Gli Anelli del Potere: il reportage di Empire

Cop-Empire-AmazonIl numero di luglio 2022 di Empire, il più famoso magazine a tema cinematografico e televisivo del mondo, offre un focus sulla serie Amazon Gli Anelli del Potere, con presentazione generale del progetto, immagini ad alta risoluzione, interviste a sceneggiatori, produttori e interpreti. Un servizio molto ricco, i cui contenuti sono circolati nelle scorse settimane in minima parte, soprattutto le 15 immagini in alta risoluzione di cui vi abbiamo già parlato; in questo articolo, invece, vi riveliamo le dichiarazioni del team creativo, sia per quanto riguarda chi sceneggia e dirige, che per la parte “attoriale”.

Le parole degli sceneggiatori: completare i cicli

JD Payne e Patrick McKayI due sceneggiatori dichiarano subito di non voler competere con le trilogie jacksoniane, né di voler fare confronti. “Non vogliamo fare una versione televisiva del Signore degli Anelli- sostiene Mc Kay- Vogliamo costruire una storia nella Terra di Mezzo che si meriti lo stesso spazio tra gli scaffali, assieme ai romanzi e ai film”. Payne è dello stesso avviso: “possiamo garantire che stiamo cercando di portare qualcosa di nuovo e di espandere la mappa. Non siamo interessati a un sequel, un prequel o a rinverdire la nostalgia. Un qualcosa che cammina sulle sue gambe ma allo stesso tempo avvertito come fedele, che poi è la stessa cosa”. Poi i due passano ad analizzare l’epoca che verrà adattata nella serie, la Seconda Era. “ Contiene alcune delle storie più potenti della mitologia di Tolkien- dice Payne- E’ una vicenda che i fan hanno sempre voluto veder arricchita, ma finora lo si era solo potuto sussurrare”.
Ci saranno certamente molte scene d’azione, aggiunge Mc Kay, ma la serie non avrà solo grandi battaglie, eserciti immensi che si scontrano; si esploreranno anche le motivazioni e i sentimenti di chi combatte. “Cosa succede quando incontri un Orco nella tua cucina? Cosa si prova ad uccidere un Orco quando non ne hai mai ucciso uno prima?”.
Inoltre, non sarà una tradizionale serie Tv: secondo Mc Kay, è stato concepito come un film da 50 ore. Non sarà una programmazione di stagione in stagione, basandosi sull’audience, ma sono già state ordinate tutte le cinque stagioni.
cast Amazon serie tvPayne lo spiega con chiarezza: “sappiamo perfino quale sarà l’ultima inquadratura dell’ultimo episodio. I diritti acquistati da Amazon sono per realizzare una serie in 50 episodi da un’ora. Sapevano fin dall’inizio le dimensioni della tela. È sempre stata una storia molto ampia, con un inizio, una parte centrale e una fine. Ci sono cose, nella prima stagione, che avranno una risoluzione solo nella quinta stagione”.
Ci sarà oscurità, in The Rings of Power, ovviamente, ma non solo, continua. “Sauron è uno dei villain più grandi mai creati. E una delle figure centrali della sua storia è Celebrimbor, un fabbro elfico che viene manipolato in modo da aiutarlo a creare gli Anelli del Potere. Siamo entusiasti di portarlo nella Terra di Mezzo. È un personaggio molto misterioso (…) Il Signore degli Anelli non evita di calarsi nell’oscurità. Ti porta proprio sugli scalini di Cirith Ungol, o nella tana di Shelob, dove gli amici si tradiscono a vicenda e altri personaggi vengono trascinati a Mordor. È un’esperienza davvero straziante. Ma alla fine, c’è sempre una stella nel cielo che dice: vai avanti. Volevamo questo spirito nella nostra serie”.
E come avete intenzione di dare forza a gli Anelli del Potere ?, chiedono da Empire. La risposta di Payne è chiara: “è come se Tolkien avesse messo alcune stelle nel cielo, permettendo a noi di creare le costellazioni. Nelle sue lettere, in particolare una indirizzata al suo editore, Tolkien ha parlato del proprio lascito: una mitologia che permettesse ad altre menti e altre mani di spaziare e creare, utilizzando strumenti come la pittura, la musica, la drammatizzazione. Stiamo facendo precisamente questo. Ognuna delle nostre invenzioni è fedele alla sua essenza, e per questo sentiamo di essere sui binari giusti”.

Il regista: la pace instabile della Seconda Era

Bayona“È una linea temporale davvero interessante- commenta Juan Antonio Bayona, celebre regista spagnolo che ha firmato i primi due episodi- La guerra è finita, ma la pace non è ancora stabile. Ci sono personaggi che hanno l’intuizione che il male non è ancora sparito. Altri invece lo negano completamente. Attraverso tutti questi mondi, vedrete i personaggi avere a che fare con l’impatto della guerra e il loro sospetto che qualcosa di più sta per arrivare”.

Le parole degli attori: dagli Elfi agli Harfoots

“Questa versione di Galadriel ha ancora molto da imparare”, commenta Morfydd Clark, che nella serie interpreta la futura Dama di Lòrien. “Devo cercare un equilibrio tra qualcosa che ha già elementi di eternità ed altri che non lo sono ancora. Non aspettatevi lo stesso personaggio che incontrerete più avanti nel tempo”. Robert Aramayo, interprete di Elrond, invece, sostiene che il futuro Signore di Imladris, è ancora “acerbo, con la volontà di fare un passo verso l’ignoto”.
Benjamin Walker, classe 1982, interpreterà invece l’ultimo Re degli Alti Elfi, Ereinion Gil-Galad. “Durante la guerra, è stato all’altezza della situazione, e durante il tempo di pace, sta combattendo per mantenere quella pace. Spesso questo significa usare le persone per il proprio vantaggio, ma – nel modo in cu noi vorremmo che fossero i politici nella vita reale- egli cerca di tirare fuori il meglio da ognuno”.
La grande novità di questa serie è la storyline che segue le vicende degli Hobbit primordiali, in particolare il clan degli Harfoots. Uno dei protagonisti è Elanor Brandyfoot, personaggio ovviamente originale della serie, interpretata da Markella Kavenagh. “Lei è davvero inquisitiva e risoluta”, commenta, aggiungendo che il suo personaggio è diviso tra il dedicarsi alla sua famiglia e la sua fame nel cercare modi di vita nel mondo migliori per gli Harfoots. “Lei desidera l’avventura, e questo qualche volta fa di lei una piantagrane, per il bene e per il male”. Lenny Henry, invece, interpreta il patriarca Harfoots Sadoc Burrows. “Siamo una tribù nomade- dice- e ci muoviamo con il tempo e la fertilità dei raccolti. Abbiamo grandi carovane su ruote di legno e cerchiamo di nasconderci bene, perché gli uomini sono molto più grossi di noi e portano confusione”. Aggiunge che “siamo i tradizionali piccoli ragazzi di Tolkien. Di solito, nel mondo la gente piccola porta la comicità ma può essere anche incredibilmente coraggiosa. In questa avventura ci vedrete sperimentare la gamma completa delle emozioni”.

 

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LINK ESTERNI:
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