L’AisT con John Howe a Milano il 18 febbraio

Artisti: John HoweStorico illustratore di J.R.R. Tolkien, John Howe ha contribuito con i suoi lavori a creare l’immaginario della Terra di Mezzo. Le sue immagini realizzate fin dagli anni ’90 per libri come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, sono state un riferimento fondamentale per la realizzazione delle scene e delle ambientazioni della trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, che lo ha chiamato insieme ad Alan Lee, in qualità di “visual designer”. Gli appassionati di Tolkien avranno ora la possibilità di ascoltare l’artista giovedì 18 febbraio, alle ore 17 presso Laboratorio Formentini per l’editoria, via Formentini 10 a Milano, che farà un intervento pubblico insieme allo scrittore Wu Ming 4.
Mimaster Illustrazione a MilanoTutto questo grazie all’organizzazione di Mimaster illustrazione, una realtà formativa internazionale d’eccellenza con base a Milano. La didattica di Mimaster prepara gli allievi alla professione dell’illustratore, con docenti che sono professionisti internazionali dell’illustrazione, art director ed editori di successo, tramite un master annuale di alta specializzazione, moduli tematici di approfondimento e workshop con autori italiani e internazionali per lavorare fianco a fianco ai grandi maestri dell’illustrazione. Proprio uno di questi ultimi sarà Riding Dragons: l’arte di John Howe, della durata di tre giorni.

Tolkien e i Classici 2: ecco il Call for papers

Libri classiciDopo la pubblicazione del volume Tolkien e i Classici, avvenuta nel marzo del 2015, il Gruppo Italiano di Studi Tolkieniani e l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani aprono i lavori per la realizzazione di una seconda antologia sullo stesso tema, a completamento della prima e la cui pubblicazione è prevista per novembre 2018. Era il settembre del 2013 quando lanciammo il Call for Papers, in occasione del 40° anniversario della morte di J.R.R. Tolkien. Sotto il coordinamento del Gruppo italiano di Studi Tolkieniani e della casa editrice Effatà si aprivano allora i lavori di quello che era un nuovo modo di lavorare, seguendo l’esempio della critica internazionale e delle modalità applicate per ogni lavoro accademico. Diciotto mesi dopo, quell’idea è divenuta una realtà concreta, con un volume intitolato Tolkien e i Classici, realizzato grazie all’apporto di un numeroso gruppo di studiosi italiani e stranieri e grazie a un accurato e approfondito lavoro di selezione, tutoraggio, curatela e analisi di tutti i testi pervenuti. Il numero delle proposte giunte prima dell’uscita del volume era il triplo di quelle attese e ognuna di esse è stata passata al vaglio critico per rispondere ai requisiti di qualità accademica cui il progetto mirava. Un lavoro lungo ed estenuate che ha portato però a dei risultati soddisfacenti.

Il successo del primo volume

Copertina Tolkien e i ClassiciL’obiettivo di questo secondo volume segue il percorso tracciato dalla prima esperienza, allo scopo di sdoganare definitivamente l’opera tolkieniana in Italia in un piano che va oltre il mero fine divulgativo. J.R.R. Tolkien è indubbiamente un classico della letteratura del Novecento, anzi un classico della letteratura in assoluto. Tuttavia questo fatto non sembra essere ancora recepito negli ambienti universitari, soprattutto italiani, e nelle antologie di letteratura in genere. È da questa consapevolezza che l’Associazione Italiana di Studi Tolkieniani ha promosso il progetto “Tolkien e i Classici”. Questo nuovo Call for Papers rispetta la denominazione di work in progress dello scorso marzo, ai tempo dell’uscita del volume, dove veniva anticipata la realizzazione di questo secondo capitolo che punta ad innalzare ulteriormente la qualità dei studi tolkieniani nel nostro Paese.
Il primo volume ha avuto un successo pressoché inaspettato con presentazioni, sempre più numerose, in gran parte della Penisola, come quella recente a “Più Libri Più Liberi” a palazzo dei Congressi di Roma tenutasi lunedì 7 dicembre 2015, o quella del 4 settembre Roma Dadisé, quella del 3 ottobre a Verona nell’ambito dell’evento Voci dalla Terra di Mezzo. Esito che ha spinto alla pubblicazione del presente Call for Papers.

Call For Papers

Il Gruppo italiano di Studi Tolkieniani, coordinato dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani e dall’Istituto filosofico di studi Tomistici di Modena, è composto da saggisti, scrittori, giornalisti e traduttori che da molti anni dedicano attività di ricerca e divulgazione a Tolkien e alle sue opere. Collettivamente e singolarmente hanno pubblicato articoli e saggi, in particolare per le case editrici Effatà e Marietti 1820, di cui costituiscono il comitato scientifico della collana Tolkien e dintorni.

I candidati che vogliano partecipare al progetto possono inviare una proposta relativa ai seguenti autori:
Francesco Petrarca
Giovanni Boccaccio
Thomas Malory
Ludovico Ariosto
J.M. Barrie
Edmund Spenser
Torquato Tasso
Dante Alighieri
William Shakespeare
William Blake
John Milton
Jonathan Swift
Charles Dickens
Robert Louis Stevenson
Richard Wagner
H.G. Wells
Giovanni Pascoli
Walter Scott
Alfred Tennyson
Thomas Hardy
W.H. Auden
Italo Calvino
Virginia Woolf
T.S. Eliot
George MacDonald
C.S. Lewis
Charles Williams

Le proposte di pubblicazione, non superiori alle 300 parole e accompagnate da un breve CV e da una bibliografia che dovrà soddisfare i più seri criteri di scientificità e completezza, dovranno pervenire entro e non oltre il 30 Giugno 2016 al seguente indirizzo email: info@jrrtolkien.it
Il testo definitivo del saggio dovrà pervenire entro il 15 gennaio 2017, e dovrà essere completo di adeguato apparto bibliografico e di note a piè di pagina.
Saranno accettati saggi scritti in italiano o in inglese, di una lunghezza massima di 15.000 battute (spazi compresi).
Sotto responsabilità degli autori, i saggi devono essere inediti e non devono essere stati proposti a altri editori/riviste/siti web.
I contributi saranno vagliati dal Comitato Scientifico del Gruppo di Studio (composto da: Claudio Antonio Testi, Cecilia Barella, Giampaolo Canzonieri e Roberto Arduini) che potrà o meno accettare lo studio e/o chiedere integrazioni o modifiche.
Anche il secondo volume di “Tolkien e i Classici” sarà pubblicato in italiano, e l’eventuale formato e-book potrà contenere più saggi del libro cartaceo.

ARTICOLI PRECEDENTI
– il Call for Papers
– Vai all’articolo Esce Tolkien i Classici per l’editrice Effatà
LINK ESTERNI
– Il sito web di Tolkien e i Classici
– I libri su Tolkien pubblicati dalla casa editrice Effatà

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Delattre: Tolkien? Prima la parola poi il mito

Convegno FranciaNon manca molto all’inizio del corso Aist 2016, in collaborazione con Accademia Medioevo nell’ambito del ciclo unico Il Medioevo attraverso Tolkien, che coinvolgere gli appassionati di J.R.R. Tolkien in una serie di conferenze, workshop, visite guidate, attività didattiche e stage a Roma e in vari luoghi sui Castelli romani (Lanuvio, Frascati, Genzano e Nemi): il primo appuntamento è il 30 gennaio. Ancor di più, l’attesa è grande per il corso di lingue elfiche del Tolkien Lab di Modena, lo spazio tolkieniano modenese gestito dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e dall’Associazione italiana studi Tolkieniani, che inizierà il 30 marzo. Proprio per preparare i lettori a tutte queste attività proponiamo un’intervista che mette in evidenza come l’autore dello Hobbit e del Signore degli Anelli fu anche un poeta e filologo medievale che nel dar forma all’universo della Terra di Mezzo creò delle lingue immaginarie molto elaborate. Intervistiamo Charles Delattre, docente di lingua, letteratura e mitologia greco-romana all’Université Paris Ouest Nanterre La Défense, che ha preso parte al «Dictionnaire Tolkien» pubblicato da CNRS Éditions (ne abbiamo parlato qui).

Il Google russo ora traduce in Sindarin

Traduzione SindarinGli appassionati di J.R.R. Tolkien che conoscono il russo da qualche giorno hanno molte più possibilità di divertirsi con il sindarin. Yandex, cioè il motore di ricerca sul web più usato in Russia, ha infatti appena reso disponibile un servizio di traduzione online in sindarin, il grigio elfico, la lingua immaginaria creata dall’autore inglese, di cui molte frasi possono essere lette nel Signore degli Anelli. In realtà il servizio esisteva già, Yandex.Perevdochik, una sorta di Google Translator per la Russia, e il lancio della nuova funzione è stato fatto per celebrare il 124esimo anno della nascita dell’ideatore della Terra di Mezzo, il 3 gennaio del 1892. Yandex, nata come società nel 2000, è il motore di ricerca più popolare in Russia e il sito web più visitato, tanto da coinvogliare il 57,1% di tutto il traffico di ricerca all’interno della Federazione ed è molto usato anche in Ucraina, Kazakhstan, Bielorussia e Turchia.

Il 23 a Firenze Tolkien e il Fantasy italiano

Libreria La Citè FirenzeCosa vuol dire scrivere fantasy oggi in Italia? Cos’è che attira di questo genere? E come fa un genere così antico e complesso ad avere una diffusione tanto vasta? Ecco le domande a cui cercheranno di rispondere un gruppo di giovani scrittori, blogger, saggisti e traduttori fiorentini. Ma l’incontro aspira anche al dialogo con i lettori e gli appassionati per avventurarsi insieme “oltre i confini delle terre degli Elfi”. Contemporaneamente, i relatori racconteranno la storia culturale, sociale e politica del nostro tempo – perché “ogni genere letterario è uno specchio nel quale l’uomo conosce sé stesso”. L’incontro si chiama Sublime Simposio del Potere e si svolgerà sabato 23 gennaio (a partire dalle 15) alla Cité di Borgo San Frediano a Firenze. A coordinare tutto sarà Vanni Santoni.

Il 20 gennaio a Bologna il corso di lingue elfiche

Cop_caffe-letterario-notturnoL’Associazione Culturale Eldalie e gli Overhill, lo smial tolkieniano di Bologna, hanno organizzato un corso di lingue elfiche della città delle due torri. Per gli appassionati di J.R.R. Tolkien può essere l’occasione non solo per un apprendimento linguistico delle lingue inventate dallo scrittore inglese, ma anche e soprattutto la possibilità di indagare una componente fondamentale dell’opera letteraria con gli strumenti adeguati. Del resto, in varie lettere e documenti, è lo stesso Tolkien a ribadire a più riprese la centralità della linguistica per la sua narrativa.

Dopo la Terra di Mezzo, le Shannara Chronicles

Shannara MTV ClipIl fantasy passa dalla pagina scritta al grande e piccolo schermo sempre più frequentemente e dopo la serie Game of Thrones tratta da A Song of Ice and Fire di George R. R. Martin è il turno di un altro famoso scrittore legato a Tolkien: Terry Brooks.
Dopo il debutto ufficiale sul canale statunitense di MTV il 5 di questo mese, The Shannara Chronicles presto approderà in Italia, su Sky Atlantic (già disponibile in On Demand per gli abbonati al servizio): il tanto atteso evento è previsto per il 15 gennaio. La premiére è composta di due episodi, Chosen Part 1 e Part 2, e sul sito di MTV sono già presenti anche gli episodi 3 e 4, Fury e Changeling.
La serie sarà composta di 10 episodi, la cui direzione è affidata a Brad Turner, Jonathan Liebesman, James Marshall e Jesse Warn. Protagonisti di questa avventura saranno il mezz’elfo Wil Ohmsford (Austin Butler), la principessa elfica Amberle Elessedil (Poppy Drayton) e la nomade Eretria (Ivana Baquero).
Elfstones of Shannara coverLa storia raccontata è tratta dal secondo dei libri che Terry Brooks pubblicò, ovvero The Elfstones of Shannara (in Italia tradotto come Le pietre magiche di Shannara, Mondadori, 1984). Questa particolare scelta di non partire dal primo romanzo, The Sword of Shannara (1977, La spada di Shannara, Mondadori, 1978) non manca di motivazioni: nel sito ufficiale di Terry Brooks il curatore (Shawn Speakman) riporta che Brooks stesso ritiene Le pietre magiche di Shannara più adatto rispetto allo scritto che lo precede poiché La spada di Shannara presenta una forte somiglianza con Il Signore degli Anelli per il primo terzo della storia e perché mancante dei forti personaggi femminili che compaiono invece nel secondo romanzo.
Si aggiunga che molti lettori considerano Le pietre magiche di Shannara il suo miglior libro per stessa ammissione di Terry Brooks in Sometimes the magic works (un volume a metà tra l’autobiografia ed il saggio sulla scrittura uscito nel 2003 per la Del Rey Books e lo stesso anno anche in Italia per la Mondadori, col titolo A volte la magia funziona), o almeno tale era il giudizio fino al 2003.
L’autore è coinvolto in prima persona nella realizzazione del progetto, per cui è ragionevole pensare che gli appassionati della serie di Shannara non dovranno affrontare sconvolgimenti dell’opera originale, anche se il passaggio dalla carta al piccolo schermo comporterà inevitabilmente dei cambiamenti a causa del differente medium.

Il corso AisT 2016 con Accademia Medioevo

Cavalleria medievaleDopo le attività degli ultimi anni a Roma, che hanno visto svolgersi due corsi di approfondimento sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien (nel 2014 con Conoscere la Terra di Mezzo e nel 2015 con Approfondire Lo Hobbit), la nostra Associazione ha scelto di dedicare i prossimi cicli alle tematiche più importanti affrontate dallo scrittore inglese . Per questo, il 2016 sarà dedicato in gran parte all’importanza che ha avuto per Tolkien il Medioevo. Nella preparazione di un programma denso di appuntamenti (da gennaio a maggio 2016 ci saranno conferenze, workshop, seminari e un’intera manifestazione), l’AisT ha deciso di avviare una collaborazione con Accademia Medioevo, facendo così convergere il proprio corso sulla conoscenza ed approfondimento letterario e di ricerca sulle opere di Tolkien in un progetto unico e più ampio.
Lesson03La competenza e la serietà con cui l’associazione Accademia Medioevo porta avanti il progetto Castelli Medievali, il Medioevo ai Castelli Romani, giunto anch’esso al suo terzo anno di programmazione, approfondendo sempre più le tematiche legate al periodo Medievale, ha fatto sì che quest’anno le attività diventino comuni, tramite la stesura di un Protocollo d’Intesa, per organizzare insieme Il Medioevo attraverso Tolkien, cioè una serie di conferenze e workshop per vedere il periodo medievale attraverso gli occhi e la penna di uno degli studiosi più intriganti ed emblematici dello scorso secolo, che oltre a essere autore del Signore degli Anelli e dello Hobbit, è stato filologo, Tolkien e Beowulfmedievista e docente presso l’Università di Oxford e Leeds. Accademia Medioevo mette in rete, anche per questo progetto, numerose realtà istituzionali dei Castelli Romani: Comuni, musei, biblioteche, circoli e luoghi della Cultura. Questo progetto vedrà inoltre la partecipazione speciale dell’associazione culturale Eldalie di Bologna, per ciò che concerne lo studio delle lingue della Terra di Mezzo.

Il 9 gennaio a Bologna svelato Middle Artbook

Libri: Middle ArtbookUna sera di primavera del cinquantesimo anno di Frodo, Sam Gamgee e Ted Sabbioso sedevano alla Locanda del Drago Verde di Lungacque e discorrevano così: «Ma che te ne pare di questi Uomini-alberi, che si potrebbero chiamare giganti? Un sacco di gente insiste nel dire di averne visto uno più alto di un albero, al di là delle Brughiere del Nord, poco tempo fa».
«Chi è questa gente?».
«Mio cugino Al, innanzi tutto. Lavora per il signor Boffin a Surcolle, e va a caccia su nel Decumano Nord. Lui ne ha visto uno!».
Logo dei SopracolleCosa c’entrano gli Hobbit, gli Ent e il Sopracolle del Decumano Nord? davvero difficile a dirsi. Se aggiungessimo che questi elementi si fondono, in compagnia di nani, elfi e orchi nel centro di Bologna? Cosa pensereste? Ebbene, è qui la sorpresa! Lo Smial dei tolkieniani bolognesi, per l’appunto, gli Overhill, i Sopracolle, in collaborazione con l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani organizzano, nel centro di Bologna, la presentazione del nuovo libro di Ivan Cavini e Alessio Vissani: Middle Artbook – Disegnare e costruire la Terra di Mezzo.
La presentazione si terrà Sabato 9 Gennaio, alle ore 18, presso il Caffè Letterario Notturno Sud in via del Borgo di San Pietro, 123 a Bologna.

Il 3 gennaio, un brindisi per J.R.R. Tolkien

Anniversario_Tolkien3I più appassionati lettori di J.R.R. Tolkien ricordano certamente a memoria le date più importanti descritte nel Signore degli Anelli: il 22 settembre, compleanno di Bilbo e Frodo; il 25 dicembre, la Compagnia lascia Granburrone; il 25 marzo, l’Anello viene distrutto.
Ma c’è una data non meno importante che, pur non essendo scritta in nessuna opera dello scrittore di Oxford è ricordata da tutti gli appassionati della terra di Mezzo. Questa data è il 3 gennaio 1892, ed è la data di nascita di John Ronald Reuel Tolkien. Quest’anno cade il 124esimo anniversario della sua nascita, vogliamo far festa.

Un anno di Tolkien: il video dell’AisT

Nuovo logo AISTIl nostro anno come Associazione italiana di studi Tolkieniani (AIST) è stato veramente pieno di eventi in Italia. Se proviamo a passare in rassegna le attività svolte ci accorgiamo che sono tantissime. In estrema sintesi, in inverno ci dedichiamo a tenere i due corsi paralleli, a Modena e Roma, in primavera abbiamo concentrato le forze nei due maggiori eventi dell’anno (il convegno internazionale di Trento e il festival Fantastika di Dozza, vicino Bologna), mentre in autunno l’attenzione è stata rivolta a eventi locali a Roma e Verona e al festival di Lucca Comics and Games con i nostri prestigiosi “Tolkien Seminar”. Tutto questo, l’abbiamo fatto senza smettere di impegnarci con il laboratorio permanente di Modena e le presentazioni dei libri da noi pubblicati (in particolar modo il Middle Artbook e Tolkien e i Classici), e le lezioni nelle scuole di “Introduzione a Tolkien”. Il tutto è stato coronato a dicembre dalla presenza alla Fiera del Libro di Roma.

Yule, la festività invernale degli Hobbit

JólasveinarBuon Natale! O meglio, dovremmo dire «Buon Yule», come scrive J.R.R. Tolkien in una lettera (n. 347). L’equivalenza tra Natale e Yule è una delle lezioni trasmesse dalle sue opere, ma in realtà, come spesso accade, si tratta solo di un errore della traduzione italiana. Nello Hobbit pubblicato da Adelphi e tradotto da Elena Jeronimidis Conte, il termine “Yule-tide” appare infatti tradotto in italiano come “periodo natalizio”. Intervistato dall’Oxford Times (il 22 dicembre 1972), l’autore separava nettamente i due termini spiegando che «non c’è niente che non mi piace nel Natale, in particolare; io l’ho soltanto diviso in due. C’è “Yule”, che significa la parte dei regali, dell’albero di Natale e di queste cose; e poi c’è il “Natale”, che è la festa religiosa e della pace». Per capire meglio, passiamo in rassegna l’uso del termine nelle opere di Tolkien.

Ad Assisi Tolkien e le Lettere di Babbo Natale

Assisi: Bosco di SanFrancescoAll’età di 3 anni il primogenito di J. R. R. Tolkien, John, vide avverarsi quello che è probabilmente il sogno più diffuso tra i bambini: vedersi recapitare una lettera di Babbo Natale. Dal 1920 al 1943 ogni Natale, e occasionalmente anche qualche settimana prima, i figli del professore ricevevano una lettera dal personaggio fantastico che popola l’immaginario di miliardi di persone, che non conosce confini geografici e attraversa lo scorrere del tempo con la stessa facilità. Evocato dalla penna di Tolkien, che ne veste i panni con grande perizia, l’autore delle lettere è il Babbo Natale che tutti i bambini sognano e contemporaneamente possiede tratti che solo la fantasia di Tolkien gli può donare:
Edith Tolkien con i figli Priscilla e Christopherlo troviamo infatti affiancato da un nuovo compagno, l’Orso Bianco del Nord (nell’originale North Polar Bear), protagonista di tante disavventure, tanto importante e caro all’anziano da poter intervenire nelle lettere aggiungendo delle postille personali. Scopriamo anche particolari sconosciuti sulla famiglia di Babbo Natale: compaiono infatti, sebbene solo in pochi accenni, il fratello verde di Babbo Natale, il quale porta il suo stesso nome (Nicholas, Nicola nella traduzione italiana), ed il padre dei due, Nonno Yule, che lascia scorgere per un istante la complessa storia della festività invernale.
Attraverso la lente dell’immaginazione del professore anche elementi classici della tradizione natalizia assumono nuove connotazioni: i più famosi aiutanti di Babbo Natale, gli elfi, oltre ad impacchettare regali diventano anche capaci guerrieri che difendono le cantine (usate come magazzini) dagli attacchi dei goblin, intenzionati a rubare i giocattoli destinati ai bambini (specialmente quelli meccanici, particolare tramite il quale l’appassionato tolkieniano già avverte assonanze coi goblin dello Hobbit).
Lettere di Babbo NataleLe Lettere di Babbo Natale è una lettura tanto per i più piccoli quanto per i grandi appassionati di Tolkien, che potranno scorgere in questo microcosmo semplificato echi che richiamano alla mente le opere più famose e complesse del professore come la passione per i fuochi d’artificio che accomuna Babbo Natale (e l’Orso Bianco del Nord) e Gandalf, la presenza costante di un giardiniere persino in un luogo dominato dal gelo (ruolo rivestito dall’infaticabile Samvise Gamgee nel Signore degli Anelli) e il nome dell’elfo che Babbo Natale sceglie come segretario, Ilbereth, che riporta alla memoria la Valië Elbereth. Ritroviamo vari aspetti delle opere di Tolkien: l’appassionato linguista, che fa creare un alfabeto all’Orso Bianco del Nord dai segni lasciati sulle pareti delle grotte dai goblin, l’artista, poiché quasi tutte le lettere sono decorate ed accompagnate da un’illustrazione dell’evento principale narrato in quell’occasione, e infine il poeta, con un componimento contenuto nella lettera del 1938. Persino in una ricorrenza portatrice di gioia e speranza si avverte però lo spettro della Seconda Guerra Mondiale, così come il ricordo della Prima pervade la maggioranza della produzione tolkieniana. Babbo Natale fa riferimento al conflitto dal 1939 fino all’ultimo messaggio, datato 1943, anno in cui Priscilla (la minore dei figli di Tolkien, nella foto insieme Christopher e la madre Edith) ormai quattordicenne appese per l’ultima volta la propria calza.

Le lingue degli Elfi ad aprile a Modena

Corso di lingue elficheIl Tolkien Lab di Modena, lo spazio tolkieniano modenese gestito dall’Associazione italiana studi Tolkieniani e dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici, ha deciso di ospitare a partire dal prossimo 30 Marzo un corso di Lingue Elfiche, ideato all’interno di una collaborazione tra Eldalië e lo smial degli
Overhill di Bologna e che verrà organizzato anche in altre date e località (il sito del corso è ancora in preparazione e sarà diffuso appena pronto). Gianluca Comastri, presidente di Eldalië e uno dei massimi esperti italiani di lingue elfiche e che già era stato inviato a Modena per tenere alcune lezioni sui linguaggi (ne abbiamo parlato qui e qui) sarà quindi il docente principale in questo corso dedicato al Quenya, che sarà introdotta dal presidente dell’AisT Roberto Arduini sul vasto modo della linguistica tolkieniana. L’Associazione nasce per approfondire e diffondere la conoscenza di Tolkien, e da sempre siamo persuasi che la dimensione linguistica, ben lungi dall’essere un ozioso gioco o vizio di J.R.R.Tolkien, sia essenziale per comprendere tutta la profondità dell’opera del professore di Oxford. Per questo non abbiamo esitato a contattare Gianluca per proporgli questa importante attività anche nel territorio modenese. Il corso di Lingue Elfiche si terrà  per sei mercoledì tra il 30 marzo e il 4 maggio alle ore 20.45, con ingresso a pagamento presso la sede dell’istituto, in via San Cataldo 97, a Modena.

Owen Barfield, Tolkien e la teoria del linguaggio

Owen BarfieldIl 14 dicembre non è una data molto nota fra gli appassionati tolkieniani. Oltre alla pubblicazione del decimo volume della The History of Middle-earth, Morgoth’s Ring, negli Stati Uniti, v’è ben poco da ricordare in questo giorno. Eppure c’è una persona molto importante per la formazione di J.R.R. Tolkien che è scomparsa il 14 dicembre di diciotto anni fa; si tratta del filosofo, scrittore e poeta Owen Barfield (1898-1997). Membro degli Inklings, tanto da esserne definito il primo e ultimo, il suo ruolo fu fondamentale nella creazione degli universi di Arda e Narnia (Il leone, la strega e l’armadio e Il principe Caspian sono stati dedicati da Lewis ai figli di Barfield). Conosciamo dunque Owen Barfield e sfioriamo, in modo molto superficiale, le sue teorie (per una spiegazione più dettagliata leggete l’articolo di Giovanni Maddalena).

Chi era Owen Barfield?

c.1915 - Owen, Highgate school-boyNato a Londra il 9 novembre 1898, il più vecchio dei due figli di Arthur Owen Barfield, avvocato londinese, ed Elizabeth Shoults Barfield, fervente femminista e suffragetta, studiò presso la Highgate School e dopo il servizio militare prestato durante la Grande Guerra si iscrisse al Wadham College, uno dei collegi che fanno parte dell’università di Oxford, dove conseguì, nel 1920, la laurea in Lingua e Letteratura Inglese. Non intraprese la carriera accademica, a differenza di Tolkien e C.S. Lewis, tanto che dal 1934 la sua professione divenne quella di avvocato nella capitale britannica (suo padre era proprietario dello studio Barfield&Barfield), "Salvare le apparenze" di Owen Barfieldmestiere che svolse sino al 1959, anno in cui andò in pensione ed a partire dal quale si rivolse allo studio delle materie che realmente lo appassionavano. Parallelamente al suddetto lavoro Barfield continuò ad interessarsi di letteratura e filosofia ed alcuni dei suoi libri, fra cui Saving the Appearances: a Study in Idolatry (1957), tradotto in italiano nel 2010 per la casa editrice Marietti, riscossero un discreto successo negli Stati Uniti. Proprio nel Paese della bandiera a stelle e strisce il filosofo del linguaggio svolse numerose conferenze e si dedicò all’insegnamento in diversi atenei dall’inizio degli anni Sessanta. Il suo interesse concerneva in maniera specifica, sin dal periodo di studi accademici, sull’antroposofia derivante dagli insegnamenti di Rudolf Steiner, in particolare il suo campo di ricerca si concentrava sulla comune evoluzione della coscienza e del linguaggio. In Poetic Diction, Barfield sostenne che la percezione e il linguaggio sono interconnessi ed interdipendenti, e che l’una dà origine all’altro. Owen BarfieldInoltre, egli ipotizzò che nel principio il linguaggio non separava l’astratto dal concreto e nemmeno distingueva il letterale dal figurativo o dal metaforico. Nella teoria barfieldiana la conoscenza umana proviene da una realtà percepita da rappresentazioni (immagini mentali e linguistiche), che formano e sono inscindibili dalla coscienza. Una coscienza dunque costruita mediante metodo scientifico, un percorso di creazione della coscienza di approccio epistemologico. Il linguaggio è perciò parte imprescindibile della coscienza, elemento partecipante attivo della percezione della realtà, espressione del senso, della maniera in cui si percepiscono le cose.

Influenza su J.R.R. Tolkien

Poetic Diction di Owen BarfieldIn molti punti delle sue teorie della concezione del linguaggio, Barfield incontrava il pensiero di Tolkien, al punto tale che quest’ultime ebbero un fortissimo impatto sulla visione della funzione e del potere della lingua(ggio) nell’opera tolkieniana. Dopo aver letto Poetic Diction nel 1928, il Professore oxoniense fece notare a Lewis che il concetto barfieldiano di antica unità semantica aveva modificato il suo modo di vedere il linguaggio. A quel tempo l’embrionica glottopoiesi e mitologia tolkieniana giunsero quindi ad un punto di rottura e cominciarono ad essere concepite come noi le conosciamo, ovvero come ciò che si può osservare soprattutto all’interno de Il Silmarillion. Tolkien concretizzò ciò che Barfield aveva ipotizzato, centralizzando la coscienza umana come generatrice e riflettore del linguaggio. Nell’universo tolkieniano coscienza, linguaggio, mito e leggenda sono interdipendenti e si sostengono a vicenda, nascendo ed esistendo in relazione gli uni agli altri. Di conseguenza si evince che non può esserci mito senza linguaggio che lo possa esprimere, lingua senza esseri umani che possano parlarla, esseri umani senza mito che possa esprimere il loro mondo.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Vai all’articolo J.R.R. Tolkien contro T.S. Eliot: ha ragione Owen Barfield?

LINK ESTERNI
– Vai alla pagina di “Salvare le apparenze” sul sito della casa editrice Marietti

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Tra Tolkien e Dante: il 16 dicembre a Modena

Seminari educational 2014Dopo l’incontro dello scorso 24 novembre dedicato a Tolkien e Guareschi, con Norbert Spina come relatore, proseguono gli appuntamenti con il Tolkien Lab di Modena, organizzato dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e dalla nostra Associazione. Il prossimo si terrà il 16 dicembre alle ore 20.45, sempre a ingresso gratuito presso la sede dell’istituto, in via San Cataldo 97. Come tutti i precedenti incontri di quest’anno, dedicati al confronto di Tolkien con autori classici come Chaucer o Dostoevskij, si prosegue con l’approfondimento dei saggi presenti nel volume Tolkien e i Classici, curato dal Gruppo di Studio e edito da Effatà in formato digitale e print on demand.

Un Natale senza Tolkien: Bompiani non fa strenne

Tolkien Santa ClauseIl titolo è volutamente provocatorio, ma purtroppo ci apprestiamo a dare un annuncio tutt’altro che lieto. L’arrivo delle festività natalizie era ormai solito portare agli appassionati tolkieniani italiani varie novità da poter riporre sotto l’albero, ma quest’anno questa felice usanza verrà meno: Bompiani, l’editore che detiene i diritti di traduzione, non ha in programma uscite relative il mondo del professore oxoniense per il dicembre 2015 (e neanche per il gennaio 2016!). Eppure di pubblicazioni in attesa di essere importate nel nostro mercato editoriale non v’è certo penuria, in particolare spiccano tre libri: The Story of Kullervo, curata da Verlyn Flieger, The Art of The Lord of the Rings, di Tolkien stesso, ed il sesto volume delle Cronache dal set, dedicato all’ultimo film de Lo Hobbit (La Battaglia delle Cinque Armate).

The Story of Kullervo

The Story of Kullervo di TolkienThe Story of Kullervo è un’opera di J.R.R. Tolkien, non ancora apparsa in lingua italiana, ma già potenzialmente nota ai lettori anglofoni dal 2010, anno in cui apparve nel settimo volume dei «Tolkien Studies», prima di essere ristampata nell’agosto del corrente anno in un formato più fruibile per il grande pubblico dalla HarperCollins. L’opera si ispira ad uno dei personaggi del Kalevala di Elias Lönnrot, il poema nazionale finlandese, e prosegue la pubblicazione degli scritti di Tolkien che ripercorrono le vie di antiche epiche, riproponendo arcaiche leggende in una nuova luce attraverso la rielaborazione personale del professore. Secondo lo studioso Douglas A. Anderson, Tolkien stesso ammise che nel leggere un’opera medievale, il suo istinto non era quello di sottoporla ad uno studio critico, ma di scrivere a sua volta un testo che appartenesse alla stessa tradizione.
Sebbene il Kalevala abbia visto la luce solo nel diciannovesimo secolo, è stato a lungo accomunato a testi medievali come la Canzone dei Nibelunghi o le Edda e pertanto non sorprende che abbia suscitato in Tolkien una reazione simile.
La riscoperta da parte dei lettori di questa differente vena creativa dell’autore inglese si può ritenere abbia avuto inizio con La leggenda di Sigurd e Gudrún nel 2009, per poi proseguire con La Caduta di Artù (2013) e Beowulf (2014), in Italia tutti editi dalla Bompiani. The Story of Kullervo non sarà, a differenza delle pubblicazioni appena menzionate, curata da Christopher Tolkien, ma dalla studiosa Verlyn Flieger, professore emerito di Mitologia e Studi medievali presso l’Università del Maryland.
Scritta durante il periodo degli studi ad Oxford (più precisamente tra gli anni 1912 e 1914), quest’opera è di particolare rilevanza, poiché reca in sé le prime scintille della futura produzione tolkieniana, ed è riconosciuta come fonte originaria della storia di Túrin Turambar contenuta nel Silmarillion. The Story of Kullervo presenta anche i primi esperimenti linguistici che porteranno alla nascita di una delle lingue elfiche, il Quenya.
The Story of Kullervo contiene un’introduzione, il racconto annotato e commentato The Story of Kullervo, la lista dei nomi in esso utilizzati, due saggi di Tolkien sul Kalevala ed un saggio di Verlyn Flieger, precedentemente pubblicato nell’ottavo volume dei «Tolkien Studies» (2011) e riproposto anche all’interno della raccolta di saggi dell’autrice Green Suns and Faërie: Essays on J. R. R. Tolkien (Kent State University Press, 2012).

The Art of The Lord of the Rings di J. R. R. Tolkien

The Art of the Lord of the RingsDopo la pubblicazione di L’arte dello Hobbit di J. R. R. Tolkien, uscito nel novembre del 2012 per la Bompiani, è in attesa di prosecuzione il viaggio alla scoperta di Tolkien come artista dell’immagine, col volume dedicato alle opere del professore inerenti al suo più noto capolavoro: The Art of The Lord of the Rings. Esso conterrà mappe, iscrizioni e schizzi realizzati dal professore oxoniense durante la stesura de Il Signore degli Anelli, per un totale di oltre 180 immagini, di cui la maggioranza inedite. Il volume, come L’arte dello Hobbit, è curato da Wayne G. Hammond e da Christina Scull, i quali hanno aggiunto un commentario alle immagini.
L’arte dello Hobbit e The Art of The Lord of the Rings permettono di comprendere maggiormente l’immaginazione dell’autore, quale visione avesse di ciò che raccontava, e possono inoltre offrire uno spunto per un paragone tra le realizzazioni visive offerte dal cinema (Jacksoniano e non) e quanto scaturito direttamente dalla mente e dalla mano di Tolkien.

The Hobbit: The Battle of the Five Armies Chronicles – The Art of War

The Art of War - Chronicles VIThe Hobbit: The Battle of the Five Armies Chronicles – The Art of War andrà a completare la serie dedicata all’epopea cinematografica di Peter Jackson ispirata a Lo Hobbit, la quale comprende attualmente cinque titoli: Lo Hobbit. L’arte di Un viaggio inaspettato (Bompiani, 2012), Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato. Cronache dal set II. Personaggi e creature (Bompiani, 2013), Lo Hobbit. La Desolazione di Smaug. Cronache dal set III (Bompiani, 2013), Lo Hobbit. La Desolazione di Smaug. Cronache dal set IV. Armi e costumi. (Bompiani, 2014), Lo Hobbit. La Battaglia dei Cinque Eserciti. Cronache dal set V (Bompiani, 2014).
Firmato da Daniel Falconer della Weta Workshop, come i precedenti titoli, anche questo volume delle Cronache dal set, condurrà il lettore dietro le quinte del film presentando le varie fasi di progettazione e le idee prodotte dagli artisti coinvolti nel progetto, per offrire uno sguardo sempre più approfondito all’opera di Peter Jackson. Come anticipato dal titolo, The Art of War, lo studio si incentrerà in particolar modo sugli scontri che si susseguono nell’ultimo capitolo della trilogia, dall’assalto di Smaug a Città del Lago alla battaglia citata nel titolo stesso del film, delineando le differenze in campo bellico per ogni parte in scena.

ARTICOLI PRECEDENTI
– Vai all’articolo “The Story of Kullervo”: ne parla Verlyn Flieger
– Vai all’articolo “The Story of Kullervo”: ecco la seconda parte

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Tolkien e i classici alla Fiera del libro

Cop_Tolkien-classiciProsegue il tour del libro “Tolkien e i Classici” e stavolta fa tappa a Roma. Chiunque abbia pubblicato un libro, sa per esperienza personale che la distribuzione del volume è fondamentale perché il libro sia conosciuto. Per far sì che un libro sia ordinato dalle librerie e comprato dai lettori, è ormai fondamentale che sia l’autore stesso del libro a darsi da fare! Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare numerose presentazioni, anche grazie al fatto che sono gli stessi lettori a chiedercelo e a organizzarle. È così che lunedì 7 dicembre 2015, durante la manifestazione “Più Libri Più Liberi” a palazzo dei Congressi di Roma si terrà alle ore 16 nella Sala Corallo la presentazione di “Tolkien e i classici” a cura di Effatà Editrice. Stefano Gobbi coordinerà il dibattito che vedrà gli interventi di alcuni dei curatori del libro, Roberto Arduini, Cecilia Barella, e di alcuni degli autori: Andrea Monda, Saverio Simonelli e Norbert Spina.

Due sabati tolkieniani: musica e arte a Verona

Arena di VeronaDopo il successo del pomeriggio tolkieniano dello scorso 3 ottobre, Voci dalla Terra di Mezzo, a Verona si terranno due sabati consecutivi che vedranno come ospiti alcuni artisti che hanno saputo valorizzare l’opera di J.R.R. Tolkien in diversi campi: la musica e l’arte. Prima di passare ad illustrare gli eventi, vorremmo sottolineare che l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani si ritrova a co-organizzare gli appuntamenti con i due preziosi gruppi scaligeri fautori della buona riuscita della succitata manifestazione, ovvero l’Associazione Rohirrim e la Compagnia degli Argonath. I protagonisti dei due incontri, che avranno luogo il 28 novembre e il 5 dicembre, saranno prima il musicista Giacomo D’Alessandro, in arte Giandil, e per l’evento successivo l’artista Ivan Cavini e il fotografo Alessio Vissani.

28 novembre: incontro in musica

Andata e Ritorno - CDIl 28 novembre alle 16.15 nella suggestiva cornice di Santa Maria in Chiavica, Giandil – Giacomo D’Alessandro presenterà il disco Andata e Ritorno, album di recente uscita contenente canzoni ispirate a Lo Hobbit e firmato da giovani musicisti genovesi, quasi tutti sotto i 30 anni. Una raccolta di pezzi particolare, prodotta a costo zero, con l’apporto volontario di circa 20 musicisti e collaboratori. Inusuale anche la fase di registrazione di questo lavoro indipendente, avvenuta in maniera raminga, fra campagna e città. I quattordici brani che compongono l’album sono stati concepiti da Giandil, ventenne genovese alla sua prima pubblicazione musicale, che ha mischiato un caratteristico sound cantautorale con elementi folk e irish, con l’obiettivo contenutistico che mira a far risaltare la realtà multiculturale della fiaba tolkieniana. L’incontro veronese sarà articolato in un’intervista live all’artista genovese, condotta dal socio fondatore AIST Stefano Giorgianni, e in una riproposizione di alcuni pezzi suonati dallo stesso Giandil.

5 dicembre: Middle Artbook

Il sabato successivo, 5 dicembre, alle ore 17.00 nell’elegante Casa Caffè Mazzanti di PiazzaLibri: Middle Artbook Erbe, sarà la volta di Ivan Cavini e Alessio Vissani, che presenteranno il loro libro Middle Artbook. Disegnare e Costruire la Terra di Mezzo. Un incontro interamente all’insegna dell’arte, in cui i due protagonisti-autori ripercorreranno il loro cammino tolkieniano che dura da più di quindici anni. Fortemente voluto dalla Fondazione Dozza Città d’Arte, con la supervisione e curatela dell’Associazione Italiani Studi Tolkieniani, il volume in edizione di lusso è scritto a quattro mani dai due artisti. Riccamente illustrato dal primo e con le splendide fotografie del secondo, il libro è un viaggio nel percorso artistico di Cavini e descrive le molte sfide da lui affrontate e vinte. Dai primi passi nel mondo tolkieniano, alle prime collaborazioni con le società di appassionati, è una carrellata di mostre e dipinti, in Italia e all’estero, con al centro la creazione materiale di un museo unico, il Greisinger museum di Jenins in Svizzera, interamente dedicato alle opere di J.R.R. Tolkien. Il percorso prosegue con le moltissime attività di questi ultimi anni, che hanno portato i due autori a essere amici oltre che collaboratori e a realizzare insieme una mostra a Viterbo, una manifestazione nella Rocca di Dozza Imolese, Fantastika, e a essere soci fondatori dell’AIST, con la quale hanno organizzato eventi a Roma, Lucca e Milano.

Entrambi gli eventi sono ad ingresso libero e avrete la possibilità di acquistare i prodotti presentati. Vi aspettiamo dunque numerosi a questi due incontri con questi artisti d’eccezione.

LOCANDINA DEL 28 NOVEMBRE

Locandina 28 Novembre

LOCANDINA DEL 5 DICEMBRE

Locandina 5 Dicembre

LINK ESTERNI
– Vai al sito di Andata e Ritorno in musica
– Vai al sito di Ivan Cavini
– Vai alla pagina facebook di S. Maria in Chiavica
– Vai al sito di Casa Caffè Mazzanti

Tornati da Lucca Comics: è bello scoprire Tolkien

Lucca Comics: pubblico allo standLucca Comics & Games 2015 è finita nel migliore dei modi, con un applauso. Alla voce dell’altoparlante che annunciava la fine della manifestazione, hanno risposto in coro tutti gli standisti esausti con urla di sollievo e un grande unico applauso. Un’esperienza incredibile, con numeri impressionanti: 220mila biglietti per un totale di oltre 400mila presenze in città nei 4 giorni, 28 le aree del centro storico coinvolte per 75mila metri quadrati complessivi, più di 900 i giornalisti accreditati, oltre 700 gli stand, 582 gli eventi principali realizzati, 900 i bambini che hanno partecipato alle attività Junior, 1.000 gli aspiranti disegnatori, 1.500 gli iscritti alle sfilate Cosplay e, Lucca Comics: pubblico allo stand 2infine, 208.413 i “mi piace” su Facebook per oltre 1 milione di persone raggiunte. Un frammento di tutto eravamo noi soci dell’AIST con tutte le nostre attività, i seminari e lo stand. E i lettori del sito e gli appassionati di J.R.R. Tolkien ci hanno ripagato partecipando alle nostre cose e facendoci molte domande. E numeri più che soddisfacenti ci hanno premiato in una edizione di Lucca sicuramente da ricordare. Perché Tolkien è stato presente non solo nel padiglione Carducci.

Un altro finale per Il Signore degli Anelli

Progetto Se Il Signore degli Anelli non fosse ambientato fra boschi abitati da Elfi? Se Frodo fosse vissuto altrove, chissà magari in un futuro tecnologico in cui ogni pianeta è raggiungibile e l’anello del potere domina su tutto l’universo? Se i Nani fossero alieni? Se gli Elfi fossero robot? E se gli Hobbit fossero una popolazione marziana ma genuinamente felice? Che accadrebbe? Anche se per chiunque abbia letto Il Signore degli Anelli queste domande suoneranno come un’eresia, non è così se fanno parte di una proposta culturale per leggere da capo il capolavoro di J.R.R. Tolkien e per vederlo sotto altri occhi. La lettura fa parte di un progetto che riguarda le biblioteche intercomunali di Cles e della Predaia, in Trentino, e che inizia il 5 novembre e durerà fino a marzo 2016.

Arriva Halloween: ecco a voi i non-morti in Tolkien

di Barbara Sanguineti
UndeadSi avvicina la fine di ottobre. Il sole passa timido nel cielo, le sere si allungano, e,
come vuole la tradizione, a giorni si aprirà il varco tra il nostro mondo e quello degli
spiriti: per una notte le strade saranno scenario di sfrenate scorribande
soprannaturali. Tra gli esseri più inquietanti che busseranno alla nostra porta per
esigere il loro obolo di dolci o paura, ci sono spettri, vampiri, scheletri: in una parola, i
non morti.
Il non-morto è un individuo che, dopo la morte, ritorna o persiste nel nostro
mondo, spesso attraverso sortilegi o maledizioni
. In effetti, che cosa determina la
nascita di tali creature? Miti e leggende si sono sbizzarriti a indicare le cause di questa
sinistra forma di esistenza: nella maggior parte dei casi si tratta dell’estrema malvagità
del defunto, di un contagio o di un intervento magico esterno
(è il caso di vampiri e
zombie); oppure diventa non-morto chi ha subito una morte violenta, un torto che
richiede riparazione, o chi ha infranto una promessa solenne (come avviene per i
fantasmi).
Presenti ovunque nel folklore, i non-morti ci ammoniscono a non violare il
naturale ordine delle cose per un mal riposto desiderio di eternità. In origine esseri
umani proprio come noi, essi sono poi stati condannati a vagare nel nostro mondo
senza pace, sospesi in un’esistenza dove il carisma soprannaturale si paga con
moneta di sangue (vampiri), e l’eternità non è che un’eco ossessiva di torti subiti o
arrecati (fantasmi).
Le leggende su queste creature sono uno sguardo gettato dall’umanità oltre la
soglia che più ci spaventa, quella della morte. Come sempre avviene, la paura ha poi
trovato l’esorcismo più efficace nella risata: ridotte a fantocci grotteschi queste figure
hanno popolato i teatrini di marionette, il grand-guignol, i luna-park, i film di serie B.
Eppure la connessione con la morte e il dopo-vita rende i non-morti creature
estremamente ‘serie’, esseri metafisici che permettono di comprendere meglio il
rapporto con l’Aldilà tipico della cultura che li ha generati. Un esempio per tutti: a
partire dall’Ottocento la figura del vampiro, presente fin dall’antichità, assume i
caratteri di ‘titanismo’ propri di certe correnti romantiche, come se, nella sua scelta di
una vita eterna ma dannata, questa creatura potesse rappresentare la ribellione
dell’uomo verso le leggi di Dio.
L’espressione non-morto è un calco dall’inglese undead. Fu Bram Dracula di Bram StokerStoker a impiegare questo termine per designare il vampiro nel suo romanzo Dracula (1897)
e da allora in poi la parola è stata riferita generalmente a tutti gli esseri che mantengono apparenza di vita dopo la morte. Anche in Tolkien troviamo il termine undead, per esempio in bocca a Éowyn quando affronta il Re dei Nazgûl per difendere Theoden: “For living or dark undead, I will smite you, if you touch him”, “Perché, che tu sia creatura vivente o oscuro non-morto, ti distruggerò, se lo tocchi.” (The Lord of the Rings, The Return of the King, The Battle of the Pelennor Fields).

I non-morti in Tolkien

Come tutti i grandi autori, Tolkien sa alternare efficacemente nella narrazione un
vasto spettro (pun intended!) di emozioni. Quando si tratta di suscitare la paura è
naturale che ricorra anche a creature non-morte, come i Fantasmi dell’Anello o i Morti
di Dunharrow
.
E non vi è dubbio che i non-morti tolkieniani abbiano molte caratteristiche
tipiche della tradizione
:
– essi sono in grado di incutere il terrore in chiunque li veda. Questa è l’arma
principale dei Morti di Dunharrow, che volgono in fuga i Corsari di Umbar ispirando
loro un panico incontrollabile; ma anche i Nazgûl irradiano un’aura di terrore e il loro
grido, come quello degli spettri irlandesi banshee, lacera le orecchie e i cuori (e può
addirittura mandare in frantumi gli oggetti!).
– L’esistenza dei non-morti è talora legata alla morte violenta, come nel caso
degli Spiriti delle Paludi Morte, guerrieri caduti in antiche battaglie che appaiono a
Frodo e Sam sotto forma di immagini evanescenti, ipnotiche, simili a fuochi fatui
(sappiamo dalle Lettere che per questo episodio Tolkien trasse ispirazione dai
massacri della Somme).
Morti di DunharrowDobbiamo pensare che la prossimità con un luogo malefico, la Terra di Mordor,
agisca come catalizzatore per l’apparizione di queste vittime di morti cruente (un po’
come accade per i fantasmi dell’Overlook Hotel in The Shining di S. King).
– I Morti di Dunharrow, guerrieri codardi che in vita violarono il giuramento di
fedeltà al re Isildur, sono il classico caso di anime condannate alla non-morte per aver
infranto un voto. E soltanto l’erede di Isildur, Aragorn, li libererà dalla maledizione
dopo che questi l’avranno assistito in battaglia.
– Anche i non-morti tolkieniani sono incorporei, in parte o completamente, e
quindi non vulnerabili alle armi normali ma soltanto a quelle magiche o a modi
speciali di offesa: ecco dunque il Re Stregone di Angmar, immune ai colpi di schiere
di uomini ma destinato a perire per mano della guerriera Éowyn.
– La tipica avversione verso la luce del sole presente nel folklore ritorna anche
nelle pagine di Tolkien, così come la repulsione per l’acqua: ricordiamo i Nazgûl
travolti e dispersi dalla piena magica del fiume Bruinen.
– Come molte creature non-morte delle leggende, i Nazgûl hanno un respiro
velenoso, Il Soffio Nero (‘the Black Breath’), che induce malessere e perdita di
conoscenza. La ferita inferta a Frodo dal pugnale dei Nazgûl, inoltre, ha tutte le
peculiarità del morso di un vampiro, difficile da curare e debilitante per la vittima.
Nelle opere di Tolkien non troviamo veri e propri vampiri – quelli citati nel
Silmarillion sono in realtà enormi pipistrelli – ma, a ben pensarci, l’Unico Anello e i set
di Nove e Sette anelli dati ad Uomini e Nani possiedono molte caratteristiche tipiche
dei vampiri: seducono e soggiogano coloro che li maneggiano, ne sottraggono la
forza vitale e poco per volta li trasformano in creature notturne, veri e propri spettriLee - Dracula
(wraiths) sospesi tra il mondo reale e la dimensione di ombre della non-morte. C’è
stato chi ha voluto addirittura tracciare un paragone tra Sauron e Dracula,
sottolineando che lo sguardo di entrambi ha le stesse caratteristiche ipnotiche, capaci
di creare un esercito di schiavi da manovrare come burattini (Hood, Gwenyth. Sauron and Dracula. «Mythlore» 52 Winter (1987): 11-17, 56.).

L’essenza degli undead tolkieniani

Volendo addentrarci più a fondo nell’essenza di queste creature, troviamo il
momento cruciale dell’esistenza degli undead tradizionali: il momento della
trasformazione, del passaggio dalla vita alla non-morte. In molti casi, come per i
vampiri e tutti quei non-morti che ritornano con il corpo, si tratta di un vero e proprio
decesso seguito da una ‘resurrezione’: infatti in molte regioni europee i non-morti
sono stati chiamati ‘revenant’, coloro che appunto fanno ritorno dagli oscuri territori
della morte.
A questo punto occorre fare un’osservazione, importante perché conferma
ancora una volta l’originalità e la coerenza di Tolkien: negli undead da lui descritti
manca completamente il momento di morte seguito da rinascita fisica. I non-morti di
AngmarTolkien sono semplici spiriti, come gli Spergiuri, oppure, se hanno corpo fisico come i
Nazgûl, giungono allo stato di non-morte per un processo di lenta consunzione e non
attraverso un decesso vero e proprio. E questo non è un dettaglio da poco, anzi esso
distingue gli undead tolkieniani da quelli tradizionali che ‘risorgono dalla tomba’.
Nell’universo tolkieniano, quando l’anima di un Uomo si divide dal corpo al
momento della morte, il corpo decade e l’anima sosta brevemente nelle aule di
Mandos per poi passare definitivamente altrove: un altrove che neppure i Valar
conoscono. Non c’è sortilegio o titanismo che tenga – una volta che l’anima e il corpo
di un Uomo si sono separati, essi non possono riunirsi nuovamente, salvo che Ilúvatar
lo voglia – e in tutto il legendarium vi è un solo caso in cui questo accade.
Prova a rinforzo di ciò sono gli Spettri dei Tumuli, creature che non ho nominato
finora proprio perché, malgrado le apparenze, non sono affatto non-morti: si tratta
infatti di spiriti maligni inviati dal re stregone di Angmar ad infestare le tombe e i resti
degli eroici condottieri Dúnedain, in spregio alla loro grandezza. Le ossa dei defunti
vengono animate sì, e con intento malevolo, ma Tolkien dice esplicitamente che a
possedere i resti umani sono spiriti estranei, non certo le anime che avevano abitato
quei corpi.
Anche qui nessuna ‘resurrezione’ dunque. Tolkien è categorico: le leggi che
presiedono al passaggio dalla vita alla morte e l’incarnazione dell’anima nel corpo
sono esclusivo appannaggio di Ilúvatar
, e il Male, o qualsiasi altra entità, non potrà
mai compiere resurrezioni più di quanto non possa creare dal nulla.
Ecco quindi che l’unica vera resurrezione nella storia di Arda avviene in
circostanze eccezionali, con il beneplacito di Ilúvatar: dopo la morte di Beren, lo
spirito di Lúthien si spinge fino a Valinor per reclamare indietro il suo amato, e,
proprio come Orfeo, intona un canto così struggente che lo stesso Mandos, Vala del
Fato, ne viene commosso; Manwë, interprete del volere di Iluvatar, concede ai due
amanti di tornare nella Terra di Mezzo e di terminare, con i loro corpi mortali, la loroHalloween
vita insieme.
Fatto singolare, e significativa conclusione di questa carrellata sui non-morti, è
che l’isola su cui i due amanti si stabiliscono venga poi chiamata dagli Eldar ‘Dor-Firni-
Guinar’ cioè ‘La Terra dei Morti Viventi’ (The Land of the Dead that live in inglese).
Questo nome può farci sorridere, riportandoci alla mente gli zombie-movies
degli anni ’70-’80; ma per Tolkien sanciva, anche nella toponomastica, l’eccezionalità
di un evento – il ritorno dalla morte – che nessuna magia o intento avrebbe mai potuto
realizzare, se non l’amore nella sua forma più estrema.

Happy Halloween

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Tolkien sbarca alla Ecole Normale di Parigi

Ens_Scuola-normale-superiore-ParigiChe Tolkien stia prendendo sempre più piede nelle università è oramai dato di fatto. Quello di cui vogliamo portarvi a conoscenza oggi è un nuovo ciclo di seminari tolkieniani al dipartimento di Lingue e Letterature della Ecole Normale Supérieure di Parigi. Si tratta di una delle sedi più prestigiose della capitale francese, l’università dedicata all’istruzione di insegnanti, ricercatori delle università e degli enti di ricerca, da cui sono usciti molti tra i politici, statisti e scrittori transalpini, la cui succursale italiana è nientemeno che la Scuola normale superiore di Pisa. Il corso vedrà il patrocinio di Isabelle Pantin, docente di Lingua e Letteratura presso lo stesso ateneo e autrice del libro Tolkien et ses légendes, in collaborazione con l’Associazione Tolkiendil e sotto la responsabilità di Nils Renard. Il programma dettagliato degli incontri è ancora in fase di sviluppo, ma possiamo fornirvi qualche informazione riguardo all’obiettivo generale e sul primi appuntamenti.

Tolkien a Roma est in gioco il 24-25 ottobre

logo Roma est in giocoA Roma il gioco diventa una cosa seria, da professionisti. Talmente seria che da qualche anno è nato un evento tutto dedicato ai giochi da tavolo e ai boardgame. Talmente serio che il pubblico che segue la manifestazione è ormai enorme e affezionato. Quest’anno siamo giunti alla IV edizione di Roma Est in Gioco, che si terrà dal 24 al 25 ottobre 2015 presso il Centro Ricreativo Polifunzionale in Via di Torrenova 39a (Torre Angela) a Roma. L’ingresso gratuito, dalle 9.30 alle 20.00, mentre gli eventi extra-ludici a partire dalle 21.00.
Roma est in giocoOrganizzato quest’anno dall’Associazione Il Gufo e dal negozio Doppio Gioco, ospiterà per la prima volta una finale nazionale della Boardgame League, quella di Stone Age. La sede della Fiera si trova in via di Torrenova 39a, una traversa di Via Casilina (uscita 18 del GRA). Oltre che con l’automobile è possibile raggiungere il centro polivante prendendo la metropolitana C, scendendo alla fermata “Torrenova”, poi da lì 500 metri a piedi per arrivare a destinazione.

Presto all’asta due lettere inedite di Tolkien

Tolkien scriveLa florida corrispondenza tenuta da Tolkien è fonte di grande utilità per comprendere le sue opere e l’uomo dietro di esse, fornendo a studiosi ed appassionati dettagli altrimenti destinati all’oblio. Numerose lettere vennero date alle stampe nel 1981 dal figlio Christopher in una raccolta dal titolo The Letters of J. R. R. Tolkien (in italiano La realtà in trasparenza, volume edito prima dalla Rusconi nel 1990 e poi dalla Bompiani nel 2001, ora fuori catalogo), ma tale opera resta una selezione parziale. Questo mese due lettere di Tolkien ai fan stanno per essere messe all’asta ed entrare a far parte della collezione di qualche fortunato estimatore del professore oxoniense.