’associazione hanno già all’attivo una quantità di saggi, traduzioni, articoli di giornale, conferenze, convegni, incontri pubblici, pubblicazioni in inglese e partecipazioni a convegni internazionali in Italia e all’estero. Pur provenendo da aree culturali diverse, i soci fondatori si riconoscono negli obiettivi comuni:

• promuovere l’opera di J.R.R. Tolkien e studiarne l’impatto e l’influenza sulla letteratura e la cultura contemporanee, da diverse angolazioni (letteraria, linguistica, poetica, teologica, filosofica, ecc.);

• produrre un contesto di dibattito basato sulla qualità di discorso e su un buon livello di competenza, ovvero essere un punto di riferimento per chi intenda cimentarsi nello studio dell’opera di Tolkien con serietà e onestà intellettuale;

• attivare collaborazioni con il contesto accademico e con l’ambito di dibattito internazionale, attraverso il dialogo e lo scambio con gli studiosi più riconosciuti nel panorama degli studi tolkieniani a livello mondiale;

• indagare e favorire le varie forme di narrazione transmediale nelle quali la narrativa di Tolkien viene trasposta e fatta proseguire (come arti figurative, fanfiction, cinema, teatro, cosplaying, giochi di ruolo, videogiochi, giochi da tavolo, ecc.).

Da quanto detto fin qui risulta chiaro che l’AIST non è interessata a una “via italiana a Tolkien”, bensì a un contributo italiano agli studi tolkieniani, collocandosi allo stesso livello delle società tolkieniane anglosassoni. Allo stesso tempo l’AIST intende promuovere la contaminazione e l’interazione tra le varie modalità e i vari campi creativi nei quali si manifesta la passione per l’opera letteraria di Tolkien.

L’attività dell’AIST poggerà su quattro pilastri:

• il più importante sito d’informazione italiano su Tolkien, jrrtolkien.it (finora sito dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani, la quale confluisce nell’AIST e ne costituisce uno dei nuclei di partenza);

• la rivista annuale online “Endòre” (www.endore.it), che conta già 16 numeri e che colleziona saggi e articoli italiani, nonché traduce i più interessanti saggi stranieri, ma ospita anche recensioni e contributi di fanfiction;

• i Tolkien Lab e i Tolkien Seminar, che possono essere organizzati direttamente dall’AIST o in collaborazione con essa, e che sono strutturati su due diversi livelli di approfondimento;

• la festa annuale Fantastika, l’ultimo weekend di settembre, durante la quale avranno luogo conferenze su Tolkien, sul fantasy e la letteratura fantastica, sfilate di cosplayers, mostre d’arte, conferenze ludologiche, tornei di giochi da tavolo e videogame, ecc.

Fin dalla sua nascita l’AIST può contare su sette soci onorari, che sono tra i più importanti studiosi della materia tolkieniana a livello internazionale:

• gli statunitensi Verlyn Flieger e Michael D.C. Drout, insigni studiosi di Tolkien ed entrambi editor della rivista Tolkien Studies (West Virginia University);

• gli inglesi Tom Shippey e John Garth, rispettivamente il più importante allievo di Tolkien in ambito filologico e il più importante biografo vivente di Tolkien;

• lo svizzero Thomas Honegger, massimo esperto di Tolkien in lingua tedesca e direttore della Walking Tree Publishers (casa editrice interamente dedicata alla saggistica su Tolkien);

• il canadese, Christopher Garbowski, docente a Lublino, in Polonia, uno dei più importanti studiosi sulla dimensione spirituale nell’opera di Tolkien.

• l’italiana Emilia Lodigiani, studiosa di autori inglesi e scandinavi, decana degli studi tolkieniani nel nostro paese e fondatrice della casa editrice Iperborea.

A questo elenco si aggiunge il presidente onorario dell’AIST:

Franco Manni, direttore di “Endòre”, curatore di pubblicazioni tolkieniane in Italia e autore di numerosi saggi tradotti all’estero.

I soci fondatori dell’AIST:
Claudio A. Testi, Roberto Arduini, Federico Guglielmi (in arte Wu Ming 4), Ivan Cavini, Giampaolo Canzonieri, Lorenzo Gammarelli, Alberto Ladavas, Marco Arduini, Simona Calavetta, Matthias Carosi, Dario Cellamare, Manuel Chiofi, Robert Cultrara, Valerio De Camillis, Aur Drakson, Lorenzo Galeppi, Stefano Giorgianni, Claudia Manfredini, Daniela Mastroddi, Erin Oak, Andrea Piparo, Saverio Simonelli, Norbert Spina, Alessio Vissani.

Dozza Imolese (BO), 28 settembre 2014



Al Festival di Mantova le Lettere di Tolkien

Mantova: Si torna a parlare di J.R.R. Tolkien al Festival della Letteratura di Mantova. La diciottesima edizione della prestigiosa manifestazione, che si terrà a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre 2014, si preannuncia ricca di novità. Grande spazio sarà dato alla misteriosa forza dell’immaginario, al potere che la letteratura ha di trascinarci all’interno di una storia, facendoci identificare nel suo protagonista o addirittura provare il desiderio di emularlo, è dedicato il percorso degli eroi, un ciclo di tre incontri in cui Colum McCann, Michela Murgia, Francesco Piccolo, Licia Troisi, Chiara Valerio, Wu Ming 4 – stimolati da Stefano Jossa – parleranno dei loro eroi letterari, dei personaggi che hanno segnato una svolta nella loro vita o nel loro rapporto con la lettura. Decisamente nel territorio del fantasy si collocano invece l’incontro con Licia Troisi, pubblicodurante il quale il pubblico sarà invitato a esprimersi su quali personaggi richiamare in vita per un possibile prequel di una delle saghe dell’autrice, mentre un voluto sconfinamento fantascientifico si compirà con Paolo Bacigalupi, scrittore statunitense di fantascienza di origini italiane, presentato al Festival da Tullio Avoledo. Com’è nello stile del Festival sono eventi a pagamento e per i quali è consigliabile prenotarsi, visto che si svolgono al chiuso e l’ingresso non sarà illimitato.

Tradotto in inglese Tolkien e la Filosofia

Convegno Ci abbiamo lavorato tanto, siamo stati ripagati. Se il valore di uno studio si vede anche da quanto si diffonde all’estero, allora, siamo lieti di annunciare la pubblicazione in inglese di Tolkien e la Filosofia, il libro pubblicato dalla casa editrice Marietti nella collana «Tolkien e dintorni», frutto del convegno omonimo organizzato dall’Istituto filosofico di studi tomistici, con la collaborazione dell’Associazione romana studi tolkieniani, a
Modena nel 2010. Già il convengo era stato un successo con un’affluenza di pubblico molto consistente e una sala piena per tutta la giornata, fino all’ultimo intervento (il resoconto della giornata si può leggere qui). Gli atti sono poi divenuti un volume (editrice Marietti, Milano-Genova 2011, 18 euro) che suscitò molto attenzione da parte della critica. Ora la traduzione in inglese, come ciliegina sulla torta.

Fan fiction, ecco le «Appendici» dello Hobbit

«Al di sopra del Marese, della Valle dell’Acqua, dei Monti Brumosi, del Bosco d’Oro,
della Montagna Solitaria, delle nubi, dei mari, al di là del Fuoco Dorato, della Rete di Stelle
e dei confini delle Cerchie del mondo…».

Middle-earth map«Sentieri della Terra di Mezzo» è stato il titolo del seminario sullo Hobbit tenutosi a Bologna la primavera scorsa curato dallo scrittore Wu Ming 4. Ne avevamo parlato qui e ha visto l’analisi approfondita del primo romanzo pubblicato da J.R.R.Tolkien. Ma lo sviluppo più interessante è stato la stesura di tre spin-off o fanfiction tales, da parte dei partecipanti, con la supervisione dello scrittore. Dopo avere individuato insieme i coni d’ombra presenti nel romanzo, i singoli o i gruppi ne hanno scelti alcuni per «espandere» il racconto, ovvero raccontare altre storie contenute nella storia principale. I vincoli dati erano soltanto due: la coerenza con la costruzione di mondo di Tolkien; e il mantenimento di uno o più temi rinvenuti nel romanzo. L’obiettivo finale era quello di scrivere le ipotetiche «Appendici» dello Hobbit.

Le lettere di Tolkien al Festival di Mantova

Mantova: Si torna a parlare di J.R.R. Tolkien al Festival della Letteratura di Mantova. La diciottesima edizione della prestigiosa manifestazione, che si terrà a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre 2014, si preannuncia ricca di novità. Grande spazio sarà dato alla misteriosa forza dell’immaginario, al potere che la letteratura ha di trascinarci all’interno di una storia, facendoci identificare nel suo protagonista o addirittura provare il desiderio di emularlo, è dedicato il percorso degli eroi, un ciclo di tre incontri in cui Colum McCann, Michela Murgia, Francesco Piccolo, Licia Troisi, Chiara Valerio, Wu Ming 4 – stimolati da Stefano Jossa – pubblicoparleranno dei loro eroi letterari, dei personaggi che hanno segnato una svolta nella loro vita o nel loro rapporto con la lettura. Decisamente nel territorio del fantasy si collocano invece l’incontro con Licia Troisi, durante il quale il pubblico sarà invitato a esprimersi su quali personaggi richiamare in vita per un possibile prequel di una delle saghe dell’autrice, mentre un voluto sconfinamento fantascientifico si compirà con Paolo Bacigalupi, scrittore statunitense di fantascienza di origini italiane, presentato al Festival da Tullio Avoledo.

Verlyn Flieger e WM4 su Tolkien e la Guerra

Radio: L'Autista MoravoSi può leggere Il Signore degli Anelli come una fantasiosa allegoria della Prima Guerra Mondiale? Se lo è chiesto una trasmissione radiofonica di Radio Popolare e, nel programma L’autista moravo, ha intervistato due tra i maggiori studiosi di J.R.R. Tolkien, che rispondono di no, che sarebbe un’ingenua forzatura. Sia Wu Ming 4, scrittore del collettivo bolognese, che Verlyn Flieger, docente emerita alla Università del Maryland, aggiungono che l’esperienza di Tolkien nelle trincee della Somme ha contribuito, eccome, a disegnare i personaggi e le vicende del Signore degli Anelli. Perché dietro le frecce elfiche e le asce dei nani si nasconde una guerra davvero mondiale. L’autista moravo è un progetto crossmediale, promosso da Radio Popolare con la collaborazione di Lapsus, che vuole raccontare la storia della guerra che ha cambiato il ‘900: per il sangue versato e le distruzioni causate, per le eredità politiche, i lasciti linguistici e molto altro. Dopo la Grande Guerra niente sarà più come prima.

Tolkien in biblioteca: letture animate a Siena

bimbo che leggeIn pochi giorni, Siena e la sua provincia si concentrano sull’autore del Signore degli Anelli. Dopo la conferenza all’università della città toscana, dove circa un centinaio di studenti ha ascoltato l’intervento del professor Duccio Balestracci e di Wu Ming 4 su «J.R.R. Tolkien: l’eroe epico tra Medioevo e modernità», ora J.R.R. Tolkien entra in biblioteca. Nel piccolo borgo di Castelnuovo Berardenga si sta concludendo un’iniziativa letterario partita nell’autuno del 2013 e per l’occasione si è scelto proprio Tolkien.

Tolkien all’università: Wu Ming 4 a Siena il 12 giugno

Bollino su SienaL’università si occupa sempre più di J.R.R. Tolkien. Se l’evento sta diventando una «cosa normale», non ci stanchiamo di dare risalto alle conferenze e agli interventi in cui si parla dell’autore del Signore degli Anelli, perché si tratta di un classico della letteratura. Ecco allora, che è importante segnalare la conferenza, organizzata da LinkSiena, che si terrà il 12 giugno all’università di Siena, dal titolo «J.R.R. Tolkien: l’eroe epico tra Medioevo e modernità». Alle ore 17 nella Facoltà di Lettere e Filosofia ne parleranno lo scrittore Wu Ming 4 e il professor Duccio Balestracci, docente di Storia Medievale. Un’occasione da non perdere per chi si trova nei paraggi.

Ecco i corsi su Tolkien: Modena, Bologna, Roma

prender-notaModena, Bologna, Roma. Il 2014 inizia all’insegna di J.R.R. Tolkien. Visto il successo delle iniziative dell’Associazione romana studi Tolkieniani e l’insistente domanda del pubblico, si è deciso di lanciare una formula nuova di didattica, per cercare di coinvolgere il più possibile gli appassionati del Signore degli Anelli. All’inizio del 2014, infatti, partiranno ben tre corsi dedicati a Tolkien. Ma le novità sono molte!

Arriva il Tolkien Day! A Roma il 7 dicembre

Eventi: Tolkien DayTolkieniani appassionati, siete tutti pronti all’arrivo nei cinema dello Hobbit – La desolazione di Smaug? Se non potete aspettare tutto questo tempo, potete godervi una bella anteprima al Tolkien Day il prossimo 7 dicembre 2013 al VIGAMUS – Videogame Museum di Roma, in via Sabotino 4, dove l’Associazione romana studi Tolkieniani celebrerà il padre della letteratura fantistica, J.R.R. Tolkien, con una giornata piena di eventi, quiz, cosplay contest, conferenze, fan film, videoblog e molto altro! Sarà anche l’occasione per rivivere l’esperienza ludica con tutti i video giochi dedicati al Signore degli Anelli e allo Hobbit: se proprio non resistete, in fondo all’articolo trovate il programma completo dell’evento. La serata sarà ancor più gustosa: con un supplemento di 7 euro sarà possibile partecipare all’Abbuffata Hobbit, su prenotazione telefonando direttamente al Vigamus!

Odoya pubblica Wu Ming 4. Un altro libro su Tolkien?

RivendellLa casa editrice Odoya dà alle stampe Difendere la Terra di Mezzo, il libro che raccoglie e amplia gli scritti e gli interventi pubblici di Wu Ming 4 su J.R.R. Tolkien, che sarà in libreria il 28 novembre. Al suo interno sono contenuti anche i seminari che lo scrittore ha tenuto per la nostra Associazione a Lucca Comics and Games e che in precedenza avevamo anche pubblicato qui in forma breve. Chiude il libro un’appendice a firma di Tom Shippey, professore di Letteratura medievale e anglosassone, il più noto studioso di J.R.R. Tolkien, di cui parliamo spesso qui sul sito. Abbiamo chiesto a Wu Ming 4 di scrivere un testo in anteprima per il sito dell’ArsT per spiegare come ci sia ancora bisogno di un altro libro su Tolkien. Lo pubblichiamo qui di seguito, ringranziando lo scrittore per la gentillezza e il suo impegno del campo degli studi tolkieniani in Italia.

«Difendere la Terra di Mezzo nasce in risposta all’esigenza di divulgare le letture dei più grandi esperti internazionali dell’opera di Tolkien al di fuori dell’ambito ristretto dei cultori della materia. La cosa che ci si potrebbe chiedere dunque è se l’esigenza sia in qualche modo fondata. C’era bisogno di scrivere un altro libro per liberare Tolkien da decenni di incrostazioni ideologiche, sovrainterpretazioni, simbolismi, vulgate volgari? Ritengo evidentemente di sì. A conforto di questa mia convinzione voglio portare due prove. La prima è tratta dalla postfazione di un critico letterario a un saggio di una decina d’anni fa, che ricostruiva la mistificazione imbastita intorno a Tolkien dall’estrema destra italiana. Il critico si premurava di muovere ai due autori del saggio stesso un appunto tanto saccente quanto, forse, involontariamente premonitore: Copertina libro "L'anello che non tiene" edito da Minimun FaxVoglio dire che non c’è bisogno di condividere il pensiero […] che non esistano fatti – testi – ma solo interpretazioni, per nutrire qualche dubbio su quella che mi pare la salda convinzione di Del Corso e Pecere: che cioè, una volta passato il loro rasoio ermeneutico sull’immondizia incrostatasi su Tolkien, questo possa essere restituito a una leggibilità, diciamo, prima. Piacerebbe insomma, in casi come questo, poter nutrire ancora qualche illusione sull’autonomia del testo; ma dai bei tempi di quando eravamo strutturalisti troppa acqua è passata sotto i ponti per non pensare che le interpretazioni di ieri finiscano per deformare irrimediabilmente il senso che un testo ha per i suoi lettori di oggi. Almeno fino a quando gli hobbit, anziché scudieri della gioventù d’estrema destra, non diverranno icone di riferimento del popolo di Porto Alegre. Cioè fino a quando una nuova interpretazione forte non entrerà a sua volta nella compagine di senso attivata dal testo in questione, così attenuando la rilevanza di quella che prima teneva banco (come quella nazi ha fatto quasi dimenticare, almeno da noi, l’opposta – opposta? – lettura hippy degli anni Sessanta…)” (A. Cortellessa, postfazione a L. Del Corso, P. Pecere, L’Anello che non tiene: Tolkien fra
letteratura e mistificazione
, Minimum Fax, 2003).

Social forum Porto AlegreUna nuova interpretazione forte. Precisamente. E possibilmente fondata su ciò che Tolkien ha scritto e non su voli pindarici spiccati dai trampolini del citazionismo a singhiozzo, com’è stato per molti anni in Italia. Perché se ogni lettura è già un’interpretazione, com’è ovvio, e nessuno può nutrire una fede cieca nella lettera del testo “sacro”, è altrettanto evidente che si possono distinguere le letture articolate e argomentate da quelle cialtronesche e dozzinali. Se così non fosse, tanto varrebbe tacere per sempre. Quanto poi le tematiche affrontate da Tolkien nella sua narrativa potessero riverberare nelle battaglie del “popolo di Porto Alegre”, ieri, o ad esempio in quella degli abitanti della Val Susa, oggi, è faccenda che ciascuno può valutare da sé. L’applicabilità è il margine di libertà di ogni lettore, diceva Tolkien. La seconda testimonianza scritta è invece di più basso tenore, ma non meno indicativa di un modo di leggere e considerare l’opera di Tolkien, frutto delle sovrainterpretazioni a cui accennavo sopra. Sì, perché queste hanno lavorato a fondo, si sono sedimentate, fino a condizionare lo sguardo. Si tratta dunque di un messaggio rinvenuto due giorni fa su un social network, che è una vera “chicca”. Lo riproduco così com’è stato postato, senza editing: “I wuming che si fanno affascinare da tolkiene (e innpassato gli unici a cui era capitato sopra i 16 anni erano quelli di avanguardia nazionale) è davvero maledettamente triste. E dir che di temi al mondo ce ne sono. Evidentemente quando diventi interessante e sai di essere ascoltato, la testa inizia a girare all'”arrovescia”… Io ho giocato per 15 anninal gioco di ruolo del signore degli anelli. Ho letto tutti i libri, simmarillion compreso, nonchè sbirciato una tesi di laurea di una americana che attraverso i racconti di Tolkien ricostruiva le distanze chilometriche della terra di mezzo. Nemmeno io sono interesante. Però Tolkien parla, scrivendo malino per altro, di un mondo nel quale il popolo non esiste. Esistono solo gli eroi. I cattivi son cattivi e i buoni son buoni. Irrimediabilmente e senza possibilitá di redenzione. Vedi Orchi. Un mondo che rappresenta perfettamente quell’ambientalismo reazionario tipico della destra aristocratica. Il bel mondo che fu. Nel quale i re erano quelli veri, amato dal popolo, che facevano il bene, senza classi e con il nemico sempre rappresentato dall’impostore o dal nemico esterno… E visto che a wuming piace descrivere la sinistra in questi termini, non capisco questa ridicola passione adolescenziale“.
Tralasciando ora sintassi, ortografia e l’ironia involontaria dell’accusa di scrivere «malino» formulata in un messaggio che è quello che è, la cosa davvero emblematica è l’acquisizione della lettura della destra più retriva da parte di chi invece sembra porsi in tutt’altra area culturale. Ciò dimostra quanto tale lettura sia stata assunta nella vulgata corrente, perfino da chi il libro lo ha letto. Malamente, s’intende. Perché si può scrivere male, ma si può leggere malissimo. E sono in tanti a farlo. Dunque ci si imbatte in affermazioni di questo tipo: nell’opera di Tolkien il popolo non esiste, ci sono soltanto eroi… «I cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni». L’ambientalismo presente nelle storie di Tolkien è «aristocratico» e il nemico sempre «esterno»… non esistono le classi sociali, i re sono sempre amati dal popolo e fanno sempre il bene…

John Howe: "Saruman of Many Colours"Il fatto che il vero eroe del Signore degli Anelli sia Samvise Gamgee, cioè un esponente delle classi basse, non viene registrato. Non pervenuti nemmeno gli Hobbit che insorgono contro l’usurpatore Saruman, evidentemente indegni d’essere considerati «popolo» (forse perché non impugnano una bandiera rossa). Quanto poi alla divisione carismatica tra buoni e cattivi, suona davvero paradossale imputarla a un romanzo il cui protagonista, Frodo Baggins, indubbiamente «buono» in partenza, viene alla fine sopraffatto dal male e sceglie di non distruggere l’Anello e di tenerlo per sé. Per non parlare di Boromir, Denethor, Saruman, e di tutti i buoni che diventano nemici «interni» e rappresentano una minaccia altrettanto grande di quella incarnata da Sauron. Significativa poi la qualifica dell’ambientalismo di Tolkien come destrorso e aristocratico, tanto più perché sarebbe interessante scoprire in cosa si distinguerebbe dall’ambientalismo d.o.c., che si immagina sinistrorso e «democratico». Quanto poi ai re, nel Signore degli Anelli ne compaiono tre. Uno è il Re Stregone, cioè il capo degli Spettri dell’Anello, che non è né buono né amato. Il secondo è Théoden, che quando entra in scena è completamente circuìto da un infido consigliere, sta mandando in rovina il regno e troverà riscatto nella morte. Il terzo è Aragorn, che diventa re soltanto alla fine della storia, e in precedenza floppa clamorosamente come guida della Compagnia, tanto da rinunciare a portare a termine la missione al fianco di Frodo. Libro: copertina "La realtà in trasparenza – Lettere 1914-1973"Alla faccia dell’infallibilità regale. Sulle classi… Nell’Appendice al libro che ho scritto compare un saggio del più importante studioso di Tolkien, che passa in rassegna proprio la rappresentazione delle classi sociali nella Terra di Mezzo.
Certo si può benissimo ritenere «triste» che qualcuno si lasci ancora affascinare dal racconto tolkieniano dopo avere compiuto e magari doppiato i 16 anni. Molti critici e commentatori lo affermano – anche al di fuori dei paratesti e dei social network – ogni volta che le opere di Tolkien tornano a far parlare di sé. Lo affermavano già negli anni Cinquanta, a dire il vero, liquidando Il Signore degli Anelli come «spazzatura giovanilista» (E. Wilson). Ma questo non fa che confermare l’urgenza di tornare a leggere Tolkien, sbarazzandolo di tutto il ciarpame che gli è stato accumulato attorno. Magari per arrivare un domani a permetterci il lusso di non sentire più certe stupidaggini. E chissà che prima ancora che di ambientalismo d.o.c., non si tratti di un’opera di bonifica e di ecologia mentale, oltreché, ovviamente, letteraria. «Ma gli hobbit non sono una visione utopistica, e non vengono nemmeno raccomandati come l’ideale della loro epoca o in altre. Essi, come tutte le popolazioni e le loro caratteristiche, sono un accidente storico –Naomi Mitchison come gli elfi dicono a Frodo – e anche temporaneo, alla lunga. Io non sono un riformatore e nemmeno un “conservatore”! Non sono un riformatore (attraverso l’esercizio del potere) dato che sembra si vada sempre a finire nel Sarumanesimo. Ma anche “imbalsamare” comporta, com’è stato
dimostrato, delle ripercussioni. Alcuni recensori hanno definito il libro semplicemente come una lotta fra Bene e Male, dove tutti i buoni sono buoni, e i cattivi sono cattivi. Scusabile, forse (anche se si sono lasciati sfuggire Boromir) in persone che hanno fretta, e con un unico frammento a disposizione da leggere e, naturalmente, senza le storie sugli elfi scritte in precedenza ma non pubblicate
».
(J.R.R.Tolkien, lettera alla scrittrice e poetessa socialista Naomi Mitchison, 25 settembre 1954)

P.S. Va da sé che oggi che quelle storie sono pubblicate, le scuse stanno a zero.
Come avremmo detto “noi” di Porto Alegre… La lucha sigue! 😉
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– Vai al sito della Wu Ming Foundation,
– Vai al sito della casa editrice Odoya

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L’ArsT a Lucca Comics: Draghi, Orchi e Hobbit

Lucca Comics pubblicoOrmai è un appuntamento fisso che ci dà moltissime soddisfazioni. Ecco servito il nostro aperitivo in attesa del film Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug, tratto dal romanzo di John Ronald Reuel Tolkien, secondo capitolo della nuova trilogia cinematografica firmata dal regista neozelandese Peter Jackson, già al timone della celebre saga del Signore degli Anelli. Quanti vorrebbero approfondire in maniera seria alcuni dei temi trattati dallo scrittore inglese? Nell’anno del 40esimo anniversario della scomparsa dell’autore dello Hobbit, l’Associazione romana studi Tolkieniani torna a Lucca Comics and Games 2013 portando i suoi seminari quest’anno dedicati ad alcuni dei personaggi particolari dei libri di Tolkien: «Draghi, Orchi e Hobbit: tutti gli eroi di Tolkien».

Difendere la Terra di Mezzo: il nuovo libro di Wu Ming 4

Film di Peter Jackson: un frammento degli Elfi guerrieriSul sito di Giap è apparsa la prima presentazione dell’imminente ultima fatica dello scrittore Wu Ming 4. La riportiamo anche qui. Si intitolerà Difendere la Terra di Mezzo e uscirà per i tipi della casa editrice bolognese Odoya, in autunno. È un libro che fa tesoro del lavoro e del dibattito prodotto su Giap nel corso degli ultimi tre anni. Wu Ming 4 ha raccolto i suoi scritti su Tolkien pubblicati sul blog, li ha rielaborati, allungati, rivisti, e ne ha aggiunti altri completamente nuovi. Ne è uscito un saggio diviso in due parti: la prima riguarda il fenomeno letterario; la seconda tratta invece la poetica di Tolkien, entrando nel merito dei testi, con particolare attenzione per gli Hobbit (ma non solo).

Possiamo già anticipare che non si tratta di un libro per specialisti, bensì di un testo divulgativo, che si propone di fare un buon servizio al lavoro dei più ferrati studiosi anglosassoni e italiani, cercando comunque il confronto diretto con le pagine tolkieniane.

In anteprima ecco l’Indice del volume:

PREMESSA: dove il sole non tramonta mai
PRIMA PARTE: Spettri di Tolkien
– Cap. I. Nascita e destino di un fenomeno letterario (1937-1973).
– Cap. II. L’eredità impossibile: Tolkien dopo Tolkien.
– Cap. III. Il grande gioco, il mito, il linguaggio: una teoria non letteraria della letteratura.
INTERMEZZO: Made in Italy
– Cap. IV. Tradizioni, traduzioni e tradimenti: i simbolisti all’opera.
SECONDA PARTE: Le pagine e il paesaggio
– Cap. V. Hobbit e habitat: il giardiniere costante.
– Cap. VI. Hobbit ed ethos: il perfetto gentilhobbit.
– Cap. VII. Un dialogo nel Riddermark: mitopoiesi, etica, rinnovamento.
POST SCRIPTUM: lacrime e sorrisi

– Vai all’articolo sulle pubblicazioni di questo autunno

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Libri per l’autunno: ecco tutte le uscite

Libri e libreriaIl 2013, lo avevamo stabilito da molto tempo, sarebbe stato l’anno del rilancio delle pubblicazioni tolkieniane: l’uscita del primo film di Peter Jackson dedicato allo Hobbit, il sessantesimo anniversario dalla pubblicazione del Lord of the Rings, il quarantesimo anniversario dalla pubblicazione italiana dello Hobbit. Tutto lasciava pensare che avremmo assistito a un’esplosione di pubblicazioni come quella avvenuta nel 2001-2002 con l’uscita del film La Compagnia dell’Anello. La realtà editoriale, però, non è stata finora generosa e i primi otto mesi dell’anno ci hanno lasciati decisamente freddini: “nuove” edizioni tascabili di I Figli di Húrin, Fabbro di Wootton Major e Il Silmarillion sono state pubblicate dalla Bompiani limitandosi a cambiare la copertina dei vecchi libri ma senza sfruttare l’occasione per correggere almeno gli errori più grossolani (uno per tutti: la traduzione di Fabbro di Wootton Major non è di Isabella Murro, ma di Francesco Saba Sardi). Sul piano della saggistica, poi, la situazione è desolante: gli unici due volumi pubblicati sono stati Il Fanciullino nel Bosco di Tolkien di Simonetta Bartolini (in cui il Professore serve solamente come strumento per analizzare Pascoli) e J.R.R. Tolkien di Stefano Giuliano (che riprende il suo vecchio libro Le radici non gelano aggiornandolo, ma senza aggiungere molto di nuovo). Dopo una torrida estate in cui le uniche notizie tolkieniane esaltanti venivano dall’estero, pare però che finalmente qualcosa si muova: l’autunno-inverno tolkieniano si preannuncia fecondo di novità, che ci auguriamo di poter gustare!

Tolkien e dintorni, ecco il nuovo libro Marietti

Tolkien a Moseley BogSe c’è un merito indiscusso e indiretto per i film di Peter Jackson è quello di far scoprire le opere di J.R.R. Tolkien a molti nuovi lettori. Ma sia questi che i vecchi lettori a volte sentono la necessità di approfondire la conoscenza dell’autore, magari su alcuni aspetti o da punti di vista inconsueti. Anche in Italia, nella povertà assoluta dell’offerta critica, è da un po’ di tempo disponibile una collana di letteratura secondaria che si avvicina allo scrittore inglese da un punto di vista accademico, nata proprio per permettere ai lettori italiani di accedere ai testi dei migliori studiosi stranieri. È la collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti 1820, che proprio oggi ha pubblicato l’ultimo lavoro dedicato all’autore del Signore degli Anelli. La novità è doppia, visto che il volume è il frutto di un Gruppo di Studio che per due anni ha riunito critici, filosofi e giornalisti per analizzare molti degli aspetti dello Hobbit e scrivere i diversi saggi di questa nuova antologia, intitolata C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli. Non è una formula molto praticata in Italia, ma nei Paesi anglosassoni è diffusa, soprattutto all’università, dove Tolkien figura nei programmi accademici.

Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"Pubblicato nel 1937, Lo Hobbit è sempre stato considerato dalla maggior parte dei critici un semplice racconto per bambini, il cui principale merito fu di servire da “prologo” al più noto capolavoro tolkieniano: Il Signore degli Anelli. L’antologia della Marietti vuole invece mettere in evidenza tutta la profondità di vedute e la ricchezza di stili di questo primo libro di Tolkien che, seppur diverso nel tono e nell’impostazione, merita una valutazione di ben altra portata e spessore. Gli articoli degli autori italiani sono frutto di uno studio di ricerca corale e conservano un tono divulgativo e accessibile; a questi sono affiancati saggi di critici stranieri (tra cui Verlyn Flieger, Dimitra Fimi e Bonniejean Christensen) oggi considerati tra i contributi più importanti sullo Hobbit. Arricchiscono il libro due poesie di Tolkien, rispettivamente dedicate alla figura del Drago (The Dragon’s Visit) e all’idea di fiaba (Once Upon a Time), per la prima volta pubblicate e tradotte in italiano in questo volume. Per presentarlo al meglio, ne parliamo con Claudio Testi, il direttore della collana dedicata a Tolkien e segretario dell’Istituto filosofico di studi tomistici.

Come nasce la collana Tolkien e dintorni?
Studiosi: Claudio Testi«Il tutto è iniziato nel 2004 quando, grazie al newsgroup it.fan.scrittori.tolkien entrai in contatto con una qualificata “compagnia” di esperti tolkieniani che desideravano tradurre La Via per la Terra di mezzo di Tom Shippey. Essendo io segretario dell’Istituto Filosofico di Studi
tomistici, un’associazione da sempre tesa a promuovere serie iniziative culturali anche in campi non strettamente filosofici, proposi loro di pubblicare il testo all’interno di una nostra collana filosofica che curavamo per Marietti 1820. L’“esperimento” riuscì così bene che nel 2007 inaugurammo ufficialmente la collana “Tolkien e dintorni” che a oggi annovera 11 pubblicazioni».

Qual è lo spirito che anima la collana?
«L’obbiettivo che unisce il comitato scientifico è quello di presentare Tolkien non solo come autore fantasy per ragazzi, ma soprattutto come un classico della letteratura. L’Italia è stata fortunatamente tra i primi paesi in cui è stato tradotto il Signore degli Anelli: purtroppo però Tolkien è diventato subito oggetto di un dibattito di natura politica, che ha grandemente danneggiato la ricezione di questo autore. È però un dato di fatto che nessuno studio critico fondamentale (ad eccezione di Tolkien Autore del Secolo, curato nel 2003 da Franco Manni, il massimo esperto italiano della materia per l’editore Simonelli) sia stato fatto conoscere al pubblico italiano prima della nostra collana. Come può uno studioso dirsi tale se non ha presenti gli studi di Verlyn Flieger, Tom Shippey o Brian Rosebury (per fare solo alcuni nomi)? Sarebbe come, scusate se scendo nel mio campo specifico, dirsi esperto di Tommaso d’Aquino senza avere letto Étienne Gilson! Se li si ignora (più o meno colpevolmente), si ha solo l’alternativa di rinchiudersi all’interno di un circuito autoreferenziale. Quello che dico, il lettore italiano lo può banalmente constatare sfogliando molti “studi” italiani su Tolkien, in cui di solito oltre il 80% dei riferimenti bibliografici sono verso scritti italiani, per lo più ultra datati. Solo uscendo dal questo provincialismo si potrà rendere giustizia alla grandezza universale di un autore come Tolkien, e sperare di trovarlo sempre più studiato nelle scuole o le università del nostro Paese».

La collana ha anche prodotto altre iniziative, non è vero?
«Certamente. Dopo aver tradotto i primi testi, abbiamo deciso di promuovere un Gruppo di Studio che, a cadenze trimestrali, si ritrova per approfondire (di solito per un biennio) un certo tema tolkieniano: la serietà dell’iniziativa è tale che ha avuto anche il patrocinio della Tolkien Society inglese. L’obbiettivo del gruppo di studiosi è quello di pubblicare i risultati di queste ricerche in team. Ad oggi i testi di questo tipo pubblicati nella collana sono due, uno addirittura tradotto in inglese, prima volta per un testo italiano: si tratta della Falce Spezzata – morte e immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien, edito dalla prestigiosa Walking Tree Publisher. Io ed alcuni degli autori abbiamo avuto il privilegio di essere ospitati quest’anno in Gran Bretagna per presentare il lavoro in inglese davanti a molti dei maggiori studiosi anglosassoni. Non solo, ma nel 2010 l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e l’Associazione romana studi Tolkieniani (“massicciamente” presente in queste attività) hanno organizzato un convegno internazionale su “Tolkien e la Filosofia”, che per la prima volta ha visto intervenire in Italia studiosi del calibro di Shippey e Flieger».

Qual è la novità dell’ultimo volume, “C’era una volta… Lo Hobbit”?
Libri: Copertina di "C'era una volta... Lo Hobbit"«È il primo volume italiano esclusivamente dedicato al libro “Lo Hobbit”. Credo che la sua novità sia nella “varietà” e “unità” degli interventi; questo rispecchia in realtà il lavoro in team che ci ha coinvolto per due anni. Anche i tre saggi tradotti (dei veri classici su tema, scritti da Flieger, Fimi e
Christensen) si inquadrano perfettamente nell’insieme, che è diviso in due parti (“La fiaba” e “I personaggi”). I curatori del testo hanno poi fatto un lavoro eccellente: è sempre più raro trovare un volume con una bibliografia complessiva e un indice analitico così ben strutturati».

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Ci sono anche degli inediti di Tolkien. Perché sono state scelte due poesie?
«L’idea è stata di Roberto Arduini, che con grande competenza e intelligenza ha segnalato queste due “chicche” tolkieniane le quali, sebbene poco conosciute, erano perfettamente “in tema” con il resto del volume: basti pensare che si intitolano La visita del drago e C’era una volta. Non è poi stato facile ottenere il placet della Tolkien Estate a tradurle: ma anche questa volta, forse anche grazie all’eccellente lavoro da noi già svolto per La trasmissione del pensiero e la numerazione degli elfi, ci hanno accordato il permesso alla traduzione».

Avete altri progetti in cantiere?
«Certo, ma non posso svelarvi tutto ora! Posso solo dire che continueremo nel solco tracciato in questi anni, nella speranza di poter contribuire, nel nostro piccolo, a far amare nella sua complessità e grandezza l’opera di Tolkien, magari sfruttando l’attenzione mediatica che i tre film di Peter Jackson ci potrà dare. Abbiamo, però, in serbo una sorpresa che presto potremo annunciare. E lo faremo per la gioia dei lettori di questo sito».

Almeno una cosa ce la potete anticipare?
Evento presentazione libro a Modena«Va bene, solo una per ora! A Modena, lunedì 17 dicembre, alle ore 20.45, il nostro Istituto Filosofico di studi Tomistici, insieme con il Victoria Cinema e la libreria Mondadori, ha organizzato una presentazione di quest’ultimo volume, “C’era una volta… Lo Hobbit”. Per l’occasione avremo l’onore di conversare con Wu Ming 4 sulla fiaba più famosa di Tolkien, che per allora sarà anche un film. La serata ha lo scopo di far conoscere il libro di Tolkien per poter apprezzare pienamente il film di Peter Jackson. L’appuntamento è alla libreria Mondadori al Cinema Victoria, in via Ramelli a Modena. Ma sarà la prima, altre ne terremmo in tutta Italia e alcune subito dopo le feste natalizie. Continuate a leggere questo sito se vorrete sapere le date esatte!».

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Ecco anche i dati essenziali dell’ultimo volume:
C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli
Con due poesie inedite di J.R.R. Tolkien
Casa editrice Marietti 1820 (Genova-Milano, 2012), pp. 312
Prezzo: 22 euro
ISBN 978-88-211-9167-1

– vai al sito dell’Istituto filosofico di studi tomistici
– vai al sito della casa editrice Marietti 1820
– vai al sito della Tolkien Estate
– vai alla Pagina Facebook della
presentazione libro a Modena

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I seminari dell’Arst: Wu Ming e i gentilhobbit

Lucca Comics and Games 2012Un regalo prezioso, un vero tesoro. Non sarà un Silmaril, ma il seminario intitolato Aspettando Lo Hobbit: l’eroe e il perfetto gentilhobbit, tenuto da Wu Ming 4 è quasi altrettanto prezioso per chi sa leggere con attenzione. Scrittore, traduttore e saggista, membro del collettivo che ha scritto capolavori come Q, Manituana e Altaj, autore in solitario di Stella del mattino, in cui compaiono J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis, con il suo intervento Wu Ming 4 ha letteralemente incantato il pubblico lo scorso 2 novembre a Lucca Comics and Games2012. Dopo quei giorni, abbiamo ricevuto un numero talmente alto di richieste, che non potevamo deludere i nostri lettori. Così, insieme a lui, ci siamo messi di buzzo buono e in un tempo accettabile possiamo ora presentare il testo rielaborato di quell’intervento. Sperando di accontentare chi non presente, ancora una volta cogliamo l’occasione per ringraziare dell’impegno e del lavoro l’autore, che una volta di più dimostra di saper leggere Tolkien da un punto di vista meramente letterario, come meritano solo i grandi classici della letteratura. Sul sito del collettivo Wu Ming potete, invece, trovare l’audio originale del seminario, che è possibile ascoltare andando qui.

Disegni: "Mr Bilbo Baggins of Bag End"Gli Hobbit sono l’invenzione originale che Tolkien introduce nell’immaginario letterario contemporaneo, nonché l’elemento più fortemente anacronistico nel mondo arcaico della Terra di Mezzo. La loro peculiarità è quella di rappresentare una critica pratica all’eroismo tradizionale e di essere portatori di un nuovo modello d’eroe. Tale modello si struttura non già ideologicamente, ma attraverso l’attrito tra l’habitat di partenza – la Contea – e il mondo esterno. La dialettica interno/esterno è fondamentale per capire l’universalità di queste figure. Meta- letterariamente parlando, si può dire che il viaggio degli hobbit assume la valenza di metafora del rapporto di noi lettori moderni con la letteratura epico-avventurosa. Per indagare dunque il segreto che sta alla base del successo di queste figure letterarie, bisogna considerare tanto gli elementi contestuali e paesaggistici in cui Tolkien li colloca, quanto il contesto letterario di riferimento. Procedendo in questo modo si potrà forse realizzare che l’invenzione tolkieniana non solo non nasce dal nulla, ma è anche debitrice di una tradizione letteraria che trova le sue radici assai più nella narrativa del XIX secolo che nel Medioevo.

– Scarica il saggio di Wu Ming 4: “Messer Holbytla: l’eroe, il giardiniere e il perfetto gentilhobbit
– Vai al sito del collettivo Wu Ming e scarica l’audio andando qui.

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L’ArsT a Lucca Comics: Aspettando Lo Hobbit

Lucca Comics and Games: manifesto 2012Ci risiamo. Gli hobbit e le cronache della Terra di Mezzo stanno tornando, con il nuovo film Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, tratto dal famosissimo romanzo di John Ronald Reuel Tolkien, primo capitolo della nuova trilogia cinematografica firmata dal regista neozelandese Peter Jackson, già al timone della celebre saga del Signore degli Anelli. Dopo i film il nome di J.R.R. Tolkien è conosciuto in tutto il mondo. Ma lo era anche prima, visto che Il Signore degli Anelli è uno dei libri più venduti con oltre 160 milioni di copie distribuite. E in cima alle vendite c’è anche Lo Hobbit, che di copie ne ha vendute oltre 50 milioni. Quanti vorrebbero approfondire in maniera seria alcuni dei temi trattati da Tolkien?

Nell’anno del 75esimo anniversario della pubblicazione dello Hobbit, l’Associazione romana studi Tolkieniani torna a Lucca Comics and Games 2012 portando i suoi seminari quest’anno tutti dedicati al libro di Tolkien, il primo della sua carriera di narratore delle vicende della Terra di Mezzo. Aspettando Lo Hobbit studiosi e scrittori approfondiranno alcuni aspetti delle opere del Professore di Oxford, anche su tematiche meno conosciute, per introdurre a Tolkien anche quei lettori che si avvicinano per la prima volta. Gli autori hanno partecipato all’antologia “C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli”, pubblicato in questi giorni dalla casa editrice Marietti 1820, in concomitanza con il film di Peter Jackson, che sarà nelle sale italiane il 13 dicembre prossimo.

I saggi dell’Arst: Noblesse oblige di Tom Shippey

Tolkien fuma la pipaUn giudizio secco, un luogo comune. J.R.R. Tolkien? Uno scrittore con lo sguardo rivolto al passato, che viveva in un mondo tutto suo, avulso dalla realtà, che sognava mondi impossibili pieni solo di buoni o di cattivi. Non un problema reale né riflessioni sul mondo. Anzi, tanti pregiudizi: sulla modernità, sulla letteratura moderna, su quella che oggi chiamiamo globalizzazione. E c’è anche chi giunge fino a dargli etichette ignobili (antidemocratico, destrorso, razzista…). Ecco, noi vogliamo eliminare tutto questo. Sgombrare il campo da questa crosta di giudizi facili, fatti perlopiù da chi non ha letto le opere dell’autore. E lo facciamo con la forza della critica. Quella vera, quella seria. È la forza che proviene da uno degli “eredi” del professore di Oxford.

L’Arst a Lucca Comics and Games 2011

Lucca Comics and Games 2011Dopo i film di Peter Jackson il nome di John Ronald Reuel Tolkien è conosciuto in tutto il mondo. Ma lo era anche prima, visto che Il Signore degli Anelli è uno dei libri più venduti con oltre 160 milioni di copie distribuite. E in cima alle vendite ci sono altre sue opere come Lo Hobbit, che diverrà presto un film, e Il Silmarillion. Quanti però conoscono veramente il messaggio del Professore di Oxford? Quanti vorrebbero approfondire in maniera seria alcuni dei temi da lui trattati? A portare l’autore del Signore degli Anelli a Lucca e rispondere a queste domande ha pensato la nostra Associazione, che dal 2005 promuove in Italia lo studio e la conoscenza della vita e delle opere di Tolkien. Sarà possibile conoscerci a Lucca Comics and Games 2011, dove avremo uno stand (A617, padiglione Carducci), inserito nella cornice del nuovo Luk for Fantasy, in cui protrete trovare il frutto di tutte le nostre fatiche: gadget, shopper, abiti della Terra-di-mezzo e sopratutto l’offerta libraria della collana Tolkien e dintorni, grazie alla collaborazione con la casa editrice Marietti 1820 e l’Istituto filosofico di studi tomistici.

Marietti pubblica “Tolkien e la filosofia”

Copertina libro Chi ben semina, ben raccoglie. Dopo otto volumi pubblicati nell’arco di cinque anni, la collaborazione dell’Associazione romana di studi Tolkieniani con la casa editrice  Marietti 1820 entra nel vivo. La collana Tolkien e dintorni è ormai matura e soprattutto inizia ad avere una sua personalità. E a dire la sua sulle cose. Poco più di un anno fa lIstituto Filosofico di Studi Tomistici, in collaborazione con l’ArsT, ha organizzato a Modena il 22 maggio 2010 un convegno che ha visto per la prima volta in Italia i più importanti studiosi tolkieniani a livello internazionale. È stata l’occasione, e ne abbiamo parlato qui, per discutere del rapporto tra l’autore del Signore degli Anelli con il pensiero filosofico occidentale. I più affermati studiosi di Tolkien, sia a livello internazionale (Tom Shippey, Verlyn Flieger, Christopher Garbowski) che italiano (Franco Manni, Andrea Monda, Wu Ming 4) hanno affrontato questa tematica che non era stata ancora studiata con quel rigore “filologico” e quella conoscenza testuale oggi necessari per evitare di applicare all’opera tolkieniana un apparato concettuale che, anziché valorizzarla, rischia di farne smarrire il senso profondo e l’autentica bellezza.