Dopo Epic Scenes for the Silmarillion e Musical Chapters from the Lord of the Rings, di cui abbiamo parlato rispettivamente qui e qui, arriverà nel corso del 2026 l’adattamento operistico del compositore inglese Paul Corfield Godfrey dedicato a Lo Hobbit ovvero Musical Chapters from the Hobbit.
L’opera originale dedicata allo Hobbit è stata composta in realtà più di 50 anni fa, prima del lavoro dedicato al Silmarillion. Per l’occasione è stata rivista e adattata per essere inserita all’interno del ciclo musicale completo dedicato da Paul Corfield Godfrey al professore di Oxford.
Rhino Records ha annunciato una nuova edizione della colonna sonora del Signore degli Anelli, composta da Howard Shore. In uscita il 3 ottobre 2025, sarà composta da tre doppi dischi.
I RuinThrone, gruppo power metal romano, saranno protagonisti del concerto che si terrà al teatro comunale di Dozza il prossimo 27 settembre, in chiusura del primo giorno dell’evento “Rings70: i settant’anni del Signore degli Anelli”, con un inedito set acustico. Per l’occasione, li abbiamo incontrati per parlare della loro passione per Tolkien e del disco che hanno dedicato proprio al Professore, “The Unconscious Mind of Arda”.
Due anni fa – tra il 30 agosto e il 1° settembre del 2023 – nasceva a Mirandola (MO) il Tolkien Music Festival, a detta degli organizzatori, molto probabilmente a ragion veduta, il “primo festival musicale in Italia interamente dedicato a J.R.R. Tolkien”. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Culturale Amici della Musica di Mirandola e concepita sin dagli esordi come un evento di carattere biennale, torna quest’anno con la sua seconda edizione a occupare gli spazi del parco La Favorita tra il 30 e il 31 Agosto.
Dopo il successo del precedente Epic Scenes from the Silmarillion, di cui abbiamo parlato qui, Paul Corfield Godfrey e il suo trust Zarathustrahanno ripreso in mano gli episodi, i frammenti e le bozze musicali su cui il compositore inglese ha lavorato sin dagli anni ’60 per realizzare Musical Chapters from the Lord of the Rings, un adattamento operistico del Signore degli Anelli. Volante Opera Productionsha completato le registrazioni della demo dell’intero ciclo che sarà disponibile in un cofanetto dal 5 settembre 2025.
Fra i molti talenti di J.R.R. Tolkien sicuramente non c’era quello per la musica:
Io amo la musica, ma non ho inclinazione; e gli sforzi sprecati per imparare a suonare il violino in gioventù mi hanno solo lasciato un timore quasi reverenziale quando mi trovo in presenza di violinisti. Lettera 142
La musica mi dà grande piacere e a volte ispirazione, ma rimango nella posizione rovesciata di uno che ami leggere o sentire recitare la poesia, ma sappia poco della sua tecnica o tradizione, o della struttura linguistica. Lettera 260
Ciò nonostante è innegabile come la musica permei le opere del professore: Eä – l’universo da lui sub-creato – prende vita, sia letteralmente che letterariamente, dall’Ainulindalë – LaMusica degli Ainur, la prima parte del Silmarillion e, secondo un recente studio di John Garth – vedi The Lost Tales Never End, The Chronology of Creation: How J.R.R. Tolkien Misremembered the Beginnings of his Mythology – una delle prime storie dei Racconti Perduti a essere stata scritta fra il 1916 e il 1917. Inoltre, in quella che forse era la storia a lui più cara, Beren e Lúthien, è proprio la canzone della principessa elfica a commuovere perfino Mandos e a permettere il ritorno in vita del suo sposo mortale. Ad esclusione di alcuni primi adattamenti per la radio, furono relativamente poche le collaborazioni che, durante la vita dell’autore, permisero ad altre menti e altre mani di cimentarsi con la Terra di mezzo. Fra queste, figura quella con Donald Swann. Nel 1965, infatti, il compositore britannico, per il suo personale diletto, decise di mettere in musica sei poesie di Tolkien, nello stile della folk music tradizionale inglese. In seguito Swann contattò Tolkien e il suo editore, per ottenere il permesso di pubblicare ed eseguire queste canzoni in pubblico. Il professore apprezzò molto queste musiche, ma disse a Swann che per Namárië avrebbe preferito uno stile più simile al canto gregoriano. Questo commento portò alla realizzazione di una seconda versione di Namárië in quello stile e alla conseguente pubblicazione del libro/album The Road Goes Ever On: A Song Cycle (proprio in questi giorni abbiamo dato la notizia di un’asta incentrata sulla corrispondenza fra Tolkien e Swann). Naturalmente, come ben illustrano i molti articoli pubblicati su questo sito dedicati all’argomento, a 50 anni dalla scomparsa del professore sono ormai innumerevoli le opere musicali di tutti i generi ispirate alle creazioni letterarie del professore oxoniense. Pochi però sono gli adattamenti e le sub-creazioni ad aver ricevuto l’approvazione del Tolkien Estate e il pieno appoggio di Christopher Tolkien. Fra questi figurano le opere del Ciclo di Tolkien di Paul Corfield Godfrey, che nel 2023 ha finalmente ultimato e pubblicato il suo Epic Scenes from the Silmarillion, in 5 parti, e recentemente ha annunciato la prossima pubblicazione di The Hobbit e di The Lord of the Rings.
Sabato 22 giugno, nel Chiostro dell’antico convento di San Francesco D’Assisi a Mirandola è stato messo in scena lo spettacolo serale “Lords of the Rings in concerto – La Storia di Beren e Lúthien – parte prima: La gemma e il giuramento“, definito dagli organizzatori un «racconto scenico e musicale di una delle più affascinanti vicende della Terra di Mezzo». Già nel 2023, e precisamente il 30 settembre e 1 ottobre presso il parco de La Favorita di Mirandola (Modena) si era svolta la prima edizione del Tolkien Music Festival, nel cui ambito nasce La Storia di Beren e Lúthien.
Il Tolkien Music Festival
Questa manifestazione ha visto la luce solo recentemente — più precisamente lo scorso autunno — ed è organizzata dall’Associazione Culturale Amici della Musica di Mirandola, che quest’anno festeggia 40 anni di attività. L’Associazione, che, secondo il direttore artistico Lucio Carpani, conta al suo interno «molti appassionati di Tolkien e del Signore degli Anelli» ha voluto dar vita a questo evento in occasione del cinquantenario della scomparsa dell’autore oxoniense (ne abbiamo parlato qui). Durante l’ultima edizione del festival, che avrà una cadenza biennale, all’interno del parco La Favorita di Mirandola, sono stati organizzati concerti, un mercatino con stand gastronomici e non solo, laboratori e attività per adulti e bambini, il tutto con al centro Tolkien e la musica.
La gemma e il giuramento
La Storia di Beren e Lúthien è un progetto molto ambizioso che sarà messo in scena in più parti (probabilmente quattro) nel corso dei prossimi anni. Questa è una delle Grandi Storie, quelle che nell’intento dell’autore avrebbero dovuto costituire il nucleo principale del Silmarillion. Tolkien teneva molto a questo racconto e ne parla alcune volte nelle sue lettere:
“La principale fra le storie del Silmarillion, e anche una delle più sviluppate, è la Storia di Beren e della fanciulla elfica Lúthien. Qui incontriamo, fra le altre cose, il primo esempio del tema (che diventerà fondamentale con gli Hobbit) che le grandi linee della storia del mondo, “le ruote del mondo”, sono spesso girate non dai Signori o dai governanti, e nemmeno dagli dèi, ma da quelli che sono apparentemente sconosciuti e deboli, e questo a causa della vita segreta nella creazione, e della parte inconoscibile a ogni saggezza tranne Una, che consiste nell’intrusione dei Figli di Dio nel Dramma. È Beren il mortale fuorilegge a riuscire (con l’aiuto di Lúthien, una semplice fanciulla anche se di sangue elfico reale) dove tutti gli eserciti e i guerrieri avevano fallito: egli penetra nella fortezza del Nemico e strappa uno dei Silmarilli dalla Corona di Ferro. Così egli ottiene la mano di Lúthien e si realizza il primo matrimonio fra un mortale e un’immortale. Di per sé la storia è una fantasia eroico-fiabesca (secondo me bella e potente), apprezzabile anche con solo una conoscenza vaga e molto generale degli antefatti.”
Lettera 133 a Milton Waldman del 1951
Ma la mitologia (con le lingue associate) ha iniziato a prendere forma durante la guerra del 1914-18. “La Caduta di Gondolin (e la nascita di Eärendil) fu scritta in ospedale nel 1916 mentre ero in licenza per malattia dopo essere sopravvissuto alla battaglia della Somme. Il cuore della mitologia, la vicenda di Lúthien Tinúviel e Beren, scaturì da una piccola radura in mezzo a un bosco piena di “cicuta” (o qualche altra ombrellifera bianca) vicino a Roos sulla penisola di Holderness, dove andavo saltuariamente quando ero libero dai doveri reggimentali mentre ero assegnato al presidio sullo Humber nel 1918.”
Lettera 165 alla Houghton Mifflin Co. del 1955
La prima parte di questo spettacolo musicale in più atti, La gemma e il giuramento, inizia con un dispositivo molto caro al Professore, quello della cornice: la scena si apre infatti su un accampamento di soldati di Rohan, in viaggio verso Minas Tirith con il compito di recuperare la salma del loro defunto re, perito durante la battaglia del Pelennor. Nell’accampamento sopraggiungono due cantastorie, anch’essi in viaggio verso la capitale di Gondor. I due sono stati ingaggiati da Re Elessar per narrare la vicenda di Beren e Lúthien, tanto cara ad Aragorn e alla sua sposa Arwen, in cui le vicende dei loro antichi antenati, anch’essi un uomo e un’elfa, in un certo senso, rivive. Così, in cambio dell’ospitalità offerta dai Rohirrim, i due cantastorie iniziano a narrare la prima parte della cerca del Silmaril, dalle vicende di Beren il fuorilegge nel Dorthonion al suo incontro con Lúthien nei boschi del Doriath. La gemma e il giuramento copre infatti i primi quattro canti del Lai del Leithian, toccando tutti i punti principali della vicenda: di come un tempo Re Thingol regnasse sul reame elfico del Doriath, nel Beleriand, e di sua figlia, la più bella fra gli Elfi; di come Beren sopravvisse allo sterminio del padre Barahir e dei suoi compagni grazie all’avvertimento del fantasma di Gorlim il traditore; della sua fama di fuorilegge nel Dorthonion e del suo viaggio verso sud dopo il recupero dell’anello di Barahir, e di come giunto nelle foreste del Doriath incontri la fanciulla elfica Lúthien e se ne innamori; e infine del confronto fra re Thingol e Beren e della promessa di quest’ultimo di strappare un Silmaril dalla corona di ferro in cambio della mano di Lúthien.
Lo spettacolo si compone di una parte narrativa, nella quale le vicende di Beren e Lúthien vengono raccontate attraverso una selezione di testi, in italiano, estratti dal Silmarillion e dal Lai del Leithian e da una parte musicale in cui gli stessi episodi vengono messi in risalto ed espansi da un coro, che in questo caso canta in inglese, accompagnato da un quartetto d’archi, arpa e percussioni. La narrazione è affidata alle voci esperte di Edoardo Siravo e Gabriella Casali, che interpretano il ruolo dei due cantastorie. Le voci del coro sono quelle dei giovani cantanti dell’Ensemble Augusta, un gruppo specializzato in narrazioni musicali dove il racconto di storie si miscela alla musica. Le musiche e i testi affidati al coro sono del maestro Lucio Carpani, che per questi ultimi compie una rielaborazione del Lai del Leithian. Le scenografie, fornite dai cosplayer del gruppo Éored of East Mark, alcuni dei quali si sono prestati anche a interpretare il gruppo di guerrieri del Mark, sono minimali, ma ben si sposano con il contesto del chiostro di San Francesco, le cui colonne, grazie alle luci e alla musica, richiamano alla mente quelle delle mille caverne di Menegroth.
La messinscena, che dura meno di due ore, scorre veloce e risulta apprezzabile anche a un pubblico (in presenza) non composto esclusivamente da appassionati del Signore degli Anelli. La parte recitata e soprattutto le musiche e i cori contribuiscono a trasportare lo spettatore all’interno della vicenda, rendendo perfettamente le atmosfere di ciascuna scena: i boschi del Dorthonion infestati dagli orchi, la potenza di Re Thingol e quella ancor più grande e minacciosa di Morgoth, le foreste del Doriath. Nel complesso lo spettacolo dimostra quello che possono ottenere “altre menti e mani, che praticassero il disegno, la musica e il teatro” quando applicate al Legendarium. A proposito di disegno, la locandina dello spettacolo è stata realizzata da Samuele Gabbanini, giovane illustratore che ha partecipato al concorso artistico bandito in occasione del Tolkien Music Festival nel 2023 e che ha realizzato anche le altre sei illustrazioni incluse in questo articolo. Chi non avesse potuto vedere la rappresentazione, può trovarne una registrazione on-line sul canale Valinor.
Il 24 settembre 2022, presso il Centro Sociale Venezia in via Lombroso 3 a Reggio Emilia, si terrà la seconda edizione di Reggio Fantastica. Dalle 15.00 su maxi-schermo in aula interna si giocherà a titoli Nintendo Switch – come Mario Kart e Super Smash Bros. — e verranno organizzate sessioni di boardgames e giochi di ruolo, a cura dell’Associazione Culturale Ludicars. Alle 21.00 si esibiranno i Lingalad in concerto, storica band folk-rock con melodie ispirate alle voci dei boschi e alle opere fantasy di J.R.R. Tolkien e del Signore degli Anelli. La band ha suonato alla prima del film “Il Ritorno del Re” nel 2003, ricevendo plausi da Priscilla Tolkien, figlia del Professore di Oxford.
La cucina del Centro Sociale aprirà dalle 19:00 e si potrà mangiare gnocco fritto fatto a mano sotto le stelle prima dello spettacolo. L’evento è ad accesso gratuito e la prenotazione non è necessaria. Per informazioni: 377 3792367 (solo Whatsapp\Telegram) – centrosocialevenezia@gmail.com
L’evento è realizzato nell’ambito del progetto “Rosa dei Venti”. Il ricavato della cassetta delle offerte sarà devoluto a favore di Cooperativa Hikikomori Onlus, per aiutare le progettualità sul territorio di Reggio Emilia contro il ritiro sociale, abbandono scolastico e sindrome di Hikikomori.
Venerdì 24 gennaio 2020 dalle ore 18:30 a Roma presso la libreria Feltrinelli di Via Appia Nuova 427, verrà presentato “Trilogy” (etichetta Felmay), il nuovo album d’inediti di Arturo Stàlteri, tra i pianisti contemporanei più conosciuti e apprezzati in Europa, nonché storico conduttore di Rai Radio 3. A quasi due anni da “Low & Loud”, il musicista in quest’opera si è ispirato al numero tre, nei suoi numerosi significati: 11 brani in cui è assoluto protagonista con il suo pianoforte fatta eccezione per la partecipazione di Laura Pierazzuoli al violoncello e Federica Torbidoni al flauto in alcuni pezzi. Ma per gli appassionati di J.R.R. Tolkien è importante sapere che l’album contiene un brano ispirato a Il Signore degli Anelli che si intitola “Tre Anelli ai Re degli Elfi”.
Come “suonano” le poesie del Signore degli Anelli?
Lo scopriamo grazie alla voce di Emidio Clementi, cantante dei Massimo Volume e scrittore, che ha letto alcune poesie presenti nella prima parte del romanzo, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica. Chi ha già avuto modo di leggere questa edizione avrà anche notato il contrasto tra la fluidità e la snellezza della prosa, da un lato, e il registro alto, la musicalità e il ritmo della poesia dall’altro. Una delle funzioni delle poesie nel Signore degli Anelli è quella di creare l’effetto profondità: alcuni dei componimenti che i vari personaggi declamano evocano i miti del passato ancestrale, della Prima Era, e sono popolati da eroi celebri, come Beren e Lúthien, Eärendil, o contengono invocazioni alle divinità, come Elbereth Gilthoniel/Varda. Per altro, fino al 1977, quando venne dato alle stampe Il Silmarillion, le poesie del Signore degli Anelli sono state pressoché l’unica fonte per conoscere quei miti. Sono storie che, nella finzione del racconto, vengono tramandate soprattutto oralmente e dunque hanno bisogno del supporto di “bardi” e “aedi” con buona memoria e buona voce. L’indicazione è chiara, infatti: la poesia andrebbe letta a voce, come fosse un canto. E allora ecco un cantante che mette a disposizione la propria di voce, per farci sentire come “suonano” le poesie di Tolkien nella traduzione di un poeta traduttore.
Buon ascolto.
Si chiama Allegro con brio e chiuderà la stagione sinfonica di Piacenza: sabato 16 giugno alle ore 17 alla Sala dei Teatini del teatro municipale della città è in programma il concerto a ingresso libero dell’Orchestra di Fiati dei Conservatori Giuseppe Nicolini di Piacenza e Giuseppe Verdi di Milano, diretta da Johan de Meij, con Hans de Jong al sax alto. Il programma del concerto è la sintesi di un percorso di collaborazione fra il Conservatorio Nicolini di Piacenza e il Conservatorio Verdi di Milano nell’ambito del progetto MIlanoPIACEnza…suonare insieme che ha avuto come promotori Luciano Caggiati, titolare della cattedra di tromba e direttore dell’Orchestra di Fiati del Nicolini di Piacenza, e Sandro Satanassi titolare della cattedra di strumentazione e composizione per Orchestra di fiati del Verdi di Milano. Perché trattiamo di questo evento? Perché una delle tre composizioni che saranno eseguite sarà dedicata a J.R.R. Tolkien, la Sinfonia n.1, Il Signore degli Anelli.
I fiordi, i mari in tempesta e le aspre scogliere, ma anche le avventure fiabesche di creature magiche e le saghe dei popoli antichi che piacevano tanto a J.R.R. Tolkien e che tornano anche nelle sue opere, ispirano oggi anche il rock progressive scandinavo. Il 14 ottobre dalle 15 alle 18,30 sulla meravigliosa terrazza del Circolo Scandinavo di Roma, in via della Lungara 231, verrà presentata la stagione di concerti e manifestazioni culturali del Live eXperiment, l’associazione che da anni organizza concerti con band nordiche. E un piccolo spazio sarà dedicato anche all’autore del Signore deli Anelli e all’AIST.
Come tutti i lettori tolkieniani sanno bene, la musica ha un ruolo molto importante nelle opere del professore, tanto che si trova ad essere il mezzo con il quale Eru Iluvatar, coadiuvato dagli Ainur, crea l’intero mondo di Arda. Non solo: assai di frequente si incontrano nelle storie della Terra di Mezzo canti e poesie, che vanno dalle allegre canzoni da taverna degli hobbit agli eleganti e malinconici canti elfici per Elbereth, fino alla storia di Beren e Luthien cantata da Aragorn intorno al fuoco. La musica dunque serve per raccontare storie e suscitare emozioni e per questo Tolkien è stato di ispirazione a molti gruppi rock di tutta Europa. In occasione del 125° anniversario della nascita di J.R.R. Tolkien che si è svolto il 3 gennaio scorso, giovedì 25 maggio, alle ore 18 presso la Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani, in via Francesco Sforza 7 a Milano, Il mondo musicale de Il Signore degli anelli e i suoi influssi sul rock. Organizzato da Biblioteca Sormani e Serate Musicali, sarà tenuto da Maurizio Principato, mentre Maddalena Scagnelli (voce – violino e salterio ad arco) e Sara Pavesi (arpa anglica di piccola taglia) faranno rivivere le atmosfere leggendarie eseguendo alcuni brani celeberrimi del repertorio medievale anglosassone e alcune ballate tradizionali nate tra Scozia, Islanda e Irlanda.
Torna a Roma dal 22 al 30 aprile 2017 AmArte, giunta alla quarta edizione, che si terrà a Roma nel V Municipio, presso la Casa della Cultura di Villa De Sanctis, in via dei Gordiani 5. Nata come risposta a una fame di cultura e creatività che pervade le periferie di Roma, AmArte è il grido di orgoglio delle periferie, sempre più abbandonate a se stesse, da una politica sempre più virtuale e lontana dai problemi concreti, che non fa che riempirsi la bocca di slogan e vaghe promesse. AmArte è una sfida, è l’orgoglio di voler continuare ad essere umani. Il tema di quest’anno sarà “Arte e Terremoto” e il festival è in contatto diretto con la regione Marche e con l’Università di Camerino, per affiancare alle mostre, agli eventi artistici e ai convegni delle iniziative benefiche per raccogliere fondi per la ricostruzione. L’evento si apre con la conferenza “Creatività e Libertà d’Espressione” subito dopo aperitivo artistico e degustazione di birre artigianali. Domenica, le maestre della scuola offrono dimostrazioni di alcune delle tecniche che più usiamo e nel tardo pomeriggio l’opera più votata dal pubblico riceve il premio Amarte. Sabato dalle ore 18:00 alle ore 20:00, Mauro Valentini presenterà il libro “Marta Russo Il Mistero della Sapienza”, con le musiche di Marco Abbondanzieri e Rodolfo Cubeta un’orazione civile sul caso Marta Russo.
Pochi giorni fa è stata annunciata la presenza degli Holy Martyr al Tolkien Day 2017, evento che si terrà al MACRO 128, lo spazio presso il Museo di Arte Contemporanea di Roma (Via Nizza 138, 00198 Roma), organizzato dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani in collaborazione con Ludomaniacs. La partecipazione del gruppo Epic metal italiano è dovuta alla recente pubblicazione dell’album Darkness Shall Prevail, disco interamente ispirato dalle opere di J.R.R. Tolkien. Abbiamo quindi incontrato la mente del gruppo, Ivano Spiga, per discutere della genesi e dello sviluppo del quarto full-length degli Holy Martyr. L’intervista è pubblicata in collaborazione con Metal Hammer Italia ed è stata realizzata dal caporedattore Stefano Giorgianni, autore del libro J.R.R. Tolkien Il Signore del Metallo (Tsunami edizioni, 2016), opera che sarà presentata anch’essa durante il Tolkien Day.
L’iniziativa sinfonica itinerante Lord of the Rings in Concert è tornata nelle sale da concerto italiane: l’esecuzione dal vivo delle musiche di Howard Shore per Il Signore degli Anelli di Peter Jackson (accompagnate dalla proiezione sincrona del film) fa tappa a Firenze a marzo e a Roma in giugno. Non è la prima volta, e non stupirebbe se non fosse nemmeno l’ultima, dato il successo mondiale di questa meravigliosa iniziativa che continua ad affascinare ed incantare gli spettatori.
La creazione della colonna sonora per la trilogia jacksoniana ha valso a Shore due premi Oscar (per La Compagnia dell’Anello e per Il Ritorno del Re) e l’Oscar per la migliore canzone Into the West. L’intera colonna sonora è poi confluita in una sinfonia e in una proiezione musicata dal vivo, con un posto importante lasciato al coro e agli ottoni. La musica è stata composta per il film e quindi ispirata da quest’ultimo, un legame mantenuto nella proiezione che accompagna l’esecuzione musicale.
Compositore e direttore d’orchestra, Howard Shore è vincitore di tre Oscar, altrettanti Golden Globes e quattro Grammy. Canadese di nascita, ha firmato le colonne sonore oggi considerate pietre miliari della storia del cinema come Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme o Seven di David Fincher, Ed Wood di Tim Burton e molti film per David Cronenberg e Martin Scorsese.
Come tutti i lettori tolkieniani sanno bene, la musica ha un ruolo molto importante nelle opere del Professore, tanto che si trova ad essere il mezzo con il quale Eru Iluvatar, coadiuvato dagli Ainur, crea l’intero mondo di Arda. Non solo: assai di frequente si incontrano nelle storie della Terra di Mezzo canti e poesie, che vanno dalle allegre canzoni da taverna degli hobbit, agli eleganti e malinconici inni elfici per Elbereth, alla storia di Beren e Luthien cantata da Aragorn intorno al fuoco. La musica dunque serve per raccontare storie e suscitare emozioni, facendo sì che tutti gli astanti si sentano vicini alla materia narrata, a volte trasportati in altri luoghi e altri tempi; oggi, quale tolkieniano rimarrebbe insensibile alle note di “Into the West” di Annie Lennox, o alle musiche di Howard Shore? Oltre alla monumentale colonna sonora del film esistono però altre musiche: molti artisti si sono cimentati nell’impresa di far rivivere le atmosfere della Terra di Mezzo attraverso il pentagramma.
Tre sere, tre film, tre concerti. È questa la sintesi dell’iniziativa sinfonica itinerante “LOTR in Concert”, l’esecuzione dal vivo delle musiche di Howard Shore per “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson accompagnate dalla proiezione sincrona del film. Così ora a Milano, grazie all’orchestra e coro La Verdi e alla collaborazione con la newyorkese CAMI Music LLC, la magnifica colonna sonora di Shore “La Compagnia dell’Anello” verrà eseguita da venerdì 18 marzo a domenica 20 nell’auditorium di Fondazione Cariplo. Dal 2008, oltre 200 presentazioni in concerti di singoli film della trilogia si sono tenute in Nord e Sud America, Europa, Asia e Australia, mentre la trilogia completa è stata proposta a Lucerna e Monaco di Baviera nel 2011 e al Lincoln Center di New York nel 2015. Non è la prima volta, come scritto sulla maggior parte dei siti web, che questo evento di scala mondiale arriva anche in Italia. Il 25 e 26 giugno 2009 all’Auditorium Parco della Musica di Roma, lo stesso Shore aveva diritto l’Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella prima esecuzione italiana della concerto cinematografico del Signore degli Anelli.
Torna in scena il Silmarillion. Nell’ambito della Sagra Musicale Malatestiana il 17 settembre al Teatro Novelli di Rimini, si terrà una serata tutta dedicata a J.R.R. Tolkien. Promosso dall’Istituto Musicale Lettimi, Ainulindalé, La musica degli Ainur è uno spettacolo di musica classica che presenterà le composizioni di allievi eseguite dall’Orchestra dell’Istituto Musicale Lettimi diretta da Nicolò Facciotto e con la partecipazione straordinaria di Angelo Branduardi come voce recitante. In realtà lo spettacolo non è nuovo, infatti, ne avevamo già parlato in occasione della prima esecuzione, il 25 luglio 2014 alla parrocchia di San Fortunato a Rimini. Il concerto sarà anche l’occasione per la presentazione ufficiale del Cd “Ainulindale – La Musica degli Ainur” che uscirà tra pochi giorni, anch’esso già presentato in occasione del Raduno a San Marino. La Sagra Musicale Malatestiana è una delle manifestazioni più antiche d’Italia. La sua nascita infatti risale all’estate del 1950 quando, l’allora Azienda di Soggiorno, incaricò Carlo Alberto Cappelli, all’epoca sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, di ideare e organizzare un ciclo di concerti sinfonici. Da allora la Sagra Musicale Malatestiana ha ospitato grandi orchestre sinfoniche, direttori e solisti di spicco internazionale, oltre a progetti originali dove la musica si intreccia con altre arti. La manifestazione persegue già da anni un’articolazione della programmazione che va dalla musica sinfonica, al jazz a quella barocca. «C’è un segno di modernità nel tenere insieme il nuovo ritmo che la città sta assumendo e la sua tradizione», ha detto il sindaco Andrea Gnassi. «Non abbiamo paura di miscelare tradizione e innovazione, tenendo salda una delle nostre colonne culturali identitarie con la città che cambia». Come tutti gli anni la Sagra Musicale Malatestiana dedica particolare attenzione alle eccellenze espresse dalle forze musicali cittadine ospitando nel suo cartellone l’ultimo esito di un lavoro promosso dall’Istituto di musica della città romagnola. Oltre all’esecuzione orchestrale, infatti, anche le musiche del progetto sono firmate da 4 giovani allievi dell’Istituto Musicale di Alta Formazione: Nicolò Facciotto, Mattia Guerra, Federico Mecozzi, Ivan Tiraferri.
Ci sono autori che segnano indelebilmente la storia letteraria, pagine che non verranno mai cancellate e che non si perderanno mai nelle sabbie del tempo, opere che si tramandano di generazione in generazione stregando milioni di persone in tutto il globo. J.R.R. Tolkien può senza alcun dubbio esser annoverato fra i più influenti scrittori del XXI secolo, uno dei massimi esponenti dell’arte scrittoria, filologica e linguistica dell’intera tradizione, i suoi scritti continuano ancor oggi ad affascinare nuove schiere di lettori in ogni parte del pianeta, con un nutrito esercito di appassionati, studiosi ed accademici intenti a svelare di giorno in giorno i lati più nascosti dell’impareggiabile ed inesauribile mole di componimenti prodotti e lasciati in eredità dall’autore inglese.
Anche in Piemonte, si leggono i brani di J.R.R. Tolkien. Si potrebbe commentare così lo spettacolo che si svolgerà sabato 27 settembre a Fossano, una delle sette sorelle della provincia di Cuneo. Lo spettacolo Il Potere dell’Anello si terrà alle ore 21 presso la Confraternita dei Battuti Rossi di Fossano. Come già il titolo lascia intuire, saranno letti brani delle opere di Tolkien.
Va in scena il Silmarillion. Nell’ambito del ciclo I venerdì di Scolca la sera del 25 luglio prossimo alla parrocchia di San Fortunato a Rimini sarà la prima dello spettacolo musicale Ainulindalë – La musica degli Ainur, creazione di un gruppo di quattro giovanissimi musicisti riminesi. L’Abbazia di Scolca, dal toponimo di origine germanica “skulka” che significa luogo di vedetta, nasce nel 1418 quando Carlo Malatesta dona a Pietro Ungaro la chiesa di Santa Maria Annunziata Nuova di Scolca, appena costruita a suffragio dell’anima dei genitori Galeotto e Gentile da Varano. Oggi è in atto un recupero artistico, culturale e spirituale del luogo e delle sue tradizioni. Nel 1805 la Scolca diviene sede parrocchiale intitolata a S. Fortunato vescovo di Todi.Nel 1925 è ripristinato il titolo abbaziale sotto la gestione della comunità dei monaci Olivetani. È il sesto anno che la Chiesa di San Fortunato e il sagrato antistante accolgono spettacoli che vedono alternarsi personaggi e autori di epoche diverse, collegati alla spiritualità e alla storia del luogo.
Nella scorsa parte ci eravamo lasciati in terra italica, ora facciamo una breve sosta molto vicino al nostro Paese, in Svizzera. In terra elvetica, nel 1996, nasce una band nettamente incline al folk locale: gli Excelsis. Il loro primo album ci riguarda da vicino già alla lettura del titolo, intitolato infatti Anduin the River (1997). Al suo interno vi sono canzoni come l’omonima Anduin the River, Princess of Trees, Mordor Speaks e, da non trascurare anche se al di fuori del tema, In the Highlands, dove la voce del cantante si avvicina a grandi linee a quella di Hansi dei Blind Guardian. Inseriamo alcuni versi dei testi per ciascuna canzone:
Pull harder, pull faster…we’re rowing on the river
We search the riverside for the escape route in the night
This is no time to turn back now
Pull harder, pull faster…we’re rowing on the river
We search the riverside for the escape route in the night
This is no time to turn back now
This is no time to turn back now
Far away from me, I can see the Rauros-falls behind this point
This is the only way to take us to the king, to the king of Gondor
Far away from me, I can see the Rauros-falls behind this point
This is the only way to take us to the king, to the king of Gondor
Deep waters, dark silent follow us so dangerous
Deep waters, dark silent follow us so dangerous
The great old river close to the Rauros-fall
The good old river, whose wingless blind fish call
A whispering in the night, a small light far away – This is Boromirs death
You will forget us never, in dreams we are together and fly away to a place of…
A whispering in the night, a small light far away – This is Boromirs death
You will forget us never, in dreams we are together and fly away to a place of…
L’Anduin (Sindarin Lungo Fiume) è un corso d’acqua centrale per le vicende della Terra di Mezzo. Nei Campi Iridati o Loeg Ningloron presso un fiume (Gaggiolo in italiano, Gladden in inglese, Niglor in Sindarin) Isildur, che a quel tempo portava l’Unico Anello, venne assalito ed ucciso; il gioiello venne trasportato via dal flusso fluviale e nel 2463 della Terza Era venne ritrovato durante una giornata di pesca da Deagol che poi venne assassinato dal cugino Smeagol proprio a causa dell’effetto dell’Anello su quello che sarebbe poi diventato Gollum.
Sulle rive dell’Anduin si trovano inoltre gli Argonath, gigantesche statue raffiguranti Isildur ed Anarion, dette anche Le Colonne dei Re, Cancelli degli Argonath, Cancelli dei Re, Cancelli di Gondor. Erette da Romendacil II per segnare il confine settentrionale di Gondor e rammentarne la potenza. Entrambe le figure hanno la mano sinistra alzata come segno di ammonimento.
In Princess of Trees (Testo) gli Excelsis toccano la figura di Galadriel, di cui abbiamo già discusso:
Born in a house of stone, top on this street
Lives a girl so beautiful, can’t she feel my need
Galadriel was the name, the rose
She has brown hair so long
She fights with her heart, so wonderful
Her will is so strong…
In Beneath the Hills (Testo) il gruppo elvetico nomina la GrigiaCompagnia fondata da Galadriel, composta dai Dúnedain del Nord e dai fratelli Elladan e Elrohir. Combatté ai Campi del Pelennor e ai Cancelli Neri di Mordor durante la Guerra dell’Anello.
Arriviamo dunque a Mordor Speaks (Testo), dove gli Excelsis fanno primeggiare il Male e l’Oscuro Signore:
Silent in this land
Around the dark shadows
Footsteps deep in the sand
Brown are the meadows
Is this the invasion of the dark lords hand
Or the regeneration of the dark evil stand
I am your blood, I am your enemy before I die
Will fight with my sword, will fight to Sauron the dark lord
I am your blood, I am your enemy before I die
Will fight with my sword, will fight to Sauron the dark lord
The end of the ways are in Mordor
I hear the death voice into the night
The end of the ways are in Mordor
I hear the death voice into the night
Eccoci arrivati al cospetto di uno dei progetti più curiosi ed elaborati degli ultimi anni del panorama musicale italiano. Si tratta degli Ainur, band symphonic progressive, dediti alla rievocazione e rielaborazione in chiave musicale delle opere del famoso scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Fulcro principale d’ispirazione del gruppo è Il Silmarillion, lavoro mitopoietico pubblicato postumo nel 1977, narrante la creazione di Arda, Terra dell’universo tolkieniano. Il monicker della band deriva dagli Ainur, Spiriti divini plasmati dal Creatore Eru Ilúvatar, che saranno il cardine delle vicende descritte ne Il Silmarillion.Da citare ci sarebbero molti altri particolari ed avvenimenti come l’Ainulindalë, ovvero la Musica degli Ainur, che ha un ruolo basilare nella Creazione cosmogonica di Tolkien, ma non è questo il luogo per dilungarsi, d’altronde gli appassionati tolkieniani sanno già di cosa si sta parlando, mentre gli altri non ne hanno la più pallida idea.
Dunque, concentrandosi sul lavoro degli Ainur, si può parlare non di un disco concept, ma di una concept band. Con già tre lavori alle spalle, From Ancient Times (2006), Children of Húrin (2007) e Lay of Leithian (2009) il gruppo è arrivato oramai alla maturazione, anche se le composizioni sono sempre state strutturate ed elaborate, senza mai lasciar nulla al caso. Questa volta, con The Lost Tales, si è di fronte ad una rielaborazione acustica di alcuni dei pezzi più significativi della discografia, con in aggiunta tre brani inediti. Lo sfondo del lavoro sono i Racconti Perduti di Tolkien ed il concept si riferisce al viaggio di Eriol (personaggio di razza umana) che sbarca sull’isola elfica di Tol Eressea e viene ospitato per molto tempo dagli Elfi. Qui egli ascolterà durante i Racconti attorni al fuoco le grandi storie dei Tempi Antichi e, una volta ritornato, le diffonderà nel mondo. Qui il rock è stato relativamente accantonato per lasciare spazio ad una atmosfera più mistica e magica, in grado di trasportare l’ascoltatore nei luoghi e nelle storie contenute nelle opere di Tolkien. Già nell’opener Welcoming of Eriol si percepisce quest’incantata aura che gli Ainur hanno voluto volontariamente e sapientemente instaurare, lasciando spazio a composizioni molto melodiche e ariose. Le voci e gli strumenti si intrecciano alla perfezione, regalando diverse emozioni all’ascoltatore. Indispensabile per godere a pieno della musica sarebbe la conoscenza dei contenuti, punto forse limitante per gli Ainur. Certamente il loro obiettivo è quello di colpire in primis gli ammiratori di Tolkien ed anche sicuramente di divulgare le opere dell’autore, magari attirando nuovi appassionati attraverso la musica. Una recensione track-by-track è in questo caso ardua e probabilmente non adatta, data la tipologia dell’album ed anche l’enorme mole di lavoro compositivo che sta dietro a The Lost Tales. Si segnalano quindi solamente gli highlight, strettamente dal punto di vista soggettivo del recensore. Oltre alla già citata opening track è da sottolineare Yavanna, canzone fortemente evocativa e con un certo appeal musicale. The Fall of Gondolin, importante anche dal punto di vista dell’argomento, ovvero La Caduta di Gondolin, uno degli eventi più significativi, almeno per il sottoscritto, dell’opera tolkieniana. Così come Mourning – the Coming of Nienor, pezzo dal sound dolce e folkloristico, e Glaurung’s Death, più misterioso ed oscuro (visto pure il tema del testo). Altro brano cui dare rilievo è il breve Thingol and Beren, dove l’atmosfera folk ed incantata si intreccia con la dolce voce femminile. Molto elaborato è invece The Time Beyond, mentre più allegro e riflesso è il finale Lorien.
Gli Ainur hanno reso omaggio ancora una volta a Tolkien in maniera eccelsa, aggiungendosi a band di altri generi, come Blind Guardian o Summoning, che hanno attinto a piene mani dalle creazioni del Professore inglese plasmando dischi di indubbia qualità musicale. The Lost Tales è dunque consigliato agli amanti delle opere tolkieniane, ma anche a qualsiasi ascoltatore che voglia concedersi un’ora di buona musica rilassante ed evocativa.
Tracklist e artwork di The Lost Tales:
1. Welcoming of Eriol
2. The Beginning of days
3. Yavanna’ song
4. The Fall of Gondolin
5. Mourning – The coming of Nienor
6. Glaurung’s Death
7. Tol Morwen
8. Thingol & Beren
9. Hirilorn
10. Verge Of The Forest
11. Return From Death
12. The Time Beyond
Durata: 74 min c.ca
Lineup: Luca Catalano – Vocals , Electric Guitar , Acoustic Guitar , Classical Guitar
Marco Catalano – Vocals, Drums, Keyboards
Gianluca Castles – Hammond Organ, Moog , Piano
Simone Del Savio – Baritone
Alessandro Armuschio – Vocals, Keyboards
Luca Marangoni – Violin
Charles Perillo – Purple
Daniela Lorusso – Cello
Chiara Marangoni – Horn, Hunting Horn, Singer
Massimiliano Clara – Vocals
Federica Guido – Vocals
Elena Richetta – Vocals
Cristiano Blasi – Flute, Pan Flute, Whistle
Joseph Ferrante – Low
Cecilia Lasagno – Harp, Vocals
Leonardo Enrici Baion – Clarinet
Dopo la prima parte sul Power Metal, torniamo ora in Spagna con un gruppo abbastanza conosciuto, i Dark Moor. Ensemble originario di Madrid (creato nel 1993) sono una delle realtà più importanti del Power Metal iberico con all’attivo otto album da studio ed anche un paio di raccolte. In un’intervista al sito specializzato Metal Kings hanno dichiarato di apprezzare Tolkien, ma di prediligere Lovecraft, Poe, Stevenson e Bram Stoker per stendere i testi delle loro canzoni. Ciononostante nella tracklist dell’album The Gates of Oblivion (2002) vi è Starsmaker (Elbereth), pezzo che parla di Varda Elentári, Regina dei Valar e moglie di Manwë (fratello di Melkor), creatrice delle stelle (in Sindarin è chiamata Elbereth – Signora delle stelle). Riguardo al monicker della band si potrebbe ricordare la composizione di Tolkien Over The Misty Mountains Cold:
To Rivendell, where Elves yet dwell In glades beneath the misty fell. Through moor and waste we ride in haste, And whither then we cannot tell.
Ma questa è soltanto una coincidenza o supposizione, scegliete voi. Proseguendo nel nostro cammino arriviamo sino a casa nostra, ebbene sì, l’Italia, con un gruppo poco Power ma molto Epic/Doom, i Doomsword. Composta inizialmente da due elementi nel 1997, il cantante-chitarrista Deathmaster e il batterista-chitarrista Guardian Angel, la band si è poi evoluta dopo diversi cambi di line-up, sfornando dei veri e propri capolavori del Metal nostrano come: Doomsword (1999), Resound the Horn (2002), Let the Battle Commence (2003). Qui ci occupiamo della prima uscita dei Doomsword nella quale tracklist spicca l’epica Helms Deep creata e eseguita in modo magistrale, che ci riporta veramente nella leggendaria Battaglia del Fosso di Helm:
Goblinoid forces attack the fortress aiming the tower with their evil missiles Isengard banners and signs now shine night is growing old on Helm’s deep
Guthwine the blade of the mighty Eomer Anduril the blade once broken now strong King Theoden awaits for a last ride on his horse Imminent dawn carries hope on Helm’s deep
Will the horn resound? Hear tremendous drums pound!
[Chorus] The battle at Helm’s deep
Uruk-hai orks don’t know their fate Gandalf now returns on his gray horse White rider brings with him the hope The battle is raging in Helm’s deep
Erkenbrand is coming with his red shield Isengard’s army now trembles in fear From hills resound the horns of doom A wood never seen On the thresholds of Helm’s deep Resound the horn!
Allontanandoci dalla taverna dei nostri Doomsword ci spostiamo in un vicino posto di ristoro, dove incontriamo i francesi Dornfall, ensemble parigino del 2002 che nel primo album omonimo esplorano, adoperando pure diversi stili Metal, un’ampia gamma di argomenti cantando nella propria lingua madre. Ciò che a noi interessa è la canzone Nirnaeth Arnoediad, ispirata alla Battaglia delle Innumerevoli Lacrime, quinta, ultima e forse più disastrosa delle Battaglie del Beleriand narrata ne IlSilmarillion. Qualche anno addietro, nel 1999, in Svezia si forma un gruppo Symphonic Power, i Dragonland, famoso anche per aver narrato nei primi album la loro fantasy saga Dragonland Chronicles. Nella prima uscita The Battle of the Ivory Plains (2001) un’aria tolkieniana si avverte in The Orcish March, nel secondo CD Holy War (2002) l’influenza del Professore si sente in Majesty of the Mithril Mountains e Through Elven Woods and Dwarven Mines. Nell’ultima fatica dei Dragonland, Under the Gray Banner (2011), permangono gli elementi fantasy ed epici in pezzi fra i quali Shadow Of The Mithril Mountains e Dûrnir’s Forge. Richiamiamo ora una band nostrana, ovvero i Drakkar del chitarrista Dario Beretta con l’ottima uscita Razorblade God (2002) che vede al suo interno la ballad Galadriel’s Song, in tributo alla regina degli elfi nota anche come La Dama.
Listen to the song of Galadriel Singin’ of the golden leaves, singin’ of the wind By the foot of walls of Elven Tirion, The tree shines at Eldamar, where the leaves are gold Now we have to leave, sorrow in our hearts But a mission lies right ahead of us
Hear the choirs of elves Cry on the shore o’ the hostile sea Will they ever be free?
Oh Lorien! Comes the winter now Empty, naked comes the hour Faded is her crown of gold Elanor Oh Lorien! On the other shore She did stay for much too long Faded is her crown of gold Elanor
Seguitiamo nel nostro allegro e alquanto tranquillo percorso (come avete visto sino ad ora non abbiamo incontrato molte creature malefiche, più che altro battaglie e personaggi di natura cortese) facendo tappa ancora una volta in penisola iberica con i Dünedain. Gruppo fondato nel 1996 e capitanato da Tony Delgado (voce e chitarra) dedito ad un tradizionale Heavy Metal con una sprizzata di melodia tipica del Power. I testi della band traggono talvolta spunto dalle opere tolkieniane, basti citare nell’album Dünedain (2004) due pezzi il primo omonimo, il secondo Retorno a Gondor. Il monicker deriva ovviamente dalla popolazione dei Dúnedain (dal Sindarin dún-adan, uomo d’occidente), abitanti della terra di Númenor, avuta in cambio dopo la lealtà dimostrata nella lotta contro Morgoth durante la Prima Era. Umani o meglio dire sovrumani (per altezza e longevità) non erano tuttavia immortali, mortalità che era concepita da Eru Ilúvatar come il Dono agli Uomini,ma che diventò
causa di conflitto. Circuiti da Sauron, i Dúnedain sfidarono gli Dei e provocarono l’ira di Eru, causando l’inabissamento di Númenor. L’enorme maremoto travolse anche l’Oscuro Signore, il cui spirito riuscì a rifugiarsi a Mordor. Elendil, amico degli Elfi e fedele ai Valar, si spostò nella Terra di Mezzo dove i Dúnedain scampati al disastro si insediarono a Gondor, Eriador e Arnor. Il tragitto ci riporta nel nostro paese con un gruppo ben noto agli amanti del genere, gli Elvenking. Gruppo fondato nel 1997 in provincia di Pordenone è attivo da diversi anni nella scena Power italiana, mescolando tuttavia diversi generi e sottogeneri come folk, prog, rock e musica classica. Nell’album di esordio Heathenreel (2001)troviamo diverse tracce che rievocano gli scritti di J.R.R. Tolkien come Oakenshield (che nonostante il nome non sembra aver nulla a che fare con Thorin)che riflette il mix musicale degli Elvenking, con melodie medievaleggianti, spezzoni puramente metal, cantati con voci in growl e cori, da segnalare anche Hobs An’ Feathers.Il gruppo fa uscire finora ben sette album, con una serie di pezzi mai scontati. Per ciò che riguarda il monicker esso potrebbe riguardare Thranduil, Re degli Elfi Silvani di Bosco Atro e padre di Legolas, presente nello Hobbit, nel Signore degli Anelli e nei Racconti Incompiuti. Come al solito vi lasciamo con alcuni pezzi e i link agli articoli precedenti. Ma non disperate: il viaggio continua!
GODETEVI IL CONCERTO QUI SOTTO:
1) Doomsword: Helm’s Deep
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