Quella copia dello Hobbit non è poi così rara

Asta auctionDa oltre due settimane i media – prima britannici, poi mondiali, seguiti da un’enormità di siti web – stanno riportando a spron battuto la notizia del ritrovamento e poi della vendita all’asta di una copia rara di The Hobbit. Se la notizia della scoperta di una primissima edizione è vera e può far molto piacere, anche se un poco romanzata, suscitano perplessità i molti titoli sensazionalistici sul nuovo record di vendita, che avrebbe «triplicato la stima all’asta nel Regno Unito» per la prima edizione del volume, pubblicata nel 1937 e ormai rarissima. Si è parlato di una copia «incredibilmente rara» (The Guardian l’ha chiamata addirittura «Unimaginably rare», la BBC «Astonishingly rare», sull’Oxford Mail e altri quotidiani si è parlato di una sorta di «Santo Graal»), venduta per «una cifra da record», come riporta il Business Times. Insomma, è la vendita del secolo!
Eppure, a ben guardare, non è così.

Il terribile segreto di Tom Bombadil

In questo giorno di FerragosTom Bombadilto nel quale in pochi, crediamo, si sentiranno portati per cose serie, proponiamo ai nostri lettori un divertissement tolkieniano d’annata – è stato scritto il 20 febbraio del 2011 – che, o almeno così speriamo, potrà allietare con la sua garbata arguzia chi non riesce a star lontano dal nostro sito neanche al riparo dell’ombrellone (ce ne sono, ce ne sono…).

L’articolo che segue è stato postato sul diario online di KM_515 (potete trovare l’originale qui). Sul diario non compaiono né nome né indirizzo e-mail, quindi, nonostante varie ricerche, non siamo riusciti a contattare l’autore; confidiamo in ogni caso che non gli dispiacerà se abbiamo tradotto il suo pezzo, per il quale lo ringraziamo.

Battute all’asta due cartoline di Tolkien

Il 16 Gennaio 2025 nell’ambito della due giorni di aste per Antichità e Decorazioni d’interni tenute da Fielding Auctioneers sono state battute due cartoline postali di J.R.R. Tolkien. La casa banditrice con sede a Stourbridge (West Midlands) tiene mensilmente aste per antichità e collezionabili e offre settimanalmente la valutazione di materiale d’incanto includendo ceramiche, oggettistica da collezione, arredamento, vetro, gioielleria, oggettistica marina, scientifica e militare, materiale in argento e opere riguardanti le belle arti (prevalentemente quadri e sculture).

Tutto il Fantasy che abbiamo letto nel 2024

conferenzaGiunge la fine dell’anno, è tempo di tirare le somme. E si scopre che il genere fantasy è in controtendenza rispetto al mercato del libro, che nei primi dieci mesi dell’anno ha registrato un leggero calo di vendite. Il fantasy invece è cresciuto del 26% circa, superando il milione di libri venduti (1.060.000). L’Associazione Italiana Editori ha dedicato una ricerca al mercato del fantasy, continuando la tradizione di fare un approfondimento diverso ogni anno all’interno del variegato mondo editoriale italiano.

I Collected Poems di Tolkien: la recensione

Collected PoemsGiunge alle stampe The Collected Poems of J.R.R. Tolkien, in un’edizione curata da Christina Scull e Wayne G. Hammond; un’opera – certamente tra le più importanti degli ultimi anni nel panorama tolkieniano – attesa a lungo dagli studiosi e dagli appassionati. Tre corposi volumi, per un totale di 1500 pagine, presentano gran parte dell’opera poetica dello scrittore inglese con un ricco apparato di annotazioni storico-biografiche. I pregi sono evidenti; non mancano, tuttavia, alcuni aspetti che lasciano perplessi.

Francia, lite nella casa editrice di Tolkien

Enciclopedia Tolkien È scoppiata la polemica in Francia con tanto di carte bollate e petizioni online tra la casa editrice che pubblica J.R.R. Tolkien, le edizioni Christian Bourgois, e Vincent Ferré, uno dei massimi studiosi dello scrittore inglese, nonché traduttore, curatore e responsabile di numerose pubblicazioni dell’autore del Signore degli Anelli. Ferré è stato licenziato dalla casa editrice diversi mesi fa, apparentemente per una questione di contratti. Su questo caso è prevista un’udienza legale nei prossimi giorni. È stata lanciata online anche una petizione per sostenerlo in questo conflitto, ma anche per denunciare il deterioramento delle pubblicazioni su Tolkien da quando lui non c’è più, con errori nelle opere uscite nelle librerie. Ma la pubblicazione di uno speciale edito dalle edizioni Geo, Voyage dans les mondes de Tolkien, ha fatto precipitare la situazione.

Le mappe di Tolkien in vendita tra i Rare Books

Mappa-TdM«I wisely started with a map, and made the story fit (generally with meticulous care for distances). The other way about lands one in confusions and impossibilities, and in any case it is weary work to compose a map from a story – as I fear you have found».

«Saggiamente sono partito da una mappa, e ho fatto in modo che la storia le si adattasse (in genere con una meticolosa attenzione alle distanze). Fare le cose al contrario porta a confusione e impossibilità, e ad ogni modo trarre una mappa da un racconto è un lavoro faticoso, come temo lei abbia scoperto».

J.R.R. Tolkien, Lettere n. 144, 25/4/1954

Fine ottobre, quanti eventi tolkieniani

Dipartimento TorinoIl prossimo fine settimana si prospetta ricco di occasioni di approfondimento per gli appassionati del Professore, con due eventi che si svolgeranno in concomitanza a Torino, Milano e Brescia nella giornata di Sabato 26 ottobre 2024. Sono tutti momenti utili per approfondire tematiche poco conosciute, ma di estremo interesse per lettori e appassionati. In questo caso, la particolarità è che si tratta in tutti i casi di eventi organizzati da enti pubblici o grandi organizzazioni nazionali, segno di come lo scrittore inglese sia ormai divenuto un classico della letteratura mondiale.

Tolkien a Bergamo Scienza ’24: il resoconto

Nella cornice di BergamoScienza 2024, storico festival di carattere scientifico giunto ormai alla sua XXII edizione, si è tenuta sabato 12 0ttobre la conferenza dal titolo “La folle scienza del Signore degli Anelli”. Di fronte a una nutrita platea di ascoltatori, il relatore Luca Perri, astrofisico e coordinatore scientifico della manifestazione, si è addentrato nel mondo creato dal Professor Tolkien proponendo una chiave di lettura inusuale e in linea con lo spirito del festival. La via di accesso alla Terra di Mezzo proposta dall’oratore è stata, infatti, quella del viaggio orientato dalla bussola dell’analisi scientifica.

Il Signore degli Anelli, asta record per la prima edizione

Libreria libri catalogoJ.R.R. Tolkien è uno degli autori più venduti di tutti i tempi e non solo per i franchise cinematografici di successo arrivati ​​dopo il 2000 e per la serie tv con budget faraonico di Amazon. È anche uno degli autori più preziosi per i collezionisti di libri, che ormai sono disposti a sborsare cifre da capogiro per le edizioni più rare. È il caso di una rarissima copia della prima edizione del Signore degli Anelli con le sovraccoperte originali, le mappe e le illustrazioni nel testo che è stata messa all’asta da Heritage Auctions. I preziosi volumi sono spuntati fuori dalla biblioteca di William “Bill” A. Strutz, avvocato di Bismarck, North Dakota, scomparso a 89 anni lo scorso 25 gennaio 2024. Per tutta la vita Strutz ha collezionato libri rari accumulando una collezione enorme. A stupire però è la qualità e la rarità dei libri. Per dire, la sua copia di Frankenstein di Mary Shelley è una delle sole tre della prima edizione originale del 1818, l’unica in possesso di un privato. Durante l’estate una prima selezione dalla sua biblioteca ha stabilito numerosi record e realizzato 5,65 milioni di dollari. Un’altra attesissima asta della collezione Strutz si terrà a dicembre, ma solo dopo l’asta Rare Books Signature del 10-11 ottobre, che presenta i tre libri di Tolkien per dominarli tutti.

Germania, la messa è col Signore degli Anelli

Nikolaikirche di EisenachSabato 24 agosto 2024 la comunità Eisenach Nikolai, in Turingia (Germania), invita i propri fedeli ad un altro “servizio fantastico”. Dopo un incontro dedicato alla Compagnia dell’Anello, il focus questa volta è sul secondo volume “Le Due Torri” della trilogia del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien (1892 – 1973), annunciato in anticipo dal pastore Armin Pöhlmann. Le riflessioni della funzione religiosa luterana avranno tematiche e brani tratti da libro.

In vendita lettere e prime edizioni di Tolkien

Asta auctionLe aste e le vendite di materiale firmato da J.R.R. Tolkien sono ormai eventi che si presentano di frequente, in particolare in occasione di ricorrenze significative legate alla vita o alla produzione editoriale del Professore di Oxford. Dopo quella di Heritage Auctions, di cui abbiamo dato conto qui, è adesso la volta di Bayliss Rare Books che, in occasione dei 70 anni dalla pubblicazione della Compagnia dell’Anello, propone, secondo la propria definizione, «la miglior raccolta giunta sul mercato da decenni».
Il materiale in vendita comprendeva prime edizioni dello Hobbit e del Signore degli Anelli, insieme a varie lettere inviate da Tolkien ad amici, all’editore Allen & Unwin e a Ken Jackson, direttore tecnico dell’adattamento musical-teatrale dello Hobbit portato sul palcoscenico nel 1967 dal coro della New College School di Oxford – Peter non è il primo Jackson ad aver a che fare con Tolkien, a quanto pare – a partire da una sceneggiatura di Humphrey Carpenter – più noto per le biografie autorizzate di Tolkien e degli Inklings – e con musiche di Paul Drayton. Tolkien stesso, che aveva autorizzato la rappresentazione, assistette insieme a Edith all’ultima replica il 17 dicembre 1967. Questa lettera (due pagine scritte a mano) è praticamente l’unica di tutto il lotto ad essere ancora in vendita, per la modica cifra di 17.862,95 euro.
I prezzi dei vari oggetti, infatti, sono lontani dalla portata del comune mortale, con le prime edizioni vendute tra i 10.000 e i 60.000 euro e le lettere tra i 15.000 e i 30.000 euro. Una prima edizione (prima edizione/seconda impressione) dello Hobbit di Tolkien che un tempo era appartenuta allo zio di Tolkien, Walter Incledon, è stata venduta per 10.108,95 euro. Pubblicata nello stesso anno della prima impressione, questa prima edizione illustrata a colori (seconda impressione in assoluto) mostrava per la prima volta la Terra di Mezzo a colori. Questa impressione è stata stampata nel dicembre del 1937 in un’edizione di 2300 copie (423 delle quali sono state distrutte nel magazzino del rilegatore, Key and Whiting, nel bombardamento di Londra del 7 novembre 1940). Si presume che il libro sia stato originariamente dato allo zio da Tolkien stesso. Walter Incledon era un mercante di Birmingham, marito di May Suffield, la sorella della madre di Tolkien. Aveva poco più di trent’anni quando nacque Tolkien, e fornì un aiuto finanziario alla madre di Tolkien e, in seguito, un sussidio a J.R.R. dopo la morte del padre. Walter in seguito regalò la copia a un amico. Il volume è stato poi conservato nella famiglia del destinatario per discendenza dal 1938. La dedica è di Walter Incledon: «CSC / da / WB Incledon. / Rottingdean / gennaio? 1938».

Martin ad Amazon: non si può ignorare il canone

Serie tv payne showrunnerUn duro monito è giunto da George RR Martin – il famoso scrittore statunitense della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, e notoriamente lettore attento e appassionato di J.R.R. Tolkien – agli showrunner della serie tv di Amazon Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. L’avvertimento è in linea con il pensiero dello scrittore, ma anche con quello dello scrittore inglese Neil Gaiman e perfino con quello che scriveva Tolkien! Vediamo come.

Quante novità dalle aste tolkieniane

Biblioteca Raynor, Marquette University: collezione J.R.R. Tolkien«Fa parte dei ricordi più belli del collezionista il momento in cui comprò un libro, al quale in vita sua mai aveva dedicato un pensiero e ancor meno un desiderio, soltanto perché lo vide solo e abbandonato a se stesso in balia del mercato e come nelle fiabe delle Mille e una notte il principe fa con una bella schiava, lo acquistò per donargli la libertà. Per il bibliomane, infatti, la libertà di tutti i libri consiste nello stare da qualche parte sui suoi scaffali». Così scriveva Walter Benjamin – egli stesso appassionato collezionista – in un felice saggio che del collezionismo forniva una definizione, per così dire, nobile. Sono affermazioni che immancabilmente fanno ragionare su come il collezionismo stesso si sia evoluto nel tempo: in gran parte dei casi, le grandi collezioni – quelle milionarie – più che una passione costituiscono ormai una forma d’investimento che sempre meno ha a che vedere con l’amore per gli oggetti da raccogliere e salvare dall’oblio. Per certi versi, esse parrebbero ricordare in negativo gli Elfi di Lórien: «Imbalsamatori» (Lettere, 154) del tempo più che conservatori del passato.

Austria, per Tolkien la Lunga Notte delle Chiese

Dornbach, ViennaContinua il viaggio nei nuovi modi del proselitismo cristiano, che per avvicinare i giovani alla religione istituzionalizzata, offrono ormai serate a tema tolkieniano. Ed è quello che è avvenuto in una delle diocesi di Vienna, in Austria. Un teologo, un cappellano e un direttore siedono davanti a un altare e dibattono. Sembra l’inizio di una barzelletta, ma invece è realtà nella Lunga Notte delle Chiese 2024 nella parrocchia di Dornbach. La Lunga Notte delle Chiese esiste in Austria dal 2005. Gli organizzatori sono le chiese cristiane che fanno capo al Consiglio ecumenico delle chiese in Austria (ÖRKÖ) e incoraggiano e invitano le loro parrocchie e comunità ad aprire le loro porte durante la Lunga Notte e offrire programmi ai visitatori. Nel 2008 si tenne la prima Lunga Notte delle Chiese in tutta l’Austria. Dal 2009 anche le città e le diocesi dei paesi vicini offrono la Lunga notte delle chiese in una forma simile (Brno nella Repubblica Ceca, Lana in Alto Adige).

36mila euro per la prima edizione dello Hobbit

Libro Lo Hobbit in inglese Una copia della prima edizione de Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien ha triplicato la sua stima all’asta ed è stata venduta per oltre 31mila sterline (36mila euro) dopo essere stata trovata a prender polvere in un cassetto. La copia di 87 anni fa era una delle sole 1500 copie della prima edizione, prima impressione, pubblicate il 21 settembre 1937 in Gran Bretagna da Allen & Unwin. Il primo romanzo dello scrittore inglese in questa edizione include solo alcune illustrazioni in bianco e nero disegnate da lui stesso, è stato trovato nascosto in una cassettiera di una casa nello Berkshire. La sua proprietaria non aveva idea del suo valore o della sua rarità perché l’aveva ereditato da un membro della famiglia, quindi è rimasta scioccata nello scoprire che poteva valere migliaia di euro. E questo ha fatto alzare ancor di più la febbre del collezionismo tolkieniano.

Tolkien e le scienze, un filone che cresce

Locandina Conception of TimeNon solo la scienza, ma anche gli scienziati stanno sempre più divenendo attivi protagonisti di iniziative dedicate a J.R.R. Tolkien. Questo sta avvenendo non solo all’estero, dove Kristine Larsen – astronoma Statunitense che insegna alla Central Connecticut State University – presenta relazioni e scrive regolarmente saggi sulle opere di Tolkien, spesso con un’enfasi sull’astronomia e la cosmologia della Terra di Mezzo.
Gran Sasso Science InstituteAnche in Italia, infatti, si stanno moltiplicando gli episodi, di cui l’ultimo riportato è il convegno La cosmologia e J.R.R. Tolkien presso il Dipartimento di Fisica dell’Università Tor Vergata di Roma.

A Pasqua l’uovo di Tolkien con sorpresa!

Uova di PasquaUna nuova curiosità per i tolkieniani d’Italia viene dall’azienda produttrice di cioccolato di Cremona Witor’s che, in vista della Pasqua, che quest’anno cade il 31 marzo prossimo, ha messo in commercio le uova di cioccolato del Signore degli Anelli che, sul loro sito web, vengono pubblicizzate come l’uovo richiesto da tutti i “Ringers”. «Hai capito bene, non lasciartelo scappare! Corri a prendere il nostro uovo di Pasqua e lanciati all’avventura nella Terra di Mezzo!», recita lo slogan dell’azienda. Ma dietro l’angolo c’è sempre lo zampino di Sauron!

Usa, la quaresima metodista è con Tolkien

Chiesa Metodista CheneyDopo i cattolici, gli evangelici, i luterani, ora è il turno dei metodisti a utilizzare le opere di J.R.R. Tolkien durante i loro incontri spirituali. Infatti, dopo la funzione religiosa luterana tra gli Elfi nella Nikolaikirche in Karlsplatz a Eisenach, in Germania, il corso sullo Hobbit tenuto dalle suore del monastero delle adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento di Monza, in Lombardia, la novità è che la prossima Quaresima sarà il momento ideale per riflettere spiritualmente sul Signore degli Anelli.

UK: «I fan di Tolkien? Potenziali terroristi»

Map MordorUn rapporto scandaloso e da giorni ormai virale del programma antiterrorismo del governo britannico Prevent ha affermato che i romanzi classici di autori come J.R.R. Tolkien e CS Lewis possono essere «attraenti» per un possibile «estremismo di estrema destra». «Evitiamo che le persone vulnerabili vengano trascinate nell’estremismo», afferma Prevent sul suo sito web. Prevent continua a descriversi come un programma «guidato dal governo e multi-agenzia» che «mira a impedire che le persone diventino terroristi». Il suo sito web spiega che «la polizia gioca un ruolo chiave» negli sforzi del programma.

Signore degli Anelli, in 90 Paesi copyright finito

Title page LOTRQuando l’orologio ha battuto la mezzanotte del 1 gennaio 2024, le opere letterarie di J.R.R. Tolkien sono diventate di dominio pubblico. Non tutte, ma solo quelle pubblicate in vita, tra cui ci sono Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Non in Europa e negli Stati Uniti, ma “solo” in Nuova Zelanda, Bielorussia, Bolivia, Egitto e gran parte dell’Africa e dell’Asia. Si tratta di ben 90 Paesi in tutto. La notizia segna un cambiamento fondamentale nel controllo e nell’uso di uno degli universi fantastici più amati al mondo. Le persone in quei Paesi sono libere di adattare quelle opere (e trarne profitto) come preferiscono. Tuttavia, questo sviluppo, che coincide con il Public Domain Day, è carico di complessità e richiede un’attenta riflessione.

Lo Gnam a Roma: «In un mese 30mila visitatori»

Gnam RomaIl ministero dei Beni culturali ha reso noto i dati di affluenza ai vari musei italiani, tra cui anche quelli relativi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in cui oltre alle 20mila opere della più completa collezione dedicata all’arte italiana e straniera dal XIX secolo a oggi, è presente “TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore”, la mostra ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford e inaugurata lo scorso 15 novembre dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, alla presenza del Presidente del Senato, Ignazio La Russa e del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, insieme ad altri ministri di Fratelli d’Italia.

Leggere Tolkien ai tempi dei cambiamenti climatici

IsengardLe letture allegoriche del Signore degli Anelli infastidivano Tolkien. Nella prefazione alla seconda edizione del romanzo, ha scritto della propria avversione per l’allegoria in tutte le sue forme: «Preferisco di gran lunga la storia, vera o fittizia». E l’ambientalismo che traspare palesemente da tutte le cronache della Terra di mezzo, dalla ribellione della Foresta di Fangorn al Repulisti della Contea fino alla distruzione dei Due Alberi di Valinor? Scaturisce fondamentalmente dalla sua storia personale, da un’infanzia in cui «il Paese in cui vivevo veniva miseramente distrutto prima che avessi dieci anni», resa, però, mitica. Prima che compissi dieci anni veniva pubblicato il terzo di una serie di rapporti scientifici internazionali sul surriscaldamento della nostra Terra, e il Protocollo di Kyoto stabiliva obiettivi per i paesi al fine di ridurre le emissioni di gas serra. Prima di questi sviluppi, Svante Arrhenius aveva collegato la combustione del carbone all’aumento dei livelli di anidride carbonica e al surriscaldamento del clima, John Tyndall aveva individuato i gas responsabili dell’effetto serra ed Eunice Foote aveva realizzato che l’anidride carbonica poteva intrappolare il calore del sole. In effetti, Arrhenius aveva svolto il suo lavoro molto prima che io nascessi, in prossimità della nascita di Tolkien e Tyndall e Foote, prima di questa.
Quando si tratta di ciò che è vero e di ciò che è falso, la storicità del cambiamento climatico è un fatto accertato, e la negazione intenzionale di questa realtà è una narrazione tossica. Il cambiamento climatico era già in atto negli anni in cui Tolkien viveva e scriveva. Anche se forse non era al corrente della crescente comprensione del riscaldamento globale, penso che il suo lavoro sia direttamente applicabile per tutti noi che sperimentiamo l’attuale proliferare di titoli spaventosi sui disastri climatici e pensiamo, come Frodo: «Vorrei che non fosse successo nel corso della mia vita». Tolkien, se non era un ambientalista dichiarato, era certamente un autore bucolico, un amante degli alberi e della campagna e un oppositore dell’industrializzazione inquinante. Ent, Aquile, Beorniani e altre forme di personificazione della natura riempiono la sua opera, così come i nodi della trama e gli sviluppi che derivano dalla distruzione di uno o più alberi (o Alberi). Le sue lettere lo dicono ancora più chiaramente: «Il violento rumore delle motosega non è mai silenzioso ovunque crescano gli alberi» (NdT – Lettera #339) . Il cambiamento climatico è la deforestazione industriale su larga scala. Per me non c’è autore che dia al mondo naturale ciò che gli è dovuto come Tolkien.
Con la serie Gli Anelli del Potere di Amazon che suscita una nuova ondata di interesse popolar-culturale per la Terra di Mezzo e, allo stesso tempo, con le temperature globali che stanno infrangendo ogni record e causando eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, mi sono ritrovata a desiderare Tolkien o una voce simile alla sua per il ventunesimo secolo: qualcuno che esprima parole sul mondo vivente, una scrittura che emerga da un amore manifesto e sincero per la natura. La crescente minaccia del cambiamento climatico mi spinge a tornare alle preferenze della mia infanzia per cercare la saggezza per affrontare le lunghe sconfitte in questo Secolo di Disastri, per cercare una luce al di là, in un tempo buio per il pianeta e i suoi abitanti.

Il mio preferito tra tutti i lavori di Tolkien è Il Silmarillion. Di gran lunga il più bello, è il Legendarium della Terra di Mezzo e di Arda, il mito dettagliato che rievoca le Metamorfosi, il Kalevala e Beowulf. Nei luoghi che i lettori incontrano attraverso Il Silmarillion e altrove negli scritti di Tolkien – Lothlórien, Il Doriath e Boscuro – osserviamo gli Elfi (o almeno gli Elfi Sindar) vivere in simbiosi con le foreste e i paesaggi che li circondano. Ma sebbene Gondolin, la Città Nascosta tra le montagne, tragga vantaggio dalla sua geografia per isolarsi dal resto del Beleriand e dalle forze di Morgoth, la città è rinchiusa dietro ad alte mura che servono a trattenere dentro oltre che fuori. La decisione dei Gondolindrim di rimanere nella loro valle nascosta, deliberatamente ignari delle traversie degli Elfi come degli Uomini, che, al di fuori, soffrono le redini infuocate di Morgoth, si rivela tragicamente miope.
A questo punto, molti fra i Noldor possono essere definiti artigiani più che ambientalisti. Il re di Gondolin, Turgon, viene addirittura avvertito dal dio Ulmo di non amare “troppo il lavoro delle proprie mani”. Turgon ignora due volte gli avvertimenti dei Vala, e alla fine è proprio il nipote di Turgon a essere spinto al tradimento da Morgoth. La città cade di fronte ai mostri d’ombra e fuoco di Morgoth; coloro che fuggono da Gondolin trovano la via d’uscita, attraverso fumo e confusione, solo grazie alla preparazione della figlia di Turgon, Idril. Volendo leggere questo allegoricamente, nella nostra attuale era di disastri climatici – un Balrog o un drago sono forse peggio di un violento incendio? – i sopravvissuti della caduta Gondolin sarebbero rifugiati climatici. Non sono gli ultimi; quando la Prima Era finisce con la Guerra dei Valar, la geografia e, in un certo senso, l’ecologia della Terra di Mezzo sono drasticamente cambiate. Il Beleriand sprofonda sotto le onde e forse un terzo del continente della Terra di Mezzo è perduto. I suoi abitanti (quelli che non possono o non vogliono salpare per Valinor) migrano verso il Lindon o più a est, in regioni della mappa che i lettori riconosceranno dalla Seconda Era in poi.
È questo il modo “corretto” di leggere Il Silmarillion? L’allegoria non regge pienamente; potrebbe anche sfiorare i confini della fanfiction. Tuttavia, nelle successive stampe de Il Signore degli Anelli, Tolkien riconosce l’applicabilità, così come respinse l’allegoria, scrivendo nella Prefazione che molte persone spesso confondevano le due cose. Trovo che applicare la lente del cambiamento climatico sia utile, persino ottimista, considerando la resilienza e la sopravvivenza dei personaggi di Tolkien che, come Idril e Tuor, possedevano la preveggenza e il coraggio per riconoscere e pianificare contro la speranza vana.
Ne La Compagnia dell’Anello, Galadriel – che non era presente alla caduta di Gondolin ma sopravvisse a numerosi altri disastri (in)naturali – dice ai membri della Compagnia che lei e Celeborn hanno combattuto per anni “la lunga sconfitta”. La distruzione dell’Anello e la fine di Sauron comporteranno per gli Elfi sia la vittoria che la sconfitta, poiché il potere dei loro stessi anelli svanirà e loro dovranno andarsene. È a Lothlórien che Sam guarda nello Specchio di Galadriel e vede la devastazione della Contea, non semplicemente una premonizione, come scoprono in seguito i quattro Hobbit della Compagnia. Dopo la distruzione dell’Anello, viaggiando verso casa, vengono accolti da una Contea recintata, bruciata e in rovina nel penultimo capitolo del racconto epico. La distruzione della campagna verde e pacifica evoca tutto ciò che va contro l’ambientalismo di Tolkien: brutte case fatiscenti dove un tempo c’erano gli alberi; Bywater e Hobbiton annerite, inquinate e bruciate; la distruzione sfrenata di alberi e boschi apparentemente per il gusto di farlo; e a Casa Baggins, Saruman, con la sua famigerata “mente di metallo e d’ingranaggi”.
Sopra tutto aleggia, letteralmente, il fumo nero e il fetore del carbone usato per alimentare i mulini. Tolkien non aveva bisogno di essere un chimico per capire che la combustione del carbone avrebbe alterato per sempre il paesaggio di un luogo, né il contadino Cotton aveva bisogno di essere un ecologista per capire che se Sharkey/Saruman voleva “trasformare la Contea in un deserto, [aveva] imboccato la strada giusta”. Le esperienze di Frodo, Sam, Merry e Pippin sono più di un avvertimento che gli avventurieri non tornano immutati dalle loro avventure. La Contea stessa è cambiata. Come sottolineano sia Sam che Saruman in modi diversi e con parole diverse, è difficile tornare indietro da un cambiamento quando sulla linea del fronte c’è casa tua. Forse, come da Sam (prima che si ricordi della polvere elfica ricevuta da Galadriel e inizi a riseminare), verrebbe da chiedersi quante generazioni passeranno prima che i nostri discendenti siano in grado di vedere gli alberi come facevamo noi una volta.

Il repulisti della Contea e le sue conseguenze non sono semplicemente a favore degli alberi: sono a favore della gestione responsabile e contro l’inquinamento. L’ombra della sconfitta tocca ogni fronte. Ci sono, proprio adesso, persone sulla nostra Terra che combattono il Big Oil e il Big Pipeline sui palcoscenici globali più grandi, ma ci sono anche persone nelle loro città che resistono all’ultimo tentativo di far rinascere un inceneritore, espandere un impianto di plastica cancerogena, o far passare un treno carico di gas naturale liquido attraverso il centro. Pro-alberi, anti-inquinamento: è tutto parte integrante dell’affrontare il complesso sistema di gineprai che sono il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, la lunga e deludente serie di disastri e sconfitte ecologiche.
Dopo che gli Hobbit si uniscono e riprendono la Contea da Sharkey/Saruman, è Sam Gamgee a portare avanti la causa, attingendo a un’eredità familiare di gestione della terra e di tutto ciò che vive su di essa. I Sam Gamgee del mondo sono quelli che prendono posizione e dicono: «Per dire che è finita bisogna prima togliere di mezzo tutto questo macello». È un’idea presente in tutti i racconti sugli Hobbit, che culmina con il Fattore Cotton e il popolo della Contea che si sollevano insieme per intrappolare i ruffiani di Sharkey, dopo che Merry e Pippin accendono in loro la scintilla della ribellione. La stessa idea risale a centinaia di pagine prima, alla formazione della Compagnia a Valforra. Ci sono certamente vari modi per mappare il Monomito, o una qualsiasi delle tante formulazioni moderne della del Viaggio dell’Eroe, sulla struttura del Signore degli Anelli, incluso il Ritorno al mondo ordinario attraverso il Repulisti della Contea. Ma io non leggo la storia di Frodo in questo modo. Per prima cosa, sappiamo che Frodo fallisce negli ultimi istanti della sua cerca e sono Gollum (e Sam!) che assicurano la distruzione dell’Anello. D’altro canto è inerente alla creazione stessa della Compagnia dell’Anello la consapevolezza che il compito è troppo arduo per essere portato a termine da chiunque, da solo.
Aragorn è un re, ma il suo ritorno a Gondor non significa nulla se l’Anello non viene distrutto. Boromir è nobile ma viene tradito dalla sua stessa idea eroismo. Gandalf ha i poteri di un semidio, ma riconosce che nemmeno qualcuno potente come un Signore degli Elfi potrebbe assaltare Mordor per aprire la strada a Frodo. Gli altri membri della Compagnia non sono semplicemente aiutanti o mentori di Frodo. Combattono battaglie (metaforiche e letterali) sia sulle pagine che dietro le quinte, nonostante gli esiti molto incerti per loro stessi e per la Cerca nel suo insieme.
Su un libro pubblicato nel 2016 intitolato The Great Derangement, l’autore Amitav Ghosh ha sostenuto che fino a quel momento, la quantità di narrativa (o almeno di narrativa letteraria) che faceva i conti con il cambiamento climatico era piccolissima in proporzione alla scala e alla portata della crisi. Anche se penso che questo stia cambiando (meglio tardi che mai), forse un po’ più di rilettura revisionista servirebbe a ridurre il divario tra ciò che c’è e ciò che potrebbe ancora esserci. Rileggere Tolkien, non per la speranza di un’allegoria, ma per la possibilità di paralleli che si applichino alle nostre circostanze attuali, offre conforto, saggezza e avvertimenti. Il percorso da seguire non sarà facile e non esiste alcuna figura messianica in arrivo per salvarci dal cambiamento climatico. Siamo tutti Hobbit adesso.

Traduzione di “The Long Defeat”: Reading Tolkien in the Time of Climate Change di Alyssa Hull.
Alyssa Hull è una scrittrice, educatrice e una filosofa della scienza che vive nel piccolo (ma grazioso) stato del Delaware. I suoi scritti sono stati pubblicati in precedenza sul McSweeney’s and Literary Hub.

Ascolta la live “Ecologia e ambientalismo in Tolkien” con Paolo Nardi e Wu Ming 4

LINK ESTERNI:
– Vai all’articolo originale: The Long Defeat”: Reading Tolkien in the Time of Climate Change 
– Vai alla Lettera Lettera #339  su TolkienGuide
– Vai al sito ufficiale del libro The Great Derangement

Roma, fino a febbraio una mostra su Tolkien

Roma Galleria Nazionale d'Arte ModernaA cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, il 16 novembre arriva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta. L’esposizione “TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore” racconta il percorso umano e professionale dello scrittore inglese. Rispetto alle grandi retrospettive allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone al centro l’uomo, collezionando curiosità sulla vita dell’autore e analizzando poi l’influenza che il suo lavoro ha avuto sul mondo dell’arte, della musica e dei fumetti.