Serie tv Amazon, nuove immagini e prime storie

Serie tv 12Boom!!! Finalmente Amazon ha messo in moto la macchina promozionale e ora fa sul serio. Dopo avere rivelato il titolo ufficialeThe Lord of the Rings: The Rings of Power (Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere), dopo aver mostrato ben 23 poster dei personaggi (con anche traduzioni nelle varie lingue in cui sarà trasmesso, qui l’analisi), dopo aver annunciato il primo trailer per la notte del Superbowl, il 14 febbraio prossimo, ora rivela tramite Vanity Fair le immagini delle riprese e alcuni dei personaggi che appariranno nella serie tv. Secondo il reporter di Vanity Fair, che ha già visto i primi tre episodi, la serie tv è «un sontuoso e avvincente mix di intrighi di palazzo, magia, guerra e mitologia e ci sono abbastanza misteri per alimentare un migliaio di podcast.
Serie tv 13Alcuni personaggi saranno familiari e saranno l’attrazione iniziale mentre gli spettatori vedono svolgersi il loro destino». La storia si destreggerà tra 23 protagonisti, appunto, e filoni narrativi multipli, dalle profondità delle miniere di Nani delle Montagne Nebbiose alla politica del regno elfico di Lindon e alla potente isola umana simile ad Atlantide, Númenor. Tutto questo si concentrerà, alla fine, attorno all’evento che dà il nome alla trilogia: la forgiatura degli Anelli. Tra sorprese e conferme, ci sono moltissime chicche da scoprire!

Galadriel, la giovane guerriera

Serie tv 02Il mondo di Galadriel è un mare in tempesta. Lungi dalla saggia ed eterea regina degli Elfi che Cate Blanchett ha portato nei film di Peter Jackson, la Galadriel interpretata da Morfydd Clark è più giovane di migliaia di anni, arrabbiata e sfacciata quanto intelligente e certa che il male sia più vicina di quanto ci si renda conto. Nell’episodio due, i suoi avvertimenti la portano alla deriva, letteralmente e metaforicamente, fino a quando non lotta per la sopravvivenza su una zattera nei mari tempestosi del Belegaer (il Sundering Sea, il mare tra Númenor e la costa occidentale della Terra di Mezzo) insieme a un naufrago mortale di nome Halbrand (Charlie Vickers), che è un nuovo personaggio introdotto nella serie. Serie tv 06Galadriel sta combattendo per il futuro; Halbrand sta scappando dal passato. I loro destini intrecciati sono solo due delle storie intrecciate per una serie tv che, se funziona, potrebbe diventare un fenomeno globale. Se non è all’altezza, potrebbe diventare un ammonimento per chiunque, per citare J.R.R. Tolkien: ha scavato troppo avidamente e troppo in profondità.

Gli antenati degli Hobbit

Serie tv 03Dopo la presenza di Galadriel, è giunta così un’altra conferma: la serie metterà gli hobbit nella Seconda Era? Purtroppo sì. «Una delle cose molto specifiche che dicono i testi è che gli Hobbit non hanno mai fatto nulla di storico o degno di nota prima della Terza Era”, dice uno degi due showrunner, Patrick McKay. «Ma davvero, nella Terra di Mezzo non ci sono Hobbit o qualcosa di simile a loro?». Gli antenati Hobbit, gli halfling di quest’epoca sono chiamati Pelòpedi (harfoots). Molto probabilmente non vivono ancora nella Contea, ma sono abbastanza vicini agli hobbit. McKay e Payne hanno costruito una società pastorale che prospera sulla segretezza e sullo sfuggire alla vista in modo che possano interpretare una sorta di storia a margine delle missioni più grandi, ma sconosciuta ai tutti. Quindi, due Pelòpedi curiosi e più scaltri, interpretati da Megan Richards e Markella Kavenagh, incontreranno un misterioso uomo sperduto la cui origine promette di essere uno degli enigmi più inquietanti della serie tv.

Una principessa dei Nani e l’amore tra un elfo e una donna

Serie tv 08Una trama originale è incentrata su un elfo silvano di nome Arondir, interpretato da Ismael Cruz Córdova, che sarà la prima persona di colore a interpretare un elfo sullo schermo in un progetto di Tolkien. È coinvolto in una relazione proibita con Bronwyn, un guaritore di villaggio umano, interpretata da Nazanin Boniadi, un’attrice britannica di origini iraniane. Altrove, un attore britannico di origine giamaicana, Serie tv 04Sir Lenny Henry, interpreta un anziano zotico, e Sophia Nomvete ha un ruolo chiave nei panni di una principessa nana di nome Disa, essendo quest’ultima la prima donna di colore a interpretare una nana ne Il Signore degli Anelli, nonché la prima nana femmina. «Ci è sembrato naturale che un adattamento del lavoro di Tolkien dovesse riflettere l’aspetto reale del mondo», afferma Lindsey Weber, produttrice esecutiva della serie. «Tolkien è per tutti. Le sue storie parlano delle sue razze immaginarie che fanno del loro meglio quando lasciano l’isolamento delle proprie culture e si uniscono tra loro, superando i pregiudizi».
La serie tv porterà anche in vita il fabbro elfico Celebrimbor (Charles Edwards), poiché la sua abilità con i metalli e la conoscenza della magia porterà alla forgiatura degli Anelli. E un giovane e astuto architetto e politico degli Elfi di nome Elrond (Robert Aramayo) salirà alla ribalta nella capitale del Lindon. Un’altra trama seguirà un marinaio di nome Isildur (Maxim Baldry) molti anni prima che diventi un guerriero e tagli l’Unico Anello dalla mano di Sauron, per poi cadere lui stesso vittima dei suoi poteri. Serie tv 09Parlando di Sauron, la presenza dell’Oscuro Signore è un fattore importante per tutta la Seconda Era, culminando nella sua resurrezione come tiranno. All’inizio della serie, ci sono solo accenni del pericolo in arrivo. Alcuni li vedono chiaramente; altri non ne sono sicuri. Bayona ha attinto dai suoi ricordi di quando era bambino in Spagna, un paese che si stava ancora riprendendo da una guerra civile decenni prima della sua nascita. «Abbiamo avuto una dittatura per 40 anni, quindi si notano le ripercussioni della guerra e l’ombra del passato», ha detto il regista dei primi due episodi, notando che “Shadow of the Past” è in effetti il ​​titolo del primo di essi. «Penso che tutto questo riguardi le ripercussioni della guerra. C’è un’idea che sembra molto fedele a Tolkien, che è l’intuizione. Galadriel ha l’intuizione che le cose non si sono aggiustate del tutto alla fine della Prima Era e che c’è ancora qualcosa in agguato».

La deviazione più grande

Serie tv 11Nei romanzi di Tolkien, le cose di cui sopra si svolgono nel corso di migliaia di anni, ma Payne e McKay hanno compresso gli eventi in un unico momento, una storia lineare unica. È la loro più grande deviazione dal testo e sanno che è un grande cambiamento. «Ne abbiamo parlato con la Tolkien Estate», ha detto Payne. «Se fossimo stati fedeli esattamente alla lettera dei testi, avremmo raccontato una storia in cui i personaggi umani muoiono ogni stagione perché si salta ogni volta 200 anni, e quindi prima della quarta stagione non si potrebbero incontrare i personaggi canonici più grandi e importanti. Serie tv 10Potrebbero esserci degli appassionati lettori che vogliono che facciamo un documentario sulla Terra di Mezzo, ma noi andremo a raccontare una storia che unisce tutti questi eventi». Gli showrunner hanno chiaramente un grande rispetto per Tolkien, ma non si può fare un adattamento di 50 ore senza prendersi dei rischi creativi. «Pensiamo che il lavoro alla fine parlerà da sé», ha detto Payne quando gli è stato chiesto se le preoccupazioni e le speculazioni degli appassionati lettori li avessero innervositi. «Prima che un’orchestra inizi, le persone tra il pubblico parleranno tra loro criticando, ma poi non appena inizia la musica, tutti ci sono dentro e ascoltano quella musica».

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LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina facebook Lords for the Ring on Prime
– Leggi il comunicato di Amazon

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4 Comments to “Serie tv Amazon, nuove immagini e prime storie”

  1. Massi ha detto:

    La prima cosa che queste rivelazioni mi hanno fatto venire in mente sono le parole di Barbalbero:

    “There is no curse in Elvish, Entish, or the tongues of Men bad enough for this treachery.”

    E` in pratica un mondo e una storia del tutto diversa dalla concezione di Tolkien. Un po’ come Mithgar dei romanzi di Dennis McKiernan e` un mondo diveso da Middle-earth. Ma almeno McKiernan non aveva i soldi per pagarsi i diritti (che cmq Tolkien figlio non avrebbe mai venduto) e non poteva spacciarli come “Lord of the Rings”.

    E se non altro McKiernan aveva rispetto per il materiale di Tolkien.

    Vedendo l’immagine di Galadriel non vedo nessun rispetto qui.

  2. Valen ha detto:

    McKay e Payne: “Ma davvero, nella Terra di Mezzo prima della Terza Era non ci sono Hobbit o qualcosa di simile a loro?”.
    Lettore medio di Tolkien: “No”.
    McKay e Payne: “Ah vabbè ma noi ci mettiamo gli Harfoots”.
    Lettore medio di Tolkien: “Ma gli Harfoots sono una sottorazza di hobbit della Terza Era, non i loro antenati…”.
    McKay e Payne: “Eh ma mica si può fare la Terra di Mezzo senza dei pseudo-hobbit.”
    Lettore medio di Tolkien: “Vabbé, e poi cos’altro?”.
    McKay e Payne: “E poi ci mettiamo una giovane Galadriel guerriera, perché ehi questo personaggio va svecchiato.”
    Lettore medio di Tolkien: “Vabbé, e poi cos’altro?”.
    McKay e Payne: “E poi ci mettiamo una storia d’amore inventata tra elfi e umani.”
    Lettore medio di Tolkien: “Ma Tolkien ha già scritto realmente quella più bella di tutti, tra Beren e Luthien…”
    McKay e Payne: “E ma noi ci mettiamo un elfo di colore. Sai, per riflettere l’aspetto reale del mondo e superare i pregiudizi. Tolkien è per tutti, sarebbe d’accordo”.
    Lettore medio di Tolkien: “Ma queste sono indebite proiezioni vostre su un’opera di fantasia e sulle presunte intenzioni dell’autore. Si possono superare i pregiudizi mantenendo la fedeltà a Tolkien. Vabbé, e poi cos’altro?”.
    McKay e Payne: “Comprimeremo tutti gli eventi precedenti la Terza Era in un unico momento, una storia lineare unica. Alla faccia di qualche appassionato lettore”.
    Lettore medio di Tolkien: “Ma non si tratta tanto e soltanto di appassionati lettori, ma del rispetto dell’opera di un autore e del suo spirito, oltre che di qualsiasi altro fan medio della saga”.
    McKay e Payne: “Sì beh mica possiamo fare un documentario sull’opera di Tolkien, eh eh.”
    Lettore medio di Tolkien: “Ok, vabbé, e poi cos’altro?”.
    McKay e Payne: “Beh mettiamoci pure una principessa nana. Di colore, ovvio”.
    Lettore medio di Tolkien: “Certo, come no. E io che vent’anni fa mi disperavo per aver visto Arwen a cavallo al posto di Glorfindel”.

    • Norbert ha detto:

      E mancano ancora circa 10 mesi all’inizio della serie.

      DefCon 2!
      🙂

    • Wu Ming 4 ha detto:

      Sinceramente non ne farei tanto un problema di fedeltà/tradimento dell’originale, quanto casomai di originalità.
      Intendo dire: non è che sia così importante vedere le storie di Tolkien trasposte in maniera letterale e pedissequa. Passare da un medium all’altro comporta sempre una qualche forma di tradimento (come del resto passare da una lingua all’altra, e in questo caso si tratta di linguaggi narrativi diversi, appunto). Nella prima trilogia jacksoniana qualche consistente modifica era stata introdotta. Arwen guerriera era forse d’impatto minore rispetto all’eliminazione dell’insurrezione finale della Contea, ma si può dire che quella prima trilogia rispettava la struttura e gli equilibri della vicenda narrata nel romanzo e riusciva a restituircelo in una forma visiva originale, pur togliendo e aggiungendo qualcosa, com’è inevitabile che sia. La seconda trilogia, viceversa, modificava gratuitamente la trama de Lo Hobbit, introducendo tanta roba in più, con effetto kitsch. Tutti abbiamo storto il naso per l’introduzione della love story nano-elfa, che appariva davvero ridicola, ma lo era soprattutto perché compariva dentro una deviazione della trama del tutto proditoria e utile solo ad allungare il brodo. Ma quanto era più pesante l’introduzione di Azog, che distruggeva l’equilibrio tra protagonista, deuteragonista e antagonista (Bilbo-Thorin-Smaug) abilmente creato da Tolkien nel romanzo e senza crearne uno nuovo, bensì lasciando la trama a oscillare in bilico fino alla fine…per altro estenuantemente lunga.

      Ora, su una materia narrativa come quella del Silmarillion, che copre l’arco temporale di millenni ed ere, pare inevitabile dover contrarre alcune storie o inventarsi personaggi di raccordo che ne incarnino altre. Bisognerà chiedersi se queste libertà restituiranno i temi presenti nel legendarium oppure no. O ancora se riusciranno a far riverberare quei temi sul presente oppure no, visto che è sempre da un dato punto dello spaziotempo che si racconta una storia.
      Si può essere infedeli all’originale, creando qualcosa di “liberamente tratto da” e interessante, oppure no. Elfi dai caratteri “afro” o regine nane (nere pure loro) di per sé certo non guastano le storie di Tolkien. Il punto casomai è quale trama li vede agire come personaggi. Perché sinceramente che uno sceneggiatore voglia raccontarmi la componente femminile del popolo di Durin non mi dispiace mica, visto che Tolkien non l’ha fatto. Che si voglia indagare una zona d’ombra del legendarium non è di per sé una brutta cosa. Tutto dipende da come lo si fa. E per capirlo dovremo aspettare ancora i fatidici dieci mesi (Norbert dixit).

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