La strenna di Bompiani: Mr. Bliss in cartonato

BompianiSi avvicina il Natale e Bompiani, la casa editrice delle opere di J.R.R. Tolkien, prepara le sue strenne natalizie. Insieme alla riproposizione del Signore degli Anelli in tre volumi con nuove copertine con fascetta dedicata alla serie tv, usciranno una serie di novità e riproposizioni: I Lai del Beleriand, terzo volume della Storia della Terra di Mezzo (History of Middle-Earth) con traduzione di Luca Manini; L’arte dello Hobbit, ristampa del bellissimo cofanetto a cura di Hammond & Scull, in brossura; L’arte del Signore degli Anelli, volume inedito finora in italiano, in brossura. Ma la chicca più bella è Mr. Bliss in un formato cartonato. È un libro che non veniva ristampata dal 2000 e che è disponibile anche in ebook, un’avventura “automobilistica” che probabilmente prese vita dalla goffaggine nella guida dell’autore…
Mr. Bliss - fronte“Mr. Bliss” è infatti una favola scritta ed illustrata dall’autore negli anni ’30, ma pubblicata postuma. La storia racconta le vicende del signor Bliss, personaggio parzialmente autobiografico. Si tratta di un raffinato signore che indossa cappelli torreggianti, vive in una casa dai soffitti alti per passarci facilmente ed è il felice proprietario di Giraniglio, un buffo animale dal collo lungo che tiene in giardino. La sua vita tranquilla cambia quando una mattina, dopo colazione, decide di comprare un’automobile gialla con le ruote rosse e si mette in viaggio per far visita agli amici. Tra incontri inaspettati (con orsi, persone curiose e persino arrabbiate), deviazioni impreviste e i guai dell’alta velocità Mr. Bliss imparerà una lezione di vita importante: certi viaggi (se non tutti) sono migliori se fatti con lentezza.

Ecco il terzo numero dei Quaderni di Arda

Shippey-Gruppo-di-StudioSabato 17 settembre, durante Fantastika, al Centro Studi tolkieniani “La Tana del Drago” di Dozza, è stato presentato il terzo numero dei «Quaderni di Arda», dal titolo Beowulf a Oxford: lo stile di Tolkien (Eterea Edizioni, € 25). Non era scontato che la rivista dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani arrivasse a battezzare il suo terzo numero in quattro anni. Non solo perché si tratta di uno sforzo completamente volontario, ma anche perché rispetto ai primi due numeri la novità è che questa volta il volume non poggia sugli atti di un convegno con l’aggiunta di altri articoli. Infatti il numero 3 si compone di tredici saggi originali inediti, dei quali ben otto sono stati scritti da studiosi Aist e soltanto i due tradotti dall’inglese non sono stati scritti per l’occasione. Per un’associazione piccola e relativamente giovane come la nostra è un risultato straordinario. Questo riguarda anche la qualità dei saggi contenuti in questo n. 3, che non ha nulla da invidiare a quelli precedenti, e che affronta un territorio pressoché inesplorato.

The Fall of Númenor, ecco i primi dettagli

Fall of NumenorCome già scritto, HarperCollins Publishers, pubblicherà il prossimo autunno The Fall of Númenor una raccolta di testi sulla caduta di Númenor e sulla Seconda Era della Terra di Mezzo ricostruita, introdotta e commentata da Brian Sibley e illustrata da Alan Lee.
Fall of Numenor 02Il libro non è un inedito e si concentra su tutta la Seconda Era: non la sola caduta dell’isola di Númenor, ma è proprio un racconto su tutto quello che avviene tra la caduta di Morgoth che chiude la Prima Era e l’ultima alleanza con la sconfitta di Sauron che chiede la Seconda. È un progetto che la casa editrice ha sviluppato con la Tolkien Estate e con Amazon. Infatti, il volume sembra fatto apposta per essere un collegamento con la serie tv di Prime Video e fornire una base testuale agli eventi televisivi soprattutto a quegli spettatori che non hanno letto tutti i libri di Tolkien. Il volume uscirà a novembre e comprenderà 11 tavole nuove di Alan Lee. Ma esattamente, quale saranno i contenuti?

A novembre il nuovo The Fall of Númenor

A sorpresa (ma neanche tanto) giunge la notizia di un nuovo libro di J.R.R. Tolkien. La casa editrice che detiene i diritti dell’autore, HarperCollins Publishers, pubblicherà il prossimo autunno una raccolta di testi sulla caduta di Númenor e sulla Seconda Era della Terra di Mezzo ricostruita, introdotta e commentata da Brian Sibley e illustrata da Alan Lee. Il libro non è un inedito e si concentra su tutta la Seconda Era: non la sola caduta dell’isola di Númenor, ma è proprio un racconto su tutto quello che avviene tra la caduta di Morgoth che chiude la Prima Era e l’ultima alleanza con la sconfitta di Sauron che chiede la Seconda. È un progetto che la casa editrice ha sviluppato con la Tolkien Estate e con Amazon. Infatti, il volume sembra fatto apposta per essere un collegamento con la serie tv e fornire una base testuale agli eventi televisivi. Il volume uscirà a novembre e comprenderà 11 tavole nuove di Alan Lee. Ah, il titolo? The Fall of Númenor. Ed è proprio qui che sorge il problema.

La History in libreria: il 22 l’incontro al Salone

History of Middle-earth in edizione ingleseFinalmente è arrivato sugli scaffali delle librerie “Il Libro dei Racconti Perduti” ovvero il primo volume de “La storia della Terra di Mezzo” di J.R.R. Tolkien. Il team di consulenti editoriali dell’AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha revisionato i primi due volumi, mentre il terzo è stato tradotto da Luca Manini. Il progetto verrà presentato domenica 22 maggio al Salone del Libro di Torino, alle ore 18:30 (Sala Granata, Pad. 3) da Roberto Arduini e Edoardo Rialti, con la moderazione di Loredana Lipperini, scrittrice, voce di Fahrenheit Radio 3 e tolkieniana doc. La History of Middle-Earth è una collana di 12 volumi (pubblicati a cura di Christopher Tolkien dal 1983 al 1996), che narra quelle storie che in seguito sono diventate Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli.
History - Storia della Terra di MezzpUn tredicesimo volume è stato pubblicato nel 2002, The History of Middle-earth Index, che ha integrato completamente tutti gli indici del set in un unico grande indice. In seguito i volumi 6, 7, 8 e parte del 9 sono stati pubblicati anche come The History of the Lord of the Rings. L’ultimo volume è stato re-intitolato The End of the Third Age in quanto, rispetto al corrispettivo della HoME, non contiene le sezioni The Notion Club Papers e The Drowning of Anadûnê, ma solo le sezioni relative alla Terza Era.
In occasione della pubblicazione italiana ospitiamo l’intervento di Giampaolo Canzonieri, tesoriere AIST, responsabile dei rapporti con Bompiani per l’Associazione e membro del team di consulenti. Il testo fa luce sul lavoro dell’AIST svolto in tutti questi mesi sui primi due volumi della History of Middle-Earth.

Sulle orme del Signore degli Anelli in Piccardia

Prima Guerra MondialePrima della Grande Guerra, J.R.R. Tolkien scriveva solo poesie. E fu al suo ritorno dalle trincee che iniziò a scrivere i suoi racconti fantastici. Già nel 1917 iniziò a scrivere le prime storie che riguardano Il Silmarillion, che non sarebbe stato pubblicato fino al 1977, quattro anni dopo la sua morte. L’autore non racconterà mai quello che aveva vissuto nella Somme. Almeno non direttamente. Ma tutti gli studiosi concordano sul fatto che questa esperienza abbia influenzato il suo lavoro. E per trovarne tracce, dopo il grande lavoro di John Garth nel libro Tolkien e la Grande Guerra, (Marietti 1820, Milano-Genova 2007), è sempre più difficile. Ma c’è qualcuno che ha trovato altri documenti inediti della vita di Tolkien soldato in Francia.

L’AIST: sarà tradotta la History of Middle-earth

History of Middle-earth in edizione ingleseLo aspettavamo da anni, abbiamo lavorato sodo per questo, alla fine ce l’abbiamo fatta! La Bompiani ha iniziato il progetto per tradurre in italiano la History of the Middle-earth. Ecco il messaggio ufficiale: «Ce lo chiedete da sempre e finalmente lo possiamo dire: nel 2022 riprenderemo il viaggio interrotto per “La storia della Terra di Mezzo”. Stiamo lavorando a una revisione importante dei primi due volumi e alla traduzione degli altri. Cominceremo a pubblicarli nella primavera del prossimo anno e intendiamo concludere l’opera nel 2026». Naturalmente, l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani è coinvolta nell’operazione e sarà consulente editoriale e in parte coinvolta anche nella traduzione. Tutti i dettagli si sono potuti conoscere il 29 ottobre 2021 nell’incontro a Lucca Comics and Games: Novità editoriali Bompiani sulle opere di JRR Tolkien a cura dell’associazione. Già certe le date di uscita: il primo volume uscirà a maggio 2022, il secondo a settembre 2022 e il terzo volume a ottobre 2022. Poi la cadenza sarà di due volumi l’anno fino al 2026. Il team di consulenti editoriali dell’AIST è formato da Roberto Arduini, Gianpaolo Canzonieri, Barbara Sanguineti, Norbert Spina e Claudio Antonio Testi, che hanno revisionato i primi due volumi della History of Middle Earth. Inoltre è stato annunciato anche il nome del traduttore che si sta già occupando del terzo volume: Luca Manini. Una coppia di traduttori esperti – che si alterneranno con Manini nel lavoro di traduzione – sta per iniziare a tradurre il quarto volume, che però sarà pubblicato nel 2023.

Pubblicato in inglese «La Natura della Terra di Mezzo»

Carl HostetterDopo più di un anno di attesa, esce finalmente un altro inedito di J.R.R. Tolkien, forse l’ultimo dopo la scomparsa di Christopher Tolkien, il figlio e curatore letterario delle opere dello scrittore inglese. Ne avevamo già scritto in due occasioni, per dare la notizia nel giugno 2020 – sfuggita al sito dell’editore Usa Houghton Mifflin, ma poi cancellata – e per la conferma ufficiale dell’uscita del volume e per rivelarne la copertina. Oggi è nelle librerie fisiche anglosassoni e in quelle online The Nature of Middle-Earth a cura di Carl F. Hostetter, lo studioso statunitense a cui Christopher aveva ceduto il materiale per pubblicarlo. In effetti, era una scelta quasi naturale, visto che alcuni dei saggi presenti sono stati pubblicati in passato proprio dallo stesso Hostetter. Il titolo «La natura della Terra di Mezzo» è stato scelto perché il volume contiene gli ultimi testi di Tolkien dedicati sia in senso letterale che metaforico al suo mondo immaginario. Tra i temi trattati ci sono molti saggi dedicati alle lingue elfiche, l’immortalità elfica, i regni di Númenor e Gondor, la natura dei Valar e persino chi potrebbe farsi crescere la barba.

Il Signore degli Anelli, l’economica a settembre

Il Signore degli Anelli: Angoli smussatiLa notizia è confermata. Il 1 settembre 2021 saranno disponibili in libreria in edizione economica volumi de Il Signore degli Anelli, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica e con la consulenza dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. A distanza di quasi due anni, da quel 30 ottobre 2019 in cui vide la luce il primo volume La Compagnia dell’Anello, e dopo l’uscita della splendida strenna natalizia del volume unico con una edizione deluxe, illustrata da Alan Lee e cartonata, si potrà così leggere Il Signore degli Anelli non spendendo molto. L’edizione economica di ogni libro è sempre quella più venduta e quella più diffusa tra i lettori.

Biblioterapia, al via un corso su JRR Tolkien

L'Arte di TolkienIl 25 aprile prenderà l’avvio sul sito web dell’Accademia di Biblioterapia Italiana il primo corso e-learning asincrono, dedicato al Professore, dal titolo L’universo nascosto di Tolkien. Un progetto innovativo che mi vede anche coinvolta personalmente accanto ad altre figure professionali che esploreranno l’universo tolkieniano. Per presentarvi quest’iniziativa ho pensato che fosse meglio lasciar parlare il suo stesso ideatore: il prof. Marco Dalla Valle, esperto di biblioterapia, consulente e formatore; fondatore del sito web di biblioterapia e dell’Accademia online di biblioterapia e tecniche narrative; Membro del consiglio direttivo del centro di ricerca dipartimentale di Scienze umane presso l’Università di Verona, Asklepios. Filosofia, cura, trasformazione.

Pubblicati nuovi libri sulle opere di Tolkien

La fine dell’inverno sta portando l’uscita di una serie di volumi dedicati a J.R.R. Tolkien e al suo mondo immaginario. Si tratta di pubblicazioni molto interessanti perché in parte mancavano ormai da molto tempo dagli scaffali italiani, in parte gettano nuova luce sulle opere del professore inglese. Ci saranno tre novità dopo l’uscita di Leggiamo insieme il Signore degli Anelli di Paolo Nardi (Fede & Cultura, € 17) e della graphic novel Tolkien, Rischiarare le tenebre per ReNoir Comics (80 pp., 19,90 euro), e in attesa che La via per la Terra di Mezzo di Tom Shippey sia ristampata dalla casa editrice Marietti (31 marzo 2021).

Edizione Astrolabio, ecco la tabella dei nomi

Studiare«La precisione è la farina senza la quale non si ottengono né pane né dolci», recita un vecchio adagio. E visto che, da piccoli Hobbit appassionati delle opere di J.R.R. Tolkien, vogliamo avere sia il pane sia i dolci per le nostre numerose colazioni e merende di ogni giorno, ecco che dobbiamo essere per forza precisi al punto che di noi il buon Bilbo Baggins potrebbe dire: «È un Hobbit che non lascia passare una mosca davanti al naso!!!» Questo è il motivo per cui l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani vuol fare un servizio ai lettori e ha realizzato delle tabelle con tutta la nomenclatura presente nel volume Astrolabio e che vuole aiutare i lettori che possiedono una delle successive edizioni Rusconi o Bompiani con la traduzione di Vittoria Alliata di Villafranca,
Scrivaniai possessori dell’Atlante della Terra di Mezzo (di imminente ripubblicazione) che presenta stranamente i toponimi nelle mappe mantenuti in inglese, o anche per i lettori che hanno comprato la nuova edizione tradotta da Ottavio Fatica e si chiedono a cosa corrisponda un dato nome nelle edizioni precedenti.

Appunti sul discorso di Ottavio Fatica a Trento

Convegno di TrentoIl primo intervento al convegno “Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore”, il 30 novembre scorso, è stato quello di Ottavio Fatica, che ha esposto le impressioni e le riflessioni ricavate da due anni di lavoro sul testo del Signore degli Anelli. Il traduttore si era già espresso in altre occasioni, ma in questa circostanza ha tirato le somme, concedendosi uno sguardo più complessivo, e nient’affatto comodo o compiacente.
Per larghi tratti il suo intervento è parso rivolto a noi tolkieniani, come volesse ricordarci che Tolkien è un autore tra molti, e che di nessuno è possibile decretare in anticipo quale sarà il posto nel pantheon letterario. Ergersi a difensori o detrattori a oltranza di un’opera artistica è come difendere o attaccare una trincea a prescindere dalle dinamiche della guerra, per sola fede nella centralità della posizione. Libro Cultura Convergente Henry JenkinsUn’attitudine che ha portato allo stallo e allo stillicidio della Grande Guerra, tanto per dire.
Si potrebbe chiosare che acquisire questa lezione fa la differenza tra essere esclusivamente dei “fan” (fanatic) o essere anche dei lettori critici, cioè in grado di vedere le cose in prospettiva. Nell’epoca della cultura partecipativa non è necessario che le due attitudini siano in contraddizione, come sostiene da tempo il professor Henry Jenkins, e vale la pena credergli.
Bene, dunque, che Fatica abbia ripreso le più celebri stroncature del masterpiece tolkieniano, passandole in rassegna e cercando il loro nocciolo di verità. Un’attitudine corretta, appunto, se si vuole evitare lo stallo di cui sopra, dato che né le opere né le critiche vanno prese per oro colato, ma sempre contestualizzate.

Elio VittoriniInnanzi tutto Fatica ha ricordato la bocciatura dei primi editori italiani che ebbero in visione Il Signore degli Anelli, dovuta a una circostanza particolare: negli anni Cinquanta e Sessanta in Italia stavamo ancora metabolizzando il realismo americano degli anni Trenta, essendo rimasti isolati dal mondo anglofono per tutto il ventennio del regime fascista. Il Signore degli Anelli era in totale controtendenza e incomprensibile per l’intellighenzia italiana in quel momento storico. Vittorini & co. non peccavano di chiusura o snobismo, ma erano aperti in direzione della grande letteratura americana con due decenni di ritardo. Ogni intellettuale è figlio del proprio spaziotempo. A questa riflessione Fatica ha aggiunto anche un’ulteriore appunto: all’epoca i grandi nomi firmavano le traduzioni, ma in realtà per loro lavoravano i ghost writer. Leggere tra le righe: non è affatto detto che al romanzo, anche con una firma di richiamo, sarebbe toccata miglior sorte di quella che poi ebbe. I bei tempi non sono mai esistiti.
Harold BloomQuindi Fatica ha rievocato le celeberrime stroncature dei due mostri sacri della critica letteraria statunitense, Edmund Wilson e Harold Bloom (il secondo non a caso tanto avverso a quella controcultura americana che invece trovò in Tolkien un autore di riferimento).
Per costoro Tolkien era un romanziere dilettante. Ed è innegabile che lo fosse: la sua professione era un’altra e in vita ha pubblicato soltanto due romanzi e qualche racconto. Se per i grandi critici della East Coast aveva lavorato con l’ingenuità del neofita sugli stereotipi letterari, Fatica ha aggiunto che gli mancava la disinibizione e la prolificità degli autori popolari e seriali, perché la sua non è narrativa popolare vera e propria, bensì segretamente ambiziosa, colta, con più livelli di lettura. Eppure gli è toccata la sorte della letteratura popolare, fino a sprigionare tutta la «forza mitopoietica dell’archetipo» e plasmare l’immaginario collettivo di un’epoca. Ottavio FaticaIn questi equivoci del destino si cela il segreto del “caso” Tolkien.
Ancora: Il Signore degli Anelli è ripetitivo, Bloom dixit. Oh, sì. Ma noi oggi possiamo dire reiterativo, il suo ritmo è questo, è ripetitivo come lo è l’Odissea, o il ciclo arturiano. Questo, Fatica non l’ha detto. Ha detto invece che la marcia degli Ent è «grandiosa».
Per Bloom i giochi linguistici di Tolkien tradivano una lingua «troppo cosciente di sé». Altroché! Mr Canone Occidentale aveva ragione, ma non considerava un fatto: che quel giocare con la lingua sfociava nel revival di certi «trucchi» medievali riutilizzati non già per citazionismo o divertissement, ma perché Tolkien credeva nell’efficacia del loro effetto e voleva riportarli in auge (vedi la lettera 171 e vedi l’intervento della prof. Roberta Capelli allo stesso convegno trentino).

Tolkien Weekend: OrcoE poi la questione degli Orchi, falciati come burattini, come se non fossero anime perse. Quante volte gli è stato rinfacciato in vita e dopo? E non ne stiamo forse ancora parlando a distanza di decenni? Non è rimasto un problema irrisolto anche per Tolkien, che ha continuato a rimuginarci sopra fino all’ultimo? Significa che lui stesso era consapevole che qualcosa non tornava e che alla sua coscienza di cattolico rimordeva l’aver lasciato margine al predestinazionismo, ancorché per creature ripugnanti. Chi lo ha detto che certe critiche snob non possono cogliere nel segno anche se mirano da un’altra parte?
Ancora: il gioco della provvidenza. Qui lo sguardo letterario di Fatica ha dribblato le annose elucubrazioni sulla visione della storia nell’opera di Tolkien, fatte in un’ottica teologico-filosofica, per ricordarci che ogni autore, in quanto sub-creatore produce il proprio mondo letterario, dunque può svolgere la trama secondo un piano provvidenziale e affermare che questo è il senso della storia del mondo – di quel mondo, come del nostro. Ma è troppo facile farlo affermare a Gandalf, cioè a uno dei propri personaggi. È come se in un romanzo poliziesco un detective ipotizzasse chi è l’assassino (Gollum) prima ancora che il delitto venisse compiuto (ruolo e morte di Gollum) ed evocasse anche le possibili conseguenze (eucatastrofe).
IncantesimoFatica ha anche riflettuto sull’Incantesimo, chissà se è stato colto. Anche questa stoccata probabilmente era rivolta a noi lettori fan. Il teatro feerico è un’arma a doppio taglio, perché se si arriva a prendere troppo sul serio la realtà secondaria, a crederci, si rischia di sfociare nella «Illusione Morbosa». Si potrebbe aggiungere che quando un mito viene trasmesso agli altri con una finalità, messo a disposizione di un apparato di potere, cioè quando viene tecnicizzato (avrebbe detto Furio Jesi), le cose non vanno mai a finire bene. Nel Novecento si è scherzato parecchio con questo fuoco, con risultati catastrofici. Ma questo vale anche su una scala più piccola: occhio a non trasformare Tolkien in un demiurgo onnipotente, in un genio assoluto, in un sub-creatore da adorare. Rimane pur sempre un autore di storie, e peregrinare nelle sue terre alle quali sentiamo di appartenere, come direbbe qualcuno, è un’esperienza che non deve azzerare il nostro spirito critico, il nostro senso della prospettiva e delle proporzioni.
Da questo punto di vista, ha detto ancora Fatica, un vero scrittore non ha bisogno di essere difeso da chi lo critica, perché la migliore difesa è la qualità della sua scrittura. E le qualità a Tolkien non mancano, ha detto Fatica: «fantasia, visionarietà, ritmo narrativo incalzante, senso animistico della natura, solida tenuta nei passi di crescendo epico, e molto altro ancora». Infatti l’opera del Professore gode di ottima salute mezzo secolo dopo la sua morte. Che bisogno ha di essere sostenuto se non sta cadendo?
La stessa constatazione si può spendere per il testo narrativo, che non coincide con le sue traduzioni nelle lingue XY, e che non può essere sacralizzato, né caricato di «Verità», a meno che non si intenda fondare una religione (e qualcuno che vorrebbe beatificare il Professore pure esiste), trasformandosi da fan a fanatici religiosi, appunto. Se qualcuno pensa che il passo non sia breve dia un’occhiata alla storia della Chiesa di Scientology.

Tolkien writingA questo lungo preambolo sono seguiti gli appunti tecnici, che in molti, diciamocelo, avremmo voluto più estesi. «Poi ci sono i versi nascosti nella prosa. Non insisterò mai abbastanza su questo punto», ha detto Fatica. E ha spiegato che questa è una caratteristica dello stile di Tolkien, come di altri autori: Dickens, Melville, perfino Calvino. La prosa poetica nel Signore degli Anelli è la sua scoperta – come già era stato per Moby Dick – e nessuno può togliergliela. La scoperta di uno che la letteratura e il tradurre letteratura li conosce come nessun lettore italiano di Tolkien, ahinoi, anche se noi sappiamo la differenza tra hröa e fëa; uno che affronta la questione da traduttore, appunto, e sa che se la parola “soul” non compare nel romanzo (eccetto in una singola occorrenza, in un’immagine figurata), inserirci “anima” in traduzione è sia un problema concettuale e di lealtà al testo, sia un problema di registro. Altroché se lo è.
La prosa di Tolkien è a strati, dunque. C’è la superficie, e c’è tutto il resto, di cui nemmeno un madrelingua inglese è tenuto ad accorgersi, perché servirebbe una competenza da specialista o da accademico, qual era Tolkien, infatti. Eppure solo così si possono cogliere i punti di forza linguistici (ad esempio certe accezioni recondite) e i punti deboli sintattici (ad esempio l’abuso di avverbi), nonché le tantissime suggestioni letterarie che il testo contiene.
Poi c’è la questione che Fatica stesso ha definito spinosa. Quella degli anacronismi e delle parole fuori contesto.
Fatica ha cercato di evitare gli anacronismi, ha detto, o quanto meno di non inserirne arbitrariamente. Quindi niente “fila indiana”, “in picchiata”, “panorama”, “ciao”, “valigie”, ecc. Tutti termini ultracontemporanei in italiano. Tuttavia poi si è accorto che Tolkien non era affatto così puntiglioso come il suo traduttore. E non solo per il celeberrimo drago che passa «come un treno espresso», all’inizio del romanzo.
Ad esempio Fatica nota che Tolkien ha usato gratuitamente l’espressione «night-walkers», resa celebre da Yeats nella poesia Byzantium, in cui come nel romanzo, guarda caso, si descrive un’alba (e che Fatica traduce, quasi mantenendo l’ambiguità alla fonte, con «creature della notte»).
Fatica nota pure che, in un composto simile, Tolkien si è spinto ancora più in là: «nightshade», per ogni vocabolario e per ogni anglofono il nome di una pianta, cioè la morella o la belladonna (sì, proprio l’erba che dava il nome alla mamma di Bilbo e che nel primo romanzo era evocata col nome “italiano”), e che nel Signore degli Anelli compare due volte, nel senso letterale di night / shade, ombra notturna, ma scritto in una sola parola composta. Forse un divertissement, un riferimento criptico al romanzo precedente, o forse un gioco di rimandi interni e al tempo stesso ancora più estesi, se la prima accezione è connessa a Beren e Lúthien e la seconda ad Aragorn. Chissà.
driadeTolkien ha anche usato «dryad», cioè driade, la ninfa degli alberi nella mitologia greca. Cosa ci fa nella Terra di Mezzo?, si è chiesto Fatica, definendola la nota più stonata del libro. È vero, stona, ma talmente forte che non può non essere voluta. Per scoprirne la ragione forse bisognerebbe chiedersi dove si trova questa parola, cioè nella descrizione dell’Ithilien: «Ithilien, the garden of Gondor now desolate kept still a dishevelled dryad loveliness». Nel gioco di trasposizioni geografiche di Tolkien, l’Ithilien è l’Italia, è la parte meridionale della Terra di Mezzo corrispondente all’Europa mediterranea. Tolkien ce lo trasmette a modo suo, con una parola “spia”. E non una parola a caso: “driade” ci giunge sì dal greco, ma è parola d’origine celtica, viene da “drus”, cioè quercia, e ha la stessa etimologia di “druido”. È una parola ponte tra le culture europee, che collega il Mediterraneo al continente. Ecco l’Italia, appunto, un giardino abbandonato (definizione perfetta) e decadente come l’immaginario evocato dalla figura della ninfa. Insomma potrebbe essere l’ennesimo gioco di parole-concetto in stile Tolkien, che conferma la sua autoindulgenza.
GeronzioFatica ha pure preso una cantonata, va detto, attribuendo la parentela del Vecchio Geronzio a Barbalbero (anziché a Pippin), ma sulla ridondanza onomastica ha ancora colto nel segno: Geronzio è nome greco-latino, in questo caso nome proprio di persona, che significa “Vecchio”. Se nella finzione narrativa i nomi hobbit sono tradotti in inglese, il significato del suo nome originario reso dal fantomatico traduttore con l’anglo-latino “Old Gerontius” quale doveva essere? “Vecchio Vecchietto”? “Vecchio Vetusto”? Ma del resto, compare un hobbit di nome Sancho, come il celebre scudiero di Don Chisciotte. A volte per Tolkien la voglia di giocare con i nomi era più forte delle esigenze di plausibilità.
Così, ha fatto notare ancora Fatica, nel testo compaiono “pencils”, “devils”, “devilry”, e perfino un “Lor bless you” o un “jovial”, nonché svariate citazioni bibliche. E via così.

Cover Volume unico FaticaMa perché tutto questo insistere sugli anacronismi lessicali? In fondo Fatica ha premesso che l’espediente narrativo del Signore degli Anelli è quello del manoscritto ritrovato e tradotto, dunque una parola più moderna può tranquillamente essere imputata al fantomatico traghettatore del testo verso il pubblico odierno. È proprio questo l’inghippo. Fatica “sgama” Tolkien che ricorre al suddetto espediente per garantirsi mano libera nei divertimenti lessicali, per poi diventare etimologicamente seriosissimo quando vuole indulgere nel suo vizio segreto. Così se per caso qualcuno pensava di far risalire il nomignolo “Sharkey” a “shark”, cioè “squalo”, o magari di farlo derivare dal germanico “schorck”, cioè “mascalzone”, svelando il gioco etimologico dell’autore, Tolkien in nota si premura di cambiare le regole: spiacente, ma è linguaggio orchesco, non anglosassone, e significa “vecchio uomo”. Riprova, sarai più fortunato. Inutile dire che giammai si permetterebbe questi giochetti con l’elfico o certe parole-asterisco dell’Old English, laddove invece prende assolutamente sul serio il proprio “vizio”, dedicandosi a ricostruzioni e genealogie infinite.
Questo, ha detto Fatica, è sleale nei confronti del lettore, che non può orientarsi nel rimando di specchi della “traduzione della traduzione” e al tempo stesso però è invitato a farsi linguista e fonoesteta. Nella migliore delle ipotesi questo implica l’uso di due pesi e due misure, nella peggiore equivale a invitarlo a giocare con le carte truccate. L’unico demiurgo di quel mondo, lingue incluse, è Tolkien stesso, infatti, che stabilisce norme ed eccezioni, etimi anglosassoni e traduzioni da lingue immaginate, scherzo e serietà. A queste condizioni (né potrebbero esservene altre) nessuno può davvero giocare con lui al suo gioco linguistico, per quanti ci abbiano provato e continuino a farlo. Perché la lingua viva, la lingua-mito, in cui lui credeva, esiste davvero soltanto nella storia vissuta, non inventata, e lui questo lo sapeva (non spese a caso la parola “Vice”, vizio appunto), e perché Il Signore degli Anelli non è davvero una traduzione.

microfono pubblicoQuesta è in effetti l’unica vera imputazione di Fatica a Tolkien, mossa mentre ce ne svela trucchi, giochi di parole e riferimenti a chiave, come parte integrante del suo stile letterario. Per il resto il traduttore ha imputato molto a se stesso: sviste, alcuni errori, imprecisioni, eccessive cautele in certi casi, ripensamenti tardivi. E per fortuna che la comunità tolkieniana si è mossa per segnalare quanti più errori e migliorie possibili in vista delle nuove edizioni. Questa, c’è da credere, è stata una bella novità per Fatica, forse perfino una lezione, se nel suo discorso ha sentito di riconoscere questo contributo. Chapeau. Perché i fan sono così: buoni o cattivi, ben disposti o paranoici, frustrati o conservatori… ma comunque partecipativi. E questa è la metà piena del bicchiere del fandom, ovvero il rifiuto di quella concezione «referendaria» della letteratura – così stigmatizzata da Roland Barthes – in nome di una narrativa vissuta (re)attivamente.
Difficile dire quanti presteranno ascolto a Fatica. È facile supporre invece che in molti preferiranno fraintenderlo, magari perché non si sono trovati d’accordo con le sue scelte traduttive o perché non ha mai mostrato la necessaria reverenza per Tolkien. Resta il fatto che al convegno trentino abbiamo ascoltato il pezzo di uno specialista, finalmente, come l’AIST ha sempre voluto. Uno specialista non già dell’opera omnia di Tolkien, ma di letteratura, lingua, traduzione, che si è cimentato con Tolkien. Se ci ha detto cose poco piacevoli, senza blandire né l’autore né i lettori, dovremmo essere contenti di questa schiettezza, perfino nel caso considerassimo irricevibile ogni suo argomento. Perché di questo sguardo esterno, disincantato, professionale, noi tolkieniani abbiamo bisogno per arieggiare il nostro ambiente, se non vogliamo che diventi autoreferenziale, asfissiante, asfittico.
Occorre resistere alla tentazione di tornare al calduccio del nostro abituro hobbit e chiudere fuori il mondo esterno, come dice Gildor Inglorion della Casa di Finrod, citando il quale Fatica ha concluso il suo intervento. Il mondo esterno va sfidato e attraversato. De nobis fabula narratur.

 

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LINK ESTERNI:
– Vai al sito del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento

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Svelata la copertina del libro inedito di Tolkien

Christopher TolkienIl 19 novembre 2020, il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato un annuncio ufficiale di HarperCollins sul prossimo libro inedito di J.R.R. Tolkien, contenente nuovi saggi sulla Terra di Mezzo e in arrivo nel 2021. Inoltre, Houghton Mifflin Harcourt ha rilasciato un comunicato stampa per l’edizione statunitense. Di questo volume si era scritto nel giugno scorso, quando un primo annuncio (poi ritirato) era apparso sulla pagina dell’editore statunitense. Ma in realtà, il volume era stato presentato nel catalogo della Harper Collins per la fiera di Francoforte che si è svolta nella città tedesca a metà ottobre 2019. Oggi vengono quindi confermati molti dettagli trapelati in precedenza: il curatore sarà lo studioso statunitense Carl F. Hostetter (cui Christopher Tolkien ha passato i testi) la data di pubblicazione è posticipata di un mese al 24 giugno 2021 e il libro è intitolato The Nature of Middle-earth (La natura della Terra di Mezzo), con gli ultimi testi dedicati sia in senso letterale che metaforico al suo mondo immaginario. A questo si aggiungono alcune novità: il volume in formato cartonato avrà circa 400 pagine e il prezzo per il preordine è attualmente di 25 sterline (28 euro), anche se alcuni siti web (qui e qui) danno una possibile versione deluxe a 60 sterline (67 euro).

Quanti libri su J.R.R. Tolkien questo autunno!

Libri e libreriaCome ogni anno, l’autunno è un periodo molto favorevole per gli appassionati di J.R.R. Tolkien perché c’è sempre qualche novità in libreria con l’avvicinarsi delle feste natalizie e quindi del periodo in cui si regalano i libri. E ogni anno la gioia dei lettori dello scrittore inglese si può arricchire anche di novità dalla Bompiani, la casa editrice che in Italia detiene i diritti di pubblicazione dell’autore. Proviamo a vedere cosa ci aspetta tra gli scaffali, in modo da arrivare preparati e col portafoglio gonfio in libreria! E mi raccomando, ordinate e comprate il vostro libro in una libreria indipendente (in fondo all’articolo potete trovare un elenco NON esaustivo)!

Il 21/10 Il Signore degli Anelli in volume unico

Libri sparsiL’ultima ciliegina arriva in tempo per Natale. Un lungo viaggio iniziato nel 2017 si concluderà alla fine di ottobre 2020: sono passati infatti poco più di tre anni da quando Ottavio Fatica accettò la proposta di Bompiani di tradurre Il Signore degli Anelli e il prossimo 21 ottobre 2020 in tutte le librerie italiane ci sarà il volume unico con la nuova traduzione. La casa editrice ha lavorato sodo per far sì che la lacuna che si era creata a gennaio – con il ritiro di tutte le copie della vecchia traduzione – fosse colmata nel più breve tempo possibile. Già da un mesetto gli appassionati di J.R.R. Tolkien possono trovare l’edizione completa, divisa in tre volumi. Da fine ottobre, i lettori potranno scegliere quale edizione comprare tra quest’ultima e, appunto, quella in volume unico.

Esce Il Ritorno del Re: ora l’opera è completa

Mappa-TdM«La scacchiera è pronta e le pedine si sono messe in moto». Sauron è pronto a sferrare il suo attacco: è questo che attende gli amanti di J.R.R. Tolkien nel capitolo conclusivo de Il Signore degli Anelli. È uscito il 22 luglio Il Ritorno del Re, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica, edito da Bompiani. Si è chiuso così il cerchio dell’operazione culturale lanciata dalla casa editrice nel 2018 e volta ad avvicinare meglio i lettori italiani allo scrittore inglese.

Ebook e audiolibri: cosa trovare su Tolkien

Etichetta ebook audiolibriDa poco più di un mese in Italia ci siamo lasciati dietro la fase 1; un periodo in cui forse molti bibliofili hanno rivalutato le letture in digitale. Facile d’altronde farsi tentare dalla facilità con cui è possibile accedere a un libro in formato Ebook invece di aspettare la riapertura delle librerie, quando non tutte erano in grado di garantire consegne a domicilio. Anche gli appassionati italiani di Tolkien si sono dunque messi a cercare i testi del Professore negli store online; eppure si sono trovati di fronte a un catalogo ben misero rispetto alla nutrita offerta riservata ai più fortunati lettori d’oltremanica. Questo anche per l’ovvio limite dovuto al fatto che non tutte le opere di Tolkien sono state tradotte nel Belpaese; ma non solo. Molte pubblicazioni in lingua italiana, che sarebbe tra l’altro molto comodo poter navigare in versione Ebook, non hanno infatti ancora usufruito della digitalizzazione, che pure prenderebbe poco tempo.

Con Il Ritorno del Re anche 2 mappe “inedite”

Stand BompianiUn regalo inaspettato, si potrebbe definire così la notizia in anteprima che Il Ritorno del Re, l’ultimo dei tre volumi singoli de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien che la Bompiani sta pubblicando nella nuova traduzione di Ottavio Fatica, presenterà addirittura tutte e tre le mappe che l’autore ha sempre voluto insieme al suo capolavoro. È un bel regalo che Bompiani fa ai lettori, perché non era mai accaduto che fossero tutte e tre presenti in 50 anni di storia editoriale in Italia. Inoltre, ci sono tante altre chicche che la casa editrice ha in serbo per gli appassionati che potranno finalmente riavere tutto il romanzo a disposizione dopo sette mesi. Questo vuoto sarà colmato il 22 luglio, quando nelle librerie italiane sarà possibile comprare il terzo volume… e compratelo in una libreria indipendente, mi raccomando!

Signore degli Anelli, le edizioni in tre volumi

Rusconi 1974Dal 1970 a oggi, si sono alternane ben 14 edizioni in tre volumi de Il Signore degli Anelli. In questo computo non è compresa l’edizione Astrolabio de La Compagnia dell’Anello, che pur presentando correttamente una mappa della Contea, ha il limite di essersi interrotta dopo questo volume. In generale, si può dire che l’edizione del capolavoro di Tolkien in tre volumi in Italia è sempre stata considerata dai suoi stessi editori una operazione da fare in economia per quei lettori «deboli»: i non appassionati di Tolkien che volevano saperne di più, quelli a cui il volume unico spaventava per le sue 1500 pagine, quelli che volevano tentare la lettura pronti però a interromperla se non di loro gradimento e, infine, per chi non voleva o non poteva spendere troppi soldi tutti insieme. Ecco perché l’edizione in tre volumi è sempre stata quella economica, con copertina in brossura, senza mappe e a un prezzo contenuto. Per tutti questi motivi Rusconi inaugurò questo versione divisa de Il Signore degli Anelli solo dopo che il libro in volume unico, pubblicato per la prima volta nel 1970, aveva avuto modo di vendere e probabilmente di far rientrare degli investimenti fatti. Rusconi 1993La prima edizione in tre volumi fu, infatti, pubblicata da Rusconi soltanto nel 1974 nella collana Biblioteca Rusconi e per molto tempo fu l’unica disponibile. Se si esclude una ristampa del primo volume nel 1977, per quasi 20 anni non se ebbero altre edizioni in tre volumi. Solo nel 1993 Rusconi mise mano a una nuova versione, con l’edizione in tre volumi pubblicata nella collana Rusconi Libri. La stessa identica edizione venne poi ristampata nel 1997-8 con l’unica modifica della copertina, che perse l’illustrazione e divenne tutta verde. Quindi, in 30 anni di storia editoriale, tre edizioni Rusconi. E nessuna di esse presentava le mappe della Terra di Mezzo.

Cde 1987Ben diverso il discorso delle edizioni «su licenza», cioè quelle edizioni cedute a diverse club di lettura, che mettevano a disposizione l’opera di Tolkien ai propri abbonati. Si trattava di tirature molto più limitate, ma essendo per lo più pensate come strenne di Natale per gli abbonati, anche le edizioni in tre volumi de Il Signore degli Anelli erano particolari. Ecco il motivo per cui tutte e tre le edizioni in tre volumi «su licenza» hanno una grande mappa, di solito fuori testo. Si tratta dell’edizione Club Degli Editori del 1987 con volumi rilegati in tela di colore rosso e caratteri di copertina color oro, dell’edizione Euroclub del 1990-1 con volumi rilegati con sovraccoperta e dell’edizione Edizione Club del 1993 con volumi rilegati in tela di colore blu e caratteri di copertina color oro. Essendo edizioni di pregio aveva spesso qualcosa in più: quella del 1987 faceva parte di un cofanetto con altri libri e tre mappe allegate, mentre quella del 1993 presentava la Mappa della terra di Mezzo stampata in seconda e terza pagina di tutti e tre i volumi, mentre ne La Compagnia dell’Anello la mappa era presente anche nell’ultima pagina. Per dovere di cronaca, bisogna segnalare anche una edizione scolastica del 1982-3 realizzata dall’Istituto Geografico De Agostini, ma visto lo scopo didattico, non aveva alcuna mappa.

Bompiani 2002Per quanto riguarda le edizioni Bompiani, è cambiata la frequenza, non la considerazione. Se, infatti, in 20 anni si sono avute ben 6 edizioni in tre volumi, per i primi anni al ritmo di una ogni due anni, ma la fattura in generale è stata sempre quella economica, a parte una eccezione. L’edizione del 2000 di Bompiani, collana I Grandi Tascabili, era in brossura e giustamente motivata dal cambio di editore. Quella del 2002-2003, collana I libri di Tolkien, rappresenta l’unica eccezione, essendo pubblicata in una edizione cartonata di color bianco con sovraccoperta. A seguire, quella del 2005, collana Tascabili Bompiani, aveva l’esigenza di recepire la traduzione riveduta e corretta del volume unico del 2003. Da questo momento iniziano ad accadere cose strane:

  • Il Signore degli Anelli: Serie Orointanto, con l’edizione riveduta e corretta dal 2003 erano sparite incomprensibilmente una ventina di righe nel finale del capitolo Molti Incontri. Questo errore è presente in tutte le successive edizioni Bompiani, ma NON è presente stranamente nella edizione del 2007 in tre volumi, nella collana Serie Oro, con copertina rigida bianca con sovraccoperta argento lucido. Questa edizione, annunciata da Bompiani come una «preziosa edizione rilegata con copertina in lamina», in realtà è un tascabile economico venduto al prezzo di 6 euro a volume. Il testo recepisce quello proposto nella edizione RCS del 2005 in abbinamento con Il Corriere della Sera per la collana Rosso Fantasy. Tra l’altro, queste due edizioni sono le uniche in tre volumi a contenere anche la mappa della Contea (nella versione di Bisaro). oltre alla mappa della Terra di Mezzo, che però stampata su due pagine interne, è aggiornata nei nomi già rivisti nel corpo del testo (quale Porti Grigi in sostituzione di Rifugi Oscuri). Dato il formato tascabile del libro, chiunque non fosse dotato di una buona vista, potrebbe essere costretto a ricorrere a una lente d’ingrandimento, per apprezzare le scritte sulla mappa. E fra le didascalie campeggia inspiegabilmente, nella traduzione precedente, l’aberrazione: «Questo era anticamente il Reame degli Stregoni di Angmar», che è evidentemente sfuggito ai curatori. Nel complesso, si può avere il testo integrale a un prezzo davvero contenuto (anche se ormai, come tutte le altre, è difficilmente reperibile nei mercatini dell’usato o su Ebay), ma soprattutto la Serie Oro è assai brutta e ridotta all’osso in maniera fastidiosa. È ottimale solo se si desidera una copia «da battaglia».
  • Il Signore degli Anelli: Angoli smussatiUlteriore stranezza, la successiva edizione Bompiani del 2012 in 3 volumi, collana I Libri di Tolkien – I Grandi Tascabili, in brossura, con gli angoli smussati e copertina nera, realizzata con materiale decisamente molto economico. La stranezza è che questa edizione per i primi anni non conteneva le famose 20 righe mancanti di Molti Incontri, che sono state re-integrate soltanto a partire dalla sua ristampa dell’ottobre 2014.

Insomma, tutte le edizioni Bompiani in tre volumi hanno molti difetti fino alla fine del 2014, quindi bisogna fare molta attenzione nella scelta dei libri da acquistare, anche se l’assenza de Il Signore degli Anelli in libreria in questi ultimi mesi ha fatto schizzare alle stelle i prezzi per tutti questi libri, anche quelli di fattura più scadente.

Dal 29 aprile Le Due Torri: leggi l’anteprima!

Libreria Todo Modo a FirenzeCon l’apertura delle librerie riparte lentamente in Italia anche il mercato editoriale. È così che l’uscita del secondo volume de Il Signore degli Anelli, Le Due Torri, con la nuova traduzione di Ottavio Fatica, inizialmente programmata per il primo di aprile e che aveva subito diversi slittamenti di data, sembra ora fissata in maniera ferma per il 29 aprile 2020, giorno a partire dal quale sarà anche disponibile il relativo ebook. Per questo l’AIST offre l’anteprima ai lettori e lancia un appello per comprare i propri volumi preferiti dalle librerie indipendenti, non dai grandi shop online! E sotto c’è l’elenco di quelle che fanno anche le spedizioni a domicilio.

Tre deluxe e tre cover inglesi per JRR Tolkien

Harper CollinsIl 2020 è un anno di anniversari per quanto riguarda le opere di J.R.R. Tolkien. E gli editori anglosassoni si preparano annunciando edizioni speciali e soprattutto deluxe di opere specifiche dello scrittore inglese. E in alcuni casi sarà anche pubblicato del materiale inedito. Ecco l’elenco delle prossime uscite.

Ancora uno sforzo se volete essere tolkieniani

Ma la debolezza degli Elfi in questi termini consiste naturalmente nel rimpiangere il passato, e nel non essere disposti ad affrontare il cambiamento: come se un uomo dovesse odiare che un lungo libro vada avanti, e desiderasse fermarsi al suo capitolo preferito.
(J.R.R. Tolkien, Lettera n. 181)

Esce oggi la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello

Middle-earth mapCon un anno di ritardo – costellato di polemiche di cui non parleremo – giunge finalmente in libreria la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello a firma di Ottavio Fatica e con la collaborazione dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani (AIST). Comunque la si pensi sull’argomento, si tratta di un evento fondamentale per la storia di Tolkien nel nostro paese, visto che per la prima volta l’opera del Professore viene affrontata con un’operazione editoriale di livello degno di un Classico della letteratura del Novecento. Non che la Rusconi – non prendiamo qui in considerazione l’edizione Astrolabio perché rimasta incompiuta – avesse presentato l’Opera in modo diminutivo, ma l’approccio editoriale era stato cauto e la storia della traduzione e della pubblicazione ne aveva inevitabilmente risentito, con la ormai famosa “incursione” di Quirino Principe che aveva radicalmente modificato, se in meglio o in peggio ancora si discute, la traduzione originale di Vittoria Alliata di Villafranca, risultando in un testo comunque pregevole, e per questo molto amato, ma non unitario, come testimoniato plasticamente, solo per dirne una, dal termine “Gnomi” comparso nella prima edizione del 1970 – ripreso dall’Astrolabio del 1967 – poi sostituito da “Elfi” nel 1974 con un “Mezzognomo” al posto di “Mezzoelfo” sopravvissuto (1) sino all’edizione del 2003 riveduta e corretta con la collaborazione della Società Tolkieniana Italiana (STI).

A 49 anni dalla pubblicazione della prima edizione, Bompiani, con un atto che meriterebbe rispetto anche solo per la dedizione all’Opera implicita nella scelta, per nulla obbligata, di cessare di dormire sugli allori di uno dei long seller più longevi della Storia, decide di investire su una nuova traduzione e, a rimarcare l’importanza del capolavoro di Tolkien, la affida a Ottavio Fatica, uno dei più grandi traduttori italiani nel cui curriculum figurano, tra gli altri, autori del livello di Rudyard Kipling, Herman Melville, Jack London, Robert Louis Stevenson e Joseph Conrad, ai quali, dato il contesto, è il caso di aggiungere Wystan Hugh Auden, che conosceva personalmente Tolkien per cui nutriva grande ammirazione al punto di farsene entusiasta sponsor nei confronti di lettori ed editori statunitensi. La scelta di un traduttore di tale peso non è certamente frutto del caso, ma, come accennato all’inizio, si inquadra evidentemente in un percorso volto a collocare Tolkien tra i Grandi del Novecento, liberandolo – finalmente, è il caso di dire – dai limiti di una peraltro poco fondata appartenenza di genere. Anche la scelta della controversa copertina “marziana”, come già accennato nell’articolo qui pubblicato il 30 settembre 2019, potrebbe essere l’espressione della suddetta volontà di “uscire dal genere”, che una copertina più “figurativa” non avrebbe rimarcato.

Passando alla traduzione, oltre all’indubbia qualità generale del risultato, è importante dal punto di vista tolkieniano la cura dedicata a due aspetti in particolare, ossia la resa dei nomi e quella dei registri linguistici. Sarebbe giusto anche parlare delle poesie, ma la cosa richiederebbe un tempo e uno spazio che al momento purtroppo non sono sufficienti.

Bompiani: le novità tolkieniane ottobre 2019

Middle-earth mapManca davvero poco alla festa a lungo attesa: il 30 ottobre infatti vedrà la pubblicazione del primo volume della nuova traduzione de Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, affidata a Ottavio Fatica con la consulenza letteraria dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Ma non sarà l’unico testo tolkieniano che Bompiani porterà in libreria in quella data. Vediamo insieme cos’ha in serbo quest’autunno per tutti gli appassionati del Professore di Oxford.