Serie tv Amazon: chiuso il cast con 4 nuovi attori

Cast Amazon 2021Nella giornata di ieri, dal sito di The Lord of The Rings on Prime e dalla pagina ufficiale di Facebook, è stato diramato l’annuncio ufficiale di quattro nuovi attori, tre giovani e uno d’esperienza, che si vanno aggiungere agli altri membri del cast della prima stagione. Sono le giovanissime Amelie Child-Villiers (The Machine) e l’esordiente assoluta Beau Cassidy, il giovane Will Fletcher (The Girl who Fell), il quale, secondo la fonte neozelandese Fellowshipoffans, andrà a sostituire Tom Budge, e infine l’esperto Charles Edwards, volto notissimo della serialità britannica, protagonista di numerose produzioni di successo come The Crown, Downton Abbey e The Terror. La serie, che si stima costi già 465 milioni di dollari solo per la sua prima stagione, arriva con un cast complessivo di 39 attori accreditati. I loro ruoli non sono ancora stati specificati, ma la campagna di marketing si avvicina – inizierà a ottobre-novembre – e quindi sapremo di più anche sui loro ruoli.

Serie tv Amazon: quando un rumour fa notizia…

Amazon Prime serie tvRiguardo all’attesissima serie Amazon Prime The Lord of The Rings – titolo provvisorio- le notizie ufficiali scarseggiano, dato il clima di grande segretezza. Solo qualche anticipazione semi-ufficiale riesce a filtrare, di tanto in tanto, grazie al profilo Instagram neozelandese Fellowshipoffans, il quale recentemente ci ha rivelato il piano di marketing della serie da parte del colosso di Bezos, come vi abbiamo riportato in un precedente articolo.

Amazon: la serie tv uscirà nell’autunno 2022

Serie tv Amazon On Prime“Le pedine si muovono sulla scacchiera”, direbbe Gandalf. E ieri è accaduto proprio questo: dopo mesi di teorie, speculazioni, notizie con il contagocce, dalla Nuova Zelanda arrivano finalmente, grazie al profilo Instagram Fellowshipoffans, sempre molto attendibile sulla serie, indicazioni molto vicine all’ufficialità riguardo il progetto di marketing di Amazon e l’uscita della prima stagione della serie. Questo ci permette finalmente di farci un’idea sulle tempistiche della serie e venire a sapere il momento in cui potremo avere del materiale tale da farci rendere conto dell’indirizzo visivo e scenografico che gli autori hanno preso: la cosa più importante, questa, perché veniamo da due trilogie con un taglio immaginifico ben preciso ed è fondamentale capire se ci sarà continuità o divergenza.
Ma vediamo le novità importanti nel dettaglio.

Amazon compra MGM… e i diritti su Lo Hobbit

Serie tv Amazon On PrimeUna notizia importante di questi giorni, a livello cinematografico, e che interessa anche il mondo tolkieniano, è l’acquisto, da parte di Amazon, degli MGM Studios, la vecchia e gloriosa Metro Goldwyn Mayer, la casa di produzione che ha fatto la storia del cinema hollywoodiano, al costo di quasi 9 miliardi di dollari (8,45 per la precisione!). Amazon non va più considerata solo come uno store online, un servizio di spedizione: oggi è un colosso del commercio online i cui interessi continuano ad ampliarsi, spaziando dal cloud computing ai servizi web, dalla proprietà del Washington Post per arrivare sino ai prodotti alimentari con Whole Foods e al cinema attraverso servizi come Imdb e Amazon Prime Video. Quest’ultima nasce proprio per ampliare il campo delle offerte e per primeggiare nel nuovo business dell’industria dell’intrattenimento, dove le aziende media e tecnologiche sono impegnate ad affermarsi nell’era dello streaming.

Serie tv, Nuova Zelanda: ricchi grazie a Tolkien

Serie tv Amazon On PrimeLa serie tv ancora non c’è, ma c’è già che si sfrega le mani…  in attesa di aggiornamenti sulla serie The Lord of the Rings on Prime, ha tenuto banco la notizia, riportata da Radio New Zealand e confermata da Variety e Deadline negli Stati Uniti, che riguarda lo stratosferico budget stanziato, che si aggirerebbe sui 450 milioni di dollari. Una cifra enorme, superiore a quella di qualsiasi serie tv finora progettata, considerando anche il fatto che non è ancora chiaro quale sia il numero esatto degli episodi dei quali si compone la serie, il che impedisce di fare un raffronto con serie che hanno avuto budget costosi, come Game of Thrones. Resta il fatto che sia un budget enorme, che porta con sé altre interessanti considerazioni.

Serie tv su Amazon Prime: novità a marzo

Serie tv Amazon On PrimeCome abbiamo potuto constatare fin dall’annuncio ufficiale di produzione della serie, il progetto di Amazon relativo al mondo di Tolkien si è sempre svolto nella massima segretezza, centellinando le notizie ufficiali e il marketing per evitare possibili leaks e fughe di notizie (come invece accaduto per Game of Thrones); ma da circa un mesetto, dopo che gli unici annunci avevano riguardato solo le conferme ufficiali dei membri del cast, abbiamo potuto disporre di una notizia davvero importante: la sinossi ufficiale, che ha confermato l’ambientazione cronologica, la Seconda Era, quindi le vicende di Númenor e degli Anelli di Potere. Nelle ultime settimane non ci sono state altre notizie… ma negli ultimi giorni, grazie alla pagina Instagram e Facebook Terra-Media BR, di nazionalità spagnola, che, grazie ai suoi rapporti con la pagina FB neozelandese Fellowship of Fans è sempre molto informata sui lavori della serie, tanto da anticipare spesso notizie poi risultate veritiere e precise, abbiamo potuto apprendere alcune importanti novità legate al marketing e soprattutto al girato.

Amazon, ecco la sinossi ufficiale della serie tv

Amazon Prime serie tvDopo tre anni dall’annuncio di Amazon dell’acquisto dei diritti su una serie tv tratta da Il Signore degli Anelli, finalmente qualcosa è filtrato! C’è stata una grande opera di spionaggio che fa capo a TheOneRing.net, la comunità tolkieniana che in passato ha prima seguito da vicino le due trilogie cinematografiche di Peter Jackson e poi ha sempre fornito notizie attendibili sulla serie tv. Così, nonostante la volontà di segretezza che aleggia intorno alla serie Amazon ora sappiamo finalmente di cosa tratterà. TheOneRing.net ha verificato l’autenticità e l’accuratezza di questa descrizione della serie e poi ne ha dato notizia. E dopo un giorno anche Amazon ha confermato la notizia.

Serie tv, finite in Nuova Zelanda le riprese

Amazon Prime serie tvLa serie Tv Amazon de Il Signore degli Anelli è una delle produzioni più attese dagli appassionati di J.R.R. Tolkien. Annunciata alla fine 2018, come un po’ tutto il mondo a causa della pandemia da COVID-19 ha dovuto subire lo stop alle riprese poco dopo averle iniziate a febbraio 2020. Solo da fine agosto la troupe aveva potuto riprendere il suo lavoro, con il via libera per le riprese dato dal governo neozelandese. Ad ottobre si era saputo che le prime puntate erano ormai ultimate, mentre ora filtra un’altra notizia. Sebbene gli account ufficiali sui social (Facebook, Instagram e Twitter) sono fermi al 3 dicembre 2020, quando Amazon ha annunciato ufficialmente l’ingaggio di altri 20 attori per la serie tv, in ogni caso qualche novità c’è.

Serie tv su Amazon: nuovi attori per il cast!

Serie tv Amazon On PrimeL’attesa per la serie tv di Amazon The Lord of the Rings cresce e il mese di dicembre appena iniziato ha alimentato quest’attesa con nuove notizie dopo diversi mesi di silenzio, riguardanti il cast. Infatti, il 3 dicembre 2020 Amazon ha annunciato ufficialmente, sui suoi canali, l’ingaggio di altri 20 attori per la serie: alcuni di loro erano già stati ipotizzati dal canale di appassionati più famoso e affidabile, The Onering.net, ma altri sono delle piacevoli sorprese, noti al pubblico delle serie tv, che portano sicuramente esperienza al cast.

Serie tv su Amazon: a che punto siamo?

Serie tv Amazon On PrimeLa serie TV Amazon The Lord of the Rings, annunciata a fine 2018, sta cominciando a svilupparsi più rapidamente, dopo la pausa forzata a causa della pandemia da COVID-19.
Negli ultimi due mesi, con il via libera per le riprese dato dal governo neozelandese, la troupe ha cominciato a girare i due primi episodi della prima stagione, Bayonadiretti dal regista Juan Antonio Bayona (che ha diretto, tra l’altro, le prime due puntate della prima stagione dell’ottima serie Penny Dreadful); proprio il regista, dal suo profilo twitter, ha dichiarato, il 12 ottobre, che le due puntate sono ormai ultimate, oltre a inserire delle misteriose emoticon a supporto del post: uno stregone e degli Elfi. Che sia un indizio sui contenuti delle puntate? Molti hanno già cominciato a speculare al riguardo (Celeborn e Galadriel; i due stregoni Blu…), ma è presto per dirlo. I passi da fare, prima di arrivare ad avere notizie sulla trama, sono altri. Le informazioni relative alla serie tv su Il Signore degli Anelli realizzata da Amazon sono sempre state pochissime e molto dilatate nel tempo. Gli account ufficiali sui social sono fermi dal 19 giugno, ma in ogni caso qualche novità c’è.

Serie tv, svelati altri attori del cast Amazon

Serie tv Amazon On PrimeL’arrivo della serie tv di Amazon, con riprese in Nuova Zelanda, ha esaltato tutto il mondo degli appassionati di J.R.R. Tolkien. Dopo le due trilogie cinematografiche di Peter Jackson, la Terra di Mezzo è così pronta a riprendere vita sul piccolo schermo, con una faraonica produzione targata Amazon Prime Video da più di un miliardo di dollari dedicata non alle vicende narrate ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli, ma a storie della Seconda Era, permettendo agli appassionati di vedere un’altra parte del vasto mondo di Tolkien a livello mediatico. La narrazione sarà ambientata a Númenor, molto prima del viaggio di Frodo e Sam.

Serie tv, licenziato lo staff? Via anche Shippey

Amazon VideoLe informazioni relative alla serie tv su Il Signore degli Anelli realizzata da Amazon sono sempre state pochissime e molto dilatate nel tempo. Ma ora una voce diffusa dal forum The One Ring sembra indicare che l’intero staff di sceneggiatori della serie sia stata licenziata. Non solo, si dice anche che Tom Shippey, grande studioso di Tolkien che era stato ingaggiato come consulente letterario, sia uscito dal progetto. Tutto è capitato durante il recente appuntamento del sito web The One Ring, dove i due conduttori Cliff e Justin hanno giocato al gioco da tavolo Lord of the Rings: The Confrontation (la versione Deluxe che aggiunge due interi set di nuovi personaggi, 9 per la Compagnia e 9 per Sauron). Durante la puntata i due conduttori hanno dato molti dettagli sull’inizio delle riprese della serie tv, con tutte le zone intorno a Auckland in cui si sta girando, i vari casting che si stanno tenendo e gli studios della città in piena attività. A un certo momento, i due conduttori hanno annunciato che Amazon avrebbe licenziato l’intero staff di sceneggiatori e la serie è ora stata messa in pausa fino a quando la società non sarà in grado di trovare una nuova squadra.

Amazon annuncia il cast ufficiale della serie tv

Amazon Video«Un grande viaggio è definito dai suoi viaggiatori. Incontra i primi membri della nostra compagnia». Così Amazon ha annunciato i primi 15 attori del cast ufficiale della nuova serie televisiva basata sulle opere di J.R.R. Tolkien. Il cast comprende ora ufficialmente: Robert Aramayo, Owain Arthur, Nazanin Boniadi, Tom Budge, Morfydd Clark, Ismael Cruz Corddova, Ema Horvath, Markella Kavenagh, Joseph Mawle, Tyroe Muhafidin, Sophia Nomvete, Megan Richards, Dylan Smith, Charlie Vickers e Daniel Weyman. L’account ufficiale su Twitter The Lord of the Rings su Prime, dopo aver dato per primo l’annuncio, ha pubblicato un long thread in cui annunciava uno per uno i 15 attori ed è stato preso d’assalto dagli appassionati per tutta la giornata.
JD Payne e Patrick McKayDopo mesi di speculazioni su quando e dove avverranno le riprese, si è saputo finalmente in via ufficiale che la produzione inizierà già da febbraio 2020 e dovrebbero proseguire fino alla fine dell’estate. A quanto detto dai responsabili, gli attori sono già alle prese con le letture collettive delle varie scene in Nuova Zelanda, paese che ospiterà anche gli studios e le location per la serie televisiva.

Serie tv, Amazon: «Ecco la nostra Compagnia»

Amazon VideoEcco le persone che stanno cercando di realizzare il viaggio verso la Seconda Era della Terra di Mezzo. A un incontro con la stampa dell’Associazione dei critici televisivi statunitensi, Amazon ha presentato l’intera squadra creativa della serie su Il Signore degli Anelli, ambientata nella Terra di Mezzo da J.R.R. Tolkien. Amazon ha poi diffuso un video su Twitter e tutti gli altri canali social per mostrare showrunner, scrittori e consulenti che lavorano alla serie tv.

Serie tv, Amazon svela una mappa con 3 indizi

Amazon VideoEcco un altro piccolo passo nel lungo percorso che porterà tutti gli appassionati di J.R.R. Tolkien di nuovo nella Terra di Mezzo. Dopo l’annuncio di aver acquistato i diritti televisivi globali, Amazon apre i canali social dedicati alla serie televisiva de Il Signore degli Anelli che sta realizzando: (Facebook, Instagram e Twitter). Lo fa con tre post identici in cui svela degli indizi sulla possibile ambientazione della prima stagione, che secondo i piani dovrebbe uscire nel 2020.

Continua l’attesa della serie TV tolkieniana

Amazon VideoDa novembre 2017 è cominciata una nuova attesa per gli appassionati tolkieniani di tutto il mondo, quando Amazon ha annunciato di aver acquisito i diritti televisivi globali del Signore degli Anelli. Molte sono state le ipotesi formulate su quali sentieri narrativi i produttori avrebbero intrapreso (potete leggere qui le nostre riflessioni in merito) e mentre siamo ancora tremendamente lontani anche solo dalla visione di alcuni secondi di trailer o dallo scorgere nomi o volti del cast che si formerà, cerchiamo di riassumere le informazioni rivelate che lentamente, goccia dopo goccia, consumano la distanza che ci separa da questo nuovo viaggio nella Terra di Mezzo.

Sul Trono di Spade salgono le regine

GoT_Daenerys-1024x683Siamo orfani. Anche la sesta stagione de Il Trono di Spade – che ci ha tenuto col fiato sospeso, puntata dopo puntata, per dieci interminabili (ma troppo brevi) settimane – è terminata. Domenica alle 22 è andata in onda su Sky Atlantic l’ultima attesissima puntata di Game of Thrones, The Winds of Winter. L’entusiasmo globale dei fan della serie ha raggiunto livelli inauditi e la sesta stagione non ha tradito le aspettative. Il bacino degli appassionati al destino dei Sette Regni invece di diminuire (come fisiologicamente capita alle fiction longeve) ha raggiunto il picco più alto. Un pubblico destinato ad aumentare perché l’ultima puntata apre mille nuovi scenari e lascia insolute molte domande che ci obbligano ad attendere la nuova stagione. Il Trono di Spade è stata anche l’unica fiction capace di modificare in corso d’opera la propria identità: la sesta è la prima stagione libera dai libri di George R. R. Martin e si affida totalmente al genio degli showrunner che hanno trasformato la saga fantasy in uno dei prodotti televisivi più riusciti di sempre. Tra scene epiche degne dei migliori cineasti e cliffhangers conclusivi per imprigionare lo spettatore, le settimane sono trascorse come giorni e ora l’estate non ci sembra altro che un lungo inverno. Il più lungo di sempre.

Dopo la Terra di Mezzo, le Shannara Chronicles

Shannara MTV ClipIl fantasy passa dalla pagina scritta al grande e piccolo schermo sempre più frequentemente e dopo la serie Game of Thrones tratta da A Song of Ice and Fire di George R. R. Martin è il turno di un altro famoso scrittore legato a Tolkien: Terry Brooks.
Dopo il debutto ufficiale sul canale statunitense di MTV il 5 di questo mese, The Shannara Chronicles presto approderà in Italia, su Sky Atlantic (già disponibile in On Demand per gli abbonati al servizio): il tanto atteso evento è previsto per il 15 gennaio. La premiére è composta di due episodi, Chosen Part 1 e Part 2, e sul sito di MTV sono già presenti anche gli episodi 3 e 4, Fury e Changeling.
La serie sarà composta di 10 episodi, la cui direzione è affidata a Brad Turner, Jonathan Liebesman, James Marshall e Jesse Warn. Protagonisti di questa avventura saranno il mezz’elfo Wil Ohmsford (Austin Butler), la principessa elfica Amberle Elessedil (Poppy Drayton) e la nomade Eretria (Ivana Baquero).
Elfstones of Shannara coverLa storia raccontata è tratta dal secondo dei libri che Terry Brooks pubblicò, ovvero The Elfstones of Shannara (in Italia tradotto come Le pietre magiche di Shannara, Mondadori, 1984). Questa particolare scelta di non partire dal primo romanzo, The Sword of Shannara (1977, La spada di Shannara, Mondadori, 1978) non manca di motivazioni: nel sito ufficiale di Terry Brooks il curatore (Shawn Speakman) riporta che Brooks stesso ritiene Le pietre magiche di Shannara più adatto rispetto allo scritto che lo precede poiché La spada di Shannara presenta una forte somiglianza con Il Signore degli Anelli per il primo terzo della storia e perché mancante dei forti personaggi femminili che compaiono invece nel secondo romanzo.
Si aggiunga che molti lettori considerano Le pietre magiche di Shannara il suo miglior libro per stessa ammissione di Terry Brooks in Sometimes the magic works (un volume a metà tra l’autobiografia ed il saggio sulla scrittura uscito nel 2003 per la Del Rey Books e lo stesso anno anche in Italia per la Mondadori, col titolo A volte la magia funziona), o almeno tale era il giudizio fino al 2003.
L’autore è coinvolto in prima persona nella realizzazione del progetto, per cui è ragionevole pensare che gli appassionati della serie di Shannara non dovranno affrontare sconvolgimenti dell’opera originale, anche se il passaggio dalla carta al piccolo schermo comporterà inevitabilmente dei cambiamenti a causa del differente medium.

Le dodici cose da sapere sul Trono di Spade

Trono-di-Spade_15Finalmente la quinta stagione è arrivata! La maggior parte degli appassionati di J.R.R. Tolkien conosce George R.R. Martin. Lo ha letto, ha vista la serie tv, o soprattutto, è stato coinvolto nell’annosa questione di quale dei due autori sia il migliore o se il secondo sia l’erede del primo. Proprio oggi inizia negli Stati Uniti e in Italia la quinta stagione della serie tv del Trono di Spade: l’appuntamento col primo episodio in versione originale sottotitolata è per oggi, 13 aprile, alle 22.10, mentre alle 21.10 ci sarà il ricco speciale di un’ora. Dal 20 aprile, ogni lunedì alle 21.10 gli episodi in lingua italiana. Sono moltissimi  coloro che fanno confusione con i romanzi, intitolati Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Molto spesso è sufficiente consultarli per chiarirsi le idee, ma, per i più pigri, eccovi le dieci cose da sapere sul Trono di Spade e sui romanzi da cui è tratta la serie. E se le sapevate già, è sempre un bene ripassarle!

Martin: «Trono di spade in reazione a Tolkien»

Scrittori: George R.R. Martin«Pazienza e fiducia». È questo quello che chiede ai suoi fan George R.R. Martin, l’autore della saga di culto Cronache del ghiaccio e del fuoco trasposta nella seguitissima serie tv Games of Thrones. Nella settimana in cui inizia la quarta stagione (domenica negli Usa e Gran Bretagna, domani 9 aprile in Italia su Sky Atlantic alle 23:00) della serie campione d’ascolti targata Hbo, è stato lo stesso scrittore statunitense, da molti definito il «Tolkien americano» a rispondere alle tantissime domande sul sesto libro della serie dal titolo The Winds of Winter. «Ci sto lavorando – ha detto Martin -. Non faccio previsioni su quando finirò effettivamente di scriverlo, ma sono davvero ottimista sulla conclusione in tempi brevi. Sarà finito quando è finito. Nessuno vuole questo libro finito più di me». Martin ha speso alcune parole anche sulla serie televisiva della Hbo, i cui appassionati sono in trepida attesa per capire gli sviluppi delle lotte di potere attorno al desideratissimo trono di spade: «L’adattamento della Hbo è stato fedele – ammette Martin -. Sì, ci sono dei cambiamenti, ma sono necessari, abbiamo solo dieci ore per raccontare la storia di ogni stagione».

George R.R. Martin parla di J.R.R. Tolkien

George R.R. Martin11.11.11. Una data emblematica che segna il debutto televisivo su Sky Cinema di una delle serie TV più attese della stagione, Il Trono di Spade (Game of Thrones), adattamento targato HBO della saga best seller di George R.R. Martin Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, pubblicata in Italia da Mondadori e tra le più popolari mitologie letterarie degli ultimi anni. Le rendiamo omaggio proponendo una lunghissima intervista allo scrittore americano tutta dedicata al suo rapporto con J.R.R. Tolkien e Il Signore degli Anelli. Attenzione agli spoiler, naturalmente (li contengono i punti 6 e soprattutto 7), ma per correttezza diciamo che non siamo volati negli Usa per incontrarlo, ma abbiamo selezionato da una cinquantina di quotidiani anglosassoni (Usa e Gb) tra i più autorevoli tutte quelle risposte in cui Martin parlava di Tolkien. Ne risulta così una sorta di antologia, cui abbiamo aggiunto solo le domande per renderla coerente. Tutte le parole delle risposte sono però rigorosamente di Martin!

1. Le sue opere hanno un debito con J.R.R. Tolkien?
«Sono un fan accanito di Tolkien. Ho letto i suoi libri da ragazzo, mentre frequentavo la scuola media e poi le superiori. Le sue opere hanno avuto un’influenza profonda su di me. Avevo letto altra letteratura fantasy prima e ne ho letta anche dopo. Ma non ho amato nessun altro romanzo come quelli di Tolkien. Certo, non ero il solo. Il successo dei libri di Tolkien ha ridefinito la Fantasy moderna. In quegli anni, Tolkien era visto come una sorta di alieno. La sua era considerata una di quelle rare opere che appaiono una volta ogni tanto e hanno un successo enorme per ragioni che nessuno comprende. Nessuno si sognava però di pubblicare altri libri di questo genere. Solo negli anni ’70 furono pubblicati Le Cronache di Thomas Covenant di Stephen R. Donaldson e de La spada di Shannara di Terry Brooks, che sono stati i primi tentativi reali di seguire le orme di Tolkien… entrambi con successo. E che aprirono la strada a molti altri “imitatori di Tolkien”».

Locandina "Games of Thrones"2. Scrivere Il Trono di Spade è stata la sua reazione al Signore degli Anelli?
«Non è esattamente così. Ogni scrittore dialoga con tutti gli altri scrittori, e chi si occupa di Fantasy dialoga con gli altri scrittori del genere. Da appassionato di Tolkien, ho preso molto spunto da lui. Ha avuto un’influenza enorme su di me e Il Signore degli Anelli è una montagna che si staglia su ogni altra opera di Fantasy scritta prima e dopo. Ha modellato tutta la Fantasy moderna. Ci sono alcune sue scelte che ormai fanno parte del canone Fantasy: tutto il concetto dell’Oscuro Signore, la battaglia tra Bene e Male, l’influenza penetrante di quest’ultimo a tutti i livelli. Sono tutti elementi che Tolkien ha gestito brillantemente, ma che nelle mani dei suoi innumerevoli imitatori hanno prodotto una sorta di cartone animato! Non c’è più bisogno di un Oscuro Signore, né di altri elementi così radicali. Ho veramente odiato alcune delle opere scritte dopo Tolkien. Mi sembra che alcuni imitatori abbiano copiato l’autore inglese senza capirlo, prendendo le cose peggiori di lui. Mi spiego, amo
Tolkien, ma non penso che sia perfetto. Così volevo scrivere qualcosa che fosse una risposta a quel poco di Tolkien che non mi piaceva, ma sopratutto ai suoi imitatori, che si sono ispirati proprio a quel poco».

3. Partiamo dalle somiglianze. Quali elementi del Signore degli Anelli ha voluto riprendere?
«Non è facile dirlo. Ci sono cose delle opere di Tolkien che mi erano presenti anche a livello inconscio mentre scrivevo. Quando iniziai, nel 1994, volevo scrivere una trilogia e i diritti furono venduti come una trilogia. Ma, come scrive Tolkien a proposito del Signore degli Anelli, “la storia è cresciuta mentre la narravo”. Quello schema è finito fuori dalla finestra prima che avessi completato il primo libro: avevo scritto già 1300 pagine e la conclusione era ancora lontana! La storia è così cresciuta a cinque libri pubblicati e altri due in programma: sette in tutto. Sicuramente, poi, Westeros somiglia molto alla Quarta Era di Tolkien, l’Era degli Uomini descritta alla fine del Signore degli Anelli. Dopo la partenza degli Elfi, la Terra-di-mezzo rimane in mano agli Uomini, con tutti i limiti che questo comporta. L’autore tentò anche un seguito, The New Shadow, che poi abbandonò, ma in cui sono delineati tutti gli elementi dei miei libri: intrigo, violenza, politica, complotti…
Tolkien lo scrive in maniera esplicita nel romanzo: gli Elfi stanno scomparendo e andando via. Anche nei miei libri ci sono Razze Antiche, ma sono molto meno visibili rispetto agli Elfi e ai Nani di Tolkien. Se ne vedono pochi. Gli elementi fantastici vengono fuori lentamente. Nel Trono di Spade c’è pochissima fantasy. Nei libri successivi aumenta sempre più, perché la magia sta tornando nel mondo. Ma anche al suo massimo, quando arriverò al settimo volume e la magia sarà un elemento determinante, non sarà mai così potente come la si può trovare all’inizio dei libri di questo genere, con tutta una serie di oggetti magici a disposizione. È un elemento essenziale del genere, ma bisogna saper dosare la magia. È come il sale nella minestra: un pizzico le dà un buon sapore, ma troppo sale la rovina».

Scaffale Libri4. La magia può essere un buono spunto per parlare delle differenze con Tolkien?
«Anche in Tolkien c’è pochissima magia, mentre nei suoi imitatori abbonda. Questa è veramente una grande differenza tra me e chi ha voluto prendere la “parte peggiore” dell’autore inglese. Per me è fondamentale il realismo. La mia è una Fantasy con un basso contenuto di magia. In questo senso, ho seguito le orme di Tolkien perché, se si legge bene Il Signore degli Anelli come feci io quando stavo scrivendo i miei libri, si vede benissimo che la Terra-di-mezzo è un mondo magico nel senso che è un mondo pieno di meraviglie, ma in realtà c’è pochissima magia. Non si vede mai Gandalf lanciare un incantesimo o sparare una palla di fuoco! Se c’è un combattimento, lo stregone tira fuori la spada… Certo, crea fuochi d’artificio e il suo bastone brilla nel buio. Ma si tratta di cose minime. Anche gli anelli magici, anche il potentissimo Unico Anello: tutto quel che vediamo è che rende le persone invisibili. Si suppone che l’Unico Anello abbia un grande potere di dominio, ma quando Frodo se lo infila non può dare ordini ai Nazgul che lo circondano. Non è così semplice. È un potere sconosciuto, un potere pericoloso. È questo tipo di magia che va descritta. Un errore grave che ho visto fare da un’enormità di imitatori di Tolkien è proprio l’abuso di magia, la creazione di mondi ad alto contenuto di magia. Ci sono mondi in cui maghi, streghe e stregoni possono distruggere interi eserciti, ma appunto in cui esistono ancora
eserciti! È un controsenso: se qualcuno può dire “abracadabra” e distruggere un esercito di diecimila guerrieri, perché c’è bisogno ancora di radunare un esercito? Questi scrittori non si curano del realismo: se esistono dei maghi così potenti come possono esistere ancora re e signori? Perché non sono i maghi che dominano quel mondo?».

5. A proposito di realismo, anche Tolkien ha scritto storie realistiche?
«Normalmente sì, ma ci sono alcuni filoni meno realistici nel Signore degli Anelli. Aragorn, ad esempio, giunge a reclamare il regno di Gondor, in cui l’ultimo re risaliva a ben mille anni prima. Alla fine del romanzo, il Sovrintendente ne riconosce la legittimità. Questo perché onore e lealtà sono alla base dei miti anglosassoni, finnici, celtici e scandinavi che ispirarono Tolkien nella scrittura del romanzo. Ma la realtà è veramente infima. Se Tolkien fosse stato più realistico, i Sovrintendenti si sarebbero autoproclamati Re molto tempo prima della Guerra dell’Anello. E se Aragorn avesse reclamato il trono, il re in carica avrebbe subito organizzato una sbrigativa e poco onorevole esecuzione per l’ultimo “Erede legittimo” e i suoi seguaci. Nei miei libri, è re il poco raccomandabile Robert Baratheon: è grasso, ubriaco e si annoia troppo facilmente per governare effettivamente! Sono anche un appassionato di romanzi storici. E il contrasto tra questo genere e moltissima Fantasy è drammatico. Molti imitatori di Tolkien hanno ambientato le loro storie in mondi semi-medievali, ma il loro è un Medioevo più simile a Disneyland! Ci sono alcuni tasselli, ci sono i regni e le guerre, ma non sono minimamente verosimili. Sembrano mondi fatti di cartone. I limiti del genere storico è che i lettori sanno già come va a finire la storia. Se si legge un romanzo sulla Guerra delle Due Rose e si vedono i piccoli principi di una casata entrare nella Torre di Londra, si sa già che non ne usciranno vivi… Il Fantasy permette ancora l’incertezza. Volevo unire gli elementi migliori di questi due generi: il realismo dei romanzi storici con il fascino, la magia e la meraviglia del Fantasy. Volevo che il lettore si chiedesse sempre: “Cosa accadrà ora? Il mio personaggio preferito morirà?”. Volevo questo tipo di suspence».

6. Il ritorno dalla morte di Gandalf è un elemento che trova realistico?
«Penso che Gandalf doveva restare morto! Se si fa resuscitare un personaggio, se lo si fa tornare dalla morte, penso che debba essere un’esperienza radicale. Per quanto ammiri Tolkien, penso sempre più che Gandalf non sarebbe dovuto tornare. È incredibile la sequenza della Compagnia dell’Anello, in cui lo stregone affronta il Balrog sul ponte di Khazad-dûm e cade nell’abisso, dicendo la frase: “Fuggite, sciocchi!”. Una scena incredibile, che mi ha affascinato con la sua potenza evocativa. Poi, torna indietro dalla morte come Gandalf il Bianco e come se fosse cresciuto, come un’evoluzione dovuta a quell’esperienza. Beh, non ho mai amato Gandalf il Bianco quanto invece amo Gandalf il Grigio, e non mi è mai piaciuto il fatto che fosse tornato. Penso che la storia sarebbe stata ancor più forte se Tolkien l’avesse lasciato morire definitivamente a Moria. I miei personaggi che ritornano dalla morte sono peggiorati dall’esperienza. In un certo senso, non sono nemmeno più gli stessi personaggi. Il corpo può essere in movimento, ma qualche aspetto del loro animo è cambiato o trasformato, e hanno perso qualcosa. Uno dei personaggi che più volte è tornato dalla morte è Beric Dondarrion della Fratellanza Senza Vessilli. Ogni volta che rivive ha perso qualcosa in più di se stesso. Fu inviato in missione prima della sua prima morte. Fu inviato in missione per far qualcosa ed è come se fosse aggrappato a quest’ultima. Ha dimenticato le altre cose, ha dimenticato chi fosse o dove vivesse. Ha dimenticato la donna con cui avrebbe dovuto sposarsi. Porzioni della sua umanità si perdono ogni volta che torna dalla morte.
Ricorda solo la missione. La sua carne sta cadendo, ma questa cosa, questo scopo che aveva è parte di ciò che lo anima e che lo ha riportato indietro dalla morte. Penso che questa perdita, questa trasformazione, si veda bene anche in alcuni dettagli degli altri personaggi che sono tornati dalla morte».

Tyrion7. Un’altra differenza con le opere di Tolkien?
«Tyrion Lannister è un buon esempio di quel che intendo per realismo. Tyrion non è umorale, battagliero, ossessionato dall’oro come i Nani in Tolkien. Non è nemmeno Gimli. Tyrion è realmente un nano, affetto da acondroplasia (forma di nanismo che colpisce solo braccia e gambe), uno scherzo per i passanti e un imbarazzo per la sua famiglia (anche il resto dei Lannister è “deforme”, ma nell’animo!). Tyrion è in fuga perché alla fine di Tempesta di Spade ha colpito a morte il padre di Lord Tywin col dardo di una balestra mentre era seduto sul gabinetto. Raggiungiamo poi Tyrion all’inizio di Una danza con i Draghi oltre il Mar Stretto ancora in uno stato di choc per le sue azioni».

8. La lotta tra Bene e Male è presente nei suoi libri?
«Questo è un altro punto importante. La battaglia tra Bene e male è un tema fondamentale del genere Fantasy. Credo, però, che sia perlopiù interiore al singolo individuo, nelle decisioni che deve prendere. I malvagi non devono essere vestiti di nero ed essere per forza brutti. È una delle cose che Tolkien ha fatto: sono elementi che nei suoi scritti funzionano meravigliosamente, ma nelle mani dei suoi imitatori sono divenuti troppo, troppo stereotipati. Quelle creature orchesche sempre vestite di nero… sempre brutte e con deformità nel corpo o nel volto… Si può dire subito se un personaggio sia malvagio se è brutto. Poi, gli eroi di Tolkien sono tutti personaggi molto attraenti, e questo elemento, ovviamente, è divenuto un cliché nelle mani degli imitatori di Tolkien. Non mi fraintenda, amo Tolkien. Voglio puntualizzare questo fatto perché non sembri che lo stia denigrando. La mia è una reazione ai suoi scritti».

9. È un punto importante, si spieghi meglio.
«La mia è un’epica per un’epoca più profana, disillusa e ambivalente rispetto a quella in cui visse Tolkien. Lui era un veterano della Somme, un soldato della Prima Guerra Mondiale e Il Signore degli Anelli è stato in parte scritto durante la Seconda Guerra Mondiale (e pubblicato nel 1954-55). Tolkien scrisse in un’epoca in cui veramente sembrava che la guerra fosse il destino della civiltà. Tutto questo si riflette sulla stessa Terra-di-mezzo. Guardiamo la mappa: il mondo è diviso in due parti in lotta. Hobbit, Nani, Elfi e Uomini si alleano per combattere l’Oscuro Signore Sauron. Il continente di Westeros è invece un’unica nazione che riunisce i Sette Regni: non due, ma sette. Westeros è nel caos, basta che una pedina cada per far saltare tutto il banco. “Molti uomini buoni sono stati pessimi re”, dice uno dei personaggi, “e alcuni uomini malvagi sono stati ottimi regnanti”. Neanche Dio decide cosa sia giusto o sbagliato. Ognuno ha il suo Dio: ce ne sono sette».

Riprese Sean Bean10. È per questo che nelle sue opere ci sono moltissimi personaggi ambigui, che non sono né bianchi né neri, diciamo “grigi”, a diversi livelli?
«Sì, amo i personaggi grigi e in Tolkien ce ne sono molti. Non è vero che ci siano solo bianchi o neri. Uno dei miei
preferiti nel Signore degli Anelli è Boromir
. Per molti aspetti incarna l’eroe tradizionale. È il principe, l’erede designato al trono di un regno antico e potente di cui va fiero; è un grande e valoroso guerriero. Alla fine soccombe alla tentazione dell’Anello. Ma, si riscatta e muore eroicamente per proteggere degli innocenti. C’è uno straordinario senso di grandezza intorno alla sua figura. Anche nella scelta di prendere l’Anello, c’è l’idea di fare il bene del suo regno. Questo tema mi ha sempre interessato. Un altro personaggio interessantissimo è Saruman: lo Stregone Bianco che è stato dalla parte del Bene letteralmente per centinaia, se non migliaia di anni. Gli stregoni non sono, infatti, uomini, ma Maiar, creature dalla vita lunghissima. Eppure, alla fine anche Saruman soccombe e fa una fine patetica. Ecco due esempi magnifici di personaggio grigio! Del resto, in tutti noi c’è una parte malvagia e una buona, ci sono rarissimi casi di perfezione e ci sono rarissimi casi di veri e propri orchi. L’antagonista [villain] dell’eroe è in realtà un eroe per la fazione avversa e l’eroe stesso è un nemico malvagio per chi gli si oppone. Ecco, io puntavo a rendere questa idea».

11. Se Il Signore degli Anelli è stato un modello iniziale per la sua saga, ne ha seguito anche la struttura?
«Sì, anche questo è un punto comune. Nella costruzione generale, proprio il capolavoro di Tolkien è stato il mio modello. L’autore inglese inizia da un particolare, da una scena quasi familiare, la festa di compleanno di Bilbo nella Contea, un piccolo angolo dimenticato della Terra-di-mezzo. Da lì, i personaggi si aggiungono lentamente e la scena si allarga sempre più. All’inizio ci sono Frodo e Sam, poi vengono Merry e Pipino, poi a Brea si aggiunge Aragorn e a Gran Burrone si unisce il resto della Compagnia. In seguito, avviene il contrario: da un certo punto, si perdono pezzi. Prima Gandalf, poi Boromir muoiono, poi Frodo e Sam attraversano da soli il fiume, mentre Merry e Pipino sono portati via dagli Orchi e quel che rimane della Compagnia li insegue. Si ha la sensazione che mentre il gruppo cerca di riunirsi il mondo diventi sempre più grande. L’ottica si allarga sempre più per seguire tutti i differenti percorsi. Il mio schema è stato molto simile. Si inizia a Winterfell e tutti eccetto Daenerys si trovano lì. Anche personaggi che non vi appartengono come Tyrion. Partono tutti insieme e lentamente iniziano a dividersi. In un certo senso la mia saga è più grande del Signore degli Anelli perché i personaggi da seguire sono moltissimi e ci sono molte separazioni. È sempre stato il mio intento, come avviene nel Signore degli Anelli: i protagonisti si separano tutti per poi tornare a riunirsi di nuovo tutti insieme. Forse, però, mi sono attardato un po’ troppo. Avrei dovuto iniziare questa seconda fase due libri fa!».

12. È una bella sfida, allora. Anche il finale della saga sarà ispirato a Tolkien?
«Sono rimasto molto soddisfatto da come finisce Il Signore degli Anelli, lasciatemelo dire. Non è prevedibile: mentre lo leggevo anche da ragazzo avevo la sensazione che l’Anello sarebbe finito nel vulcano. I protagonisti non stavano andando a consegnare a Sauron il dominio della Terra-di-mezzo. Ma sono rimasto veramente sorpreso dal fatto che Frodo non ce l’abbia fatta. Portandosi dietro Gollum, il modo in cui è avvenuta la distruzione dell’Anello è una parte stupefacente della fine del romanzo. E poi c’è la devastazione della Contea. Quando ho letto il libro a 13 anni, non capivo perché c’era questo capitolo. I protagonisti hanno vinto, perché c’erano ancora queste pagine di racconto? Ma rileggevo il libro ogni due anni e ogni volta, apprezzavo sempre più quel che Tolkien aveva deciso di fare. È una sorta di triste elegia sul prezzo della vittoria. Ora penso che la devastazione della Contea sia uno dei punti fondamentali della narrazione
di Tolkien: gli dà ancor più spessore e profondità. Spero di essere in grado di scrivere un finale così profondo e acuto. Insomma, una fine della saga simile a questa!».

– Vai al sito ufficiale di George R.R. Martin
Vai al sito di Sky Cinema

 

– Vai al sito ufficiale di George R.R. Martin
Vai al sito di Sky Cinema