Citando (scherzosamente ma rispettosamente) René Magritte, potremmo iniziare la presentazione del Saggio AIST di questo mese con Ceci n’est pas un article (“questo non è un saggio”). Perché, come la pipa di Magritte, non lo è pur essendolo? Perché, essendo partiti dall’intenzione di pubblicare il saggio “Let Us Now Praise Famous Orcs: Simple Humanity in Tolkien’s Inhuman Creatures”, pubblicato su Mythlore Volume 29, 1 #3, Fall/Winter 2010, ci è stata offerta direttamente da Robert Tally la possibilità di pubblicarne un’edizione riveduta, ampliata, molto più recente e non disponibile online. Quello
che presentiamo è infatti il Capitolo VI del volume Representing Middle-earth: Tolkien, Form, and Ideology (McFarland 2023), dal titolo, solo leggermente diverso, “Let Us Now Praise Famous Orcs: Simple Humanity in Middle-earth’s Inhuman Creatures”.
Categoria: Studiosi
Nuovo numero e nuova serie editoriale per «I Quaderni di Arda»
Esce oggi il nuovo numero de «I Quaderni di Arda», che inaugura una rinnovata serie editoriale e una nuova numerazione. A partire da questa uscita, la rivista entra a far parte del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell’Università di Messina e allinea la propria produzione scientifica ai principi dell’open access, rendendo i contenuti liberamente fruibili e valorizzando la diffusione della ricerca. È un evento che corona un percorso iniziato vent’anni fa, con la nascita dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani e della collana Tolkien e dintorni delle Edizioni Marietti, proseguendo con la nascita dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani e della Tana del Drago di Dozza (BO), nonché con la pubblicazione dei primi quattro numero cartacei de «I Quaderni di Arda» (Eterea Edizioni), nei quali sono stati pubblicati gli atti dei convegni organizzati all’Università di Trento e il frutto del Gruppo di Studi legato all’AIST. Il 2025 è una data storica, quella in cui nasce la prima rivista accademica italiana dedicata a J.R.R. Tolkien. La nuova serie de «I Quaderni di Arda» si apre con un numero monografico dal titolo Tolkien oltre Tolkien: eredi ed eretici, a cura di Wu Ming 4, Roberto Arduini e Paolo Pizzimento. Un inizio programmatico, che invita a varcare le soglie dell’interpretazione canonica per esplorare le molteplici traiettorie di eredità, riscrittura e dissenso nate dall’opera tolkieniana.
Saggi AIST: Reid risponde a Williams
Nel mese di settembre avevamo pubblicato il saggio di Verlyn Flieger dal titolo “L’arco e la chiave di volta” (lo trovate qui); nel mese di ottobre abbiamo poi pubblicato la “risposta” di Donald T. Williams al saggio di Flieger (la trovate qui), nella quale lo studioso proponeva un punto di vista diverso sullo stesso argomento, incentrato sull’elemento religioso che Tolkien aveva definito come «insito nella storia». Concludiamo ora la “conversazione” a distanza con la “controrisposta” di Robin A. Reid, tradotta dal socio AIST Paolo Pizzimento, nella quale la studiosa non risparmia critiche al saggio di Williams.
Saggi AIST: Williams risponde a Flieger
A volte succede che un saggio pubblicato da uno studioso susciti la reazione di altri studiosi interessati allo stesso argomento. Questo può tradursi in dibattiti pubblici vis à vis in occasione di meeting o convegni o, come in questo caso, nella produzione di un secondo saggio concepito per rispondere al primo. Nel mese di settembre abbiamo pubblicato il saggio di Verlyn Flieger dal titolo “L’arco e la chiave di volta” (lo trovate qui), nel quale la studiosa statunitense si concentrava sulla personalità del Professore, nella quale trovava, motivandole, delle profonde “contraddizioni”, sostenendo che proprio queste sarebbero state il terreno fertile alla base della sua produzione accademica e letteraria. Ebbene, il Saggio AIST che vi proponiamo questo mese è stato scritto da Donald T. Williams proprio in risposta a quello di Flieger, dal quale lo studioso prende spunto per proporre un punto di vista diverso.
Tolkien Studies 21,
ecco il nuovo numero
Recentemente David Bratman ha annunciato, come di consueto sul suo blog Kalimac’s corner, l’arrivo del numero 21 di Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review. La prestigiosa rivista, pubblicata dalla West Virginia University Press, è diretta dallo stesso Bratman insieme a Michael D.C. Drout e Yvette Kisor, che con questo numero subentra ufficialmente nel ruolo che per anni era stato ricoperto da Verlyn Flieger (che comunque è sempre in attività, nonostante stia diradando gli impegni).
Il nuovo numero sarà presto disponibile sia in formato cartaceo con copertina flessibile sia in pdf sul sito Project MUSE.
Fra i numerosi contributi siamo orgogliosi di sottolineare quello di Claudio Antonio Testi, socio fondatore dell’AIST, che con l’articolo “From ‘The Tree’ to ‘Leaf by Niggle’: Up to the Mountains and Beyond” viene pubblicato per la seconda volta su questa importante rivista.
…Saggi AIST: Flieger, L’Arco e la Chiave di Volta
Dopo la pausa agostana, proseguendo una tradizione rinverdita da qualche tempo a questa parte, proponiamo ai nostri lettori un nuovo “Saggio AIST”. Per questo mese di settembre è ancora la volta di Verlyn Flieger, che come sempre ringraziamo, che ci parla stavolta dell’autore anziché dell’opera – o meglio dell’autore attraverso l’opera – riuscendo, con il consueto inimitabile stile, nella non trascurabile impresa di offrire una lettura profondamente interessante partendo dalla premessa, peraltro del tutto veritiera per chi abbia davvero studiato un po’ Tolkien, “di qui in avanti non vi dirò nulla che non sappiate già”.
Non è da tutti.
…Saggi AIST, Janet Croft: Il Nome dell’Anello
La pubblicazione dei Saggi AIST prosegue con un prezioso contributo di Janet Brennan Croft dedicato a un tema assai caro all’autrice, ovvero il rapporto tra le potenze del male e del linguaggio inquadrate nella loro degradazione lungo il corso delle Ere di Arda. Si tratta di un aspetto vitale del Legendarium tolkieniano, nel quale la questione linguistica acquisisce, com’è noto, un’importanza centrale e procede di pari passo con la grande tematica della “Luce frantumata” già oggetto degli studi di Verlyn Flieger nel seminale saggio Schegge di Luce. Croft analizza la questione con la competenza e l’attenzione al dettaglio che da sempre la contraddistinguono, offrendo riflessioni preziose su aspetti relativamente poco considerati dell’opera di Tolkien.
Saggi AIST: Flieger, Lúthien ed Edith
Proseguiamo la pubblicazione dei Saggi AIST con un contributo di Verlyn Flieger, la cui vicinanza alla nostra Associazione non smette di inorgorglirci. Il saggio in questione è stato scelto per noi dalla stessa Flieger, fatto che interpretiamo come indicativo del trattarsi di una riflessione cui l’autrice tiene particolarmente.
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130 anni fa Tolkien lasciò la sua terra natìa
Aggiungiamo oggi alla nostra piccola ma significativa galleria di articoli di esperti tolkieniani internazionali uno scritto di John Garth, che ringraziamo come sempre per la gentile concessione.
L’articolo che segue, pubblicato sul sito John Garth on Tolkien’s life and works il 29/3/2025 (data cui va riferito il “come oggi” del titolo), ci racconta un curioso dettaglio del fatidico viaggio per mare con cui la famiglia Tolkien lasciò il Sudafrica per trasferirsi in Inghilterra, del tutto ignara che l’addio alle coste del sud, che doveva essere solo temporaneo, sarebbe diventato tragicamente definitivo.
…David Bratman sulla Christopher Tolkien Conference
Dopo quello di Verlyn Flieger sulla potenza letteraria degli Hobbit proseguiamo nella pubblicazione di articoli a firma di esperti tolkieniani internazionali. È ora la volta di David Bratman, che ringraziamo per la gentile concessione. L’articolo che segue (in calce il link all’originale) è il breve resoconto di alcuni interventi presentati alla Christopher Tolkien Centenary Conference, organizzata congiuntamente dalla Tolkien Society e dalla Mythopoeic Society e tenutasi il 23 e 24 novembre 2024 in occasione del centenario della nascita di Christopher Tolkien.
Flieger: gli Hobbit? Sono una potenza letteraria
Per gentile concessione dell’autrice pubblichiamo la traduzione italiana dell’articolo comparso sulla rivista online LitHub il 24 giugno 2024 sulla tarda aggiunta dei personaggi più iconici di Tolkien (link all’articolo originale in calce). La professoressa statunitense, fra i maggiori studiosi di Tolkien a livello mondiale insieme a Tom Shippey, ha curato Sulle Fiabe e Il fabbro di Wootton Major, ha diretto per ventidue anni la rivista accademica Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review, ha vinto ben due Mythopoeic Award per i suoi studi e ha dato alle stampe una raccolta di suoi saggi (Green Suns and Faerie) e il suo secondo romanzo, The Inn at Corbies’ Caww.
Saggi AIST: Drout su Beowulf: Mostri e Critici
Dopo aver ripreso la pubblicazione dei Saggi AIST nel gennaio scorso con il saggio di Tom Shippey dal titolo Le due visioni di Tolkien sul Beowulf, una osannata, l’altra ignorata. Ma abbiamo davvero capito?, proseguiamo ora con un saggio dello studioso statunitense Michael D.C. Drout, che chiude il cerchio aperto con il precedente. In realtà sarebbe il contrario, nel senso che nella realtà è il saggio di Drout che precede quello di Shippey, come testimoniato dal fatto che quest’ultimo cita Drout più volte, ma nel nostro caso è stato l’interesse suscitato dal saggio di Shippey a farci decidere di tradurre questo, così possiamo dire che sì, è questo saggio a chiudere il cerchio.
Saggi AIST: le due visioni di Tolkien sul Beowulf
Per la delizia di quei lettori appassionati di J.R.R. Tolkien che hanno finito i suoi romanzi e vogliono approfondire sempre più le loro tematiche, dopo una “pausa” piuttosto lunga, riprendiamo i Saggi AIST, ovvero quei contributi di soci, non-soci ed esperti italiani o quelle traduzioni di saggi inglesi, francesi o tedeschi che hanno lo scopo di far conoscere sempre più la grandezza dello scrittore inglese, che l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani pubblica su questo sito web a carattere aperiodico. L’elenco dei saggi si può trovare in calce all’articolo.
Tom Shippey non ha bisogno di presentazioni; insieme a Verlyn Flieger è universalmente riconosciuto come il più autorevole esperto di Tolkien a livello internazionale ed è autore, tra innumerevoli altri tutti di altissimo livello, dei notissimi saggi J.R.R. Tolkien: la via per la Terra di Mezzo (Marietti 1820, tradotto e curato da un team che comprendeva molti odierni soci AIST) e J.R.R. Tolkien: autore del secolo (Simonelli Editore, fuori catalogo), due pietre miliari imprescindibili per chiunque voglia studiare, o anche semplicemente approfondire, la figura e le opere di Tolkien. Tom è anche un amico di vecchia data dell’Istituto Filosofico Studi Tomistici di Modena, dell’Università di Trento e dell’AIST, che in collaborazione lo hanno condotto in Italia per ben quattro volte tra il 2010 e il 2022.
Tradusse Tolkien in Bulgaria, scompare Nikolov
Lyubomir Nikolov è scomparso il 20 luglio all’età di 74 anni, come hanno annunciato i suoi colleghi sui social network. Era un giornalista, scrittore, traduttore e autore di numerosi romanzi fantasy, raccolte di racconti e libri per bambini. Tra gli altri, aveva tradotto le opere di Ernest Hemingway, Robert Sheckley, Frank Herbert, Stephen King, John Grisham, Khaled Hosseini: nel complesso, aveva tradotto più di 100 libri di vari generi. Oltre all’inglese, Nikolov parlava correntemente francese, italiano, spagnolo, russo, serbo-croato, tedesco e polacco. La cosa più importante per noi è però che è stato anche la persona che ha tradotto le opere di Tolkien in bulgaro e lui stesso uno studioso tolkieniano estremamente esperto.
Scompare Plotz, fondò la prima Tolkien Society
Sabato 2 marzo, all’età di 75 anni, è scomparso il dottor Richard Plotz di Providence (RI) a causa di un cancro. Dick eranato il 15 agosto 1948 a Brooklyn, New York. I funerali si sono tenuti in forma privata. Dick si era laureato all’Harvard College nel 1971, aveva conseguito la laurea in medicina presso l’Università di Pittsburgh nel 1977 e successivamente aveva conseguito un Master in sanità pubblica presso l’Università di Boston. Ha lavorato come citopatologo fino al suo pensionamento nel 2018, concentrando il suo lavoro sullo screening del cancro e sulla diagnosi precoce del cancro cervicale.
Tolkien Studies, dopo 22 anni la Flieger lascia
Dopo 22 anni come co-editore della rivista Tolkien Studies, Verlyn Flieger andrà in pensione per assumere la posizione di Editor Emerita. Riportiamo il testo dell’annuncio ufficiale da parte della redazione: «Uno dei co-fondatori della rivista, Verlyn ha co-curato 20 volumi della rivista.
I punti salienti includono la modifica di materiale di Tolkien precedentemente sconosciuto, alcune delle sue opere accademiche a cui era diventato
molto difficile accedere e molti degli articoli più penetranti e originali pubblicati su Tolkien negli ultimi due decenni. È impossibile elencare anche solo una frazione dei contributi che Verlyn ha dato a ogni singolo aspetto delle operazioni della rivista, quindi ci riduciamo a dire l’ovvio: senza Verlyn, non ci sarebbero i Tolkien Studies. Ci mancherà terribilmente (anche se ci aspettiamo di attingere regolarmente alla sua saggezza). Il volume 20, che sarà pubblicato entro la fine dell’anno, sarà l’ultimo numero che avrà co-curato.
Tolkien Studies è lieta di annunciare che, a partire dal volume 21, Yvette Kisor, professoressa di letteratura al Ramapo College del New Jersey, assumerà la posizione di co-curatrice. Co-curatrice di Tolkien and Alterity, Yvette è ben nota alla comunità internazionale degli studiosi di Tolkien sia per le sue pubblicazioni su Tolkien, tra cui
“The Lay of Aotrou and Itroun”: Sexuality, Imagery, and Desire in Tolkien’s Works”, in Tolkien Studies 18 (2021) e il suo lavoro nell’organizzazione delle influenti sessioni “Tolkien at Kalamazoo” ai Congressi internazionali sugli studi medievali presso la Western Michigan University. Medievalista di formazione, la professoressa Kisor ha anche pubblicato ampiamente sulla letteratura inglese antica e media. Siamo estremamente lieti che lei entri a far parte del team editoriale della rivista».
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien Studies, diffuso l’indice del n. 19
– Leggi l’articolo Tolkien Studies: nel 2022 la Cronologia di ISdA
– Leggi l’articolo Tolkien Studies, rivelati i contenuti del num. 17
– Leggi l’articolo Pubblicato il libro Tolkien Studies, rivelati i contenuti del num. 15
– Leggi l’articolo Pubblicato il libro Tolkien e i Classici II
– Leggi l’articolo Due recensioni “italiane” nei Tolkien Studies
– Leggi l’articolo Tolkien Studies, rivelati i contenuti del num. 14
– Leggi l’articolo Tolkien Studies, rivelati i contenuti del num. 12
– Leggi l’articolo Una foto inedita per i Tolkien Studies n. 11
– Leggi l’articolo Tolkien Studies: ecco il numero undici (2014)
– Leggi l’articolo Ecco i Tolkien Studies 10: c’è un saggio italiano
– Leggi l’articolo Pubblicati i Tolkien Studies, vol. 8
LINK ESTERNI
– Vai al sito web della rivista dei Tolkien Studies
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Dagli Usa nuove risorse per gli studi tolkieniani
J.R.R. Tolkien è ormai considerato, giustamente, come uno degli autori più importanti del ‘900, apprezzato in egual misura dal fandom e dalla critica. Soprattutto all’estero, ma oramai anche in Italia, gli studi sulla vita e sulle opere del professore oxoniense, anche a livello accademico si stanno moltiplicando sempre più.
Proprio per questo, negli anni, sono stati sviluppate e rese disponibili in rete da fan e studiosi, numerose risorse di ausilio alla comprensione e allo studio di Tolkien e dei suoi scritti.
Questa serie di approfondimenti vuole raccogliere, alcune fra queste risorse al fine di renderle note (qualora già non lo fossero) e facilmente disponibili ai fan e agli studiosi italiani.
In questo articolo ci si concentrerà sul progetto delle “Lettere” del sito web Tolkien Guide, sul tool “Search Tolkien” del Digital Tolkien Project e sul Tolkien Art Index.
Il progetto “Lettere” di Tolkien Guide
Il sito Tolkien Guide creato da Jeremy Edmonds è un sito molto noto fra gli appassionati e gli studiosi di Tolkien e specialmente fra i collezionisti. Sul sito si possono trovare articoli molto interessanti e precisi sulle svariate edizioni dei libri del professore che si sono susseguite negli anni e approfondimenti su temi particolari: di particolare interesse sono per esempio i due approfondimenti dedicati rispettivamente alla mostra Tolkien: Maker of Middle-earth tenutasi a Oxford nel 2018 e alla sua controparte francese Tolkien: Voyage en Terre du Milieu tenutasi alla BnF di Parigi nel 2019.
Recentemente al sito sono state aggiunte due funzionalità molto utili: quella del “Calendario” che permette di visualizzare i moltissimi eventi dedicati a Tolkien nel mondo e quella delle Lettere a cui è dedicato il presente approfondimento.
Le Lettere di J.R.R Tolkien pubblicate e disponibili al pubblico nell’omonimo libro edito da Humphrey Carpenter sono attualmente 354. A queste, con la nuova edizione delle lettere, prevista per questo autunno, si aggiungeranno 150 lettere inedite, mentre le originali 354, che erano state a volte tagliate per motivi di spazio, verranno riportate nello stato originale previsto dall’editore.
L’ammontare di lettere scritte dal professore di Oxford è però di gran lunga superiore: alcune naturalmente sono state citate, e quindi parzialmente pubblicate, nei numerosi testi di critica dedicati a Tolkien, altre invece non sono mai state pubblicate e se ne conosce l’esistenza e a volte il contenuto, semplicemente perché sono state battute all’asta e acquistate da qualche collezionista.
Fra queste lettere (probabilmente nell’ordine di alcune migliaia) alcune hanno, naturalmente, scarsa rilevanza dal punto di vista dello studio biografico del professore, altre, come, per esempio, la lettera indirizzata a Elena Jeronimidis Conte, in cui il professore fornisce alla traduttrice dello Hobbit alcune indicazioni sulla traduzione, sono di sicuro interesse per studiosi e appassionati. Il progetto – che non si limita alle lettere di Tolkien padre, ma sembra voler includere anche le lettere di Christopher e forse altre lettere rilevanti – si propone di catalogare tutte queste lettere (al momento nel database sono incluse 1252 lettere) e di fornire al pubblico informazioni sul loro contenuto, su dove siano state (anche parzialmente pubblicate, e su dove siano eventualmente reperibili (una biblioteca, il sito di una casa d’asta, etc.).
Il sito fornisce inoltre un identificativo progressivo unico ad ogni lettera, costituendo in questo modo un valido strumento per la citazione di una determinata lettera (soprattutto quando questa non sia stata inclusa nella raccolta di Carpenter). Un ottimo sistema di ricerca permette inoltre di ricercare all’interno delle lettere con diversi metodi: una o più parole, un’intera frase, mittente, destinatario, per data, etc. Il progetto – già adesso, ma soprattutto quando verrà ultimato – sarà una risorsa molto utile per tutti gli studiosi e gli appassionati che siano intenzionati ad approfondire ulteriormente lo studio della vita e delle opere del professore.
Il Digital Tolkien Project e lo strumento Search Tolkien
James Tauber è uno studioso tolkieniano che si occupa principalmente di digital humanities e cioè, in breve, dell’utilizzo di strumenti e risorse digitali al fine della ricerca in campo letterario. Sono molte le iniziative del Digital Tolkien Project, dalla creazione di versioni “markup” dei testi principali di Tolkien, all’analisi computazionale di tali testi.
Fra queste però, quella di più facile fruizione per il pubblico e forse quella nello stato più avanzato è quella relativa al tool “Search Tolkien”. Il tool è un “semplice” motore di ricerca che permette di ricercare parole e frasi fino a sette parole all’interno delle opere di Tolkien e di risalire ai libri e ai relativi capitoli e paragrafi in cui questa parola o frase è contenuta. L’attuale versione del tool è in grado di cercare nel testo dello Hobbit, del Signore degli Anelli, del Silmarillion, dei Racconti Incompiuti e delle Lettere, ma probabilmente sarà presto esteso a tutte le opere del professore (naturalmente stiamo parlando delle versioni originali in lingua inglese). Per esempio, la parola Bombadil compare 66 volte: 37 volte nel Signore degli Anelli, 28 nelle Lettere, e 1 sola volta ne I Racconti Incompiuti. Il riferimento ai punti esatti del libro in cui la parola o frase si trova viene dato attraverso un “sistema di citazioni” univoco (per esempio i riferimenti ai paragrafi del Signore degli Anelli vengono dati nel formato “
Il tool “Tolkien Art Index”
Un altro esperto di software e appassionato di Tolkien è Erik Mueller-Harder, che ha sviluppato varie risorse digitali utili all’analisi delle opere tolkieniane.
Fra queste spicca sicuramente il Tolkien Art Index, progetto che si pone l’obiettivo di indicizzare tutta l’opera artistica di J.R.R. Tolkien.
Al momento il sito indicizza ben 546 opere d’arte, indicando per ognuna, in quali pubblicazioni è possibile trovarne una riproduzione.
Un utile sistema di ricerca, dotato di tag e svariate altre features, permette di navigare facilmente il sito web. Fra le altre risorse a cui Erik ha contribuito a realizzare, c’è il nuovo sistema Anduin, sviluppato recentemente per navigare i manoscritti del Signore degli Anelli in possesso della Biblioteca Marquette. Di questa nuova risorsa, che presenta tutte le diverse bozze del Signore degli Anelli, è possibile comprendere le potenzialità navigando nel sito online; purtroppo però è possibile vedere le scansioni dei manoscritti originali solo tramite un viaggio in loco. Un interessante articolo sull’argomento può essere letto qui.
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Scompare Charles Noad, revisore della History
È con grande tristezza che si è appresa la notizia della scomparsa di Charles E. Noad, punto di riferimento della communità tolkieniana internazionale e in particolare della Tolkien Society inglese. Programmatore di professione, Charles E. Noad è stato uno dei primi Tolkien Scholar, impegnato soprattutto in lavori di carattere bibliografico per la Tolkien Society. Lo studioso è stato trovato senza vita nella sua abitazione lo scorso giovedì 13 luglio; il decesso potrebbe essere collegato a problemi di cuore che da qualche tempo lo affliggevano.
Scompare J.S. Ryan, pioniere dei Tolkien Studies
Triste sentire della scomparsa di J.S. Ryan, forse l’ultimo sopravvissuto di quella prima generazione di studiosi di J.R.R. Tolkien che ha pubblicato libri di critica letteraria sull’opera dello scrittore inglese fin dagli anni ’60 e mentre l’autore era ancora in vita. Aveva avuto la strana particolarità che il suo lavoro fosse letto dallo stesso Tolkien, che dissentì bonariamente con lui (e abbastanza ingiustamente, forse). Avendo egli stesso studiato con Tolkien e avendo scritto per non meno di 50 anni sul suo maestro ispiratore, le sue fonti e l’applicabilità dei suoi scritti, Ryan si è trovato in una posizione unica per riflettere non solo su Tolkien come studioso o come autore, ma ugualmente su Tolkien come uomo.
Scompare Richard C. West, bibliografo di Tolkien
Dopo Christopher Tolkien, Colin Manlove ed Elena Jeronimidis Conte, il 2020 si porta via anche Richard C. West che è morto il 29 novembre a causa del Covid-19, come riporta il Boston Globe nel necrologio a lui dedicato. Nato a Madison il 13 agosto del 1944, Richard Carroll West era bibliotecario accademico senior emerito presso Università del Wisconsin. Dopo le scuole e parte degli studi universitari a Boston, conseguì un Master of Arts in lingua e letteratura inglese e un Master of Arts in biblioteconomia presso l’Università del Wisconsin-Madison. Fu uno dei primi Tolkien scholar, impegnato a raccogliere i contributi critici sulla letteratura tolkieniana quando l’autore era ancora in vita. Da studente fu tra i fondatori della fanzine Orcrist, preziosa testimonianza degli albori della comunità tolkieniana negli Stati Uniti: 8 numeri dal 1966 al 1977, con un numero 9 ° anniversario nel 2017.
Sempre nel 1966, West ha contribuito a fondare la Tolkien and Fantasy Society presso l’Università del Wisconsin, a Madison, e ha anche fondato un gruppo di discussione sui libri di Tolkien che si è riunito ininterrottamente per più di cinquant’anni: la University of Wisconsin Tolkien Society, il gruppo che oltre lui ha prodotto anche studiosi di Tolkien come Matt Fisher e David Salo ed esperti locali come Jan Bogstad, Phil Kaveny e Kristin Thompson. È stato membro fondatore anche del Madison Science Fiction Group e uno dei fondatori della convention di fantascienza femminista, WisCon. Ha fatto parte del consiglio di editori per la rivista Extrapolations ed era membro del comitato editoriale della rivista accademica Tolkien Studies (insieme a grandissimi studiosi come David Bratman, Marjorie Burns, Carl F. Hostetter, Gergely Nagy e Tom Shippey). Richard era un bibliotecario di professione, al momento del suo pensionamento alcuni anni fa è stato anche attivo nell’annuale International Congress on Medieval Studies a Kalamazoo, Michigan, e nella Dorothy L. Sayers Society. I suoi interessi si estendevano ben oltre Tolkien e sapeva parlare altrettanto abilmente di fumetti, film d’animazione e romanzi polizieschi classici.
Scompare Manlove, critico del fantastico
Siamo davvero tristi di informare della morte di Colin Manlove, un pioniere della borsa di studio di letteratura fantastica, e in particolare degli studi fantastici scozzesi e per ragazzi. Il suo libro Modern Fantasy: Five Studies (1975) è stato uno dei primi studi su J.R.R. Tolkien. L’autore prende in considerazione anche Charles Kingsley, George MacDonald, C.S. Lewis e Mervyn Peake, in un momento in cui gli studi sulla letteratura fantastica erano molto limitati. Altri suoi libri esaminano la letteratura fantastica scozzese e per bambini e offrono studi dettagliati su George MacDonald e C.S. Lewis.
Lo studioso è scomparso lunedì 1 giugno 2020, dopo una lunga malattia a Edimburgo in Scozia. A causa delle circostanze attuali legate all’emergenza sanitaria, la cremazione si è tenuta in forma privata solo martedì 9 giugno ed è stata trasmessa in streaming live per i più stretti familiari.
Shaun Gunner: Tolkien Society? In Italia ce ne sono due
Shaun Gunner è il presidente della Tolkien Society dal 2013 ed è stato a capo del comitato organizzativo dell’evento per i 50 anni dell’associazione tenutosi a Birmingham quest’estate, Tolkien 2019. Volontario della Tolkien Society dal 2011, Gunner è particolarmente attento alla crescita dell’associazione, che si prefigge come obiettivo la diffusione delle opere scritte dal Professore oxoniense che ci ha regalato meravigliose visioni della Terra di Mezzo, aiutato anche dall’essere un professionista nel campo delle comunicazioni.
Durante l’evento Tolkien 2019 ha tenuto un intervento dal titolo Gandalf for President: the Politics of Tolkien ed ha anche gentilmente trovato il tempo per rilasciarci una breve intervista…
Iniziamo l’intervista inquadrando la questione: innanzitutto, cos’è la Tolkien Society e cosa fa durante l’anno?
Shaun Gunner: «La Tolkien Society è un’organizzazione culturale no profit che svolge attività di assistenza e solidarietà sociale, costituita secondo le leggi in vigore in Inghilterra e Galles, che si occupa di far conoscere al pubblico, e di promuoverne la ricerca, sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien. Fondata nel 1969, le nostre attività si sono allargate sempre più nel corso degli anni fino a includere il progetto Tolkien to the World, l’archivio storico, la borsa di studio Tolkien, e tutte le attività di promozione della società che comprendono gli eventi locali, la pubblicazione di articoli e servizi radiotelevisivi da parte dei media e i social network.
Durante l’anno organizziamo un certo numero di eventi ormai fissi come la Cena annuale, il Seminario, la Oxonmoot e naturalmente il Tolkien Toast e il Tolkien Reading Day, mentre pubblichiamo annualmente la rivista Mallorn e ogni due mesi il bollettino dei soci Amon Hen. Abbiamo appena celebrato il nostro 50esimo anniversario e continueremo a fare tutto questo per i prossimi 50 anni!».
Ci spieghi meglio: quando la società è stata fondata e quali sono state le relazioni con J.R.R. Tolkien e i suoi eredi?
«Certo: la Società è stata fondata esattamente nel novembre 1969 da Vera Chapman, nota appassionata conosciuta come Belladonna Took. In quegli anni l’editore inglese, Allen and Unwin, incoraggiò molto la società e la mise in contatto con lo scrittore. Così nel 1972 Tolkien accettò di divenire Presidente della Tolkien Society. Dopo la sua morte, la carica fu offerta al figlio Christopher, ma quest’ultimo declinò perché sentiva che giustamente quella carica appartenesse solo al padre. Così oggi, Tolkien rimane il Presidente Onorario in Perpetuo della società e sua figlia Priscilla è Vicepresidente. Durante tutti questi anni, diversi membri della famiglia dello scrittore hanno presenziato eventi o sostenuto attività della nostra società».
Capisco. Quindi, ci sono ancora contatti diretti e attivi con i membri della famiglia Tolkien?
«Sì, assolutamente».
Lei ha elencato tutti gli appuntamenti fissi della Tolkien Society durante l’anno. Ci faccia capire: il Seminario è il vostro evento più accademico, mentre la Oxonmoot è l’evento più ludico?
«In realtà sono entrambi eventi molto allegri! Entrambi hanno dei momenti più seri, ma la Oxonmoot è più dedicata alla condivisione che include feste, canti, giochi, quiz e laboratori; il Seminario non ha tutto questo. Il Seminario si concentra in un solo giorno di interventi accademici e si svolge proprio il giorno prima dell’International Medieval Congress di Leeds, ma anche in quell’occasione la giornata finisce al pub!».
Quanto importanti per la Tolkien Society sono i convegni internazionali da voi organizzati nel 2005, 2012 e 2019?
«Per noi sono momenti estremamente importanti perché sono una vera e propria celebrazione internazionale su Tolkien e su tutto il fandom a lui legato. Nel 2005 abbiamo celebrato il 50 anni della pubblicazione de Il Signore degli Anelli e nel 2012 i 75 anni de Lo Hobbit, ma per il nostro anniversario abbiamo voluto fare onore alla nostra storia e ai suoi contributi in tutti questi anni. Per questo per noi è stato importante avere avuto ospiti che sono cresciuti con la società e per gli appassionati di Tolkien è stato importante aver avuto la possibilità di incontrarsi e festeggiare tutti insieme. La cosa più bella di quest’anno è che ho potuto festeggiare con persone che non vedevo da sette anni. È stato fantastico!».
Qual è il rapporto tra la Tolkien Society e le altre Tolkien Society nel mondo?
«Noi lavoriamo con uno spirito di cooperazione con tutte le Tolkien Society, anche quelle che hanno un diverso nome. Sappiamo inoltre che molti membri di altre società tolkieniane sono anche membri della Tolkien Society, come con voi. Però non cerchiamo mai di governarle o dirigerle in un qualunque modo: spetta ai lettori di Tolkien in ogni paese decidere le proprie strutture. Siamo sempre desiderosi di supportare e aiutare le altre società tolkieniane nel miglior modo possibile».
Può esserci più di una società riconosciuta per ciascun paese, come avviene in Italia?
«Sì, naturalmente. Anche la Svezia ne ha due – Mithlond di Göteborg e Forodrim di Stoccolma – e nel Regno Unito stesso, oltre la nostra società abbiamo anche Minas Anor a Cambridge e Taruithorn a Oxford [è la società studentesca dell’Università di Oxford]».
L’AIST – Tolkien Society of Italy, in quanto membro corporativo della Tolkien Society, può fare qualcosa per aiutare la sua casa madre?
«Naturalmente! La cosa che ci aiuta di più è promuovere la conoscenza di Tolkien il più possibile. Certo, se più membri dell’AIST fossero membri della Tolkien Society o – oltre ai Seminar e ai convegni internazionali – venissero anche alla Oxonmoot sarebbe fantastico, ma noi lo facciamo per Tolkien».
Cosa si aspetta dalla serie TV prodotta da Amazon?
«Ha! Non so più di quanto sia pubblico, ma spero di vedere una fantastica realizzazione degli eventi della Seconda Era, incentrati sulla regione dell’Eregion e sulla forgiatura degli Anelli e la guerra contro Sauron. Penso che questo possa essere reso in maniera magnifica, e spero che lo sia!».
Cosa pensi dello sviluppo degli studi tolkieniani? Può esserci una crescita futura?
«Ovviamente sì! Abbiamo appena iniziato a dipanare il bandolo della matassa degli studi su Tolkien. Guardate quanti dottorandi e ricercatori ci sono in giro che vogliono fare studi comparativi di Tolkien con altri autori, esaminare il suo uso dell’invenzione del linguaggio o l’impatto delle sue opere sui lettori. Inoltre, Tolkien continua a evolversi per i lettori con pubblicazioni postume e ulteriori adattamenti, quindi ci saranno sempre nuove cose di cui parlare».
Qual è il prossimo progetto della Tolkien Society?
«Dopo un anno come il 2019, probabilmente un periodo di riposo! Ma più seriamente, stiamo guardando alla Oxonmoot del prossimo anno e a come possiamo impegnarci al meglio con i tantissimi soci internazionali che abbiamo. Seguite il nostro sito web per saperne di più su queste attività future!».
Grazie per la disponibilità!
«Grazie a voi per tutto quel che fate: le notizie sulle attività dell’AIST arrivano fino a qui da noi e sono tutte bellissime! Un saluto ai vostri soci e ai lettori di Tolkien in Italia».
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Tolkien 2019, è boom degli studiosi italiani
– Leggi l’articolo Nel 2019 festa dei 50anni per la Tolkien Society
LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Tolkien Society
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Scompare Bill Gray, fondò il Sussex Centre
Dopo la scomparsa il 22 marzo 2019 di Jared Lobdell, uno dei pionieri degli studi tolkieniani, torniamo ad annunciare un’altra triste scomparsa. Stavolta è stato il professor William (Bill) Gray a morire, in casa lunedì 8 aprile scorso dopo una lunga malattia, lasciando sua moglie Lorna e i bambini Jonathan, Rebecca e Rosanna. Il professor Gray – o Bill come si faceva chiamare da chi come noi che lo conosceva di persona – ha insegnato all’Università di Chichester nel Regno Unito per più di 35 anni, fino al dicembre del 2016 quando per un ictus inaspettato e grave è stato costretto a ritirarsi dalla vita universitaria.
Simonson, tradurre Tolkien in spagnolo

Riportiamo oggi l’intervista fatta da José R. Montejano nella traduzione di Stefania Carta (potete trovare qui il testo originale), della quale abbiamo già proposto in passato l’intervista a Eduardo Segura, professore dell’Università di Granada ed uno dei massimi studiosi di Tolkien. Ringraziamo ancora una volta Stefania, giovane traduttrice sarda laureata in mediazione linguistica e culturale, responsabile del gruppo facebook degli appassionati di Tolklie “S’Arda: La Compagnia del Westmarch”, ed auguriamo a tutti una buona lettura.
Scompare Lobdell: con lui iniziarono gli studi tolkieniani
«Oggi è stata annunciata la dipartita di Jared Lobdell…». A dare l’annuncio in Italia – riportando il messaggio della nipote di Lobdell, Elizabeth Schulz Brandt – è stato per primo Gabriele Marconi, sensibile e attento esperto di cose tolkieniane che ha fatto una breve descrizione dello studioso scomparso: «Lobdell ha cominciato il suo rapporto con Tolkien appena ventenne, quale uno dei suoi corrispondenti epistolari, dagli Stati Uniti, quando ancora la popolarità di Tolkien non era esplosa. In preparazione del Compass, per la pubblicazione della celebre Nomenclature, Lobdell prese contatti con Christopher Tolkien da cui poi si sviluppò un’amicizia. Da allora Lobdell è stato una costante dell’ambiente tolkieniano americano ed internazionale, sia per quanto riguarda l’area accademica, sia per gli appassionati… Lui, che a tanti ha indicato la direzione per orientarsi a Tolkien, possa essere giunto a destinazione». La bella immagine fatta da Gabriele Marconi ha bisogno però di qualche approfondimento.
