La traduzione della Compagnia a ottobre

Lord of the Rings 1954-55La notizia è confermata. Il 30 ottobre sarà in libreria il primo volume del Signore degli Anelli, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica e con la consulenza dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. A distanza di sei mesi uno dall’altro – cioè in primavera e autunno dell’anno prossimo – usciranno il secondo e il terzo volume.

La copertina scelta per questa nuova edizione ha destato non poche perplessità tra i fan, perché pare si tratti di una fotografia satellitare della superficie del pianeta Marte. Scelta bizzarra. Forse si è voluto suggerire un richiamo al paesaggio di Mordor… chissà. In effetti le descrizioni di Tolkien e soprattutto la resa cinematografica di Jackson richiamano un deserto roccioso. Oppure è perché quella superficie potrebbe sembrare vagamente anche corteccia o ferro arrugginito… Tant’è, a scuola qualcuno ci diceva sempre che non si giudica un La Compagnia dell'Anello - nuova traduzione di Ottavio Faticalibro dalla copertina. Se poi pensiamo a quante copertine ha avuto Il Signore degli Anelli, è difficile trovarne una del tutto soddisfacente. Certi classici della narrativa sono “incopertinabili”, vale a dire che contengono troppa materia, troppe storie, troppi significati, per poterli sintetizzare in una sola immagine d’impatto, e forse il motivo della scelta di Bompiani potrebbe proprio essere quello di sganciare il libro da ogni associazione a un genere, sottolineando così la sua natura di “classico”.

Al di là del colpo d’occhio, comunque, ciò che sorprenderà sarà la nuova traduzione.

A questo proposito è facile prevedere due cose.

Middle-earth mapLa prima è che, conoscendo l’ambiente del fandom, le polemiche sorgeranno sulla resa del nome del tal personaggio o del tal luogo; le resistenze saranno forti, dopo cinque decenni durante i quali ci si è affezionati a certi nomi e toponimi. È probabile che alcune scelte verranno rigettate, contestate, ecc. Se siamo cresciuti con un certo nome hobbit nelle orecchie, fa effetto vederlo reso diversamente in italiano (anche se magari avviene su una base etimologica svelata da Tolkien stesso nei suoi consigli ai traduttori, come nel caso della parola «buck», presente in molti nomi composti). Ci sta. Parte della sfida di una nuova traduzione era questa ed è stata accettata.
In questo senso la consulenza fornita dall’AIST è stata importante, ma sempre partendo dalle scelte del traduttore, al quale ovviamente è sempre spettata anche l’ultima parola. Se dovessimo quantificare i suggerimenti accolti nella versione finale di questo primo volume, potremmo parlare di un 80-85%. Significa che, al netto di alcune riserve più o meno rilevanti (di cui si potrà discutere diffusamente in seguito), l’accordo ha superato di gran lunga il disaccordo.

La seconda reazione prevedibile sarà una certa meraviglia nel rendersi conto che una traduzione letteraria più fedele allo stile originale restituisce alla pagina di Tolkien un’ariosità e una scorrevolezza finora sconosciute. Lo sforzo del nuovo traduttore è stato precisamente quello di rendere lo stile di Tolkien, basato su un registro medio che ogni tanto si innalza o si abbassa bruscamente, a seconda di quale personaggio stia parlando, o di cosa stia citando; oppure ancora si arricchisce di arcaismi, giocando sull’attrito che creano questi effetti.
Se a parlare è il semianalfabeta Hamfast Gamgee, il padre di Sam, il registro linguistico è basso e sgrammaticato, costellato di parole come drownded per drowned, o vittles per victuals, e fa ricorso a usi gergali, come quello del verbo to learn (registrato anche dall’Oxford English Dictionary come uso “vulgar”) nel significato di to teach: «Mr. Bilbo learned him his letters». Laddove la precedente traduzione rendeva tutto questo in italiano corretto, cioè con «annegato», «mangiare» e «Il padrone gli ha anche insegnato a leggere e scrivere», Fatica traduce con «affocato», «pappatoria», «Il signor Bilbo gli ha imparato a leggere e a scrivere», utilizzando storpiature lessicali e forme gergali in uso anche nella parlata italiana bassa.

Insomma, il romanzo recupera in italiano la sua diversità di registri linguistici. Incluso ovviamente quello aulico, delle poesie e canzoni presenti nel testo, che, quando necessario, sono state rese con uno stile arcaico, prediligendo una versificazione breve, non appesantita dalla trasposizione in italiano e incentrata sulla metrica e la sonorità (un esempio è la resa della celeberrima poesia di Bilbo su Aragorn «All that is gold does not glitter…»).

Poi ovviamente ci sono anche vere e proprie restituzioni di senso rispetto al passato. Per esempio quella degli Hobbit non è più l’Assemblea Nazionale, che faceva pensare al Terzo Stato di Danton e Robespierre, in un mondo in cui, per altro, il concetto di «nazione» non esiste; i pony non sono più “puledri”; i Warg non sono lupi “mannari”; il Farthing, frazione di un quarto di superficie, non è più “Decumano”, che in latino rimanda al numero dieci e a una linea retta; né compare l’incomprensibile “Gaffiere” o il moderno “Sovrintendente”; non si ricorre a traslitterazioni fonetiche (com’era Tuc per Took), ecc.

Ma al di là delle singole scelte lessicali, per quanto vistose, ciò che colpisce è ancora il generale e sottile affinamento della lingua di Tolkien in traduzione, che rende la lettura più fluida e scorrevole.

È auspicabile che alla fine di questo lungo lavoro, Fatica produca un saggio critico sullo stile di Tolkien, come in Italia nessuno ha mai fatto. Tanto più che adesso nessuno più di lui è titolato a farlo.

Infine, è il caso di ricordare che la nuova edizione fa a meno della datata introduzione di Elémire Zolla, nella quale venivano inusitatamente svelati trama e finale del romanzo, e lascia soltanto la prefazione di Tolkien alla seconda edizione, cioè le parole dell’autore stesso. Anche questo segna una bella discontinuità rispetto al passato. Auta i lómë, Aurë entuluva!

Festeggiare Bilbo coi Beorniani in Abruzzo

Per festeggiare degnamente lo Hobbit Day, il compleanno di Bilbo (e Frodo) Baggins, oggi proponiamo ai lettori tolkieniani uno dei nostri resoconti: la settimana scorsa, sabato 14 e domenica 15 si è festeggiato a Bucchianico, in Abruzzo il più famoso degli Hobbit e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha avuto il piacere di vivere questa esperienza grazie alla nostra delegazione hobbit, quattro amanti dei piaceri genuini, cibo, allegria e canzoni come direbbe Thorin Scudodiquercia, che hanno scelto di imbarcarsi in questa avventura culinaria.
Entusiasta dell’evento, uno dei nostri soci, Stefano Mangusta, ha scelto di raccontarlo per chi non vi ha preso parte.
Buona lettura!

Hobbit Day 2019: in Italia e all’estero

Lo Hobbit Day - il compleanno di Bilbo e Frodo BagginsLa fine di settembre è un periodo speciale per gli appassionati di J.R.R. Tolkien. Il 22 settembre si festeggia lo Hobbit Day, giornata che è anche parte della Tolkien Week. Lo Hobbit Day commemora il compleanno di Bilbo e Frodo Baggins, raccontato nel Signore degli Anelli: fu la American Tolkien Society, società successivamente chiusa e poi ricostituita, a proclamare per prima lo Hobbit Day e la Tolkien Week nel 1978, così definendoli: «La Tolkien Week si osserva nella settimana contenente il 22 settembre che è sempre festeggiato come lo Hobbit Day». A causa delle discrepanze tra il calendario della Contea degli Hobbit e il calendario gregoriano, c’è un certo dibattito su quando celebrare lo Hobbit Day, dal momento che l’attuale compleanno sarebbe tra il 12 settembre e il 14 secondo nostro calendario, come spiegato nelle Appendici del Signore degli Anelli (a questa differenza temporale abbiamo anche dedicato un approfondimento: Il compleanno di Bilbo? Probabilmente è oggi!).

Biopic, Cavini: «È un Tolkien che emoziona»

Film Tolkien 01Dopo il Taormina Film Fest, il Giffoni Film Festival e l’Ischia Global Film & Music Fest, continua in Italia il percorso del biopic Tolkien prima del suo arrivo ufficiale nelle sale cinematografiche – segnatevi la data: il 26 settembre 2019. Tolkien, con la regia di Dome Karukoski (regista finlandese molto noto in patria), racconterà la storia del Professore da giovane, tra i suoi iniziali anni ad Oxford e l’esperienza della prima guerra mondiale. Il giovane Tolkien è interpretato da Nicholas Hoult (Bestia in vari film sugli X-Men, apparso anche in Mad Max-Fury Road, in Scontro tra Titani e in molti altri film solitamente dedicati a un pubblico giovanile) mentre Edith Bratt ha il viso di Lily Collins (Shadowhunters – città d’ossa, The English Teacher e la recente serie tv su I Miserabili). La recensione della proiezione di Tolkien in anteprima al Taormina film fest il 2 luglio che ha realizzato per noi la redazione di Universo Fantasy ci ha mostrato un quadro positivo sotto molti aspetti, che invita gli amanti della Terra di Mezzo a dare almeno una chance al biopic. Ecco ora un’altra recensione di una nostra firma prestigiosa, l’artista Ivan Cavini.

The Italian Way: nascono I Quaderni di Arda

Il SilmarillionI Quaderni di Arda è una rivista dedicata allo studio dell’opera di J.R.R. Tolkien e delle sue molteplici connessioni in campo letterario, artistico e filosofico, promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. La rivista avrà cadenza annuale e si prefigge di diventare un punto di riferimento per gli studiosi italiani, ma non solo.
Il percorso di riferimento è quello che dalla metà degli anni Zero a oggi ha portato a un radicale cambio d’approccio a un autore come Tolkien nel nostro paese. Dopo avere tradotto e pubblicato le pietre miliari della saggistica straniera (una dozzina di titoli nella collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti 1820); dopo avere portato in Italia alcuni tra i principali studiosi internazionali facendoli partecipare a cinque convegni insieme ad accademici italiani e a svariate conferenze (Shippey, Flieger, Honegger, Garbowsky, Turner, Atherton, Curry, Kloczko); dopo avere sviluppato la sinergia con Bompiani, curando le edizioni del Cacciatore di draghi e di Fabbro di Wootton Major, nonché la ritraduzione delle Lettere 1914-1973 e del Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm, e promuovendo la nuova traduzione del Signore degli Anelli; avviato la ritraduzione delle opere di Tolkien (tre nuove edizioni per Bompiani); dopo avere visto Allan Turner, Tom Shippey, Roberto Arduini and Thomas Honegger - Trento 2017tradotte in inglese le raccolte di saggi degli studiosi dell’AIST (quattro libri per la Walking Tree Publishers); dopo avere fondato un soggetto editoriale specializzato con già tre libri all’attivo (Eterea Edizioni); viene naturale dare continuità a questo percorso tramite una rivista.
Il primo numero sarà online a DICEMBRE 2019, e conterrà gli atti del convegno accademico internazionale Tolkien e la letteratura della Quarta Era, svoltosi all’università di Trento un anno e mezzo fa, con l’aggiunta di ulteriori articoli sullo stesso tema scritti dai collaboratori. A seguire si avrà anche la versione cartacea.

I Quaderni di Arda vuole interpretare una “via italiana” a Tolkien, proiettando le linee di ricerca oltre i confini strettamente intesi della materia, per puntare sull’interdisciplinarità. Se infatti in questi ultimi anni dall’Italia sono usciti studi che hanno destato l’interesse della comunità internazionale, al punto da essere pubblicati all’estero – è il caso di temi come Tolkien e la filosofia, o morte e immortalità, o della sintesi tra matrici pagane e cristiane nel Legendarium o ancora della comparazione tra Tolkien e i classici della letteratura – è perché l’approccio praticato dalle nostre parti è in effetti originale e disinibito. Con le dovute eccezioni, the italian way non si basa tanto sulla millimetrica mappatura della materia e sul perseguimento di una sempre maggiore specializzazione, quanto piuttosto su un doppio movimento. Da un lato un movimento centripeto, che suggerisce nuovi punti d’accesso all’opera di Tolkien, anche da angolazioni inattese; dall’altro un movimento centrifugo, che muove dal Legendarium tolkieniano verso nuovi territori, cercando di tracciare l’eredità di un autore che è a tutti gli effetti un classico del Novecento, ma ancora estremamente influente sulla produzione letteraria e artistica.

Non è quindi un caso che il board della rivista e la cerchia di referenti e collaboratori legati a questo progetto includano sia alcuni dei massimi cultori stranieri della materia, sia gli accademici italiani che a vario titolo hanno partecipato ai convegni sul tema nel nostro paese, senza necessariamente essere esperti di Tolkien. L’intento di questa ibridazione è precisamente quello di portare gli accademici italiani a studiare questo autore e le tante diramazioni e derivazioni che la sua opera produce, con una curiosità nuova e al netto di qualsivoglia spirito elitario.

La rivista non si rivolge dunque esclusivamente alla comunità dei “tolkienologi”, bensì a un pubblico di studiosi Il Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm - edizione 2019molto più ampio, ed è assolutamente aperta ai contributi esterni. Dalle fonti antiche e medievali che ispirarono la subcreazione tolkieniana alle influenze che questa ha avuto e continua ad avere sulla letteratura contemporanea e sull’immaginario collettivo, il campo di ricerca è pressoché sconfinato e può essere esplorato senza inibizioni, ma con il necessario rigore metodologico. Ecco perché la squadra di collaboratori italiani dei Quaderni di Arda, oltre alla filologia germanica e romanza, alla letteratura inglese, alla linguistica e alla traduzione, copre materie e campi d’interesse apparentemente disparati e annovera ad esempio un insigne latinista, o uno studioso di letteratura fantascientifica, o ancora un’antropologa del mondo antico o perfino un geografo. La sfida è proprio questa: riflettere sulla creazione di mondi fantastici, sul contributo dell’immaginazione fantastica alla letteratura, sul rapporto tra mondo primario e mondo secondario, usando la subcreazione tolkieniana come un prisma attraverso cui guardare a tutto questo.

La presenza di alcuni importanti studiosi stranieri nel comitato scientifico della rivista dovrebbe essere il viatico per una collaborazione e interscambio con le maggiori aree di studio della materia: Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania (ma ci auguriamo di poter aggiungere anche la Francia a breve). È auspicabile che, un poco alla volta e con la necessaria perseveranza, la comunità degli studiosi italiani possa mettersi al passo di quelle più attive, superando un certo inevitabile complesso d’inferiorità che finora forse ha impedito di pensare davvero in grande. Sul medio periodo, l’obiettivo è anche quello di crescere una generazione nostrana di giovani studiosi, ben preparati, che proseguano il cammino.
Mentre la redazione della rivista è al lavoro sul primo numero in uscita a dicembre, già si discute il tema per il 2020.
Insomma il viaggio è cominciato e…

The Road goes ever on and on…

(luglio 2019)

Creatività e comunità: Glyer sugli Inklings

Alcuni membri del gruppo degli InklingsEra il 1959 quando fu chiesto a Clive Staples Lewis se avesse, in qualche modo, influenzato le opere dell’amico J.R.R. Tolkien, o se gli incontri settimanali degli Inklings, il gruppo oxoniense da loro fondato, potessero aver sortito tale effetto. Lewis rispose che nessuno influenzava Tolkien in alcun modo, e che tanto valeva cercare di influenzare un Bandafferra – un Bandersnatch, in lingua originale, creatura mitologica sfuggente e aggressiva creata dalla mente di Lewis Carroll.
È da questa premessa che nasce Bandersnatch: C. S. Lewis, J. R. R. Tolkien, and the Creative Collaboration of the Inklings di Diana Pavlac Glyer (2016, The Kent State University Press, con illustrazioni di James A. Owen). E secondo l’autrice, l’affermazione di Lewis non corrisponde completamente al vero.

Il biopic Tolkien al Giffoni Film Festival

Dopo il Taormina Film Fest, un altro grande evento dedicato al cinema si prepara a portare in Italia il biopic Tolkien prima del suo arrivo ufficiale nelle sale cinematografiche: è con piacere che accogliamo l’annuncio della proiezione in anteprima del film biografico proprio su Tolkien nel contesto prestigioso e pluri-acclamato del Giffoni Film Festival, giunto alla sua quarantanovesima edizione.
L’appuntamento tolkieniano è per domenica 21 luglio: più di due mesi prima dell’uscita ufficiale nelle sale. Le proiezioni saranno due, la prima alle ore 20:00 e la seconda alle 22:30, una riservata ai jurors Generator e una seconda destinata al pubblico, gratuita ma su prenotazione – e gli amanti del festival hanno dimostrato tanto entusiasmo che i posti sono già andati esauriti!

Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit a confronto

Maratona Lo HobbitCosa c’è di meglio, nella stagione del sole cocente, che chiudersi in casa a serrande abbassate e passare il pomeriggio a rivedere un film che, nel bene e nel male, ha un posto speciale nel nostro cuore? E se invece di un film, fosse una trilogia? Peter Jackson si ci ha regalando addirittura due trilogie: sei film che dividono il pubblico tolkieniano ancora oggi, con continui confronti con i libri d’ispirazione e diverse opinioni sulla qualità dell’adattamento.
Certi dibattiti però, si sa, sono oramai visti e rivisti, quasi noiosi. Se la presenza di Tom Bombadil sarebbe stata più o meno preziosa a livello cinematografico è un quesito che non avrà mai una risposta certa ed universale. Piuttosto, andiamo a confrontare le due trilogie cinematografiche: in cosa differiscono, in cosa sono simili e perché restano tanto amate e/o odiate allo stesso tempo.

Martin subcreatore, ispirato dalla Storia

George R.R. MartinÈ facile che affrontando Tolkien si finisca col parlare anche di Martin, considerandolo un esempio opposto, sotto vari aspetti, al Professore, ma comunque un autore che tratta il fantastico e che ha riscosso un successo incredibile, le cui opere, oltre ad essere oggetto di una trasposizione televisiva, cominciano ad interessare anche il mondo degli studi accademici: un intervento dedicato a Martin, oltre a due su Tolkien, è stato presentato durante il convegno Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, Miti e Riti nella Fantascienza e nel Fantasy da poco tenutosi a Velletri. Ma uno dei soci dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani già da alcuni anni tratta le similitudini e le differenze tra i due autori, approfondendo così anche l’aspetto più martiniano. Oggi vi proponiamo un articolo proprio su questo autore, nato come “effetto collaterale” degli studi per le conferenze tenute da Stefano Mangusta.

Tolkien, a Taormina l’anteprima esclusiva

Martedì 2 luglio è stato presentato in anteprima il film tanto atteso sulla vita di Tolkien, uscito già da alcuni mesi in lingua originale e previsto per le sale cinematografiche italiane per settembre inoltrato. La Redazione di Universo Fantasy ha assistito allo spettacolo e ha redatto un resoconto della proiezione e della presentazione che l’ha preceduta: ecco un assaggio di cosa attende gli amanti della Terra di Mezzo a fine estate!

Cosa fanno ora gli attori de Lo Hobbit?

Li abbiamo visti combattere contro draghi e orchi, li abbiamo visti marciare con noi dalla Contea fino alla Montagna Solitaria: ma la trilogia cinematografica de Lo Hobbit, diretta anch’essa da Peter Jackson, la cui terza ed ultima parte è uscita nelle sale nel 2014, quasi cinque anni fa. E ora dove sono finiti gli attori principali, che per la prima volta hanno dato un volto umano a personaggi come Bilbo, Thorin o Thranduil?
È presto detto!

Saggi Hobbit: Sugli Istari e sui loro bastoni

Ritornano i Saggi Hobbit!
Si tratta di saggi brevi così nominati per via della loro lunghezza volutamente contenuta (ma non trascurabile) e perché redatti secondo quelli che Tolkien descrive essere i gusti hobbit: nella Prefazione al Signore degli Anelli è infatti scritto che gli hobbit “si dilettavano a riempire meticolosamente libri interi di cose che già sapevano, in termini chiari e senza contraddizioni.”.
Il proposito di questa rubrica è di fornire basi solide e affidabili su cui poter costruire altri ragionamenti e ci auguriamo che i nostri lettori vorranno aggiungere nei commenti le loro riflessioni ed opinioni.
I quattro saggi apparsi finora sono incentrati sugli Anelli del Potere, gli Orchi, la sorte di Frodo e Riguardo agli Hobbit.
Il saggio di oggi è dedicato agli Istari: quei personaggi dall’apparenza di vecchi saggi che erano stati mandati a contrastare Sauron e a persuadere Uomini d Elfi ad unirsi contro di lui. La maggior parte dei dati proviene, come era facile aspettarsi, dal saggio Gli Istari presente ne I Racconti Incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo.

Tolkien: Maker of Middle -Earth agli Hugo Awards

Quest’anno la proclamazione dei premi Hugo, che si terrà il 18 agosto 2019, è un evento che i tolkieniani attendono con particolare trepidazione: infatti, tra i candidati come migliore artbook figura anche il catalogo della mostra Tolkien: Maker of Middle-earth, a cura di Catherine McIlwaine, pubblicato il primo giugno 2018 dalla Bodleian Library Publishing. È la prima volta che questa categoria viene premiata agli Hugo (è infatti consuetudine che ogni anno sia possibile aggiungere una categoria, per quell’anno soltanto) e il poderoso volume compete, tra gli altri, con l’artbook The Books of Earthsea: The Complete Illustrated Edition, illustrato da Charles Vess, e con l’artbook del film vincitore del premio Oscar come Miglior film d’animazione del 2019, Spider-Man: Into the Spider-Verse. Nati nel 1953 e diventati un appuntamento annuale due anni dopo, nel 1955, i premi Hugo sono considerati tra i più prestigiosi premi legati alla science fiction. Tra gennaio e marzo i membri del Worldcon (World Science Fiction Award) nominano ciascuno fino a cinque candidati nelle quindici categorie previste e ad aprile cinque finalisti per ogni categoria vengono annunciati.
Vi abbiamo già parlato della mostra (che ha esordito alla Weston Library di Oxford, si è poi spostata alla Morgan Library di New York e verrà presto trasferita alla Bibliothèque nationale de France di Parigi); ma vediamo nel dettaglio le caratteristiche d’eccellenza che hanno portato lo straordinario catalogo ad essere nominato per il premio Hugo – e ad aver già vinto i Tolkien Society Awards 2019 come miglior libro.

Larp, a Battle for Vilegis l’avventura tolkieniana

Mi è stato chiesto di scrivere le avventure e le impressioni di un tolkieniano nella sua prima volta a Battle for Vilegis (dal 29 maggio al 2 giugno), il più grande evento larp (live action role play, gioco di ruolo dal vivo) in Italia.
Devo però ammettere che ho tergiversato un bel po’ prima di iniziare a buttare giù qualcosa. Perché? Semplicemente perché c’era tantissimo da dire ed il compito mi spaventava abbastanza!
Sono un giocatore di larp da vent’anni, dall’epoca delle armi fatte col materassino da campeggio, l’epoca dei costumi realizzati con quello che avevi in casa e degli equipaggiamenti che si compravano dall’Inghilterra perché in Italia non c’era niente.
Non ero mai stato a Vilegis prima, ma avevo sentito molto parlare di questo format di gioco, sinceramente mi chiedevo se mi sarebbe piaciuto, se fosse compatibile con il mio stile di gdr che dopo tanti ormai è difficile cambiare.
Per chi è esterno a questo mondo forse è opportuno fornire un po’ di contesto, sperando che tutti sappiano almeno a grandi linee cosa sia un gioco di ruolo. In Battle for Vilegis ci si veste e ci si trucca veramente come il personaggio che si è ideato e si interpreta, e se per i maghi questo significa una lunga tunica colorata, invece per i guerrieri significa portare addosso pezzi di una vera armatura dal peso di svariati chili. I personaggi (si parla di oltre mille partecipanti) sono divisi in veri e propri campi (ciascuno con una reale palizzata di legno, un portone d’ingresso e torrette d’osservazione per le guardie) ognuno dei quali rappresenta una delle casate nobili del mondo di Lunaria. Dette casate chiamano da ogni mondo del multi-universo degli eroi che siano allineati con i propri ideali, ad esempio gli eroi del campo di Argantis rappresentano il concetto della nobiltà.
Molta della mia voglia di venire a provare questo tipo di gioco derivava dalla proposta di giocare nelle Nere Lame, il gruppo tolkieniano proveniente dalla Terra di Mezzo e militante nel campo di Brandis, che rappresenta l’ideale guerriero.
L’arrivo nella location di gioco, vicino a Vetralla (VT), non è avvenuto nel migliore dei modi: trascinare bagaglio, equipaggiamento da gioco e tenda sul terreno devastato dal fango è stata un’esperienza che classificherei come crimine contro l’umanità. Appena arrivato mi vesto, cerco la tenda delle Nere Lame ed inizio a sbrigare le formalità del nuovo arrivato.
Giunto al gate del campo, guardo fuori e mi rendo conto che stavolta qualcosa sarà diverso. Non so voi, ma per me fare larp significa riuscire, almeno per qualche minuto, a dimenticarmi di essere una persona di questo mondo e vivere l’incanto di essere altrove. Ecco, appena ho visto la piana fuori dal gate ho provato quella sensazione: gli altri accampamenti, le colline di erba verde coi campi in fondo, le tende e la vita della Cittadella … davvero mi hanno colpito profondamente.
Tuttavia niente sarebbe stato così bello se non avessi giocato in un grande gruppo: ora come ora non potrei immaginare la mia esperienza a Vilegis senza le Nere Lame. Eravamo uomini di Gondor, raminghi del nord, beorniani, nani e persino un’elfa Noldor ma tutti insieme abbiamo sperimentato la vita comune grazie alla sfortuna. Infatti il giorno del mio arrivo ha piovuto così tanto, ma così tanto, che ho sentito persino voci di corridoio sull’annullamento dell’evento: la nostra tenda comando di gruppo era la più fangosa del campo Brandis e questo ci ha costretto a darci da fare per renderla minimamente abitabile e per trovare un modo di vivere in un ambiente nel quale affondavamo fino a sopra le caviglie ad ogni passo.
Non avevo idea di quanto questo potesse cementare i rapporti tra le persone, così come uniscono i turni per tenere in ordine la cucina, sparecchiare, lavare le cose, ecc. La mia prima cena è stata a lume di candela, nell’umido, con pezzi di salsicce al sugo serviti in dei bicchieri … eppure c’era comunque qualcosa di drammaticamente epico.
Ed adesso, tra i muri di cemento della mia città, posso solo sorridere pensando ai ricordi dei giorni appena trascorsi e sperare di tornare presto ad urlare al cielo “Senza meta: nessuna speranza!” e “Nere lame: lenire il dolore del mondo!“; con la voglia di combattere ancora con gli eroi venuti dalla Terra di Mezzo per deporre la corona della vittoria ai piedi di Alexandra Brandis. E non potrei non ricordare anche lei quindi: la Guardiana del campo, che ci ha trattato onorevolmente e, quando serviva, anche con pazienza. Che non ci ha fatto sentire servitori ma alleati, per quanto subordinati.
Mi sto sforzando di cercare le parole per descrivere quello che è successo, ma sono stati talmente tanti i momenti belli che elencarli tutti è impossibile: il cibo in game servito dalla nostra “cambusiera” che era superiore a quello di molte trattorie reali (lo spezzatino al sugo con le cipolle era una delle cose più buone mai mangiate durante un larp), le chiacchiere e le storie di eroi la sera davanti al fuoco (vi devo ancora la storia di Fëanor, lo so), le cariche sulla piana 300 contro 300 mentre ti chiedi come fa la gente “normale” a vivere senza questo tipo di emozioni, il cuore in gola mentre ti schieri sul campo di battaglia ed il nemico ti squadra in cagnesco, 35 dannati minuti di assedio contro non una ma due casate rivali e per poco non si vinceva comunque, le birre in Cittadella parlando di storia della Terra di Mezzo, quando le forze delle tenebre mi hanno posseduto ed ho combattuto per un breve tratto inneggiando all’Ombra e dopo mi sentivo sporco per davvero, l’armatura nuova fiammante comprata in Cittadella, la spedizione nella Cripta che pareva una casa dell’orrore, il sole dell’ultimo giorno che sembrava prenderci in giro dopo tutta quell’acqua, ma sopratutto ricordo ogni singolo sguardo, risata, burla e scontro dei ragazzi delle Nere Lame, ai quali sono fiero di appartenere. Tutto per prendersi un’insolazione da manuale ed andare via prima della proclamazione del campo vincitore.
Quando torni da un larp e ti senti un magone dentro appena appaiono i palazzi di Roma a segnare che l’esperienza è finita … quando in macchina al ritorno rivedi nella mente le scene più belle che hai vissuto mentre la radio manda una canzone triste … allora è segno che tutto è andato nel migliore dei modi.
La mattina dopo mi sono svegliato ed il primo messaggio sul telefono è stato quella della vittoria di Brandis: non c’era modo migliore per finire questa esperienza.
Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa splendida avventura: non vedo l’ora di tornare di nuovo a calcare la terra di Lunaria o della Terra di Mezzo assieme a voi. Dal profondo del cuore: siete stati fantastici, grazie di avermi fatto vivere questi momenti meravigliosi.

Stefano Mangusta

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Le Nere Lame: intervista a Marco Scicchitano
– Leggi l’articolo Il 18 dic a Roma i Draghi in Tolkien e Martin
– Leggi l’articolo Tolkien a Lucca C&G 2018: AIST e non solo

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Battle for Vilegis

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Il Silmarillion: un afflato d’eternità

copertina Il SilmarillionUna delle caratteristiche che più distingue l’opera tolkieniana da quella di tanti altri scrittori è la profondità storica e mitologica del suo mondo, profondità che i lettori italiani possono apprezzare di più grazie al Silmarillion, la raccolta di leggende che pubblicò il figlio Christopher nel 1977, carissime al Professore e che tentò più volte di pubblicare, come dimostrano le sue lettere:
Da quando ho rivelato questa sciocchezza privata e tanto amata, ho sofferto un senso di paura e perdita; e penso che se a Lei fosse sembrata una sciocchezza, ne sarei stato veramente distrutto. Non mi importa dei versi, che malgrado qualche passaggio virtuosistico hanno grossi difetti, poiché per me sono solamente la materia prima di partenza. Ma ora spero certamente, un giorno, di essere in grado, o di potermi permettere, di pubblicare il Silmarillion!” (Lettera 19, a Stanley Unwin, 16 dicembre 1937)
Ma cos’è esattamente il Silmarillion, come spiegarlo a chi non l’ha letto, come proporlo a chi ancora non si è avvicinato ad uno dei testi tolkieniani più affascinanti?
Ecco la presentazione di Nicola Nannerini.

A Osasco 10 anni di Sentieri Tolkieniani

Castello di OsascoSi terrà i prossimi 1 e 2 giugno Sentieri Tolkieniani, la manifestazione tolkieniana che ogni anno si tiene nella suggestiva cornice del castello di Osasco (Via Castello d’Osasco 10, 10060 Osasco, in provincia di Torino). Nata nel 2008 insieme all’Associazione omonima, che ormai da molti anni si occupa di divulgazione tolkieniana, quest’anno la manifestazione giunge alla sua decima edizione: proprio per festeggiare la ricorrenza gli organizzatori hanno invitato ospiti internazionali quali gli Elvenking, band power metal che chiuderà con il proprio concerto la festa.
Sentieri TolkienianiIl weekend vedrà un programma ricco di incontri per tutti i gusti: sarà possibile visitare alcuni accampamenti storici e assistere – e partecipare – a esibizioni di scherma medievale, tiro con l’arco storico, cavalleria, falconeria e antichi mestieri. Non mancherà inoltre il Percorso Tematico nella Terra di Mezzo, in cui esperti tolkieniani guideranno compagnie di avventurieri attraverso i luoghi di Arda. I visitatori potranno anche rilassarsi passeggiando per il mercatino a tema, mentre i più piccoli potranno giocare nell’area loro dedicata (Casa Baggins). Per il terzo anno consecutivo, inoltre, sarà presente un’Area Games.
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani non mancherà: ci troverete, per il terzo anno consecutivo, con il nostro stand di pubblicazioni tolkieniane, mentre alcuni dei nostri soci proporranno degli interventi, tra cui la presentazione del volume Tolkien e i Classici II.

Due classi alla scoperta dei draghi

Tana del Drago a DozzaL’Associazione Italiana Studi Tolkieniani è da anni impegnata in progetti destinati a portare Tolkien nelle scuole, come i due attualmente in corso a Ferrara, nell’Istituto di Istruzione Superiore “Guido monaco di Pomposa” di Codigoro e al Liceo Statale “Enrico Fermi” di Cecina, ma la settimana scorsa è stata la sede dell’associazione ad accogliere i giovanissimi alunni di due classi, una delle tappe del percorso all’interno del borgo medievale di Dozza (in provincia di Bologna) alla scoperta della creatura leggendaria più amata ed ammirata di tutte: il drago.
Un drago non è una fantasia oziosa. Quali che possano essere le sue origini, nella realtà o nell’invenzione, nella leggenda il drago è una potente creazione dell’immaginazione, più ricca di significato che il suo tumulo d’oro.
(Beowulf: mostri e critici, J.R.R. Tolkien)

Il mondo di Tumblr e le fanzine tolkieniane

Twilight and Shadow - fanzineNel mare magnum del fandom tolkieniano (vi abbiamo parlato qui e qui del fenomeno e della sua portata creativa) quello che si raccoglie intorno al social network Tumblr è una realtà nuova e interessante. Si tratta di una piattaforma di microblogging il cui punto di forza sta nel sistema di tag navigabili, che permette di instaurare rapporti sulla base di interessi comuni. Lì si è creata una nicchia di artisti tolkieniani – sia scrittori che illustratori – il cui approccio vario e diversificato merita attenzione.
Sono presenti autori di fanfiction (queste ultime a volte estremamente attente al canone tolkieniano, spesso con un focus su personaggi minori od oscuri) ma anche autori di meta, l’equivalente di Tumblr dei saggi brevi, caratterizzati da linguaggio spesso non accademico, e anzi molto alla mano, ma che affrontano diversi argomenti con precisione e attinenza ai testi. E poi vi sono gli illustratori: si va dai più deferenti al canone a quelli interessati alle tematiche queer, passando per interessanti commistioni quali per esempio raffigurazioni dei Valar come esseri molto più alieni e altri rispetto a quello che l’arte ufficiale ci permette di figurarci, oppure Tumblr logointerpretazioni della Terra di Mezzo come un calderone multiculturale di popoli.
Su Tumblr insomma si aderisce in pieno allo spirito della famosa lettera a Milton Waldman del 1951, in cui Tolkien auspicava: “Alcuni dei racconti più vasti li avrei raccontati interamente, e ne avrei lasciati altri solo abbozzati e sistemati nello schema d’insieme. I cicli sarebbero stati legati in un grande insieme, e tuttavia sarebbe rimasto lo spazio per altre menti e altre mani che inserissero pittura e musica e dramma.”

Tolkien Society Awards 2019: ecco i vincitori

Tolkien SeminarLa Tolkien Society ha finalmente annunciato i vincitori dei suoi Awards 2019! Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, ecco una breve spiegazione: ogni anno la Society seleziona le eccellenze nel campo degli studi tolkieniani, ma anche del semplice fandom. Le nominations vengono raccolte dal pubblico che segue le iniziative dell’associazione, per poi venire scremate ed infine sottoposte ad un voto online.
I vincitori di quest’anno sono stati annunciati durante la cena annuale della Tolkien Society, tenutasi a Londra il 6 aprile.

Ferrara, Tolkien entra al liceo a Codigoro

Elisabetta MarchiOggi Tolkien varca la soglia di un’altra scuola, entrando a far parte del programma di un liceo ferrarese dopo il successo crescente delle iniziative scolastiche tolkieniane degli ultimi anni, che ha visto l’AIST in prima linea grazie all’impegno costante di Elisabetta Marchi. Pedagogista, scrittrice e saggista, Elisabetta vive e lavora a Ferrara dove si occupa di formazione e progettazione nel sociale. Responsabile delle attività didattiche per l’AIST, cura la promozione della lettura di Tolkien nelle scuole e oggi ci presenta il suo ultimo progetto, che muove i primi passi in questo stesso giorno.
Non ci resta che lasciarle la parola, augurandole ogni fortuna in questa nuova avventura!

Tolkien entra nella collana francese La Pléiade

Tolkien Pleiade - Le FigaroNon accenna ad arrestarsi il successo di J.R.R. Tolkien in Francia. Negli ultimi anni i tolkieniani d’oltralpe hanno avuto la fortuna di assistere a un fiorire di pubblicazioni e iniziative pregevoli, dedicate al creatore della Terra di Mezzo. I francesi si sono sempre dimostrati un pubblico attento e appassionato all’opera del Professore, con convegni, studi critici e nuove edizioni.
L’ultima, pregevole iniziativa francese è stata annunciata dal giornale francese Le Figaro il 29 novembre: Tolkien entrerà a far parte della Bibliothèque de la Pléiade, la più prestigiosa collana letteraria francese, curata dal rinomato editore Gallimard. La Pléiade è il corrispettivo ideale dei nostri Meridiani Mondadori, ed essere accolti nel Gallimardsuo catalogo equivale a un riconoscimento di alto valore letterario, di cui non si può che gioire. La storia editoriale della Pléiade racconta del suo crescente successo: ideata nel 1931, essa diventa tra il 1950 e il 1960 la collana di riferimento per le pubblicazioni letterarie. Negli anni i francesi hanno imparato a riconoscere le sue pubblicazioni come testi di indubbio valore, soprattutto grazie alla minuziosa curatela estetica e testuale dei suoi volumi. I libri della Pléiade sono pensati non solo per soddisfare il piacere della lettura, ma anche per rispondere alle esigenze dello studioso.
La futura inclusione del Professore nel catalogo della Pléiade non può che essere un’ottima notizia, perché dimostra che il canone occidentale sta iniziando ad accettare ufficialmente la figura di Tolkien come quella di uno scrittore di grande levatura, meritevole di importanti riconoscimenti accademici e approfondimenti critici.

La parentela di Bilbo e Frodo, facciamo chiarezza

Compleanno Bilbo Baggins BaskhiRiceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo sulla vera parentela che intercorre tra Bilbo Baggins e suo nipote Frodo Baggins, da lui anche adottato. L’articolo di Alessandro Mazza è stato il tema di discussione sul gruppo FB dell’Associazione e ha portato a fare chiarezza non solo circa la corretta traduzione da fare per la parentela tra i due Hobbit, ma anche a far capire a moltissimi lettori come questo argomento sia trattato diversamente in italiano e in inglese. Il fatto è che gli inglesi sono veramente come gli Hobbit: sono loro, infatti, ad avere un interesse quasi patologico per la genealogia, e quindi hanno sviluppato una terminologia che permette di descrivere molto precisamente rapporti di parentela o affinità con persone a cui in Italia non manderemmo nemmeno una partecipazione di matrimonio! Questo articolo, tutto sommato, può quindi essere considerato un piccolo puntiglio dell’autore. Ma concordiamo con lui che, visto che a molti Hobbit queste cose piacciano, ci sembra giusto essere il più precisi possibile. Buona lettura!

Bompiani: le novità di Tolkien da ottobre

Libri TolkienAbbiamo già avuto modo di parlarvi la settimana scorsa delle novità editoriali che questo autunno ha in serbo per tutti gli appassionati dell’universo tolkieniano. Tra i vari saggi critici e opere originali che andranno a occupare gli scaffali di tutte le librerie italiane spiccano senza ombra di dubbio i titoli proposti da Bompiani, la casa editrice che dal 2000 detiene i diritti di pubblicazione sugli scritti del Professore di Oxford e che nel 2016 è stata rilevata de Giunti Editore.
Approfondiamo insieme i quattro volumi previsti per questo autunno, nell’attesa di poterli avere tra le mani.

Ad Aubusson due nuovi arazzi tolkieniani

Glaurung - makingAubusson tisse Tolkien è il nome del progetto che vede coinvolti la Cité internationale de la tapisserie di Aubusson e la Tolkien Estate, con lo scopo di realizzare, entro il 2021, un ciclo di tredici arazzi e un tappeto che raffigureranno alcune delle illustrazioni dello stesso J.R.R. Tolkien. Progetto annunciato agli inizi del 2017, ma la cui idea fondante risale al 2012, per la fine dell’anno è cominciata la tessitura dopo la realizzazione di tutti i disegni preparatori. Un primo grande passo è stato compiuto nella prima parte del 2018, con la realizzazione del primo arazzo, Bilbo comes to the Huts of the Raft-Elves, esposto da aprile. Gran parte di quest’anno è ormai trascorsa e altri due arazzi hanno visto la luce; vediamo assieme quali!

Pubblicato il libro Tolkien e i Classici II

Il SilmarillionChe Tolkien sia un classico della letteratura non soltanto del Novecento, ma tout court è un fatto ormai assodato. Nel corso dei decenni le sue opere, seppur invise o addirittura sconosciute alla critica accademica ufficiale, hanno costituito terreno fertile per una schiera innumerevole di scrittori e pensatori che non si riconoscevano più nel paludato canone tradizionale. Soltanto negli ultimi decenni si è assistito ad un ampliarsi consapevole e variegato del movimento di critica tolkieniana, grazie all’apporto di professori e appassionati di tutto il mondo.
In Italia, la comunità di studiosi riunita attorno all’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha contribuito con il suo Tolkien e i Classici (Effatà, 2016) a restituire all’autore de Il Signore degli Anelli il seggio che gli spetta di diritto tra i Grandi della letteratura di Tolkien e i Classici IItutti i tempi. I saggi proposti, spaziando tra confronti con la classicità, la modernità e la contemporaneità, hanno dimostrato quanto gli scritti del Professore di Oxford siano in grado di entrare in dialogo con le più importanti opere letterarie e filosofiche della storia umana.
Se il 2016 si è imposto come un anno cardine per gli studi tolkieniani in Italia e per l’AIST, il 2018 non è stato da meno. Fiore all’occhiello delle attività Associazione Italiana Studi Tolkieniani dell’anno corrente è senza ombra di dubbio la pubblicazione questo autunno di Tolkien e i Classici II (Eterea, 2018, 17 euro), una miscellanea di saggi che, ideata nel solco scavato dal primo volume, si è avvalsa di studiosi di lungo corso e nuove leve della critica tolkieniana.