“There was Eru, the One, who in Arda is called Ilúvatar; and he made first the Ainur, the Holy Ones, that were the offspring of his thought, and they were with him before aught else was made. And he spoke to them, propounding to them themes of music; and they sang before him, and he was glad.”
(Esisteva Eru, l’Unico, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, Coloro che sono santi, progenie del proprio pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altra cosa fosse creata. Ed egli parlò loro, proponendo loro temi musicali; ed essi cantarono al suo cospetto, ed egli ne fu lieto.)
Pochi tra gli appassionati tolkieniani non riconosceranno queste parole: così si apre l’Ainulindalë, “La Musica degli Ainur”, il primo capitolo del Il Silmarillion, la raccolta di leggende che, partendo dalla cosmogenesi, narra le antiche storie degli Elfi e degli uomini. Christopher Tolkien diede alle stampe Il Silmarillion 40 anni or sono, nel 1977, proprio questo stesso giorno (in Italia sarebbe apparso l’anno successivo). Invero questo settembre si prospetta come un mese di celebrazioni tolkieniane: oltre a festeggiare l’uscita del Silmarillion, giovedì 21 ricorre l’ottantesimo anniversario della pubblicazione de Lo Hobbit (1937) e venerdì 22 cade il compleanno di Bilbo e Frodo Baggings.
Autore: Roberto Arduini
L’autunno dell’AIST: due convegni, due festival e due fiere
Finita la torrida estate con le piogge tanto attese, ecco che ricominciano le attività anche della nostra Associazione. Settembre è il mese tolkieniano per eccellenza visto che vi cadono due anniversari importanti, come l’anniversario della scomparsa di Tolkien – il 2 settembre – e il compleanno di Bilbo e Frodo Baggins, chiamato Hobbit Day – il 22 settembre – festeggiato ormai in tutto il mondo. In passato il mese era anche l’occasione per tenere eventi dedicati a J.R.R. Tolkien in molte parti d’Italia, ma il 2017 vede un impoverimento di questa consuetudine, con l’unica eccezione del Raduno tenuto a San Marino, di cui abbiamo scritto qui. Con l’arrivo dell’autunno, però, anche l’AIST torna a incontrare gli appassionati con una fitta serie di eventi con al centro il Professore.
E si tratta di cose importanti: due convegni, due festival e due fiere.
Festival del Medioevo: una sessione per Tolkien
Nello stesso mese in cui celebriamo il compleanno di Bilbo e Frodo Baggings e ricordiamo la scomparsa del Professore, Tolkien con l’AIST si guadagna un posto d’onore in quello che è probabilmente il più grande evento culturale dedicato al Medioevo in Italia: si tratta del Festival del Medioevo di Gubbio. Giunto alla terza edizione, il Festival del Medioevo si terrà dal 27 settembre al 1 ottobre 2017: un lungo elenco di storici, saggisti, filosofi, scrittori, registi e giornalisti riuniti per cinque giorni in cui si affronteranno dieci secoli di Storia. Aperto dallo storico Franco Cardini e patrocinato dal CISAM, il Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, il Festival del Medioevo proporrà mostre, mercati, esibizioni, spettacoli, ma soprattutto appuntamenti culturali tra i quali spicca un’intera sessione dedicata a Tolkien la mattina di sabato 30 settembre.
Dal 3 gennaio 2018 le lettere di Tolkien
Il 3 gennaio è una data importante per gli appassionati J.R.R. Tolkien perché si festeggia appunto il Tolkien toast il brindisi in onore del Professore che nacque proprio il 3 gennaio del 1892. Quest’anno però sarà un momento importante per i lettori italiani: fuori catalogo da molti anni, proprio in quel giorno torneranno le Lettere! La fantastica novità è stata annunciata durante l’intervento Camminare tra gli Elfi: le difficoltà di tradurre J. R. R. Tolkien con Roberto Arduini (presidente AIST), Giampaolo Canzonieri (saggista e traduttore AIST) e Lorenzo Gammarelli (traduttore AIST), tenutosi alla Bologna Children’s Book Fair il 4 aprile scorso. Ora però c’è anche l’ufficialità degli operatori di settore: sugli store online – da Amazon.it a Feltrinelli.it – il libro è segnalato in uscita nel giorno più amato dai lettori.
Lords for the Ring 2018: prendi il tuo calendario!
Una campagna raggiunta in due giorni, oltre 300 sostenitori online, 100 copie deluxe esaurite in 24 ore, oltre 4500 persone all’anteprima tenutasi a Fantastika, la Biennale del Fantastico a Dozza, circa 1000 persone alla presentazione ufficiale a Lucca Comics con le autorità, il sindaco, il direttore del Festival e soprattutto i sette Lords, gli artisti che hanno realizzato il calendario,
che poi per cinque giorni hanno accolto allo stand dell’AIST gli appassionati per firmare autografi, fare dediche e realizzare disegni. Tre seminari e due workshop esauriti in ogni ordine e grado, circa 500 copie vendute in soli cinque giorni e la tiratura esaurita in meno di due mesi. E ancora una mostra che dopo Lucca Comics and Games, ha girovagato per l’Italia, passando per il WOW – Il museo del fumetto di Milano, e il Salone Internazionale del Libro di Torino. Tutto questo è il calendario AIST 2017 “Lords for the Ring” – I Maestri del fantasy italiano incontrano Tolkien”, che ha visto protagonisti Paolo Barbieri, Ivan Cavini, Alberto Dal Lago, Edvige Faini, Angelo Montanini, Dany Orizio e Lucio Parrillo. Un piccolo fenomeno che ora sta per tornare.
Il viaggio con i Lords sta per ripartire!
Un anno fa in questo periodo, fremevamo dall’impazienza: stava infatti per partire il crowdfunding su Eppela per la prima edizione del Lords for the Ring, il Calendario ispirato alle opere di Tolkien. L’idea era nata mesi prima grazie a Paolo Barbieri, che ha poi raccolto intorno a sé gli altri sei Lords, Ivan Cavini, Alberto Dal Lago, Edvige Faini, Angelo Montanini, Dany Orizio e Lucio Parrillo, e coinvolto noi dell’AIST.
Su Eppela abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato in poco più di 48 ore; il percorso si è poi concluso a Lucca Comics&Games, dove abbiamo avuto modo di conoscere dal vivo moltissimi sostenitori del progetto che sono passati al nostro stand. Vedervi di persona, e scoprire che il nostro progetto vi è piaciuto è stata la soddisfazione più grande: grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto il progetto è diventato realtà, e la tiratura del Calendario è andata esaurita entro dicembre scorso.
Nei mesi successivi, la mostra del Calendario, esposta per la prima volta a Lucca C&G, ha girato su e giù per l’Italia, dal WOW – Il museo del fumetto di Milano, al Salone Internazionale del Libro di Torino, mentre noi già stavamo pensando a cosa
proporre per l’anno venturo. Questo perché sin da subito avevamo deciso di non volerci fermare alla prima edizione, ma di creare un progetto continuativo, che desse un nuovo impulso all’arte tolkieniana in Italia.
Quindi eccoci qui, pronti a ripartire: i sette Lords sono stati convocati, e noi siamo pronti!
Per quest’anno abbiamo preparato sorprese ancora più grandi, e più ci sosterrete, più avrete modo di scoprirle: sketch originali, momenti unici da vivere insieme, gadget esclusivi, chicche d’autore e altro ancora. Tra pochissimo partiremo con il crowdfunding che avrà nuovamente, come punto di arrivo, Lucca Comics&Games.
L’appuntamento è quindi lunedì 4 settembre alle 17 su Eppela: seguiteci su facebook per restare aggiornati su tutte le novità.
In che terre ci porteranno questa volta i nostri Lords? Un indizio: occorre prepararsi bene!
Crowdfunding is coming!
ARTICOLI PRCEDENTI:
– Leggi l’articolo I Lords for the Ring per il calendario AIST
– Leggi l’articolo Ecco il crowdfunding per il calendario AIST!
– Leggi l’articolo A Lucca C&G una mostra i seminari e il calendario
– Leggi l’articolo I Lords for the Ring a WOW Spazio Fumetto
– Leggi l’articolo Tolkien al Salone del Libro di Torino 2017!
LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina facebook Lords for the Ring – Tolkien Art Calendar
– Vai al sito di Ivan Cavini
– Vai alla pagina facebook di Lucio Parrillo
– Vai alla pagina facebook di Angelo Montanini
– Vai al sito di Paolo Barbieri
– Vai al sito di Edvige Faini
– Vai al sito di Dany Orizio
– Vai al sito di Alberto Dal Lago
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Tornano i saggi Hobbit: ecco la sorte di Frodo
Tornano i Saggi Hobbit!
Si tratta di saggi brevi così nominati per via della loro lunghezza volutamente contenuta (ma non trascurabile) e perché redatti secondo quelli che Tolkien descrive essere i gusti hobbit: nella Prefazione al Signore degli Anelli è infatti scritto che gli hobbit “si dilettavano a riempire meticolosamente libri interi di cose che già sapevano, in termini chiari e senza contraddizioni.”.
Il proposito di questa rubrica è di fornire basi solide e affidabili su cui poter costruire altri ragionamenti e ci auguriamo che i nostri lettori vorranno aggiungere nei commenti le loro riflessioni ed opinioni.
Dopo i primi due saggi proposti ai nostri lettori, incentrati rispettivamente sugli Anelli del Potere e sugli Orchi, l’argomento che viene affrontato oggi è il viaggio di Frodo all’Ovest. Norbert Spina analizza i motivi e le implicazioni dell’inusuale destino del Portatore dell’Anello.
Come sanno tutti i lettori de Il Signore degli Anelli, alla fine del romanzo i portatori degli Anelli vanno ad Ovest.
Nel libro non molto è spiegato del perché anche a Bilbo e Frodo sia permesso partire verso Aman, anche se ci sono alcuni indizi. Per esempio le parole di Frodo, quando i quattro Hobbit e Gandalf stanno ritornando verso la Contea. Ecco come Tolkien descrive la scena:
“Finalmente i passi degli Hobbit si volsero verso casa. Erano desiderosi di rivedere la Contea, ma da principio cavalcarono lentamente, perché Frodo si era sentito a disagio. Giunti al Guado del Bruinen si era fermato, riluttante ad avventurarsi nel fiume; ed essi si accorsero che per qualche tempo i suoi occhi non vedevano né loro né le cose circostanti. Era stato silenzioso per tutto il giorno. Era il sei di ottobre.
“Stai soffrendo, Frodo”, disse Gandalf dolcemente, cavalcandogli a fianco.
“Be’… sì”, disse Frodo. “È la spalla. La ferita fa male, e il ricordo dell’Oscurità pesa su di me. Fu esattamente un anno fa”.
“Ahimè! Vi sono ferite che non guariscono mai del tutto!”, disse Gandalf.
“Temo che per la mia sarà così”, disse Frodo. “Non esiste un vero ritorno. Anche tornato nella Contea, essa non mi parrà più la stessa, perché io sono cambiato. Sono ferito da pugnale, pungiglione e denti, e da un gravoso fardello. Dove troverò riposo?”.
Gandalf non rispose.”
(Il Signore degli Anelli VI.7 “Verso Casa”)
Sfortunatamente alla traduzione italiana è sfuggita una frase, riportata qui sopra in tondo. Frodo risente della ferita del pugnale Morgul, del veleno di Shelob, dell’amputazione del dito dovuta ai denti di Gollum ma, soprattutto, alla lunga lotta contro l’Anello e l’effetto combinato di queste ferite, ma più ancora del suo viaggio difficile e pericoloso verso Monte Fato lo stanno in qualche modo cambiando, come probabilmente sta iniziando a capire lui stesso.
Ma c’è già chi ha percepito che Frodo potrebbe essere stato ferito più profondamente di quanto egli stesso abbia compreso. Arwen è la prima a capire che Frodo potrebbe aver necessità di andare all’Ovest: non per niente è figlia di Elrond, e tramite lui discendente di Lúthien, oltre ad essere nipote di Galadriel, e ha la saggezza di lunghi anni (ben oltre 2500). Pertanto dice a Frodo:
“Io ti farò un dono. Perché io sono la figlia di Elrond: non partirò con lui quando si recherà ai Porti, perché la mia scelta è quella di Lúthien, e anch’io ho scelto come lei allo stesso tempo il dolce e l’amaro. Ma in vece mia partirai tu, Portatore dell’Anello, quando giungerà l’ora, e se lo vorrai. Se la tua ferita sarà ancora dolorante e il ricordo del tuo fardello sarà pesante sul tuo cuore, allora potrai recarti a ovest, finché tutte le tue ferite e stanchezze non siano sanate. Ma ora prendi questo in memoria di Gemma Elfica e di Stella del Vespro, i fili che si sono intrecciati con te nel tessuto della tua vita!”.
Ella prese una gemma bianca come una stella che pendeva sul suo petto da una catena d’argento, e la mise al collo di Frodo. “Quando ti sentirai turbato dal ricordo della paura e dell’oscurità”, ella disse, “questo ti sarà di aiuto”.
(Il Signore degli Anelli Vi.6 “Molte separazioni”)
E pian piano anche Frodo si rende conto di essere cambiato molto di più di quanto lui stesso pensasse e, come molti “reduci” di guerra si sente fuori posto, non riesce a reinserirsi nella sua “vecchia vita”.
Lo dice chiaramente a Sam, verso la fine del libro:
“Ma”, disse Sam, e le lacrime incominciarono a sgorgargli dagli occhi, “credevo che anche voi voleste godervi la Contea, per anni e anni, dopo tutto quello che avete fatto”.
“Anch’io lo credevo, un tempo. Ma sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle.
(Il Signore degli Anelli III.9 “I Porti Grigi”)
Ma Frodo è torturato solo dal ricordo degli orrori passati? O c’è altro ad angustiarlo?
Discorrendo con Gandalf a casa Baggins, all’inizio della sua avventura Frodo dice “Vorrei tanto salvare la Contea, se potessi farlo” (Il Signore degli Anelli I.2 “L’ombra del Passato”). Ed è probabilmente questa idea di potere tornare a casa come il “salvatore della Contea” – oltre alla comprensione dell’importanza della missione – a spingerlo ad accettare di incamminarsi da Gran Burrone per trovare la via verso la Voragine del Fato; e ad accettare, quando già è a Mordor, che la sua missione sarà senza ritorno – dato che non ha viveri per sostentarsi per l’eventuale viaggio di ritorno da Mordor.
Ma, alla fine, lui cede alla tentazione e si arroga l’Anello. Fallisce la missione, in un certo senso.
Si potrebbe discutere se ciò sia vero, ma non ce n’è bisogno. In proposito Tolkien è stato chiarissimo, nelle Lettere, ove spiega perché a Frodo (e Bilbo e, si dice, anche a Sam) sia consentito un riposo di riflessione e ricerca della serenità al di là del Mare:
“[Frodo] dapprima sembra non avere alcun senso di colpa (1); recupera la salute e la pace. Ma allora pensa di aver dato la propria vita in sacrificio: si aspettava di morire molto presto. Ma non andò così, e si può vedere l’inquietudine/insoddisfazione/disagio crescere in lui. Arwen fu la prima a riconoscere in lui tali segni e gli diede il suo gioiello per confortarlo, e pensò a un modo per guarirlo.
Lentamente “esce di scena” dicendo e facendo sempre meno. Credo sia chiaro, per un lettore attento, che quando i momenti bui lo investivano e lui era conscio di esser stato “ferito da un coltello, da un pungiglione e da un gravoso fardello” non erano solo incubi di orrori passati ad affliggerlo, ma anche un irragionevole autoincolparsi: vedeva se stesso e ciò che aveva
fatto come un completo fallimento. ‘Malgrado io possa tornare nella Contea, non mi sembrerà la stessa perché io non sono più lo stesso”. Questa in realtà era una tentazione dell’Oscurità, un’ultima scintilla di orgoglio: il desiderio di tornare come “l’eroe”, non soddisfatto di essere solo un mero strumento del Bene. Ed era mista con un’altra tentazione, più oscura e (in un certo senso) più meritata in quanto, comunque lo si voglia spiegare, in realtà lui non ha gettato l’Anello con un gesto volontario: era tentato di rimpiangerne la distruzione e di desiderarlo ancora. ‘Se n’è andato per sempre, e ora tutto è buio e vuoto’ sussurra mentre si risveglia dalla malattia nel 1420 (2).
‘Ahimé, ci sono malattie che non si possono curare completamente’ disse Gandalf (3) – non nella Terra di Mezzo. Frodo fu mandato o ebbe il permesso di andare oltre il Mare per guarirlo, se ciò era possibile, prima che morisse. Alla fine avrebbe dovuto “andarsene”: nessun mortale poteva o può vivere per sempre sulla terra, o nel Tempo. Così andò contemporaneamente a un purgatorio e a una ricompensa, per un po’: un periodo di riflessione e di pace per raggiungere una maggiore consapevolezza della propria posizione, in umiltà e in grandezza, vissuto ancora nel tempo tra le bellezze naturali di “Arda Incorrotta”, la Terra non guastata dal male.”
(Bozze della lettera 246, alla sig.ra Eileen Elgar del settembre 1963 – traduzione mia)
Quindi Frodo non ha bisogno solo di essere curato “delle ferite di pugnale, pungiglione e denti, e di un grosso fardello” ma deve venire a patti con il suo aver fallito, non essere stato all’altezza delle sue stesse aspettative. Ha quindi bisogno di un periodo di riflessione in cui accettare il suo ruolo di “mero strumento del bene”, di capire che nessun mortale avrebbe potuto portare a termine la missione, e che lui si è speso completamente, non avendo, quindi, nulla da rimproverarsi. Che è poi il motivo perché, pur avendo fallito, viene da tutti encomiato: più di così lui non poteva fare. Ed è il motivo perché, più sopra, ho scritto che Frodo ha fallito “in un certo senso”.
Infine vorrei sottolineare che, come abbiamo letto poco sopra, Frodo e Bilbo rimangono mortali. Non è dato ai Valar il potere di togliere “il dono di Iluvatar” (cioè la morte) agli Uomini; e agli Hobbit, che sono una branca della razza Umana, come specificato da Tolkien nella lettera 131.
Note:
1. Signore degli Anelli, VI.3 “Monte Fato”
2. il 13 marzo, anniversario della sua cattura da parte di Shelob e poi degli orchi (ndN)
3. Il Signore degli Anelli, VI.9 “Verso Casa”
ARTICOLI PRECEDENTI: I SAGGI HOBBIT
– Leggi l’articolo su Gli Anelli del Potere
– Leggi l’articolo su Gli Orchi
– Leggi l’articolo su Riguardo agli Hobbit.
– Leggi l’articolo su Gli Istari e i loro bastoni
– Leggi l’articolo su Denethor: c’è del metodo in questa follia
– Leggi l’articolo su Gli Elfi sono vegetariani? Ecco cosa dice Tolkien
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Un nuovo fan film su Tolkien: Return to Shire
Il mondo cinematografico non cessa di rivolgere la sua attenzione alle opere di Tolkien e anche quando le grandi produzioni di Peter Jackson e della New Line Cinema sono ormai concluse da anni la Terra di Mezzo continua a tornare sugli schermi, spesso grazie all’opera di appassionati e di case cinematografiche cosiddette “minori”. È il caso del Blackstork Studio, intenzionato a riportarci nel mondo tolkieniano questo autunno.
Saggi AIST: le fonti per fare ricerca su Tolkien
Il saggio che oggi proponiamo è Risorse bibliografiche per ricerche letterarie su J. R. R. Tolkien di Janet Brennan Croft (scaricalo qui), originariamente pubblicato dal Journal of Tolkien Research, nel primo numero del terzo volume (2016). Il saggio – tradotto egregiamente da Elena Sanna – è pensato per offrire un aiuto a studenti e studiosi che approcciano per la prima volta una ricerca letteraria approfondita sulle opere di Tolkien. La guida si focalizza sulle fonti anglofone americane, ma include anche siti e pubblicazioni europee. Chi desiderasse prendere visione del saggio in inglese, lo troverà qui.
Janet Brennan Croft è autrice, editor ed è a capo dei servizi di accesso alla biblioteca dell’Università dell’Oklahoma.
I suoi articoli sono apparsi non solo sul Journal of Tolkien Research, ma anche su Mythlore (la rivista della Mythopoeic Society, di cui è l’editor), Mallorn (la rivista della Tolkien Society), nei Tolkien Studies, nonché nel volume J.R.R. Tolkien Encyclopedia: Scholarship and Critical Assessment (a cura di Michael D.C. Drout, Routledge, 2006).
Tra i libri da lei curati figurano Tolkien on Film: Essays on Peter Jackson’s The Lord of the Rings (Mythopoeic Press, 2005), Tolkien and Shakespeare: Essays on Shared Themes and Language (McFarland & Co Inc, 2007), Tolkien in the New Century: Essays in Honor of Tom Shippey (McFarland, 2014), Perilous and Fair: Women in J.R.R. Tolkien’s Work and Life (Mythopoeic Press, 2015).
Croft è anche l’autrice del libro War and the Works of J.R.R. Tolkien (Praeger Publishers, 2004).
Il Journal of Tolkien Research è una rivista online ad accesso libero, il cui contenuto è a disposizione dei lettori gratuitamente. Agli utenti è consentito leggere, scaricare, distribuire, stampare i testi degli articoli per intero, senza dover prima chiedere il consenso dell’autore o dell’editore: si tratta quindi di una risorsa particolarmente preziosa. Lo scopo della rivista è di fornire materiale di ricerca di alta qualità basato sulle opere di Tolkien, così come testi basati sulle sui suoi scritti. Gli approcci presentati sono multidisciplinari e interdisciplinari, e comprendono anche settori quali quello dei media, degli adattamenti, le declinazioni ludiche, le creazioni dei fan e la ricezione da parte del pubblico.
ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Due recensioni “italiane” nei Tolkien Studies
– Leggi l’articolo Tolkien Studies, rivelati i contenuti del num. 14
– Leggi l’articolo Tolkien Studies, rivelati i contenuti del num. 12
– Leggi l’articolo Una foto inedita per i Tolkien Studies n.11
– Leggi l’articolo Tolkien Studies: ecco il numero undici (2014)
– Leggi l’articolo Ecco i Tolkien Studies 10: c’è un saggio italiano
– Leggi l’articolo Pubblicati i Tolkien Studies, vol. 8
– Leggi l’articolo Tre Call for papers per gli amanti di J.R.R. Tolkien
LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Journal of Tolkien Research
– Vai al sito di Janet Brennan Croft
– Vai al sito della rivista Mythlore
– Vai al sito della rivista Mallorn
– Vai al sito dei Tolkien Studies
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Francia, su Tolkien tanti romanzi e critica
Negli ultimi anni l’editoria francese ha visto un numero sempre maggiore di traduzioni legate al mondo tolkieniano, sia per quanto riguarda le opere del Professore che per la saggistica. La nazione in cui vive l’erede del Professore, il figlio Christopher, non manca di dimostrare il suo interesse per l’autore britannico, come avevamo già avuto modo di constatare questo stesso anno con l’iniziativa dedicata alla realizzazione degli arazzi della Terra di Mezzo a Aubusson, e uno dei nipoti del Professore è coinvolto in prima linea nella traduzione in francese di molte delle opere tolkieniane.
Ecco i vincitori dei Mythopeic Awards 2017!
A giugno avevamo annunciato i finalisti dei Mythopeic Awards 2017, per le quattro categorie che compongono i Mythopoeic Awards (Mythopoeic Fantasy Award for Adult Literature, Mythopoeic Fantasy Award for Children’s Literature, Mythopoeic Scholarship Award in Inklings Studies e Mythopoeic Scholarship Award in Myth and Fantasy Studies) ed i vincitori sono stati resi noti il 30 giugno alla 48° edizione del Mythcon, la conferenza annuale della Mythopoeic Society tenutasi a Champaign-Urbana nell’Illinois.
Ad agosto torna il Montelago Festival
Questo weekend, il 3, 4 e 5 agosto, torna il Montelago Celtic Festival, giunto alla 15° edizione. Il festival, che si terrà a Taverne di Serravalle di Chienti (Mc), proporrà conferenze, approfondimenti culturali quali master class, corsi di scrittura fantasy, stages, ma anche attività più pratiche quali laboratori artigianali, sport, giochi e rievocazione storica.
Potete scaricare qui il programma completo del Montelago Celtic Festival 2017.
Una delle aree del festival è dedicata proprio al nostro Professore: si tratta della Tenda Tolkien, dove si svolgono le lezioni/spettacolo, gli incontri, i dibattiti, le conferenze e le presentazioni di libri, oltre alle cerimonie dei matrimoni celtici.
Tolkien a San Marino: ecco il programma!
Dal 25 al 27 agosto 2017 torna il
San Marino Comics, Festival del Fumetto, della Musica, del Cosplay e dello Steampunk, giunto alla sua 4° edizione. La manifestazione si svolgerà nel centro storico della Repubblica di San Marino (patrimonio UNESCO dal 2008), in particolare in Piazza Sant’Agata dove sarà allestito un palco che ospiterà spettacoli, la gara cosplay e le esibizioni di Clara Serina (voce delle sigle di cartoni animati come Lady Oscar, Ransie la strega e Kimba il leone bianco), Douglas Meakin (voce delle sigle di Candy Candy, Mazinga) e Stefano Bersola (voce delle sigle di City Hunter, Mi hai rapito il cuore Lamù, Magic Knight Rayheart).
Hilary, il fratello “sconosciuto” di Tolkien
Dopo aver approfondito la vita della figlia di Tolkien Priscilla nell’articolo Compie gli anni la figlia di Tolkien Priscilla, oggi affronteremo quella del fratello minore del Professore, Hilary Tolkien. La biografia che riportiamo è stata pubblicata sul sito tolkienbrasil.com nell’articolo Hilary Tolkien, o desconhecido irmão de J. R. R. Tolkien e ancora una volta ringraziamo l’autore, Eduardo Stark, che ci ha accordato il permesso di tradurlo e proporlo anche agli appassionati in Italia. Vi auguriamo una buona lettura!
In tutto il mondo lo scrittore J. R. R. Tolkien è stimato per i suoi libri di fantasia e le sue opere legate alla mitologia e alle fiabe. Ma quello che pochi considerano è che lo scrittore aveva un fratello minore, che in un certo modo influenzò la sua vita e determinati aspetti delle sue opere. Poco si sa sulla sua vita e ciò che segue è un insieme di informazioni raccolte da diversi libri e materiali riuniti.
Hilary Arthur Reuel Tolkien, come suo fratello maggiore, nacque a Bloemfontein, nel sud Africa, il 17 di febbraio del 1894. Dato che nacque sano, poco dopo un anno dovette partire per l’Inghilterra con sua madre e suo fratello, nell’aprile del 1895.
Nel 1896, la sua famiglia si trasferì a Sarehole, e poco dopo già stava accompagnando suo fratello maggiore nelle avventure per i verdi campi. Il rapporto tra fratelli si stabilì come naturalmente succede, con giochi e divertimenti vari.
Nel 1900, Mabel Tolkien si convertì al cattolicesimo e cominciò a educare i suoi figli a questa fede. Hilary cominciò gli studi con sua madre, ma non conseguì con successo l’esame per la King’s Edwards School, perché dissero che era “Molto dispersivo e lento nella scrittura”.
Nel 1904 Hilary prese il morbillo, che si aggravò e si trasformò in una tosse forte e una polmonite. Venne quindi mandato dai suoi nonni, a Suffield, per riprendersi. Poco dopo, sua madre morì a causa del diabete e divenne orfano come suo fratello.
Da allora i due fratelli andarono a vivere come pensionati, nel 1908 al 37 Duchess Road e nel 1911 andarono a vivere con Beatrice Suffield, vedova del fratello minore di Mabel. Nella casa della zia Beatrice, Hilary passava bei momenti assieme a suo fratello, tirando sassi ai gatti che stavano sotto la finestra della camera. Egli frequentava altresì l’Oratorio di Birmingham, studiava alla King’s Edward School e accompagnava suo fratello a scuola.
Di questo periodo, J. R. R. Tolkien ricorda in una lettere del 1968 (lettera 306) che “L’osservanza delle regole religiose era stretta. Hilary e io dovevamo, e di solito lo facevamo, servire Messa prima di inforcare le nostre biciclette per andare a scuola in New Street“.
I due fratelli erano inseparabili e insieme creavano varie storie di fantasia, mescolata con la realtà. Fu in questo periodo che Ronald creò storie per suo fratello minore e entrambi si avventuravano nella zona rurale e nei prati verdi.
Nel 1910 Hilary lasciò la scuola per entrare nell’impresa di suo zio Walter Incledon, che si occupava di commercio di oro e pietre preziose. Successivamente aiutò sua zia Jane Neave nella fattoria Phoenix, che apparteneva a Brookes-Smith nel villaggio di Gedling, Nottinghamshire.
Nell’inverno del 1911, J. R. R. Tolkien e suo fratello Hilary fecero un viaggio in Svizzera con la famiglia Brookes-Smith. La foto a destra mostra il gruppo intero da destra a sinistra: Doris Brookes-Smith, Tony Robson, Colin Brookes-Smith, Phyllis Brookes-Smith, Rev. C. Hunt (da Hurst Green), un amico di J. R. R. Tolkien, Jane Neave (zia di Tolkien), Hilary Tolkien (col maglione bianco), una donna, Tolkien (con una sciarpa), Jeanne Swalen (una tata svedese), Muriel Hunt, Dorothy Le Couter (ispettrice di scuola), Helen Preston (un’amica di Jane Neave), e una guida svedese.
Questo viaggio in seguito influenzò lo scrittore J. R. R. Tolkien, in particolare l’immagine che egli aveva di Gran Burrone e il viaggio di Bilbo. Come afferma una lettera del 1967, una lettera per suo figlio Michael:
“Il viaggio degli hobbit (di Bilbo) da Rivendell al di là delle Montagne Nebbiose compresa la scivolata sulle pietre che cadevano fino ai boschi di pini è basato sulle mie avventure del 1911: l’annus mirabilis di sole di cui praticamente non cadde una goccia di pioggia tra aprile e fine di ottobre, tranne che alla vigilia e la mattina dell’incoronazione di Giorgio V.“
Come iniziò la guerra del Regno Unito contro la Germania nel 1914, Hilary si arruolò nel reggimento reale del Warwickshire. Egli fu ferito da delle schegge nel 1916, trasportando munizioni alla frontiera di Passchendaele, nel Belgio. Per le sue gesta militari, Hilary si guadagnò varie medaglie, alcune delle quali sembrano essere state erroneamente attribuite a “Folkien”.
Non avendo nessuna moglie e nessuna madre fu a Edith, moglie di suo fratello Ronald, che le lettere dell’esercito erano inviate. Appena finì la guerra, egli tornò in Inghilterra nello stesso giorno del suo compleanno.
Hilary Tolkien servì l’esercito come Bugler (trombettiere), mentre Bilbo Baggins fu assunto dai nani come un Burglar (ladro, scassinatore), un gioco di parole che l’autore de Lo Hobbit può aver incluso nelle sue storie e gli piaceva fare.
Il 22 novembre del 1917 Hilary fu scelto da suo fratello maggiore per essere il padrino di battesimo del suo primo figlio: John Tolkien, dimostrando che i fratelli Tolkien erano ancora uniti alla memoria e alla fede della loro madre nella tradizione della Chiesa Cattolica. E ancora, in omaggio a suo fratello, J. R. R. Tolkien altresì diede nome al suo secondo figlio Michael Hilary Reuel Tolkien nel 1920.
Come suo fratello, Hilary adorava tutto ciò che riguardava la natura. Dopo la guerra, egli comprò un frutteto di prugne vicino a Evesham, Worcestershire. Poco tempo dopo, suo fratello, con la polmonite, si recò per riprendersi nella sua fattoria nel 1923. Allo stesso modo egli acquistò un vivaio a Blackminster.
Ronald e Hilary resteranno molto vicini per tutta la vita, scrivendosi lettere regolarmente. Egli fu la persona a cui Ronald scriveva quando la sua notorietà e i suoi obblighi professionali pesavano molto. Erano costati gli incontri a feste familiari come matrimoni, compleanni e battesimi.
Hilary aveva l’abitudine di fare illustrazioni e biglietti per inviarli ai famigliari, un’abitudine che aveva preso da sua madre e da suo fratello maggiore. A sinistra una illustrazione fatta da Hilary Tolkien.
Nel 1928, Hilary si sposò con Annie Madeline Matthews ed ebbero tre figli Gabriel (1931), Julian (1935) e Paul (1938).
Hilary fu una delle prime dodici persone che ricevettero una copia de Lo Hobbit firmata dall’autore, subito dopo la pubblicazione il 21 settembre del 1937. Quando adottò un cane, Hilary lo chiamò Bilbo Baggins. Bilbo quando il cane era buono e Baggins quando era arrabbiato.
Il successo del Signore degli Anelli sorprese tutta la famiglia Tolkien. Nemmeno lo stesso autore credeva che il successo raggiungesse le proporzioni a cui arrivò. Per il fatto di vivere in una zona rurale, Hilary in un certo modo fu lontano dalla popolarità di suo fratello, ma sapeva degli avvenimenti dalle lettere che riceveva.
Alla morte di suo fratello maggiore nel 1973, Hilary contribuì con delle informazioni per il biografo Humphrey Carpenter, che stava scrivendo una biografia autorizzata della vita di J. R. R. Tolkien, tuttavia egli non arrivò a vedere l’opera completata, perché morì nel 1976 a Evesham, Worcestershire, nel Regno Unito.
…All’asta libro raro con tre poesie di Tolkien
Poche volte i collezionisti di scritti di J.R.R. Tolkien hanno un’occasione come questa. Il prossimo 2 agosto, infatti, un volume estremamente raro sarà battuto all’asta da Tennants Auctioneers a Leyburn, cittadina di 2000 abitanti della contea dello Yorkshire settentrionale, in Inghilterra. Si tratta della prima edizione di A Northern Venture: Verses by Members of the Leeds University English School Association, un libretto pubblicato nel 1923 dalla Swan Press, contenente 23 poesie scritte da membri dell’Associazione della facoltà di lingua inglese dell’università di Leeds.
La Swan Press, nata appena due anni prima, si era specializzata nella pubblicazione di poesie, stampando le collezioni del poeta e professore di Leeds Wilfred Rowland Childe (1890-1952) e antologie come A Northern Venture (1923) e Leeds University Verse: 1914-1924 (1924), che comprende appunto le poesie di Tolkien. I libretti della Swan Press erano pubblicati in tirature minime. La prima edizione di A Northern Venture, pubblicata nel giugno 1923, è stata di sole 170 copie e la ristampa di luglio era di altre 200 copie, identiche alla prima edizione. Questo titolo fu però un’eccezione, perché la maggior parte dei libretti di Swan Press non vennero affatto ristampati. Il 12 luglio 1923, il Times Literary Supplement fece una breve recensione di questo libretto: «Le immagini dai colori brillanti di W.R. Childe, i versi in dialetto di A.H. Smith, che conosce bene la contea dello Yorkshire e un paio di indovinelli in sassone di J.R.R. Tolkien sono forse le cose più pregevoli di questa modesta antologia».
Il volume all’asta è stimato tra le 3000 e 5000 sterline (tra i 3400 e i 5600 euro) e fa parte della vendita di agosto dedicata a libri, mappe, stampe e manoscritti. Nel lotto c’è anche una prima edizione di Apple Dapply, le nursery rhymes di Beatrix Potter, completa nella sua confezione originale e in condizioni eccezionalmente buone. Tutti i 130 lotti all’asta si potranno vedere martedì 1 agosto dalle 9 alle 17 e la mattina dell’asta.
Tornano i saggi Hobbit: ecco gli Orchi
Tornano i Saggi Hobbit! Si tratta di saggi brevi così nominati per via della loro lunghezza volutamente contenuta (ma non trascurabile) e perché redatti secondo quelli che Tolkien descrive essere i gusti hobbit: nella Prefazione al Signore degli Anelli è infatti scritto che gli hobbit “si dilettavano a riempire meticolosamente libri interi di cose che già sapevano, in termini chiari e senza contraddizioni.”. Il proposito di questa rubrica è di fornire basi solide e affidabili su cui poter costruire altri ragionamenti e ci auguriamo che i nostri lettori vorranno aggiungere nei commenti le loro riflessioni ed opinioni. Dopo il primo saggio proposto ai nostri lettori, incentrato sugli Anelli del Potere, l’argomento che viene affrontato oggi sono gli Orchi tolkieniani: da sempre al centro di numerose discussioni, Norbert Spina ci offre una panoramica di questa razza oscura.
Nel legendarium tolkieniano le creature malvagie più numerose sono sicuramente gli Orchi (orchetti, nella traduzione italiana del 1971).
La loro origine non è chiara, principalmente perché Tolkien non riuscì a “risolvere” il problema degli Orchi: come scrittore gli erano necessari dei nemici che i “buoni” potessero uccidere senza dubbi o sensi di colpa, ma come cattolico l’idea di una intera razza “perduta” oltre ogni possibilità di redenzione non era per lui accettabile.
Non si sa “come” siano nati gli Orchi. Forse dalla corruzione di Elfi, dovuta a lunghe e crudeli torture (1); forse dall’accoppiamento di Maiar di basso rango con primati (2). Certo è che nel legendarium tolkieniano solo Eru può creare, e il male può solo corrompere: pertanto non sono stati creati da Melkor o da qualunque suo emulo successivo.
Riguardo alla riproduzione degli Orchi, esistono Orchi di sesso femminile visto che ne Il Silmarillion è scritto che: “Gli Orchi infatti prendevano vita e si moltiplicavano nello
stesso modo dei Figli d’Ilúvatar” (3). Allo stato “naturale” gli Orchi si suddividono in tribù o gruppi poco numerosi e molto litigiosi. Ci vuole l’imposizione di un qualche Oscuro Signore per costringere gli Orchi a generare e allevare figli. Infatti la (ri)nascita di un signore malefico è spesso sottolineato da frasi come “Esseri malefici ricominciano a moltiplicarsi”. Con queste premesse i fan ipotizzano che “da qualche parte” esistano “orc farm” in cui i piccoli Orchi vengono allevati/selezionati. Quelli con “patologie” nelle
capacità relazionali – quali, amicizia, empatia – non arrivano all’età adulta.
Non si sa nulla nemmeno della longevità degli Orchi. Se fossero Elfi corrotti potrebbero perfino essere “immortali” come gli Elfi (4). Che siano o meno (potenzialmente) immortali la loro memoria è lunga. Infatti ne Lo Hobbit riconoscono a vista le spade Glamdring e Orcrist, segno che la loro descrizione era stata tramandata, o che molti orchi ancora le ricordavano dalla Prima Era. Ne Il Signore degli Anelli i due capitani Gorbag e Shagrat ricordano (o, comunque, sanno di) eventi accadute molto tempo addietro (5). Infine Borg figlio di Azog viene ucciso a un’età non inferiore ai 140 anni (6).
Va detto che sotto la macro categoria “Orchi” sono spesso accomunate diverse creature, come qui sotto schematizzato.
1. Gli orchi: orc e goblin
Nel Lo Hobbit Tolkien usò solo il termine goblin per le creature che ne Il Signore degli Anelli appaiono con entrambi i nomi indifferentemente e ne il Silmarillion solo come orc. In italiano solitamente tutte queste creature sono tradotte come orchi oppure orchetti.
Sono creature basse (tant’è che Sam e Frodo possono fingere di essere orchi, a Mordor) con braccia lunghe, molto forti e gambe storte. Sono principalmente la “bassa manovalanza”, delle creature maligne, malvagie e crudeli usate spesso come combattenti o come esploratori/segugi, benché siano noti anche orchi molto scaltri che sanno cose molto riservate, quali Grishnákh che riesce a eludere l’accerchiamento della pattuglia di Éomer portandosi dietro Merry e Pipino per impossessarsi dell’Anello, di cui conosce l’esistenza.
2. I grandi Orchi: Uruk, hobgoblin e altro
Ne Lo Hobbit Tolkien usò la parola goblin per gli Orchi di dimensioni normali e hobgoblin per descrivere gli esemplari più robusti (7). Ne il Signore degli Anelli, invece, gli esemplari più robusti sono spesso chiamati Uruk-hai (8), e sono sempre utilizzati come guerrieri. Uruk è una parola del Linguaggio Nero (9) inventato da Sauron perché fosse parlato dalle sue creature; -hai dovrebbe essere un suffisso, nella stessa lingua, per definire gruppi. Non è però chiaro se esista una unica “razza” di Uruk-hai o se ogni gruppo selezionato di Orchi particolarmente prestanti possa fregiarsi di tale nome. In particolare non è chiaro se gli Uruk-hai impiegati da Saruman
provenissero da Mordor o se fossero invece il prodotto di selezioni effettuate ad Isengard dallo stregone, che aveva incrociato anche uomini e orchi.
Si noti che gli Uruk-hai “di Saruman” riescono a correre e combattere anche sotto il sole, al contrario degli Orchi “normali” che al sole si indeboliscono molto. Ad Aragorn, mentre insegue con Gimli e Legolas gli orchi di Saruman che hanno rapito Pipino e Merry, ciò sembra dovuto al potere di Isengard che rafforza gli Orchi e spossa i “Tre cacciatori”; ma potrebbe anche essere una caratteristica di tutti gli Uruk-hai, o quantomeno di quelli impiegati da Saruman (10).
3. Gli incroci: mezz’orchi e uomini-goblin
Nel libro Saruman incrocia orchi e umani. I risultati di questo ibrido sono il tizio strabico incontrato a Brea (che poi si scopre essere una spia di Saruman “convinta” dai Nazgul a lavorare per loro) (11), molti combattenti visti uscire da Isengard da Pipino e Merry (12) e alcuni di quelli uccisi da Boromir difendendo i due hobbit, come ci dice Aragorn (13). Hanno dimensioni umane, anche se non è chiaro se siano più grandi degli Uruk-hai. Come gli esseri umani, dai quali sembrano derivare, non soffrono di alcuna debolezza in presenza del sole. Non si sa se i mezz’orchi siano fertili o sterili.
Non è chiaro nemmeno se ci sia un unico tipo di mezz’orchi (ad esempio con madri umane e padri orchi) o se esistano anche degli “uomini-goblin” (padri umani e madri orchesse? un genitore mezz’orco e un genitore orco? Non si sa) più simili dei primi agli Orchi. Gamling nella battaglia del Trombatorrrione afferma che esistono entrambi (14) i tipi. Se ciò sia dovuto a una sua specifica conoscenza dell’esistenza di due ibridi diversi oppure sia una sua ipotesi basata solo sull’aspetto “più orchesco” di alcuni dei “mezz’orchi” non è dato sapere.
Note:
1. Il Silmarillion, cap. 3
2. Come scritto nel capitolo Myths Transformed del volume Morgoth’s Ring
3. Il Silmarillion, cap. 3
4. Più correttamente, “longevità seriale”, come spiega nelle lettere 208 e 211
5. Gorbag dice: “c’è qualcuno che vaga qui intorno, più pericoloso del più dannato dei ribelli vissuti nei tempi malvagi, fin dal tempo del Grande Assedio. Qualcosa si è introdotta”.
Il Signore degli Anelli IV.10, traduzione mia.
Il “Grande Assedio” di cui parla è quello di Elendil e Gil-Galad a Mordor, alla fine della Seconda.
6. Suo padre Azog fu ucciso alle porte di Moria nel 2799: pertanto Borg, ucciso nella Battaglia dei Cinque Eserciti nel 2941 ha non meno di 142 anni
7. Malgrado gli hobgoblin nella letteratura precedente fossero esemplari di orchi più piccoli del normale. Da una nota alla Lettera 319: “l’affermazione che gli Hobgoblin siano “la specie più grossa” è il contrario dell’originale verità” (traduzione mia)
8. “Negli ultimi anni di Denethor I apparve per la prima volta, proveniente da Mordor, la razza degli Uruk, Orchi neri di notevole forza fisica, che nel 2475 invasero l’Ithilien e si impadronirono di Osgiliath”. – Il Signore degli Anelli, Appendice A
9. “Orchi è il nome dato a questo popolo malefico dalle altre genti, adottato in origine dai Rohirrim. In Sindarin il nome era orch, indubbiamente imparentato con il termine uruk nel Linguaggio Nero, benché questo venisse di solito esclusivamente applicato ai grossi Orchi soldati provenienti da Mordor e da Isengard”. – Il Signore degli Anelli, Appendice F
10. “Noi siamo gli Uruk-hai: non interrompiamo la battaglia né di notte né di giorno, né col sole né con la tempesta. Noi uccidiamo, col sole e con la luna”. – Il Signore degli Anelli, III.7
11. Frodo vide dietro una fitta siepe una casa scura e trascurata: l’ultima del villaggio. A una delle finestre notò una faccia olivastra ed equivoca dagli occhi strabici, che sparì di colpo. “Ecco dove si nasconde il tipo del Sud!”, si disse. “Pare proprio uno spirito maligno”. – Il Signore degli Anelli I.9
12. “Vidi partire il nemico: […]. Molti portavano fiaccole, e il bagliore mi permise di distinguere i loro volti. La maggior parte erano Uomini normali, alquanto alti, bruni, seri, ma non particolarmente crudeli e malvagi. Ma ve ne erano altri orribili: alti come Uomini, col viso di Orchi, olivastri, equivoci, con occhi obliqui. Sapete, mi ricordarono subito quel tale del Sud a Brea; la somiglianza con gli Orchi non era però altrettanto palese”. – Il Signore degli Anelli III.9
13. “Aragorn, guardando i corpi dei caduti, disse: “Molti di costoro non provengono da Mordor. Alcuni sono del Nord, delle Montagne Nebbiose; chiunque conosca gli Orchi e la loro razza se ne può rendere conto. Altri mi sono del tutto ignoti. Dalla maniera in cui vestono non parrebbero neppure Orchi!”. Quattro soldati erano più alti, di carnagione bruna, con occhi obliqui, mani grandi e gambe massicce. Invece delle comuni scimitarre ricurve degli Orchi avevano spade corte e larghe e archi di legno di tasso, uguali a quelli degli Uomini. – Il Signore degli Anelli III.1
14. “Ma queste creature d’Isengard, questi mezzi-orchi e uomini-goblin creati dall’infame arte di Saruman, non si scoraggeranno certo di fronte al sole”, disse Gamling.” – Il Signore degli Anelli III.7
Finisce in un museo il diario di R.W. Chambers
Il Comox Museum and Archives ha recentemente donato un volume autografo della British Red Cross Society risalente alla prima guerra mondiale al British Red Cross museum and archives: la particolarità di questo diario, scritto tra il 1915 e il 1916 nel secondo ospedale della British Red Cross Society di Rouan (Francia), è di essere appartenuto a Raymond Wilson Chambers, studioso, accademico ed autore inglese, nonché amico di J. R. R. Tolkien.
Il caso ha condotto il libro al Comox Museum, ma i direttori hanno deciso che dovesse tornare a Londra, città dove Chambers studiò e insegnò.
La riunione della scuola Tradizionale a Rimini
L’incontro clou degli eventi su Tolkien durante il Cartoon Club di Rimini sarà quello di domenica 23 luglio alle ore 18.00, Tolkien, il Signore della Fantasia, che vedrà gli interventi di Oronzo Cilli, Adolfo Morganti e Domenico Dimichino, presidente Società Tolkieniana Italiana, moderato da Giovanni Carmine Costabile. L’evento è molto particolare perché sancisce la ricomposizione di una frattura all’interno della società più vecchia d’Italia. Nell’agosto del 2006, Adolfo Morganti, socio storico della STI, se ne andò sbattendo la porta e dimettendosi dalle cariche di vicepresidente, consigliere, socio e «da direttore di quella sfortunata rivista che si chiama Minas Tirith», come scrisse nella lettera inviata al direttivo. La Società annunciò poi che Morganti non aveva mai ricoperto quest’ultima carica, ma che ne era stato solo il responsabile esecutivo e denunciò il fatto che sull’ultimo numero della rivista il logo della casa editrice Il Cerchio aveva sostituito in copertina quello della STI come era nelle precedenti pubblicazioni.
Più di dieci anni dopo quella ferita sembra ora rimarginata,
con l’ex vicepresidente della STI seduto per la prima volta pubblicamente allo stesso tavolo dell’attuale presidente, che è lo stesso di allora. Questa ricomposizione, a ben vedere, può essere letta in maniera più profonda come una riunione della scuola Tradizionale, da sempre divisa in due anime, che negli ultimi dieci anni sono state quasi in contrapposizione, con manifestazioni anche nello stesso giorno. Ma per capire tutto ciò bisogna fare un passo indietro.
A Rimini c’è Tolkien tra fumetti e cartoon
Rimini ospita anche quest’anno il Cartoon Club, Festival internazionale dedicato al cinema d’animazione, al fumetto e ai videogiochi. Quest’anno il cuore della manifestazione si svolgerà dal 17 al 23 Luglio 2016, in piazzale Federico Fellini. Una settimana ricca di eventi con proiezioni di film, concerti, incontri con autori, registi e case editrici, workshop, che si arricchisce dal 20 al 23 luglio con Riminicomix, la mostra-mercato che accoglie editori e fumetti d’antiquariato, e poi la Cosplay Convention, che coinvolge migliaia di giovani, che vestono i costumi dei loro eroi a fumetti, di quelli del grande schermo, ma anche delle più conosciute serie tv e che quest’anno lascia più spazio ai games in tutte le varie tipologie. Il clou degli eventi sarà dal 17 al 23 luglio con la proiezione di monografie, serie tv, cortometraggi e lungometraggi d’autore (oltre 250 cortometraggi animati, provenienti da tutta Europa, Stati Uniti e Asia compresi. Ma in questa baraonda di eventi, c’è tempo per occuparsi anche di J.R.R. Tolkien.
La Festa dell’Unicorno torna il 21, 22 e 23 luglio
L’appuntamento annuale a Vinci dedicato agli amanti del fantasy si rinnova: il weekend dal 21 al 23 luglio torna la Festa dell’Unicorno, giunta alla tredicesima edizione.
Nel cuore medioevale della festa troverete la «Cittadella dei Cavalieri», mentre nella «Rocca incantata» tutti possono diventare guerrieri combattenti o assistere a concerti e dimostrazioni di giochi di ruolo dal vivo. Nella «Corte dei sogni» si terranno danze e musiche, mentre nella «Baia dei pirati» si terranno i cortei degli sbandieratori e le animazioni in tema picaresco.
L’area «Fumetti e follie» dedicata alle nuvole parlanti, ai videogiochi e al cosplay ospiterà incontri con gli autori e la gara cosplay. La «Città degli Incubi» con l’area zombi, la escape room a tema horror e il vicolo della paura sarà dedicata agli aspetti più macabri dell’immaginario. L’«Abisso d’Acciaio» sarà l’ambientazione più futuristica, con l’area Star Wars e i duelli di spade laser, Stargate e il mondo del Doctor Who. Infine, non manca un’area dedicata ai più piccoli, il «Villaggio degli Gnomi». Non mancheranno due eventi a forte ispirazione tolkieniana: il matrimonio elfico e la Parata degli Elfi. Questa l’eredità delle precedenti edizioni, ma la Festa dell’Unicorno ha in serbo anche molto altro per l’edizione del 2017!
Tolkien Estate e Warner Bros trovano l’accordo
Nel 2012, poco prima dell’uscita nelle sale cinematografiche del primo capitolo della trilogia jacksoniana tratta da Lo Hobbit, la Tolkien Estate, assieme alla HarperCollins Publishers aveva citato in tribunale la Warner Bros, la famosa casa di produzione cinematografica statunitense che gestisce La società sussidiaria New Line Cinema e la Saul Zaentz Co., ovvero la casa di produzione indipendente che detiene i diritti d’autore (il cinematografo Saul Zaentz acquistò tali diritti nel 1976 e oggi, attraverso la Middle-earth Enterprises possiede in tutto il mondo i diritti di sfruttamento di Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli nelle versioni per il cinema, il teatro e i diritti di merchandising). La Tolkien Estate aveva intrapreso le vie legali a seguito della creazione di giochi d’azzardo online quali Lord of the Rings Casino Game, di cui era venuta a conoscenza in maniera alquanto peculiare: una e-mail di spam era arrivata al suo avvocato nel settembre 2010.
Quando la Tolkien Estate aveva mosso i primi passi nel 2012 l’AIST aveva riportato la notizia (leggi l’articolo Ora le slot machine: la denuncia della Tolkien Estate) e ne aveva seguito gli sviluppi l’anno successivo (con l’articolo Primo round a Warner sulla Tolkien Estate): non potevamo quindi mancare di riportare la risoluzione della vicenda.
Sulle orme di Tolkien 4: il convegno medievale
Essere a Leeds in questi giorni, ci dà la possibilità di partecipare al Congresso Internazionale Medievale (IMC), che lo splendido quadrante universitario di Leeds ospita dal 3 al 6 luglio. Organizzato dall’Istituto per gli Studi Medievali, sin dal suo inizio nel 1994, il congresso si è affermato come un evento annuale con una presenza di oltre 2.200 medievalisti provenienti da tutto il mondo. Quest’anno intervengono medievalisti provenienti da oltre 50 Paesi, con ben 2.000 interventi individuali e 600 sessioni accademiche, oltre a una vasta gamma di spettacoli, letture, tavole rotonde, escursioni e laboratori: l’IMC è la più grande riunione annuale d’Europa. In questo è molto simile all’International Congress on Medieval Studies che si svolge ogni a Kalamazoo, nel Michigan (Usa), ma che riunisce oltre tremila studiosi interessati agli Studi Medievali. Al suo interno, prevede il «Tolkien at Kalamazoo», la sezione dedicata a Tolkien, che ormai comprende 6 sessioni di conferenze, 2 sessioni sull’influenza sugli scrittori successivi, un conferenza filologica, due spettacoli, un dramma recitato e anche un incontro commerciale, tutti dedicati a J.R.R. Tolkien… Tra l’altro, quest’anno tutto l’evento è cresciuto moltissimo dando largo spazio a laboratori di calligrafia, lezioni di spada medievale e spettacoli dal vivo.
In occasione con l’inizio della nuova stagione di Game of Thrones il 16 luglio in Inghilterra (da noi in Italia in contemporanea con gli Usa alle 3 di notte del 17), i visitatori del campus possono farsi fotografare su una replica del Trono di Spade di Westeros, firmato dai membri del cast della serie della HBO. La cosa che però mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta è stata la Book Fair, la sezione dedicata agli editori specializzati sul Medioevo e il medievalismo: due ali dell’istituto completamente dedicate ai libri, con pubblicazioni mai viste. Saranno stati più di un centinaio di editori e oltre ventimila titoli: una cosa mai vista! Quando abbiamo fatto la pausa tutto l’edificio era peino di gente a comprare libri…
Sulle orme di Tolkien 3: a Leeds per il seminario
Dopo tre giorni a Oxford, passati per lo più nella Bodleian Library a studiare i documenti, ci siamo trasferiti a Leeds, nel nord dell’Inghilterra. A dire il vero, il viaggio è stato un po’ rocambolesco, ma è sufficiente dire che la tanto declamata puntualità britannica non si applica più né ai treni né alle corriere. L’unica possibile scusante può essere stata che a Oxford si festeggiava proprio quel giorno l’Alice Day, il giorno dedicato ad Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, con tanto di persone vestite da Cappellaio Matto e Bianconiglio. Sono sicuro che se avessi chiesto i motivi del ritardo, il capostazione ci avrebbe risposto: «Perché è sempre l’ora del tè, e negli intervalli non abbiamo il tempo di lavare le tazze».
Sulle orme di Tolkien 2: lo studio alla Bodleian
Il cuore dell’Università di Oxford è la Biblioteca Bodleian, una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo. Questo immenso esempio di gotico inglese è una delle più grandi biblioteche del mondo e contiene più di undici milioni di opere stampate, oltre 50.000 e-journals e tanto altro materiale su supporti diversi. In base a un accordo risalente al XVI secolo, la biblioteca accoglie una copia di ogni libro, rivista o fumetto venga pubblicato pubblicato nel Regno Unito. La biblioteca storica di Oxford è il simbolo degli studi e degli studiosi. Secoli di storia e di studi si respirano in questi antichi locali, in parte attrezzati come alle origini, ma con sistemi di catalogazione al passo con i tempi.
Visitare la Bodleian Library è una esperienza che ti resta dentro.
Seguire stanza dopo stanza un percorso nel tempo e nella tradizione che formano la cultura europea. Regolarmente in funzione per studenti e studiosi, è aperta anche al pubblico e oggetto di visite guidate con partenze ogni mezz’ora e di durata variabile. Un peccato che l’accesso alla Bodleian sia in questo caso limitato a due sole ali dell’intera struttura, cioè appena il 5% di tutte le sale della biblioteca.
Anche così però sono molte le cose da visitare: la sala quattrocentesca della scuola di teologia (Divinity School), la Convocation House and Chancelor’s Court del XVII secolo, la biblioteca quattrocentesca di Humphrey, duca di Gloucester e fratello di re Enrico V, e infine l’interno della Radcliffe Camera. La Divinity School è l’aula più antica dell’università con il soffitto con volta a costoloni, ancora oggi viene usata come “spogliatoio” per il laureandi che sfileranno verso il teatro. Di recente è più nota per essere stata una delle location dei film di Harry Potter, per l’esattezza l’infermeria (del secondo) e il salone delle prove di ballo (del quarto).
La mia preferita rimane però la Duke Humfrey’s Library, anch’essa utilizzata come Biblioteca di Hogwarts, che è la più antica sala di lettura della Bodleian Library ed è ora supervisionata dal Reader Services Department, cioè è una sala di lettura e consultazione. Qui hanno studiato cinque re, 40 premi Nobel, 25 primi ministri inglesi e scrittori come Oscar Wilde, C.S. Lewis e naturalmente Tolkien. È affascinante aggirarsi tra scaffali zeppi di libri antichi molti dei quali di grande pregio. Assai pregevole e caratteristico del periodo lo stile gotico delle strutture. Una biblioteca monumentale meravigliosa e suggestiva, con ambienti talmente suggestivi che restano impressi nella memoria, a lungo. Insomma, se passate da quelle parti… fermatevi a studiare, non si sa mai!
Sulle orme di Tolkien 1: l’AIST a Oxford e Leeds
Per chi studia le opere di J.R.R. Tolkien dovrebbe essere una tappa fissa. Così per la terza volta, abbiamo deciso di tornare a sfogliare e studiare i manoscritti a Oxford. La decisione ha coinvolto il presidente Roberto Arduini e il vicepresidente Claudio Antonio Testi, che per l’occasione hanno accettato di tenere un breve diario di viaggio, così da soddisfare la curiosità anche dei lettori del sito web. La Bodleian Library è uno dei due istituti in cui sono conservati i manoscritti di Tolkien. Il viaggio si è però trasformato in un percorso indietro nel tempo, sulle orme della vita dello scrittore, anche fuori dell’università, in quei luoghi che lo videro muoversi, discutere, ridere e bere… Ecco la prima puntata del diario di viaggio che toccherà sia Oxford sia Leeds, le due città in cui Tolkien visse e insegnò. Buona lettura!















