È già febbre da Terra di Mezzo in Nuova Zelanda, con l’avvicinarsi della premiere mondiale il 28 novembre nella capitale Wellington di Lo Hobbit: un viaggio inaspettato (“The Hobbit: An Unexpected Journey”), primo dei tre film diretti da Peter Jackson e antefatto della trilogia del Signore degli Anelli, diventata negli scorsi anni un cult in tutto il mondo.
Inutile dire che vien subito voglia di mollare tutto e partire per la Nuova Zelanda. Magari prendendo un volo targato Air New Zealand, che vi porterà direttamente nella Terra di Mezzo prima ancora
di sbarcare agli antipodi. Non ci credete? Guardate allora qui il video che la compagnia aerea ha preparato in occasione dell’uscita del film. Negli avvisi di sicurezza ai passeggeri, sui voli della Air New Zealand, alle hostess si sostituiscono ora Bilbo e i suoi compagni, insieme con elfi, maghi e altri personaggi, compreso Gollum. Nel video di 4 minuti compare lo stesso Jackson, a cui cade di mano un anello e rischia di perderlo, tanto da chiamarlo: «Il mio tesoro!».
Un Anello… di cipolla? I panini di Gandalf e Bilbo
Il grado zero. Lo abbiamo raggiunto. Abbiamo toccato il fondo e proprio per questo vogliamo parlarne. Del resto, era facile prevederlo, con tre film di Peter Jackson alle porte per il libro Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien. Nell’intervista a Le Monde di quest’estate il figlio Christopher, erede letterario dello scrittore, lo aveva detto: «Sarà un circo Barnum». Ecco, prepariamoci allo tsunami… Siete pronti? Turatevi il naso e buttattevi nell’articolo, ma dovete sorbirvelo fino in fondo!!!
Nuovo spot sullo Hobbit Ma è internazionale
Sbarca online un nuovo spot tv destinato al mercato internazionale di Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato. Le due major Usa produttrici, New Line Cinema e MGM, lo hanno diffuso via web. L’attesissimo primo capitolo diretto da Peter Jackson e ispirato al romanzo Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien, arriverà a dicembre nelle sale di tutto il mondo e ormai non c’è una settimana in cui non giunga una novità dalla Nuova Zelanda. Il video non contiene scene inedite, ma tutta una serie di nuove sequenze, che permette di dare un’occhiata ai protagonisti di questa storia, tra cui Bilbo (Martin Freeman), Gandalf il Grigio (Ian McKellen) e Gollum (interpretato da Andy Serkis con l’ausilio della motion capture). Sono presenti anche Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) e i nani Nori (Jed Brophy), Fili (Dean O’Gorman), Dori (Mark Hadlow), Bofur (James Nesbitt), Gloin (Peter Hambleton), Dwalin (Graham McTavish), Balin (Ken Stott), Oin (John Callen), Bombur (Stephen Hunter), Bifur (William Kircher), Ori (Adam Brown) e Kili (Aidan Turner). Se vi siete persi il recente (e impressionante) secondo trailer cinematografico dello Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato lo potete vedere in fondo all’articolo, insieme al primo trailer ufficiale.
I timori di J.R.R. Tolkien in una lettera inedita
Siamo alle solite: c’è la realtà e quella riportata. Ecco la seconda sotto forma di notizia: una lettera inedita dello scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) rivela le sue preoccupazioni per l’andamento delle vendite dello Hobbit (1937), giudicate scarse subito dopo la sua uscita. Il romanzo di Tolkien uscì il 21 settembre 1937 e quest’anno se ne è festeggiato il 75esimo anniversario, come abbiamo scritto qui. Era il primo libro di quello che allora era un tranquillo e sconosciuto professore di inglese all’università di Oxford. La lettera inedita è stata ritrovata in una collezione di scritti di Tolkien custodita nella biblioteca dell’Università di Leeds, dove insegnò dal 1921 al 1925 prima di trasferirsi a Oxford. Scrivendo ad Arthur Ransome, Tolkien faceva presente che avrebbe voluto fosse pubblicata una seconda edizione rivista dello Hobbit, ma non era sicuro che ci sarebbe stata «perché le vendite non sono poi così elevate». L’autografo rivela anche che Ramsone suggerì all’autore di modificare alcune parti del libro e che Tolkien fu felice di apportare per rendere la narrazione più scorrevole. Fin qui è quello che riportano le agenzie di stampa, la Bbc inglese e soprattutto il sito della Facoltà di inglese dell’università di Leeds. Ora vediamo però cosa c’è di nuovo e cosa in realtà si sapeva già.
L’ArsT a Lucca Comics: Aspettando Lo Hobbit
Ci risiamo. Gli hobbit e le cronache della Terra di Mezzo stanno tornando, con il nuovo film Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, tratto dal famosissimo romanzo di John Ronald Reuel Tolkien, primo capitolo della nuova trilogia cinematografica firmata dal regista neozelandese Peter Jackson, già al timone della celebre saga del Signore degli Anelli. Dopo i film il nome di J.R.R. Tolkien è conosciuto in tutto il mondo. Ma lo era anche prima, visto che Il Signore degli Anelli è uno dei libri più venduti con oltre 160 milioni di copie distribuite. E in cima alle vendite c’è anche Lo Hobbit, che di copie ne ha vendute oltre 50 milioni. Quanti vorrebbero approfondire in maniera seria alcuni dei temi trattati da Tolkien?
Nell’anno del 75esimo anniversario della pubblicazione dello Hobbit, l’Associazione romana studi Tolkieniani torna a Lucca Comics and Games 2012 portando i suoi seminari quest’anno tutti dedicati al libro di Tolkien, il primo della sua carriera di narratore delle vicende della Terra di Mezzo. Aspettando Lo Hobbit studiosi e scrittori approfondiranno alcuni aspetti delle opere del Professore di Oxford, anche su tematiche meno conosciute, per introdurre a Tolkien anche quei lettori che si avvicinano per la prima volta. Gli autori hanno partecipato all’antologia “C’era una volta… Lo Hobbit – Alle origini del Signore degli Anelli”, pubblicato in questi giorni dalla casa editrice Marietti 1820, in concomitanza con il film di Peter Jackson, che sarà nelle sale italiane il 13 dicembre prossimo.
…Nuova Zelanda: monete e stampe per lo Hobbit
Che avessero il sangue alla testa lo sapevamo. Vivendo a testa in giù è anche normale! Ora giunge dagli antipodi una notizia a dir poco sorprendente: Wellington, capitale della Nuova Zelanda cambierà nome. Per festeggiare l’uscita dello Hobbit, in occasione dell’anteprima mondiale del 28 novembre, si chiamerà “The Middle of Middle-earth”, il Centro della Terra-di-mezzo…
Continua così l’operazione un po’ stramba di trasformare la Nuova Zelanda in una reale Terra di Mezzo. Secondo il sindaco, Celia Wade-Brown, la città spenderà oltre un milione di dollari neozelandesi (700mila euro) per allestire la cerimonia del tappeto rosso al Teatro Embassy, nel centro della città, per il primo dei tre film dedicati allo Hobbit, l’altro romanzo dello scrittore J.R.R. Tolkien: Lo Hobbit: un viaggio inaspettato (“The Hobbit: An Unexpected Journey”). La festa coinvolgerà, però, tutta la città, ove saranno esposte opere e si svolgeranno manifestazioni a tema hobbit.
Inoltre, Stuff.co.nz ha rivelato che: «La centrale piazza Courtenay Place sarà coperta da oltre 500 metri di tappeto rosso, che si estende da Taranaki Street fino al teatro Embassy. I protagonisti del film dovranno percorrerli tutti a piedi. Il Comune installarà grandi schermi a Waitangi Park per mandare in diretta la cerimonia del tappeto rosso». Tutto questo, nella speranza che l’anteprima del film possa attrarre più pubblico possibile, molte di più della precedente trilogia (quella per il Ritorno del re ebbe più di centomila persone). Ma c’è di più!
“The fall of Arthur” di J.R.R. Tolkien è ufficiale
La notizia, anche se solo in sordina era già trapelata e anche noi ne avevamo parlato nel luglio scorso. Ora però è ufficiale: sia la HarperCollins Publishers che la sua “sorella Usa”, la Houghton Mifflin Harcourt, pubblicheranno un nuovo inedito di J.R.R. Tolkien nel 2013. La novità è che “The Fall of Arthur” sarà sicuramente nelle librerie dalla primavera prossima, precisamente il 23 maggio 2013 (e ne sono già state annunciate le traduzioni in francese e spagnolo). Ci sono alcuni dettagli in più, e alcune smentite, rispetto alla notizia di luglio. Tutto è iniziato quando Christopher Tolkien, figlio di John Ronald Reuel ed esecutore letterario delle sue opere, si è presentato alla casa editrice a Londra. «Credo che vi potrebbe interessare pubblicare questo», ha detto al direttore editoriale Chris Smith, mostrando un manoscritto. «Si intitola: La caduta di Artù». Un poema inedito, non concluso, di circa mille versi, ispirato da un quadro del pittore inglese John Mulcaster Carrick, in cui si vede il mitologico sovrano a terra, sollevato per un braccio da un cavaliere. Entrambi sono rivolti verso il mare dove una nave si allontana confusa nelle nebbie del tramonto. Non è chiaro se Artù sia ancora vivo.
A Leeds una placca blu per J.R.R. Tolkien
L’autore del Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien, potrebbe essere stato ispirato a creare la Terra di Mezzo, mentre passeggiava in un bosco di Leeds. Il suggerimento è giunto da Kevin Grady, direttore del Leeds Civic Trust, e la conferma viene dall’inaugurazione di una placca blu per lo scrittore in una casa della città inglese. Le “blue plaques” sono delle installazioni permanenti che collegano un luogo col suo passato storico relativo a una persona o a un evento. «Ho letto Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli nel 1961, quando avevo 11 anni, ed sono rimasto subito affascinato dal mondo che Tolkien aveva creato», ha detto Grady, anch’egli laureato all’università di Leeds. «I libri erano allora relativamente poco conosciuti. Con il tempo, mentre giungevo all’università, Tolkien era diventato una figura di culto e ora i film di Peter Jackson hanno reso i suoi romanzi tra le storie più famose al mondo. È affascinante pensare che il mondo creato da Tolkien nel 1920 si stesse evolvendo nella sua mente mentre il professore si godeva le passeggiate nei boschi della Valle di Meanwood», ha concluso.
Cavalieri di Rohan: un nuovo videodiaro
La casa di produzione di videogiochi Turbine ha rilasciato un nuovo diario degli sviluppatori di Lord of the Rings Online: Riders of Rohan, la nuova espansione del gioco di ruolo online ufficiale della trilogia di Tolkien (cioè un MMORPG: Massively Multiplayer Online Role-playing Game). Di Lord of the Rings Online abbiamo già parlato in passato. Riders of Rohan espande il mondo online della Terra di Mezzo in cui i giocatori dovranno unire le loro forze per cavalcare nelle pianure di Rohan. La nuova espansione includerà un incremento del limite raggiungibile dei livelli (il level cap), l’inclusione di luoghi come Amon Hen e la foresta di Fangorn, il nuovo sistema di combattimento a cavallo (Mounted Combat system) e molto altro ancora.
Alberi parlanti: ecco gli Ent del mondo reale
Che Tolkien fosse un amante della natura non è un mistero per nessuno; anche a chi si accosta alla sua opera solo superficialmente non può sfuggire la cura e il dettaglio con cui il Professore di Oxford descrive gli ambienti in cui i suoi personaggi si muovono, fin quasi a renderli co-protagonisti della storia. Una delle sue creazioni più originali, non basate cioè su figure fantastico-mitologiche preesistenti (come possono essere gli Elfi o i Nani o gli Orchi), sono proprio gli Ent, ossia i “Pastori degli Alberi”: figure gigantesche dall’aspetto arboreo, ma capaci di parlare e di muoversi autonomamente, il cui compito è di custodire le foreste. Perché per Tolkien, che amava appassionatamente gli alberi e le piante in generale, la foresta è un’entità dotata di una vita propria, indipendente da quella degli Uomini (e degli Elfi, e dei Nani…), ma non per questo meno “viva” e intensa, una vita di cui i personaggi si rendono conto solo quando essa si dimostra ostile, come nel caso della Vecchia Foresta ai confini della Contea, i cui alberi sembrano congiurare per ostacolare e sviare i viaggiatori, o del Vecchio Uomo Salice, che li attira e li incanta per poi intrappolarli all’interno del proprio tronco o annegarli nel fiume sulle cui rive cresce. Naturalmente tutto questo è solo frutto di immaginazione. Oppure no?
Scoperte le illustrazioni perdute del Signore degli Anelli
Il ricercatore dell’Università di Otago, il dottor Paul Tankard, ha attirato l’attenzione dei media internazionali dopo aver rintracciato una serie di illustrazioni perdute per Il Signore degli Anelli, che erano state molto apprezzate dall’autore JRR Tolkien ma mai pubblicate.
Le illustrazioni, di un’artista inglese precedentemente poco conosciuta, Mary Fairburn, ora di 78 anni, vedova e residente a Victoria, in Australia, e la ricerca del dottor Tankard è state appena diffusa grazie a un articolo in prima pagina su The Times Literary Supplement.
Da Peter Jackson ecco il nuovo trailer
Peter Jackson ha annunciato sul suo blog, sulle pagine di Youtube e Facebook che mercoledì, il 19 settembre, avrebbe rilasciato il nuovo trailer dello Hobbit– Un Viaggio Inaspettato in occasione della Tolkien Week. E così ha fatto! Potete guardare il nuovo trailer a fondo pagina. Si tratta della settimana in cui cadono contemporaneamente il 75° anniversario della pubblicazione del romanzo di J.R.R. Tolkien The Hobbit e i compleanni immaginari di Bilbo e Frodo Baggins, la cui festa è descritta nel primo capitolo del Signore degli Anelli, “Una festa a lunga attesa”. Così il regista neozelandese ha deciso di festeggiare la settimana regalando ai suoi fan un nuovo trailer con immagini inedite, ma Jackson ha promesso anche altro materiale…
Hobbiton a Palombara: si lavora al programma
La Società Tolkieniana Italiana sta ultimando il programma della Hobbiton 2012 (è la XIX per numero di edizioni edizione) che si terrà tra quasi dieci giorni, dal 28 al 30 settembre. Anche quest’anno la manifestazione si svolgerà nel centro Italia, nel bel borgo medievale di Palombara Sabina, in provincia di Roma, a circa 37 km dalla capitale. La manifestazione verrà ospitata all’interno delle sale e nel cortile del castello Savelli (XI secolo), che domina il centro storico della cittadina sabina. La grossa novità rispetto all’edizione scorsa e a quelle passate è il cambio di data, dallo ormai consueto primo all’ultimo fine settimana di settembre. Questo spostamento, dovuto come riferisce il presidente STI, Ninni Dimichino, all’indisponibilità della location, fa coincidere purtroppo la manifestazione tolkieniana con Romics, festival internazionale del fumetto, che si svolge alla Nuova Fiera di Roma.
Il compleanno di Bilbo da Dublino a Oxford
A settembre ricomincia un po’ tutto: la scuola, il lavoro, il traffico e lo stress… Ma quest’anno è un mese particolare, almeno dal punta di vista tolkieniano. Mai come quest’anno, settembre vedrà lo svolgersi di molte ricorrenze e manifestazioni, sia straniere che estere. Visto che alle nostrane dedichiamo sempre molto spazio, ci occuperemo del mondo anglosassone. Dove sono molte le cose che accadono.
Frodo vive! Alla Marquette University
«In un buco nel terreno viveva un hobbit». La storia racconta che questa frase fu scritta da J.R.R. Tolkien senza pensarci mentre correggeva gli esami dei suoi studenti, segnando così l’inizio del suo primo romanzo: Lo Hobbit. Le opere del professore di Oxford ha da allora raccolto generazioni di fedeli appassionati, che si sono immersi nella sua fantasia, diventando la base di qualsiasi libreria si rivolgesse a loro. Il 20 settembre ricorre il 75 ° anniversario della pubblicazione dello Hobbit. Come “casa” dei manoscritti di alcune delle opere principali dell’autore – tra cui lo stesso Hobbit e Il Signore degli Anelli, la Marquette University (a Milwaukee in Wisconsin – Usa) festeggia l’occasione, offrendo un corso su Tolkien e ospitando una serie di lezioni e una mostra sull’autore. La notizia, appena difussa, ha già provocato i gorgoglii “alla Gollum” (“Sì, il mio tessoro!”) degli appassionati studenti locali di Tolkien!
Un professore del dipartimento di inglese, Tim Machan, sarà il primo membro a tempo pieno della facoltà a tenere un corso su Tolkien. Machan è ben preparato per capire il famoso autore inglese:
«Il mio insegnamento e le mie ricerche si concentrano sulla letteratura medievale inglese e sulla linguistica. Sono particolarmente interessato alle istanze sociali connessi che producono cambiamenti nella lingua inglese. Sono interessato al modo in cui il linguaggio usato in letteratura e quello della vita di tutti i giorni sono in relazione tra loro e anche al rapporto tra la linguistica e gli studi letterari». Machan tiene regolarmente corsi su Chaucer, letteratura medievale, l’inglese antico, il norreno e la storia della lingua inglese: tutti argomenti che Tolkien stesso insegnò a Oxford nel corso della sua carriera accademica. «Nel corso si discuterà di come Tolkien dalle lezioni sul Beowulf, durante il giorno, potesse andare a casa per scrivere la sera di Frodo e della creazione di un nuovo universo», ha detto Machan.
Lego Signore degli Anelli: trailer e cover
L’attesa per i film di Peter Jackson è l’occasione per tutta una serie di iniziative collaterali. Ora è la volta dell’epica tolkeniana rivisitata in chiave Lego: come mai non ci avevano pensato prima? Il videogioco, dal titolo LEGO: Il Signore degli Anelli, è basata sull’opera principale dello scrittore J.R.R. Tolkien, uscirà in autunno ed ecco svelate le nuove immagini delle copertine ufficiali delle varie versioni del gioco. Come accaduto con tutti gli altri giochi LEGO, il titolo sarà disponibile per tutte le piattaforme.
Il videogioco uscirà in autunno e permetterà di vivere una nuova ed intensa avventura nella Terra di Mezzo con uno stile appassionante ed allo stesso tempo molto divertente come non si è mai visto in questa saga, fornendo un titolo adatto a tutti. Lo stile particolare di questa avventura è in linea coi precedenti titoli dello stesso genere, grazie al lavoro del team TT Games, artefice di quasi tutti i titoli del brand LEGO. Le diverse copertine sono tutte uguali: su tutte c’è la Compagnia dell’Anello in bella mostra. Il gameplay vero e proprio della saga, visti gli altri titoli LEGO e come si può vedere dal trailer, avrà quell’atmosfera ironica e sarcastica tipica dei titoli che ci hanno tenuto compagnia in questi anni.
Non si conosce, invece, se la trama del gioco seguirà l’opera di Tolkien o l’adattamento cinematografico dei tre film di Peter Jackson. Forse, LEGO: Il Signore degli Anelli ripercorrerà nello specifico solo uno dei tre film? Dopo l’annuncio ufficiale del gioco avvenuto qualche mese fa, è stato possibile ammirare il futuro gioco con un trailer ufficiale diffuso nel corso della GamesCom 2012 di Colonia, ma anche con una immagine raffigurante i principali protagonisti della serie ricreati in stile LEGO. LEGO: Il Signore Degli Anelli sarà disponibile nei negozi questo autunno su piattaforme PC, PlayStation 3, Xbox 360, Wii, DS, 3DS e PS Vita.
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A Castellanza il festival dei tolkieniani italiani
Si preannuncia come l’evento tolkieniano dell’anno in Italia, naturalmente dopo l’uscita del primo dei tre film di Peter Jackson sullo Hobbit di J.R.R. Tolkien. La terza edizione del festival Tolkieniana.net si trasferisce a nord di Milano, in una posizione invidiabile, a due passi dalla metropoli e dall’aeroporto di Malpensa. Per la prima volta a Castellanza, in provincia di Varese, nella bella sede di Villa Pomini, l’8 e il 9 settembre 2012 si svolgerà la grande riunione degli appasionati dei libri dello scrittore inglese. Dopo le due edizioni svoltesi nel 2005 e 2006 a Buccinasco (Milano), cui partecipò anche l’Associazione romana studi Tolkieniana, quest’anno gli organizzatori hanno voluto pensare in grande. Nuova location, più raggiungibile, nuove energie e soprattutto, grandi prospettive di crescita per un evento che aspira a divenire nazionale, ma che già guarda oltre le Alpi…
Il festival è organizzato dall’Assessorato alla Cultura di Castellanza e dalle associazioni Tolkeniana Net, Eldalië e Granburrone. Grazie al gran lavoro di Edoardo Volpi Kellermann e Gianluca Comastri, c’è una forte volontà di collegare presente e passato. Come nel 2006, infatti, la manifestazione si svilupperà su due filoni paralleli, che si articoleranno in altrettanti eventi: “Aspettando lo Hobbit” e “Ritorno a Númenor”. «Vogliamo puntare allo spirito originario del progetto Tolkieniana.net», ci dice Volpi Kellermann, «le parole d’ordine sono: “condivisione”, “passione per Tolkien” e “aspirazione interzionale”. Per questo abbiamo accolto la collaborazione di molti gruppi locali e abbiamo contattato scrittori e artisti italiani e stranieri». La forte caratterizzazione del festival è confermata anche dalle istituzioni. «Obiettivo del festival è avvicinare Tolkien al grande pubblico con interventi e iniziative che vanno dalla fascia basso-divulgativa a un livello culturale medio-alto», spiega Fabrizio Giachi, assessore alla Cultura di Castellanza, «legandolo a una parte della letteratura a lui correlata (epica, fiaba, fantasy e fantascienza) e a una tematica d’attualità: il valore intellettuale della letteratura di fantasia e i modi in cui le sue visioni possono contribuire al dibattito sullo sviluppo socioculturale sostenibile».
È a Portacomaro d’Asti la Terra di Mezzo
Appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di Tolkien oggi, venerdì 31 agosto, dalle 16 fino a tarda notte a Portacomaro. A curare la manifestazione sarà la Biblioteca Civica (coordinatrice Monica Parola) con la direzione artistica di Rosanna Masoero in collaborazione con la pro loco e l’associazione ‘Gente &Paesi’, coreografie dei Sentieri Tolkieniani di Osasco. Su John Ronald Reutel Tolkien, nato in Sudafrica nel 1892, ma traferitosi subito in Inghilterra, a Birmingham, molto si è scritto e si è discusso sino a voler appropriarsi delle intenzioni letterarie dello scrittore per tentare di stravolgerle in un’ideologia politica. «Tolkien è piaciuto e piace a molti, per cui etichettarlo di destra o di sinistra, è incongruo e superfluo, come incongruo sarebbe identificare Paperino o Topolino in una corrente politica. – ricordano gli organizzatori dell’evento – Certamente all’interno del suo poema troviamo temi che suscitano assonanze con le grandi saghe del nord Europa e con la religione cattolica, ma lette in una forma particolarissima e personale, tenendo saldo il punto di vista degli Hobbit, semplice e pratico che s’inoltra insieme al lettore, in un mondo fantastico ed eroico e ne vive gli stupori, le grandezze e gli orrori di quest’altra vivissima realtà».
L’opera più nota di Tolkien è il Signore degli Anelli, composta in 14 anni e pubblicata in tre volumi nel 1954-55, ricrea l’atmosfera del poema cavalleresco medievale, con evidenti influenze romantiche, ed è ambientato in una terra fantastica e reale nello stesso tempo. Gli Elfi, i Nani, gli Uomini che abitano questo mondo sono ispirati alle lettura delle saghe norrene e al folclore inglese, ma con una forte vena originale. Gli Hobbit sono invece un popolo inventato da Tolkien, che in parte si ispirò alla popolazione rurale della campagna inglese che lo scrittore amava tanto. Ogni popolo ha una propria storia, una propria mitologia e un proprio linguaggio.
Ecco date e titoli dei tre film di Peter Jackson
La Warner Bros e la MGM Pictures hanno ufficializzato la data di uscita del terzo film della saga sullo Hobbit di J.R.R. Tolkien e ha fornito i titoli definitivi dei tre film. «Il capitolo finale della trilogia di Peter Jackson dell’adattamento cinematografico del libro di J.R.R. Tolkien si chiamerà The Hobbit: There and Back Again (Lo Hobbit: andata e ritorno). La data di uscita del film, in tutto il mondo, è prevista per il 18 luglio del 2014». Il terzo lungometraggio prende, quindi, il titolo originariamente destinato al secondo capitolo. Quale sarà il nuovo titolo di quest’ultimo? The Hobbit: Desolation di Smaug (“Lo Hobbit: la Desolazione di Smaug”).
Così, The Hobbit: An Unexpected Journey (Lo Hobbit: un viaggio inaspettato) uscirà in Italia il 13 dicembre 2012, The Hobbit: Desolation of Smaug (“Lo Hobbit: la Desolazione di Smaug”). il 13 dicembre 2013 e, infine, The Hobbit: There and Back Again (Lo Hobbit: andata e ritorno) uscirà il 18 luglio 2014 e, come i precedenti, sarà nelle sale un giorno prima del debutto negli Stati Uniti. Anche il formato sarà doppio, da 24 e 48 fotogrammi al secondo. Girata in 3D, infine, la trilogia verrà distribuita in High Frame Rate (HFR) 3D, altri formati 3D, IMAX e 2D. Tutti e tre i film della trilogia sono una produzione della New Line Cinema e della Metro-Goldwin-Mayer Pictures.
La scelta di avere una pausa di tempo minore tra il secondo e il terzo film è stata spiegata dai vertici della Warner Bros. Dan Fellman, responsabile della distribuzione nazionale, ha affermato: «Volevamo un tempo di attesa minore tra il secondo e il terzo film della trilogia dello Hobbit. Uscire in luglio ci permetterà non solo di avere un perfetto kolossal estivo, ma anche di dare un tempo d’attesa inferiore ai fan per il finale di questa epica avventura». Veronika Kwan Vandenberg, responsabile della distribuzione internazionale della Warner Bros ha aggiunto: «L’uscita in estate di The Hobbit: There and Back Again farà aumentare le possibilità del film di essere visto e gli permetterà di essere un evento senza rivali per i fan in tutto il mondo».
Per gli impazienti, è disponibile una nuova immagine del padre di Legolas, il re degli Elfi Thranduil, interpretato da Lee Pace (Pushing Daisies). Qui sotto una nuova galleria di immagini.
Abbiamo già parlato del film Lo Hobbit di Peter Jackson qui:
– Sì saranno tre i film sullo Hobbit
– Lo Hobbit, l’anteprima il 28/11 in Nuova Zelanda
– Lo Hobbit di Jackson in anteprima al cinema e sul blog
– Lo Hobbit, ecco il primo trailer ufficiale
Nell’attesa non ci resta che goderci il trailer
in italiano:
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Celebrare J.R.R. Tolkien a Loughborough (GB)
La Tolkien Society inglese lo stava preparando a ben quattro anni. L’occasione da cogliere era celebrare i 75 anni dall’uscita dello Hobbit. Il 2012 sarà però anche l’anno in cui uscirà il primo degli ormai certi tre film sul libro, diretti da Peter Jackson. Sono così stati all’altezza i 5 giorni (16-20 agosto) del “Return of the Ring”, evento che si è svolto presso l’Università di Loughborough, tra Nottingham e Birmingham in Inghilterra. Ecco il resoconto dei membri dell’Associazione romana studi Tolkieniana.
Il programma
Nel programmarlo, gli organizzatori si proponevano di riunire insieme gli studi accademici su Tolkien, le attività di fan e appassionati, quelle ludiche e quelle artistiche, oltre ai vari adattamenti delle opere del “Professore”, a partire da quella di Brian Sibley, presente anch’egli alla manifestazione. Con ben sette diverse aree separate e le attività in concorrenza tra loro in alcune fasce orarie, c’è stato sempre qualcosa per tutti i vari interessi e chi partecipava doveva sempre fare decisioni difficili su cosa seguire e cosa perdere. Così, le conferenze degli studiosi si sono svolte mentre si tenevano laboratori e lezioni dedicate alle lingue, alle Tengwar, ai costumi e ad altre discipline artistiche della Terra-di-mezzo. Non poteva mancare un gruppo di ospiti: il gruppo francese della Compagnie du Dragon Vert (La Compagnia del Drago Verde). Questi giovani hanno piantato le loro tende bianche proprio fuori uno dei due edifici principali in cui l’evento si teneva e hanno seguito lo stile di vita del periodo medievale, rivivendo mestieri, costumi armi, armature e cibo. Ogni giorno c’erano dimostrazioni di tiro con l’arco, cucina medievale, combattimenti con la spada e intrattenimenti con la musica. C’era anche un’area dedicata al ricamo e alla preparazione delle candele di cera d’api.
The Return of the Ring: parla Peter Gilliver
Tra gli ospiti di riguardo al “Return of the Rings”, che inizia domani e di cui abbiamo parlato qui, ci sarà anche Peter Gilliver. È uno dei tre autori (insieme con Jeremy Marshall ed Edmund Weiner) del volume The Ring of Words: Tolkien and the Oxford English Dictionary. Tutti gli autori sono redattori di lunga data del OED e la loro esperienza apre prospettive nuove sull’attività di Tolkien come lessicografo (lavorò ad alcuni lemmi del dizionario dal 1918 al 1920) e rivelano indizi interessantissimi su come il lavoro professionale dello scrittore all’Oxford English Dictionary influenzarono il linguaggio nel suo mondo immaginario. La Tolkien Society inglese lo ha intervistato e ha offerto a noi l’esclusiva della traduzione in italiano. Eccovi quindi l’intervista integrale.
Cosa ti ha fatto diventare un lessicografo?
«La risposta breve è che, nel 1987, ho visto un annuncio e fatto richiesta! In realtà, non ho nemmeno visto l’annuncio: un amico (a cui sarò eternamente grato) stava leggendo il New Scientist e mi ha detto: “Ehi Peter, so che ti piacciono le parole, lo hai visto questo?” Io di certo non avevo preso in considerazione prima di allora la lessicografia come una possibile professione, non mi ricordo nemmeno di aver mai pensato che i dizionari che usavo spesso fossero scritti da qualcuno, per non parlare del fatto che avessi mai pensato al fatto che questo fosse una cosa divertente da fare. E il mio percorso fino a quel momento – un lettorato in matematica all’università di Cambridge, un anno di lavoro presso la Bodleian Library di Oxford e poi un master in Scienze dell’Informazione all’università di Sheffield – non era rivolto nella direzione di lavorare con la lingua inglese. Mi considero molto fortunato ad aver ottenuto il lavoro. Anche se, forse, guardando indietro c’era qualcosa di inevitabile: nonostante i miei interessi scientifici, ho sempre avuto un fascino per le lingue, senza dubbio a causa della mia situazione familiare. I miei genitori erano entrambi insegnanti di inglese e la mia famiglia parlava (anzi dibatteva) sulla lingua tutto il tempo. Così forse era nel mio sangue».
Nello scrivere The Ring of Words qual è la cosa più affascinante che avete scoperto?
«Penso la cosa più interessante sia stato realizzare che io e i miei colleghi autori condividevamo un terreno comune con Tolkien per via del nostro lavoro. Una delle cose che costituiscono il fulcro dei processi creativi di Tolkien è stato il modo in cui riuscì a concentrarsi su una sola parola – e questa concentrazione, pensando alle origini della parola e a tutte le ramificazioni del suo significato – era il punto di partenza per un volo della su immaginazione fantastica e portava alla genesi di una qualche nuova idea nella Terra-di-mezzo. Ma concentrandosi su una sola parola è l’essenza di ciò che un lessicografo fa: questo è quello che facciamo, quasi tutto il giorno, tutti i giorni. Naturalmente, da parte sua Tolkien ha avuto una straordinaria immaginazione da aggiungere al processo, mentre io purtroppo non riesco a far
lo stesso!».
Alcune delle parole inventate da Tolkien stanno cominciando a diventare uno standard nella lingua inglese. Dopo aver scritto il libro, avete trovato qualcuno dei nuovi conii di Tolkien che è entrato nell’OED?
«Non so quali delle parole inventate da Tolkien siano state aggiunte al dizionario prima della pubblicazione del nostro libro, ma la parola “Ruel-bone” [un termine raro per un particolare tipo di avorio, forse la varietà fatta dalla zanna di tricheco], che abbiamo rivisto di recente, fornisce un altro esempio di un parola pre-esistente cui lo scrittore ha dato nuova vita usandola. Non è ancora esattamente una parola d’uso comune, ma sembra essere stata ripresa da altri scrittori fantasy – e l’uso che ne ha fatto Tolkien sembra la spiegazione più probabile».
Quanto credi sia stato importante il periodo che Tolkien ha passato sull’Oxford English Dictionary nel plasmare i suoi lavori accademici e non accademici?
«Non è importante, è stato cruciale! Difficilmente sarebbe divenuto un filologo senza quel periodo di “tirocinio” all’OED (sulla base della formazione ricevuta in precedenza come studente universitario) e, come ho già detto, lo ha anche incoraggiato verso quel modo particolare di pensiero (immaginativo) che ha giocato un ruolo chiave nella sua scrittura creativa».
Qual èil tuo libro di Tolkien preferito, e quale personaggio e luogo?
«Il libro preferito è Il Signore degli Anelli perché esemplifica tutte le cose che mi piacciono della sua scrittura. Il personaggio preferito? Non posso davvero dirne uno perché quando penso al suo mondo, è l’interazione di tutti i personaggi che, per me, lo rende reale. Per il luogo preferito potrei dare la stessa risposta, per gli stessi motivi… ma dirò il Campo di Cormallen, solo perché quando il menestrello canta e “la loro gioia era come spade”, mi trascina ogni volta che lo leggo».
Perché pensi che Tolkien sia ancora oggi un autore così popolare?
«Ehm… non ci sono persone hanno scritto libri su questo argomento?! Penso che ci siano tanti motivi: la ricchezza del mondo da lui creato, che attira con il suo incredibile livello di dettaglio (alcuni dei quali solo intravisti), la sua incredibile abilità nel raccontare una buona storia, e la sua abilità nel padroneggiare i diversi tipi di registro linguistico per scriverla… Penso che per le persone che amano Tolkien sia spesso difficile dire esattamente il perché, e io sono probabilmente uno di loro. Se proprio devo scegliere un motivo, probabilmente direi che è la potenza che ha la sua scrittura di coinvolgermi e di commuovermi. Ma questo solleva tante altre domande!».
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Beh, la revisione dell’OED impegnerà me e i miei colleghi ancora per un bel po’ – e non riesco a pensare agli altri lavori che preferirei fare! Ma sto anche cercando di finire la storia di questo progetto, la sto scrivendo nel mio tempo libero, e che dovrebbe essere pubblicato dalla Oxford University Press tra un paio d’anni, se riesco a mantenere il programma».
Cosa ti aspetti dal convegno “The Return of the Ring”?
«La possibilità di incontrarsi e scambiare idee con gli altri studiosi di Tolkien. E per sapere se qualcun altro è d’accordo con le idee esporrò nel mio intervento».
– VAI ALLA PRESENTAZIONE DI RETURN OF THE RING
– VAI AL SITO DEL RETURN OF THE RING
– VAI AL SITO DELLA OXFORD ENGLISH DICTIONARY
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L’evento dell’anno della Tolkien Society inglese
Da giovedì prossimo fino al lunedì, cioè dal 16 al 20 agosto, si svolgerà “The Return of the Ring” alla Loughborough University (Inghilterra). È l’evento più importante organizzato dalla Tolkien Society inglese dal 2005. Si tratta di ben cinque giorni di conferenze, workshop, lezioni accademiche, con tavole rotonde e molti altri eventi dedicati al fandom, tra cui un ceilidh, una sfilata in costume, oltre a un mercatino dei rivenditori, una mostra d’arte e tantissimi spettacoli teatrali e anteprime cinematografiche.
Il programma è molto fitto e, come nel 2005, saranno diversi gli interventi in simultanea. La caratteristica di quest’anno sembra però essere la forte presenza dei registi dei film amatoriali dedicati alle opere del Professore. Praticamente ci saranno tutti quelli che ne hanno realizzato uno! Del resto ce ne siamo occupati anche noi, durante l’anno: da Born of Hope a The Hunt for Gollum, realizzati dai registi rispettivamente Kate Madison e Chris Bouchard, fino al Niënor Níniel di Michal Kára. Largo spazio anche alle attività teatrali (ci sarà One Man LOTR di Charles Ross) e alle sfilate in costume, che quest’anno avranno addirittura due momenti diversi (le serate di venerdì 17 e sabato 18). Folta anche la presenza degli artisti (tra cui Ted Nasmith, Cor Blok e Anke Eissmann), con la gradita presenza di Michael Tolkien, figlio di Michael Tolkien (figlio maggiore di JRR Tolkien) e quindi nipote dello scrittore. Anche di lui ci siamo già occupati in passato, perché oltre ad avere scritto quattro libri di poesie vedrà la pubblicazione, entro la fine dell’anno, di Wish e
Rainbow, due libri basati sui romanzi per bambini di Florence Bone. Potete leggere tutto qui.
Conseguenza diretta di questo maggior spazio dato a tutte queste attività è la riduzione del numero delle conferenze. E, soprattutto, la loro sovrapposizione. Gli interventi sono, infatti, compressi tra le 9 e le 17 di ogni giornata, mentre nell’evento precedente erano distribuiti fino alla sera inoltrata. Bisogna inoltre dire che, nonostante l’enorme numero di interventi, il programma di Loughborough sembra non all’altezza dell’evento del 2005, e anche rispetto alle forze messe in campo. Ci sono solo 7 autori di rilievo (i famosi keynote scholars): Janet Brennan Croft (con Tolkien’s Faerian Drama: Origins and Valedictions), Dimitra Fimi (con Elves, Goblins and Other ‘Fairy’ Things in The Hobbit: Tolkien’s Victorian and Edwardian Inspiration), Verlyn Flieger (con Tolkien’s French Connection), John Garth (con Robert Quilter Gilson, TCBS: A brief life in letters), Peter Gilliver (uno degli autori di “The Ring of Words”, con Making the Music, a possible source for the Ainulindalë), Thomas Honegger (con Riddles, enigmas, brain-teasers and puzzles) e Tom Shippey (con Tolkien on Leadership). Presenti anche autori meno quotati, ma interessanti come Colin Duriez (con The origins of the Inklings) e Corey Olsen (che coordinerà diverse tavole rotonde). A seguire, ci sono Bob Blackham (autore di libri sui luoghi legati alla vita di Tolkien, da Birmingham a Oxford), Ronald Hutton (autore che propone un approccio paganeggiante alle opere) e Mark Walker (che ha tradotto Lo Hobbit in latino). Ci saranno poi tantissimi dottorandi e studenti con le loro dissertazioni.
Gli interventi italiani
Nutrita infine anche la piccola pattuglia italiana, che riguarda l’Associazione romana studi tolkieniani da vicino: Roberto Arduini e Lorenzo Gammarelli con Death and Immortality in the Works of J.R.R. Tolkien avranno modo di presentare il lavoro del Gruppo di Studio, coordinato dall’Arst e dell’Istituto filosofico di studi tomistici di Modena, che ha portato alla pubblicazione del volume La Falce Spezzata – Morte e immortalità nelle opere di J.R.R. Tolkien per l’editore Marietti 1820, tradotto da poco in inglese dalla Walking Tree come The Broken Scythe: Death and Immortality in the Works of J.R.R. Tolkien. Anche gli altri due interventi italiani sono tenuti da parte di membri del Gruppo di Studio coordinato dall’ArsT. Franco Manni, presidente di Endòre, con Tolkien versus the History of Philosophy, toccherà lo stesso tema da lui affrontato nel volume, mentre Claudio Testi, segretario dell’Istituto tomistico e direttore della collana Tolkien e dintorni per la Marietti 1820, con Tolkien: Christian or Pagan? A proposal for a new critical approach, svilupperà il tema che è partito proprio da suo saggio presente nell’antologia. Così, facendo le dovute
proporzioni, il programma è di tutto rispetto e ricco di spunti interessanti!
ECCO UN’ANTEPRIMA DEL ONE MAN LOTR:
– VAI AL SITO UFFICIALE DI THE RETURN OF THE RING
– VAI AL SITO DI ONE MAN LORD OF THE RINGS
– VAI AL SITO DI MICHAEL TOLKIEN
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Montelago: ecco il resoconto del festival
Trenta ore di musica no stop, 17 concerti, 2 palchi, 70 espositori del mercato celtico, 55 ettari a disposizione per campeggio, parcheggi e festa, 12mila contatti su Facebook, 150mila presenze in 9 edizioni da 87 province italiane, 22 paesi europei, 18 extraeuropei. Sono questi i numeri del Montelago Celtic Festival che si è svolto il 3 e 4 agosto sull’altopiano di Colfiorito, a Taverne di Serravalle di Chienti. Quest’anno le presenze hanno superato ogni aspettativa, superando abbondantemente le 20mila persone. Ne avevamo dato il programma, ora ecco il resoconto.
Il Montelago Celtic Festival è nato 10 anni fa da un’idea di due musicisti viaggiatori, con il vizio di fantasticare, Maurizio Serafini e Luciano Monceri, per far rivivere le atmosfere di una cultura che manifesta il meglio sotto le stelle. È infatti la festa di musica celtica sull’Appennino umbro-marchigiano. Musica, cultura, tradizioni, storia, ambiente, sport e progetti sociali, il tutto in uno scenario suggestivo. Al festival, sostenuto anche dalla Regione Marche, hanno partecipano non solo gli appassionati della musica e delle tradizioni celtiche, ma anche i turisti della montagna, i motociclisti in tour per l’Italia, famiglie con bambini, campeggiatori e amanti della vacanza alternativa.
Tra il suono di una cornamusa, le tende da campeggio e il vento che mitigava il clima ardente, si sono tenute anche le conferenze nella Tenda Tolkien, che ha ospitato le due sessioni di studio su “Visioni dalla Contea: Tolkien e la tradizione fantasy irlandese”. Da segnalare nel primo giorno l’intervento di Vito Carassi (Il Fairy-Tale: un ponte tra mondi paralleli, dal folklore alla letteratura) e nel secondo Cesare Catà (Fairy Stories e Fairy Tales: la scrittura e gli esseri fatati in J.R.R. Tolkien e W.B. Yeats) e Luisa Paglieri (Shakespeare e la tradizione celtica), coordinati dalla scrittrice e giornalista di Radio Rai 3 Loredana Lipperini.
I tre seminari hanno permesso di inquadrare il forte legame tra Irlanda e fairy tale, cioè i racconti di fate, molto presenti anche nelle opere di Tolkien e Shakespeare. Il taglio complessivo era però qui incentrato su alcuni aspetti salienti della ricca e multiforme tradizione narrativa irlandese, con al centro poeti e scrittori moderni come Yeats e Joyce. Si è ben capito come il racconto di fate operi come una sorta di zona franca, di area di transizione in cui convergono credenze popolari e creatività individuale, tradizione orale ed elaborazione letteraria, vicende storiche e ricostruzioni fantastiche, visioni del mondo che di volta in volta si scontrano o si fondono, in ogni caso offrendo un’immagine della realtà più profonda e complessa. Anche l’intervento su Shakespeare ha mostrato come alla base di alcune opere tra le più famose del Bardo, ci siano radici celtiche (soprattutto in Macbeth, Cimbelino e Re Lear, ma anche in Sogno di una notte di mezza estate e addirittura in Amleto) perché moltissime delle tradizioni popolari inglese sono debitrici del loro sostrato britannico.
Interessante è stato anche l’intervento di Chiara Nejrotti su Tolkien e l’immaginario celtico: un rapporto contraddittorio.
L’arsT al Montelago Celtic Festival
Oggi e domani sull’altopiano di Colfiorito, tra Umbria e Marche, si terrà per il decimo anno il Montelago Celtic Festival. L’Associazione romana studi Tolkieniani sarà presente con le conferenze di Roberto Arduini e Beatrice Luzzatti oggi alle 15 e con quella di Lorenzo Gammarelli domani alle 15.
Questo il programma completo delle conferenze:
Venerdì 3 agosto
15:00
- Roberto Arduini – Tolkien e le antiche cose celtiche
- Vito Carassi – Il Fairy-Tale: un ponte tra mondi paralleli, dal folklore alla letteratura
- Beatrice Luzzatti -Il magico e il meraviglioso in Tolkien: Gandalf e i druidi
17:00
- beer break
17:30
- Chiara Nejrotti (Tolkien e l’immaginario celtico: un rapporto contraddittorio), coordinati dal saggista Adolfo Morganti, presidente di Identità Europea.
18:00
- Dibattito
Sabato 4 agosto – Introduce e coordina: Loredana Lipperini, scrittrice, giornalista Radio 3
15:00
- Cesare Catà – Fairy Stories e Fairy Tales: la scrittura e gli esseri fatati in J.R.R. Tolkien e W.B. Yeats
- Luisa Paglieri – Shakespeare e la tradizione celtica
- Lorenzo Gammarelli – Tolkien, gli Elfi e l’Irlanda
17:00
- beer break
17:30
- Paolo Gulisano – Tolkien, l’Irlanda e l’assalto delle forze oscure
- Claudio Bonvecchio – La magia ne Il Signore degli Anelli
18:30
- Conclusioni: Adolfo Morganti e Loredana Lipperini
Questa decima edizione del festival, che l’anno scorso ha avuto 20 mila presenze, si prospetta ricca di molti eventi che spaziano dalla musica alle conferenze, passando per storia, sport, artigianato e molto altro ancora. L’ingresso costa € 20,00, è valido per entrambi i giorni e comprende l’uso dell’area camping.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Festival
Tolkien e gli Inklings: Diario dalla Francia – 5
Ultimo reportage del convegno francese! Meno male, perché i redattori sono provati dalla baraonda di nozioni, spunti, discussioni e resoconti, per non parlare degli ottimi contatti intessuti, con un piccolo particolare forse sfuggito a molti… tutto accade in francese!!!
Gli interventi
Essendo l’ultimo giorno, un bel tour de force per far spazio a tutti ci sta proprio bene. Si comincia prima stamattina e si finisce dopo. Non è malaccio, se si pensa che il gruppo dei bachelardiani di solito fa le undici di sera!
Roger BOZZETTO: Bilbo un hobbit original – [Bilbo, un hobbit originale]. Professore emerito di Letteratura generale e comparata presso l’Università della Provenza, oltre che autore di decine di studi sul fantastico oltre che organizzatore di numerosi convegni qui a Cerisy, Bozzetto si è concentrato sulla figura di Bilbo. Il suo ruolo è stato spesso ridotto a quello di predecessore, nel “periodo di prova” che Tolkien avrebbe passato prima di cimentarsi con l’epica del Signore degli Anelli. Questa posizione nasce da una prospettiva sbagliata. Lo Hobbit, quando viene scritto, è il culmine di un processo che ha richiesto molto tempo prima di iniziare, e in generi in cui di solito non si trova Tolkien. Bozzetto ha esaminato questi territori inesplorati, ma molto istruttivi: le storie brevi, le poesie, racconti per ragazzi. E non ha dimenticato neppure il concetto teorico di mondo immaginario, con molte citazioni da “Sulle Fiabe”.
Dramma totale al secondo intervento. La tizia va come un treno! Diciamo solo che gli stessi francesi fanno fatica a seguirla e chiedono più volte di rallentare. Per noi è troppo… Ecco quel che abbiamo capito, tanto ci è piaciuto nemmeno un po’. Anne Isabelle FRANÇOIS: “A Club of the Other Sort”. Coteries, cercles, cliques et autres sociétés: théories et pratiques des groupes (masculins) chez C.S. Lewis [“Un Club di un altro tipo”. Combriccole, circoli altre associazioni: teorie e pratiche di gruppo (maschili) intorno a C. S. Lewis]. Praticamente la Francois, docente di letteratura comparata alla Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3, ha esposto una tesi di genere. Il suo scopo era dimostrare quanto di analizzare le rappresentazioni, i modelli e i discorsi di socializzazione (solo maschile) nelle opere di C.S. Lewis, il più importante membro degli Inklings. Francois ha posto particolare attenzione al processo di mitizzazione del proprio lavoro da parte di Lewis, vale a dire la creazione di una sorta di lignaggio socio-culturale fantastico, incarnato soprattutto nella narrativa, ma anche negli scritti teorici e nelle relazioni con gli altri membri del gruppo. Lo studio è stato condotto con un approccio di genere, attraversando tematiche di classe e di razza. Questo tipo di socializzazione, secondo Francois, ha incluso il tema per eccellenza comune a tutti i membri del gruppo: la “inglesità” come ideale di educazione e cultura.
Colpo di scena, subito dopo pranzo: Adam Tolkien non parlerà! Lo
sostituisce la sua compagna, Nadia CRIDI, insegnante di inglese a Marsiglia, che ha svolto un dottorato sul Professore di Oxford. In L’Etrange histoire du peintre Niggle [Il curioso caso del pittore Niggle], Cridi ha colto l’occasione per dare una lettura in parallelo tra la vita di Tolkien, le sue preoccupazioni e le sue illustrazioni. Queste ultime hanno fatto da filo conduttore a riflessioni sull’allegoria, sulla paura di Tolkien di non riuscire a concludere Il Signore degli Anelli, sulla natura delle fiabe e il concetto di immaginario. Interessantissima, infine, la posizione politica maturata da Tolkien ed espressa nelle lettere: «Le mie opinioni politiche inclinano sempre più verso l’anarchia (intesa filosoficamente come abolizione di ogni controllo, non come uomini barbuti che lanciano bombe) – oppure verso una monarchia non costituzionale. Arresterei chiunque usi la parola Stato (intendendo qualsiasi cosa che non sia la terra inglese e i suoi abitanti, cioè qualcosa che non ha poteri né diritti né intelligenza). E giustizierei coloro che si ostinano!». La discussione che ne è nata ha esaurito tutto il tempo a disposizione!
Vincent FERRÉ: Traduire et éditer Tolkien [Tradurre e curare i testi di Tolkien]. Ferré è il vero motore di tutto il convegno. È stato lui ha chiamare e coinvolgere tutti. Dal 2001 a oggi, ha riunito prima intorno a sé un nutrito gruppetto di professori e studiosi, poi ha allevato studenti e dottorandi, ora collega questo mono accademico con quello dei fan e del web da un lato, e con editori e critici dall’altro. Praticamente, grazie a lui, tutti quelli che si occupano di Tolkien in Francia erano al convegno o ci dovevano venire (ci sono state un paio di defezioni). L’operazione è riuscita, con gli accademici che hanno apprezzato molto il rigore con cui alcuni appassionati (soprattutto i “wikipediani”) trattano la materia. Ancor di più, proprio questo intervento è stato l’occasione per annunciare la pubblicazione del Dictionnaire Tolkien, in uscita a ottobre, ma già in pre-ordine dall’editore. È il frutto del lavoro di due anni da parte del team qui riunito, naturalmente misto tra accademici e fan, con questi ultimi molto agguerriti e professionali nello scrivere i vari articoli che compongono le quasi mille pagine del dizionario. È un po’ la risposta francese alla Tolkien Encyclopedia di Michael Drout. Altra novità annunciata è la nuova traduzione dello Hobbit, che uscirà anch’essa a ottobre, e ha scatenato i mugugni per il cambio dei molti dei nomi conosciuti. Bilbo Baggins dovrebbe diventare da Bilbo Saccon a Bilbo Bessac…
In conclusione, l’esperienza è stata molto positiva e ci ha fatto scoprire un mondo pieno di bei tesori da leggere e studiare. Ora, non ci resta che prendere la via del ritorno, tanto, tra treni, coincidenze e pause forzate, sono solo 10 ore di viaggio!!!
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