Dozza, torna Mitopoiesi: il tesoro del Drago

Tana del DragoMitopoiesi, organizzato da Associazione Italiana Studi Tolkieniani nella sua sede, il Centro Studi Tolkieniani La Tana del Drago, con il patrocinio del Comune di Dozza, arriva alla seconda edizione. La prima edizione del 2021 partiva dall’esperienza quotidiana di contatto con un patrimonio storico ed artistico diffuso, di cui la nostra Associazione è diventata parte integrante trovando a Dozza la sua casa. Ed è proprio nella confluenza e nell’intreccio di queste suggestioni che l’opera di J.R.R. Tolkien, importante esempio di mitopoiesi, riesce a essere punto di partenza e legame per arrivare alla memoria storica del territorio e ai meccanismi legati alla creazione del mito.

L’AIST si rinnova: ecco il nuovo Consiglio

Assemblea AISTDomenica 15 gennaio, l’assemblea dei soci ha rinnovato il Consiglio Direttivo dell’AIST. Con una partecipazione altissima, che ha visto votare 70 soci su 77, l’AIST ha eletto sette consiglieri. A sua volta il nuovo consiglio, alla prima riunione del 20 gennaio, ha scelto al proprio interno le tre cariche sociali, vale a dire presidente, vice-presidente e tesoriere. L’associazione rivolge al consiglio uscente un grande ringraziamento per il lavoro svolto negli ultimi quattro anni, che sono stati anni di espansione per le attività dell’AIST e di crescita anche numerica. In particolare l’associazione tutta saluta l’infaticabile e poliedrico presidente uscente Roberto Arduini, che l’ha tenuta a battesimo, e che ha ricoperto la carica per otto anni, spaziando tra i vari ambiti in cui l’AIST è impegnata e svolgendo un’intensa attività di pubbliche relazioni e presenza agli eventi. Senza il suo lavoro l’associazione non sarebbe oggi quella che è.
Un ringraziamento speciale va anche alla vice-presidente uscente Elisabetta Marchi, che oltre ad avere seguito per conto del consiglio una serie di importanti progetti, ha anche svolto il ruolo di presidente ad interim nel periodo di transizione pre-elettorale e durante le elezioni stesse.
Altrettanti ringraziamenti vanno espressi a Giampaolo Canzonieri – il tesoriere uscente, che ha gestito le casse sociali, rendicontando e illustrando il bilancio fino all’ultimo centesimo – nonché ai consiglieri Claudio Antonio Testi, Barbara Sanguineti, Marco Pellizzola e Leonardo Mantovani. Quest’ultimo è stato rieletto nel nuovo consiglio.

Il calendario di Tolkien quest’anno ne fa 50!!!

Sono passati 50 anni dal primo Tolkien Calendar, una tradizione che non tramonta mai: dal 1973, per ogni anno è stato prodotto almeno un calendario ufficiale di Tolkien, con la sola eccezione del 1983. In alcuni anni, addirittura sono stati prodotti due calendari ufficiali, e ciò dovuto alle diverse edizioni nello stesso anno delle case editrici britannica e statunitense. I calendari di Tolkien hanno una importanza particolare, perché sono stati l’espressione visuale della Terra di Mezzo, ancora prima del film di Ralph Bakshi e di quelli di Peter Jackson, facendo sognare milioni di appassionati e diventando in breve oggetti di culto collezionatissimi.
Inoltre, i migliori “calendaristi” hanno avuto un ruolo fondamentale nelle opere cinematografiche e anche nella recente serie Amazon. Alan Lee e John Howe si sono trasferiti in Nuova Zelanda per dieci anni come conceptual designers per The Lord of the Rings e The Hobbit di Peter Jackson, e a loro si deve gran parte dei concept per costumi, armi, armature, paesaggi, architetture e creature dei sei film. John Howe è anche il principale concept artist della serie Amazon The Rings of Power. Negli anni, al calendario “ufficiale” si sono aggiunte altre pubblicazioni, prima amatoriali prodotte dagli appassionati per gli appassionati, poi sempre di maggiore qualità, raggiungendo negli ultimi anni degli elevatissimi standard artistici e tipografici. Anche per il 2023, come vedremo, sono numerosi i calendari dedicati a J.R.R. Tolkien. Oltre ad avere un elevato valore artistico e collezionistico, i calendari di Tolkien sono sempre stati da cinquant’anni un graditissimo regalo di Natale fra gli appassionati tolkieniani.

Arthuan Rebis, l’Arpa e la Terra di Mezzo

«Se in sogno o no non lo sapeva, Frodo sentì un canto soave nella testa: una canzone che sembrava giungere come una fioca luce dietro una grigia cortina di pioggia e diventare poi sempre più forte, in modo da trasformare tutto quel velame in vetro e argento finché, quando fu riavvolto, una campagna verdeggiante si schiuse in lontananza innanzi a lui sotto una repentina aurora.»
(J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli)

La musica di Arthuan Rebis è come il sogno ricorrente di Frodo: apre il velo su un altrove. Con grazia ed energia. La citazione da Tolkien non è arbitraria perché Arthuan Rebis è stato ospite al primo Tolkien Studies Day di Sarzana il 29-30 luglio 2022. Ha tenuto un emozionante concerto sabato sera, e nel pomeriggio dello stesso giorno ha inaugurato la manifestazione insieme al direttore artistico, Valentino Giannini, con letture dalle opere del professore di Oxford e l’esecuzione con l’arpa celtica di composizioni originali del musicista sulla poesia di Tolkien, è il caso di “Elbereth” cantata in Sindarin, e su altri temi e culture vicini allo scrittore.
Arthuan Rebis è uno straordinario musicista: la qualità creativa, tecnica, e culturale della sua musica è molto alta, ma è altrettanto vero che è una musica dell’anima.
Benché ci siano generi musicali di riferimento (ad esempio, l’ampio spettro del folk moderno), le sue composizioni scaturiscono dalla sua ricerca culturale e spirituale.
Arthuan Rebis è il nome d’arte di Alessandro Arturo Cucurnia, compositore e concertista internazionale, dottore in Musica all’università di Pisa, musicista polistrumentista, tra gli strumenti che suona: arpa celtica, nyckelharpa, esraj, hulusi, bouzouki, chitarra, flauti, cornamuse, percussioni, tastiere e anche la sua stessa voce, che modula nel canto armonico. Dal 2007 gestisce il proprio studio di registrazione.
Arthuan Rebis è anche uno studioso di tradizioni musicali e spirituali d’Oriente e d’Occidente, in particolare sciamanesimo e Buddhismo tibetano (traducendo gli insegnamenti del Lama Lodro Tulku Rinpoche), di miti delle culture antiche europee ed extraeuropee (collabora con il grecista Angelo Tonelli). Sono frutto di questi studi anche la sua attività di operatore sonoro attraverso trattamenti con il letto armonico, e il libro Musica e Sapienza, antiche tradizioni musicali e spiritualità (ed. Agorà&Co, 2013).
Dopo una lunga stagione di concerti in Italia e in Europa, abbiamo l’occasione di intervistare Arthuan Rebis.

Gli Anelli del Potere: se non c’è trascendenza

Serie tv 002La serie televisiva Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere ha senz’altro imposto l’attenzione degli appassionati, al netto delle (legittime?) polemiche sull’attinenza al canone del professore oxoniense – in termini di coesione narrativa e caratterizzazione – sulle modalità di rappresentazione televisiva del corpus tolkieniano a vent’anni di distanza dalla prima trilogia cinematografica di Peter Jackson. Si sono evidenziati i meriti degli sforzi di Amazon in termini di impatto visivo e cura scenica, ma bisogna altresì sottolineare la volontà degli sceneggiatori di ridurre ai minimi termini ogni riferimento esplicito alla dimensione trascendente del Legendarium. Tale scelta è evidente sin dal breve prologo offerto nel primo episodio: Valinor è presentata come la terra della Luce, “alimentata” dai due Alberi Telperion e Laurelin; di essi, come del resto delle Terre Immortali, non è data alcuna notizia circa l’origine e, fatta salva una corsiva e vaga menzione su una “Grande Musica” primigenia, la voce di Galadriel null’altro comunica sulla nascita di simili prodigi di Arda o sulle entità (gli Ainur, “I Santi”) che l’hanno foggiata. Si è obiettato che queste scelte siano dettate da oneri di natura eminentemente legale, legate cioè all’indisponibilità dei diritti necessari a mettere in scena anche quei protagonisti. Una simile critica, ancorché non del tutto infondata, non dà ragione della corsiva allusione ai “Valar” (sic) dalla voce di un dubbioso Celebrimbor, per ben due volte nel corso della serie; o del richiamo a Eru Ilúvatar (chiamato “L’Uno”) nella conversazione tra Galadriel e l’elfo corrotto dall’Ombra Adar prima, nonché tra la stessa Galadriel e Halbrand-Sauron poi. Serie tv 004Questi sparuti cenni sono lasciati languire e non sono approfonditi per dare sostanza all’antefatto, né per delineare il sostrato escatologico che informa le vicende di Eä – di tutto il creato, non soltanto Arda (il mondo). È un aspetto che è stato forse poco rilevato dalla critica, quasi non fosse necessario per la riproposizione di Tolkien nel primo ventennio del secolo corrente.
Si avverte lo scorporamento del divino dal metafisico, che procede quindi su due direttrici coincidenti: da una parte l’ultramondano è depauperato a mero ricordo magmatico, che pare non aver mai avuto credito nel reggere l’ordito della storia sino al principio della serie. Alla Luce di Valinor vengono conferite proprietà profilattiche, un potere proattivo, energetico, a conservazione della vita degli Elfi se opportunamente veicolata attraverso la sua fonte più ricca: il mithril. Amazon GaladrielL’acciaio argentato, nei testi di Tolkien nulla più che metallo preziosissimo lavorato dai Nani ed ambitissimo nella fabbriceria o nell’artigianato, viene investito di proprietà magiche ulteriori rispetto all’incredibile malleabilità e resistenza concesse da Tolkien: per tramite di una leggenda apocrifa (sic), che vede il metallo creato grazie all’infusione combinata di energia benefica (di un elfo senza nome!) e negativa (di un Balrog, con quello a contesa) nei pressi di un albero alla base del quale, celato nella montagna, si nascondeva uno dei Silmaril. Un fulmine – ex abrupto – cade sull’albero durante il duello e invade la montagna: donde la comparsa del mithril, per dissoluzione del gioiello di Fëanor. Esso racchiude in sé la luce degli Alberi, della quale gli elfi hanno bisogno per preservare la propria immortalità senza partire anzitempo per Aman, il Continente Beato dove il dominio dei Valar conserva la Creazione dalla corruzione, ritardando così l’abbandono della Terra di Mezzo. Il mithril risolve quindi il problema dello svanire degli Elfi. Amazon Rings of PowerNiente viene detto sulla differenza tolkieniana tra fëa (spirito) che rimane incorrotto e hröa (corpo) che si consuma: nel procedere delle Ere, gli Elfi (creature immortali) sbiadiscono nel corpo per effetto di tale consunzione fino a che il hröa persiste come semplice memoria dello spirito e gli Elfi appaiono così invisibili agli occhi dei mortali, a meno che non dimorino in Aman. Nella serie Amazon si parla invece di opportunità di “saturare gli Elfi” con un rimedio scientifico che annulla Valinor e la metafisica elfica.
Contemporaneamente, però, gli sceneggiatori hanno scelto di tenere viva una strada “religiosa” attraverso il personaggio di Adar, l’elfo corrotto divenuto Padre degli Orchi, che per sua stessa ammissione sembra cercare un ruolo da divinità per poter creare un nuovo mondo (possibilità riservata soltanto a Eru). Egli riassume una visione superomistica che auspica il superamento dei propri limiti attraverso l’ascensione al soglio divino, considerata possibile – in maniera imprecisata – ma che, di per sé, appare completamente irrituale nella teogonia tolkieniana. Infatti non è dato mai il caso di una creatura terrena – elfo o uomo – che desideri o tenti di divenire uno dei Valar (posto che essi siano da considerare delle vere e proprie divinità) o di sostituirsi a Eru medesimo. orchiScegliere di caratterizzare un triagonista quale Adar mediante una tensione spirituale così intesa muove la bilancia della sorte dalle mani del Creatore a quelle di un attore mondano, quasi sovrapponendo immanenza e trascendenza. Sembra che simili scelte indichino una sottesa volontà di proporre a mezzo televisivo un’immagine della spiritualità quasi esclusivamente pragmatica, improntata all’ottenimento di benefici concreti per gli individui e per la società, e quindi del tutto priva di una dimensione teleologica – più congeniale al Legendarium – che sussume l’individuo e lo tende verso una dimensione trascendente a un tempo personale e collettivistica, informando tutta la diacronia dell’epos tolkieniano e sostanziandosi ognitempo nel disegno di Eru. Ne deriva una musica disfonica, i cui canti afoni rassomigliano le discordanze di Melkor: la frustrazione e la sconfitta dell’Eco sulla Voce.

Mondadori pubblica Il grande libro di Tolkien

Libri e libreriaEsce il 22 novembre per Mondadori Electa Il grande libro di J.R.R. Tolkien. Guida alla Terra di Mezzo e dintorni: storia, luoghi, personaggi, traduzione della terza edizione di The Complete Tolkien Companion di James Edward Anthony Tyler (1943-2006), autore e studioso tolkieniano britannico. Il libro è stato uno dei più venduti su Tolkien, inserito nel 1977 nella Top Ten del New York Times, rivisto e aggiornato ben due volte come “The New Tolkien Companion” (1979) e “The Complete Tolkien Companion” (2002). Si tratta di una vera e propria enciclopedia di più di 600 pagine, ricche di nomi e riferimenti minuti a personaggi, luoghi, creature ed eventi (più o meno noti) della Terra di Mezzo, contenuti nelle principali opere del Professore, dallo Hobbit al Signore degli Anelli, dal Silmarillion alle Avventure di Tom Bombadil, di cui si analizzano le poesie e le voci più importanti. Il volume è stato tradotto e curato per l’edizione italiana dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, che ha selezionato un gruppo di lavoro formato da Lorenzo Pierangeli, Matteo Stefani e Tania Todeschi. Qui di seguito, una loro nota di traduzione.

Episodio 3: arrivano Númenor e Adar

Full-trailer 02 Amazon Rings of PowerLe reazioni del pubblico alla premiere de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere della scorsa settimana spaziavano da una grande e calorosa accoglienza per i magnifici (e costosi) effetti speciali, impressionante per le sue dimensioni, scetticismo ed entusiasmo per l’espansione incontrollata del canone tolkieniano e una scoraggiante campagna di bile sui social media mirato in parte contro il casting inclusivo e l’equilibrio tra eroi maschili e femminili. Ciò che è particolarmente irritante riguardo alle lamentele incentrate sulla razza e sul genere è che la storia raccontata da questa serie – simile a quella raccontata da JRR Tolkien nei suoi libri – riguarda in gran parte il modo in cui gruppi diversi superano i loro pregiudizi e superstizioni per una causa superiore. In altre parole: il punto sono proprio i vari modi in cui queste creature multiculturali appaiono e agiscono.

Amazon GaladrielNessuno di questi personaggi sta superando i propri pregiudizi o superstizioni nell’episodio 3 di questa settimana. Gli sceneggiatori stanno ancora delineando quanto sia profondamente nei guai la Terra di Mezzo. Con l’introduzione di Númenor siamo ancora nel world-building. Ma questo mondo che sembrava per lo più in pace sta iniziando, molto, molto gradualmente, a vedere come le radici delle vecchie alleanze stiano marcendo, e questo permette a qualcosa di ripugnante di filtrare dal basso. L’azione nell’episodio 3 (“Adar”) è principalmente distribuita in tre luoghi: un grande regno insulare che potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro della Terra di Mezzo; un terribile covo di orchi nelle Terre del sud; l’accampamento dei piedi di Harfoot.

Amazon MirielGaladriel e Halbrand (Charlie Vickers) vengono salvati e portati a bordo di una nave númenoreana capitanata nientemeno che da Elendil (Lloyd Owen) che avrà sicuramente un ruolo molto importante in The Rings Of Power. Arondir (Ismael Cruz Còrdova) è stato catturato dagli Orchi e portato in un campo per scavare passaggi sotterranei in modo che gli Orchi possano viaggiare durante il giorno. Gli Harfoot si preparano per la loro migrazione stagionale, e lo Sconosciuto (Daniel Weyman) viene scoperto. Il loro viaggio inizia con il carro di Nori Markella Kavenagh (Elanor ‘Nori‘ Brandyfoot) in fondo alla fila.

Amazon NumenorLa storia si svolge (per lo più) come un romanzo. “Adar” non fa vedere le storyline legate ai Nani, a Elrond o a Bronwyn. Invece, per circa due terzi di questo episodio trascorriamo lunghi periodi in ciascuno dei tre luoghi principali, in sequenze che si svolgono a lungo, come i capitoli di un libro.
L’episodio diventa più simile alla tv nel suo terzo finale, con più tagli trasversali tra le trame, fino a creare alcuni grandi e drammatici cliffhanger. Il più grande accade a Númenor, dove Galadriel ha approfittato degli archivi dell’isola per scoprire che il sigillo di Sauron è in realtà una specie di mappa e che rivela le intenzioni del nuovo Signore Oscuro di stabilire un regno completamente malvagio. La ricerca di Galadriel rivela che anche il suo compagno delle Terre del Sud Halbrand è una sorta di re riluttante, in stile Aragorn. Alla fine dell’episodio, Halbrand confessa la sua riluttanza a unirsi alla causa di Galadriel: «È stata la mia famiglia a perdere la guerra», dice. «Ed è stata la mia a iniziarla», risponde l’elfa. Ma è pronta a iniziare un attacco contro Sauron a prescindere. Secondo Míriel, questo è il «momento che temevamo» tanto atteso e di fondamentale importanza. Númenor sta per affrontare alcune scelte di vita o di morte, tutto perché «L’elfo è arrivato».

Uno dei misteri introdotti nella premiere della serie in due parti è stato risolto quasi istantaneamente in questo episodio. Negli ultimi secondi dell’episodio, Arondir viene trascinato davanti a qualcuno di nome Adar. Mentre gli orchi scandiscono il suo nome e si inchinano in deferenza, un personaggio si sposta nell’inquadratura offuscata, coi capelli scuri, pallido, imberbe e con quelle che sembrano orecchie a punta. Potrebbe essere Sauron (Adar significa “padre” in elfico, ed è certamente una figura paterna per queste creature), ma sembra troppo presto per Rings of Power per rivelare il suo antagonista principale (e strano per lui essere in queste trincee). Se si segue il canone, nessun elfo ha mai combattuto sotto il vessillo di Morgoth o di Sauron, ma Sauron fece catturare molti Elfi prima e durante la Guerra d’Ira della Prima Era. Visto ciò che Galadriel ha scoperto sulla magia nera di Sauron nelle lande più settentrionali, sembra del tutto possibile che Sauron possa torturare o stregare degli Elfi facendoli diventare leader degli orchi.

Matthias Freund

 

Gli Anelli del Potere: i primi due episodi

Amazon Rings of PowerFin dal primo annuncio nel 2017, Gli Anelli Del Potere non deve solo combattere contro un’inimmaginabile miscuglio di nostalgia alimentata dalla lettura di ricordi e volti plasmati nella mente di milioni di lettori o occupati di recente dalle trilogie di Peter Jackson. Vuole dimostrare di esser in qualche modo degna del maestro o dei maestri, J.R.R. Tolkien. La prima cosa importante da dire è che, dal punto di vista visivo, è mozzafiato. Ogni frame trasuda tutti i milioni del suo budget. Non si fa abuso della computer grafica, in piena armonia con l’immaginario visivo imposto da Peter Jackson. La produzione non ha niente di televisivo e regge infatti anche una visione su grande schermo: alcune scene sembrano dei dipinti e la loro maestosità è accompagnata da una colonna sonora altrettanto potente. Il lavoro della telecamera, infatti, a volte offre all’improvviso ampi panorami al pubblico, ma per il resto non ha prospettive insolite e congela grandi scene di montaggio come i disegni colorati di una cronaca illustrata, dovrebbe sembrare familiare agli appassionati del regista neozelandese. E vengono pure citati gesti significativi del lavoro di Jackson, ad esempio quando lo “straniero” caduto richiama alla mente Gandalf  quando sussurra alle lucciole.

Il pubblico difficilmente può aspettarsi che i creatori della serie si atterranno rigorosamente al lavoro di Tolkien. Gran parte dei suoi racconti da Arda, da cui traggono ispirazione, è un lascito confuso, chiamato “Legendarium”, in parte inedito, in parte pubblicato postumo in diverse versioni. La prima stagione della serie è vagamente basata sugli ultimi due capitoli del Silmarillion. Inoltre, i diritti solo legati solo e strettamente alle due opere maggiori di Tolkien e alle Appendici del Signore degli Anelli. Impossibile seguire il “canone tolkieniano” con questi presupposti.
Ci sono due cose che possono essere attribuite, quindi, a questo tentativo di narrazione fin dall’inizio: creare un sentore di ciò che Tolkien chiamava «il quadro generale», ovvero la vera portata della sua narrazione, attraverso la quale Il Signore degli Anelli con tutti i suoi intermezzi poetici e le sue canzoni ottengono solo la profondità e la densità che costituiscono il suo fascino coinvolgente. Allo stesso tempo, creare spazio per un pathos carico di positività, una sorta di barlume di speranza che punta al di là della nostra realtà, invece di essere semplicemente più intelligente e brutale di quanto non sia, come spesso accade. In questi primi due episodi, la speranza ha fluenti capelli biondi e copre quelli che sono probabilmente i panorami più potenti della serie: la ricerca di Sauron, l’assassino di Finrod, l’avventura nel gelido nord che fallisce, ma è comunque ricompensata dal re degli Elfi con il permesso di viaggiare verso Valinor.
Prima immagine AmazonLa varietà dei popoli e il gran numero delle location, l’animazione delle creature fantastiche e la vastità degli scenari sono impressionanti. Una delle sequenze migliori (e quella che più si avvicina allo spirito tolkieniano) è quella ambientata nella città dei Nani di Khazad-dûm nel secondo episodio, dove si possono ammirare le miniere di Moria in tutta la loro potenza e conoscere il principe Durin e la deliziosa moglie, Disa. Chimica perfetta tra i due attori che regalano molti sorrisi: questa scena è l’esempio perfetto dell’equilibrio tra solennità e leggerezza che le prime due puntate riescono a mantenere.
Una leggerezza sostenuta da un fattore principale: gli episodi servono principalmente al world building, le scene corrono all’impazzata, i personaggi vengono buttati in scena e non si fa troppa fatica a seguire il filo anche per chi non è un lettore delle opere di Tolkien. Questo, però, è anche il suo difetto, perché in due episodi la serie sembra solamente accarezzare la superficie dei personaggi. Ad esempio, tutti i regni degli Elfi sono solo accennati, senza qualche approfondimento forse necessario. Anche la storyline dell’elfo Arondir e della guaritrice Bronwyn sembra essere molto complessa, mentre quella che funziona meglio è la storyline di Nori e del gigante caduto dal cielo, l’unica che forse lascia lo spettatore con tanti interrogativi.

Cop-Amazon-PrimeLa fantasia di Tolkien è tridimensionale, materica, che si dispiega sulla terra, sull’acqua e nell’aria: dalle altezze alle profondità più oscure e viceversa. I suoi personaggi viaggiano dalla luce all’oscurità, sotto le montagne e attraverso i mari, e coloro che sono fortunati tornano. Ma durante questi movimenti migratori (soprattutto all’inizio ci sono le migrazioni di popoli) si accumula una quantità così incredibile di materiale che anche chi decide di lasciar fuori alcune cose, ha ancora molto da fare. Questo è forse il problema più grande di questo tipo di serie: sono destinate a battaglie materiali con i testi. Ciò significa che il materiale non può essere steso, si potrebbe quasi dire travasato e lasciato a respirare come il vino, ma deve essere sempre ben proporzionato, strutturato in modo chiaro e presentato senza grandi cambiamenti di tempo. Invece di giocare con la materia, ciò che viene mostrato si perde in allusioni al passato, al futuro e ai meta-livelli…

Matthias Freund

 

Dozza, svelato il programma di Fantastika

Dozza FantastikaA Dozza, il drago Fyrstan sta per risvegliarsi dopo un lungo sonno di quattro anni. Il 17 e 18 settembre, in occasione della Biennale FantastikA che prende il titolo di ‘Il tesoro del drago’, la creatura aprirà gli occhi per la gioia di grandi e piccini. Dopo il grande successo dell’edizione del 2018, che ha attirato nel borgo migliaia di visitatori, e la ‘virtual edition’ del 2021 imposta dalla pandemia, il 2022 è senza dubbio l’anno della rinascita. FantastikA, che si presenta finalmente in versione ‘estesa’ con le proprie attività diffuse in tutto l’abitato medievale, sarà visitabile attraverso l’acquisto di un braccialetto con validità giornaliera (intero 8 euro, ridotto 4 euro per ragazzi dai 10 ai 16 anni, gratuito fino a 9 anni). Un lasciapassare che darà accesso alla Rocca Sforzesca, al Centro Studi tolkieniani ‘La Tana del Drago’ e al teatro comunale che completeranno l’offerta ludico/culturale con workshop, conferenze, artist desk, artigiani, librerie specializzate e mostre d’arte, Nel cuore del paese dei muri dipinti, invece, spazio a moltissime associazioni e artigiani che proporranno mercatini ed attività ludico/ricreative a tema fantastico.

Si conclude la collaborazione con Valinor

L’AIST è un’associazione culturale, ma soprattutto un gruppo allargato di amici e conoscenti che si dedica a studiare le opere di J.R.R. Tolkien e tutte le opere derivate. Un po’ come il gruppo degli Inklings di cui lo stesso professore faceva parte o, ancor meglio, il gruppo dei TCBS, gli amici dell’università con cui Tolkien condivise sogni e passioni, letture di racconti e poesie, e purtroppo anche vicende drammatiche come la Prima Guerra Mondiale.
Dal 2014, al piacere dello studio si è aggiunto il piacere di vedersi periodicamente alla Tana del Drago a Dozza (Bologna), in occasione della manifestazione Fantastika o per altre attività culturali, artistiche o anche semplicemente ludiche, perché non c’è nulla di più appagante che condividere una propria passione con gli altri. Negli ultimi anni, invece, l’Associazione è stata vista da alcuni quasi come una sorta di Ministero della Pubblica Istruzione, cioè un ente pubblico e lontanissimo dalla vita quotidiana dei singoli, oppure ancor peggio come una fondazione statale, un partito politico, una squadra di calcio o ancora una setta religiosa. No, i nostri Soci non devono fare nessun giuramento, patto di sangue, digiuno preventivo o iter burocratico annuale. Non devono passare attraverso nessuna cerimonia, iniziazione o firmare contratti di esclusiva ideologica o seguire un codice di condotta deontologica, che non sia quello che la Repubblica Italiana prevede per qualsiasi cittadino.
Ogni Socio è responsabile delle sue azioni e dichiarazioni e l’Associazione non ne è responsabile.
Questo concetto così pacifico sembra non applicarsi al mondo degli appassionati tolkieniani, che già
alcune volte in passato hanno trovato opportuno attaccare l’AIST per qualsiasi frase detta o scritta di volta in volta da un singolo Socio. Ora un episodio analogo è tornato a verificarsi nell’ambito della proficua e positiva collaborazione con il canale YouTube Valinor – il portale della Terra di Mezzo. La vicenda ha portato all’interruzione della collaborazione, pur nella consapevolezza di un reciproco danno nei confronti di un’esperienza che aveva portato benefici a tanti utenti, che avevano avuto modo di avere contenuti dedicati alle opere di Tolkien, ma anche a tutto il mondo che gira intorno al Professore di Oxford.
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani rimarca che ogni socio è libero, come lo è sempre stato in
passato, di partecipare a qualunque iniziativa culturale, fisica o digitale che sia, portando le proprie idee e le proprie riflessioni a proprio nome e assumendosene la responsabilità.
L’Associazione vuole altresì ribadire che non si è disinteressata alla questione, ma si è attivata
subito, nei tempi e modi necessari a fare una riunione per un fatto che si è svolto in 48 ore circa.
L’Associazione vuole anche fortemente smentire il fatto che abbia scritto TUTTI i testi per i video
del canale – al massimo sono stati 8 circa su un totale di oltre 112 video + la partecipazione a circa 43 live su 54 svolte – e inoltre che TUTTE le idee del canale provenissero dall’AIST. La collaborazione è sempre stata su un piano paritario e di reciproca stima.
L’Associazione, infine, non ha mai ricevuto né ottenuto alcun «vantaggio economico» dalla
partecipazione al canale Valinor.
Nel prendere atto dell’interruzione della collaborazione con il canale Valinor, l’Associazione vuole
sentitamente ringraziare Frank e tutti i soci AIST che hanno con competenza, passione ed energia
contribuito ai contenuti del canale, che hanno permesso all’AIST di essere maggiormente conosciuta
e al canale YouTube di passare dai 30mila agli attuali quasi 45mila iscritti.
Confidando in tempi migliori, l’Associazione auspica che già da ora i lettori e gli appassionati dei libri di Tolkien, dei film di Peter Jackson e della nuova serie tv di Amazon Prime possano godere della passione che li accomuna in maniera serena e amichevole.

Il Consiglio Direttivo dell’AIST

Dozza, apre la ludoteca alla Tana del Drago

Battaglia 5 EsercitiSe siete appassionati di Tolkien e la vostra vera casa è la Terra di Mezzo allora forse non avete solo letto i libri del Professore. Da sempre infatti il mondo del gioco ha avuto per le creazioni tolkieniane un occhio di riguardo. Ecco perché l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani non si è fatta sfuggire l’occasione di essere presente per la terza volta al Play di Modena con uno stand dedicato al gioco nella Terra di Mezzo in tutte le sue forme ed espressioni. Questa bellissima esperienza (l’articolo lo trovate qui) ha unito tutti i giocatori legati al mondo di Tolkien che finalmente hanno potuto condividere la loro passione dopo la triste pausa dovuta all’emergenza sanitaria. Nuovi e vecchi amici insieme hanno dato vita a tre giorni di puro divertimento creando interessanti collaborazioni come con il gruppo Atlas Project, le case editrici di giochi Ares Games e Need Games, l’associazione Il Bivacco Vicenza, la ludoteca La Contea Rolo (MO), l’associazione Fan…Ghaaa Team Modena, la ludoteca Ludus Boardgame Club Ferrara, la community La Tana dei Goblin di Roma, la community La Guerra dell’Anello – Boardgame Italia.

Gli Anelli del Potere: i Sette Anelli dei Nani

Canzone dei NaniNuovo capitolo degli approfondimenti dedicati ai gioielli nelle opere di J.R.R. Tolkien. L’articolo fa parte della rubrica «Tolkien’s Jewels» curata da Thomas Lorenzoni, orafo fiorentino ed esperto tolkieniano. Inquadrando l’argomento da un punto di vista storico e tecnico, oltre che letterario, sono stati pubblicati i seguenti articoli: Tra anelli e gioielli nella Terra di Mezzo e L’Unico Anello e Vilya nei film di Peter JacksonLa creazione dell’Unico Anello (prima parte) e (seconda parte), gli Anelli del Potere (prima parte), prima dandone una panoramica, poi trattando nel dettaglio i Tre anelli elfici: Vilya l’Anello d’Aria, Nenya l’Anello d’Acqua e Narya, l’Anello di Fuoco. Ora è la volta dei sette Anelli, quelli dei Nani.

The Rings of Power: ecco l’analisi dei poster

Jeff BezosNella giornata di ieri, 3 febbraio, è ufficialmente iniziata la campagna di marketing della serie Amazon The Rings of Power. All’improvviso, alle 16 ora italiana, i canali Instagram e Twitter ufficiale della serie hanno pubblicato 23 poster, che ritraggono le mani di altrettanti personaggi, ognuno dei quali ha con sé qualcosa: un’arma, un frutto, uno scettro, un bastone…. E molti di questi personaggi portano anelli alle dita. Alcuni di questi sono evidentemente Anelli del Potere, che saranno il centro della serie, ma le immagini ci permettono di spaziare su tanti altri aspetti, vediamo di approfondirli.

Un anno di pandemia ha fatto crescere l’AIST

Covid 19Non sappiamo se il prossimo autunno si potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo rispetto alla pandemia oppure no, ma in questa sospensione estiva viene spontaneo voltarsi indietro e fare un bilancio di come la nostra associazione ha attraversato il periodo più difficile della storia recente. Il danno più grande subito dalle nostre attività è stata la perdita del contatto diretto con le persone che ci seguivano alle fiere, alle presentazioni, ai convegni. Tuttavia non ci siamo fatti abbattere e abbiamo cercato di sopperire con una paradossale densità di iniziative “a distanza”.

Tolkien’s Jewels: ecco Narya, l’Anello di Fuoco

Copertina GioielliNuovo capitolo degli approfondimenti dedicati ai gioielli nelle opere di J.R.R. Tolkien. L’articolo fa parte della rubrica «Tolkien’s Jewels» curata da Thomas Lorenzoni, orafo fiorentino ed esperto tolkieniano. Finora, per inquadrare l’argomento da un punto di vista storico e tecnico, oltre che letterario, sono stati pubblicati i seguenti articoli: Tra anelli e gioielli nella Terra di Mezzo e L’Unico Anello e Vilya nei film di Peter JacksonLa creazione dell’Unico Anello (prima parte) e (seconda parte), gli Anelli del Potere (prima parte) e (seconda parte), in cui era presentato l’anello elfico chiamato Vilya, uno dei Tre anelli elfici. Dopo Nenya, l’Anello d’Acqua, oggi è la volta di Narya, l’Anello di Fuoco.

La natura in Tolkien? Un nuovo libro se ne occupa

Tolkien appoggiato ad un alberoNuovo libro per Eterea Edizioni alla scoperta del perché la Natura nella Terra di Mezzo sia a tutti gli effetti il decimo membro della Compagnia, e non un semplice sfondo per epiche avventure. «Amo i giardini, gli alberi e le fattorie non meccanizzate», scriveva J.R.R. Tolkien in una lettera (n. 213) ed è evidente nelle sue opere. Il volume Paesaggi della Terra di Mezzo – La natura nelle opere di J.R.R. Tolkien, curato da Roberto Arduini e Cecilia Barella (20 euro, splendida illustrazione di copertina di Ivan Cavini) costituisce un vero e proprio viaggio nella Terra di Mezzo, alla scoperta dei diversi habitat naturali, della flora e della fauna, di come il paesaggio influisca sui protagonisti e sia determinante in alcune scene della storia.

La Wela si presenta con una mostra a Dozza

Wela - lingue elficheLa World Elvish Language Association (WELA) è un’associazione che si dedica allo studio e al progresso delle lingue elfiche. La sua missione è promuovere un approccio serio agli scritti di J.R.R. Tolkien e allo stesso tempo difendere e preservare lo stato attuale delle conoscenze, in attesa che vengano resi disponibili tutti gli scritti dell’autore ancora inediti. Ed ora è pronta a presentarsi al pubblico italiano.

Mitopoiesi, iscriviti ai Tolkien Seminar!

Tolkien Studies Day 2020: presentazioneNell’ambito del progetto Mitopoiesi 2021, da oggi sono aperte le prenotazioni per il ciclo di seminari organizzati dall’AIST, “L’opera di J.R.R Tolkien tra narrativa e saggistica”. Gli incontri si terranno nei due weekend centrali di giugno a Dozza Imolese (BO), col patrocinio del Comune, nella splendida location della Rocca Sforzesca del borgo. Quattro relatori d’eccezione si alterneranno nell’analizzare e illustrare le opere tolkieniane e il loro rapporto con la letteratura fantastica. Benché ogni seminario possa essere frequentato anche separatamente dagli altri, tutti assieme vanno a comporre una sorta di corso intensivo sull’autore di Oxford. Per chi voglia avere al tempo stesso una visione panoramica e articolata dei vari aspetti letterari e saggistici connessi a questo autore, si tratta di un’occasione unica, offerta dalla più attiva associazione tolkieniana italiana agli studiosi e appassionati nostrani.

Mitopoiesi, laboratorio con Wu Ming 4 il 29/5

«E si dice che la principessa discese nel regno paterno e che lì regnò con giustizia e benevolenza per molti secoli, che fu amata dai suoi sudditi e che lasciò dietro di sé piccole tracce del suo passaggio sulla terra, visibili solo agli occhi di chi sa guardare».
Il Labirinto del Fauno (2006), di G. Del Toro
Tolkien Studies Day 2020: presentazioneScrivere un racconto non è una cosa che si possa insegnare. Talento, fantasia, estro, inventiva, senso del ritmo, sono doti che si possono sviluppare soltanto nel corso del tempo e con la pratica della scrittura creativa. Quello che si può fare invece è svelare la struttura primigenia di ogni racconto, le figure e le funzioni che ritornano in ogni storia e che chiunque voglia narrare deve tenere in considerazione. Si tratta di aprire la cassetta degli attrezzi del narratore e mostrare cosa contiene, ovvero quali sono gli strumenti più utili per ideare una storia. Quindi provare a metterli in pratica.

Cosenza, il 14 maggio I Quaderni di Arda

Nova Gulp - presentazione Fabbro di OxfordNell’ottobre del 2019 a Cosenza, si tenne la presentazione de “Il Fabbro di Oxford” di Wu Ming 4 (Eterea Edizioni) che raccoglie saggi sui temi trattati negli interventi pubblici sul Professor Tolkien tra il 2014 e il 2017. L’evento venne promosso dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, dal collettivo Nova Gulp e dall’associazione Ritorno al fumetto. Dopo il grande successo di quell’evento, Nuova Gulpil prossimo venerdì Aist e Nova Gulp tornano ad incontrarsi. Nova Gulp è un collettivo di appassionati dell’entroterra cosentino che propone attività ed eventi incentrati sulla cultura ludica, artistica, cinematografica, musicale e fumettistica ed ha come obbiettivo la loro diffusione, proponendo di offrire spazi aperti di discussione e confronto, che possano coinvolgere e avvicinare un pubblico sempre più ampio alle tematiche trattate. Ultimamente sono impegnati nella stesura di vari articoli sul sito novagulp.it e la creazione di live a tema sul proprio canale youtube.

Mitopoiesi, dal mito al fantasy il 15 maggio

Che successo inaspettato! Sabato 8 maggio ci siamo addentrati nel folklore dozzese grazie ai tre storici che hanno illustrato le leggende e le tradizioni del borgo. A godersi l’inizio del progetto Mitopoiesi c’era il pubblico delle grandi occasioni, e per fortuna l’evento si è tenuto online, perché altrimenti non avremmo potuto accogliere tutti in una sala della Rocca a Dozza. Gradito l’antipasto, è la volta della prima portata: il progetto Mitopoiesi: Miti, leggende, storie tra Dozza e la Terra di Mezzo continua con un workshop!

Biblioterapia, al via un corso su JRR Tolkien

L'Arte di TolkienIl 25 aprile prenderà l’avvio sul sito web dell’Accademia di Biblioterapia Italiana il primo corso e-learning asincrono, dedicato al Professore, dal titolo L’universo nascosto di Tolkien. Un progetto innovativo che mi vede anche coinvolta personalmente accanto ad altre figure professionali che esploreranno l’universo tolkieniano. Per presentarvi quest’iniziativa ho pensato che fosse meglio lasciar parlare il suo stesso ideatore: il prof. Marco Dalla Valle, esperto di biblioterapia, consulente e formatore; fondatore del sito web di biblioterapia e dell’Accademia online di biblioterapia e tecniche narrative; Membro del consiglio direttivo del centro di ricerca dipartimentale di Scienze umane presso l’Università di Verona, Asklepios. Filosofia, cura, trasformazione.

Mitopoiesi 2021: l’8 maggio dal mito al racconto

Tolkien Studies Day 2020: presentazioneLo avevamo anticipato più volte (come anteprima qui, e poi qui e ancora qui) ed ora è finalmente arrivato il momento di illustrare il primo degli eventi che si svolgeranno a Dozza in primavera legati a Mitopoiesi: Miti, leggende, storie tra Dozza e la Terra di Mezzo. Il progetto è organizzato dall’AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani e dal Centro Studi Tolkieniani “La Tana del Drago”, con il patrocinio del Comune di Dozza e la collaborazione della Fondazione Dozza Città d’Arte.

Mosca ospita l’AIST: per ora in modo virtuale

Tolkien meetingsIl 17 aprile 2021 si terrà la quarta edizione degli Incontri Tolkieniani organizzata dagli appassionati di Tolkien in Russia e intitolata Immortali. Come è scritto sulla loro pagina su Facebook: «Incontri Tolkieniani è un’opportunità unica per incontrare amici e compagni, ma anche persone famose, conoscere meglio il legendarium tolkieniano e sentirsi eroi». È un punto di ritrovo per diverse realtà tolkieniane, un’intera giornata dedicata a Tolkien e i suoi libri, all’arte, alla musica e alla poesia ispirate dalle sue opere, la possibilità di scoprire la storia del movimento tolkieniano e di conoscere diverse persone interessanti, tra cui studiosi, artisti, musicisti.