Credo che ogni scrittore abbia, nei recessi della sua fucina creativa, dei ‘personaggi in cerca di autore’. Si tratta di creature sfuggenti e insistenti allo stesso tempo: a differenza dei personaggi usuali (concepiti, per così dire, a tavolino) non è facile per l’autore determinarne origine e motivazioni, eppure si impongono come fonte di ispirazione perdurante e talora contraddittoria, enigmi per lo scrittore stesso ma anche potenti aggregatori di storie. Oserei dire che per Tolkien Galadriel è stata uno di questi. Apparsa relativamente tardi nel Legendarium (all’inizio degli anni ’40 durante la stesura del Signore degli Anelli), questa straordinaria dama elfica è stata da allora in poi soggetta a continui cambi di prospettiva e la sua storia sottoposta a innumerevoli modifiche spesso in contrasto tra loro, fino alla fine della vita del Professore.
La forza narrativa di Galadriel nel romanzo, e le sue sfaccettature negli altri testi tolkieniani, hanno attirato l’interesse e l’amore dei lettori, facendone sicuramente il personaggio femminile più conosciuto e amato di Arda. Gentile e saggia, ma anche indomita e, potrei dire con una battuta, poco incline a farsi intimidire dal ‘maschio alpha’ di turno, si chiami egli Fëanor o Sauron, si tratta di una delle creature più antiche dell’universo tolkieniano: la sua storia personale, infatti, si intreccia con quella di Arda, spaziando per svariati millenni.
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