Lotro, nasce il classico ma viola il copyright

Lotro: Echoes of AngmarEcco una storia praticamente sconosciuta in Italia. Di recente è stato annunciato un progetto non ufficiale basato su una prima edizione de Il Signore degli Anelli Online, il “massively multiplayer online role-playing game” (MMORPG) per Microsoft Windows, ambientato nella Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien, lanciato ben 15 anni fa che ancora oggi ha oltre 2 milioni di giocatori totali. Basato su un server privato attualmente in fase di sviluppo e chiamato Echoes of Angmar, questa versione del popolare MMORPG vuole fornire l’edizione “classica” della fine di ottobre 2007 (è in pratica la prima versione definitiva del gioco poiché era stato rilasciato otto mesi prima).
Il team che sta gestendo questo progetto, che ha da poco completato l’alpha test, desidera rendere disponibile una versione gratuita di LOTRO basata su codice originale dell’epoca. Echoes of Angmar includerà tutti i contenuti fino al Libro 11: Defenders of Eriador incluso. Quindi non ci saranno oggetti cosmetici, nessun tracker di missioni e nessun livellamento semplificato. Il level cap sarà a 50. Il sistema PvMP (Player versus Monster Player) non sarà disponibile al rilascio iniziale, ma sarà implementato in seguito. Lotro: Echoes of AngmarEchoes of Angmar sarà quindi un’esperienza molto diversa rispetto a LOTRO come lo è oggi sugli attuali server live. Ora, però, il community manager di Lord of the Rings Online ha condiviso una lettera ufficiale di diffida indirizzata agli operatori del progetto e scritto dalla Middle-earth Enterprises, che possiede i diritti di commercializzazione sulle opere di Tolkien. La lettera chiede che cessi lo sviluppo di Echoes of Angmar e tutto il materiale relativo al lavoro di Tolkien venga rimosso, poiché il progetto non ha una licenza ufficiale.

La diffida della Middle-earth Enterprises

Middle-earth EnterprisesLa diffida della Middle-earth Enterprises, che detiene i diritti esclusivi mondiali su film, merchandising, teatro e su ciò che riguarda lo sfruttamento commerciale de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli, è pubblica: «In qualità di titolari di diritti di proprietà intellettuale, siamo responsabili della protezione di tali diritti sia moralmente che legalmente. Sfortunatamente, Echoes of Angmar utilizza contenuti specifici dei libri dello scrittore inglese e del nostro licenziatario per Il Signore degli Anelli Online senza il beneficio di una licenza. Onestamente, ci spezza il cuore inviare lettere come questa. Non è raro che i fan creino oggetti che riflettono il loro affetto per le opere di Tolkien. Lotro: Echoes of AngmarÈ quindi con il cuore pesante che ti chiediamo di cessare immediatamente ogni uso non autorizzato di Echoes of Angmar e qualsiasi altra proprietà intellettuale relativa a Tolkien su tutte le piattaforme, inclusi Discord, Youtube e il sito web». Dal momento che il team di Echoes of Angmar non ha canali social pubblici o una comunità ufficiale, non è stata ancora data alcuna risposta e il sito web del progetto è ancora attivo in questo momento. L’apertura del primo round di test è prevista per il 19 agosto prossimo, ma potrebbe invece una chiusura.

Il progetto del server privato

Cop LotroEchoes of Angmar è una fedele riproduzione del gioco come era nel 2007. Utilizza il client originale, il che significa che la grafica, i paesaggi, le istanze ecc. sono tutti esattamente come erano una volta. Cerca di mantenere tutto il più vicino possibile all’originale. Non si apporteranno modifiche oltre alle correzioni di bug, a meno che non ci sia un motivo tecnico per farlo. Per avviare il progetto, il team è stato limitato da quali patch client erano pubblicamente disponibili su internet. Il Libro 11 è l’ultima patch disponibile che ha tutti i contenuti importanti (Annúminas e The Rift of Nûrz Ghâshu in particolare) ma che precede ancora molte delle successive espansioni e modifiche del paesaggio (come il rinnovamento di Angmar, la mappa Vecchia Foresta, ecc.). Tutti i contenuti verranno rilasciati progressivamente. Lotro: Echoes of AngmarIl server verrà rilasciato con contenuti PvE più o meno equivalenti al Libro 8 originale (alias contenuto di lancio Shadow of Angmar). Alcune zone che non erano disponibili al rilascio di SoA potrebbero essere chiuse (Evendim, High Pass, Tâl Bruinen, …) e aperte in seguito con le rispettive patch del libro. Altri contenuti aggiuntivi verranno rilasciati nel tempo, più o meno come accadeva in passato:

  • Libro 9: Evendim, Barad Gúlaran, Helegrod
  • Libro 10: Annúminas e le sue segrete, Sarnúr, Haudh Iarchith
  • Libro 11: Tâl Bruinen, High Pass, Goblin-town, The Rift of Nûrz Ghâshu

Il sistema abitativo, il gioco dei mostri (PvMP) e il gioco delle sessioni saranno infine rilasciati «quando pronti!». Ci sarà una beta separata per PvMP prima del suo rilascio completo.

Considerazioni

Lotro: Echoes of AngmarCi sono numerosi punti di discussione derivanti da questo progetto. Bisogna specificare innanzitutto che quando si tratta di server privati, ci sono alcuni progetti in cui i proprietari di IP (un marchio registrato come proprietà intellettuale), di solito di MMO defunti, possono accettare informalmente lo sviluppo di server privati. È capitato a Disney, Harry Potter and Blizzard che hanno dovuto accettare l’esistenza di server privati con giochi defunti come Ultima online (chiuso nel 2001), Ragnarok online (nel 2007 ha dismesso tutti i server tranne quello in inglese) e soprattutto Star Wars: Galaxies (chiuso il 15 dicembre 2011) o ancora attivi come EverQuest (che si è diviso in due versioni, ancora attive) o il più noto World of Warcraft. È un fenomeno nuovo e in espansione: nuovi contenuti gratuiti prodotti da privati per un gioco che ufficialmente è chiuso, ma continua a vivere tramite emulazione e gli sforzi degli appassionati. Tuttavia, la Middle-earth Enterprises è nota per proteggere ferocemente i suoi diritti di proprietà, che valgono somme considerevoli, dato che si riferiscono a una delle più grandi proprietà intellettuali del fantasy. Rimane infatti il fatto che i server di gioco privati, seppur frequentatissimi, siano illegali.
Lotro: Beacon Issue 22Forse è poi ancor più ovvio in questo caso che non si tratta di un MMO chiuso dai produttori. Da parte sua, però, Standing Stone Games ha affermato chiaramente in diverse occasioni di non avere alcun desiderio di rilasciare una versione “classica” di Lotro. Inoltre, per motivi tecnici, si tratterebbe di un progetto complesso che comporterebbe un esaurimento delle risorse per lo sviluppo. Alcuni giocatori di Lotro di lunga data hanno dedotto che SSG potrebbe non avere nemmeno accesso al codice appropriato o che abbiano le competenze interne necessarie per svolgere tale compito (essendo la casa produttrice subentrata nella gestione solo alla fine del 2016). Eppure, nonostante tutte queste deduzioni, un gruppo privato è andato avanti silenziosamente e ha creato un cosiddetto server “classico” e, a giudicare dal video rilasciato, il progetto sembra procedere molto bene.
Cavalieri a cavallo su LotroIl problema maggiore è il fatto che Lotro è ancora un MMO attivo. È attivamente sviluppato e fa soldi per i suoi proprietari. Una cosa è creare un server privato per un gioco che è stato ufficialmente chiuso come Star Wars: Galaxies, ma è una questione completamente diversa creare una versione non ufficiale di un prodotto esistente. Il team dietro Echoes of Angmar è stati abbastanza aperto su quello che stanno facendo, avendo pubblicato il suddetto video, un sito web molto chiaro e addirittura le faq. Il team ha chiaramente dedicato molto tempo e sforzi allo sviluppo di questo progetto e sa che si tratta di una violazione del copyright. Eppure non sembrano essere preoccupati per questa dichiarazione della Middle-earth Enterprises, il che implica che non temono azioni legali. Il server quindi potrebbe semplicemente avere sede al di fuori dell’Europa e del Nord America. Al momento ci sono server privati ​​per altri giochi come World o Warcraft e Star Wars: Galaxies che sono sfuggiti alla chiusura proprio in questo modo. Quindi, il team deve aver esaminato attentamente l’area “grigia” della legislazione occidentale e aver previsto un piano di emergenza attentamente calcolato.
Festa di matrimonio LotroNe può essere indirettamente una prova il tono stranamente conciliante della lettera della Middle-earth Enterprises, che normalmente aveva usato sempre toni perentori. Di solito, non usa mezzi termini. La lettera quindi è una sorta di resa incondizionata sapendo che è facile aggirarlo come si fa per gli altri MMO? È una tattica difensiva per proteggere il copyright o è un avviso educato prima di un’azione legale più perentoria? Il fatto che una terza parte indipendente abbia fatto qualcosa che gli sviluppatori ufficiali suggerivano non potesse essere fatto, ha causato qualche imbarazzo? Oppure è possibile che la Middle-earth Enterprises vede Echoes of Angmar non tanto come una minaccia, ma come una potenziale opportunità di business? Una cosa è certa: è la prima volta che una diffida giunge in modo così conciliante. E dal 19 agosto, si vedrà se il progetto andrà avanti.

 

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The Fall of Númenor, ecco i primi dettagli

Fall of NumenorCome già scritto, HarperCollins Publishers, pubblicherà il prossimo autunno The Fall of Númenor una raccolta di testi sulla caduta di Númenor e sulla Seconda Era della Terra di Mezzo ricostruita, introdotta e commentata da Brian Sibley e illustrata da Alan Lee.
Fall of Numenor 02Il libro non è un inedito e si concentra su tutta la Seconda Era: non la sola caduta dell’isola di Númenor, ma è proprio un racconto su tutto quello che avviene tra la caduta di Morgoth che chiude la Prima Era e l’ultima alleanza con la sconfitta di Sauron che chiede la Seconda. È un progetto che la casa editrice ha sviluppato con la Tolkien Estate e con Amazon. Infatti, il volume sembra fatto apposta per essere un collegamento con la serie tv di Prime Video e fornire una base testuale agli eventi televisivi soprattutto a quegli spettatori che non hanno letto tutti i libri di Tolkien. Il volume uscirà a novembre e comprenderà 11 tavole nuove di Alan Lee. Ma esattamente, quale saranno i contenuti?

Dettagli su contenuti

Brian SibleyIl comunicato stampa della casa editrice specificava che «usando “Il racconto degli Anni” nelle Appendici de Il Signore degli Anelli come punto di partenza, Brian Sibley ha raccolto dai vari testi pubblicati in un modo che racconta per la prima volta in un unico volume la storia della Seconda Era della Terra di Mezzo» presentando il contenuto in un ordine e uno stile che funzioni bene per i lettori. Ora finalmente lo stesso redattore ha dato qualche dettaglio in più: in risposta a una domanda su Twitter, Sibley ha chiarito quali saranno i contenuti di The Fall of Númenor.
Twitter Brian SibleySibley afferma che il libro si baserà su Akallabêth e Of the Rings of Power (da Il Silmarillion) più materiale da The Peoples of Middle-earth (HOME Vol XII), Sauron Defeated (HOME Vol IX), The Lost Road and other Writings (HOME V), The Nature of Middle-earth, le Lettere di J.R.R. Tolkien e Il Signore degli Anelli. Sibley non menziona alcun materiale nuovo, inedito. Include anche dieci nuovi dipinti a colori di Alan Lee. Il libro uscirà a 10 novembre 2022. Il volume sarà di 352 pagine e avrà due edizioni: cartonata e deluxe, con il prezzo rispettivi di 40 e 80 euro circa. Le 11 illustrazioni inedite di Alan Lee (10 e la copertina) saranno quelle a colori – tra cui Galadriel che guida gli Elfi attraverso Khazad-dum o la costruzione di Barad-dûr -, e saranno presenti anche dozzine di schizzi a matita.

 

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– Leggi l’articolo La natura in Tolkien? Un nuovo libro se ne occupa
– Leggi l’articolo Svelata la copertina del libro inedito di Tolkien
– Leggi l’articolo Nel 2021 uscirà un altro inedito di JRR Tolkien

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Dozza, apre la ludoteca alla Tana del Drago

Battaglia 5 EsercitiSe siete appassionati di Tolkien e la vostra vera casa è la Terra di Mezzo allora forse non avete solo letto i libri del Professore. Da sempre infatti il mondo del gioco ha avuto per le creazioni tolkieniane un occhio di riguardo. Ecco perché l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani non si è fatta sfuggire l’occasione di essere presente per la terza volta al Play di Modena con uno stand dedicato al gioco nella Terra di Mezzo in tutte le sue forme ed espressioni. Questa bellissima esperienza (l’articolo lo trovate qui) ha unito tutti i giocatori legati al mondo di Tolkien che finalmente hanno potuto condividere la loro passione dopo la triste pausa dovuta all’emergenza sanitaria. Nuovi e vecchi amici insieme hanno dato vita a tre giorni di puro divertimento creando interessanti collaborazioni come con il gruppo Atlas Project, le case editrici di giochi Ares Games e Need Games, l’associazione Il Bivacco Vicenza, la ludoteca La Contea Rolo (MO), l’associazione Fan…Ghaaa Team Modena, la ludoteca Ludus Boardgame Club Ferrara, la community La Tana dei Goblin di Roma, la community La Guerra dell’Anello – Boardgame Italia.

L’iniziativa del 17 luglio

Regni di Atlantica: giochi alla Tana del DragoDa questa grande intesa è nata l’esigenza di trovare un nuovo spazio in cui riunirsi per riprovare tutte le emozioni che i giochi da tavolo e i giochi di ruolo dedicati alla Terra di Mezzo sanno trasmettere. Subito il pensiero è volato sulle ali delle Aquile verso le colline di Dozza dove tra terreni meravigliosamente curati non sarebbe poi così sorprendente veder passeggiare un Hobbit. Quale posto migliore per condividere insieme un’avventura? In attesa della prossima edizione di Fantastika 2022, la manifestazione tutta dedicata all’arte del fantastico che si terrà il prossimo 17 e 18 settembre, si potrà così avere un piccolo assaggio per gli appassionati del Signore degli Anelli, lo Hobbit e il Silmarillion.
Tana del Drago: smial OverhillAlla Tana del Drago, domenica 17 luglio dalle 14:30 alle 18:30 ci sarà un’apertura speciale legata ai giochi di ruolo e da tavolo. Il tesoro della Tana sarà a disposizione di tutti i fan di Tolkien dando vita ad un ricco programma di iniziative Qui potrai provare la Guerra dell’Anello, il pluripremiato gioco da tavolo con miniature in cui, nei panni dei Popoli Liberi o degli Eserciti dell’Ombra, potrai dare battaglia per il destino della Terra di Mezzo. Qui potrai scegliere di diventare il membro di una Compagnia di Eroi che si oppone alle forze dell’Oscurità in una sessione demo dell’Unico Anello, il gioco di ruolo che nella recentissima seconda edizione ha stracciato ogni record su Kickstarter. Grazie ai soci volontari AIST potrai provare uno dei tanti giochi della ludoteca della Tana del Drago, il Signore degli Anelli e lo Hobbit di Reiner Knizia, la Caccia all’Anello, Hobbit Tales e tanti altri.
La ludoteca La Tana del Drago, che è anche sede e Centro Studi dell’AIST a Dozza (Bologna) ti aspetta domenica 17 luglio dalle 14.30. Se vuoi prenotare la tua partecipazione usa questo link eventbrite così avrai la certezza di trovare posto e giocare insieme a noi. Per informazioni 347 8168129 (chiamaci o mandaci un messaggio WhatsApp) oppure scrivi a tanadeldrago@jrrtolkien.it

 

Luca Landini

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– Leggi l’articolo Tolkien anche sui tavoli del Play di Modena

LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Play di Modena
– Vai alla pagina facebook Centro Studi – la Tana del Drago
– Vai al sito di Need Games
– Vai al sito dell’Anello
– Vai al sito dell’associazione Bivacco

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A novembre il nuovo The Fall of Númenor

A sorpresa (ma neanche tanto) giunge la notizia di un nuovo libro di J.R.R. Tolkien. La casa editrice che detiene i diritti dell’autore, HarperCollins Publishers, pubblicherà il prossimo autunno una raccolta di testi sulla caduta di Númenor e sulla Seconda Era della Terra di Mezzo ricostruita, introdotta e commentata da Brian Sibley e illustrata da Alan Lee. Il libro non è un inedito e si concentra su tutta la Seconda Era: non la sola caduta dell’isola di Númenor, ma è proprio un racconto su tutto quello che avviene tra la caduta di Morgoth che chiude la Prima Era e l’ultima alleanza con la sconfitta di Sauron che chiede la Seconda. È un progetto che la casa editrice ha sviluppato con la Tolkien Estate e con Amazon. Infatti, il volume sembra fatto apposta per essere un collegamento con la serie tv e fornire una base testuale agli eventi televisivi. Il volume uscirà a novembre e comprenderà 11 tavole nuove di Alan Lee. Ah, il titolo? The Fall of Númenor. Ed è proprio qui che sorge il problema.

L’annuncio dell’editore

Leggendo il comunicato stampa che la casa editrice inglese ha rilasciato, si può evincere che il volume sarà pubblicato il 10 novembre 2022 in Gran Bretagna e in tutto il mondo in altre lingue dai numerosi editori dei diritti di Tolkien. Il volume sarà di 352 pagine e avrà due edizioni: cartonata e deluxe, con il prezzo rispettivi di 40 e 80 euro circa. Ci sarà anche una versione digitale per Kindle a 20 euro circa. Le 11 illustrazioni inedite di Alan Lee (10 e la copertina) saranno quelle a colori – tra cui Galadriel che guida gli Elfi attraverso Khazad-dum o la costruzione di Barad-dûr -, e saranno presenti anche dozzine di schizzi a matita.
Come è noto, Tolkien descrisse la Seconda Era della Terra di Mezzo come «un’età oscura, e non molto della sua storia è (o deve essere) raccontata». Per molti anni i lettori dovettero accontentarsi dei frammenti affascinanti che si trovavano nelle pagine de Il Signore degli Anelli e delle sue Appendici. Fu solo quando Christopher Tolkien pubblicò Il Silmarillion nel 1977 che si poté leggere una storia più completa della Seconda Era. Sebbene gran parte del contenuto del volume riguardasse soprattutto la Prima Era della Terra di Mezzo, c’erano alla sua chiusura due capitoli chiave che rivelavano gli eventi tumultuosi riguardanti l’ascesa e la caduta del regno di Númenor, la Forgiatura degli Anelli del Potere, la costruzione del Barad-dûr e l’ascesa di Sauron, e l’Ultima Alleanza di Elfi e Uomini. Christopher Tolkien fornì una visione ancora più ampia sulla Seconda Era ne I Racconti Incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo nel 1980, e poi ampliò in maniera enorme con la pubblicazione della History of Middle-earth in 12 volumi, in cui il figlio dello scrittore ha presentato, analizzato e discusso con ricchezza di dettagli tutti i racconti scritti da suo padre, molti in forma di bozza. In quest’ultima opera, i racconti inediti dedicati alla Seconda Era erano in effetti pochi.
Ora il comunicato stampa specifica che «usando “Il racconto degli Anni” nelle Appendici de Il Signore degli Anelli come punto di partenza, Brian Sibley ha raccolto dai vari testi pubblicati in un modo che racconta per la prima volta in un unico volume la storia della Seconda Era della Terra di Mezzo» presentando il contenuto in un ordine e uno stile che funzioni bene per i lettori. «Da quando Il Silmarillion è stato pubblicato per la prima volta quarantacinque anni fa, ho seguito con ammirazione la meticolosa cura accademica di Christopher Tolkien degli scritti di suo padre sulla Terra di Mezzo. È mio onore aggiungere The Fall of Númenor a questo lavoro fondamentale», ha affermato Brian Sibley nel comunicato stampa. «Spero che, riunendo molti fili dei racconti della Seconda Era in un’unica opera, i lettori possano scoprire – o riscoprire – il ricco arazzo di personaggi ed eventi che preludono al dramma della Guerra dell’Anello come raccontato ne Il Signore degli Anelli». È stato anche un grande piacere per Alan Lee esplorare la Seconda Era in modo più dettagliato: «Ovunque ne ho avuto l’opportunità mentre lavoravo a Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, ho tentato di esplorare quella profondità storica nelle immagini e nei disegni, all’interno dei quali ci sono echi di quegli eventi più antichi. The Fall of Númenor si è rivelato l’occasione perfetta per approfondire un po’ a fondo la ricca storia della Terra di Mezzo».

Reazioni opposte

Brian SibleyPer come è stato annunciato, il nuovo volume è una raccolta di tutti gli scritti sulla Seconda Era, sulla scia di libri come Beren e Lúthien e The Fall of Gondolin. Anche se la notizia ha trovato poco entusiasmo in chi è studioso di Tolkien e ovviamente ha già letto e studiato quelle storie, il volume sarà utile a un gran numero di persone che non sanno l’inglese o trovano Il Silmarillion difficile da seguire. Libri come questi, per certi aspetti, sono molto utili perché radunano in un unico volume tutte le diverse varianti delle storie sparse in numerosi testi. Molti lettori hanno bisogno di volumi che organizzano il materiale lungo un percorso cronologico. Così facendo, ironicamente, si avvicineranno agli Hobbit che «amavano riempire libri di cose che sapevano già, esposte per filo e per segno senza incongruenze» (Prologo del Signore degli Anelli). In tutto questo c’è, però, un bel paradosso nel comportamento della Tolkien Estate, nuova gestione. Prima ha negato agli autori della serie tv di ispirarsi direttamente alle fonti – possono trarre informazioni solo dalle Appendici, Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit (e qualcosa in più!), limitando di fatto moltissimo la fedeltà e coerenza alle opere di Tolkien. Poi rincorre la serie tv pubblicando tutto il materiale utile in un unico volume da cui gli autori avrebbero dovuto prendere per ispirarsi alle opere di Tolkien…
Libri: History of Middle-earthE, infine, la scorrettezza più grande: invece di intitolare il libro La Seconda Era, Storia della Seconda Era o, addirittura Gli Anelli del Potere, visto che vuole essere legato alla serie tv di Amazon, il nuovo volume ha il titolo di The Fall of Númenor, riducendo tutta l’era tolkieniana a un solo evento (tralasciando la forgiatura degli Anelli e l’Ultima Alleanza), ma soprattutto, dimenticando che un testo di Tolkien intitolato The Fall of Númenor già esiste e si trova nella stessa History of Middle-earth. Questo genererà una ulteriore confusione tra i lettori, proprio quelli a cui tutta questa operazione editoriale è dichiaratamente indirizzata.

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– Leggi l’articolo La natura in Tolkien? Un nuovo libro se ne occupa
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La History in libreria: il 22 l’incontro al Salone

History of Middle-earth in edizione ingleseFinalmente è arrivato sugli scaffali delle librerie “Il Libro dei Racconti Perduti” ovvero il primo volume de “La storia della Terra di Mezzo” di J.R.R. Tolkien. Il team di consulenti editoriali dell’AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha revisionato i primi due volumi, mentre il terzo è stato tradotto da Luca Manini. Il progetto verrà presentato domenica 22 maggio al Salone del Libro di Torino, alle ore 18:30 (Sala Granata, Pad. 3) da Roberto Arduini e Edoardo Rialti, con la moderazione di Loredana Lipperini, scrittrice, voce di Fahrenheit Radio 3 e tolkieniana doc. La History of Middle-Earth è una collana di 12 volumi (pubblicati a cura di Christopher Tolkien dal 1983 al 1996), che narra quelle storie che in seguito sono diventate Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli.
History - Storia della Terra di MezzpUn tredicesimo volume è stato pubblicato nel 2002, The History of Middle-earth Index, che ha integrato completamente tutti gli indici del set in un unico grande indice. In seguito i volumi 6, 7, 8 e parte del 9 sono stati pubblicati anche come The History of the Lord of the Rings. L’ultimo volume è stato re-intitolato The End of the Third Age in quanto, rispetto al corrispettivo della HoME, non contiene le sezioni The Notion Club Papers e The Drowning of Anadûnê, ma solo le sezioni relative alla Terza Era.
In occasione della pubblicazione italiana ospitiamo l’intervento di Giampaolo Canzonieri, tesoriere AIST, responsabile dei rapporti con Bompiani per l’Associazione e membro del team di consulenti. Il testo fa luce sul lavoro dell’AIST svolto in tutti questi mesi sui primi due volumi della History of Middle-Earth.

Il Libro dei Racconti Perduti, Prima parte:
vecchi compagni crescono

Stand BompianiE così, dopo gli annunci, è iniziato con il primo volume il nuovo, attesissimo viaggio della pubblicazione integrale in italiano dei dodici volumi della History of Middle-earth. I tolkieniani diversamente giovani come chi scrive ricorderanno bene che il viaggio era già iniziato nel 1986 con la pubblicazione del primo volume, proseguito nel 1987 con il secondo, per poi fermarsi fra le nebbie.
Certo, i primi due volumi avevano continuato ad essere ristampati, ma degli altri dieci si erano perse le tracce senza che ne giungesse più notizia, se si esclude la mai confermata leggenda, perché di leggenda probabilmente si è sempre trattato, del “veto” di Christopher Tolkien maturato dopo la proposta di una traduzione italiana del terzo volume giudicata non all’altezza. Da allora il mondo è cambiato, Tolkien ha definitivamente occupato un posto centrale nel mondo della letteratura fantastica e, negli ultimi anni, grazie all’opera di numerosissimi studiosi, ha iniziato finalmente ad essere riconosciuto per quel che era sempre stato, un Classico della letteratura del Novecento.
Storia della Terra di Mezzo Prima ParteErano dunque mature le condizioni perché il viaggio riprendesse, e questo è ciò che è accaduto con l’uscita in libreria del primo volume di quella che ora possiamo finalmente chiamare “La Storia della Terra di Mezzo”. Come la mettiamo, tuttavia, con il fatto che i primi due volumi erano già stati pubblicati? Quale relazione c’è tra quel che uscì allora e quel che esce adesso? In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo punto che, nelle settimane precedenti l’uscita del primo volume, è stato oggetto di numerose discussioni tra persone informate, meno informate e, come spesso purtroppo accade, sedicenti informate.
La prima cosa che salta agli occhi, naturalmente, è il ripristino del titolo originale. Finalmente The Book of Lost Tales Part One è diventato Il Libro dei Racconti Perduti, Prima Parte, e se siamo tutti d’accordo che un libro non si giudica dalla copertina lasciatemi dire che vedere finalmente su di essa il “vero” titolo voluto da Christopher Tolkien è già un’emozione per chi, da trentasei anni o meno, cerca di spiegarsi il bizzarro “Racconti Ritrovati” attribuito dall’allora editore Rusconi. Va da sé che se si trattasse solo di questo sarebbe ovviamente un po’ poco, ma per fortuna c’è dell’altro, e molto altro.
Per prima cosa occorre dire che l’Editore, avendo deciso di avviare una pubblicazione integrale dei dodici volumi della “Storia”, ha preso per prima cosa due decisioni importanti: affidare la cura redazionale dell’intera serie a un gruppo di esperti e verificare che i primi due volumi, i “vecchi compagni” del titolo, fossero all’altezza di un’operazione “filologica” destinata a un mondo e a un pubblico che, occorre dirlo, da una pubblicazione tolkieniana si aspettano oggi assai più che trentasei anni fa.
Riguardo al primo punto possiamo dire con un certo orgoglio che Bompiani ha deciso di proseguire l’ormai duratura e fruttuosa collaborazione con l’AIST, affidando la cura redazionale a un team composto da membri dell’Associazione, nelle persone di Roberto Arduini, Giampaolo Canzonieri, Barbara Sanguineti, Norbert Spina e Claudio Antonio Testi. Quanto al secondo, il primo grande impegno del team è stato proprio quello di effettuare una revisione completa e accurata del testo del 1986, con lo scopo di preservarne i pregi e correggerne gli eventuali difetti. La traduzione originaria di Cinzia Pieruccini è stata dunque rivista e confrontata letteralmente parola per parola con l’originale inglese, individuando gli interventi da effettuare per farla “crescere”, ove necessario, al livello di quel che non è un semplice libro di narrativa, come forse era stato inteso nel 1986, ma qualcosa che sta in mezzo tra la narrativa e l’accademia.
Il risultato di questo impegno, che lasciatecelo dire è stato non poco gravoso, ha portato a quella che Bompiani stessa ha definito una “Edizione riveduta e ampliata”; oltre ai normali interventi tipici delle revisioni – refusi, piccoli errori, “imprecisioni tolkieniane” e simili – sono infatti emerse anche necessità più significative, quali l’aggiunta di parti mancanti o la necessità/opportunità di sostituire parti esistenti. Questo ha richiesto la traduzione ex novo di alcune parti, incarico che l’Editore ha affidato a Luca Manini, impegnato nel frattempo nella traduzione del terzo volume della “Storia”, I Lai del Beleriand, in uscita a ottobre.
pubblico salone torinoCon questo pensiamo di aver fornito un quadro chiaro a chi non lo aveva – e forse anche a qualcuno che non desiderava averlo – e alla domanda “ha senso che acquisti questo libro se ho già la versione precedente?” rispondiamo senz’altro di sì. A chiarire ulteriormente il concetto forniamo di seguito una tabella che mostra l’elenco delle parti su cui si è dovuto – o si è ritenuto opportuno – intervenire; pensiamo si tratti di uno strumento sintetico ma utile per verificare sul campo i cambiamenti e godersi fino in fondo la nuova versione, mentre per altri dettagli rimandiamo alla “Nota alla presente edizione” collocata a pag. 21 del libro. Nel frattempo il viaggio continua con il secondo volume della serie, Il Libro dei Racconti Perduti, Seconda Parte, per la cui revisione si è effettuato un lavoro identico al primo.
Con l’augurio di avervi a bordo fino alla dodicesima tappa (e forse, chissà, anche oltre).

Tabella Racconti Perduti

Giampaolo Canzonieri

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth
– Leggi l’articolo La History di Tolkien: Bompiani e la traduzione
– Leggi l’articolo Bompiani pubblicherà la History of Middle-earth?

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Bompiani

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Il Signore degli Anelli: nuovo gioco per mobile

Videogioco Lotr su mobileSi avvicina la data di rilascio della nuova serie tv di Amazon Prime Video, che sarà a settembre, e il mondo dell’intrattenimento si prepara a sfruttarne l’ondata di auspicabile gradimento, sfornando tutta una serie di progetti ambientati nella Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien. Per quanto riguarda Il Signore degli Anelli e le sue offerte di giochi, Amazon avrebbe dovuto lanciare un MMORPG (acronimo che sta per “gioco di ruolo multigiocatore in rete di massa”) New World. Tuttavia, il progetto è stato interrotto a ottobre scorso, a causa delle negoziazioni fallite tra Amazon e Tencent. Nel frattempo, NetEase Games of China ha realizzato Il Signore degli Anelli: Rise to War come gioco per dispositivi mobili. Quel gioco è concesso in licenza sulla base dei film di Peter Jackson creati da New Line Cinema e Warner Bros. L’ultimo gioco per cellulare basato sulle opere di Tolkien è stato The Hobbit: Kingdoms of Middle-earth di Kabam, uscito nel 2012. Ora, mentre è atteso entro la fine del 2022 l’attesissimo videogioco su Il Signore degli Anelli, Gollum, annunciato fin dal 2019, da Daedalic Entertainment, ecco che spunta Electronic Arts che offrirà un gioco per cellulare Triple A su Il Signore degli Anelli.

Il nuovo gioco The Lord of the Rings: Heroes of Middle-earth

Annuncio-EA-2022Lo sviluppatore Electronic Arts ha fatto sapere con un comunicato stampa di essere al lavoro su un nuovo gioco per cellulari. Electronic Arts sta lavorando al nuovo gioco, chiamato The Lord of the Rings: Heroes of Middle-earth, insieme a Middle-earth Enterprises, che detiene i diritti esclusivi mondiali su film, merchandising, palcoscenico e altri diritti su alcune opere letterarie di Tolkien. EA ha promesso una «grafica ad alta fedeltà, animazioni cinematografiche e arte stilizzata» nonché «storytelling coinvolgente, combattimenti a turni e sistemi di raccolta profonda» per il prossimo gioco. Sarà richiesta una connessione Internet permanente, si applicheranno limiti di età, e includerà acquisti in-game (inclusi oggetti casuali). Sviluppato dallo studio Capital Games di EA, si dovrebbe trattare di un gioco di ruolo che includerà combattimenti a turni e un cast diversificato di personaggi e luoghi della Terra di Mezzo. Il gioco sarà free-to-play su cellulari, ma data la propensione di EA per le microtransazioni, come scritto è prevista una monetizzazione del gioco, sperando che non sia troppo invadente. «Siamo incredibilmente entusiasti di collaborare con la Saul Zaentz Company e la Middle-earth Enterprises per la prossima generazione di giochi di ruolo per dispositivi mobili», ha affermato Malachi Boyle, vice president of mobile RPG di EA. Ea videogiochi«La squadra è piena di fan de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit e ogni giorno uniscono la loro straordinaria passione e talento per offrire ai giocatori un’esperienza autentica». Fredrica Drotos, chief brand e licensing officer di Middle-earth Enterprises, ha aggiunto: «Siamo entusiasti di lavorare ancora una volta con EA, questa volta per portare un gioco per cellulare ispirato esclusivamente alla Terra di Mezzo, come descritto nelle opere letterarie di J.R.R. Tolkien ai suoi lettori. È un onore lavorare con il talentuoso team di Capital Games, la cui conoscenza e amore per la tradizione è palpabile dappertutto». Non c’è ancora una data di lancio ufficiale, ma il gioco dovrebbe entrare in “beta test regionale limitato” questa estate, come affermato dalla società, per essere poi rilasciato entro la fine dell’anno.
EA-videogiochi The Lord of the Rings: Heroes of Middle-earth rappresenta il primo gioco per cellulare sviluppato da EA basato sulle trame, sui luoghi e sui personaggi delle opere letterarie Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit di Tolkien. Electronic Arts ha infatti una lunga storia con il franchise de Il Signore degli Anelli. L’editore è stato responsabile dello sviluppo degli adattamenti per videogiochi dei film di Jackson Le Due Torri e Il Ritorno del Re; ha anche pubblicato Il Signore degli Anelli: La Battaglia per la Terra di Mezzo e il suo sequel, The Lord of the Rings: Conquest, un gioco di strategia d’azione e The Lord of the Rings Tactics, un gioco di ruolo tattico.

 

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BBC radio, ritrovata la sceneggiatura del 1955

Radio BBCIn occasione della pubblicazione de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, perfino la BBC ne celebra il successo producendo un adattamento in 12 episodi per la radio, trasmessi nel 1955 e 1956. Mezzo secolo prima che Peter Jackson portasse quel capolavoro al cinema, Il Signore degli Anelli fu oggetto della prima drammatizzazione in assoluto. Si ritiene che le registrazioni audio della BBC siano andate perdute. Ora un accademico di Oxford ha scavato negli archivi della BBC e ha scoperto i copioni originali per le due serie di 12 episodi radiofonici trasmessi, con grande entusiasmo dei colleghi studiosi.

Il primo adattamento radiofonico

Lord of the Rings 1954-55Da novembre a dicembre 1955, il terzo programma radiofonico della BBC – quello culturale – trasmise una drammatizzazione radiofonica condensata de La Compagnia dell’Anello in sei episodi. Un anno dopo, seguirono sei episodi tratti da Le Due Torri e Il Ritorno del Re. Ognuno di questi dodici episodi ebbe una sola replica, quasi immediatamente, tra due e cinque giorni dopo la sua prima messa in onda. Questo è il primo adattamento de Il Signore degli Anelli diffuso quasi immediatamente con la pubblicazione dei libri (Il Ritorno del Re è dell’ottobre di quell’anno). Purtroppo, nessuna registrazione di questa serie è nota per essere sopravvissuta, dato che a quel tempo la BBC generalmente non conservava archivi a lungo termine delle sue produzioni. Entrambe le serie di trasmissioni furono adattate e prodotte da Terence Rogers Tiller (19 settembre 1916-24 dicembre 1987) che fu un poeta e produttore radiofonico. All’epoca la radio era il mezzo di trasmissione più diffuso e le trasmissioni aiutavano a pubblicizzare i libri. Le trasmissioni furono discusse nel programma della BBC The Critics, e la discussione delle trasmissioni le portò all’attenzione di un tal Mr Sam Gamgee, che successivamente scrisse a Tolkien per chiedere l’origine del nome del personaggio Sam Gamgee.
Nei primi sei episodi il dialogo è stato preservato il più possibile, ma negli ultimi sei Tiller si è dovuto prendere una certa libertà. La seconda parte della serie, infatti, ha dovuto subire molti tagli perché i dirigenti della BBC non erano così affezionati a Il Signore degli Anelli come lo erano gli ascoltatori e imposero solo tre episodi a libro, invece che sei riducendo ciascuno da 45 a 30 minuti, con sgomento di Tolkien. In esso compaiono sia Tom Bombadil sia Baccadoro, interpretata come sua figlia. Tiller in seguito si scusò con Tolkien, affermando di aver pensato che la differenza di età tra i due fosse troppo grande per ritrarli come una coppia. Il Vecchio Uomo Salice viene mostrato in combutta con Mordor, piuttosto come un’espressione dell’ostilità della Vecchia Foresta contro gli Hobbit. Il Concilio di Elrond fu drasticamente tagliato, rimando solo le azioni e i personaggi di base, e al Nano Glóin è dato un accento tedesco.

La reazione di Tolkien

Terence TillerTre lettere mostrano la reazione di Tolkien. In quella del 30 novembre 1955, scrive: «Ritengo che il libro sia poco adatto a essere “drammatizzato”, e non mi è piaciuta la trasmissione, anche se sono migliorati. Ho trovato terribile Tom Bombadil…» (n.175). In quella del 1956, lo scrittore rispose a Tiller, adattatore e produttore della riduzione de Il Signore degli Anelli, che gli aveva chiesto un consiglio sugli “accenti” per la seconda serie di sei episodi (n.193). Nell’ultima del 6 novembre, rispondendo sempre a Tiller scrive: «Non intendo muovere una critica dettagliata. Gli obiettivi che Lei ha perseguito realizzando questa versione mi sembrano decisamente chiari, e (ammettendone il valore e la legittimità) non credo che si potessero raggiungere meglio di così. Auguro ogni successo al Suo lavoro. Tuttavia, restando in privato fra Lei e me, mi piacerebbe se potesse trovare il tempo per spiegarmi perché al libro sia stato riservato questo trattamento, e che valore abbia per il Terzo [Programma]. In quanto a me, io penso che pochi o nessuno degli ascoltatori che non abbiano letto il libro riusciranno a seguire la trama o a capire tutto ciò che succede. E il testo è stato (necessariamente per lo spazio) ridotto in termini talmente semplici, semplicistici perfino, che sembra difficile riesca a tenere l’attenzione del Terzo. Questo è un libro molto inadatto a rappresentazioni drammatiche o semi-drammatiche. Tentare di farlo richiederebbe più spazio, molto più spazio. lettera \955 bbcÈ assolutamente impossibile inscatolare i due libri nel tempo assegnato: sia se l’obiettivo è di fornire qualcosa di divertente in sé attraverso il mezzo di comunicazione, sia se è di far comprendere la natura dell’originale (o anche entram- be le cose). Se non è disponibile più spazio, perché non dire che è inadatto e rinunciare?».
C’è in realtà un ulteriore lettera che è successiva alla messa in onda della prima parte dell’adattamento – è del 19 settembre 1956 – e in cui Tolkien dà il permesso al signor Tiller di iniziare a lavorare sui due adattamenti successivi: «Do il mio permesso ‘in linea di principio’. Anche tu hai la mia simpatia e gli auguri per l’impossibile compito! Immagino che per dare un senso narrativo o drammatico ai sei “attacchi”, dovrai concentrarti sulle avventure di Frodo e ritagliare virtualmente il “Libro III”. Tuttavia, il compito è tuo…».

La scoperta negli archivi

Stuart LeeFino a oggi si riteneva che dell’adattamento radiofonico erano rimasti solo un po’ di corrispondenza e parti della partitura musicale. Ora un articolo de The Guardian rivela che qualcosa ancora c’è. «Hanno detto che i copioni erano andati perduti, ma sono sopravvissuti: l’unica drammatizzazione professionale de Il Signore degli Anelli realizzata durante la sua vita [di Tolkien]», ha detto Stuart Lee, un lettore della facoltà di inglese dell’Università di Oxford e noto esperto tolkieniano, che invece ha scoperto degli script inediti. bbc script 1955I segni scarabocchiati di Tiller sul manoscritto riflettono senza dubbio le sue dettagliate discussioni con l’autore in corrispondenza e incontri. Tra le pagine dattiloscritte c’è un foglio di mano di Tolkien, con cancellature rosse, che mostra la sua rielaborazione di una scena. «Allora non era considerato importante dalla BBC. Mostra come è cambiata la ricezione del libro: interesse minore nel 1955-56, ora un fenomeno globale, con Amazon che avrebbe investito più di 1 miliardo di dollari nell’ultima serie». Lee ha detto: «Settant’anni dopo, lo tratteremmo come un testo sacro. Queste sceneggiature rivelano che, negli anni ’50, non avevano alcuna idea su quanto sarebbe stato importante un testo. Se i libri fossero stati pubblicati prima e avessero avuto un successo più consolidato, allora forse i senior manager della BBC avrebbero accettato che ogni episodio durasse 45 minuti e arrivasse anche a tre serie». La scoperta di Lee apparirà in un nuovo libro di prossima uscita, The Great Tales Never End: Essays in Memory of Christopher Tolkien, in cui molti accademici rendono omaggio al figlio devoto ed esecutore letterario di Tolkien, morto nel 2020 (al suo interno anche un ricordo redatto dalla sorella Priscilla, appena scomparsa). Il saggio è intitolato A milestone in BBC history? The 1955–56 radio dramatization of The Lord of the Rings. Il libro, che sarà pubblicato il 24 giugno dalla Bodleian Library Publishing, è curato da Richard Ovenden, bibliotecario di Bodleian Library dell’Università di Oxford, e Catherine McIlwaine, archivista di Tolkien alle Bodleian Libraries, che si è occupata della mostra del 2018. Volume 2022«Mentre gli appassionati attendono la serie Amazon Prime basata sulla Seconda Era della Terra di Mezzo, ecco lo stesso Tolkien impegnato con il primo adattamento de Il Signore degli Anelli», ha detto McIlwaine. «Non solo ha acconsentito all’adattamento del suo libro subito dopo la pubblicazione, ma era disposto a lavorare con gli sceneggiatori, per ridurre il testo e trovare l’equilibrio tra narrazione e dialogo, in modo che si adattasse ai requisiti della radio e al tempo limitato a disposizione. È una scoperta molto eccitante e tempestiva», ha concluso. Lee ha espresso sorpresa per il fatto che il foglio con la scrittura di Tolkien fosse stato trascurato fino ad ora. Sebbene uno studioso ne avesse notato l’esistenza, non è stato completamente discusso e Lee lo sta pubblicando nel suo saggio per il prossimo libro.

 

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Torna in libreria L’eroe imperfetto di Wu Ming 4

Oggi, 16 febbraio, torna in libreria L’eroe imperfetto di Wu Ming 4 (Bompiani, €12, p. 224) – la riflessione letteraria sull’archetipo eroico virile, la cui terza parte tratta diffusamente del Signore degli Anelli – in un’edizione migliorata e aumentata. Alla raccolta originale di tre saggi pubblicata per la prima volta dodici anni fa è stato aggiunto un nuovo apparato di note e un racconto, intitolato La parte di Loki: «Infine, a dodici anni dalla prima edizione, al volume viene aggiunto un racconto breve, che fa tesoro degli elementi e delle riflessioni già contenute nei saggi precedenti e li riprende in una storia originale. In parte omaggio agli American Gods di Neil Gaiman (2001) in parte spin off del romanzo di Wu Ming 1 La macchina del vento (2019), il racconto ha come protagonista il dio norreno Loki, divinità quanto mai ambigua – banalmente stigmatizzata dalla cinematografia hollywoodiana – che, proprio grazie alla relazione con il femminile, accetta la crisi del modello eroico patriarcale e riguadagna così una funzione mitica, ancorché sui generis».

Il ribaltamento dell’eroe classico.

Eroe imperfetto nuova coverIl sentiero di riletture prova a ragionare sulla crisi e la possibile sopravvivenza nel presente di un archetipo letterario e culturale: un certo tipo d’eroe, quello che deve sopravvivere al sé stesso e al proprio mito, l’anti-eroe già descritto dai classici e tramandato dalla notte dei tempi. Nel Secolo XX – che per un certo periodo ha esaltato l’eroe tutto d’un pezzo, sempre perfetto e pieno di medaglie, che ha lasciato poco spazio a quello imperfetto, pieno di contraddizioni e di errori, sempre in conflitto con sé stesso. Si tratta di un eroe in collisione frontale con quello classico fin da quando Ulisse contese ad Aiace le armi di Achille. Il secondo, incarnazione degli antichi ideali aristocratici, coraggioso, ma anche superbo e sempre alla ricerca della “bella morte”, non può che soccombere. Per lui, malato di hybris, non è concepibile una macchia nella vita, un’esistenza post-eroica. Il primo, astuto ma ambiguo, aggira lo scontro anziché cercarlo, sfrutta il vuoto anziché il tutto-pieno. Non è un caso che tutto questo sia il punto focale delle riflessioni di J.R.R. Tolkien, autore nel Novecento di un poema epico in prosa moderna. Qui il richiamo è doppio, se non triplo: è chiamato in causa come autore del Signore degli Anelli, come autore di saggi su poemi medievali come Sir Gawain e La Battaglia di Maldon e come protagonista di Stella del Mattino, romanzo dello stesso Wu Ming 4. Il professore di Oxford torna più volte nella sua riflessione quindi in queste vesti diverse, ma sempre seguendo il filo conduttore dell’eroe. Tolkien mette profondamente in discussione la “teoria del coraggio”. Lo fa con Frodo e Sam nel suo capolavoro, ma anche con la sua critica al conte anglosassone Byrhtnoth che a Maldon mostra un “eccesso” di eroismo. Il lavoro filologico del professore sulla parola “ofermod” (parola simile a hybris), è in grado cambiare radicalmente l’interpretazione del tema centrale del poema: non d’audacia, ma d’orgoglio si tratta, con una sfumatura negativa. Questa «aspirazione a onore e gloria, in vita e dopo la morte, tende a dilatarsi, a divenire un movente fondamentale», inducendo il protagonista all’eccesso cavalleresco che causa di rovina per tutti i suoi guerrieri e per il Paese. Già Ulisse non era nuovo a gesti avventati per il proprio orgoglio (anche lui lascia massacrare i compagni in alcune occasioni), ma qui Tolkien e con lui Wu Ming 4, sottolineano come il perseguimento cieco della gloria fine a se stessa causino danni irreparabili. Libro: "L'eroe imperfetto" di Wu Ming 4Ecco perché nel Signore degli Anelli Aragorn, l’eroe di un canone ben consolidato, sia accanto a Frodo, ma sempre sullo sfondo: la vicenda centrale è quella dell’antieroe, di colui che si deve sacrificare, arriva a perdere tutto, in senso materiale e psichico, per il bene della comunità. In quest’ottica, Maldon diventa quasi un luogo simbolico, un paradigma di come lo scontro sul campo si trasforma in scontro di narrazioni, di parole. Tolkien e Jorge Luis Borges hanno addirittura pensato a finali alternativi del poema La Battaglia di Maldon. E lo stesso fa qui Wu Ming 4. Quest’ultimo aspetto è molto intrigante perché è la concretizzazione delle potenzialità narrative delle storie, attraverso cui il nostro retaggio letterario è giunto fino a noi. Un poema dell’anno mille che stimola tre scrittori del XX e XXI secolo!

DETTAGLI EDITORIALI
Autore: Wu Ming 4
Editore: Bompiani
Collana: Tascabili. Saggi
Anno edizione: 2022
Formato: Tascabile
In commercio dal: 16 febbraio 2022
Pagine: 192 p., Brossura
EAN: 9788830109094

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Sulle orme del Signore degli Anelli in Piccardia

Prima Guerra MondialePrima della Grande Guerra, J.R.R. Tolkien scriveva solo poesie. E fu al suo ritorno dalle trincee che iniziò a scrivere i suoi racconti fantastici. Già nel 1917 iniziò a scrivere le prime storie che riguardano Il Silmarillion, che non sarebbe stato pubblicato fino al 1977, quattro anni dopo la sua morte. L’autore non racconterà mai quello che aveva vissuto nella Somme. Almeno non direttamente. Ma tutti gli studiosi concordano sul fatto che questa esperienza abbia influenzato il suo lavoro. E per trovarne tracce, dopo il grande lavoro di John Garth nel libro Tolkien e la Grande Guerra, (Marietti 1820, Milano-Genova 2007), è sempre più difficile. Ma c’è qualcuno che ha trovato altri documenti inediti della vita di Tolkien soldato in Francia.

L’esperienza bellica in Piccardia

Prima Guerra MondialeDa giovane ufficiale dell’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale, John Ronald Reuel Tolkien prese parte alla battaglia della Somme e lì perse degli amici. Quest’ultima, in realtà, più che una sola battaglia fu una serie di manovre militari che si svolsero dal 1 luglio al 19 novembre 1916. Durante questi quasi cinque mesi, lo scrittore inglese conobbe le deprecabili condizioni di vita dei soldati in trincea. Conobbe la morte, il sangue, il fuoco, il freddo.
Tolkien arrivò in Francia il 6 giugno 1916: a Calais i soldati che arrivavano per la prima volta erano mandati a Étaples, il posto di smistamento principale del corpo di spedizione britannico (Garth, p.194). Il 27 giugno, Tolkien lasciò la sabbiosa Étaples per unirsi il giorno dopo all’11° Fucilieri del Lancashire. «[…] Tolkien dormì su un treno vicino Abbeville ma, quando finalmente arrivò ad Amiens. e si incamminò verso nord attraverso gli ondulati campi di grano e i frutteti della Piccardia, […]. I circa 800 uomini dell’11° Fucilieri del Lancashire erano alloggiati nei granai di Rubempré (Biografia, p. 121) un gruppo di fattorie vecchie. ma resistenti a nord-est di Amiens e a tredici miglia dal fronte» (Garth, p.200). Prima Guerra MondialeIl 5-6 luglio Tolkien rimase a Bouzincourt, dove lavorò nell’ufficio che teneva le comunicazioni per tutta la 25a divisione. Poi viene inviato in prima linea e il 14-16 luglio l’autore partecipò all’attacco a Ovillers. Il 21 luglio è nominato ufficiale segnalatore del battaglione. Dal 27 al 29 settembre partecipa all’attacco al Bosco di Thiepval.
Il 21-22 ottobre viene conquistata la Trincea Regina. Mercoledì 25 ottobre Tolkien si sentì debole e malato, e il 27 ottobre aveva 39 di febbre: era la febbre da trincea, un regalo degli inevitabili pidocchi che erano nati nelle pieghe dei suoi vestiti e che gli avevano trasmesso nel sangue un batterio, la Rickettsia quintana. (Garth, p. 266). Prima Guerra MondialeTolkien lasciò l’11° Fucilieri del Lancashire sabato 28 ottobre 1916 e fu trasferito in un ospedale per ufficiali a Gézaincourt, poco distante da Beauval. La domenica fu portato con il treno ospedale da Candas a Le Touquet, e in un letto all’ospedale Duchess of Westmoreland (Garth, p.267) dove fu ricoverato dal 29 ottobre al 7 novembre. Infine, l’8 novembre l’autore ritornò in Inghilterra sull’Asturias.

Uno storico locale

Fabrice DehaeneQuando Fabrice Dehaene ha iniziato le ricerche per compilare un dizionario inedito dedicato ai prigionieri della cittadella di Doullens, piccolo centro nel dipartimento della Somme, quale non fu la sua sorpresa nel trovare la presenza di Tolkien, nel mezzo dei documenti consultati nei vari archivi. Naturalmente, lo scrittore noto al grande pubblico per Il Signore degli Anelli non fu imprigionato nella fortezza di Doullen, ma passò effettivamente attraverso le terre di Amiens, e in particolare rimase anche a Doullens durante la Prima Guerra Mondiale. Così lo storico locale Dehaene, anche vicepresidente dell’associazione La Citadelle de Doullens, ha poi intrapreso in parallelo le sue ricerche sull’autore britannico. Fabrice Dehaene«Mi sono detto “perché non cercare di ricostituire questo periodo della vita di questo eminente personaggio e farne una piccola opera?”». Che questo periodo lo abbia ispirato o meno, inevitabilmente lo ha segnato. Come scritto, Tolkien arrivò per la prima volta a Étaples per prendere parte all’addestramento con il reggimento dell’11° Fucilieri del Lancashire. Vi si unì alla Somme e più precisamente al Rubempré. «Ho trovato documenti che attestano che andò a Beauquesne, Beauval, Doullens…», ha spiegato Dehaene. E poi il 25 ottobre 1916, colui che aveva raggiunto il grado di ufficiale di segnalazione iniziò a sentirsi male. Tolkien fu curato al castello di Gézaincourt, trasformato all’epoca in un ospedale militare, I medici gli diagnosticarono la febbre da trincea, una malattia molto debilitante trasmessa dai pidocchi, come scritto. Pochi giorni dopo, i medici decisero di trasferirlo. Sarà inviato da Talmas, con il treno sanitario, a Le Touquet. «Se soffrirà a lungo i guai di questa malattia, con lunghi mesi di recidiva, questo passaggio in questo ospedale gli salverà la vita perché gli viene diagnosticata rapidamente», ha fatto notare Dehaene, mentre non sempre accadeva, con conseguenze anche gravi. «Fu molto dopo che iniziò a scrivere i suoi futuri romanzi di successo».
Doullens Se questo passaggio attraverso il Doullennais resta aneddotico nella vita dell’autore, Dehaene resta convinto del potenziale turistico che questo può portare per il territorio. «È una strizzatina d’occhio, una micro-storia nella grande storia. Ma bisogna sapere come impossessarsene e sfruttarla, soprattutto perché sappiamo che Tolkien fu fortemente segnato dalla guerra. E che a volte ci sono delle trasposizioni tra questo periodo della sua vita e i suoi libri. C’è quindi un innegabile legame con il territorio». Per lanciare l’iniziativa, Fabrice Dehaene ha quindi raccolto la sua ricerca in un opuscolo, intitolato JRR Tolkien, un soldat dans la Grande Guerre en territoire Nord Picardie.

I contadini soldato come Sam Gamgee

TankLo scrittore trasse ispirazione dal fango delle trincee. Quello che è interessante è incrociare realtà e finzione per capire come un’esperienza del genere possa dare un tale passaggio nell’opera dell’autore. Il Signore degli Anelli racconta il frastuono delle battaglie tra eserciti enormi. Uomini e orchi si scontrano in un turbine che ricorda la furia della prima linea. E poi ci sono le Morte Paludi attraversate da Frodo, il portatore dell’anello. Frodo cammina in mezzo a cadaveri e scheletri, come facevano i combattenti della Grande Guerra. È come essere in una terra di nessuno, ricoperta di crateri, trappole d’acqua stagnante pronte a chiudersi e poveri relitti di sfortunati soldati. Alcuni dei suoi stessi eroi sono stati ispirati dalle trincee: Frodo viaggia con il suo fidato Sam Gamgee. Tolkien lo ha spiegato bene: Sam è un riflesso dei soldati semplici che ha incontrato, soprattutto del batman, l’attendente degli ufficiali. TrinceaIl termine ufficiale usato dall’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale era “soldato-servitore” (soldier-servant – il termine batman lo sostituì negli anni tra le due guerre). Ad ogni ufficiale veniva assegnato un servitore, solitamente scelto dall’ufficiale tra i suoi uomini. «Il mio “Sam Gamgee” è davvero un riflesso del soldato inglese, dei soldati e dei batmen che ho conosciuto nella guerra del 1914, e riconosciuto come tale di gran lunga superiore a me stesso», scrisse Tolkien in una lettera scritta il 16 aprile 1956 a H. Cotton Minchin e riportata parzialmente da Humphrey Carpenter nella Biografia. In un’altra lettera (n. 45) esprime la sua «profonda simpatia per il soldato, specialmente il soldato semplice proveniente dalle contee agricole». Prima Guerra MondialeInfatti, i contadini si sono trasformati in soldati semplici furono la spina dorsale dell’esercito britannico sul fronte occidentale, e gli attendenti erano incaricati di garantire il loro conforto in questo caos agli ufficiali come Tolkien. Peer questo, lo scrittore inglese sostenne in più occasioni che questi cittadini comuni erano infinitamente superiori a lui. Hanno dato la loro vita in trincea. E lo scrittore non li ha mai dimenticati.

 

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– Leggi il saggio di John Garth

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– Vai al sito ufficiale di John Garth

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Il Signore degli Anelli: Gollum, il nuovo teaser

Videogioco GollumUn nuovo teaser trailer per il videogioco de Il Signore degli Anelli, Gollum è stato rilasciato durante l’ultima edizione dei The Game Awards, che si è svolta il 9 dicembre. Mostra la lotta tra le due personalità di Sméagol e Gollum mentre giocano a vicenda con una nuova sbirciatina alla modalità d’avventura in stealth-action del gioco che arriverà nel 2022. Non è ufficializzata ancora una data specifica e i nuovi dettagli di questo nuovo teaser sono pochissimi, come è ormai prassi generalizzata.

In attesa dal 2019

Videogioco GollumDaedalic Entertainment, produttore dell’attesissimo videogioco su Gollum, aveva annunciato il gioco nel 2019, ma da allora ha fornito poche preziose informazioni e la data di uscita è stata posticipata più di una volta. Il gioco si è rivelato essere un gioco di azione e avventura basato sulla trama in cui i giocatori prendono il ruolo di Gollum per riconquistare il suo prezioso anello. L’ambizione di Martin Wilkes e Mathias Fischer, rispettivamente lead designer e direttore artistico del gioco, è quella di espandere l’universo di Tolkien in alcuni modi piuttosto interessanti (si svolge durante il periodo in gran parte inedito tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli) mescolando la modalità stealth con la possibilità di arrampicarsi in verticale, come in una sorta di Prince of Persia. È un gioco non incentrato sul combattimento, ma Gollum potrà far fuori i nemici di nascosto, anche se non sarà semplice e comporterà grandi rischi. Dopotutto, la forza di Gollum sta nella sua furbizia, non nel combattimento. Daedalic ha precisato, inoltre, che non ci saranno variazioni del testo originale: è un prequel dei libri de Il Signore degli Anelli, il che significa che Gollum dovrà in ogni caso raggiungere una determinata situazione alla fine del gioco. Questo non significa, però, che il suo percorso non possa cambiare, sempre rimanendo all’interno di certi limiti. I giocatori non potranno distruggere la storia della Terra di Mezzo facendo scelte particolari. Alla fine, il destino di Gollum è già delineato dai libri, ma le decisioni dei giocatori potranno avere degli effetti, per esempio, sui personaggi non giocanti. Alcune scelte potranno avere un impatto molto importante, altre molto piccolo… proprio come nella vita reale. Ecco una breve descrizione ufficiale del gioco: Videogioco Gollum«Il Signore degli Anelli: Gollum è il primo videogioco nato dalla nuova amicizia forgiata tra Daedalic Entertainment e la Middle-earth Interprises, con possibilità di nuove esperienze in futuro. Questo nuovo titolo rimarrà fedele alla visione esposta ne Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien e esplorerà anche nuovi eventi e dettagli relativi al viaggio di Gollum. Il Signore degli Anelli: Gollum sarà alimentato da Unreal Engine e sarà localizzato in più lingue in modo che gli appassionati di tutto il mondo possano godersi questa nuova avventura d’azione». Il Signore degli Anelli: Gollum arriverà su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC a un certo punto nel 2022.


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Dati tecnici

Titolo: The Lord of the Rings: Gollum
Sviluppatore: Daedalic
Editore: Daedalic
Data di uscita: 2022
Piattaforme: Switch, Xbox One, PS4, PC, Xbox 4, Playstation 5

 

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Daedalic Entertainment

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GW lancia la Battaglia nella Tomba di Balin

Lord of the Rings Balins Tomb 4Game Workshop continua ad approfondire la Terra di Mezzo e ha annunciato che un nuovo gioco sarà distribuito in occasione del 20esimo anniversario dall’uscita de Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello al cinema. Il suo titolo è The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring – Battle in Balin’s Tomb e costerà 60 euro. Il gioco sarà per due o più giocatori e replicherà il combattimento tra la Compagnia dell’Anello e goblin e orchi, oltre a un pericoloso troll di caverna nelle miniere di Moria.

Il nuovo gioco

Lord of the Rings Balins Tomb 1La Battaglia nella Tomba di Balin è un gioco di avventura della Terra di Mezzo, confezionato come un gioco da tavolo, ma con miniature di wargame. La scatola contiene ventidue miniature in totale, i nove membri della compagnia dell’anello, dodici goblin e un grande troll delle caverne. Tutte le miniature sono fornite all’interno dei contenitori in plastica, che devono essere rimossi prima dell’uso, ma la maggior parte di esse sono un pezzo unico e le poche che non lo sono hanno solo una parte che si incastra a pressione, quindi non è necessaria la colla. L’unica miniatura in più parti è il troll delle caverne, che si incastra molto facilmente.
Nella loro ricerca per distruggere l’Unico Anello, la Compagnia è costretta a viaggiare nelle profondità di Moria. Tuttavia, mentre si avventurano attraverso l’Oscurità, disturbano il male addormentato che dimora nel cuore profondo della montagna. Lord of the Rings Balins Tomb 3Barricandosi tra le rovine della Camera della Tomba di Balin, la Compagnia deve respingere l’assalto dei Goblin di Moria e di un potente Troll delle Caverne se vogliono sopravvivere. Il giocatore sceglierà di prendere il controllo della Compagnia e combattere per la protezione di Frodo Baggins, o comandare le orde di Goblin e cercare di sopraffare la Compagnia e metterla in ginocchio. Il resto dei componenti è costituito da un tabellone, che mostra la Tomba di Balin dove si svolge la battaglia, alcuni gettoni, alcuni dadi, carte personaggio, carte rinforzo goblin, un anello unico di plastica molto tematico che funge da segnaturno e un piccolo regolamento. Le carte sono più grandi delle normali carte da gioco e includono una scrittura chiara e una grafica ben presentata e di facile lettura. Tutto ciò che riguarda i componenti è semplice, diretto e chiaro. Il regolamento di otto pagine consiste di sole quattro pagine per le regole, e la maggior parte di queste sono grandi esempi illustrati delle regole, grazie a cui le regole stesse sono incredibilmente semplici. Lord of the Rings Balins Tomb 2I dadi blu della Compagnia hanno anche il simbolo dell’Unico Anello, e i dadi rossi dei goblin hanno l’Occhio di Sauron. Quando uno di questi simboli viene tirato, il giocatore può scegliere di renderlo qualsiasi altro simbolo sui propri dadi. Il giocatore della Compagnia può anche usare il simbolo dell’Unico Anello per attivare le abilità speciali elencate sulle proprie carte personaggio, abilità come Frodo che usa l’Unico Anello per ignorare i danni e spostarsi fino a tre caselle, o Legolas che può effettuare un attacco aggiuntivo in quel turno. Oltre alle abilità dell’Unico Anello, ogni membro della Compagnia, i tre diversi tipi di goblin e il troll, hanno anche altre abilità tematiche per distinguerli. Gimli ignora il primo punto di danno in ogni attacco e i goblin armati di scudo possono ritirare un dado in difesa. L’unica complessità in Battle in Balin’s Tomb è la linea di vista, ed è spiegata bene e chiaramente. I Pilastri e il Troll di Caverna bloccano la linea di vista a tutti gli altri personaggi, e le caselle della Tomba di Balin e altri personaggi bloccano la linea di vista agli hobbit e ai goblin. Lord of the Rings Balins Tomb 5Alla fine di ogni round, i giocatori pescano un numero crescente di carte dal mazzo goblin, per rappresentare il rumore della battaglia attirando rinforzi, e alla fine di dodici round, il giocatore della Compagnia vince se ha tre figure rimanenti, incluso Frodo, e il giocatore goblin vince se ne rimangono meno di tre. Per chiunque cerchi più di difficoltà, ogni lato ha anche cinque sfide che si possono provare. Il gioco funziona bene anche con un giocatore che controlla i goblin e molti altri giocatori (fino a nove se li hai) ognuno che controlla uno dei membri della Compagnia. Battaglia nella Tomba di Balin è un gioco veloce con regole facili da imparare. È questo lo stile della serie de ricostruire uno dei momenti più belli, con giochi che richiedono solo 45 minuti per essere giocati e ricostruiscono i momenti più belli. La Compagnia è potente, ma i suoi nemici Moria Goblin sono imprevedibili, con le loro azioni che vengono determinate casualmente pescando carte dal mazzo Goblin. Non esistono due partite uguali. Le miniature in  Battle in Balin’s Tomb sono della stessa scala (25 mm) di quelle usate nel Middle Earth Strategy Battle Game, quindi i due giochi possono facilmente essere integrati. Games Workshop è nota soprattutto per i giochi  basato sull’universo de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit sfruttando le sembianze degli attori reali che hanno recitato nelle trilogie dirette da Peter Jackson: Middle Earth Strategy Battle Game utilizza una sorta di variazione delle regole di Warhammer e focalizza il gioco soprattutto sulle capacità individuali dei giocatori. Il gioco viene continuamente prodotto dal 2001 e, sebbene sia meno importante di Warhammer, ha comunque un suo nutrito seguito.

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito web di Games Workshop

 

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L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth

History of Middle-earth in edizione ingleseLo aspettavamo da anni, abbiamo lavorato sodo per questo, alla fine ce l’abbiamo fatta! La Bompiani ha iniziato il progetto per tradurre in italiano la History of the Middle-earth. Ecco il messaggio ufficiale: «Ce lo chiedete da sempre e finalmente lo possiamo dire: nel 2022 riprenderemo il viaggio interrotto per “La storia della Terra di Mezzo”. Stiamo lavorando a una revisione importante dei primi due volumi e alla traduzione degli altri. Cominceremo a pubblicarli nella primavera del prossimo anno e intendiamo concludere l’opera nel 2026». Naturalmente, l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani è coinvolta nell’operazione e sarà consulente editoriale e in parte coinvolta anche nella traduzione. Tutti i dettagli si sono potuti conoscere il 29 ottobre 2021 nell’incontro a Lucca Comics and Games: Novità editoriali Bompiani sulle opere di JRR Tolkien a cura dell’associazione. Già certe le date di uscita: il primo volume uscirà a maggio 2022, il secondo a settembre 2022 e il terzo volume a ottobre 2022. Poi la cadenza sarà di due volumi l’anno fino al 2026. Il team di consulenti editoriali dell’AIST è formato da Roberto Arduini, Gianpaolo Canzonieri, Barbara Sanguineti, Norbert Spina e Claudio Antonio Testi, che hanno revisionato i primi due volumi della History of Middle Earth. Inoltre è stato annunciato anche il nome del traduttore che si sta già occupando del terzo volume: Luca Manini. Una coppia di traduttori esperti – che si alterneranno con Manini nel lavoro di traduzione – sta per iniziare a tradurre il quarto volume, che però sarà pubblicato nel 2023.

La History of Middle-earth

Bompiani annuncioPer chi non fosse molto addentro alle cose tolkieniane, chiariamo di cosa si parla: la History of Middle-earth è una collana di dodici volumi (più un volume di indici), pubblicati a cura di Christopher Tolkien, nei quali è mostrata la storia compositiva di quelle storie che in seguito sono diventate il Silmarillion e il Signore degli Anelli. Oltre alle varie versioni dei racconti, a volte molto diverse da quelle in seguito pubblicate, ci sono i preziosi commenti di Christopher Tolkien, con indicazioni utili a ricostruire la storia compositiva e il succedersi delle numerose versioni. Alcune storie hanno tre o quattro versioni diverse, di altre ci sono traduzioni in antico inglese; insomma, non si tratta di un’opera leggera, e tradurla in un’altra lingua è un’operazione impegnativa, tanto che attualmente ne esiste una traduzione completa unicamente in spagnolo, mentre quella francese è in corso di ultimazione e quella tedesca si è fermata dopo i primi due volumi. Ma tutti i lettori che hanno letto l’opera, ne sono rimasti stregati!!!

Una pessima traduzione?

Racconti Ritrovati di J.R.R. TolkienFinora in italiano erano stati pubblicati solamente i primi due volumi, con i titoli Racconti Ritrovati (Rusconi, 1986) e Racconti Perduti (Rusconi, 1987). Secondo una leggenda metropolitana piuttosto diffusa tra gli appassionati, riferita da ben informati in casa editrice, tanto da essere citata perfino su Wikipedia, la pubblicazione dei volumi successivi sarebbe stata bloccata dal veto di Christopher Tolkien, indignato per la pessima qualità della traduzione che gli era stata proposta per il terzo volume, I Lai del Beleriand; noi non sappiamo se sia andata veramente così, ma la professoressa Verlyn Flieger, che conosceva personalmente Christopher, ci disse durante il convegno internazionale di Modena “Tolkien e la filosofia” del maggio 2010, che la cosa è assolutamente plausibile. Del resto, la stessa Bompiani (nella vecchia gestione prima del 2016), nello Speaker’s Corner, la sezione del suo sito internet dedicata alle domande e risposte a proposito di Tolkien, Il Signore degli Anelli e la Terra di Mezzo, hanno implicitamente ammesso in più occasioni questa storia, ammettendo che lo stop era dovuto «a una decisione degli eredi» e che «gli eredi sono restii a concedere i diritti» e «finora non è stato possibile ottenere un contratto, poiché [gli eredi] sostengono che i restanti volumi delle Storie della Terra-di-mezzo sono molto difficili da tradurre, senza snaturarne il significato». Certo è che, nonostante le tante voci infondate, la Tolkien Estate e Christopher Tolkien sono sempre stati disponibili ha far tradurre la History of Middle Earth, a patto però che l’operazione riguardasse tutti i dodici volumi. Ci è voluta la nuova gestione Giunti-Bompiani (e l’arrivo della serie tv) perché le buone intenzioni si concretizzassero…

 

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– Leggi l’articolo La History di Tolkien: Bompiani e la traduzione
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LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Bompiani

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Lotro, missioni gratuite fino a dicembre

Logo LotroSe la serie televisiva di Amazon Prime su Il Signore degli Anelli sembra molto lontana, il videogioco su Gollum non si vede ancora all’orizzonte e si ha ancora bisogno di soddisfare la passione per Tolkien, un vecchio classico potrebbe fare proprio per voi! Si tratta di The Lord of the Rings Online (il cui acronimo è Lotro), il veterano tra i MMORPG (cioè un gioco di ruolo multigiocatore su internet di massa) ora guidato da Standing Stone Games, ha organizzato un’enorme offerta di contenuti per attirare sia i giocatori vecchi che quelli nuovi.
Lotro: Further Adventures Bilbo BagginsFino al 30 novembre si potrà richiedere l’accesso a tutti i pacchetti di missioni attualmente disponibili del gioco, in modo assolutamente gratuito: si tratta di ben 26 missioni e cui si aggiungono altre 8 espansioni. I giocatori dovranno scaricare il gioco e accedere al suo negozio integrato, dove il codice coupon LOTROQUESTS2021 sbloccherà l’enorme quantità di contenuti. Oltre ai pacchetti del gioco free-to-play, sono stati messi in vendita a un prezzo vantaggioso otto pacchetti di expansion quest per 99 LOTRO Points, la valuta dello store del gioco. Con espansioni come Mines of Moria e Riders of Rohan, così fortemente scontate, si ha l’opportunità di aggiudicarsi l’intero contenuto di missioni ed espansioni di The Lord of the Rings Online al prezzo più conveniente di sempre.

Un’epica ricerca anche se antica

Lotro: Beacon Issue 22Ora che ha quattordici anni, Il Signore degli Anelli Online ha abbastanza capelli grigi per fare una valutazione ragionata. Rilasciato nel 2007, durante il boom dei videogiochi MMO, all’inizio fu un titolo popolare e ambizioso, che cercava di sfruttare l’effetto ancora duraturo della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli di Peter Jackson. Pur non raggiungendo mai i livelli molto più alti di World of Warcraft , i giocatori hanno apprezzato fin da subito l’atmosfera bucolica del gioco e la dedizione a rimanere fedeli allo spirito del franchise (nel miglior modo possibile). Il videogioco ha attratto una forte comunità di giocatori di ruolo che, sebbene diminuita, è rimasta fedele e attiva fino ad oggi. A distanza di 14 anni dal lancio, ancora oggi le stime indicano come giochino a Lotro circa 21.455 persone al giorno, con una base di oltre 2 milioni di giocatori totali. Inoltre, a ottobre 2021 la novità è che è in rapida crescita il numero degli streamer su Twitch: questi nuovi canali propongono frequentemente i propri gameplay dedicati a Lotro. Lotro: GundabadCon un’enorme quantità di contenuti disponibili gratis sotto il modello free-to-play e gli aggiornamenti alla grafica DirectX11 che hanno dato al gioco una nuova mano di vernice negli ultimi due anni, Lotro regge ancora il confronto con i molti concorrenti. E nonostante la sua età, The Lord of the Rings Online sta ancora pubblicando nuovi contenuti: un’espansione a tema Gundabad è infatti prevista per il rilascio nel prossimo dicembre, e i contenuti gratuiti rilasciati ora sono probabilmente destinati a riaccendere un più ampio interesse per il gioco.

 

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Lord of the Rings online
– Vai al sito della Turbine
– Vai al sito della Standing Stone Games

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Il 23/9 diffuso The Lord of the Rings: Rise to War

Videogioco: Rise to WarIl 23 settembre sarà disponibile il nuovo videogioco per smartphone dal titolo Lord of the Rings: Rise to War di NetEase Games e Warner Bros. Interactive Entertainment. La data è successivo a un giorno memorabile nella storia della Terra di Mezzo, poiché il 22 settembre è il compleanno condiviso degli Hobbit Bilbo e Frodo Baggins. I giocatori possono pre-registrarsi per Rise to War in questo momento per iOS e Android. La pagina di registrazione consente anche di scegliere in quale fazione militare tra Gondor, Rohan o Mordor, tra gli altri.

Il nuovo videogioco delle Warner Bros

Videogioco: Rise to WarCome annunciato in precedenza, Rise to War è un gioco di strategia mobile ambientato nella Terza Era della Terra di Mezzo. Il gioco mira a essere «visivamente sbalorditivo e completamente fedele», ha affermato NetEase in un comunicato stampa. Presenta «personaggi e luoghi iconici» de Il Signore degli Anelli. È ambientato nella Terza Era, un periodo di 3000 anni culminato con la sconfitta di Sauron alla fine della Guerra per l’Anello. Il videogioco e la prima novità giunta da WB dopo l’interruzione inaspettata nel 2019 della versione mobile di La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra. Mentre quel gioco era ambientato nel periodo di 70 anni tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, il nuovo videogioco sarà probabilmente spostato più avanti temporalmente, nel periodo di tempo prima degli eventi de La Compagnia dell’Anello, utilizzando personaggi e ambientazioni del capolavoro di Tolkien. Saranno così disponibili anche personaggi preferiti dagli appassionati come Aragorn, Elrond e molti altri.
Videogioco: Rise to WarL’editore NetEase Games ha anche pubblicato un nuovo trailer che mostra il gioco. I giocatori acquisiranno il controllo di eserciti per combattere contro le forze di Sauron o combattere eroi che cercano di ottenere l’Anello del Potere. I territori sono tenuti da Fellowships o Warbands. Le compagnie sono composte da uomini di Gondor, Rohan, Elfi di Lothlórien e Nani di Erebor. Mentre le “bande” sono composte da Orchi, Esterling e le forze del Re Stregone di Mordor, Angmar, Rhûn e Isengard. Rise to War sarà basato su diverse stagioni, di cui la prima sarà incentrata sul respingere le forze del male. I giocatori prenderanno il controllo di una fazione di allineamento buono mentre tenteranno di occupare Dol Guldur.
Se si pone l’attenzione sul gameplay, si può scoprire che gran parte di esso si basa su una mappa aperta della Terra di Mezzo in cui si possono vedere estensioni e territori, basata su tessere. Si sa che è un gioco di strategia con una grande componente multiplayer. L’accento è posto anche sui personaggi più importanti della Terra di Mezzo e che sono abbastanza ben progettati, come si può vedere dal trailer. Non mancano gli Hobbit come Frodo e qui c’è un collegamento diretto ai film, di cui naturalmente il videogioco riprende l’estetica. Videogioco: Rise to WarInfatti, Lord of the Rings: Rise to War offre una resa impressionante e molto fedele del mondo immaginario di Arda che presenta alcuni dei luoghi più iconici del franchise e paesaggi diversi, tutti rappresentati all’interno del gioco. Il livello qualitativo del gioco sembra così essere molto alto per un gioco per cellulare.
Se si vuole beneficiare del “pacchetto di benvenuto” Lord of the Rings: Let the Battle Begin, si deve soltanto visitare il sito web e registrarsi inserendo il proprio Paese e la email. Lord of the Rings: Rise to War sarà disponibile per il download come gioco free-to-play con acquisti in-app su App Store, Galaxy Store e Google Play e sarà disponibile per dispositivi IOS e Android.

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito web ufficiale de The Lord of the Rings: Rise to War

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Pubblicato in inglese «La Natura della Terra di Mezzo»

Carl HostetterDopo più di un anno di attesa, esce finalmente un altro inedito di J.R.R. Tolkien, forse l’ultimo dopo la scomparsa di Christopher Tolkien, il figlio e curatore letterario delle opere dello scrittore inglese. Ne avevamo già scritto in due occasioni, per dare la notizia nel giugno 2020 – sfuggita al sito dell’editore Usa Houghton Mifflin, ma poi cancellata – e per la conferma ufficiale dell’uscita del volume e per rivelarne la copertina. Oggi è nelle librerie fisiche anglosassoni e in quelle online The Nature of Middle-Earth a cura di Carl F. Hostetter, lo studioso statunitense a cui Christopher aveva ceduto il materiale per pubblicarlo. In effetti, era una scelta quasi naturale, visto che alcuni dei saggi presenti sono stati pubblicati in passato proprio dallo stesso Hostetter. Il titolo «La natura della Terra di Mezzo» è stato scelto perché il volume contiene gli ultimi testi di Tolkien dedicati sia in senso letterale che metaforico al suo mondo immaginario. Tra i temi trattati ci sono molti saggi dedicati alle lingue elfiche, l’immortalità elfica, i regni di Númenor e Gondor, la natura dei Valar e persino chi potrebbe farsi crescere la barba.

I contenuti

The Nature of Middle-earthA ben guardare, il volume era atteso da molto più tempo, cioè da ben 25 anni. Si tratta, infatti, di un vero e proprio inedito, il primo dalla fine della pubblicazione de The History of Middle-earth. Tutti i volumi successivi per la maggior parte non riguardavano la Terra di Mezzo oppure erano rimaneggiamenti di testi già pubblicati. Così, è corretta la prospettiva di chi parla di questo libro come del tredicesimo volume non ufficiale de The History of Middle-earth. Del resto, la struttura e lo stile enciclopedico del volume, come la vasta gamma di argomenti trattati, ne fanno una lettura perfetta per coloro che hanno apprezzato I Racconti Incompiuti e la stessa History. Andando quindi ad analizzare la lista dei contenuti riportati, si può intuire come in realtà non sarà un libro completamente nuovo: un piccola parte dei testi è già stata pubblicata, infatti. Scorrendo l’indice completo, si può capire come The Nature of Middle-earth contiene molti testi già pubblicati nella rivista Vinyar Tenwgar come la Ósawne-kenta (testo sulla trasmissione del pensiero negli Elfi pubblicato in VT n. 39, pp. 21-34) e Rider to The White Rider (pubblicato in appendice come verso del Koivienémi manuscript in VT n. 27, pp. 40-41). Il primo testo non è un novità per i lettori italiani, perché è contenuto nel volume La Trasmissione del pensiero degli elfi (Marietti editore, 2008, 176 pagine) curato dall’AIST. Lo stesso volume italiano contiene i saggi Notes on Órë e soprattutto Eldarin Hands, Fingers, and Numerals (saggio lungo pubblicato originariamente in VT n. 46-49 dal 2005 al 2007 a cura di Patrick Wynne) che ora in Nature of Middle-earth vedono i testi molto ridotti rispetto alle pubblicazioni precedenti (le parti omesse riguardano quasi interamente brani focalizzati su questioni linguistiche). Anche se il titolo è diverso, Elvish Reincarnation, le riflessioni di Tolkien sulla reincarnazione sono in parte pubblicati in Morgoth’s Ring (pp. 361-366), in parte accennati nello stesso volume (p. 363-364) e in The Peoples of Middle-earth (pp. 390-391). Tutti questi testi, però, sono stati già tradotti in Francia e in Italia, dove è stato pubblicato La reincarnazione degli Elfi e altri scritti Libri: "La reincarnazione degli Elfi"(Marietti editore, 2016, 122 pagine) curato dall’AIST, traduzione del libro francese “L’effigies des Elfes”, a cura di Michaël Devaux con l’assistenza del medesimo Carl F. Hostetter che ora cura il nuovo testo. Lo stesso volume italiano contiene The Númenórean Catastrophe & End of “Physical” Aman. Alcuni estratti denominati “Elvish Time” che erano stati pubblicati da Verlyn Flieger nel suo libro A Question of Time sono stati riportati nel capitolo XXI della prima parte intitolato Notes on Elvish Time-reference: il testo fornito in A Question of Time è fondamentalmente ciò che è chiamato il “Testo 1” da Hostetter. Un altro saggio è Fate and Free Will, la cui pubblicazione in Tolkien Studies: Volume 6 (2009, pp.183-188) è stata curata da Carl F. Hostetter, mentre il saggio Spirit fu curato a pubblicato da Christopher Gilson nel n. 17 della rivista specialistica Parma Eldalamberon del 2007 (qui è il capitolo XII della seconda parte). Altro saggio pubblicato è The Rivers and Beacon-hills of Gondor (testo sulla storia dei fiumi di Gondor edito in VT n. 42, p. 14). Quest’ultimo saggio ha la particolarità di non essere mai stato pubblicato nella sua interezza, sebben parti di esso siano state pubblicate ne I Racconti Incompiuti e le parti rimanenti furono pubblicate su Vinyar Tengwar nel 2001. Il testo sulla rivista era basato su una versione destinata da Christopher Tolkien alla pubblicazione in The Peoples of Middle-earth (il dodicesimo volume della HoME), ma non era poi stato incluso a causa dei limiti di spazio. Quindi, il testo c’è, ma in volumi separati e di difficile reperibilità. Il nuovo libro di Tolkien conterrà anche una moltitudine di testi inediti come quelli che si descrivono in dettaglio le terre, la flora e la fauna di Númenor e le vite dei Númenóreani, di particolare interesse vista l’imminente serie Amazon. In particolare, Of the Land and Beasts of Númenor, di cui Christopher Tolkien ha pubblicato solo una parte ne  I Racconti Incompiuti con il titolo di A Description of the Island of Númenor, ma lo studioso Edouard Kloczko, che ha potuto visionarlo a Oxford, il testo originale di Tolkien è tre volte più lungo. Nonostante tutti questi saggi già noti, però, bisogna precisare che il numero dei testi inediti è di gran lunga superiore (rispettivamente sono 10 editi e 54 inediti) e fornisce uno sguardo dettagliato su una moltitudine di aspetti della Terra di Mezzo, rivelando ad esempio una insospettata propensione di Tolkien per la matematica in un’epoca in cui non esistevano né computer, né calcolatrici per fare i conti più scientifici.
Carl HostetterVisto che tutti i testi già editi sono sparsi tra gli ultimi volumi della HoME e le riviste specialistiche, come scritto non è un caso che il curatore sia Hostetter, che è a capo della Elvish Linguistic Fellowship che cura da anni la pubblicazione di Vinyar Tengwar e Parma Eldalamberon, dedicate appunto agli scritti di Tolkien sulle lingue elfiche e le altre lingue da lui inventate. Lavora come ingegnere informatico per la NASA dal 1985 e ha anche co-curato Tolkien’s Legendarium: Essays on The History of Middle-earth e ha contribuito a Tolkien: Maker of Middle-earth, e diversi numeri dei Tolkien Studies. Hostetter ha poi chiarito: «È vero che La Natura della Terra di Mezzo conterrà del materiale precedentemente pubblicato sulle riviste specializzate; ma la stragrande maggioranza del materiale è inedita».

Qui di seguito il sommario:

Foreword
Editorial Practices
Abbreviations & Conventions
Part One: Time and Ageing
Introduction
The Valian Year
Valinorian Time-Divisions
Of the Time in Arda
Time-scales
Natural Youth and Growth of the Quendi
The Awaking of the Quendi
The March of the Quendi
Eldarin Traditions Concerning the “Awakening”
Time-scales and Rates of Growth
Difficulties in Chronology
Ageing of Elves
Concerning the Quendi in their Mode of Life and Growth
Key Dates
Calculation of the Increase of the Quendi
A Generational Scheme
Note on the Youth of Growth of the Quendi
Generational Schemes
Elvish Ages & Númenórean
Elvish Life-cycles
Time and its Perception
Notes on Elvish Time-reference
A Fragment from The Annals of Aman
A Fragment from The Grey Annals

Part Two: Body, Mind and Spirit
Introduction
Beauty and Goodness
Gender and Sex
Eldarin Hands, Fingers, and Numerals
Hair
Beards
Descriptions of Characters
Mind-Pictures
Knowledge and Memory
Ósanwe-kenta
Notes on Órë
Fate and Free Will
The Knowledge of the Valar
Spirit
The Visible Forms of the Valar and Maiar
Elvish Reincarnation
From The Statute of Finwë and Míriel
Death

Part Three: The World, its Lands, and its Inhabitants
Introduction
Dark and Light
The Primal Impulse
Powers of the Valar
The Making of Lembas
Note on Elvish Economy
Dwellings in Middle-earth
The Founding of Nargothrond
Manwë’s Ban
Elvish Journeys on Horseback
Rider to “The White Rider”
Lives of the Númenóreans
The Ageing of Númenóreans
Of the Land and Beasts of Númenor
Note on the Consumption of Mushrooms
The Númenórean Catastrophe & End of “Physical” Aman
Galadriel and Celeborn
Silvan Elves and Silvan Elvish
Note on the Delay of Gil-galad and the Númenóreans
Note on Dwarvish Voices
Note on the Dwarf Road
From The Hunt for the Ring
The Rivers and Beacon-hills of Gondor

Appendices
Metaphysical and Theological Themes
Glossary and Index of Quenya Terms

Index

 

The Nature of Middle-earthDETTAGLI TECNICI

Titolo: The Nature of Middle-earth
Curatore: Carl F. Hostetter
Editore: HarperCollins Publishers Ltd
Formato: cartonato
Pagine: 400
Data: 2/09/2021
Dimensioni: 149 x 228 mm
Peso: 270 grammi
ISBN: 10 0008440573
ISBN: 13 9780008440572

 

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
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– Leggi l’articolo Nel 2021 uscirà un altro inedito di JRR Tolkien
– Leggi l’articolo La Trasmissione del pensiero degli elfi
– Leggi l’articolo La reincarnazione degli Elfi e altri scritti

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Magic, un’espansione per il Signore degli Anelli

Wizard of the CoastMartedì 24 agosto, durante il Magic Showcase, è stato annunciato che nel 2023 avremo un’espansione di Magic, il più famoso gioco di carte collezionabili, interamente dedicata alla Terra di Mezzo. Questo incontro prende il nome di The Lord of the Rings: Tales of Middle-Earth e si situa all’interno del progetto ideato dalla Wizard of the Coast “Universes beyond”, ovvero espansioni che rendano sulle tanto amate “figurine” i franchise più famosi, spaziando dal cinema ai videogiochi.

Disponibile dal 2023

Lotr MagicApripista di questo progetto è stato il Secret Lair (un piccolo cofanetto acquistabile direttamente dalla casa madre per un breve periodo) di The Walking Dead, che ha dato la possibilità ai collezionisti e ai giocatori di mettere mano su cinque carte esclusive rappresentanti i principali personaggi della serie tv. I fan delle opere del Professore otterranno, invece, molto di più: a differenza della collaborazione con Warhammer 40k, Fortnite e Street Fighter che si limiterà o a Secret Lair o a mazzi precostruiti del formato Commander, il mondo della Terra di Mezzo avrà un trattamento speciale. Come ha fatto con la propria collezione di Dungeons & Dragons, la società ha promesso l’emissione di carte relative al Signore degli Anelli, nonché una vera e propria full immersion nella Terra di Mezzo. La Wizard rilascerà infatti un booster, cioè un’intera espansione legale nel formato Historic e Modern, il più giocato, assieme a quattro mazzi commander oltre che ad alcuni Secret Lair. «Abbiamo tutti questi personaggi con un sacco di retroscena e personalità e ognuno con la propria storia e ora abbiamo la possibilità di metterli sulla nostra Magic Card», ha spiegato l’ingegnere del prodotto Mark Heegen. Lotr Magic«Vogliamo essere fedeli allo spirito dei personaggi e dare loro un piccolo tocco magico». Dal punto di vista grafico, «ci siamo preoccupati di creare una nuova arte che catturi l’essenza dei personaggi, dei luoghi e delle storie della Terra di Mezzo rimanendo fedeli allo stile artistico di Magic. Questa immagine di Gandalf dal set, per esempio, ha gli effetti visivi e la composizione colorata che si trovano in molti mondi di Magic. In Tales of Middle-earth™
miincontrerete la versione di Magic di Gandalf, Frodo, Aragorn, l’Unico Anello e molto altro. Abbiamo prestato molta attenzione a rendere l’esperienza senza soluzione di continuità tra la Terra di Mezzo amata da molti e l’estetica di Magic cara ai fan». L’espansione sarà giocabile non solo su tavolo, ma anche su Magic Online e in Magic: The Gathering Arena. Dal 2023 si potrà dunque assistere a epiche battaglie ai tornei ufficiali tra mazzi contenenti copie di Sauron e copie di Frodo, Gandalf o addirittura dell’Anello Unico! Come tutti i prodotti di Universes Beyond, il set non sarà legale in formato Standard, ma offrirà comunque l’opportunità per la maggior parte delle persone di sperimentare questo mondo immaginario tanto amato dagli appassionati. Si può ora solo attendere l’uscita e intanto pensare a quale identità dei cinque colori di mana appartengano i nostri personaggi preferiti della Terra di Mezzo!

I precedenti

MECCG carte collezionabiliTra i giochi di carte basati sulla Terra di Mezzo, il più famoso e fortunato è stato quello realizzato dalla Iron Crown Enterprises: il Middle-earth Collectible Card Game (MECCG) dal 1995 al 1999. Fu il primo gioco di carte basato sull’universo immaginario di Tolkien, con contenuti aggiunti anche dal gioco di ruolo della ICE, Middle-earth Role Playing Game (Merp). Le carte utilizzate nel gioco presentano opere d’arte originali di una moltitudine di artisti, molti dei quali illustratori di Tolkien di lunga data come John Howe, Ted Nasmith, Angus McBride e Angelo Montanini (il suo Unico Anello è stata la carta più famosa dell’intero gioco). Vincitore di due Premi Origins, vide la pubblicazione di due set base con diverse espansioni e un set specifico per i tornei. La produzione del gioco terminò nel 1999, quando la ICE perse la licenza che consentiva loro di utilizzare i contenuti de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Ancora oggi, MECCG ha una fanbase di giocatori relativamente fedele e attiva.
Decipher carte collezionabiliLa licenza per il mondo di Tolkien fu poi acquistata da Decipher che nel novembre 2001 ha rilasciato The Lord of the Rings Trading Card Game (il cui acronimo è LOTR TCG). Il gioco di carte si basava sulla trilogia cinematografica di Peter Jackson, oltre che sul romanzo originale. Le immagini erano tratte dai film e da personaggi e oggetti prodotti dalla Weta Workshop a partire dal 2004, opere assenti dai film e prodotti anche per l’uso delle loro immagini sulle carte del gioco. Vincitore nel 2012 di due Premi Origins, per il miglior gioco di carte collezionabili e per la migliore presentazione grafica di un gioco di carte, questo gioco di carte vide la pubblicazione di ben 19 set. La produzione del gioco terminò il 30 luglio 2007, quando Decipher decise di non rinnovare la licenza per Il Signore degli Anelli, così la distribuzione ufficiale del gioco fu interrotta. Nonostante la fine delle carte e la chiusura dei server ufficiali, la versione online del gioco continuò ad essere attiva fino al giugno 2010.
ffgAppena un anno dopo, nel 2011, la Fantasy Flight Games ha lanciato The Lord of the Rings: The Card Game. Si tratta di un gioco di carte personalizzabile non collezionabile: come altri giochi di carte della linea “Living Card Game”, prevede la costruzione del mazzo tramite il rilascio di un set base e poi espansioni a un ritmo regolare in modo simile a un gioco di carte collezionabile, ma senza la distribuzione casuale delle carte (le espansioni contengono 40 carte fisse e uguali per tutti). Inoltre, a differenza della maggior parte dei giochi di carte di questo tipo, può essere giocato in solitario o in gruppo. In sostanza, si tratta di un gioco ibrido: un card game cooperativo con un pesante taglio da “gioco da tavola”. The Lord of the Rings: The Card Game ha un seguito attivo, con diversi blog e podcast dedicati a discutere i gameplay, le strategie, la costruzione dei mazzi e a dare notizie su tutte le novità. Oltre il set base, ci sono diversi tipi di espansione: le espansioni deluxe (con tre missioni ciascuna), i 6 Adventure Pack (con 9 missioni per ciclo) e gli Scenari singoli. Le espansioni seguono la storia de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, con un arco temporale che copre i 17 anni tra l’uscita di Bilbo dalla Contea e quella di  Frodo, per poi seguire quest’ultimo. Il gioco è stato tradotto in 10 lingue e nel 2011 ha vinto il premio Best Game Artwork per la Dice Tower Gaming Awards e ha ricevuto diverse nomination ai Golden Geek Awards. Al momento, Fantasy Flight non ha in programma di rilasciare una seconda edizione del gioco, nonostante sia da tempo esaurito. Andrew Navaro FFGInoltre, dopo le ultime pubblicazioni del 23-24 marzo 2020, il gioco ha subito una temporanea battuta d’arresto. Chiacchierando con il pubblico in un livestream di “Ask Me Anything”, Andrew Navaro, responsabile per la Fantasy Flight ha affermato che per Il Signore degli Anelli: Il Gioco di Carte «sono già state pianificate una serie di espansioni che saranno rilasciate in futuro». Il 3 novembre 2020 sono state ristampate alcune espansioni deluxe e Adventure Packs ormai esaurite.

 

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Lo Hobbit con le carte: «Che belle le bustine!»

LINK ESTERNI:
– Vai al sito ufficiale del Wizards of the Coast
– Il sito ufficiale del gioco Il Signore degli Anelli – The living card game
– Il sito ufficiale del gioco in edizione italiana (Giochi Uniti – Stratelibri)

 

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Weatherstock, ecco perché Lotro è migliore

Weatherstock - LotroWeatherstock XIII si è svolto durante il fine settimana scorso e una volta di più è emerso quanto sia stata fantastica la community di Lord of the Rings Online nel corso della vita del gioco. Stiamo parlando de Il Signore degli Anelli Online (LOTRO) che è più di un videogioco, ma anche più di un normale MMO. Tecnicamente LOTRO è un MMORPG, cioè un enorme gioco di ruolo online multiplayer. Lanciato nell’aprile 2007 da Turbine, è ora gestito da Standing Stone Games e ha ancora decine di milioni di giocatori online che ogni giorno vivono l’atmosfera della Terra di Mezzo. I creatori originali del gioco, infatti, si sono presi molta cura di rispettare l’ambientazione de Il Signore degli Anelli durante lo sviluppo. Ciò significa che, durante i suoi viaggi, ogni giocatore può trovare luoghi, città e personaggi famosi resi con precisione dal canone dei libri di J.R.R. Tolkien. Si può visitare Gondor in tutto il suo splendore o semplicemente passeggiare per le strade affollate di Brea. Altra caratteristica importante è il senso di comunità. Ed è di questo a fare la differenza, come ha dimostrato Weatherstock XIII.

I concerti degli utenti

Bilbo Baggins su LotroDurante tutti questi anni, i giocatori hanno potuto esplorare le numerose espansioni del gioco, ma soprattutto partecipare a feste, ricordi, anniversari della natura più varia: dal Tolkien Reading Day alla Festa di Compleanno di Bilbo Baggins, dalla Festa di Mezza Estate fino a visite guidate per ripercorre il libro capitolo per capitolo. Sono stati perfino organizzati  corsi universitari sulla Terra di Mezzo e si è commemorata la scomparsa di Ian Holm, l’attore che ha interpretato Bilbo Baggins nella trilogia di Peter Jackson, e infine si è potuto partecipare al matrimonio di Aragorn e Arwen. Weatherstock è stata una serie di concerti completamente organizzata dai giocatori che si svolge ogni anno sul server Landroval e vede le band salire sul “palcoscenico» sul pinnacolo della torre Arnoriana in rovina di Amon Sul per suonare a loro piacimento. Il concerto, giunto alla sua tredicesima edizione, ha visto le band salire sul palco da mezzogiorno fino alle 17:00 del pomeriggio – il fuso della costa est degli Usa! – per poi prendere parte anche a un afterparty del festival di Brea.
Cop Aragorn Arwen weddingAttualmente, quasi tutti i principali MMO hanno festival alimentati dagli sviluppatori: grandi eventi che danno ai giocatori qualcosa da aspettarsi durante le festività natalizie o tra le principali versioni dei diversi contenuti o espansioni, ma non è così comune vedere eventi di lunga data guidati dai giocatori come Weatherstock superare la prova di tempo. Questo non vuol dire che non esistano altrove, tuttavia non viene in mente alcun evento di questo tipo che sia così amato all’interno della comunità del gioco anche al di fuori del server host. I giocatori di Lotro hanno personaggi creati su Landroval solo per partecipare a questo concerto ogni anno, parcheggiati a Weathertop per assicurarsi che quando si accede siamo già pronti a partire dal luogo dove avverrà il concerto. È una cosa interessante nella comunità Lotro.
Nessuna community, di nessun gioco, è perfetta. Ci saranno sempre i giocatori troll, gli oppositori che non sono mai contenti della direzione del gioco, che passano comunque ore a giocare – eppure non viene in mente alcuna comunità di gioco che metabolizzi così a fondo le tematiche principali e lo spirito del libro originale come fa quella di Lord of the Rings Online.
Weatherstock - LotroUno dei temi principali in tutte le opere di Tolkien è l’idea di comunione: è solo unendo le forze, superando le reciproche diffidenze e stereotipi culturali, che si può giungere alla metà. Il gruppo di avventurieri che è partito nella sua quest verso Monte Fato si chiama ovviamente la Compagnia dell’Anello. L’idea di amicizia, famiglia, compagnia e altro ancora si trova intrecciata in tutte le opere di Tolkien.
Tutti questi valori sono qualcosa che Il Signore degli Anelli Online ha sempre incarnato, tra l’altro, nelle dinamiche del gioco. Le ricompense delle missioni non sono per la personale esaltazione di un personaggio, ma fanno molto per migliorare le persone della regione che si sta aiutando. Se si decide di aiutare Fredegario “Grassotto” Bolgeri nell’affrontare i Crebain nella Terra di Buck, sarà Grassotto che potrà beneficiarne e mangiare finalmente la sua cena. Prendere parte alle missioni iniziali della storia non indirizza necessariamente i giocatori lungo il percorso della Compagnia, ma si ha il compito di aiutare a proteggere i vecchi regni che costituivano il regno settentrionale di Arnor dalla minaccia del Re Stregone di Angmar.
C’è un’avventura in cui tutto ciò che il giocatore fa è letteralmente solo quello di camminare con Frodo fino a Gran Burrone mentre questo personaggio riflette se intraprendere la quest che ne segnerà il destino. Giocando queste avventure si capisce perfettamente lo spirito di base del gioco: non si è dentro la Terra di Mezzo solo per se stessi, si è dentro per le persone della Terra di Mezzo che si trovano intorno al giocatore. C’è fin dall’inizio il senso di comunità che è incarnato nelle dinamiche del gioco.

Weatherstock e le altre utenti

Weatherstock LotroÈ in questo mondo immaginario e videoludico che si inserisce Weatherstock e in generale la comunità che lo circonda, lo organizza, lo vive al meglio ed è questo che rende originale la comunità di Lotro. Si tratta di una celebrazione non solo delle band che salgono sul palco (oltre 20 quest’anno!), ma della comunità nel suo insieme. I giocatori che volontariamente si occupano della sicurezza del luogo in quel periodo, si prendono del tempo libero per scortare i giocatori di livello più basso al concerto, evitando loro di essere uccisi nelle pericolose  Terre Solitarie, non è che la punta dell’iceberg. I membri della community che organizzano il concerto, le band che vi prendono parte per intrattenere, perfino i vari streamer che assicurano che se non si può farlo di persona lo si può seguire da remoto: tutto questo dimostra quanto grande possa essere la comunità di Lotro.
È anche una delle comunità di gioco più generose. Non c’è un giorno in cui si acceda a Lotro e non si trovino altri giocatori che regalano oggetti di valore ai nuovi giocatori o ai vecchi che ricominciano da capo. Questo non è un’esclusiva de Il Signore degli Anelli Online, ma testimonia come la sua comunità incarni veramente lo spirito delle opere di Tolkien.
Weatherstock - LotroWeatherstock e le celebrazioni che lo circondano fanno sentire la comunità stessa come a casa all’interno del mondo che lo scrittore ha scrupolosamente narrato durante la sua vita. Sarà per questo che una delle citazioni più amate di Tolkien è quella pronunciata da Thorin Scudodiquercia mentre (spoiler) giace morente dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti ne Lo Hobbit: «Se più di noi apprezzassero il cibo, l’allegria e il canto al di sopra dell’oro accumulato, sarebbe un mondo migliore». Weatherstock, e la comunità Lotro incarnano sicuramente quella citazione.

GUARDA QUI LO STREAMING

 

IL SIGNORE DEGLI ANELLI ONLINE
Sito ufficiale: Lord of the Rings Online
Studio: Standing Stone Games , precedentemente Turbine / WB Interactive Entertainment; pubblicato da Daybreak Game Company
Data di lancio: 24 aprile 2007
Genere: Fantasy Themepark
Modello di business: Free-to-Play ibrido, cioè gratuito, ma con pacchetti opzionali acquistabili e lo store online
Piattaforma: PC

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Aragorn e Arwen si sposano anche online
– Leggi l’articolo Lord of the Rings Online: più di 10 anni online
– Leggi l’articolo Lord of the Rings Online compie 5 anni e fa regali ai giocatori

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di Lord of the Rings online
– Vai al sito della Turbine
– Vai al sito della Standing Stone Games

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Milano, speciale Tolkien su Radio Statale Twitch

Radio Statale TwitchDomenica 27 giugno non prendere impegni! Dalle 15 ci sarà una live tutta dedicata a Tolkien e più nello specifico al Signore degli Anelli. Lo speciale avrà una durata complessiva di circa tre ore. Lo speciale si dividerà in due parti con ospiti di tutto rispetto: la prima sarà dedicata alle origini della saga del Signore degli Anelli e ai richiami letterari che l’opera dell’autore britannico offre. Questa parte avrà una durata di circa un’ora e mezza. Gli ospiti saranno lo scrittore e socio AIST Wu Ming 4, il professor Carlo Pagetti, già docente di letteratura inglese presso l’Università degli Studi di Milano nonché curatore italiano delle opere di Philip K. Dick oltre che esperto del mondo fantasy. Insieme a loro sarà presente Oriana Palusci, professoressa di lingua e linguistica inglese presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”.
Radio Statale TwitchLa seconda parte, invece, sarà dedicata all’influenza delle opere tolkieniane nella cultura pop contemporanea e vedrà ospiti Lorenzo Laffranchi, membro del gruppo studentesco “Studenti Tolkien UNIMI” e Nicolas Gentile, streamer abruzzese che in provincia di Chieti ha creato un villaggio di ispirazione tolkieniana chiamato la “Contea Gentile”.
La live sarà sulla piattaforma Twitch con la quale ci si potrà collegare semplicemente cliccando sui link che si trovano a fondo pagina.

LINK ESTERNI:
– Vai alla pagina Facebook di Radio statale
– Vai al canale Twitch di Radio statale
– Vai al sito web di Radio Statale
– Vai al profilo Instagram di Radio Statale

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Il Signore degli Anelli, l’economica a settembre

Il Signore degli Anelli: Angoli smussatiLa notizia è confermata. Il 1 settembre 2021 saranno disponibili in libreria in edizione economica volumi de Il Signore degli Anelli, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica e con la consulenza dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. A distanza di quasi due anni, da quel 30 ottobre 2019 in cui vide la luce il primo volume La Compagnia dell’Anello, e dopo l’uscita della splendida strenna natalizia del volume unico con una edizione deluxe, illustrata da Alan Lee e cartonata, si potrà così leggere Il Signore degli Anelli non spendendo molto. L’edizione economica di ogni libro è sempre quella più venduta e quella più diffusa tra i lettori.

La collana dei Tascabili Bompiani

Stand BompianiNata nel 1985, la collana dei Tascabili, collana volutamente economica, raccoglie la lunga tradizione editoriale di Bompiani, proponendo ciclicamente le opere di maggior pregio, i long-seller e i titoli identificativi della casa editrice. È divisa nelle tre sezioni: Narrativa, Saggistica e Varia. Si aggiungono edizioni speciali, rilanci d’occasione, collezioni uniformi delle opere di autori importanti (Moravia, Scurati, Fortunato, Camus, Steinbeck fra gli altri) e serie a tirature limitata, come ad esempio “Anniversario”: sezione della collana che raccoglie nove tra i titoli di maggior successo del catalogo per i novant’anni della casa editrice.
Per quanto riguarda i libri di Tolkien, la casa editrice negli oltre 20 anni da quando detiene i diritti dell’autore, ha pubblicato ben 6 edizioni in tre volumi de Il Signore degli Anelli, per lo più in edizione economica. L’edizione del 2000 di Bompiani, collana I Grandi Tascabili, era in brossura e giustamente motivata dal cambio di editore. Quella del 2002-2003, collana I libri di Tolkien, rappresenta l’unica eccezione, essendo pubblicata in una edizione cartonata Bompiani 2002 di color bianco con sovraccoperta. A seguire, quella del 2005, collana Tascabili Bompiani, aveva l’esigenza di recepire la traduzione riveduta e corretta del volume unico del 2003. In questa edizione, però, erano sparite incomprensibilmente una ventina di righe nel finale del capitolo Molti Incontri. Finalmente, la successiva edizione Bompiani del 2012 in 3 volumi, collana I Libri di Tolkien – I Grandi Tascabili, presenta l’edizione più nota e attualmente conosciuta: in brossura, con gli angoli smussati e copertina nera, realizzata con materiale decisamente molto economico. Questa edizione per i primi anni non conteneva le famose 20 righe mancanti, che sono state re-integrate soltanto a partire dalla sua ristampa dell’ottobre 2014. Questa edizione è rimasta in commercio fino al suo ritiro nel gennaio 2020.

Le “brossure nere” di Tolkien

Bompiani: Collana Tascabili NarrativaAll’interno delle pubblicazioni dei libri di Tolkien, la Bompiani dal 2012 ha introdotto la serie delle cosiddette “brossure nere”: sono volumi in brossura (copertina flessibile) con rilegatura con gli angoli smussati e una copertina con i disegni di Tolkien. Inseriti nella collana dei Tascabili narrativa (qui denominata «Collana I Grandi Tascabili») hanno prezzi estremamente economici, ma con una qualità relativa, soprattutto nei materiali utilizzati per le copertine. Attualmente, la serie comprende venti opere dello scrittore inglese, alcune anche di ottima fattura come le edizioni de Lo Hobbit Annotato e de Le Lettere da Babbo Natale. I tre volumi in edizione economica de Il Signore degli Anelli avranno un prezzo di copertina di 15 euro a volume (mentre i precedenti con la vecchia traduzione costavano 12,50 euro) e c’è molta curiosità sulle copertine, che se seguissero l’originale inglese, potrebbero avere i disegni dello scrittore. Una cosa è certa: questi prossimi volumi manderanno in soffitta l’edizione presente attualmente in libreria, quella con le copertine cosiddette “marziane” che hanno un costo di 24 euro. Seppur cartonate con sovraccoperta e di ottima fattura, la copertina scelta per questa edizione ha sempre destato non poche perplessità tra gli appassionati, perché presenta la scelta bizzarra di una fotografia satellitare della superficie del pianeta Marte. Cosa che, però, non ha impedito di giungere alla terza ristampa.

SCHEDA TECNICA

  • Editore: Bompiani (1 settembre 2021)
  • Autore: J.R.R. Tolkien
  • Titolo: La Compagnia dell’Anello
  • Lingua : Italiano
  • Traduzione di O. Fatica.
  • Anno: Milano, 2021
  • Formato: brossura
  • Copertina: flessibile
  • Dimensioni: 12.8 x 19.8 cm
  • ISBN-10 : 8830105260
  • ISBN-13 : 978-8830105263

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Il Signore degli Anelli, quale edizione leggere?
– Leggi l’articolo Tolkien e le mappe de Il Signore degli Anelli
– Leggi l’articolo Bompiani: le novità tolkieniane ottobre 2019
– Leggi l’articolo La traduzione della Compagnia a ottobre
– Leggi l’articolo Ritradurre Il Signore degli Anelli: l’intervista
– Leggi l’articolo L’AIST raddoppia, al Salone di Torino e col FAI
– Leggi l’articolo Tolkien alla Bologna Children’s Book Fair

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Escono I Quaderni di Arda 2: ordinali subito!

Quaderni di Arda 2A solo cinque mesi dal convegno «Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore», svoltosi all’Università di Trento e online il 30 novembre e 1 dicembre 2020, ecco uscire già gli Atti… E che Atti! Sì, perché il secondo numero della rivista I Quaderni di Arda ne ospita, per così dire, una versione estesa ed arricchita, un po’ come i cofanetti dei film di Peter Jackson. Arricchire e approfondire una tematica da molti punti di vista è divenuta la cifra della nuova rivista, fortemente voluta dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani e con un comitato scientifico d’eccezione (quasi 30 i suoi membri!). Non è quindi un caso che il board della rivista e la cerchia di referenti e collaboratori legati a questo progetto includano sia alcuni dei massimi cultori stranieri della materia, sia gli accademici italiani che a vario titolo hanno partecipato ai convegni su Tolkien nel nostro Paese. Anzi, “la Compagnia” si allarga sempre più!

Tradurre Tolkien, Tolkien traduttore

Quaderni di Arda 2Il lettore, l’appassionato, lo studioso, che voglia oggi approfondire la questione della traduzione delle opere dello scrittore inglese, del suo approccio alla traduzione, delle sue traduzioni, ora ha a disposizione uno strumento completo ed attuale. «Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore», è una perfetta citazione da Samuel Beckett per descrivere l’impresa di tradurre un’opera da un contesto linguistico a un altro; impresa destinata a essere sempre rimessa in discussione e suscettibile di mille alternative, ma proprio per questo estremamente affascinante e utile per tornare all’originale con occhi nuovi. Questo è un punto cruciale, trattato dai diversi saggi della sezione Focus. Le opere di Tolkien sono indagate proprio dai due attuali traduttori italiani di Tolkien, Ottavio Fatica e Luca Manini, i quali si occupano sia dello stile dell’autore sia dell’impresa di tradurlo nella nostra lingua. Quaderni di Arda 2Fanno da contraltare la traduttrice storica del Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli in Finlandia, Kersti Juva, e quella olandese Renée Vink che spiegano anche le difficoltà della poesia tolkieniana. Un’altra decina di contributi – da parte soprattutto di studiosi e accademici – approfondisce la storia editoriale in Paesi come Svezia, Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Ed è indagata anche la traduzione dalla letteratura ad altri mezzi narrativi come le mappe e l’arte. A impreziosire questo numero, è presente la prima traduzione al mondo – con originale a fronte con il permesso di Bompiani – ad opera di Maria Elena Ruggerini, della versione in anglosassone di «Sellic Spell» di Tolkien, racconto in cui lo scrittore inglese narra in prosa le vicende del poema Beowulf. Quaderni di Arda 02Consuetudine inaugurata lo scorso anno sono i saggi “bonus”, contenuti nella sezione Off, che arricchiscono ancor di più la tematica trattata: ecco che in questo numero si vola in Russia con Alena Afanasyeva per smentire un po’ di luoghi comuni sulle opere di Tolkien, avere una storia corretta delle traduzioni e analizzare le tre maggiori pubblicazioni in russo. Un ultimo aspetto poco trattato, ma importante è che Il Signore degli Anelli è una traduzione anch’esso! Tolkien, infatti usò l’espediente di essere solo il “traduttore” del romanzo dalla lingua Ovestron all’inglese moderno – e questo pone una serie molto interessante di questioni come illustra bene Thomas Honegger. Chiude la rivista la sezione Extra, con recensioni dei libri più interessanti pubblicati in Italia e l’anteprima di uno studio delle poesie di Tolkien su l’Uomo della Luna. Insomma, un volume cartonato di ben 315 pagine (35 euro, 2021) ricco di contenuti, bonus ed extra! Per averlo si può andare sul sito della casa editrice per avere a casa una copia che sarà inviata direttamente al proprio indirizzo.

L’Indice de I Quaderni di Arda #2:

TOLKIEN E LA TRADUZIONE

– Roberto Arduini Editoriale: La traduzione come utopia e come dilemma

SEZIONE FOCUS

– Ottavio Fatica Fidarsi del racconto: ritradurre il Signore degli Anelli

– Luca Manini Nell’officina di Tolkien: tra avventura e quest

– Maria Elena Ruggerini Sellic Spell: una fiaba bilingue di J.R.R. Tolkien

– Marco Picone Il nome della mappa: traduzioni cartografiche del mondo di Tolkien

– Renée Vink Allitteration, rhyme, metre: The Toll of Translating Tolkien’s Poems, a personal account

– Alessandro Fambrini Piccoli Hobbit non vanno alla guerra: il caso tedesco

– Kersti Juva Translating Tolkien Into Finnish

– Roberta Tosi L’arte di Tolkien: segni e di-segni per tradurre la Terra di Mezzo

– Fulvio Ferrari Tolkien in Svezia: le traduzioni in svedese di The Lord of the Rings

– Roberta Capelli Decir quasi the same chose. Letture parallele del Signore degli Anelli

SEZIONE OFF

– Thomas  Honegger L’Ovestron tradotto in inglese moderno: i traduttori e la rete di
linguaggi tolkieniana (trad. a cura di Cristina Arnaboldi e Alberto Ladavas)

– Alena Afanasyeva Il Signore degli Anelli in russo: traduzioni a confronto

SEZIONE EXTRA

– Wu Ming 4 Recensione di Catherine McIlwaine, Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo e Tolkien. I Tesori (Mondadori, 2020)

– Roberta Tosi Recensione di Andrea Piparo, I Popoli di Arda (Eterea edizioni, 2019)

– Tania Todeschi L’Anteprima: «Qual meteora, quella notte, venne giù»: Tolkien e L’Uomo nella Luna vittoriano

ORDINA QUI IL LIBRO!

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– – Leggi l’articolo Tre nuove interviste su I Quaderni di Arda
– Leggi l’articolo The Italian Way: nascono I Quaderni di Arda
– Leggi l’articolo Esce Tolkien e i Classici anche in inglese!
– Leggi l’articolo Santi Pagani, quante recensioni all’estero!
– Leggi l’articolo Tolkien e la letteratura il resoconto di Trento
– Leggi l’articolo Patrick Curry arriva in Italia con 3 incontri
– Leggi l’articolo Tradotto in inglese Tolkien e la Filosofia
– Leggi l’articolo La Falce Spezzata pubblicata inglese!

LINK ESTERNI:
– Vai al sito di I Quaderni di Arda

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Biblioterapia, al via un corso su JRR Tolkien

L'Arte di TolkienIl 25 aprile prenderà l’avvio sul sito web dell’Accademia di Biblioterapia Italiana il primo corso e-learning asincrono, dedicato al Professore, dal titolo L’universo nascosto di Tolkien. Un progetto innovativo che mi vede anche coinvolta personalmente accanto ad altre figure professionali che esploreranno l’universo tolkieniano. Per presentarvi quest’iniziativa ho pensato che fosse meglio lasciar parlare il suo stesso ideatore: il prof. Marco Dalla Valle, esperto di biblioterapia, consulente e formatore; fondatore del sito web di biblioterapia e dell’Accademia online di biblioterapia e tecniche narrative; Membro del consiglio direttivo del centro di ricerca dipartimentale di Scienze umane presso l’Università di Verona, Asklepios. Filosofia, cura, trasformazione.

L’intervista

Marco Dalla ValleCaro Marco, intanto fammi dire che sono davvero contenta di far parte di questo tuo progetto ma puoi spiegare agli amici che ci leggono com’è nata l’idea? «Tutto è nato da un’esperienza svolta nei primi anni in cui ho cominciato a occuparmi di Shared reading e Biblioterapia. Dovevo creare un’attività in cui coinvolgere alcune persone che avevano in comune l’interesse per Il Signore degli Anelli. Ho quindi costruito un laboratorio in cui ho coinvolto alcuni lettori di Tolkien molto appassionati per poter inserire poi questi soggetti. Io non conoscevo l’opera e mi sono messo in lettura: mi si è aperto un mondo. E non ero solo. Ho lavorato con Emiliano Martinelli e la sua arpa, che mi hanno permesso di guardare la letteratura tolkieniana con occhi diversi e increduli. Lo stupore è poi aumentato quando ho iniziato a lavorare nel gruppo. Le persone che partecipavano ai laboratori erano in grado di portare il loro amore per la Terra di mezzo e disquisire su argomenti differenti, rimanendo legati alla trama e, allo stesso tempo, portando la propria opinione sugli argomenti più vari in modo insolito, ma efficace. Quello a cui ho assistito quell’anno è rimasto impresso nella mia memoria, ma si è risvegliato quando ho incontrato Sarah Zama, che ha iniziato a parlarmi di Tolkien. Conosci Sarah e sai quanto è appassionata e preparata, un binomio che ritengo inscindibile. Poi ho incontrato te, che porti un patrimonio di conoscenza unica nel suo genere e sono andato a parlare con Emiliano, che aveva portato avanti i suoi studi musicali senza mai dimenticare l’amore per Tolkien. Pensandoci, siamo una sorta di Compagnia dell’Anello, persone che durante un percorso si sono incontrate e hanno deciso di unire le proprie forze. La nascita di questa idea non poteva generarsi sotto migliori auspici».

lettura - Rohirrim 2017Il progetto esattamente com’è articolato? «Nel 2020 ho aperto l’Accademia online di biblioterapia e tecniche narrative, uno spazio dove si acquistano corsi in e-learning asincrono, ovvero composto da lezioni registrate, materiali di consultazione, test di apprendimento, il tutto da utilizzare in modo autonomo. Se la dicitura biblioterapia è la prima citata, tecniche narrative è il vero fulcro di questo spazio formativo. L’idea è di spingere su una formazione che vada oltre il nozionismo, ma alimenti l’entusiasmo al pari delle informazioni da apprendere. Le videolezioni sono volutamente corte (15 minuti circa) per mantenere alta la concentrazione; i materiali e i link a cui accedere sono ricercati non solo per la loro pertinenza, ma anche per la curiosità che suscitano. È un’operazione non semplice, ma credo sia indispensabile curare le modalità di fruizione quanto i contenuti e non solo in un corso come questo, ma in tutta la formazione in generale. Il corso sarà diviso in quattro moduli, ognuno in grado di coprire un ambito specifico: shared reading, arte, musica e letteratura (analisi del testo e biografia dell’autore). Ci sarà la possibilità di acquistare l’intero corso oppure il singolo modulo. La materia tolkieniana è molto vasta e per questo il corso in uscita il 25 marzo è considerabile un introduttivo in quanto prepara il terreno intellettuale per entrare in un ambito più approfondito. Questa divisione si è resa necessaria perché in fase di creazione dei moduli ci siamo resi conti dell’immensità della materia che non doveva ostacolare la facilità di apprendimento. Stiamo già pensando all’uscita del corso progredito».

Sarah ZamaChi sono i docenti che hai coinvolto (a parte la sottoscritta ovviamente)? «Siamo tutti esperti della materia che andiamo a trattare. Esperti e appassionati. Sai bene quanto insista, visionando le registrazioni di tutti, sulla trasmissione dell’entusiasmo. Chi ama Tolkien entra nel suo mondo, le nozioni valgono solo se arricchite da un sentimento di partecipazione. Sarah Zama è senz’altro entusiasta, riesce a dare il meglio di sé nelle discussioni informali, mi stupisce sempre per la sua competenza e la continua ricerca di nuove conoscenze e punti di vista degli esperti. So di sfinirla con le mie spinte a essere più naturale in video, ma desidero, per chi utilizzerà il suo modulo, sia percepibile anche questo suo pregio, oltre che le tantissime cose che ha da trasmettere. Il fatto poi che Sarah sia da una parte lettrice del testo in lingua originale e delle nuove edizioni italiane e, allo stesso tempo, un’appassionata studiosa delle ultime ricerche su Tolkien, fa di lei una docente ideale. Sarah non ha un titolo accademico specifico e mi stupirebbe il contrario: una visione così vasta, eppure approfondita e coinvolgente, non è assolutamente pensabile nel mondo delle specializzazioni cui siamo abituati. Emiliano MartinelliEmiliano Martinelli, seppure si occupi dell’opera tolkieniana da un punto di vista musicale, non è meno appassionato di Sarah. La sua conoscenza del Signore degli Anelli risale a quando era bambino. Suo padre si metteva accanto a lui la sera con il tomo tra le mani e ognuno leggeva una frase, alternandosi. Erano i primi anni di scuola di Emiliano e imparare a leggere su un libro simile è un privilegio che non credo sia di molti. Anni dopo ha scelto come strumento musicale l’arpa e c’è da chiedersi quanto sia stato condizionato da quel primo imprinting. Non lo sapremo mai. È certo, invece, che il suo diploma in canto e quello in musicoterapia (entrambi conseguiti al Conservatorio di Verona) sono stati i presupposti per la sua indagine riguardo le possibilità che la letteratura tolkieniana potesse avere voce e musica non solo per iscritto. È colmo di canzoni Il Signore degli Anelli, così come di musica, che viene continuamente citata. Lavoro con Emiliano da undici anni e ho svolto tantissime letture espressive ad alta voce al suono della sua arpa. Pochi sanno che l’emozione che ne può nascere è in grado di smuoverti l’anima, di proiettarti lungo le strade della Terra di mezzo. In quell’ora in cui accade, tutto il resto del mondo scompare. E quel tipo di lettura può essere svolta anche nei gruppi con risultati del tutto particolari. Roberta TosiPoi ci sei tu Roberta. Anche il nostro incontro per me è stato illuminante. Confesso che non avevo idea che ci fosse un nesso tra arte e Tolkien. Quando ti ho ascoltato la prima volta sono stato colpito dalla tua voce, che amo moltissimo, e dalla tua capacità di accompagnare l’ascoltatore delle tue conferenze con delicata precisione. Si sente pienamente la tua competenza di storica dell’arte e altrettanto la tua dedizione a Tolkien: come avrei potuto rinunciare alla tua collaborazione? Poi ho letto il tuo libro L’arte di Tolkien e mi si è aperto un mondo. Il fatto che tu paragoni il tratto di Tolkien a quello di altri autori riesce a collocare tutto il materiale tolkieniano su un orizzonte ampio, oserei dire universale. Il soggetto narrato e il colore tracciato dall’autore diventano un tutt’uno, rendendo la Terra di mezzo realmente colorata. Il modo in cui ti poni mentre spieghi la tua materia è magistrale e caloroso allo stesso tempo, dote che nell’insegnamento si trova di rado. Infine, ci sono io in questo team di docenti che mi occupo di Shared Reading e Biblioterapia da dieci anni, dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne e contemporanee, scoprendo che esiste la possibilità di utilizzare i libri come forma di sostegno e crescita personale in diversi ambiti. È sorprendente continuare a osservare come la letteratura, l’arte e la musica possano trasformarsi in una risorsa che ci arricchisce continuamente. Non parlo di un ambito psicologico o psicoterapeutico, ma del potere catartico dei libri in cui ci si può perdere per tornare poi nel mondo reale migliori di prima. E i lettori di Tolkien sanno bene che questo è vero».

Letture al "Tolkien Reading Day" a RomaCosa si deve aspettare chi vuole iscriversi a questo corso? «Innanzitutto, chi deciderà di iscriversi non dovrà temere di non essere in grado di comprendere le esposizioni anche se nuovo alla materia, anzi. Coloro che utilizzeranno il modulo di letteratura e biografia di Tolkien vedrà con occhi nuovi le tante pagine del tomo viste fino ad allora come minacciose. Per i più esperti ci sarà la possibilità di scoprire nuove chiavi di accesso per la comprensione del testo nei diversi moduli, osservandolo da punti di vista inusuali.
I potenziali corsisti sono di due tipi: i professionisti che vogliono utilizzare la letteratura tolkieniana nella loro attività professionale e gli appassionati desiderosi di conoscere nuovi aspetti dei libri tanto amati. In entrambi i casi, l’accesso ai contenuti non troverà ostacoli. Stiamo anche studiando un modo per permettere un contatto con i docenti in caso i corsisti avessero bisogno di chiarimenti e delucidazioni. Per onestà intellettuale devo però ammettere che tra i tanti appassionati di Tolkien, che già hanno svolto percorsi di studio anche personale, potrebbero talvolta semplicemente vedere confermate e approfondite le proprie conoscenze.

Anello lettura libroÈ molto bello il termine inglese “shared reading” per un tolkieniano perché implica una condivisione che quando parliamo delle opere del Professore viene quasi naturale. Questa “lettura condivisa” come si può applicare a un corso come questo? «Shared reading e Biblioterapia sono sinonimi. Ma mentre il termine Biblioterapia si presta a fraintendimenti, Shared reading chiarisce il fulcro del metodo: condividere brani letterari o interi libri per dare vita a una discussione. A questo va aggiunta la necessità di farlo avendo un obiettivo specifico. Un insegnante potrebbe voler discutere di integrazione alla propria classe mostrando il legame di rispetto nato tra Legolas e Gimli. Ci sono porzioni di testo adatti a essere utilizzati per aprire una discussione, che può portare davvero lontano. I legami con gli altri personaggi potrebbero condurre verso ulteriori argomenti e starà all’insegnante decidere se vorrà toccarli o meno. Ma la Shared reading può essere applicata anche mescolando registri narrativi diversi. Invece di partire da un brano, si potrebbe iniziare da un disegno di Tolkien, collegarlo con un suo testo ed entrare nelle argomentazioni da una di queste porte sorprendenti, che gli studenti non si aspetterebbero, mantenendo alta l’attenzione. Ma questo esempio si limita all’ambito scolastico. Pensiamo ai gruppi di crescita personale per gli adulti, dove mescolare persone che conoscono Tolkien e altri che lo scoprono per la prima volta. La possibilità di condividere il testo da solo o insieme a musica e arte può diventare uno spazio rigenerante per tutti i partecipanti. Considera che nella Shared reading hanno un’importanza fondamentale anche le dinamiche di gruppo. Condividere le proprie impressioni e ascoltare quelle degli altri innesca un processo virtuoso che può portare davvero lontano. La mia esperienza con i gruppi di Shared reading mi ha insegnato che le persone difficilmente trovano spazi esterni dove la letteratura non sia troppo intellettualizzata o, dal lato opposto, banalizzata e resa fine a se stessa. Nei libri le persone cercano di capire meglio se stessi e possono scrutare il mondo da un altro punto di vista. Guardare il mondo dalla Terra di mezzo è un’esperienza davvero interessante. E farlo insieme ad altri diventa un viaggio unico e irripetibile».

Punto LetturaNell’homepage del sito web troviamo questo motto: “Perché leggere ti cambia la vita”. Credo che un appassionato di Tolkien sappia esattamente ciò di cui parli. Tolkien è uno di quegli autori che ti fa guardare alla realtà da un altro punto di vista e che, quando lo incontri per davvero, la vita te la cambia. In fondo questo fa l’arte. Musica, pittura, letteratura… hanno questa forza: scuotono la vita. Ecco io userei molto questa parola più che il termine “cura” che tu giustamente usi tra le virgolette. Cosa ne pensi? «C’è un problema lessicale fraintendibile nella parola “cura”. In inglese abbiamo “to cure” e “to care”. Il primo lemma indica il curare in senso riparativo e medico mentre il secondo si rivolge al prendersi cura, lo stare accanto. Ecco, un libro ti sta accanto, si prende cura di te, ti aiuta, ti sostiene, ti mostra possibilità di risolvere problemi a cui non avevi pensato, genera oasi di tranquillità in cui immergersi. Siamo talmente abituati a medicalizzare qualsiasi attività in grado di farci star bene che dimentichiamo come la letteratura e le arti esistano indipendentemente dalla medicina. L’utilizzo della letteratura e dell’arte come forma di benessere risale ad Aristotele. Questo dimostra quanto sia antica l’idea di avvalersi dei libri, della scultura, della pittura e della musica per rigenerarci. La Shared reading e la biblioterapia possono essere utilizzate anche in ambiente sanitario e ti confesso che mi piacerebbe pensare che negli ospedali potrebbero esserci disegni di Tolkien alle pareti e i suoi libri sui comodini dei pazienti, ma temo che questa realtà sia ben lontana dal realizzarsi».
Volume unicoC’è un’ultima cosa che vorresti aggiungere a chi ci sta leggendo? «Vorrei dire ai lettori di lasciarsi entusiasmare dai libri, e le opere di Tolkien non fanno eccezione. Il timore di affrontare un testo, talvolta complesso o corposo, allontana i lettori meno arditi. Serve coraggio per affrontare certe opere letterarie, ma il bello dei libri è che non si corre nessun rischio. Posso iniziare un libro e mollarlo se non fa per me. Questa certezza mi fornisce un’opportunità: di scoprire che quel libro, invece, è fantastico e che nasconde tesori inaspettati. Per questo corso auspico un effetto collaterale: che qualcuno vedendolo in rete decida di non iscriversi, ma rimanga incuriosito a tal punto da fargli prendere coraggio e decidere di leggere quel libro che porta con sé letteratura, arte e musica. Forse leggerà solo qualche pagina, o forse l’intero Legendarium, ma non importa: una mente che si affaccia alla Contea non può lasciarla senza mantenerne in sé una parte».

Roberta Tosi

Pubblicati nuovi libri sulle opere di Tolkien

La fine dell’inverno sta portando l’uscita di una serie di volumi dedicati a J.R.R. Tolkien e al suo mondo immaginario. Si tratta di pubblicazioni molto interessanti perché in parte mancavano ormai da molto tempo dagli scaffali italiani, in parte gettano nuova luce sulle opere del professore inglese. Ci saranno tre novità dopo l’uscita di Leggiamo insieme il Signore degli Anelli di Paolo Nardi (Fede & Cultura, € 17) e della graphic novel Tolkien, Rischiarare le tenebre per ReNoir Comics (80 pp., 19,90 euro), e in attesa che La via per la Terra di Mezzo di Tom Shippey sia ristampata dalla casa editrice Marietti (31 marzo 2021).

I Mondi di Tolkien

La Mondadori Vault ha appena pubblicato il volume di John Garth, uscito lo scorso anno in inglese e ora tradotto da Stefano Giorgianni, socio AIST. L’autore è uno dei più importanti studiosi di Tolkien, autore di Tolkien e la Grande Guerra. La soglia della Terra di Mezzo (Marietti, 2007) e Tolkien at Exeter College (Exeter College, 2014), oltre a essere socio onorario della nostra Associazione. Il libro è un vero e proprio tour de force visivo alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato l’autore de Il Signore degli Anelli nella creazione dell’universo narrativo della Terra di Mezzo. Le centinaia di illustrazioni contenute comprendono disegni dello stesso Tolkien, contributi di altri artisti, immagini d’archivio e fotografie di paesaggi attuali. La ricognizione degli ambienti che hanno influenzato l’ispirazione tolkieniana spazia in tutte le direzioni attraverso la Gran Bretagna, soffermandosi soprattutto presso le Midlands occidentali e presso Oxford, autentici archetipi dell’immaginario di Tolkien. Garth identifica gli “originali” dai quali hanno preso vita Hobbiton, la valle degli Elfi di Valforra, le Caverne Sfavillanti del Fosso di Helm, e ogni altro elemento che compone la Terra di Mezzo: montagne, foreste, fiumi, laghi e scogliere. Il volume rivela le interconnessioni tra i viaggi di Tolkien, le sue letture e la sua immensa cultura come professore a Oxford. Garth attinge alla profonda conoscenza della vita e dell’opera tolkieniane per gettare luce sul suo processo creativo, confutare alcuni frequenti luoghi comuni relativi alle fonti di ispirazione della Terra di Mezzo, e portare invece prove a sostegno delle proprie tesi.
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L’Atlante della Terra di Mezzo

Atlante Terra di MezzoLa nuova edizione de L’Atlante della Terra di Mezzo giunge quasi venti anni dopo dall’ultima pubblicazione italiana ed era ormai un oggetto introvabile. L’autrice, Karen Lea Wynn Fonstad, era una geografa specializzata in cartografia che ha analizzato la Terra di Mezzo come se fosse vera portando a termine un lavoro enorme di ricerca e analisi degli scritti di Tolkien: ogni mappa è preceduta da una descrizione attenta e precisa, vengono analizzati tutti i continenti di Arda nelle quattro Ere e le trasformazioni avvenute. Centinaia di diagrammi e cartine a due colori prendono in esame i viaggi dei protagonisti giorno per giorno, le battaglie, i castelli, le foreste, le regioni estreme, la morfologia dei luoghi, i climi, la vegetazione e gli insediamenti. Le splendide mappe sono in parte basate su quelle di Tolkien, in parte ricostruite in base – oltre le opere maggiori – soprattutto al Silmarillion, I Racconti Perduti e I Racconti Incompiuti che sono i libri più complessi per la geografia che descrivono. Bellissime, per esempio, la pianta di Minas Tirith, la pianta di Gondolin e la sezione della Finestra del Tramonto (Henneth Annûn). Atlante della terra di mezzoL’edizione attuale mantiene la traduzione di Isabella Murro, rivista con la collaborazione di Giampaolo Canzonieri (AIST). Nei capitoli relativi a un’opera sono stati usati i nomi di quell’opera. Nelle parti generali è stata usata la traduzione di Fatica. Purtroppo però il volume non è esente da pecche. Le mappe non sono tradotte in italiano, mentre i termini nel testo lo sono e anche se alla fine del volume c’è una tabella di conversione inglese/italiano, la cosa lascia i lettori sconcertati. La stessa qualità della mappe è mediocre, se confrontate all’edizione inglese. Sarebbe stato meglio realizzare le mappe di nuovo in italiano: sarebbe sicuramente stato un lavoro lungo, ma il volume l’avrebbe meritato.

Canti e preghiere della Terra di Mezzo

canti e preghiere Fontana«Se già non lo fai, prendi l’abitudine di pregare. Io prego molto (in latino): il Gloria Patri, il Gloria in Excelsis, il Laudate Dominum; il Laudate Pueri Dominum (a cui sono particolarmente affezionato), uno dei salmi domenicali; e il Magnificat; anche la Litania di Loreto (con la preghiera Sub Tuum Praesidium). Se nel cuore hai queste preghiere non avrai mai bisogno di altre parole di conforto… ». Basterebbe anche solo questa esortazione rivolta al figlio Christopher a svelare la profonda religiosità di Tolkien, già sapientemente messa in luce da vari autori e saggisti. Canti e preghiere della Terra di Mezzo è la nuova opera di Roberto Fontana, appassionato lettore di Tolkien, noto sia in Italia sia all’estero come autore e saggista di fantasy. Calligrafo egli stesso, esperto delle lingue e delle calligrafie della Terra di Mezzo, l’autore si è cimentato nella versione in elfico di alcuni famosi canti natalizi e preghiere, molti dei quali tradotti per la prima volta da lui stesso. Roberto FontanaNon solo: all’interno si potranno trovare due poesie originali che trattano la mistica della Terra di Mezzo; una di queste, Il Lamento per i due Alberi, è stato anche il testo di base per un brano musicale in Quenya cantato dal gruppo SILME, corredato da un suggestivo video. Il libro è prevendita fino al 15 Marzo con lo sconto del 50%. Si può compilare il modulo on line allegato e per ricevere il volume a casa con la dedica in elfica autografata dall’autore.

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Riviste, un nuovo numero per Other Minds

Sessione di gioco di ruolo [Da Wikipedia]È stato appena pubblicato il numero 24 della storica rivista Other Minds. Nata nel 2007, è edita da Thomas Morwinsky e Hawke Robinson. I due erano a loro volta collaboratori della precedente rivista Other Hands, che aveva iniziato la sua avventura nell’aprile del 1993 per concludersi nel luglio del 2001, dopo ben 34 numeri e quasi dieci anni di attività. Edita da Chris Seeman, altra figura storica tra gli appassionati tolkieniani made in Usa, la rivista era dedicata a tutto ciò che riguardava Merp, cioè il Middle-earth Role Playing, pubblicato dalla Iron Crown Enterprises (ICE), che poco prima del 2000
Cover 24 Other Minds magazineaveva perso i diritti di pubblicazione di storie e giochi legati al mondo di J.R.R. Tolkien. Stiamo parlando di giochi di ruolo ispirati al Signore degli Anelli e alla Terra di Mezzo, che esplosero in Italia negli anni Ottanta e Novanta alimentando la passione dei lettori di Tolkien in tutto il mondo.
La speranza dei redattori è cercare di colmare le lacune lasciate dalla perdita di Other Hands, ICE Quarterly (sezione MERPS) e altre pubblicazioni cartacee ed elettroniche che sono andate e venute nel corso degli anni, che hanno contribuito ad alimentare una comunità di gioco focalizzata sulla passione per la Terra di Mezzo e nei suoi dintorni. Ce ne eravamo già occupati in un precedente articolo. Lo scopo dell’attuale pubblicazione è fornire materiale e contenuti agli appassionati tolkieniani di ogni genere, utilizzando qualsiasi sistema di regole desiderino. Sono presi in considerazione tutti i sistemi: quelli per Cubicle 7: The One Ring, Adventures in Middle-earth (D&D 5e); Cover Merpper Decipher: Lord of the Rings Role Playing Game; per Iron Crown Enterprises: Middle-earth Role Playing Game (1 & 2 edizione), HARP or Rolemaster Game System (adattato); quelli per Dungeons & Dragons adattati alla Terra di Mezzo, Ambarquenta, Hitherlands; per Columbia Games: Hârnmaster (adattato); Runequest (adattato). La rivista rimane imparziale fra i diversi GdR, creando principalmente materiale utile per qualsiasi sistema, pur mostrando spesso analisi e meccaniche dei vari GdR ambientati nella Terra di Mezzo. I contenuti sono senz’altro utili per tale scopo, ma non si limitano a quello, fornendo così preziosi spunti a qualsiasi lettore appassionato del mondo di Tolkien.

Un entomologo coi dadi in mano

Thomas MorwinskyThomas Morwinsky, editore della rivista, è autore di una serie di avventure di gioco di ruolo nella Terra di Mezzo e di contributi per la rivista Other Hands contribuendo con più di mezza dozzina di opere dal 1999 al 2001. Più recentemente ha scritto molti articoli per Other Minds. Nato nel 1967, Morwinsky si è laureato con un dottorato in entomologia nel 2002. Lavora per le forze armate del governo tedesco come entomologo del governo dal 2003. È sposato dal 2004. Ha iniziato a giocare di ruolo nella Terra di Mezzo nel 1987. È stato Game Master per Merp e Role Master dal 1988 a circa il 1999. È anche il progettista di diverse meravigliose mappe su larga scala e altamente dettagliate ambientate nell’universo immaginario di Tolkien, inclusa la mappa su larga scala più dettagliata del Númenor di Tolkien mai realizzata. Attualmente risiede a Monaco, in Germania, e fa parte dello smial locale (Tolkien Stammtisch München) della Deutschen Tolkien Gesellschaft.

L’ultimo numero

Cover 24 Other Minds magazineEcco il contenuto del numero 24 recentemente pubblicato. Questa volta , accanto alle consute rubriche ci sono moltissimi contributi esterni, contribuendo così alla realizzazione di una rivista di ben 77 pagine che è stata pubblicata senza ritardi. È da notare la caratteristica di questo numero è la quantità e la diversità delle avventure che mostra le molte sfaccettature della Terra di Mezzo senza sacrificare nulla dell’ambientazione. L’illustrazione di copertina è ad opera di Jenny Dolfen e mostra il grande marinaio Eärendil che tiene in braccio sua moglie Elwing (ancora in forma di uccello) e che guarda fuori dalla sua nave Vingilot verso le Terre Immortali. L’immagine può essere trovata nel libro del 2014 Songs of Sorrow and Hope – The Art of Jenny Dolfen. Il numero 25 è previsto per la fine di giugno 2021.
1. Editoriale
Alcune divagazioni del tuo editore sull’attuale numero e altre cose correlate.
2. The Road Goes Ever On
Cosa c’è là fuori di interessante per quanto riguarda i giochi di ruolo legati a Tolkien e alla Terra di Mezzo.
3. Informazioni Privilegiate
Alcune informazioni (recenti e meno recenti) sulle cose che riguardano la rivista.
4. Blood in the Waters di Christoph Hardebusch
Una breve avventura per una compagnia di principianti ambientata nel Rhovanion. Questo scenario ha lo scopo di mostrare ai personaggi principianti le meccaniche e i temi di base del gioco e si adatta perfettamente a The Marsh Bell dal regolamento di TOR, rendendo l’inizio ancora più facile. Questo non è l’unico contributo dell’autore a questo numero e altri sicuramente ci saranno nei prossimi numeri della rivista.
5. La Quarta Era della Terra di Mezzo di Viel Nast
Questo è uno strumento prezioso per adattare le campagne durante la Quarta Era. Si tratta di un breve schema che riprende il tema di un precedente numero di Other Minds (il numero 9) e vi aggiunge una nuova prospettiva. La Quarta Era con la sua storia non scritta (e quindi le possibilità di giochi di ruolo, costruzione di mondo e fan-fiction) ha sempre affascinato i fan della Terra di Mezzo. Si può anche contattare l’autore per qualsiasi domanda o suggerimento!
6. Ravens and crows di Thomas Morwinsky
Alcune riflessioni su come Tolkien ha sviluppato questi uccelli per la Terra di Mezzo. I lettori che conoscono gli articoli del direttore della rivista sanno bene del suo particolare interesse per gli aspetti che contribuiscono alla costruzione realistica del mondo immaginario inventato da Tolkien. Questo articolo potrà dare alcune idee per le campagne di gioco di ruolo e mira a spiegare come e perché Tolkien sia giunto alle soluzioni che si trovano ne Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.
7. TOR Guide to the Lands of Lindon di Andrew Laubacher
Una breve panoramica di Lindon e della sua gente da utilizzare con TOR. L’autore ha ben tre contributi per questo numero, tutti ambientati nell’Eriador occidentale o nel Lindon in questo caso. Sebbene TOR abbia avuto un manuale per l’area di Brea, la Contea e il Lindon non sono ancora coperti da guide geografiche. Ciò potrebbe cambiare in futuro con nuove pubblicazioni di Fria Ligans, ma intanto Laubacher presenta una visione molto utile e suggestiva da utilizzare con TOR che descrive questo affascinante regno elfico nell’ovest della Terra di Mezzo nordoccidentale.
8. Le sorelle e il mare di Andrew Laubacher
Una breve storia sulle avventure di tre sorelle Hobbit oltre i confini della Contea. Sulla scia del contributo precedente, Laubacher presenta una storia basata su una piccola nota di Tolkien (controllate l’albero genealogico dei Tuc nell’Appendice B de Il Signore degli Anelli!) e intreccia intorno ad essa un racconto fantastico! Questo è il tipo di immersione e di costruzione del mondo che noi – e siamo sicuri anche molti di voi – amiamo di più!
9. The Haunted Lake – A Shire Adventure di Andrew Laubacher
Infine, ecco la terza proposta di Laubacher per questo numero. Si rimane sempre nell’Eriador con un’avventura incentrata su degli Hobbit oltre i confini settentrionali della Contea. Le avventure sono al centro di tutti i giochi di ruolo, indipendentemente dall’ambientazione. E avere avventure sempre più varie per la Terra di Mezzo è sicuramente meglio.
10. Of Ghosts and Goblins di Christoph Hardebusch
Questo numero è piuttosto ricco di avventure e lo è anche il secondo contributo di Hardebusch. Si tratta di un’avventura molto più leggera, breve e spensierata sempre nel Rhovanion, adatta come breve intermezzo. Può essere adatta per una piccola uscita prima di una nuova campagna o uno scenario tra due sezioni più grandi di una campagna in corso.
11. A Mass Abduction – Ravens in the North di Andreas Erdmann
Questa è la prima avventura di una serie, si spera, incentrata sulla trama di Gorlanc lo Stregone come delineata nella panoramica “Ravens in the North” del numero 23. Getta le basi per il coinvolgimento degli avventurieri nelle trame di Gorlanc e nei possibili modi per farlo. Presenta una trama piuttosto sinistra, un po’ diversa dai soliti nemici ovviamente malvagi come orchi, troll ecc., rendendo le scelte più difficili e meno nette. Questa avventura è molto promettente se si pensa alle prossime puntate di una campagna che introduce i personaggi nella pericolosa trama che cresce nell’antica Angmar. La loro missione è contrastare questi piani e proteggere il Nord da una grande minaccia.

SCARICA QUI IL NUMERO 24

ARTICOLI PRECEDENTI
– Other Minds n. 15 è pubblicato online
– Other Minds n. 14 è ora pubblicato online
– Other Minds, other hands: il gioco di ruolo e J.R.R. Tolkien
– Gioco di ruolo, ecco le Avventure a Cuiviénen

LINK ESTERNI
– Scarica qui il numero 15 della rivista Other Minds
– Scarica qui i numeri passati della rivista Other Minds
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Edizione Astrolabio, ecco la tabella dei nomi

Studiare«La precisione è la farina senza la quale non si ottengono né pane né dolci», recita un vecchio adagio. E visto che, da piccoli Hobbit appassionati delle opere di J.R.R. Tolkien, vogliamo avere sia il pane sia i dolci per le nostre numerose colazioni e merende di ogni giorno, ecco che dobbiamo essere per forza precisi al punto che di noi il buon Bilbo Baggins potrebbe dire: «È un Hobbit che non lascia passare una mosca davanti al naso!!!» Questo è il motivo per cui l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani vuol fare un servizio ai lettori e ha realizzato delle tabelle con tutta la nomenclatura presente nel volume Astrolabio e che vuole aiutare i lettori che possiedono una delle successive edizioni Rusconi o Bompiani con la traduzione di Vittoria Alliata di Villafranca,
Scrivaniai possessori dell’Atlante della Terra di Mezzo (di imminente ripubblicazione) che presenta stranamente i toponimi nelle mappe mantenuti in inglese, o anche per i lettori che hanno comprato la nuova edizione tradotta da Ottavio Fatica e si chiedono a cosa corrisponda un dato nome nelle edizioni precedenti.

Un’usanza consolidata

LibriÈ un po’ una nostra tradizione iniziata ormai tre lustri fa quella di raccogliere le tabelle sinottiche e gli elenchi di possibili refusi e proposte di modifica. Tutto parte dalla constatazione che ben 18 traduttori per 8 diversi editori si sono occupati delle opere di Tolkien. Già questo dato può far intuire come siano stati trattati i testi dello scrittore, visto che ovviamente non c’è mai stato alcun tentativo di armonizzazione dei termini più usati. Caso eclatante è sempre stato quello dei toponimi, come ad esempio: l’inglese Rivendell tradotto Forraspaccata, Granburrone, Gran Burrone e Valforra, Hobbiton tradotto Hobbiville, Hobbitopoli e Hobbiton, e ancora Mirkwood tradotto Bosco Atro, Bosco Tetro e Boscuro. Già in passato abbiamo fornito numerose tabelle, creando gli elenchi dei possibili errori ed eventuali proposte di modifica che troverete in fondo alla pagina. Tali elenchi non sono una raccolta sistematica, ma una collezione di errori trovati nel tempo da diversi appassionati lettori. Tali raccolte non hanno mai mirato a biasimare o sbeffeggiare i traduttori, le cui scelte sono dettate da molti fattori, anche teorici, come si è cercato di spiegare in questo articolo, ma solo consentire all’appassionato italiano di notare alcuni particolari che la traduzione in italiano a volte non rivela appieno. Con l’uscita della nuova traduzione de Il Signore degli Anelli, sul sito web sono state messe a disposizione ben tre tabelle relative alle mappe che consentono ai lettori di destreggiarsi tra il testo in inglese (e le sue mappe) e le traduzioni in italiano: Traduttoreuna tabella basata sui nomi in inglese, una basata sulla traduzione Alliata/Principe e una basata sulla traduzione Fatica. In occasione, infine, della pubblicazione dell’edizione deluxe illustrata de Il Signore degli Anelli a ottobre 2020, è stata pubblicato l’elenco delle modifiche apportate rispetto all’edizione in tre volumi, che può essere scaricata qui.

L’edizione Astrolabio e la sua tabella

AstrolabioSi parla sempre del 1970 e dell’edizione Rusconi del Signore degli Anelli. In effetti, quella fu la prima edizione integrale, che poi nei successivi 50 anni fu rimaneggiata in varie occasioni (ci sono stati almeno tre interventi) fino al suo ritiro all’inizio del 2020. Ma tutto era in realtà iniziato tre anni prima, nel 1967, con la pubblicazione da parte di Astrolabio del primo volume, La Compagnia dell’Anello. La casa editrice purtroppo non riuscì a proseguire l’operazione editoriale e dovette cedere i diritti. L’edizione Astrolabio, però, aveva moltissime qualità. Era un’edizione di pregio per l’epoca, con copertina rigida, sopraccoperta e mappa generale della Terra di Mezzo. I collezionisti sanno benissimo di cosa si tratta. Se volgiamo lo sguardo alle edizioni italiane fino al 2019, l’edizione Astrolabio è praticamente l’unica ad avere la mappa della Contea realizzata da Tolkien (quella introdotta da Bompiani nel 2003 è la versione disegnata da Francesco Bisaro). Ecco la prima particolarità presente anche nella tabella: ben 16 toponimi sono presenti solo nella mappa della Contea e quindi solo nella colonna dell’edizione Astrolabio e non in quelle delle edizioni Rusconi e Bompiani dal 1970 al 2003! Solo con l’edizione Bompiani con la nuova traduzione di Fatica i lettori italiani hanno potuto di nuovo leggere quei toponimi. Del resto, ci sono anche alcuni casi in cui Fatica è più simile (perfino uguale) ad Alliata più che a Principe. Nella lista ci sono luoghi importanti, come ad esempio Deephollow, cioè Finfosso (tradotto Concafonda da Fatica) che segnava il confine settentrionale del regno elfico perduto del Hollin, dalle cui alture la Compagnia poté vedere le montagne di Moria in lontananza.
Vittoria AlliataCome è noto, l’edizione Astrolabio fu tradotta dall’allora giovanissima Vittoria Alliata di Villafranca e, pur con qualche inesattezza, presenta numerose scelte notevoli. Prima dell’ormai famosa “incursione” di Quirino Principe che la modificò radicalmente, se in meglio o in peggio ancora si discute, la traduzione originale risulta in un testo pregevole per l’epoca. Alliata cercò di applicare le indicazioni compilate da Tolkien stesso a uso dei traduttori del romanzo, laddove ad esempio l’autore suggeriva di rendere nelle lingue locali i nomi degli Hobbit. Così in quel volume pionieristico comparivano Frodo Sacconi (Frodo Baggins), Samio Gamigi (Samwise Gamgee), Felice Brandibucco (Merry Brandibuck), la famiglia Borsi-Sacconi (Sackville-Baggins), Thorinio Ochenscudo (Thorin Scudodiquercia), ecc. I termini per gli Elfi, Elf/Elves, sono tradotti con Gnomo/Gnomi. Come si può ora vedere bene nella tabella questa scelta però produce simpatiche conseguenze perché nella poesia dell’Anello, oltre a Nani e Uomini, sono i Re Gnomici (Elf-kings) a cui vanno i tre anelli; queste creature vivono in un Reame Gnomico (Elvendom) e parlano una lingua gnomica (Elven-tongue) e la loro stirpe più nobile è quella – con effetti anche comici – degli Alti Gnomi (High Elves). Inoltre, Elrond oltre che Signore di Gran Burrone (Rivendell) è conosciuto anche come Gnomezzo (Half-elven, cioè “Mezzelfo”). Bisognerà aspettare non il 1970, ma addirittura quella l’edizione in tre volumi del Signore degli Anelli per Rusconi nel 1974 per vedere finalmente Elfi sostituirsi a Gnomi, come aveva sempre chiesto Tolkien ai suoi traduttori.
Edizione AstrolabioIn termini di titoli, si trovano altre scelte particolari come il Commissario di Gondor (per l’inglese Steward, poi tradotto Sovrintendente in Rusconi e Castaldo da Fatica) o il Maggiore di Pietraforata (per l’inglese Mayor Of The Shire, poi tradotto Sindaco della Contea in Rusconi e da Fatica), mentre il famoso giardiniere Tobaldo – a cui si deve la varietà molto pregiata di erba piperina (la Vecchio Tobia!) – è chiamato incomprensibilmente “il Conquistatore” (per l’inglese Hornblower, poi tradotto Tobaldo Soffiatromba in Rusconi e Soffiacorno da Fatica), ed infine Cirdan è chiamato correttamente Il Costruttore di navi (per l’inglese the Shipwright, poi tradotto in maniera poco appropriata Il Timoniere in Rusconi e Il Maestro d’ascia da Fatica). È interessante poi leggere come erano resi altri termini che poi l’edizione Rusconi ha cambiato, come ad esempio Orienteni per gli Easterling, Vagabondi per Troll (ma in una occasione vengono tradotto incomprensibilmente cannoni (a pag. 15), Tuchilia per Tookland (poi tradotta Tuclandia e Terra di Took) e Dunlandio per la regione del Dunland. Ci sono ancora la Gente Pulchra per Fair Folk (poi i Luminosi) e i Venusti per i Fairbairns (cioè il nome della famiglia dei discendenti di Sam Gamgee). E infine il vecchio Maggot era trasformato in Signor Maggiotti! Queste e altre curiosità si possono trovare nella tabella dei nomi della prima traduzione della Alliata de Il Signore degli Anelli per l’edizione Astrolabio del 1967.

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TABELLE
– Scarica la tabella dei Nomi in base all’originale inglese di Tolkien
– Scarica la tabella dei Nomi in base alla traduzione di Alliata/Principe
– Scarica la tabella dei Nomi in base alla traduzione di Ottavio Fatica
– Scarica la tabella delle Modifiche alla nuova traduzione del Signore degli Anelli
– Scarica la tabella dei Possibili errori nelle traduzioni italiane
 
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Appunti sul discorso di Ottavio Fatica a Trento

Convegno di TrentoIl primo intervento al convegno “Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore”, il 30 novembre scorso, è stato quello di Ottavio Fatica, che ha esposto le impressioni e le riflessioni ricavate da due anni di lavoro sul testo del Signore degli Anelli. Il traduttore si era già espresso in altre occasioni, ma in questa circostanza ha tirato le somme, concedendosi uno sguardo più complessivo, e nient’affatto comodo o compiacente.
Per larghi tratti il suo intervento è parso rivolto a noi tolkieniani, come volesse ricordarci che Tolkien è un autore tra molti, e che di nessuno è possibile decretare in anticipo quale sarà il posto nel pantheon letterario. Ergersi a difensori o detrattori a oltranza di un’opera artistica è come difendere o attaccare una trincea a prescindere dalle dinamiche della guerra, per sola fede nella centralità della posizione. Libro Cultura Convergente Henry JenkinsUn’attitudine che ha portato allo stallo e allo stillicidio della Grande Guerra, tanto per dire.
Si potrebbe chiosare che acquisire questa lezione fa la differenza tra essere esclusivamente dei “fan” (fanatic) o essere anche dei lettori critici, cioè in grado di vedere le cose in prospettiva. Nell’epoca della cultura partecipativa non è necessario che le due attitudini siano in contraddizione, come sostiene da tempo il professor Henry Jenkins, e vale la pena credergli.
Bene, dunque, che Fatica abbia ripreso le più celebri stroncature del masterpiece tolkieniano, passandole in rassegna e cercando il loro nocciolo di verità. Un’attitudine corretta, appunto, se si vuole evitare lo stallo di cui sopra, dato che né le opere né le critiche vanno prese per oro colato, ma sempre contestualizzate.

Elio VittoriniInnanzi tutto Fatica ha ricordato la bocciatura dei primi editori italiani che ebbero in visione Il Signore degli Anelli, dovuta a una circostanza particolare: negli anni Cinquanta e Sessanta in Italia stavamo ancora metabolizzando il realismo americano degli anni Trenta, essendo rimasti isolati dal mondo anglofono per tutto il ventennio del regime fascista. Il Signore degli Anelli era in totale controtendenza e incomprensibile per l’intellighenzia italiana in quel momento storico. Vittorini & co. non peccavano di chiusura o snobismo, ma erano aperti in direzione della grande letteratura americana con due decenni di ritardo. Ogni intellettuale è figlio del proprio spaziotempo. A questa riflessione Fatica ha aggiunto anche un’ulteriore appunto: all’epoca i grandi nomi firmavano le traduzioni, ma in realtà per loro lavoravano i ghost writer. Leggere tra le righe: non è affatto detto che al romanzo, anche con una firma di richiamo, sarebbe toccata miglior sorte di quella che poi ebbe. I bei tempi non sono mai esistiti.
Harold BloomQuindi Fatica ha rievocato le celeberrime stroncature dei due mostri sacri della critica letteraria statunitense, Edmund Wilson e Harold Bloom (il secondo non a caso tanto avverso a quella controcultura americana che invece trovò in Tolkien un autore di riferimento).
Per costoro Tolkien era un romanziere dilettante. Ed è innegabile che lo fosse: la sua professione era un’altra e in vita ha pubblicato soltanto due romanzi e qualche racconto. Se per i grandi critici della East Coast aveva lavorato con l’ingenuità del neofita sugli stereotipi letterari, Fatica ha aggiunto che gli mancava la disinibizione e la prolificità degli autori popolari e seriali, perché la sua non è narrativa popolare vera e propria, bensì segretamente ambiziosa, colta, con più livelli di lettura. Eppure gli è toccata la sorte della letteratura popolare, fino a sprigionare tutta la «forza mitopoietica dell’archetipo» e plasmare l’immaginario collettivo di un’epoca. Ottavio FaticaIn questi equivoci del destino si cela il segreto del “caso” Tolkien.
Ancora: Il Signore degli Anelli è ripetitivo, Bloom dixit. Oh, sì. Ma noi oggi possiamo dire reiterativo, il suo ritmo è questo, è ripetitivo come lo è l’Odissea, o il ciclo arturiano. Questo, Fatica non l’ha detto. Ha detto invece che la marcia degli Ent è «grandiosa».
Per Bloom i giochi linguistici di Tolkien tradivano una lingua «troppo cosciente di sé». Altroché! Mr Canone Occidentale aveva ragione, ma non considerava un fatto: che quel giocare con la lingua sfociava nel revival di certi «trucchi» medievali riutilizzati non già per citazionismo o divertissement, ma perché Tolkien credeva nell’efficacia del loro effetto e voleva riportarli in auge (vedi la lettera 171 e vedi l’intervento della prof. Roberta Capelli allo stesso convegno trentino).

Tolkien Weekend: OrcoE poi la questione degli Orchi, falciati come burattini, come se non fossero anime perse. Quante volte gli è stato rinfacciato in vita e dopo? E non ne stiamo forse ancora parlando a distanza di decenni? Non è rimasto un problema irrisolto anche per Tolkien, che ha continuato a rimuginarci sopra fino all’ultimo? Significa che lui stesso era consapevole che qualcosa non tornava e che alla sua coscienza di cattolico rimordeva l’aver lasciato margine al predestinazionismo, ancorché per creature ripugnanti. Chi lo ha detto che certe critiche snob non possono cogliere nel segno anche se mirano da un’altra parte?
Ancora: il gioco della provvidenza. Qui lo sguardo letterario di Fatica ha dribblato le annose elucubrazioni sulla visione della storia nell’opera di Tolkien, fatte in un’ottica teologico-filosofica, per ricordarci che ogni autore, in quanto sub-creatore produce il proprio mondo letterario, dunque può svolgere la trama secondo un piano provvidenziale e affermare che questo è il senso della storia del mondo – di quel mondo, come del nostro. Ma è troppo facile farlo affermare a Gandalf, cioè a uno dei propri personaggi. È come se in un romanzo poliziesco un detective ipotizzasse chi è l’assassino (Gollum) prima ancora che il delitto venisse compiuto (ruolo e morte di Gollum) ed evocasse anche le possibili conseguenze (eucatastrofe).
IncantesimoFatica ha anche riflettuto sull’Incantesimo, chissà se è stato colto. Anche questa stoccata probabilmente era rivolta a noi lettori fan. Il teatro feerico è un’arma a doppio taglio, perché se si arriva a prendere troppo sul serio la realtà secondaria, a crederci, si rischia di sfociare nella «Illusione Morbosa». Si potrebbe aggiungere che quando un mito viene trasmesso agli altri con una finalità, messo a disposizione di un apparato di potere, cioè quando viene tecnicizzato (avrebbe detto Furio Jesi), le cose non vanno mai a finire bene. Nel Novecento si è scherzato parecchio con questo fuoco, con risultati catastrofici. Ma questo vale anche su una scala più piccola: occhio a non trasformare Tolkien in un demiurgo onnipotente, in un genio assoluto, in un sub-creatore da adorare. Rimane pur sempre un autore di storie, e peregrinare nelle sue terre alle quali sentiamo di appartenere, come direbbe qualcuno, è un’esperienza che non deve azzerare il nostro spirito critico, il nostro senso della prospettiva e delle proporzioni.
Da questo punto di vista, ha detto ancora Fatica, un vero scrittore non ha bisogno di essere difeso da chi lo critica, perché la migliore difesa è la qualità della sua scrittura. E le qualità a Tolkien non mancano, ha detto Fatica: «fantasia, visionarietà, ritmo narrativo incalzante, senso animistico della natura, solida tenuta nei passi di crescendo epico, e molto altro ancora». Infatti l’opera del Professore gode di ottima salute mezzo secolo dopo la sua morte. Che bisogno ha di essere sostenuto se non sta cadendo?
La stessa constatazione si può spendere per il testo narrativo, che non coincide con le sue traduzioni nelle lingue XY, e che non può essere sacralizzato, né caricato di «Verità», a meno che non si intenda fondare una religione (e qualcuno che vorrebbe beatificare il Professore pure esiste), trasformandosi da fan a fanatici religiosi, appunto. Se qualcuno pensa che il passo non sia breve dia un’occhiata alla storia della Chiesa di Scientology.

Tolkien writingA questo lungo preambolo sono seguiti gli appunti tecnici, che in molti, diciamocelo, avremmo voluto più estesi. «Poi ci sono i versi nascosti nella prosa. Non insisterò mai abbastanza su questo punto», ha detto Fatica. E ha spiegato che questa è una caratteristica dello stile di Tolkien, come di altri autori: Dickens, Melville, perfino Calvino. La prosa poetica nel Signore degli Anelli è la sua scoperta – come già era stato per Moby Dick – e nessuno può togliergliela. La scoperta di uno che la letteratura e il tradurre letteratura li conosce come nessun lettore italiano di Tolkien, ahinoi, anche se noi sappiamo la differenza tra hröa e fëa; uno che affronta la questione da traduttore, appunto, e sa che se la parola “soul” non compare nel romanzo (eccetto in una singola occorrenza, in un’immagine figurata), inserirci “anima” in traduzione è sia un problema concettuale e di lealtà al testo, sia un problema di registro. Altroché se lo è.
La prosa di Tolkien è a strati, dunque. C’è la superficie, e c’è tutto il resto, di cui nemmeno un madrelingua inglese è tenuto ad accorgersi, perché servirebbe una competenza da specialista o da accademico, qual era Tolkien, infatti. Eppure solo così si possono cogliere i punti di forza linguistici (ad esempio certe accezioni recondite) e i punti deboli sintattici (ad esempio l’abuso di avverbi), nonché le tantissime suggestioni letterarie che il testo contiene.
Poi c’è la questione che Fatica stesso ha definito spinosa. Quella degli anacronismi e delle parole fuori contesto.
Fatica ha cercato di evitare gli anacronismi, ha detto, o quanto meno di non inserirne arbitrariamente. Quindi niente “fila indiana”, “in picchiata”, “panorama”, “ciao”, “valigie”, ecc. Tutti termini ultracontemporanei in italiano. Tuttavia poi si è accorto che Tolkien non era affatto così puntiglioso come il suo traduttore. E non solo per il celeberrimo drago che passa «come un treno espresso», all’inizio del romanzo.
Ad esempio Fatica nota che Tolkien ha usato gratuitamente l’espressione «night-walkers», resa celebre da Yeats nella poesia Byzantium, in cui come nel romanzo, guarda caso, si descrive un’alba (e che Fatica traduce, quasi mantenendo l’ambiguità alla fonte, con «creature della notte»).
Fatica nota pure che, in un composto simile, Tolkien si è spinto ancora più in là: «nightshade», per ogni vocabolario e per ogni anglofono il nome di una pianta, cioè la morella o la belladonna (sì, proprio l’erba che dava il nome alla mamma di Bilbo e che nel primo romanzo era evocata col nome “italiano”), e che nel Signore degli Anelli compare due volte, nel senso letterale di night / shade, ombra notturna, ma scritto in una sola parola composta. Forse un divertissement, un riferimento criptico al romanzo precedente, o forse un gioco di rimandi interni e al tempo stesso ancora più estesi, se la prima accezione è connessa a Beren e Lúthien e la seconda ad Aragorn. Chissà.
driadeTolkien ha anche usato «dryad», cioè driade, la ninfa degli alberi nella mitologia greca. Cosa ci fa nella Terra di Mezzo?, si è chiesto Fatica, definendola la nota più stonata del libro. È vero, stona, ma talmente forte che non può non essere voluta. Per scoprirne la ragione forse bisognerebbe chiedersi dove si trova questa parola, cioè nella descrizione dell’Ithilien: «Ithilien, the garden of Gondor now desolate kept still a dishevelled dryad loveliness». Nel gioco di trasposizioni geografiche di Tolkien, l’Ithilien è l’Italia, è la parte meridionale della Terra di Mezzo corrispondente all’Europa mediterranea. Tolkien ce lo trasmette a modo suo, con una parola “spia”. E non una parola a caso: “driade” ci giunge sì dal greco, ma è parola d’origine celtica, viene da “drus”, cioè quercia, e ha la stessa etimologia di “druido”. È una parola ponte tra le culture europee, che collega il Mediterraneo al continente. Ecco l’Italia, appunto, un giardino abbandonato (definizione perfetta) e decadente come l’immaginario evocato dalla figura della ninfa. Insomma potrebbe essere l’ennesimo gioco di parole-concetto in stile Tolkien, che conferma la sua autoindulgenza.
GeronzioFatica ha pure preso una cantonata, va detto, attribuendo la parentela del Vecchio Geronzio a Barbalbero (anziché a Pippin), ma sulla ridondanza onomastica ha ancora colto nel segno: Geronzio è nome greco-latino, in questo caso nome proprio di persona, che significa “Vecchio”. Se nella finzione narrativa i nomi hobbit sono tradotti in inglese, il significato del suo nome originario reso dal fantomatico traduttore con l’anglo-latino “Old Gerontius” quale doveva essere? “Vecchio Vecchietto”? “Vecchio Vetusto”? Ma del resto, compare un hobbit di nome Sancho, come il celebre scudiero di Don Chisciotte. A volte per Tolkien la voglia di giocare con i nomi era più forte delle esigenze di plausibilità.
Così, ha fatto notare ancora Fatica, nel testo compaiono “pencils”, “devils”, “devilry”, e perfino un “Lor bless you” o un “jovial”, nonché svariate citazioni bibliche. E via così.

Cover Volume unico FaticaMa perché tutto questo insistere sugli anacronismi lessicali? In fondo Fatica ha premesso che l’espediente narrativo del Signore degli Anelli è quello del manoscritto ritrovato e tradotto, dunque una parola più moderna può tranquillamente essere imputata al fantomatico traghettatore del testo verso il pubblico odierno. È proprio questo l’inghippo. Fatica “sgama” Tolkien che ricorre al suddetto espediente per garantirsi mano libera nei divertimenti lessicali, per poi diventare etimologicamente seriosissimo quando vuole indulgere nel suo vizio segreto. Così se per caso qualcuno pensava di far risalire il nomignolo “Sharkey” a “shark”, cioè “squalo”, o magari di farlo derivare dal germanico “schorck”, cioè “mascalzone”, svelando il gioco etimologico dell’autore, Tolkien in nota si premura di cambiare le regole: spiacente, ma è linguaggio orchesco, non anglosassone, e significa “vecchio uomo”. Riprova, sarai più fortunato. Inutile dire che giammai si permetterebbe questi giochetti con l’elfico o certe parole-asterisco dell’Old English, laddove invece prende assolutamente sul serio il proprio “vizio”, dedicandosi a ricostruzioni e genealogie infinite.
Questo, ha detto Fatica, è sleale nei confronti del lettore, che non può orientarsi nel rimando di specchi della “traduzione della traduzione” e al tempo stesso però è invitato a farsi linguista e fonoesteta. Nella migliore delle ipotesi questo implica l’uso di due pesi e due misure, nella peggiore equivale a invitarlo a giocare con le carte truccate. L’unico demiurgo di quel mondo, lingue incluse, è Tolkien stesso, infatti, che stabilisce norme ed eccezioni, etimi anglosassoni e traduzioni da lingue immaginate, scherzo e serietà. A queste condizioni (né potrebbero esservene altre) nessuno può davvero giocare con lui al suo gioco linguistico, per quanti ci abbiano provato e continuino a farlo. Perché la lingua viva, la lingua-mito, in cui lui credeva, esiste davvero soltanto nella storia vissuta, non inventata, e lui questo lo sapeva (non spese a caso la parola “Vice”, vizio appunto), e perché Il Signore degli Anelli non è davvero una traduzione.

microfono pubblicoQuesta è in effetti l’unica vera imputazione di Fatica a Tolkien, mossa mentre ce ne svela trucchi, giochi di parole e riferimenti a chiave, come parte integrante del suo stile letterario. Per il resto il traduttore ha imputato molto a se stesso: sviste, alcuni errori, imprecisioni, eccessive cautele in certi casi, ripensamenti tardivi. E per fortuna che la comunità tolkieniana si è mossa per segnalare quanti più errori e migliorie possibili in vista delle nuove edizioni. Questa, c’è da credere, è stata una bella novità per Fatica, forse perfino una lezione, se nel suo discorso ha sentito di riconoscere questo contributo. Chapeau. Perché i fan sono così: buoni o cattivi, ben disposti o paranoici, frustrati o conservatori… ma comunque partecipativi. E questa è la metà piena del bicchiere del fandom, ovvero il rifiuto di quella concezione «referendaria» della letteratura – così stigmatizzata da Roland Barthes – in nome di una narrativa vissuta (re)attivamente.
Difficile dire quanti presteranno ascolto a Fatica. È facile supporre invece che in molti preferiranno fraintenderlo, magari perché non si sono trovati d’accordo con le sue scelte traduttive o perché non ha mai mostrato la necessaria reverenza per Tolkien. Resta il fatto che al convegno trentino abbiamo ascoltato il pezzo di uno specialista, finalmente, come l’AIST ha sempre voluto. Uno specialista non già dell’opera omnia di Tolkien, ma di letteratura, lingua, traduzione, che si è cimentato con Tolkien. Se ci ha detto cose poco piacevoli, senza blandire né l’autore né i lettori, dovremmo essere contenti di questa schiettezza, perfino nel caso considerassimo irricevibile ogni suo argomento. Perché di questo sguardo esterno, disincantato, professionale, noi tolkieniani abbiamo bisogno per arieggiare il nostro ambiente, se non vogliamo che diventi autoreferenziale, asfissiante, asfittico.
Occorre resistere alla tentazione di tornare al calduccio del nostro abituro hobbit e chiudere fuori il mondo esterno, come dice Gildor Inglorion della Casa di Finrod, citando il quale Fatica ha concluso il suo intervento. Il mondo esterno va sfidato e attraversato. De nobis fabula narratur.

 

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento

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