A Modena, i TolkienLab della primavera 2018

Studiosi: Claudio TestiL’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani accolgono il nuovo anno dando annuncio dei primi tre Tolkien Lab che si terranno nel 2018. I Tolkien Lab, attivi dal 2014, sono lo spazio condiviso dalle due associazioni dedicato allo studio delle opere del professore oxoniense. Gli approfondimenti che vengono presentati comprendono da sempre un ampio spettro di prospettive e differenti approcci al mondo tolkieniano, un coro di voci per tentare di capire uno dei maggiori autori del ventesimo secolo, sotto la supervisione di Claudio Testi (vicepresidente AIST e presidente dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici).
Gli incontri previsti per questa primavera sono i seguenti:

Giovedì 25 gennaio, ore 20.45
Tolkien: Traduzioni, tradizioni e tradimenti
Relatore: Giampaolo Canzonieri, saggista, traduttore, responsabile AIST dei rapporti con l’estero

Giovedì 22 marzo, ore 20.45
Tolkien e le lingue perdute: Sanscrito e Elfico
Relatrice: Elisa Sicuri, socia AIST

Giovedì 24 maggio, ore 20.45
Visioni, miti, leggende: l’arte di J.R.R. Tolkien
Relatrice: Roberta Tosi, autrice, esperta d’arte, fondatrice della Compagnia degli Argonath

Tutti gli interventi si terranno presso la sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena.
L’ingresso è gratuito.

Il 30 novembre a Modena “Tolkien e la Finlandia”

Tolkien LabL’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani promuoveranno, all’interno delle spazio condiviso dei TolkienLab, un incontro il 30 novembre su J.R.R. Tolkien e (seguite gli aggiornamenti sull’evento facebook “Tolkien e la Finlandia: I Canti dalla Terra degli Eroi”).
La relatrice della serata sarà Valérie Morisi, socia AIST che nel 2015 aveva già presentato il TolkienLab dedicato a Lo Hobbit e Il Milione di Marco Polo.
L’appuntamento si terrà alle ore 20,45 nella sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena. L’ingresso è gratuito.

Tolkien e Ildegarda tra erbe e pietre magiche

Tolkien LabL’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani promuoveranno, all’interno delle spazio condiviso dei TolkienLab, un incontro il 19 ottobre su J.R.R. Tolkien e Ildegarda di Bingen (seguite gli aggiornamenti sull’evento facebook “Tra pietre magiche ed erbe curative”). La relatrice della serata sarà Elisabetta Marchi, socia AIST che di recente ha presenziato alla sessione tolkieniana del Festival del Medioevo e i cui saggi La Contea di Saruman e Bilbo Baggins e la Contea: una carriera deviante sono scaricabili dal nostro sito. L’impegno di Elisabetta nel diffondere la conoscenza dell’opera tolkieniana riguarda anche gli ambiti scolastici: è infatti promotrice del progetto un Hobbit a Pontelago.
Le cediamo la parola, cosicchè ci presenti lei stessa i contenuti della serata.

TolkienLab: Tolkien, Il Signore del Metallo

Tolkien LabMercoledì 29 marzo torna il Tolkien-Lab, appuntamento mensile organizzato dalla Associazione Italiana Studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici. Dopo aver affrontato a gennaio il tema della non-morte con l’intervento di Barbara Sanguineti, il secondo incontro dell’anno sarà incentrato sul rapporto tra le opere del Professore e la musica metal. Il relatore Stefano Giorgianni, socio fondatore AIST nonché caporedattore di Metal Hammer Italia, presenterà il suo libro J. R. R. Tolkien, Il Signore del Metallo (vedi l’evento facebook del TolkienLab: Tolkien e l’Heavy Metal).
L’appuntamento si terrà alle ore 20,45 nella sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena. L’ingresso è gratuito.

Al Tolkien-Lab di Modena i Signori della Paura

Tolkien LabMercoledì 25 gennaio torna il Tolkien-Lab, appuntamento mensile organizzato dalla Associazione Italiana Studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici. Il tema dell’incontro saranno i Signori della Paura: i Non-morti nelle opere di Tolkien e vedrà come relatrice Barbara Sanguineti, traduttrice, saggista e responsabile culturale AIST, da sempre appassionata di letteratura e cinema horror. L’appuntamento si terrà alle ore 20,45 nella sede dell’istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena (vedi l’evento facebook del Tolkien-Lab: Tolkien e i Non-morti).

La reincarnazione degli Elfi giovedì a Modena

Tolkien LabIl Tolkien Lab di Modena, lo spazio tolkieniano modenese gestito dall’Associazione italiana studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, riprende le sue attività con il consueto appuntamento mensile. Questa volta l’argomento della lezione sarà La reincarnazione degli Elfi: il dilemma di J.R.R. Tolkien, tenuta da Claudio A. Testi, noto filosofo, saggista, segretario dell’IFST e vicepresidente AIST, oltre che direttore della collana Tolkien e Dintorni della casa editrice Marietti 1820. L’approfondimento si terrà giovedì 1 dicembre ore 20,45 nella sede dell’Istituto tomistico, in Strada San Cataldo 97 a Modena.
Studiosi: Claudio TestiLa serata sarà dedicata a esaminare come in Tolkien viene tematizzato il tema della reincarnazione degli elfi. Sarà anche l’occasione di avere un’anteprima sul nuovo libro della Collana «Tolkien e dintorni» della casa editrice Marietti 1820, che contiene una raccolta di preziosi scritti dell’autore del Signore degli Anelli tradotti per la prima volta in italiano. Il volume è appena uscito e sarà possibile acquistarlo dopo la lezione. Il libro, curato da Roberto Arduini e Claudio Testi, con postfazione di Michaël Devaux, presenta le traduzione di tre testi di J.R.R. Tolkien sulla reincarnazione degli Elfi realizzate da Giampaolo Canzonieri, Lorenzo Gammarelli, Alberto Ladavas.

Il 30 marzo le lingue degli Elfi a Modena

Le tengwar e il sindarinIl Tolkien Lab di Modena, lo spazio tolkieniano modenese gestito dall’Associazione italiana studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, ha deciso di ospitare a partire dal prossimo 30 Marzo un corso di Lingue Elfiche, ideato all’interno di una collaborazione tra Eldalië e lo smial degli Overhill e che sta avendo già un grande successo a Bologna e verrà organizzato anche in altre date e località (il sito del corso è ancora in preparazione e sarà diffuso appena pronto). Gianluca Comastri, presidente di Eldalië e uno dei massimi esperti italiani di lingue elfiche e che già era stato inviato a Modena per tenere alcune lezioni sui linguaggi (ne abbiamo parlato qui qui) sarà quindi il docente principale in questo corso dedicato al Quenya, che sarà introdotta dal presidente dell’AisT Roberto Arduini sul vasto modo della linguistica tolkieniana. L’Associazione nasce per approfondire e diffondere la conoscenza di Tolkien, e da sempre siamo persuasi che la dimensione linguistica, ben lungi dall’essere un ozioso gioco o “vizio segreto” di J.R.R.Tolkien, sia essenziale per comprendere tutta la profondità dell’opera del professore di Oxford. Per questo non abbiamo esitato a contattare Gianluca per proporgli questa importante attività anche nel territorio modenese. Il corso di Lingue Elfiche si terrà  per sei mercoledì tra il 30 marzo e il 4 maggio alle ore 20.45, con ingresso a pagamento (10 euro) presso la sede dell’istituto, in via San Cataldo 97, a Modena.

Un anno di Tolkien: il video dell’AisT

Nuovo logo AISTIl nostro anno come Associazione italiana di studi Tolkieniani (AIST) è stato veramente pieno di eventi in Italia. Se proviamo a passare in rassegna le attività svolte ci accorgiamo che sono tantissime. In estrema sintesi, in inverno ci dedichiamo a tenere i due corsi paralleli, a Modena e Roma, in primavera abbiamo concentrato le forze nei due maggiori eventi dell’anno (il convegno internazionale di Trento e il festival Fantastika di Dozza, vicino Bologna), mentre in autunno l’attenzione è stata rivolta a eventi locali a Roma e Verona e al festival di Lucca Comics and Games con i nostri prestigiosi “Tolkien Seminar”. Tutto questo, l’abbiamo fatto senza smettere di impegnarci con il laboratorio permanente di Modena e le presentazioni dei libri da noi pubblicati (in particolar modo il Middle Artbook e Tolkien e i Classici), e le lezioni nelle scuole di “Introduzione a Tolkien”. Il tutto è stato coronato a dicembre dalla presenza alla Fiera del Libro di Roma.

Le lingue degli Elfi ad aprile a Modena

Corso di lingue elficheIl Tolkien Lab di Modena, lo spazio tolkieniano modenese gestito dall’Associazione italiana studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, ha deciso di ospitare a partire dal prossimo 30 Marzo un corso di Lingue Elfiche, ideato all’interno di una collaborazione tra Eldalië e lo smial degli
Overhill di Bologna e che verrà organizzato anche in altre date e località (il sito del corso è ancora in preparazione e sarà diffuso appena pronto). Gianluca Comastri, presidente di Eldalië e uno dei massimi esperti italiani di lingue elfiche e che già era stato inviato a Modena per tenere alcune lezioni sui linguaggi (ne abbiamo parlato qui e qui) sarà quindi il docente principale in questo corso dedicato al Quenya, che sarà introdotta dal presidente dell’AisT Roberto Arduini sul vasto modo della linguistica tolkieniana. L’Associazione nasce per approfondire e diffondere la conoscenza di Tolkien, e da sempre siamo persuasi che la dimensione linguistica, ben lungi dall’essere un ozioso gioco o vizio di J.R.R.Tolkien, sia essenziale per comprendere tutta la profondità dell’opera del professore di Oxford. Per questo non abbiamo esitato a contattare Gianluca per proporgli questa importante attività anche nel territorio modenese. Il corso di Lingue Elfiche si terrà  per sei mercoledì tra il 30 marzo e il 4 maggio alle ore 20.45, con ingresso a pagamento presso la sede dell’istituto, in via San Cataldo 97, a Modena.

Tra Tolkien e Dante: il 16 dicembre a Modena

Seminari educational 2014Dopo l’incontro dello scorso 24 novembre dedicato a Tolkien e Guareschi, con Norbert Spina come relatore, proseguono gli appuntamenti con il Tolkien Lab di Modena, organizzato dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e dalla nostra Associazione. Il prossimo si terrà il 16 dicembre alle ore 20.45, sempre a ingresso gratuito presso la sede dell’istituto, in via San Cataldo 97. Come tutti i precedenti incontri di quest’anno, dedicati al confronto di Tolkien con autori classici come Chaucer o Dostoevskij, si prosegue con l’approfondimento dei saggi presenti nel volume Tolkien e i Classici, curato dal Gruppo di Studio e edito da Effatà in formato digitale e print on demand.

Tolkien e Don Camillo: un seminario a Modena

Calendario incontri Istituto tomistico di ModenaContinuano a Modena i Tolkien Labs, gli incontri su J.R.R. Tolkien che allo l’intento di creare uno spazio in cui riflettere e comprendere sempre meglio l’opera dello scrittore di Oxford. Sono organizzati, con cadenza mensile, dalla nostra Associazione in e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e si tengono, solitamente, in via San Cataldo 97, a Modena, presso la sede dell’istituto. L’ingresso del pubblico è di norma gratuito. Lo spazio web del Laboratorio tolkieniano permanente di Modena permetterà di condividere con tutti gli iscritti i materiali che man mano verrano analizzati nei diversi incontri.

Modena, Lo Hobbit e Il Milione di Marco Polo

SeminarioDopo l’incontro dello scorso mese su J.R.R. Tolkien e Dostoevskij, in cui era sviscerato il rapporto fra i due pilastri della letteratura, questa settimana è stata la volta del confronto con Il Milione di Marco Polo. Il tutto si è svolto sempre nel contesto del Laboratorio tolkieniano permanente, un’iniziativa promossa dall’AisT e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena: si tratta di un seminario di approfondimento in cui gli appassionati degli scritti di Tolkien hanno la possibilità di scoprire e approfondire temi fondamentali e innovativi riguardo alle opere del professore inglese. Complice l’uscita di Tolkien e i Classici (Effatà editore), gli incontri di questo 2015 del Tolkien Lab si concentrano su alcuni dei contributi inseriti nel volume, con l’invito agli scrittori a presentare i temi dei loro articoli ed a discuterne con il pubblico.

Il direttore di Tolkien e dintorni ci ha lasciato

Emmanuele MorandiIl 10 giugno è improvvisamente scomparso Emmanuele Morandi, socio fondatore dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, suo Presidente dal 1988, e anche co-direttore della collana di studi “Tolkien e Dintorni”. Di origini modenesi, ma a Verona da una decina d’anni, Morandi era docente di Sociologia generale e stava procedendo con l’appello degli studenti di Filosofia e Scienze della Comunicazione che si erano iscritti all’esame finale del corso, quando ha accusato un malore. L’aneurisma all’aorta lo ha colto poco dopo il ricovero in ospedale di Borgo Trento. Il professor Morandi, 54 anni, lascia la moglie e quattro figli a cui vanno tutti i nostri pensieri. Anche noi lo abbiamo conosciuto e vorremmo cercare di ricordarlo in questa nota, molto difficile perché non vogliamo assolutamente scadere nella vuota retorica.

A Modena il 10 aprile Tolkien e Dostoevskij

Lingue: a lezione di elficoDopo l’incontro dello scorso mese su J.R.R. Tolkien e Geoffrey Chaucer, in cui era sviscerato il rapporto fra i due pilastri della letteratura inglese, è ora il turno di Tolkien e Fedor Dostoevskij. Il tutto si svolgerà sempre nel contesto del Tolkien Lab, un’iniziativa promossa dall’AisT e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena, un Laboratorio tolkieniano permanente dove gli appassionati degli scritti di Tolkien hanno la possibilità di scoprire e approfondire temi fondamentali e innovativi riguardo alle opere del professore inglese. Complice l’uscita di Tolkien e i Classici (Effatà editore), gli incontri di questo 2015 del Tolkien Lab si concentreranno su alcuni dei contributi, invitando gli scrittori a presentare i temi dei loro articoli ed a discuterne con il pubblico.

A Modena il 10 marzo ecco Tolkien e Chaucer

Lingue: a lezione di elficoIl Tolkien Lab è un’iniziativa promossa sul territorio modenese promossa dall’Aist e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici. Si tratta di incontri nei quali i lettori appassionati di Tolkien potranno trovare il modo di approfondire assieme a importanti studiosi il meraviglioso mondo della Terra di Mezzo. Ne avevamo già parlato in precedenza qui. Quest’anno il Tolkien Lab sarà dedicato al progetto TOLKIEN E I CLASSICI, che nasce per iniziativa del Gruppo di Studio Tolkieniano, sempre promosso dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Si tratta di un progetto molto articolato e per certi aspetti innovativo, ma ha però una finalità molto semplice e coerente con i predenti lavori: promuovere la ricezione di J.R.R. Tolkien come autentico classico della cultura.

Tolkien contro Martin mercoledì 25 a Modena

Corso sulla Fiaba a ModenaChiude in bellezza il corso Fiaba e Filosofia a Modena. Organizzato dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, e iniziato presso la sua sede in via san Cataldo 97 mercoledì 14 gennaio 2015, il ciclo è costituito da sette incontri settimanali che quest’anno hanno indagato i legami fra fiaba e filosofia e ripreso le riflessioni sviluppate durante il precedente ciclo autunnale Realissime Finzioni. L’analisi è stata però più profonda e ha utilizzato un maggior numero di testi e di materiali, così da far esplorare e conoscere meglio i pericoli e i tesori che si possono trovare nel Regno di Feeria.
Biblioteca diocesana di RavennaIl laboratorio è stato diviso in due parti: i primi quattro appuntamenti erano concentrati su temi generali riguardanti la fiaba; gli ultimi tre incontri, invece, hanno come focus principale J.R.R. Tolkien che, come nessuno nel Novecento, ha influito sulla concezione della fiaba e della letteratura fantastica. È possibile partecipare anche all’ultimo degli incontri. Non è necessaria alcuna pre-iscrizione. Nell’ultima lezione verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Il corso si inserisce all’interno delle attività del Phi-lab è il laboratorio permanente dell’Istituto. Al termine dell’incontro verrà offerto un buffet di saluto.

Ecco i corsi su Tolkien: Modena, Bologna, Roma

prender-notaModena, Bologna, Roma. Il 2014 inizia all’insegna di J.R.R. Tolkien. Visto il successo delle iniziative dell’Associazione romana studi Tolkieniani e l’insistente domanda del pubblico, si è deciso di lanciare una formula nuova di didattica, per cercare di coinvolgere il più possibile gli appassionati del Signore degli Anelli. All’inizio del 2014, infatti, partiranno ben tre corsi dedicati a Tolkien. Ma le novità sono molte!

Shippey a Modena: il video della conferenza

Conferenza Shippey a ModenaL’avevamo promesso a molti tra il pubblico. Avevamo atteso la serata del Tolkien Seminar italiano con trepidazione per poi scoprire che una sala gremita fino all’inverosimile era pronta a condivider con noi il momento. Come annunciato da tempo in un precedente articolo, Tom Shippey, docente di filologia inglese all’università di Oxford, erede di J.R.R. Tolkien e maggiore studioso delle sue opere, era in Italia per tenere una conferenza dal titolo Lo Hobbit: dal film al libro. È stato ospite dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici a Modena venerdì 11 gennaio, presso la sala conferenze dell’hotel Raffaello (strada per Cognento 5).

Shippey è ormai un volto noto nel nostro Paese, visto che è stato un relatore nel convegno Tolkien e la filosofia nel 2010, in cui insiema Franco Manni della rivista Endòre Conferenza Shippey a Modena 2013hanno intavolato una discussione amichevole ma intensa su “Tolkien tra filosofia e filologia”. Questa volta, lo studioso inglese ha avuto la possibilità di esaminare il film confrontandolo col libro in maniera dettagliate. Shippey aveva anche scritto un articolo sullo stesso tema, pubblicato nel numero di metà dicembre del Time Literary Supplement e intitolato Ancora non ritornato, la cui traduzione avevamo anche pubblicato esclusiva per il sito della nostra Associazione grazie alla disponibilità dello studioso inglese. Ora siamo lieti di presentare al pubblico di Modena e ai lettori del sito il video completo della conferenza, montata e lavorata a tempo di record grazie ai membri dell’Istituto tomistico.
Buona visione a tutti!

GUARDA IL VIDEO DELLA CONFERENZA:
– Vai al sito dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici
Scarica il saggio di Tom Shippey: “Noblesse Oblige: Images of Class in Tolkien
– Leggi il suo articolo sul
Time Literary Supplement: Ancora non ritornato
– Il CORSO SU J.R.R. TOLKIEN
– Vai al canale Youtube dell’Associazione romana studi tolkieniani

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Tom Shippey a Modena: ecco cosa dirà!

Tom Shippey al Come annunciato da tempo in un precedente articolo, Tom Shippey, docente di filologia inglese all’università di Oxford, erede di J.R.R. Tolkien e maggiore studioso delle sue opere, è in Italia per tenere una conferenza dal titolo Lo Hobbit: dal film al libro. Sarà ospite dell’Istituto filosofico di studi tomistici oggi a Modena (venerdì 11 gennaio), alle ore 21, presso la sala conferenze dell’hotel Raffaello (strada per Cognento 5). Lo studioso inglese esaminerà il film confrontandolo col libro. Sarà disponibile il servizio di traduzione simultanea. L’ingresso è gratuito. Shippey però ha scritto un articolo sullo stesso tema, pubblicato nel numero di metà dicembre del Time Literary Supplement e intitolato Ancora non ritornato. Gentilmente, ha concesso che lo traducessimo in esclusiva per il sito della nostra Associazione. Buona lettura!

Tom Shippey a Modena. E un corso su Tolkien!

Alcuni membri del gruppo degli InklingsIn occasione dell’uscita del film di Peter Jackson Lo Hobbit, l’Istituto filosofico di Studi Tomistici di Modena ha organizza una serie di iniziative volte ad appronfondire la conoscenza di J.R.R. Tolkien e delle sue opere. Una conferenza pubblica e un corso tutti dedicati all’autore del Signore degli Anelli. Non solo si potrà assistere a una lectio magistralis di uno degli studiosi di Tolkien più famosi al mondo, ma si potrà partecipare al primo corso di questo genere in Italia sullo scrittore.

Verlyn Flieger: «J.R.R. Tolkien, autore che ha anticipato i tempi»

Locandina Tolkien SeminarTra pochi giorni, dal 25 al 26 novembre 2011 si terrà a Modena il primo dei Tolkien Seminar italiani, organizzato dall’Istituto filosofico di studi tomistici e dalla nostra Associazione, con il patrocinio della Tolkien Society inglese e della Provincia di Modena. Sarà anche l’occasione di un confronto diretto all’interno del Gruppo di studio sullo Hobbit con chi analizza e insegna negli Usa le opere del Professore di Oxford. Il momento pubblico del seminario si svolgerà venerdì 25 novembre, nella sede della Camera di Commercio di Modena (via Ganaceto, 134). Alle ore 21, a ingresso libero, sarà possibile ascoltare Verlyn Flieger e Giovanni Maddalena nella conferenza Mito e verità: la narrazione tra realtà e mistero. In vista del seminario, abbiamo già pubblicato un intervento del professor Maddalena. Ora, in esclusiva, pubblichiamo un’intervista alla professoressa americana, considerata la maggiore studiosa di Tolkien a livello mondiale insieme a Tom Shippey. Ha infatti curato Sulle Fiabe e Il fabbro di Wootton Major, dirige la rivista accademica Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review, ha vinto ben due Mythopoeic Award per i suoi studi e in questi mesi sta dando alle stampe una raccolta di suoi saggi (Green Suns and Faerie, ne abbiamo parlato qui) e il suo secondo romanzo, The Inn at Corbies’ Caww.

1) Come si è interessata alle opere di Tolkien? Quando ha letto per la prima volta Il Signore degli Anelli?
«Mi sono sempre piaciuti il mito e le fiabe, fin da quando ho imparato a leggere. Sono cresciuta con le storie di Re Artù, Robin Hood, Giasone e gli Argonauti, la Bella e la Bestia e Jack e la pianta di fagioli. Nell’inverno 1956-57 mi prestarono Il Signore degli Anelli da un mio collega delle Biblioteca Folger Shakespeare a Washington. Avevo appena finito un corso in traduzione del Beowulf e riconobbi subito i riferimenti anglosassoni e arturiani nel romanzo. Rimasi impressionata dalla cultura di Tolkien, specialmente perché all’epoca non sapevo che fosse un professore e uno studioso. Non sapevo nemmeno come pronunciare il suo nome».

2) Sono tanti anni che include Tolkien nei suoi corsi all’Università del Maryland. Qual è ora la sua idea sull’insegnamento delle opere di Tolkien?
Verlyn Flieger«È difficile rispondere. Più insegno Tolkien e più diviene complicato insegnarlo. La sua opera è al tempo stesso
medievale, moderna e post-moderna; combina aspetti di epica, romance, fiaba e tragedia. È insieme profondamente ispirata e profondamente pessimista. C’è molto da insegnare agli studenti di scuola inferiore, superiore e anche all’università, soprattutto ora che è passata la moda legata ai film di Peter Jackson. Penso sia importante vedere Tolkien nel contesto culturale del suo secolo, per ricordare che quella dello scrittore è la generazione sopravvissuta alla Prima Guerra Mondiale. William Morris, Lord Dunsany e George MacDonald possono anche essere state le sue influenze più immediate, mai i suoi pari sono Ernest Hemingway, Siegfried Sassoon, Robert Graves, T.S. Eliot e Ezra Pound. Tolkien non avrebbe potuto fare quel che ha fatto con Frodo se se non fosse passato attraverso l’esperienza della guerra».

3) Tolkien, quindi, merita di essere inserito nei corsi universitari con gli altri grandi scrittori inglesi come Chaucer, Shakespeare e Milton?
«Assolutamente sì. Tolkien è uno dei grandi scrittori della letteratura inglese ed è rappresentativo della sua epoca come Shakespeare, Chaucer e Milton lo furono della loro».

4) Cosa insegna di Tolkien nei suoi corsi all’università?
«Ho iniziato nel 1974 circa, includendolo in un corso sulla letteratura fantastica (l’argomento era come Il Signore degli Anelli veniva letto negli anni Sessanta e Settanta), ma ho subito realizzato come Tolkien fosse realmente un medievista, con connessioni alle prime opere inglesi come Beowulf e tarde opere medievali come la Morte D’Arthur di Malory. Volevo allora mostrare come lo scrittore non avesse soltanto scritto racconti di letteratura fantastica, ma opere immerse in profondità nella più durevole letteratura inglese. E non era sufficiente conoscere sommariamente le opere medievale, ma gli studenti doveva leggersele molto bene per comprendere la tradizione cui Tolkien faceva riferimento».

5) Lei ha curato la nuova edizione del saggio Sulle Fiabe. Perché pensa che questo saggio sia così centrale per comprendere Tolkien? E che impatto ha avuto sulla critica che studia il mito e la letteratura fantastica?
Verlyn Flieger al Convegno "Tolkien e la Filosofia"«Il saggio Sulle Fiabe è la discussione migliore e più completa che conosca su cosa siano il mito e le fiabe, a cosa servano e perché siamo perennemente popolari. Esplorando queste tematiche Tolkien stava al tempo stesso sviluppando la sua teoria della sub-creazione, su come rendere credibile il Mondo Secondario. Leggendolo, così, questo saggio offre anche uno sguardo al pensiero di Tolkien sulle sue opere. Lo scrisse nel 1938, subito dopo la pubblicazione dello Hobbit, ed è chiaro che stava già trovando gli errori commessi in quel libro e ragionando su come correggerli nel suo “nuovo Hobbit”, che poi diverrà Il Signore degli Anelli. Nel complesso, il saggio è divenuto il testo di riferimento per la critica sulla letteratura fantastica e sulla sua scrittura. È lo stesso per l’altro suo saggio famoso su Beowulf e i mostri; si può non essere d’accordo con quel che c’è scritto, ma non lo si può ignorare. Quel testo ha cambiato il volto della critica, rendendola meno tassonomica come era stata con Vladimir Propp, e più teoretica. Sfortunatamente, dopo Tolkien, gli scrittori di fantasy hanno troppo spesso seguito la lettera e non lo spirito di quel che aveva scritto. Questi hanno solo enfatizzato gli aspetti superficiali di un Mondo Secondario – per esempio, i draghi o la magia, senza un approfondimento “storico”. Quando Tolkien scrisse Sulle Fiabe e iniziò Il Signore degli Anelli, stava già lavorando sulla mitologia del Silmarillion da oltre
vent’anni. Aveva tutto quello sfondo da cui attingere».

6) La sua area specialistica di studio è la mitologia comparata. In cosa questa disciplina può aiutare nello studio delle opere di Tolkien?
Illustrazione di Georgij Adamovič Stronk - Kullervo«Tolkien stesso fu uno studioso di miti comparati vedendo i profondi legami che uniscono tutte le mitologie, le verità universali che esprimono sulla condizione dell’uomo, e colse anche le distinzioni culturali che rendono ogni mito unico per la società che lo genera. Tolkien amava il Kalevala, la mitologia del popolo finnico, perché era così diverso dai più familiari miti europei con cui era cresciuto. Il suo più grande eroe epico, Túrin Turambar, ha aspetti del Sigurd uccisore di draghi del mito nordico/islandese, l’assenza di auto-conoscienza dell’Edipo di Euripide, ma è stato modellato essenzialmente sulla tragedia dello “sfortunato Kullervo” del mito finnico».

7) Con Splintered Light (Schegge di Luce, Marietti 2006) e A question of time lei ha evidenziato l’importanza centrale delle tematiche legate alla “luce” e al “tempo” in Tolkien. Pensa che ci siano altri temi centrali nelle sue opere?
"Schegge di luce" di Verlyn Flieger«Sì, un tema importantissimo è quello della “morte”, più evidente nel Simarillion che nel Signore degli Anelli, ma presente anche lì. Una delle più belle poesie è il lamento allitterativo per i guerrieri caduti nella battaglia dei Campi del Pelennor. La “possessività” è un altro tema, il desiderio di tenere per sé qualcosa. L’elemento centrale della trama nel Signore degli Anelli è la necessità di lasciar andare le cose a cui si è legati: Pipino si disfa persino della sua spilla, Sam sacrifica i suoi utensili per cucinare, ma quando viene il momento, Frodo non riesce ad abbandonare l’Unico Anello, e questo causa la sua caduta e la sua tragedia. Questo ci porta al tema a esso legato, quello della “perdita”. Molto di ciò che c’è di bello e meraviglioso della Terra-di-mezzo svanirà per sempre».

8 ) Nel suo saggio Tolkien On Fairy-Stories lei e l’altro autore Douglas A. Anderson scrivete che l’analisi che Tolkien fa dei racconti di fate «anticipa il pensiero modernista e post-modernista della sua epoca e quello successivo» (pag. 20). Può spiegarci cosa intendete?
«Posso comparare Il Signore degli Anelli alla Terra Desolata di T.S. Eliot, un classico della letteratura modernista, in quanto entrambi descrivono un mondo frammentato, un mondo in decadenza, afflitto dalla guerra e incerto sulle sue verità. Quando Aragorn dice a Éomer: “Bene e male non sono cambiate
rispetto al passato”, Tolkien sta parlando del e al suo secolo travagliato, che non era per nulla sicuro di esser nel giusto. È proprio quel che stava facendo Eliot. Tolkien è uno scrittore post-modernista in quanto il suo testo interroga sé stesso, parla di sé, è conscio di sé stesso come testo. Nella scena tra Sam e Frodo sulle scale di Cirith Ungol, Sam si domanda in che tipo di storia si trovano, e come la gente in una storia reagisce diversamente dalla gente che la ascolta. Egli vuole essere in “un grande librone con lettere rosse e nere”. Quando Frodo dice, “Perché Sam, ascoltarti mi rende allegro come se la storia fosse già scritta”, il lettore realizza che il racconto è già scritto, lo sta tenendo in mano in quel momento e che Sam non lo sa. Questa è la quintessenza del post-moderno. Non ci può avere più meta-narrazione di questa».

9) Quale è stata, secondo lei, l’influenza di Tolkien sulla letteratura fantastica nel suo complesso?
«Tolkien ha permesso di far considerare seriamente la fantasy. Se Tolkien non avesse scritto Il Signore degli Anelli, George Lucas non avrebbe potuto produrre Guerre Stellari. Il suo impatto è stato enorme, e non ha generato il genere Fantasy più di quanto non ne sia un’espressione. Gli scrittori che si sono ispirati a lui, sono per lo più semplici imitatori, che hanno replicato gli elementi superficiali delle sue opere – un piccolo eroe o un anti-eroe, una quest, un oggetto magico, una mappa con luoghi esotici, alcune parole in corsivo per rappresentare un’altra lingua. Ciò che non hanno saputo riprodurre è l’umanità di Tolkien, il suo senso profondo che ci si trova in un mondo caduto, con le gioie e dolori che segnano le caratteristiche della sua Terra-di-mezzo».

Nuovo libro Verlyn Flieger10) Quando verrà pubblicata la sua nuova antologia di saggi, intitolata Green Suns and Faërie: Essays on J.R.R. Tolkien? Ci sono altre pubblicazioni in vista?
«Spero uscirà per dicembre. Mi aspettavo uscisse insieme al mio ultimo romanzo fantasy The Inn at Corbies’ Caww, ma è stato pubblicato a settembre. La mia raccolta di saggi era programmata per l’agosto scorso, ma fattori legati all’editore, la Kent State University Press, lo hanno ritardato oltremodo. Si tratta di una collezione di saggi [ISBN 978-1-60635-094-2; prezzo negli Usa 24.95 dollari, intorno ai 18 euro] che riunisce molte delle mie conferenze tenute in questi anni, con l’aggiunta di alcuni studi inediti. In copertina appare l’immagine The Glittering Caves of Aglarond di Ted Nasmith».

Roberto Arduini

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J.R.R. Tolkien contro T.S. Eliot: ha ragione Owen Barfield?

"Salvare le apparenze" di Owen BarfieldLa nostra poesia e, più in generale, la nostra letteratura rivelano una concezione positivista della realtà e del linguaggio che blocca la vera creatività? È la tesi sostenuta da Poetic Diction, “un saggio sul significato”, pubblicato da Owen Barfield nel 1927 e ripubblicato l’anno scorso in Inghilterra. Barfield sviluppò le sue idee alternative sul linguaggio in Saving the Appearances, di cui nel 2010 è uscita la traduzione italiana: Salvare le apparenze, per la casa editrice Marietti.
Barfield è il teorico degli Inklings, il gruppetto informale di autori costituito tra gli altri da C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien. I due celebri scrittori devono molto a Barfield e alla sua teoria del significato, come è ben raccontato da Carpenter (Gli Inklings, Marietti 2011); in particolare, è una conversazione con Tolkien su questa teoria che pare abbia rappresentato il passo decisivo di Lewis dall’ateismo all’anglicanesimo.

La teoria del significato è quella dell’unità semantica originaria. Secondo Barfield, contrariamente a molti indirizzi linguistici degli ultimi due secoli, all’inizio della storia della coscienza e del linguaggio umano si trova una profonda unità di realtà-linguaggio-significato. All’inizio nominare qualcosa voleva dire anche esprimerne il significato e attestarne la realtà. Questo plesso unitario è l’essenza del principio poetico, un principio sintetico della nostra ragione che si rivela ancora in ogni capacità creativa di significato, capacità che non riguarda solo la letteratura o l’arte, ma anche la matematica o la scienza. Alcuni membri del gruppo degli InklingsTale unità semantica originaria si sarebbe poi progressivamente divisa in una molteplicità di significati specializzati secondo un principio logico-analitico, che aiuta a precisare le espressioni e a suddividere le funzioni ma allontana anche dalla ricchezza iniziale. In questo senso all’inizio del linguaggio non ci sarebbero le famose “radici” che indicavano qualche percezione puramente fisica ed elementare, da cui poi si sarebbe sviluppato il nostro linguaggio per via di progressive astrazioni metaforiche. Al contrario, all’inizio del linguaggio ci sarebbe una percezione di realtà piena di significato (“significati concreti”) che poi avrebbe trovato una progressiva specificazione anche attraverso l’uso delle “radici”. Gli uomini primitivi non difettavano in percezione di significati astratti quanto in espressione. Le “radici” stesse rappresenterebbero uno stadio nel quale una primitiva
espressività cerca di dare forma distinta a un’enorme percezione di significati. Un’eco di questo percorso si trova nella ricchezza di significati delle parole antiche. “Pneuma” significa sia “spirito” che “vento” o “soffio” mentre successivamente i significati sono distinti e isolati. La storia della coscienza vista dal punto di vista della poesia dovrebbe dunque raccontare anche il percolare dei significati all’interno della nostra espressività. La poesia è un’espressione estetica (diction) dell’unità semantica originaria ed è quindi innanzi tutto una forma di conoscenza della realtà e dei significati.

Owen BarfieldVisto che si tratta di un’espressione ha bisogno del principio logico-analitico, ma quest’ultimo è vano senza la capacità di immergersi nell’unità originaria. L’equilibrio fra i due principi, il poetico e il logico, è ciò che definisce un “grande” poeta. Lo strumento principe del grande poeta è la metafora, intesa come un principio raffigurativo (pictorial) di quei significati che si vogliono esprimere.
Nella metafora, dunque, il poeta non trova solo una bella figura, ma dando un nuovo significato a parole o espressioni, fa conoscere nuovi aspetti di quella realtà originaria che egli non può inventare ma che il suo pensiero può aiutare a mettere in luce. Anzi, senza l’opera del poeta, quei significati non sarebbero mai emersi e in questo senso egli è collaboratore della creazione o, per dirla con Tolkien, sub-creatore. In tale prospettiva anche una nuova teoria scientifica o matematica che esprime una relazione della realtà è una creazione poetica.
Perché questa teoria della creatività dovrebbe accusare di positivismo la poesia e, più in generale, la conoscenza della nostra epoca? Perché, secondo Barfield, la poesia contemporanea nasce da una concezione della realtà come estranea alla nostra conoscenza e al nostro pensiero.

Articolo gentilmente concesso dall’autore e apparso sul sito “Il Sussidiario”.

Locandina Tolkien SeminarDal 25 al 26 novembre 2011 si terrà a Modena il primo dei Tolkien Seminar italiani, con il patrocinio della Tolkien Society inglese e della Provincia di Modena. Sarà anche l’occasione di un confronto diretto all’interno del Gruppo di studio sullo Hobbit con chi analizza e insegna negli Usa le opere del Professore di Oxford. Il momento pubblico del seminario si svolgerà venerdì 25 novembre, nella sede della Camera di Commercio di Modena (via Ganaceto, 134). Alle ore 21, a ingresso libero, sarà possibile ascoltare Verlyn Flieger e Giovanni Maddalena nella conferenza Mito e verità: la narrazione tra realtà e mistero.

 



Sbarcano anche in Italia i Tolkien Seminar

Locandina Tolkien SeminarNe abbiamo sempre parlato con una punta d’invidia. Abbiamo segnalato ogni occasione di incontro all’estero, abbiamo presentato sempre il programma degli interventi, presentato i relatori e, quando possibile, abbiamo anticipato i contenuti delle diverse conferenze. Sì, i Tolkien Seminar sono un po’ il nostro pallino. Lezioni simili a quelle tenute all’università, curate da esperti, studiosi e saggisti di fama internazionale, per parlare delle opere di J.R.R. Tolkien, approfondirne le tematiche, illustrare la sua vita, creando un ambiente adatto in cui lo scrittore inglese possa essere lo stimolo per nuovi studi, nuovi lavori, nuove opere d’arte. Bene, ora tutto questo sarà anche una realtà italiana. Con profondo orgoglio possiamo annunciare che anche l’Italia avrà i suoi Tolkien Seminar, i seminari tolkieniani. Sulla scia del convegno di Modena, tenutosi il 24 maggio del 2010, per non far cadere un’esperienza che ha arricchito tutti quelli che vi avevano partecipato, l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena in collaborazione con l’Associazione romana studi Tolkieniani, ha deciso di istituire un incontro annuale completamente dedicato agli studi delle opere di Tolkien e del gruppo degli Inklings.