Secondo una recente stima, in tutto il mondo ci sono oltre 45 milioni di fan molto appassionati delle opere di J.R.R. Tolkien e circa 22 milioni sono gli amanti di quelle di C.S. Lewis. Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Le Cronache di Narnia hanno ispirato centinaia di milioni di persone e gli adattamenti cinematografici hanno infranto tutti i record d’incasso al botteghino. Il prossimo film di Peter Jackson, ispirato a un libro di Tolkien, Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug uscirà nelle sale il 14 dicembre prossimo, tuttavia, la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli e alcuni dei film della saga di Narnia sono già usciti sul grande schermo. Per assecondare i desideri dei fan più appassionati, ecco nascere dal basso un modo per rivivere l’emozione originale di quei film: un programma televisivo.
Lingue elfiche: il primo seminario anche in Italia
La linguistica tolkieniana è una disciplina che merita rispetto. E anche in Italia qualche piccolo passo si sta facendo. Ne è un segnale l’organizzazione vicino Roma, il 27 e 28 aprile, di quello che è il primo seminario sulle lingue tolkieniane, il workshop «Le lingue e i canti degli Elfi». A cura di Gianluca Comastri – studioso e ricercatore, presidente di Eldalie – con il patrocinio della Società Tolkieniana Italiana, il corso è ospitato dall’Accademia Medioevo e si svolgerà presso il Centro studi Eos di Lanuvio (Roma). Per tutti coloro che intendono partecipare, la prenotazione si riterrà effettiva con la compilazione del modulo d’iscrizione e il versamento di una quota di iscrizione (80 euro). Il Centro Eos è facilmente raggiungibile in treno dalla stazione di Roma Termini. Per info e prenotazioni scrivere una mail a info@accademiamedioevo.it, oppure telefonare ai seguenti numeri: 338/4787362 – 3471364049. Le lingue inventate dall’autore del Signore degli Anelli rientrano nell’ambito di quella che è la glossopoiesi, l’arte di creare linguaggi artificiali sviluppandone la fonologia, il vocabolario e la grammatica. Oltre a J.R.R. Tolkien, i più conosciuti glottopoieti sono, probabilmente, L.L. Zamenhof con l’Esperanto e Marc Okrand, creatore del Klingon del mondo di Star Trek .
Nei Tolkien Seminar film, musica e videogiochi
Quest’anno i Tolkien Seminar tedeschi (10th DTG Tolkien Seminar 2013) si trasferiscono ad Aquisgrana e si terranno dal 26 al 28 aprile. La perfetta macchina da guerra organizzativa della Società Tolkieniana Tedesca (la DTG: Deutsche Tolkien Gesellschaft), insieme ai professori dell’università di Jena e alla casa editrice Walking Tree Publishers, saranno ad Aachen (Aquisgrana) dove nel Palazzo dei congressi si discuterà degli Adattamenti del Signore degli Anelli (“Adaptations of Tolkien’s The Lord of the Rings”). È la decima volta che la Società Tolkieniana tedesca riesce a organizzare i Tolkien Seminar: come di consueto, il seminario è interdisciplinare e internazionale. Gli interventi saranno perlopiù bilingue (in inglese o in tedesco) e vedono la collaborazione del dipartimento di Studi americani e inglesi e quello di Studi romanzi dell’Università Tecnica di Aquisgrana (la Rheinisch-Westfälische Technische Hochschule Aachen, RWTH Aachen).
Il seminario, che dal 2004 ha avuto luogo in varie località, si concentra sul lavoro di John Ronald Reuel Tolkien. È orientata verso un pubblico accademico, ma è anche aperto al pubblico interessato. Tutti gli interventi saranno inseriti nella rivista scientifica della Dtg, Hither Shore, espressamente dedicata al tema. Per maggiori informazioni fare riferimento alle pagine dedicate della Società Tolkieniana tedesca.
J.R.R. Tolkien va a teatro: a Cesena le sue letture
Una volta c’era il Salone del fuoco. Ci si vedeva tra amici, di sera, all’aperto e in occasione di un qualche evento tolkieniano. Si portavano i libri e chi voleva ne prendeva uno, lo apriva e iniziava a leggere… Era una serata passata con J.R.R. Tolkien e gli amici che amavano le sue opere. Tutto in maniera informale e senza un copione preciso. Il tempo passa e anche l’autore del Signore degli Anelli va a teatro. Anche se lo spirito rimane lo stesso, è un piacere segnalare come lo scrittore inglese riceva sempre più omaggi dal mondo dell’arte e della cultura.
Il 25 aprile a Soncino: un giorno intero da fan
Come ogni anno, torna il 25 aprile uno degli appuntamenti più frequentati dai fan del Signore degli Anelli e delle opere di J.R.R. Tolkien. Giovedì 25 Aprile 2013, presso la Rocca di Soncino (Cr) si terrà la sesta edizione di Soncino Fantasy organizzato dall’Associazione Culturale Excalibur e dall’Associazione Culturale Media Aetas di Pavia. Dopo la passata edizione, che ha visto una partecipazione di pubblico di oltre 10.000 persone, con 3.500 bambini coinvolti nella grande battaglia, anche l’edizione 2013 vedrà sempre ampi spazi rivolti agli adulti con tavoli da gioco e spettacoli dedicati.
Pippi calzelunghe e i Mumin amavano Tolkien
È il 1945, in Europa e nel resto del mondo imperversa la guerra. Nella fredda Finlandia, a Helsinki, una ragazza poco più che trentenne sta scrivendo un libro: The Moomins and the Great flood. Scrive per combattere la depressione e la tristezza del momento e lo fa immaginando cose innocenti e semplici. È il primo di una serie di libri e due anni più tardi arriva il successo. Tanto che in breve tempo i libri diventano sei, poi nove, poi altri cinque completamente illustrati, poi più tardi anche una serie lunghissima di strisce.
Di cosa parlano? Sono storie di Troll. Pallidi, ciccioni, tutti bianchi e con un naso grande. Somigliano agli ippopotami ma sono troll. Sono buoni, irreprensibili, un po’ stralunati e ovviamente pasticcioni quanto basta. Ce n’è una famiglia intera: papà, mamma, figli. Si chiamano Mumin (Moomin) e vivono nella Valle dei Mumin, dove s’intrecciano vicende sempre più sottili, sotto la cappa del nuvoloso cielo nordico, fino al cupo grande mare selvaggio, alle isole nere, all’orizzonte che segna la fine del mondo. In L’Italia scoprì i Mumin negli anni ’70, attraverso le edizioni Vallecchi e poi sulla rivista di fumetto Linus, diretta da Fulvia Serra. Ma che c’entra tutto questo con J.R.R. Tolkien? È ora di scoprirlo.
Lo Hobbit di Jackson: la rassegna dal mondo
L’ultima fatica di Peter Jackson, Lo Hobbit: un Viaggio Inaspettato, ha incassato oltre un miliardo di dollari in tutto il mondo (esattamente 1.016,9 milioni di dollari) e ci sono alcuni paesi, come la Cina, dove è appena uscito dalle sale. Il 9 aprile la Warner Bros ha annunciato l’uscita in tre formati diversi per il consumo domestico: Dvd, Blu-Ray Disc e Blu-Ray Disc 3D. Dopo aver pubblicato le nostre recensioni (trovate qui quella positiva e qui quella negativa) ci siamo chiesti come la stampa estera e alcuni esperti delle opere del Professore, avessero reagito alla visione della prima parte della nuova trilogia di Peter Jackson. Questo articolo raccoglie alcune delle loro impressioni.
Peter Jackson ha “ucciso” J.R.R. Tolkien?
In questo articolo non voglio parlare dei film di Peter Jackson, di quanto siano stati più o meno fedeli ai libri : voglio cercare di capire quali effetti essi abbiano avuto sulla conoscenza e sulla diffusione delle opere di Tolkien. Soprattutto attraverso la versione cinematografica realizzata dal regista neozelandese, l’opera di Tolkien è arrivata a un pubblico ancora più vasto che, però, non ha fatto che aggiungersi al progressivo cammino di diffusione e di successo in atto da 40 anni. L’adattamento cinematografico di Jackson ha guadagnato 17 Oscar (4 per La Compagnia dell’Anello, 2 per Le due Torri e 11 per Il ritorno del Re): il premio come “miglior film” a Il ritorno del Re, può venir considerato un premio dato all’intera trilogia da parte della critica. I film contengono però molte alterazioni rispetto alla storia originale, e hanno un tono un po’ diverso dalla narrazione del romanzo e dalla visione originale di Tolkien. A titolo di esempio, Roger Ebert, critico cinematografico statunitense ha detto: «Jackson ha preso un’opera letteraria incantevole e unica e l’ha ri-raccontata nei termini del cinema moderno […] Fare quello che ha fatto in questi film deve essere stato molto difficile, e merita un applauso, ma rimanere fedeli a Tolkien sarebbe stato ancora più difficile e coraggioso».

La trilogia jacksoniana del Signore degli Anelli ha avuto indiscutibilmente alcuni effetti positivi:
- ha reso il Signore degli Anelli notissimo. Quasi tutti, a livello mondiale, l’hanno quantomeno sentito pronunciare questo nome;
- ha indotto molti appassionati dei film a cercar di conoscere ancor meglio la Terra di Mezzo
- ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto positivo è che molti libri validi sono stati dati alle stampe perché “Tolkien era di moda”, libri che, altrimenti sarebbero stati scartati dagli editori;
- in Italia, ha aiutato a superare l’errata “associazione” di Tolkien con il fascismo e la destra estrema
Ma ci son stati anche molti effetti negativi, non lievi:
-

Cate Blanchett aka Galadriel ha fatto diventare “di moda” Tolkien: l’effetto negativo, perfettamente simmetrico a quello visto nei “pro”, è che anche molti libri sciatti e malfatti sono stati stampati solo perché “Tolkien vende”;
- le immagini tolkieniane dopo il 2001 sono spesso influenzate, talvolta pesantemente, da quelle dei film.
- l’immaginario collettivo è stato “cristallizzato”. Perfino per me che ho visto solo una volta i film è difficile non pensare Gandalf e vedere il viso di Ian McKellen, o Galadriel e vedere il viso di Cate Blanchett;
- mi sembra che molti di coloro i quali hanno visto il film sian convinti (in buona fede) di conoscere Tolkien, e che, pertanto, non si preoccupino di leggerne le opere. Come successe già con i film di “Don Camillo” tratti dai
racconti di Giovannino Guareschi. Anche in questo caso il grande successo dei film mi sembra aver ‘messo in ombra’ i libri. E ciò, naturalmente, non piace a me, appassionato lettore; - infine l’effetto che io trovo peggiore, e che a un tempo mi fa infuriare e mi deprime, è che in molti sembrano confondere le opere di Peter Jackson con quelle di Tolkien. E non solo tra gli appassionati “di primo pelo”. Capiamoci: io non demonizzo le pellicole del regista neozelandese; e non ho nulla in contrario che ne siano citate scene e dialoghi. Ci mancherebbe! Ma chi cita Peter Jackson sia conscio che stai citando Peter Jackson e non Tolkien (o viceversa), accidenti! Son stufo di ascoltare (o leggere) frasi del tipo: “nel libro, quando Gandalf a Moria dice che nemmeno i più saggi possono prevedere tutte le conseguenze”. No! È nel film che quella frase è detta a Moria. Nel libro è detta a casa Baggins!

Come (tentare di) minimizzare gli effetti più deleteri?
- per il problema della “moda”, finiti i film sparisce anche quella – per fortuna;
- per quanto riguarda l’iconografia ispirata alla terra di Mezzo, credo che col tempo diminuiranno le opere ispirate al film;
- riguardo la “cristallizzazione dell’immaginario”, è inevitabile, credo. Lo stesso Guareschi ammetteva di essersi immaginato il personaggio di Don Camillo diverso da Fernandel (l’attore che impersona il battagliero parroco nei film) ma di non riuscire, dopo il primo film basato sui suoi racconti, a scrivere nuove storie di Don Camillo senza immaginarlo con la faccia di Fernandel;
- riguardo il fatto che i film abbiano “messo in ombra” i libri temo si possa fare poco, se non ribadire, ogni volta sia possibile, che i libri sono più alti, più profondi, più belli dei film;
- riguardo l’ultimo punto, per me il più importante, non ho soluzioni. Cerco di correggere tutti i casi di confusione tra Tolkien e Jackson o viceversa in cui mi imbatta.
.
Se il fanciullino si perde a Bosco Atro
Piccoli passi e lenti. Inesorabilmente anche l’accademia si sta occupando di J.R.R. Tolkien. Lo avevamo già scritto, ma gli esempi si moltiplicano ed è giusto darne conto. Tra pochi giorni la casa editrice Polistampa farà uscire un libro dal titolo: Il fanciullino nel bosco di Tolkien. Pascoli: la fiaba, l’epica e la lingua (80 pagine, 8 euro). La novità stavolta è la prospettiva, l’accostamento del poeta italiano di fine Ottocento con il professore di Oxford. Già nel primo decennio del Novecento, Pascoli con la poetica del fanciullino, aveva posto le basi per una rilettura del mondo attraverso gli occhi ingenui e non condizionati dalle sovrastrutture culturali di un bambino, che, come un nuovo Adamo, «mette il nome a tutto ciò che vede e sente». Ora si cerca di leggere Pascoli in controluce a Tolkien, analizzare il significato del saggio sul fanciullino comparandolo con il saggio Sulle fiabe del padre degli Hobbit e scoprire che, seppure i due scrittori appartengano a culture, luoghi e tempi diversi, si impegnano in un medesimo progetto: riformulare la scrittura epica in chiave moderna partendo dalla lingua, ricreata, in una parola resuscitata alla vita. Una lingua antica (eppure attualissima) ripescata dal passato (il latino e gli antichi idiomi rurali per Pascoli, il sistema runico per Tolkien) per allestire una sintassi e un lessico contemporanei, affinché anche il balbettio della modernità possa trasformarsi in grandezza alla maniera antica, senza abdicare a se stessa.
Bologna diventa Mordor: un murale per Tolkien
Metabolizzare J.R.R. Tolkien. È un auspicio tra i più sfrenati che si possano desiderare: la società che non solo si scrolla di dosso tutte le incrostazioni ideologiche del passato, restituendo all’autore il ruolo che gli è proprio tra i classici della letteratura, ma assume la visione che lo scrittore aveva del mondo e che viene trasmessa dalle sue opere. È un azzardo pensare concretamente che si possa giungere fino a questo punto, e raramente accade di poterlo constatare nei fatti. Ebbene, qualche giorno fa è avvenuto proprio questo: Tolkien è stato metabolizzato fino al punto di divenire strumento nelle lotte sociali della nostra società. Ma andiamo con ordine.
Tre call for papers su Tolkien dagli Usa
Il ruolo delle donne, il rapporto tra terra e i suoi abitanti, e la nascita della letteratura fantasy postbellica. A ciascuno di questi interessanti temi, tutti in rapporto con J.R.R. Tolkien, è dedicato un call for papers, cioè un invito a inviare saggi per un libro o una rivista oppure testi per una conferenza in un convegno. La primavera porta una ventata di novità negli studi tolkieniani. La curatrice, Janet Brennan Croft, è una vecchia conoscenza del mondo tolkieniano (ne abbiamo parlato qui e qui): bibliotecaria in capo alla University of Oklahoma, è autrice di numerosi libri su Tolkien (tra cui Tolkien and Shakespeare e War and the Works of J.R.R. Tolkien, che nel 2005 ha vinto il Mythopoeic Society Award). La poliedrica studiosa si dedica da alcuni anni all’organizzazione della Mythcon, la manifestazione annuale della Tolkien Society in Usa, cioè la Mythopoeic Society, di cui è anche responsabile editoriale della rivista specializzata Mythlore. Proprio nell’ambito della Mythcon nascono i tre call for papers. Ma andiamo in ordine di scadenza.
Tolkien Reading Day: ecco la festa dell’ArsT
È uno degli eventi più sentiti dai tolkieniani doc. Sarà forse per la caduta di Sauron, sarà perché è un’occasione per incontrare gli amici. Ma il Tolkien Reading Day è molto, molto altro. È il momento di un cui condividere la lettura delle opere del proprio autore preferito, di rievocare quei brani che hanno emozionato tanti lettori alla prima lettura, e non solo alla prima. Il 25 marzo per i lettori di Tolkien è il giorno della conclusione della “Guerra dell’Anello” narrata nel Signore degli Anelli. Dal 2003 la data è stata scelta dalla Tolkien Society inglese per celebrare il “Tolkien reading Day”, per incoraggiare i lettori a esplorare insieme alcuni dei racconti di Tolkien a scuola, all’università, in gruppi di lettura o in famiglia.
Le lingue di Tolkien al Centre Pompidou di Parigi
La Francia è un altro pianeta. E lo dimostra anche nel suo approccio alla cultura. Il Centre Pompidou di Parigi ha aperto le porte alla quarta stagione del Nouveau Festival, ora prorogato fino a fine marzo, un’occasione importante in cui si rivelano le complesse diversità della cultura visuale contemporanea. La manifestazione accoglie più di cento ospiti che con le loro proposte si collocano all’incrocio di molteplici discipline. Tra grafica e tipografia, cinema e performance live, idiomi immaginari, musica e dibattiti, il Centre Pompidou, per questa quarta edizione, investiga il tema della lingua, andando oltre la sfera dei significati, per coglierne le astrazioni sonore e le manifestazioni più arcane. E nell’ambito dei linguaggi inventati non potevano mancare, naturalmente, quelli creati da J.R.R. Tolkien. Ecco il nostro resoconto dell’evento.
Jackson: «Il terzo film slitta a dicembre 2014»
È posticipata al 17 dicembre 2014 l’uscita nelle sale cinematografiche de Lo Hobbit: Andata e Ritorno. Il terzo capitolo della saga diretta da Peter Jackson e ispirata al romanzo di John Ronald Reuel Tolkien sarebbe infatti dovuto essere inizialmente distribuito a partire dal luglio 2014. A cambiare non è soltanto la data ma anche il titolo della pellicola che non è più Lo Hobbit – Andata e ritorno, ma Lo Hobbit: Racconto di un ritorno. Il rinvio, stando a quanto scritto in una nota ufficiale, è stato deciso sulla scia del successo nelle sale da Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, uscito a Natale 2012 e diventato campione d’incassi. Il periodo delle vacanze di Natale ha infatti permesso al primo capitolo della trilogia di incassare un miliardo di dollari. Nel dettaglio, l’ultima fatica di Peter Jackson ha totalizzato 301.1 milioni di dollari negli Stati Uniti, e altri 700 milioni nel resto del mondo.
«Siamo eccitati all’idea di completare la trilogia nello stesso modo in cui l’abbiamo iniziata», ha fatto sapere Dan Fellman della Warner Bros, «come evento natalizio per gli amanti del cinema in tutto il mondo». «L’uscita natalizia del primo film ha fissato un precedente di successo per questa trilogia», ha detto Kwan Vandenberg della New Line Cinema, «siamo felici di posizionare la conclusione nello stesso periodo dell’anno». Un risultato così positivo era già stato sperimentato con la trilogia del Signore degli Anelli. Il Ritorno del Re, terzo episodio della trilogia del Signore degli Anelli, incassò 1.119 miliardi nel 2003. Il secondo episodio della trilogia dello Hobbit, La Desolazione di Smaug, uscirà quest’anno, a dicembre 2013. Il terzo e ultimo episodio, Lo Hobbit: Racconto di un Ritorno appunto, uscirà un anno dopo, quindi a dicembre del 2014. Intanto, la Warner Bros ha comunicato che il 9 aprile sarà disponibile Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato in Blu-ray, Blu-ray 3D e in edizione speciale in 2 dischi Dvd. Tutte le edizioni includono una copia digitale nuova e potenziata della pellicola e oltre 130 minuti di Contenuti Speciali.
Abbiamo già parlato del film Lo Hobbit di Peter Jackson qui:
– Da Peter Jackson ecco il nuovo trailer
– Ecco date e titoli dei tre film di Peter Jackson
– Saranno tre i film sullo Hobbit
– Lo Hobbit, l’anteprima il 28/11 in Nuova Zelanda
– Lo Hobbit di Jackson in anteprima al cinema e sul blog
– Lo Hobbit, ecco il primo trailer ufficiale
LE RECENSIONI
– Recensione positiva dell’ARST.
– Recensione negativa dell’ARST
– Il film di Jackson, secondo Tom Shippey
– Il film di Jackson, secondo Franco Manni
LINK ESTERNI
– VAI AL BLOG DI PETER JACKSON
– VAI ALLA PAGINA YOUTUBE DI PETER JACKSON
– VAI ALLA PAGINA FACEBOOK DI PETER JACKSON
.
La magia dell’Anello: a Cartoomics 2013 omaggio a Tolkien
A partire dal 15 fino al 17 Marzo 2013 al Cartoomics 2013 di Milano (alla Fieramilano di Rho) gli appassionati di fumetti, videogiochi e tutto il mondo ludico potranno godersi dei giorni all’insegna di divertimento e novità. Ma questo vale anche per i lettori di J.R.R. Tolkien perché la Foresta Magica, la nuova area dedicata al mondo fantasy, rende omaggio al padre della letteratura fantastica. A quarant’anni dalla scomparsa di Tolkien, avvenuta il 2 settembre del 1973, le sue opere sono al centro di una mostra e di una serie di incontri realizzati in collaborazione con la Società Tolkieniana Italiana. La mostra, accanto a volumi e gadget propone una selezione di immagini inedite realizzate da illustratori che, come Denis Medri, sono rimasti affascinati dalla poesia della Terra di Mezzo. Non poteva certo mancare una sezione dedicata alle molte rivisitazioni a fumetti del legendarium tolkieniano: in mostra i rari volumi della saga Il Signore degli Anelli a fumetti realizzati negli anni 70 da Luis Bermejo o alcune tavole delle avventure che vedono Zagor, l’invincibile giustiziere di Darkwood creato da Sergio Bonelli, confrontarsi con il Signore Nero. Le storie, scritte da Tiziano Sclavi nel 1981, quando ancora non aveva creato Dylan Dog, sono un chiaro omaggio all’opera di Tolkien. Come d’altra parte è ispirato alle opere del padre della narrativa fantasy il ciclo de La Spada di Ghiaccio disegnato da Massimo De Vita e pubblicato su Topolino a partire dal 1982.
Antonio Faeti su Tolkien: «Immensa la sua eredità»
Avevamo segnalato la lectio magistralis su J.R.R. Tolkien di Antonio Faeti, decano degli studi della letteratura per ragazzi in Italia, avrebbe tenuto lunedì 18 febbraio 2013, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’università di Bologna. Lo studioso ha preso spunto dal prossimo anniversario della morte dello scrittore inglese, scomparso quarant’anni fa, per ragionare sull’eredità che ha lasciato con la pubblicazione dei primi libri di letteratura fantastica di successo planetario, libri a cui tanti autori si sono successivamente ispirati e che non smettono di dare vita a rivisitazioni di tutti i tipi. Abbiamo avuto la fortuna di poter assistere all’incontro intitolato Il lungo viaggio per Pianilungone. J.R.R. Tolkien quarant’anni dopo e ne riportiamo qui il nostro resoconto.
Le lingue di J.R.R. Tolkien. Esce Vinyar Tengwar 50
Per tutti gli appassionati di J.R.R. Tolkien che sono interessati ai suoi linguaggi inventati, una notizia molto gradita giunge da Carl F. Hostetter. Il cinquantesimo numero della rivista linguistica specializzata curata dalla Elvish Linguistic Fellowship (la Compagnia Linguistica Elfica, abbreviato E.L.F.), Vinyar Tengwar, è finalmente all’orizzonte! Per gli esperti di lingue tolkieniane la Elf è una vera e proprio istituzione, continua fonte primaria di perle linguistiche.
La History di Tolkien: Bompiani e la traduzione
«Grosso libro, grosso guaio», scriveva il poeta Callimaco. In senso lato, potremmo applicarlo anche alla vicenda di cui oggi ci occupiamo, anche se i libri sono dodici in tutto. Passateci al licenza, visto che il titolo è uno solo: la History of Middle-earth (HoME), cioè la Storia della Terra di Mezzo, l’universo fantastico in cui J.R.R. Tolkien ha ambientato i suoi romanzi. Il vecchio adagio calza a pennello se lo si guarda dal punto di vista della casa editrice che detiene i diritti delle opere dello scrittore inglese in Italia. Mai come in questi ultimi anni, la Bompiani è, infatti, sulla graticola per la sua condotta circa le opere di Tolkien, spesso piene di imprecisioni, lacune e pressappochismo sia editoriale sia culturale, dovuti anche alla scottante eredità lasciatale dalla Rusconi. Ma è la stessa casa editrice milanese a sentirsi in una posizione scomoda, come dimostra un recentissimo intervento del suo direttore editoriale, Elisabetta Sgarbi. Cerchiamo, allora, di fare un quadro della situazione, ripercorrendo gli eventi di questa vicenda per sommi capi.
Editori e traduttori: gli errori in Tolkien
Aprire un libro è entrare in un mondo. Ma a pochi lettori viene in mente che dietro l’oggetto c’è il lavoro di molte persone oltre l’autore. Su tutti, l’editore, il traduttore se il libro è di uno scrittore straniero e l’illustratore. Ognuna di queste tre figure passa molte ore sul testo, ma pochi sanno che il libro che giunge loro è frutto di una serie di scelte. E fra i tre ruoli citati, forse l’ultimo è quello che può fare meno danni, mentre gli altri due possono produrre gli errori più duraturi. Passiamo, quindi, in rassegna il lavoro di editori e traduttori in generale, prima di concentrarsi su J.R.R. Tolkien.
…Tolkien all’università: ne parla Antonio Faeti
A piccoli passi, J.R.R. Tolkien entra anche nell’università italiana. E se il buongiorno si vede dal mattino, come dice un vecchio adagio, allora si può ben sperare. Lunedì 18 febbraio 2013, alle ore 10 il l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’università di Bologna ospiterà un incontro con Antonio Faeti dedicato allo scrittore inglese scomparso quarant’anni fa, per ragionare sull’eredità che ha lasciato con la pubblicazione dei primi libri di letteratura fantastica di successo planetario, libri a cui tanti autori si sono successivamente ispirati e che non smettono di dare vita a rivisitazioni di tutti i tipi. Il relatore è uno dei massimi esperti italiani di letteratura per ragazzi.
La Torre di Tolkien venduta per una sterlina
Si chiama Perrott’s Folly, si erge in un quartiere di Birmingham e pur necessitando di lavori di ristrutturazione per oltre un milione di sterline è stata acquistata da un ente benefico per la simbolica somma di una sterlina: affare andato in porto solo perché – a detta degli esperti – l’edificio sarebbe servito da ispirazione a J.R.R. Tolkien. Come riporta il quotidiano britannico The Guardian infatti l’amministratore delegato della Trident Reach the People Charity è un appassionato dello scrittore inglese e ha accettato di trasformare la torre – più nota all’estero che a Birmingham – in un centro di accoglienza, a un costo non certo economico. Tutelato dalle Belle Arti britanniche, l’edifico è stato più recentemente usato per esposizioni artistiche e celebrazioni tolkeniane. I nuovi proprietari del Trident non ne vogliono fare soltanto un’attrazione turistica, ma usarlo anche per attività sociali.
Tolkien al Kalamazoo: un programma da urlo
Anche se lontani, a volte non si può non parlare di certi eventi. È finalmente stato diffuso il programma dell’International Congress on Medieval Studies, che si svolgerà dal 9 al 12 Maggio 2013. L’incontro riunisce oltre tremila studiosi interessati agli Studi Medievali: è suddiviso in oltre 600 sessioni di lavoro, 3000 tra conferenze, tavole rotonde, workshop e spettacoli. Al suo interno, si svolgerà il Tolkien at Kalamazoo, la sezione dedicata a Tolkien. Si potrebbe definire l’apoteosi dell’appassionato di Tolkien negli Usa: praticamente 6 sessioni di conferenze, 2 sessioni sull’influenza sugli scrittori successivi, un conferenza filologica, due spettacoli, un dramma recitato e anche un incontro commerciale, tutti dedicati a J.R.R. Tolkien… In totale, sono oltre 30 conferenze e altri 8 momenti di riflessione: si rischia l’overdose!!! Il Congresso tradizionalmente presenta due conferenze plenarie, un concerto e una serata danzante.
Da segnalare, tra tutte le cose interessantissime da seguire, una sessione in onore di Verlyn Flieger, in cui alcune delle sue opere saranno analizzate e, si spera, sviluppate ulteriormente: su tutte, la teoria della luce e il volume Schegge di luce (pubblicato anche in italiano da Marietti 1820). Verrà anche presentato il The Tolkien Scholarship Project: Robin Anne Reid dell’università di Texas A&M parlerà della sua intenzione di dimostrare tramite la linguistica come la narrativa e la poesia contenuta nel Signore degli Anelli e il resto del Legendarium di Tolkien non sono un brutto esempio di letteratura modernista (come sostenuto da molti critici come Harold Bloom), eccellenti testi postmoderni, che suscitano anche il rispetto degli studiosi di testi come Beowulf e altri testi medievali. Ne è una continuazione ideale la relazione Théoden, come risposta di Tolkien all’ofermod di Beorhtnoth (The Eorl That Could Have Been: Theoden as Tolkien’s Answer to Beorhtnoth’s ofermod).
Tra le altre sessioni, Arte e musiche de Lo Hobbit, Tolkien studioso medievale, Tolkien and Alterity: In Honor of Jane Chance, le due sessioni sui Racconti dopo Tolkien: il medievalismo e la letteratura Fantasy del ventunesimo secolo, in cui si parlerà anche di autori molti noti come George R. R. Martin, Terry Pratchett e Catherine Fisher. Curiosa tutta la sessione dedicata al “Tolkien eccentrico”, organizzate dalla Society for the Study of Homosexuality in the Middle Ages. Si può concludere segnalando Women in Tolkien’s Professional Life, sessione che schiera i pezzi grossi dei Tolkien Studies, John D. Rateliff con The Missing Women: J. R. R. Tolkien’s Lifelong Support for Women’s Higher Education, e soprattutto Douglas A. Anderson con l’importante studio “Professor d’
Ardenne of Liège has arrived to harrass me with philological work”: Simonne d’Ardenne as Student, Collaborator, Translator, and Friend of J. R. R. Tolkien. Per maggiori informazioni si può visitare il sito ufficiale del 48° Congresso Internazionale di Studi Medievali.

Ecco il programma completo in inglese, che si può scaricare anche qui:
…L’ultimo cacciatore di draghi da Tolkien al Teatro Verde a Roma
Al teatro Verde di Roma in scena sabato 3, giovedì 7 e sabato 9 febbraio 2013, “L’ultimo cacciatore di draghi”, spettacolo per bambini dai 4 ai 10 anni. Giovedì 7 e sabato 9, si svolgerà anche una festa di carnevale dopo lo spettacolo. Con un testo scritto da Roberto Marafante, che firma anche la regia, vede salire sul palcoscenico tre attori tuttofare, Andrea Calabretta, Gabriele Tuccimei e Andrea Maurizi della Compagnia Teatro Verde di Roma.
Ecco la trama: «Mai sottovalutare la perfidia dei draghi! Essi sono infidi, crudeli, spietati, ma soprattutto astuti. Eppure non sono invincibili». Ispirato a un racconto di J.R.R. Tolkien, questa favola originale racconta di come, casualmente, un uomo qualunque viene in possesso di una spada magica e diventa un abile e infallibile Cacciatore di Draghi. Ma, per affrontare l’ultimo Drago, scoprirà che i poteri della sua spada non sono sufficienti senza saggezza, coraggio e intuizione. In una giostra di colpi di scena, effetti speciali, musiche e canzoni gli spettatori vivranno un’avventura avvincente e spiritosa, come succede nei grandi film d’animazione.
ORARI SPETTACOLI: dal lun al ven ore 10.00 – sab e dom ore 17:00. Giovedì 7 febbraio ore 10.00 e ore 17.00
.
– Vai al sito del teatro Verde di Roma
.
Shippey a Modena: il video della conferenza
L’avevamo promesso a molti tra il pubblico. Avevamo atteso la serata del Tolkien Seminar italiano con trepidazione per poi scoprire che una sala gremita fino all’inverosimile era pronta a condivider con noi il momento. Come annunciato da tempo in un precedente articolo, Tom Shippey, docente di filologia inglese all’università di Oxford, erede di J.R.R. Tolkien e maggiore studioso delle sue opere, era in Italia per tenere una conferenza dal titolo Lo Hobbit: dal film al libro. È stato ospite dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici a Modena venerdì 11 gennaio, presso la sala conferenze dell’hotel Raffaello (strada per Cognento 5).
Shippey è ormai un volto noto nel nostro Paese, visto che è stato un relatore nel convegno Tolkien e la filosofia nel 2010, in cui insiema Franco Manni della rivista Endòre
hanno intavolato una discussione amichevole ma intensa su “Tolkien tra filosofia e filologia”. Questa volta, lo studioso inglese ha avuto la possibilità di esaminare il film confrontandolo col libro in maniera dettagliate. Shippey aveva anche scritto un articolo sullo stesso tema, pubblicato nel numero di metà dicembre del Time Literary Supplement e intitolato Ancora non ritornato, la cui traduzione avevamo anche pubblicato esclusiva per il sito della nostra Associazione grazie alla disponibilità dello studioso inglese. Ora siamo lieti di presentare al pubblico di Modena e ai lettori del sito il video completo della conferenza, montata e lavorata a tempo di record grazie ai membri dell’Istituto tomistico.
Buona visione a tutti!
– Scarica il saggio di Tom Shippey: “Noblesse Oblige: Images of Class in Tolkien”
– Leggi il suo articolo sul
Time Literary Supplement: Ancora non ritornato
– Il CORSO SU J.R.R. TOLKIEN
– Vai al canale Youtube dell’Associazione romana studi tolkieniani
.
Lo Hobbit massacrato: uno sviluppo sulle rune
«Bilbo, ragazzo mio, va’ a prendere la lampada e illuminiamo un po’ questa!». E alla luce di una grossa lampada dall’ombra rossa, spiegò sulla tavola un pezzo di pergamena che somigliava molto a una mappa. «Questa fu fatta da Thror, tuo nonno, Thorin», disse Gandalf: «È una pianta della Montagna» […] «Vedete quella runa sulla parte orientale e la mano che la indica dalle altre rune? Questo è il segno di un passaggio alle Sale Inferiori», disse lo stregone. Questo è uno dei passaggi chiave de Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien: lo stregone Gandalf mostra alla compagnia dei nani il modo in cui entrare nella tana del drago Smaug, segnalando la presenza delle rune. La mappa apparteneva a Thror, nonno di Thorin, per questo si spiegano le rune naniche. Leggendo il libro si capirà anche che ci sono due diversi tipi di rune sulla mappa, ma non vogliamo svelare nulla di più al lettore. Peccato che per il lettore italiano la questione sia molto più complicata!

