Le 20 cose da sapere sul Signore degli Anelli

Tim Kirk: Il nostro sito web è inondato spesso dalle domande degli appassionati di J.R.R. Tolkien che vorrebbero saper tutto sul loro autore preferito. Molto spesso è sufficiente consultare le Lettere scritte da Humphrey Carpenter oppure le Appendici del Signore degli Anelli, altre è addirittura più semplice: basta leggere il libro! Prendendo spunto da un articolo di What Culture, eccovi le 20 cose che non sapevate sul capolavoro di Tolkien. E se le sapevate già, è sempre un bene ripassarle!

Basta «generi»: Tolkien è come Stendhal

Ursula le GuinFacciamola finita con i generi letterari, basta con la divisione tra letteratura “alta” e “bassa”. È un tema a lungo discusso, ma che fa fatica ad essere accettato soprattutto in certi settori intellettuali «con naso all’insù». Ancor di più in Italia, dove si fatica a far passare un simile discorso. Stavolta, però, è la Repubblica, maggior quotidiano di centrosinistra, a bacchettare quei “critici” ancora asserragliati nelle loro torri, sordi ai mutamenti del tempo. Lo fa, pubblicando un dialogo tratto dalla rivista digitale Electric Literature 2014, uscito il 7 agosto e tenuto tra Michael Cunningham, scrittore in uscita in Italia con La regina delle nevi, e Ursula Le Guin, prolifica scrittrice che a 85 anni ancora riserva romanzi e sorprese ai suoi lettori. I due autori si sono chiesti: «Ma i romanzi hanno ancora bisogno di etichette?». E i lettori più fedeli del nostro sito sanno già che J.R.R. Tolkien è centrale in questo dibattito!

I Tarocchi perduti di Maria Distefano

Sala del Greisinger museum (foto di Alessio Vissani)Certe storie hanno bisogno di riposare, decantare come il vino buono. Son lì, nascoste in un cassetto e vi rimangono per anni. Poi, qualche curioso le trova e inizia a leggerle. Ne rimane affascinato e decide di regalare la storia agli altri. E in questo caso, gli atri siamo noi, lettori appassionati di J.R.R. Tolkien. Sì, perché la storia riguarda anche il nostro professore e la passione per lui. Un artista, dei tarocchi e tanta, tanta fantasia… C’è anche la sfortuna di mezzo, quella che mentre meno te l’aspetti ti fa lo sgambetto… Ma forse è meglio iniziare tutto dall’inizio: ecco la storia di Maria e dei suoi tarocchi tolkieniani.

Oxford, sarà abbattuto l’albero di J.R.R. Tolkien

Oxford Botanical GardenCerte notizie, anche se tristi, bisogna darle comunque. L’albero amato da Tolkien a Oxford sarà abbattuto perché è malato. Si trova all’interno del giardino botanico, luogo che lo scrittore visitava spesso per passeggiare o fare un picnic. L’amore del professore per gli alberi nacque in tenera età. Da bambino li immaginava protagonisti di racconti e amava le storie in cui gli alberi rivestono un ruolo importante. «Ogni albero ha il suo nemico, pochi hanno un avvocato», scrive nelle lettere.

In crociera con Tolkien: 4 navi con convention

La nave da crociera: Quanti di voi, assidui lettori di Tolkien, avrebbero voluto salpare con Frodo sulla nave che lo avrebbe portato dai Porti Grigi verso Valinor? Alcuni hanno sentito così forte il desiderio che il viaggio lo stanno organizzando davvero! Una compagnia di navigazione, la Trilo3y Voyages (si scrive proprio così), sta organizzando quattro convention a tema Tolkien che si terranno su altrettante navi da crociera in diverse parti del mondo: la prima partirà da Fort Lauderdale in Florida il 6 dicembre direzione Caraibi, seguita da una seconda che salperà da Sydney, Australia, il 21 gennaio 2015 nelle isole del Pacifico. Le date delle due crociere restanti, in partenza rispettivamente da Southampton in Inghilterra per Parigi e Bruges e da Port Liberty in New Jersey direzione Bermuda, saranno comunicate successivamente. Cabina lusso con balconeMa cosa accadrà in una crociera a tema Tolkien? Stando a quanto gli organizzatori scrivono sul loro sito, ci sarà una gara cosplay, una gara di Piedi Pelosi Hobbit, una serata di gala, ci saranno maratone cinematografiche dei film di Peter Jackson (nessuna anteprima de “La Battaglia delle Cinque Armate” è al momento ufficialmente prevista) e un negozio pieno zeppo di merchandising dei film.

Spunta un’audio inedito: Tolkien tra gli hobbit

Il Tolkien shop in OlandaTolkien fa miracoli. A quarant’anni dalla morte continua a pubblicare e persino a parlare. Probabilmente, la seconda trilogia dedicata da Peter Jackson alle opere dello scrittore inglese hanno fatto crescere l’interesse per tutto ciò che lo riguarda. Ecco che dalle casse della Bodleian Library escono la traduzioni e i commenti al Beowulf, scritti da Tolkien negli anni in cui lo insegnava all’università. Ma la notizia più sorprendente è che è stata ritrovata anche la sua voce. Recentemente, infatti, è stata ritrovata una registrazione audio in cui lo stesso Tolkien parla ai suoi appassionati lettori. A dire il vero la scoperta non è nuova, almeno non per il protagonista. Ma andiamo con ordine.

Addio a Ombromanto, il cavallo de Il Signore degli Anelli

Ombromanto Il Signore degli AnelliÈ morto Ombromanto (in lingua originale Shadowfax), il cavallo di Gandalf ne Il Signore degli Anelli. Nel film il nobile animale di Arda, l’universo immaginario creato dallo scrittore inglese Tolkien, era stato donato a Gandalf (e da lui domato) dal Re Théoden.
Ombromanto, si legge su un sito inglese TheOneRing.net, è stato addormentato dal veterinario dopo una lunga malattia e la sua proprietaria, Cynthia Royal, lo ha fatto sapere al sito web. Il messaggio dei fan di Ombromanto: «La sua bellezza vivrà per sempre nel film Il Signore degli Anelli».

 

 

Miyazaki e Tom Bombadil: un bel pesce d’aprile!

Pesce d'aprileEbbene sì! Abbiamo voluto partecipare anche noi alla festa dei pesci d’aprile che ieri ha invaso quotidiani, tv e internet in tutto il mondo: dalla tassa per passeggiare nei boschi, all’aromaterapia per calmare gli animi durante le partite di calcio, passando dalle applicazioni per smartphone per evitare i controllori sui tram.
Come ogni anno al primo di aprile fioccano le notizie assurde e gli scherzi più o meno divertenti.

Hayao Miyazaki girerà un film su Tom Bombadil

Tom BombadilOvunque due o più tolkieniani si radunino per parlare del loro autore preferito, che sia in un pub davanti a una birra o su un forum di discussione on line, incombe una domanda: chi è Tom Bombadil? Fra i personaggi secondari del Signore degli Anelli, il più amato è certamente lui: con i suoi stivali gialli, la sua casacca color cielo, i pantaloni verdi come il prato e una piuma azzurra sul cappello. Il suo modo di parlare buffo ma autorevole, quasi sempre in rima, il suo essere apparentemente immune all’effetto dell’Anello, la facilità noncurante con cui affronta e supera avversari maligni come il Vecchio Uomo Salice o lo Spettro dei Tumuli, lo rendono un mistero dentro a un indovinello avvolto in un enigma. Il suo fascino è tale che Tolkien stesso lo subì, tanto da rifiutarsi di rivelare i segreti che lo definiscono, lasciando senza risposta le domande che numerosi lettori gli ponevano, ma tornando a proporre nuove Avventure di Tom Bombadil nell’omonima raccolta di poesie pubblicata nel 1962.
Hildebrandt: Prima il film animato di Ralph Bakshi del 1978, poi la trilogia cinematografica di Peter Jackson, con la scusa dell’economia dei personaggi hanno eliminato il Vecchio Tom; del resto, Tolkien stesso in una lettera del 1958 sosteneva che, per semplificare la storia, eliminare Bombadil sarebbe stato fattibile, anzi auspicabile. Insomma, i numerosi aficionados di Tom hanno da tempo perso ogni speranza di vederlo sul grande schermo, in tutta la sua multicolore magnificenza.

La cena dell’Anello: Tolkien in tavola

La-Corte-di-FermoLeggendo le pagine del Signore degli Anelli, Lo Hobbit e il Silmarillion si scopre che i protagonisti mangiano sempre. Si trovano molti alimenti citati, dalle patate, al ragù, all’idromele. Inutile dire che i più ingordi sono gli Hobbit, mentre i più attenti alla dieta sono gli Elfi, che non consumano burro, preferendo idromele e lembas, mentre i Troll si accontentano di abbacchio arrosto e birra. Da questo spunto è nata l’idea de La cena dell’Anello, che vedrà lo chef Fabrizio Donati cimentarsi in un menù ispirato alla Terra di Mezzo, con pietanze che richiamano il mondo degli Hobbit e degli Elfi. Intorno al tavolo siederanno anche alcuni personaggi della saga, a cominciare da Frodo Baggins, Gandalf il Mago ed Aragorn il Ramingo.

Cesare CatàPer tutti gli appassionati di Tolkien un appuntamento assolutamente da non perdere quello che si terrà venerdì sera, 21 marzo, al ristorante La Corte di Fermo. A parlare dello scrittore inglese e dei suoi libri, che hanno segnato in modo indelebile il genere letterario fantasy, saranno Cesare Catà e Carlo Pagliacci. “Abbiamo scelto una data simbolica, il giorno dell’equinozio di Primavera – sottolinea Pagliacci – per immergerci in una terra di eroi, ricca di simbologia ma anche di riferimenti continui al buon mangiare. Gli hobbit sono una popolazione che ha una spiccata predilezione per il buon cibo e con Fabrizio abbiamo deciso di percorrere questo viaggio gastronomico scoprendo le pietanze che, di tanto in tanto, compaiono nella storia. Tra una portata e l’altra avremo uno speciale Frodo Baggins alias Cesare Catà, grande esperto e conoscitore della saga ideata da Tolkien che vanta milioni di appassionati in tutto il mondo. Sarà un piacere discutere con lui e ripercorrere le vicende della Compagnia dell’Anello intorno ad un buon desinare, come si confà tra amici che condividono una medesima esperienza”.

Cena-FermoEcco ad esempio una tipica colazione hobbit: pane,
formaggio, mele, birra profumata, miele e crema gialla. Naturalmente è solo la prima colazione della giornata! Continua dunque la serie di proposte gastronomiche innovative messe in campo da La Corte di Fermo che proseguiranno fino a giugno: “l’idea di contaminare il cibo con altre esperienze – evidenzia Donatella Verdecchia, titolare insieme al marito Fabrizio Donati del ristorante La Corte – dalla letteratura ai fumetti passando per i fiori, le bacche e le erbette o per il cacao nelle sue varie declinazioni, era una sfida che ci appassionava ed abbiamo voluto raccoglierla. Di certo continueremo su questa strada perché crediamo in questo tipo di proposte che consentono, a chi interviene, di esplorare e conoscere, insieme al cibo, altre bellissime storie…” Il prezzo della cena è di € 25. Per informazioni e prenotazioni: 3394557545 – 3395909537.

– Vai al sito della La Corte di Fermo

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«I film di Peter Jackson? Io preferisco Tolkien»

Olar-JacksonDopo la pubblicazione della recensione scritta da Alberto Crespi, che aveva un tono entusiastico, sul secondo capitolo della trilogia cinematografica dedicata da Peter Jackson allo Hobbit, riportiamo l’equilibrio nel sito dell’Assocazione pubblicando un giudizio sul versante opposto. Vi presentiamo un editoriale del Times, firmato da Jared Olar e apparso il 29 dicembre 2013. L’autore prende una posizione netta e ci ha chiesto di pubblicarla, pur non essendo chiaramente quella dell’ArsT che in quanto tale non prende posizione sui film, ma di solito riporta le notizie e i giudizi dei soci o di studiosi, intellettuali e critici. Ci sembra giusto dare spazio a tutti, quindi con piacere riportiamo l’editoriale di Olar.

Jackson e il Silmarillion: perché non lo farà?

Peter Jackson come Bilbo BaggingsÈ appena uscito al cinema Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug di Peter Jackson ha completamente sbancato i botteghini nazionali (Stati Uniti), guadagnando l’impressionante cifra di 73 milioni di dollari (53,5 milioni di euro). Il grande successo si conferma in linea con gli ottimi risultati raggiunti dai film ambientati nella Terra di Mezzo e ha fatto sì che molti cominciassero a pensare al futuro. L’anno prossimo arriverà Lo Hobbit: Racconto di un Ritorno (Ndt – sembra che il titolo ufficiale italiano sia questo…) che sembra rappresenterà la fine dell’era di J.R.R. Tolkien sul grande schermo. C’è un modo per poter vedere ancora dell’altro? La triste realtà è che le possibilità sono misere.

Al museo di Jenins è arrivato Gollum!

Museo Jenins: inaugurazioneViaggia a tutto regime il Greisinger Museum dedicato alla Terra di Mezzo di Jenins in Svizzera. Sul nostro sito, abbiamo riportato la costruzione, la fine dei lavori, abbiamo raccontato l’inaugurazione a cui siamo stati invitati e l’apertura al pubblico ad ottobre. Ora torniano sull’argomento per raccontarne una novità. «Dagli inizi di ottobre, Jenins è un luogo di pellegrinaggio per gli appassionati lettori del mondo di J.J.R. Tolkien, a cui appartengono Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit», dice Bernd Greisinger, il fondatore del museo Greisinger. «Finora il nostro museo ha attirato circa mille visitatori». Subito dopo l’apertura ufficiale del 4 ottobre, «abbiamo avuto visitatori da tutto il mondo. Ora, invece, la maggior parte dei visitatori provengono dalle regioni più vicine», racconta Greisinger, cui sembra non dispiacere che non ci sia più la folla dei primi momenti. «Soprattutto all’inizio, nei giorni successivi all’apertura del museo, tutto doveva essere molto organizzato, mentre alcune sezioni dovevano ancora essere arredate al meglio. Quindi, è un bene che il flusso si sia un po’ calmato, perché abbiamo potuto dare gli ultimi ritocchi. E ora l’organizzazione sta funzionando a pieno regime». Le prospettive per il Museo Greisinger sono buone: a dicembre, con l’uscita della seconda parte della trilogia di Peter Jackson dedicata allo Hobbit, «il flusso di visitatori si è fatto molto più grande», riferisce Greisinger.

La Terra di Mezzo su Street View: si può scoprirla su Chrome

Hobbit mapUn viaggio nella Terra di Mezzo in modalità Street View. In attesa dell’uscita nelle sale cinematografiche di Lo Hobbit: la desolazione di Smaug, i lettori dei romanzi di J.R.R. Tolkien e del regista Peter Jackson possono esplorare le lande percorse da Bilbo Baggings e dagli altri protagonisti grazie a un progetto di Chrome Experiment. Un’esperienza interattiva accessibile anche attraverso smartphone e tablet attraverso il sito Middle-earth.thehobbit.com.
Seguendo la falsariga del famosissimo romanzo di J.R.R. Tolkien, ricco di illustrazioni e mappe disegnate a mano, è stata arricchita da una serie di mini-giochi e di contenuti interattivi che daranno la possibilità agli appassionati di scovare ad esempio i troll di Trollshaws o le piante marine di Rivendell, oltre che guardare tutte le ambientazioni più importanti della saga, con gli occhi di un Hobbit. La mappa include alcuni brani audio e le biografie dei personaggi, oltre alla possibilità di “passeggiare” liberamente nei paesaggi tratti dal romanzo e che rivedremo presto al cinema. L’esperimento (qui potete leggere la descrizione approfondita della realizzazione) fa parte di una serie di applicazioni realizzate in CSS3 e WebGL, il cui scopo principale è quello di mettere in evidenza le potenzialità di Chrome e che sono fruibili esclusivamente tramite la piattaforma di Google, sia nella sua versione desktop che nella sua versione mobile.
Daniel Issakson, uno degli sviluppatori che ha partecipato al progetto, ha più volte affermato che è proprio l’utilizzo di WebGL che ha reso possibile la drammatizzazione e l’esplorazione del vasto e ricchissimo mondo de Lo Hobbit, dando il pieno controllo all’utente.

 

Per Google Trends sale l’interesse per Tolkien

Dati di Google trendsC’erano una volta, all’incirca intorno all’anno 2000, molti sondaggi che dichiaravano in maniera consistente che J.R.R. Tolkien era «l’autore più influente del secolo» e che Il Signore degli Anelli era «il libro del secolo». J.R.R. Tolkien venne riconosciuto per Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit e molti reporter eccitati saltavano sul carro del vincitore e scrivevano tutti qualcosa sullo scrittore inglese. Ciò che tutti di sicuro sapevamo era che c’era un’eccitazione generale, poiché avevamo imparato che un regista di nome Peter Jackson stava per fare l’impossibile, far diventare i libri di Tolkien dei film al cinema. Ora, molti anni dopo, possiamo vedere ancora il risultato di tale improvviso interesse, ma in qualche modo possiamo renderci conto che la tendenza è ora più flebile di quanto non fosse. Tuttavia è difficile da misurare, così abbiamo pensato fosse utile riportare l’analisi di Pieter Collier con i seguenti grafici di Google Trends. Mentre Il Ritorno del Re di Peter Jackson uscì nelle sale il 17 dicembre 2003, secondo Google Trends l’interesse per Il Signore degli Anelli era ancora estremamente alto all’inizio del 2004. Sfortunatamente non abbiamo dati del periodo precedente e contemporaneo all’uscita dei film del Signore degli Anelli, ma è chiaro che l’interesse deve essere stato impressionante e più alto allora di adesso con i film sullo Hobbit.

Aperto in Svizzera il museo sulla Terra di mezzo

Bambini dell'asilo di Jenins in visita al museo GreisingerDopo tanta attesa ha aperto le sue porte al pubblico il museo Greisinger! Abbiamo seguito fin dall’inizio la sua costruzione, l’allestimento, abbiamo intervistato il suo direttore creativo Ivan Cavini (che potete leggere qui) e poi siamo stati all’inaaugurazione facendo il reportage. Così, ora non possiamo che annunciare che da oggi è finalmente aperto l’unico museo al mondo dedicato alle opere di J.R.R. Tolkien e a chi ne è stato ispirato. Ecco tutti i dettagli per chi volesse fare una visita. L’Associazione romana studi Tolkieniani ha in programma una visita guidata speciale in primavera 2014, riservata ai proprio soci. Chiunque volesse avere maggiori informazioni può scrivere al nostro indirizzo mail.

Jenins, museo di Tolkien: l’ArsT all’inaugurazione

Inaugurazione Greisinger MuseumQuasi duecento persone, ben undici nazioni presenti, rappresentanti di molte società tolkieniane, artisti, pittori e persino un nutrito gruppetto di Goblin musicanti. Sono questi i testimoni della cerimonia di apertura del Greisinger museum a Jenins, in Svizzera. Gli invitati in questo angolo del cantone dei Grigioni hanno avuto modo di visitare in anteprima assoluta il primo museo al mondo interamente dedicato alla Terra di Mezzo. È la più grande collezione di opere pittoriche, disegni, libri, armi, merchandising e tutto quel che è stato realizzato o ispirato alle opere di J.R.R. Tolkien. Dopo circa 7 anni di lavori, il Greisinger Museum è stato inaugurato e verrà aperto al pubblico il prossimo 1 ottobre 2013. C’era anche l’Arst e questo è il nostro resoconto.

Tolkien e Star Wars: due saghe a confronto

lord-of-the-rings-star-warsTrovarsi di fronte per la prima volta alla grande opera stesa dal genio del professore inglese non è affatto facile, ma, una volta assorbita, ti entra dentro e ogni qual volta ci si trova dinanzi a una qualche forma d’arte fantastica, sia essa letteraria o cinematografica, non si può far a meno di creare un paragone tra l’immensa creazione di J.R.R. Tolkien e ciò che ci si trova davanti. Molti sostenitori, o per meglio dire fan, di quella che oggi è diventata la fantascienza tentano da anni di ipotizzare un legame fra gli scritti tolkieniani e le successive saghe sci-fi cui qui ci riferiamo, ma soltanto all’indirizzo Star Wars. Trattare di fantascienza è cosa particolarmente ardua e altamente ingannevole, perché non si può assolutamente attribuire a Tolkien il fatto di aver “inventato” questo genere, ma si fa addirittura fatica a inserirlo nel suddetto filone letterario, che risale a molti molti secoli addietro.
Si pensi al trattato incompiuto di Francis Bacon, La Nuova Atlantide, saggio filosofico misto di racconto utopico del XVII sec. dove alcuni viaggiatori, naufragati sull’isola di Bensalem, compiono esperimenti scientifici che rivelano alcune delle tecnologie tutt’oggi esistenti. Alla stessa maniera si possono classificare come pre-fantascientifici I Viaggi di Gulliver, il Frankenstein di Mary Shelley fino ad arrivare alle opere di Jules Verne e H.G. Wells con il scientific romance. Entrati ormai nella fantascienza di stile utopico non si possono non menzionare grandi scrittori russi come Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov con Krasnaja zvezda (Stella rossa, 1908) e Inžener Menni (Ingegnere Menni, 1912), ambientati in una società socialista utopica sul pianeta Marte, e Evgenij Ivanovič Zamjatin con My (Noi, 1921) probabilmente il manifesto precursore del romanzo a sfondo distopico. Riviste: Fino ad arrivare a quella che è conosciuta come l’Età d’Oro (o Golden Age) della fantascienza, quel periodo fra gli anni ’30 e ’50, che precede la fantascienza sociologica dei successivi decenni (nella quale possiamo inserire autori famosi come Robert Sheckley, Richard Matheson, Mack Reynolds e Philip K. Dick), dove primeggia John W. Campbell, redattore e curatore di molte riviste fantascientifiche, fra le quali citiamo ad esempio Astounding Science Fiction, nella quale apparsero i primi racconti di Isaac Asimov. Sono questi dunque gli anni in cui J.R.R. Tolkien scrive e successivamente pubblica Il Signore degli Anelli, coincidenza interessante ma potrebbe darsi come del tutto casuale.

È George R.R. Martin il “Tolkien americano”?

Serie tv: Game of ThronesTra gli scrittori di genere attualmente in attività, George R.R. Martin è quello che viene più spesso paragonato a J.R.R. Tolkien. Ci siamo già occupati dello scrittore statunitense con un’intervista approfondita e con un articolo sulla serie tv e un commento di Giampaolo Canzonieri… Molti critici lo chiamano il «Tolkien americano», anche se a noi non piace come definizione.
Critici: Anne HobsonPer capire l’origine di questo soprannome proponiamo ora l’intervento di Anne Hobson, critica letteraria del rivista Usa The American Spectator. Naturalmente, non tutto quel che lei scrive è da noi condivisibile (ad esempio, la parte sui personaggi in bianco e nero nelle opere di Tolkien), ma l’importante è stimolare la discussione su un paragone che forse dovrebbe essere superato. Perché Tolkien è Tolkien. E, in maniera molto meritevole, Martin segue una sua strada personale. Ringraziamo Elena Sanna per la traduzione.

George R.R. Martin«Ora che è terminata la terza stagione di Game of Thrones (il 9 giugno), fra gli oltre cinque milioni di spettatori di tutto il mondo si dibatte se George R.R. Martin sia o non sia il legittimo “Tolkien americano”. Ritengo che nonostante The Lord of the Rings e A Song of Ice and Fire (la saga letteraria da cui è tratta la serie della HBO, N.d.T.) siano simili in modo evidente, Martin stia in realtà aprendo la strada a un genere distinto – un nuovo tipo di fantasy fondato sui romanzi storici e la politica. Martin ammette di essere stato molto influenzato da Tolkien, e che la struttura dei suoi romanzi rispecchi quelli di Tolkien: “Tolkien comincia la storia nella Contea con un gruppo di suoi abitanti, gli hobbit, ma alla fine espande sempre più il racconto in modo da descrivere molte razze e territori vasti. È ciò che volevo fare anche io. Volevo iniziare concentrandomi su pochi personaggi e un solo luogo, e, man mano che raccontavo la storia, il mondo doveva diventare sempre più grande e sempre più persone dovevano essere coinvolte nel conflitto”, ha detto Martin al Detroit Free Press (potete leggere i dettagli qui).

Aprirà a settembre il museo su Tolkien

Bernd GreisingerDopo circa 7 anni di lavori, a fine settembre verrà inaugurato il Greisinger Museum, ovvero il primo museo al mondo interamente dedicato alla Terra di Mezzo. È la più grande collezione di opere pittoriche, disegni, libri, armi, merchandising e tutto quel che è stato realizzato o ispirato dalle opere del professor Tolkien. Ci eravamo già occupati del museo, con un’intervista a Ivan Cavini, che potete leggere qui. Il museo deve il suo nome a uno dei più importanti collezionisti del mondo di Tolkien, che è riuscito a realizzare il sogno di molti appassionati di Tolkien: una vera e propria casa hobbit nel proprio cortile. Ma ad accogliere i visitatori ci saranno altri 300 metri quadrati di ambienti a tema, 6 sculture alte fino a sette metri (le cosiddette «big-ature lifesize»), quadri, libri, un cinema con schermo ad alta definizione, e molto altro ancora sul mondo immaginario dell’autore del Signore degli Anelli. Un luogo a metà tra la cultura e l’intrattenimento, voluta e creata da appassionati della Terra di Mezzo per gli appassionati della Terra di Mezzo.

Peter Jackson ha “ucciso” J.R.R. Tolkien?

The Hobbit: An Unexpected JourneyIn questo articolo non voglio parlare dei film di Peter Jackson, di quanto siano stati più o meno fedeli ai libri : voglio cercare di capire quali effetti essi abbiano avuto sulla conoscenza e sulla diffusione delle opere  di Tolkien. Soprattutto attraverso la versione cinematografica realizzata dal regista neozelandese, l’opera di Tolkien è arrivata a un pubblico ancora più vasto che, però, non ha fatto che aggiungersi al progressivo cammino di diffusione e di successo in atto da 40 anni.  L’adattamento cinematografico di Jackson ha guadagnato 17 Oscar (4 per La Compagnia dell’Anello, 2 per Le due Torri e 11 per Il ritorno del Re): il premio come “miglior film” a Il ritorno del Re, può venir considerato un premio dato all’intera trilogia da parte della critica. I film contengono però molte alterazioni rispetto alla storia originale, e hanno un tono un po’ diverso dalla narrazione del romanzo e dalla visione originale di Tolkien. A titolo di esempio, Roger Ebert, critico cinematografico statunitense ha detto: «Jackson ha preso un’opera letteraria incantevole e unica e l’ha ri-raccontata nei termini del cinema moderno […] Fare quello che ha fatto in questi film deve essere stato molto difficile, e merita un applauso, ma rimanere fedeli a Tolkien sarebbe stato ancora più difficile e coraggioso».

Ian Mckellan - Gandalf
Ian McKellen aka Gandalf aka Magneto

La trilogia jacksoniana del Signore degli Anelli ha avuto indiscutibilmente alcuni effetti positivi:

  • ha reso il Signore degli Anelli notissimo. Quasi tutti, a livello mondiale, l’hanno quantomeno sentito pronunciare questo nome;
  • ha indotto molti appassionati dei film a cercar di conoscere ancor meglio la Terra di Mezzo
  • ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto positivo è che molti libri validi sono stati dati alle stampe perché “Tolkien era di moda”, libri che, altrimenti sarebbero stati scartati dagli editori;
  • in Italia, ha aiutato a superare l’errata “associazione” di Tolkien con il fascismo e la destra estrema

Ma ci son stati anche molti effetti negativi, non lievi:

  • cate blanchett
    Cate Blanchett aka Galadriel

    ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto negativo, perfettamente simmetrico a quello visto nei “pro”, è che anche molti libri sciatti e malfatti sono stati stampati solo perché “Tolkien vende”;

  • le immagini tolkieniane dopo il 2001 sono spesso influenzate, talvolta pesantemente, da quelle dei film.
  • l’immaginario collettivo è stato “cristallizzato”. Perfino per me che ho visto solo una volta i film è difficile non pensare Gandalf e vedere il viso di Ian McKellen, o Galadriel e vedere il viso di Cate Blanchett;
  • mi sembra che molti di coloro i quali hanno visto il film sian convinti (in buona fede) di conoscere Tolkien, e che, pertanto, non si preoccupino di leggerne le opere. Come successe già con i film di “Don Camillo” tratti dai
    racconti di Giovannino Guareschi. Anche in questo caso il grande successo dei film mi sembra aver ‘messo in ombra’ i libri. E ciò, naturalmente, non piace a me, appassionato lettore;
  • infine l’effetto che io trovo peggiore, e che a un tempo mi fa infuriare e mi deprime, è che in molti sembrano confondere le opere di Peter Jackson con quelle di Tolkien. E non solo tra gli appassionati “di primo pelo”. Capiamoci: io non demonizzo le pellicole del regista neozelandese; e non ho nulla in contrario che ne siano citate scene e dialoghi. Ci mancherebbe! Ma chi cita Peter Jackson sia conscio che stai citando Peter Jackson e non Tolkien (o viceversa), accidenti! Son stufo di ascoltare (o leggere) frasi del tipo: “nel libro, quando Gandalf a Moria dice che nemmeno i più saggi possono prevedere tutte le conseguenze”. No! È nel film che quella frase è detta a Moria. Nel libro è detta a casa Baggins!
don camillo e peppone
Don Camillo e Peppone

Come (tentare di) minimizzare gli effetti più deleteri?

  • per il problema della “moda”, finiti i film sparisce anche quella – per fortuna;
  • per quanto riguarda l’iconografia ispirata alla terra di Mezzo, credo che col tempo diminuiranno le opere ispirate al film;
  • riguardo la “cristallizzazione dell’immaginario”, è inevitabile, credo. Lo stesso Guareschi ammetteva di essersi immaginato il personaggio di Don Camillo diverso da Fernandel (l’attore che impersona il battagliero parroco nei film) ma di non riuscire, dopo il primo film basato sui suoi racconti, a scrivere nuove storie di Don Camillo senza immaginarlo con la faccia di Fernandel;
  • riguardo il fatto che i film abbiano “messo in ombra” i libri temo si possa fare poco, se non ribadire, ogni volta sia possibile, che i libri sono più alti, più profondi, più belli dei film;
  • riguardo l’ultimo punto, per me il più importante, non ho soluzioni. Cerco di correggere tutti i casi di confusione tra Tolkien e Jackson o viceversa in cui mi imbatta.

 

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Bologna diventa Mordor: un murale per Tolkien

Blu04: l'AnelloMetabolizzare J.R.R. Tolkien. È un auspicio tra i più sfrenati che si possano desiderare: la società che non solo si scrolla di dosso tutte le incrostazioni ideologiche del passato, restituendo all’autore il ruolo che gli è proprio tra i classici della letteratura, ma assume la visione che lo scrittore aveva del mondo e che viene trasmessa dalle sue opere. È un azzardo pensare concretamente che si possa giungere fino a questo punto, e raramente accade di poterlo constatare nei fatti. Ebbene, qualche giorno fa è avvenuto proprio questo: Tolkien è stato metabolizzato fino al punto di divenire strumento nelle lotte sociali della nostra società. Ma andiamo con ordine.

Lo Hobbit massacrato: uno sviluppo sulle rune

Mappa di Thror«Bilbo, ragazzo mio, va’ a prendere la lampada e illuminiamo un po’ questa!». E alla luce di una grossa lampada dall’ombra rossa, spiegò sulla tavola un pezzo di pergamena che somigliava molto a una mappa. «Questa fu fatta da Thror, tuo nonno, Thorin», disse Gandalf: «È una pianta della Montagna» […] «Vedete quella runa sulla parte orientale e la mano che la indica dalle altre rune? Questo è il segno di un passaggio alle Sale Inferiori», disse lo stregone. Questo è uno dei passaggi chiave de Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien: lo stregone Gandalf mostra alla compagnia dei nani il modo in cui entrare nella tana del drago Smaug, segnalando la presenza delle rune. La mappa apparteneva a Thror, nonno di Thorin, per questo si spiegano le rune naniche. Leggendo il libro si capirà anche che ci sono due diversi tipi di rune sulla mappa, ma non vogliamo svelare nulla di più al lettore. Peccato che per il lettore italiano la questione sia molto più complicata!

Su Sentieri tolkieniani tornano le Domeniche

Associazione Sentieri tolkienianiEcco una nuova opportunità per quanti amano J.R.R. Tolkien e la sua letteratura. L’Associazione Sentieri Tolkieniani ripropone “Le domeniche di Tolkien”, un video-forum trasmesso in diretta, naturalmente ogni domenica, come dice il titolo stesso, per approfondire per approfondire Tolkien e la sua Terra di Mezzo. In ogni puntata, il forum affronterà di volta in volta tematiche diverse, approfondendo temi e trame meno note al pubblico degli appassionati tolkieniani. Per quanti si connetteranno ci sarà la possibilità di intervenire per fare domande, proporre riflessioni e interagire con i relatori che si troveranno al di là della videocamera. L’inziativa è nata dal 2009 per approfondire la conoscenza dell’autore, soprattutto nei contenuti e negli ideali che hanno animato la sua vita e la sua attività di scrittore.

Ora le slot machine: la denuncia della Tolkien Estate

Slot machine sul Signore degli AnelliA poche settimane dall’uscita del lungo atteso adattamento cinematografico di The Hobbit di J.R.R. Tolkien, gli eredi dello scrittore e l’editore del romanzo HarperCollins hanno sporto denuncia nei confronti di Warner Bros., New Line e del produttore Saul Zaentz, per quelle che ritengono violazioni dei diritti loro concessi. Nella denuncia (qui si può leggere la versione completa), che comporta un risarcimento danni per 80 milioni di dollari, depositata lunedì alla corte distrettuale di Los Angeles, la Tolkien Estate e l’editore inglese sostengono che sono stati violati i diritti d’autore, che la Warner Bros e la controllata New Line hanno in concessione da Saul Zaentz Co. Il punto cruciale della causa è che il contratto sui diritti d’autore vecchio di decenni: «Le parti contraenti del testo originale avevano previsto solo una licenza limitata sul diritto di vendere i prodotti di consumo del tipo regolarmente commercializzato all’epoca, come statuette, vasellame, articoli di cancelleria, abbigliamento e simili», afferma la denuncia. «Nel contratto non è inclusa la concessione di sfruttamento dei diritti d’autore elettronici o digitali, su media che ancora non erano stati inventati o altri beni immateriali come i diritti in materia di servizi». Quindi, tra questi non rientra Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’anello: gioco di slot online (potete vederne un video in fondo all’articolo). Slot machine online del Signore degli AnelliLa Tolkien Estate ne è venuta a conoscenza tramite una e-mail di spam al suo avvocato nel settembre 2010, cosa che ha causato un esame sui limiti dell’accordo sullo sfruttamento dei diritti d’autore. La casa che tutela i diritti degli eredi di Tolkien ha poi fatto sapere di aver appreso che la Warner Bros ha realizzato slot machine tradizionali, con i diversi personaggi del Signore degli Anelli da far combaciare nelle combinazioni vincenti, così come di altri prodotti fuori dei limiti del contratto originale.

Logo della La denuncia espone poi la storia del contratto di sfruttamento dei diritti d’autore connesso allo Hobbit e al Signore degli Anelli, che ebbe inizio nel 1969, ma che vide il produttore cinematografico Saul Zaentz comprarli soltanto nel 1976. Nel 1978 l’azienda Usa produsse la versione animata del Signore degli Anelli, scritto principalmente da Peter S. Beagle e diretto dall’animatore Ralph Bakshi. Oggi, attraverso la Middle-earth Enterprises, Saul Zaentz possiede in tutto il mondo i diritti di sfruttamento di Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli nelle versioni per il cinema, il teatro e i diritti di merchandising. Ma
Zaentz, sostiene il legale, non ha diritti contrattuali riservati «non espressamente concessi nel contratto». Ma la Warner Bros e gli altri imputati si sono «con audacia crescente, impegnati in un modello costante e crescente di usurpazione dei diritti d’autore a cui non hanno diritto», è scritto nella denuncia. Ad esempio, i loro diritti prevedono solo merce “tangibile”, non videogiochi scaricabili disponibili solo su computer portatili, smartphone, tablet o per Facebook. «Gli imputati hanno anche affermato e continuano ad affermare di avere diritti relativi a una vasta gamma di beni e servizi al di là del loro contratto di copyright e hanno registrato marchi e depositato brevetti in categorie commerciali senza limitazione, tra cui alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio, suonerie, giochi online/scaricabili e complessi residenziali: tutte categorie i cui diritti d’autore non sono stati chiaramente concessi loro». Nella denuncia la Tolkien Estate elenca diverse categorie di prodotti, ma è particolarmente irritata dai nuovi giochi d’azzardo, che sviluppano elementi non presenti nella storia del Signore degli Anelli. «Non solo la produzione di giochi d’azzardo superano palesemente la portata dei diritti d’autore degli imputati, ma questo comportamento illecito ha la conseguenza di indignare lo zoccolo duro dei lettori forti di Tolkien, causando un danno irreparabile per l’eredità dello scrittore e la reputazione delle sue opere». La causa intentata dalla Tolkien Estate giunge ora dopo lunghe discussioni e tentativi di transazione non andati a buon fine con le ditte Usa citate sopra e sarà l’inizio di una altrettanto lunga battaglia legale. Naturalmente, non sfugge la concomitanza con l’uscita del film, da cui la denuncia trarrà maggiore visibilità.