L’ultimo portatore degli Anelli ora in italiano

«Al di sopra del Marese, della Valle dell’Acqua, dei Monti Brumosi, del Bosco d’Oro,
della Montagna Solitaria, delle nubi, dei mari, al di là del Fuoco Dorato, della Rete di Stelle
e dei confini delle Cerchie del mondo…».

Cop-fanfictionIl mondo universo creato da J.R.R. Tolkien è giustamente lodato per la sua profondità e ampiezza, ma è in maniera consapevole pieno di spunti, di accenni, di cose “non dette”. Per questo sono molti i lettori del Signore degli Anelli che prendono carta e penna per colmare alcune zone d’ombra delle opere dello scrittore inglese. Ne nascono così le fan fiction, genere molto ampio che contiene un’infinità di storie, racconti e romanzi, che in pochissime eccezioni sono stati pubblicati. In passato ci siamo occupati dei casi che ritenevamo i migliori (come le «Appendici» dello Hobbit che si possono trovare in fondo all’articolo insieme ad altri). Ora è la volta in cui recuperiamo un testo di cui ci si è occupati quasi dieci anni fa (qui e qui) e che ha fatto un discreto successo: The Last Ringbearer, tradotto come L’ultimo portatore dell’Anello. Che ora è disponibile anche per i lettori italiani.

A Trento scendono in campo i traduttori

TradurreI primi due giorni della settimana prossima si terrà «Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore», convegno accademico all’università di Trento dedicato a Tolkien e la traduzione, un’occasione perfetta per un confronto di alto livello sulle questioni che hanno tanto appassionato i lettori dello scrittore inglese in questi ultimi due anni. Il 30 novembre e il 1° dicembre si avrà così l’occasione di ascoltare una dozzina di relazioni dedicate alla traduzione. È un’impresa destinata a essere sempre frustrata, sempre rimessa in discussione, suscettibile di mille alternative. Ma proprio per questo estremamente affascinante e soprattutto utile per tornare all’originale con occhi nuovi e riscoprirlo. Chiuderà il convegno, a mo’ di cigliegina sulla torta, la presentazione de I Quaderni di Arda, la rivista dedicata allo studio dell’opera di Tolkien e delle sue molteplici connessioni in campo letterario, artistico e filosofico, promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Ed è in pratica gran parte del comitato scientifico della rivista a mettersi al servizio del tema trattato in questo convegno.
Cover Quaderni di ArdaContribuiranno a dare una prospettiva completa, infatti,  gli interventi di Roberta Capelli, Alessandro Fambrini, Fulvio Ferrari, Marco Picone, Maria Elena Ruggerini, mentre Roberto Arduini, Andrea Binelli e Claudio Antonio Testi saranno moderatori delle diverse sessioni e, infine, Stefano Giorgianni e Federico Guglielmi presenteranno il nuovo numero della rivista. Da parte loro, Alberto Crespi, Roberta Tosi e Marco Picone, daranno sostanza a quei mondi fantastici presenti nel sottotitolo della rivista che partono dalla narrativa tolkieniana e segnano i diversi processi di transmedialità e risignificazione del legendarium tolkieniano nella cultura popolare contemporanea. Ma il piatto forte è costituito dai quattro traduttori.

Da Oxford a Pinerolo Many Paths, One Road

Martin SimonsonÈ iniziato un bel percorso culturale tolkieniano su Radio Brea, la webradio dell’associazione culturale Sentieri Tolkieniani. Many Paths, One Road (Tanti Sentieri, Una Strada) è il titolo di questo ciclo di conferenze, in collaborazione con Sentieri Tolkieniani e Radio Brea. A presentarlo è stato Giuseppe Pezzini dell’Università di St Andrews, curatore della mostra The Tree of Tales, in preparazione ad agosto 2021 al Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini, la manifestazione organizzata dal movimento ecclesiale cattolico di Comunione e Liberazione. Dopo l’introduzione al progetto tenuta il 17 novembre da Pezzini (il video si può vedere qui sotto), Martin Simonson sarà il primo ospite internazionale di Many Paths, One Road in diretta giovedì 26 novembre alle 21:00 su Radio Brea.
Giuseppe PezziniGiuseppe Pezzini è Tolkien Editor del Journal of Inklings Studies, Professore Associato in Latino all’Università di St Andrews, e Tutorial Fellow a Corpus Christi College da Agosto 2021. Ha studiato alla Scuola Normale di Pisa e all’Università di Oxford. Le sue pubblicazioni riguardano principalmente la linguistica e la filologia latina, la commedia romana, la teoria della finzione letteraria, antica e moderna; è collaboratore dell’Institute for Theology, Imagination and the Arts dell’Università di St Andrews, e autore di numerosi lavori sull’opera di Tolkien, tra cui una monografia in uscita nel 2021 dal titolo Tolkien and the Mystery of Literary Creation.

Tolkien’s Jewels: gli Anelli del Potere (1)

Copertina GioielliContinuano gli approfondimenti dedicati ai gioielli nelle opere di J.R.R. Tolkien. L’articolo fa parte della rubrica «Tolkien’s Jewels» curata da Thomas Lorenzoni, orafo fiorentino ed esperto tolkieniano. Finora, per inquadrare l’argomento da un punto di vista storico e tecnico, oltre che letterario, sono stati pubblicati i seguenti articoli: Tra anelli e gioielli nella Terra di Mezzo e L’Unico Anello e Vilya nei film di Peter Jackson, La creazione dell’Unico Anello (prima parte) e (seconda parte).

Scompare Elena Jeronimidis Conte: tradusse Lo Hobbit

University of ReadingSiamo dispiaciuti di segnalare la morte di Elena Jeronimidis Conte, la prima traduttrice in italiano de Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien nel 1973 per la casa editrice Adelphi, ex redattrice della rivista English Bridge e membro del comitato di Berks and Bucks CBA. La sua scomparsa è avvenuta il 22 settembre scorso e i funerali si sono svolti venerdì 2 ottobre alle 14.30 al crematorio di Reading, in forma strettamente privata per via delle restrizioni sanitarie di questo periodo. Jeronimidis Conte aveva 73 anni e le sopravvivono il marito Giorgio e due figli, Andrew e David.

Svelata la copertina del libro inedito di Tolkien

Christopher TolkienIl 19 novembre 2020, il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato un annuncio ufficiale di HarperCollins sul prossimo libro inedito di J.R.R. Tolkien, contenente nuovi saggi sulla Terra di Mezzo e in arrivo nel 2021. Inoltre, Houghton Mifflin Harcourt ha rilasciato un comunicato stampa per l’edizione statunitense. Di questo volume si era scritto nel giugno scorso, quando un primo annuncio (poi ritirato) era apparso sulla pagina dell’editore statunitense. Ma in realtà, il volume era stato presentato nel catalogo della Harper Collins per la fiera di Francoforte che si è svolta nella città tedesca a metà ottobre 2019. Oggi vengono quindi confermati molti dettagli trapelati in precedenza: il curatore sarà lo studioso statunitense Carl F. Hostetter (cui Christopher Tolkien ha passato i testi) la data di pubblicazione è posticipata di un mese al 24 giugno 2021 e il libro è intitolato The Nature of Middle-earth (La natura della Terra di Mezzo), con gli ultimi testi dedicati sia in senso letterale che metaforico al suo mondo immaginario. A questo si aggiungono alcune novità: il volume in formato cartonato avrà circa 400 pagine e il prezzo per il preordine è attualmente di 25 sterline (28 euro), anche se alcuni siti web (qui e qui) danno una possibile versione deluxe a 60 sterline (67 euro).

Tolkien e i Classici: quante belle recensioni

Queen's College OxfordCon grande piacere e soddisfazione diamo notizia di una serie di recensioni all’estero che accolgono in maniera positiva l’antologia Tolkien and the Classics (30 euro – 245 pp.), versione in inglese del progetto in due volumi pubblicati da Eterea Edizioni nel 2018-2019. Il volume è stato poi tradotto e pubblicato il 7 agosto 2019 dalla Walking Tree Publishers come numero 42 della sua collana Cormarë Series, a cura di Roberto Arduini, Giampaolo Canzonieri e Claudio A. Testi.
Cover: Tolkien and the ClassicsTutte le recensioni sono apparse su riviste specializzate britanniche e statunitensi e sono positive, a ulteriore dimostrazione di come il livello degli studi italiani, dopo anni di autarchia e provincialismo, abbia ormai raggiunto una dignità riconosciuta anche dai maggiori esperti all’estero. Le recensioni si aggiungono alla lunga serie di elogi che hanno accolto le altre produzioni “italiane” all’estero, cioè la traduzione inglese di due volumi della collana Marietti: La Falce Spezzata (The Broken Scythe), Tolkien e la Filosofia (Tolkien and Philosophy) e del libro Santi pagani nella Terra di Mezzo (Pagan Saints in Middle-earth) di Claudio A. Testi, oltre alle numerose conferenze tenute dai membri del Comitato Scientifico della collana “Tolkien e Dintorni” tenuti in Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti a partire dal 2005.

1987: ecco la Compagnia del Tolkien Calendar

Quinta puntata della storia dell’illustrazione tolkieniana a cura di Sergio Lombardi, grande esperto e collezionista dei Tolkien Calendars, che raccoglie da oltre 30 anni. Nelle prime quattro puntate (qui la primaqui la seconda puntataqui la terza puntata e qui la quarta puntata), Lombardi ha descritto i primi passi di una delle pubblicazioni di maggior successo nel mondo tolkieniano, i Calendari di Tolkien, la loro Prima Era (1973-1983) e la prima parte della Seconda Era (1984-1989). Prima ancora del lungometraggio animato di Ralph Bakshi (1978) e delle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson (2001-2003 e 2012-2014), i calendari sono stati l’espressione visuale della Terra di Mezzo e la bottega dell’arte dei grandi illustratori, facendo sognare milioni di appassionati e diventando in breve un oggetto di
Sergio Lombardiculto molto collezionato, di cui raccoglie l’eredità oggi anche il  Lords for the Ring – 2021 Art Calendar. Dopo il primo periodo e il suo boom creativo e commerciale – prima con le illustrazioni dello stesso Tolkien poi con quelle di grandi artisti -, il progetto aveva iniziato a perdere colpi, fino a interrompersi del tutto nel 1983. Nella precedente puntata abbiamo visto il prepotente ritorno della creatività nel Calendario di Tolkien, attraverso Garland e altri artisti.

A Trento un convegno: Tolkien e la traduzione

Trento: facoltà di lettere e filosofiaNegli ultimi due anni, le polemiche precedenti e conseguenti la nuova traduzione del Signore degli Anelli hanno impegnato una parte degli appassionati in discussioni molto accese e articolate, alle quali l’AIST ha partecipato come parte in causa. Su questo sito e altrove sono state prodotte diverse letture, analisi, comparazioni, e ci sono thread molto interessanti, tutt’ora consultabili, con decine e decine di commenti.
Questa aspra stagione di dibattiti è stata anche l’occasione per chiedersi se si trattasse di una peculiarità italiana, e di come all’estero fosse stata affrontata la ritraduzione delle opere di Tolkien, in particolare di quella più celebre. Dunque, congiuntamente con i professori del dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento, si è pensato che fosse giusto fare tesoro di questa esperienza, allargare il raggio d’indagine, e proiettare tutto sul piano degli studi accademici.
Un convegno su Tolkien e la traduzione sarebbe stata un’occasione perfetta per un confronto di alto livello sulle questioni che hanno tanto appassionato i lettori in questi ultimi due anni. Trento: inaugurazioneUna delle ragioni sociali dell’AIST infatti è proprio quella di rompere gli steccati tra cultura accademica e cultura pop, facendo riverberare l’una nell’altra, convinti come siamo che la narrativa e le narrazioni possano essere affrontate da vari punti di vista e che questi possano intersecarsi e arricchirsi vicendevolmente. Eccoci quindi ad annunciare il programma del convegno accademico all’università di Trento del prossimo 30 novembre e 1 dicembre. Si tratta del primo convegno accademico italiano sul tema in questione, con la partecipazione di due ospiti straniere, rispettivamente la traduttrice olandese e quella finlandese di Tolkien.

L’Unico Anello parte dalla Contea e da Moria!

Free League - Fri LiganDalla recente edizione di Lucca Changes e da una nuova newsletter, giungono novità sull’attesissima seconda edizione del gioco di ruolo ambientato nella Terra di Mezzo, The One Ring (localizzato in italiano come L’Unico Anello), firmato da Francesco Nepitello e Marco Maggi. Dopo la brusca interruzione della precedente edizione di Cubicle 7 la licenziataria Sophisticated Games ha affidato il progetto all’editore svedese Fria Ligan (Free League Publishing in inglese), realtà ormai di riferimento nel mondo dei giochi di ruolo, detentrice sia di prestigiose licenze (Alien) sia di giochi di successo originali. Nelle precedenti newsletter, Francesco Nepitello aveva rivelato che il nuovo core book della seconda edizione avrà diversi cambiamenti: 1) un’ambientazione focalizzata nella regione dell’Eriador e 2) la cronologia a partire dal 2960 della Terza Era, rispetto al 2946 del manuale base della prima edizione, immediatamente dopo la sconfitta di Smaug e la Battaglia dei Cinque Eserciti. Ecco ora che ci sono altre notizie!

Tom Bombadil e il Re Vampiro in 2 nuovi giochi

Un futuro prossimo venturo molto ricco: è quello di Ares Games per quanto riguarda le proprie produzioni legate a Il Signore degli Anelli. Ben tre i titoli in arrivo per gli amanti di J.R.R. Tolkien che hanno potuto apprezzare negli anni i giochi da tavolo prodotti dall’editore toscano. Tutte le novità giungono da Lucca Changes. Il lavoro di Tolkien ha ispirato generazioni e generazioni di scrittori, ma anche generazioni e generazioni di autori di giochi che sono stati ispirati dai personaggi e dalle storie della Terra di Mezzo, attingendo fortemente all’immaginazione per produrre i loro giochi. Tra questi ovviamente Francesco Nepitello e Marco Maggi che, insieme a Roberto Di Meglio di Ares Games, proprio in un incontro di Lucca Changes hanno raccontato la vicenda editoriale “giocosa” de Il Signore degli Anelli. Romanzo che, hanno ricordato gli ospiti durante l’incontro, ha ispirato nel corso del tempo i giochi di carte, da tavolo e di ruolo. Nel nostro Paese ad esempio il gioco di ruolo GirSa che per molti giocatori è stato l’ingresso nel mondo della Terra di Mezzo.
Giochi Terra di MezzoNepitello e Maggi sono famosi, tra i loro tanti giochi, sicuramente per L’Unico Anello, che è l’esperienza tra i gdr più filologica alle storie del Professore ed è molto amato da tutti gli appassionati doc. Alla domanda legato al motivo che spinge Ares Games a continuare a produrre giochi sul Signore degli Anelli, Di Meglio ha risposto dicendo semplicemente che, essendo il miglior romanzo fantasy di sempre, è normale che continuino a voler raccontare questo capolavoro della letteratura mondiale attraverso il gioco.

A Cremona un nuovo smial: il 9/11 l’incontro

CremonaLa grande famiglia degli smial italiani continua a crescere: dopo la nascita nel 2019 di ben quattro nuovi gruppi di appassionati tolkieniani (a Gubbio e Pesaro, oltre ai due regionali S’Arda e del Trentino Alto Adige) è ora la volta di Cremona, dove il 5 ottobre 2020, si è tenuto il primo incontro dei Raminghi del Nord. Nella città dei violini, anche una piantina tolkieniana è germogliata a pochi giorni dalla notizia che era stata annullata Soncino Fantasy. Inizialmente prevista per il 25 aprile, era stata poi rimandata a domenica 6 settembre, la manifestazione che gli scorsi anni aveva raggiunto i 10mila partecipanti è stata infine annullata e riprogrammata alla prossima primavera. L’elenco di tutti gli smial italiani si può trovare qui.

I Racconti Incompiuti: intervista agli artisti

Unfinished TalesGiovedì 1 ottobre è stata ufficialmente pubblicata in inglese la nuova edizione dei Racconti Incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo, a segnare il quarantesimo anniversario della sua prima apparizione nel 1980 per la George Allen & Unwin. È la prima volta che il libro viene pubblicato in edizione illustrata, e l’editrice HarperCollins ha ingaggiato per l’occasione tre dei più grandi nomi nel campo artistico tolkieniano. Ted Nasmith, Alan Lee e John Howe hanno già illustrato opere di Tolkien fra cui Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e Il Silmarillion e, ovviamente, molti calendari. Trovarli tutti e tre in questa nuova edizione dei Racconti Incompiuti è un regalo speciale e le loro nuove illustrazioni sono meravigliose. Spero vi piacciano le mie conversazioni (leggermente rivedute per questioni di chiarezza) con questi artisti, che hanno tutti trovato il tempo per chiacchierare con me nonostante i loro impegni.

Alle origini del Tolkien Calendar: Seconda Era-1

Roger Garland: Quarta puntata della storia dell’illustrazione tolkieniana a cura di Sergio Lombardi, grande esperto e collezionista dei Tolkien Calendars, che raccoglie da oltre 30 anni. Nelle prime tre puntate (qui la prima, qui la seconda puntata e qui la terza puntata), Lombardi ha descritto la Prima Era di una delle pubblicazioni di maggior successo nel mondo tolkieniano: i Calendari di Tolkien. Prima ancora del lungometraggio animato di Ralph Bakshi (1978) e delle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson (2001-2003 e 2012-2014), i calendari sono stati l’espressione visuale della Terra di Mezzo e la bottega dell’arte dei grandi illustratori, facendo sognare milioni di appassionati e diventando in breve un oggetto di
Sergio Lombardiculto molto collezionato, di cui raccoglie l’eredità oggi anche il  Lords for the Ring – 2021 Art Calendar. Dopo il primo periodo e il suo boom creativo e commerciale – prima con le illustrazioni dello stesso Tolkien poi con quelle di grandi artisti -, il progetto aveva iniziato a perdere colpi, si era separato in due filoni paralleli (britannico e statunitense) fino a interrompersi del tutto nel 1983.

Lucca Changes: l’AIST a colloquio con Alan Lee

Lucca ChangesL’avevamo già scritto, ma vale la pena ripeterlo, dopo il cambio di programma dovuto all’introduzione del nuovo dpcm per l’emergenza sanitaria. Dopo la cancellazione degli eventi in presenza, tutte le attività si svolgeranno online per la prossima Lucca Comics & Games – edizione Changes. E al suo interno, l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha l’onore di partecipare al panel con il grande artista Alan Lee!
L’incontro dal titolo Il nuovo Signore degli Anelli si svolgerà il 1 novembre, alle ore 11, non più all’Auditorium della Fondazione Banca del Monte, Alan Leema soltanto online e sarà dedicata a Il Signore degli Anelli che è appena tornato in libreria nella sua forma migliore, cioè in volume unico nell’edizione illustrata da Alan Lee con la nuova traduzione di Ottavio Fatica, in formato deluxe. Chiara Codecà, consulente editoriale e traduttrice, presenterà insieme all’artista inglese, anche Roberto Arduini, presidente dell’AIST e il consulente letterario Giampaolo Canzonieri.

Esce il volume unico de Il Signore degli Anelli

Volume Unico LOTR Alla fine, è giunto il giorno. Oggi, 28 ottobre 2020, gli appassionati di J.R.R. Tolkien italiani potranno tenere tra le mani il libro tanto agognato, che mancava da quasi un anno. Il volume unico de Il Signore degli Anelli (50 euro, 1364 pp.) torna nelle librerie italiane nella sua versione di gala: con la nuova traduzione di Ottavio Fatica, rivista di una moltitudine di refusi, in formato cartonato e rilegato, con le mappe e ben 50 illustrazioni di Alan Lee. Dal canto suo, Bompiani conclude un lungo viaggio iniziato nel 2017. La casa editrice ha così colmato la lacuna che si era creata dal gennaio scorso, quanto tutte le copie della vecchia traduzione furono ritirate per volere della traduttrice. Già da luglio 2020 gli appassionati di Tolkien possono trovare l’edizione completa, però divisa in tre volumi. Ora troveranno anche il volume unico.

Modena, il 28/10 Fato, legge libertà in Tolkien

Locandina TolkienLab 23-09-2019Vi avevamo già annunciato il primo dei TolkienLab autunnale del 2020 nella nostra rassegna degli eventi AIST di settembre 2020, e ora è la volta del secondo intervento! Il 28 ottobre continua la stagione autunnale dei TolkienLab modenesi, ormai un appuntamento consolidato da anni, imperdibile per i tolkieniani emiliani e non solo. I TolkienLab, organizzati dall’Istituto Filosofico di Studi Tomistici e dall’AIST sono uno spazio condiviso dalle due associazioni dedicato allo studio delle opere del professore oxoniense in cui gli approfondimenti che vengono presentati comprendono un ampio spettro di prospettive e vari approcci al mondo tolkieniano, un coro di voci per tentare di capire uno dei maggiori autori del ventesimo secolo, sotto la supervisione di Claudio A. Testi, presidente dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e socio fondatore dell’AIST. Da questa stagione, si è avviata anche la proficua collaborazione con l’Associazione Culturale Sentieri Tolkieniani.

Bologna, il 24 ottobre a lezione su Tolkien

Università Bologna: biblioteca del LilecL’università di Bologna ha organizzato I sabati del Lilec, un ciclo di incontri offerti dai docenti e ricercatori del Lilec (il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne), per condividere le loro ricerche con la comunità studentesca e cittadina con un approccio principalmente divulgativo. Gli incontri hanno lo scopo di avvicinare il pubblico a indagini e questioni al centro degli interessi di chi studia il linguaggio, le lingue, le culture e i testi. Particolare attenzione è rivolta all’ambito di ricerca trasversale del dipartimento: diversità e inclusione. Università Bologna: LilecI docenti e ricercatori del Lilec metteranno a disposizione il proprio sapere per favorire una riflessione consapevole su grandi temi che aiutano a interpretare la realtà presente e a comprendere il passato. «È nostra convinzione infatti», scrivono gli organizzatori nella locandina del ciclo di incontri, «che le nostre ricerche e competenze non debbano restare confinate all’interno dell’università ma vadano condivise con la collettività». Gli incontri si svolgeranno online. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.

Il creatore della Terra di Mezzo: la recensione

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Meme catalogo mostra OxfordLeggendo il catalogo della mostra Tolkien: Maker of Middle-Earth, tenutasi a Oxford da giugno a ottobre del 2018, in uscita oggi in Italia per Mondadori (Tolkien: Il creatore della Terra di Mezzo, 416 pagine, 45 euro, trad. di Stefano Giorgianni), si ha a tratti la sensazione di violare uno spazio privato. Una grande quantità di materiale appartenuto al celebre Professore viene messa in mostra per i fan della Terra di Mezzo. È una cosa che accade soltanto per gli autori di culto, e non ci sono dubbi che J.R.R. Tolkien sia tra questi, dato che con il passare dei decenni la sua narrativa ha incontrato un apprezzamento sempre più ampio da parte di un pubblico quanto mai eterogeneo. Per questo, sfogliando il catalogo viene da chiedersi cosa avrebbe pensato di una mostra su di sé. La risposta è che probabilmente ne sarebbe stato al tempo stesso lusingato e irritato. Lusingato, perché sono pochi gli scrittori a cui siano state dedicate esposizioni come questa. Irritato perché era profondamente avverso alla via biografica alla letteratura e contrario al culto dell’autore, ritenendo quest’ultimo un pessimo servizio alla letteratura stessa. In una lettera del 1971 scriveva:

«Una delle mie convinzioni più radicate è che l’indagine sulla biografia di un autore (o su altri aspetti della sua “personalità”, come quelli che vengono racimolati dai curiosi) sia un approccio totalmente inutile e sbagliato alla sua opera, e specialmente a un’opera d’arte narrativa, per la quale l’obiettivo che l’autore cercava di centrare era che venisse apprezzata in quanto tale, che fosse letta con piacere letterario»1.

Già nel 1958, a pochi anni dalla pubblicazione del Signore degli Anelli, Tolkien si era espresso in termini ancora più netti:

«Non mi piace riferire “fatti” su di me che non siano “nudi” (e che in ogni caso sono altrettanto rilevanti per i miei libri quanto gli altri dettagli più succosi). Non semplicemente per motivi personali; ma anche perché sono contrario alla tendenza contemporanea della critica, con il suo eccessivo interesse per i dettagli delle vite degli autori e artisti. Questi infatti distraggono l’attenzione dall’opera dell’autore (se l’opera è in effetti degna di attenzione), e finiscono, come si vede spesso, per diventare l’interesse principale. Ma solo il proprio angelo custode, o Dio stesso, potrebbe dipanare le effettive relazioni fra i fatti personali e l’opera di un autore»2.

Catalogo mostra OxfordSi potrebbe aggiungere che quando scriveva narrativa, Tolkien si sentiva affine agli autori medievali che studiava da accademico, spesso anonimi estensori di tradizioni poetiche tramandatesi oralmente per secoli. «Ho sempre avuto la sensazione non di “inventare”, ma di annotare ciò che era già “lì”, da qualche parte»3, scriveva riferendosi alla propria attività di mitopoieta. L’immagine romantica dell’autore-genio, dell’autore-oggetto-di-culto, non gli è mai appartenuta. Questo non significa, ovviamente, che non fosse disposto a riconoscere la perizia, il talento, l’inventiva, del singolo autore al lavoro su un’opera nuova, attraverso l’uso creativo delle fonti. Semplicemente per lui l’autore non doveva essere anteposto all’opera stessa, la quale, peraltro, se di un qualche valore, gli sarebbe sopravvissuta, guadagnando legittima autonomia, come una figlia ormai adulta. Non era quindi propenso a vedere sviscerata ed esposta la propria vita fin nei minimi dettagli personali e familiari.

Catalogo mostra OxfordNondimeno, nel suo caso ci sono almeno tre argomenti a favore dell’approccio biografico, che trovano conferma proprio nelle pagine di questo catalogo.
Il primo è che Tolkien ha pubblicato poco in vita: non molti lavori accademici e davvero poche opere narrative, vale a dire appena due romanzi, tre racconti, e una raccolta di poesie. Dunque una mole considerevole di materiale interessante ha dovuto essere attinta dai suoi archivi personali, per essere pubblicata postuma. Lo stesso vale per l’epistolario, del quale a suo tempo è stata pubblicata soltanto una selezione, priva delle lettere inviate a Tolkien, alcune delle quali fanno invece parte di questo catalogo e rivelano aspetti peculiari dei suoi rapporti con il mondo esterno.
Catalogo mostra OxfordIl secondo argomento è che – essendo stata la narrativa una semplice passione per decenni e poi tutt’al più un secondo mestiere – molto spesso l’espediente per la scrittura era offerto a Tolkien proprio dalla vita privata. Molte delle sue storie nascevano dai racconti serali inventati per i quattro figli. Esiste dunque una dimensione intima della sua narrativa che – a maggior ragione nel caso degli inediti – è strettamente connessa alle relazioni personali. Sotto questo aspetto, dalle memorie famigliari emerge la figura di un genitore moderno, che «univa paternità e amicizia», trascorrendo parecchio tempo con i figli, coinvolgendoli nelle sue storie fantastiche, e prendendo le loro «osservazioni e domande infantili con assoluta serietà»4. La capacità di restare in sintonia con l’infanzia – anche la propria – e di non gettare su di essa uno sguardo paternalistico è senz’altro una delle chiavi della sua efficacia narrativa.
Catalogo mostra OxfordIl terzo argomento è che Tolkien amava disegnare e dipingere – una passione trasmessagli dalla madre e rafforzata a scuola – ed era un illustratore dilettante di un certo talento. Aprire il “Book of Ishness”, osservare i suoi acquerelli, i disegni a penna o anche solo i bozzetti, dà la misura di quanta parte avesse l’arte figurativa nella sua attività di creatore di mondi; per non parlare della calligrafia, in particolare quella elfica. Un’arte, la sua, per lo più privata, ma con un tratto distintivo che l’autrice dei testi a commento non esita a definire “surreale”, accompagnato da un uso del colore per il quale McIlwaine spende l’aggettivo “psichedelico”.

Catalogo mostra OxfordIn realtà c’è un quarto argomento che sostanzia il taglio della mostra oxoniense. È l’affascinante mistero rappresentato da Tolkien stesso: il contrasto tra vita e opera assai più che la loro concordanza. Da un lato un’esistenza borghese, estremamente regolare, conforme alle aspettative sociali e alle convenzioni; dall’altro una “evasione” creativa sconfinata. Quanto più costui fu lontano dalla mondanità, politicamente disimpegnato, devoto alla propria fede cattolica, tanto più fu spregiudicato nell’uso dell’immaginazione fantastica.
Tolkien era un uomo ordinario, assai poco eccentrico, privo delle idiosincrasie e delle pose tipiche dello scrittore, dedito alla famiglia, agli amici e alla professione di studioso e insegnante; tuttavia ha coltivato sempre un “vizio segreto”, l’invenzione di linguaggi e la passione fono-estetica, sfociato nell’ideazione di una realtà secondaria in cui quelle lingue potessero essere parlate. Una “subcreazione” mitica – Arda, la Terra di Mezzo – che è ormai entrata a fare parte indelebilmente dell’immaginario collettivo.
Pensando a questo contrasto, allora, non stupisce che i protagonisti dei suoi romanzi siano proprio uomini comuni capaci di caricarsi sulle spalle i destini del mondo, quei piccoli Hobbit dai quali Tolkien distillava «il sorprendente e inaspettato eroismo dell’uomo ordinario “quando è necessario”»5.
Catalogo mostra OxfordA suggerirgli quella scelta era stata l’esperienza vissuta, il trauma della guerra, che Tolkien riversò nella propria narrativa, come fecero altri letterati reduci del primo conflitto mondiale. Impiegò il tempo concessogli per costruirsi un’esistenza tranquilla e usò la scrittura non soltanto come terapia o elaborazione del lutto, ma anche come grande strumento per raccontare l’umanità posta di fronte al dispiegarsi del male nella storia e ai dilemmi universali. Dove però altri scelsero la poesia, il memoriale, il romanzo realistico, lui mosse in una direzione del tutto diversa, proiettando i grandi temi del suo tempo su un fondale fantastico e posando in questo modo una pietra angolare per la rifondazione e nobilitazione di un intero genere letterario.
Non tutti all’epoca lo capirono e non pochi stentano a capirlo ancora oggi. Tuttavia le lettere che compaiono in queste pagine testimoniano di un riconoscimento da parte di importanti intellettuali e artisti coevi, anche molto lontani dalla visione del mondo del Professore: il reporter e romanziere per ragazzi Arthur Ransome, il poeta Wystan H. Auden, la filosofa Iris Murdoch, la cantautrice Joni Mitchell, o ancora un giovanissimo Terry Pratchett che, proprio grazie all’influsso di Tolkien, sarebbe diventato scrittore fantasy a sua volta. Le epistole messe in mostra raccontano come Tolkien non fosse affatto un eremita. Tanto era refrattario alle luci della ribalta e alla fama mediatica, quanto trasparente nei confronti dei lettori che gli scrivevano. Lettori di ogni ordine e grado, dai suddetti intellettuali a illustri personaggi pubblici, come la figlia del presidente degli Stati Uniti d’America, o la principessa d’Olanda; ma soprattutto illustri sconosciuti, fossero bambini riconoscenti o ammiratori adulti affamati di dettagli sulla Terra di Mezzo.
Catalogo mostra OxfordIl corpus del catalogo – preceduto da una sequenza di saggi dei maggiori studiosi tolkieniani – è un caleidoscopio di carteggi, ritratti fotografici color seppia, disegni a motivi “morrisiani”, acquerelli coloratissimi, mappe e oggetti. Al netto di ogni tentazione feticistica, il volume è un viaggio nel percorso creativo di un uomo che ha nutrito la propria fantasia incessantemente, esprimendosi non solo attraverso l’arte narrativa e la saggistica, ma anche il disegno, la poesia, la pittura, la calligrafia e la cartografia. Queste pagine ci restituiscono l’immagine di uno studioso e artista poliedrico, a tutto tondo, in costante dialogo con le proprie suggestioni infantili, capace al tempo stesso di svilupparle e traghettarle nel racconto adulto, fino a fare collassare la fiaba nel romanzo epico e nell’ucronia fantastica. Sfogliando queste pagine si respirano anche le difficoltà del narratore, trasmesse attraverso la materialità del vivere quotidiano, o la necessità di scrivere e riscrivere, abbozzare, scarabocchiare e immaginare con penna o pennello, prima di riuscire a creare un mondo tanto vivido da sembrare reale e far nascere la voglia di percorrerne i sentieri. Senza dubbio Tolkien ci è riuscito. È per questo che – volente o nolente – viene celebrato.
A tutto ciò si aggiunge un percorso attraverso il Novecento tramite l’album fotografico di famiglia, dove le generazioni si passano il testimone, cambiano il taglio degli abiti e le acconciature, i giovani indossano divise militari poi abiti borghesi, diventano genitori a loro volta e invecchiano, mentre i loro figli crescono di scatto in scatto, diventando giovani uomini e donne.

Catalogo mostra OxfordQuesto fino alla tavola 133, che consiste in una fotografia a colori, a tutta pagina. Lo scopo è evidentemente quello di presentare la toga da cerimonia del professor Tolkien esposta alla mostra, ma il cimelio passa in secondo piano rispetto alla fotografia. Il colore produce un effetto di avvicinamento spiazzante. Siamo abituati a vedere Tolkien in bianco e nero e tonalità di grigio, come un vecchio signore che ci parla da un tempo remoto; e in effetti nel catalogo è così, fino a questa foto. Il soggetto è colto mentre cammina spedito, nella mise adatta a ricevere il dottorato ad honorem in Lettere all’università di Oxford, con il tocco in testa, il papillon candido, la toga scarlatta svolazzante, sotto la quale si vede il gessato a righe. Ha in mano un ombrello chiuso, e sotto il braccio tiene forse il programma della cerimonia o l’attestato stesso. La fotografia è stata scattata il 3 giugno 1972, due settimane prima che scoppiasse lo scandalo Watergate e che David Bowie pubblicasse Ziggy Stardust; dieci giorni dopo la presentazione ufficiale della prima console domestica per videogiochi. Alle spalle del Professore, sfocata, c’è una piccola folla di persone dalla quale si sta allontanando. Si distinguono cappotti e vestiti color pastello, capelli lunghi. Il colore, la dinamicità, il fatto che il soggetto non sia in posa, l’espressione concentrata dell’anziano che non guarda in camera, e, non ultimo, il contrasto tra l’abito cerimoniale e l’abbigliamento moderno delle persone sullo sfondo, ci raccontano qualcosa di diverso dal solito.
Catalogo mostra OxfordNato e cresciuto in un’altra epoca, legato alle convenzioni dei grandi atenei del regno e del ceto accademico, Tolkien, tramite la sua opera, giunge a lambire e perfino ad avere una parte indiretta nella grande rivolta giovanile degli anni Sessanta e Settanta. Eccolo buffamente agghindato, mentre viene onorato dalla sua università, ed è già un autore caro a una generazione di studenti ribelli, rockers psichedelici e hippies, che nella sua opera legge una critica radicale al proprio tempo, alla società industriale, al potere, e un inno alla libertà, alla pace, alla riscoperta della natura vivente. Le storie di Tolkien hanno contaminato e influenzato la controcultura angloamericana di quegli anni: dai Beatles ai Led Zeppelin, dai giovani di Woodstock a quelli di Glastonbury, da “l’uomo più pericoloso d’America” Timoty Leary a un obiettore di coscienza alla guerra in Vietnam che risponde al nome di George R.R. Martin, a tantissimi altri.

Questo ci ricorda che la letteratura non è un feticcio né un altare sul quale innalzare l’autore, ma vive nel mondo grazie alla partecipazione di chi continua a ritrovarsi nelle storie narrate e a farle collidere con la propria vita. Anche e soprattutto le storie fantastiche, che per Tolkien rappresentavano non già un rifugio incantato, ma un’evasione dalla dittatura realista come atto di resistenza contro l’abbrutimento dei tempi. «Perché la Fantasia creativa si fonda sulla dura consapevolezza che le cose sono proprio così nel mondo, quale esso appare alla luce del sole; su un riconoscimento del dato di fatto, ma non sul divenirne schiavi»6, scriveva nel celebre saggio Sulle fiabe. Un’asserzione che suona come una petizione di principio e che potrebbe essere l’epigrafe perfetta di questo volume.

1 Lettere 1914-1973, n. 329, Bompiani, 2018, p. 656

2 Ibidem, n. 213, p. 456-457

3 Ibidem, n. 131, p. 231

4 Intervista a Michael H.R. Tolkien sul “Sunday Telegraph” del 9/09/1973, citata in questo volume a pag. 178

5 Lettere, op. cit., n. 131, p. 252

6 Sulle fiabe, in Il Medioevo e il fantastico, Bompiani, 2004, p. 213

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LINK ESTERNI:
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Tolkien Calendar, ritorno ad Oxford (3)

Sergio LombardiTerza puntata della storia dell’illustrazione tolkieniana a cura di Sergio Lombardi, grande esperto e collezionista dei Tolkien Calendars, che raccoglie da oltre 30 anni. Nelle prime due puntate (qui la prima e qui la seconda puntata) , Lombardi ha descritto la prima era di una delle pubblicazioni di maggior successo nel mondo tolkieniano: i Calendari di Tolkien. Prima ancora del film di Ralph Bakshi e di quelli di Peter Jackson, i calendari sono stati l’espressione visuale della Terra di Mezzo e la bottega dell’arte dei grandi illustratori, facendo sognare milioni di appassionati e diventando in breve un oggetto di culto molto collezionato, di cui raccoglie l’eredità oggi anche il  Lords for the Ring – 2021 Art Calendar. Dal 1975 gli editori statunitensi di Tolkien avevano lanciato nuovi illustratori per il calendario, che hanno caratterizzato una vera epoca d’oro con i loro coloratissimi dipinti. Poteva il vecchio Regno Unito essere da meno? Il viaggio prosegue…

L’AIST negli Usa: il 27/10 alla Maryland University

Cop Università MarylandL’Associazione Italiana Studi Tolkieniani sbarca negli Stati Uniti per una lezione all’Università del Maryland, la stessa in cui ha insegnato per tanti anni Verlyn Flieger, una degli studiosi tolkieniani più importanti al mondo. Sarà così che il presidente AIST, Roberto Arduini, il 27 ottobre 2020 terrà una lezione su Tolkien e gli studi accademici in Italia agli studenti del dipartimento di letteratura inglese dell’Università statunitense. Un’occasione che è solo l’inizio di una collaborazione che porterà l’AIST a tenere altre iniziative culturali in quella che si può definire la patria degli studi tolkieniani.

Lucca si fa Changes: due eventi su Tolkien

Lucca Comics 2019: presentazione Calendario La buona notizia è che l’evento più bello dell’anno per gli appassionati di J.R.R. Tolkien, Lucca Comics and Games, si farà. Nonostante l’emergenza sanitaria e rispettando rigorosamente tutte le norme anti-coronavirus, la manifestazione si svolgerà ugualmente, anche se non sarà la stessa degli anni passati. Con le misure che limitano gli incontri pubblici a mille persone, il festival tra i più frequentati al mondo, con un picco di quasi 280mila biglietti venduti (ma con altri 500mila visitatori non paganti stimati), non sarà la stessa cosa. Ecco perché Lucca Comics and Games si trasforma in Lucca Changes con un pubblico in presenza che rispetterà tutte le norme, ma con un potenziale enorme di visitatori online e “a distanza”.  Emanuele Vietina: «Lucca cambia e riparte da zero. Non potevamo rinunciare». Ecco quindi quattro giorni di manifestazione, un giorno in meno rispetto alle precedenti edizioni. E poi: ingressi contingentati, prenotazioni, niente padiglioni degli editori per rispettare le regole anti-Covid. Ma anche la partership con la Rai, per seguire gli eventi sulla rete nazionale (da Rai Play a Rai 4, da Rai Cultura a Rai Ragazzi, da Rai 3 a Radio 2), e con Amazon, per portare gli acquisti, i fumetti, i collezionabili, i fan e i piccoli venditori online in una pagina dedicata.
Mappa Campfire Andrea PiparoPerò un occhio pure al territorio, con il progetto Campfire, per delocalizzare incontri, tornei di carte e videogiochi, firmacopie e oggetti speciali sull’intera penisola, tra fumetterie e negozi locali (i 115 Campfire in Italia). Le luci dei Campfire si accenderanno anche a Shanghai, Istanbul, Praga, Los Angeles, Belgrado, Il Cairo, Madrid, Jakarta, Pretoria, Lione, Bucarest e Abu Dhabi. Gli Istituti Italiani di Cultura di queste nazioni ospiteranno infatti una serie di iniziative culturali e mostre artistiche. Infine, spettacoli, autori, eventi editoriali e approfondimenti sul gaming, in città e in streaming.

FantastikA 2021, ecco le prime novità

FantastikADove eravamo rimasti? La biennale d’illustrazione FantastikA è nata a Dozza Imolese e nonostante gli organizzatori siano stati costretti a rimandare la quinta edizione al 22 e 23 maggio 2021 il suo spirito è più vivo che mai. E sono state moltissime le novità che sono state svelate durante la manifestazione Tolkien Studies Day, che aveva il sottotitolo appunto di Aspettando FantastikA e ha avuto lo scopo di illustrare il percorso che ci porterà fino a maggio, con una serie di iniziative culturali che partiranno dall’inizio dell’anno prossimo venturo per viaggiare a un ritmo mensile. Ma durante l’evento, qualche chicca è sfuggita ai tanti relatori che si sono alternati sul palco ed è ora il caso di riportarle per tutti gli appassionati del fantastico e di J.R.R. Tolkien.

Serie tv su Amazon: a che punto siamo?

Serie tv Amazon On PrimeLa serie TV Amazon The Lord of the Rings, annunciata a fine 2018, sta cominciando a svilupparsi più rapidamente, dopo la pausa forzata a causa della pandemia da COVID-19.
Negli ultimi due mesi, con il via libera per le riprese dato dal governo neozelandese, la troupe ha cominciato a girare i due primi episodi della prima stagione, Bayonadiretti dal regista Juan Antonio Bayona (che ha diretto, tra l’altro, le prime due puntate della prima stagione dell’ottima serie Penny Dreadful); proprio il regista, dal suo profilo twitter, ha dichiarato, il 12 ottobre, che le due puntate sono ormai ultimate, oltre a inserire delle misteriose emoticon a supporto del post: uno stregone e degli Elfi. Che sia un indizio sui contenuti delle puntate? Molti hanno già cominciato a speculare al riguardo (Celeborn e Galadriel; i due stregoni Blu…), ma è presto per dirlo. I passi da fare, prima di arrivare ad avere notizie sulla trama, sono altri. Le informazioni relative alla serie tv su Il Signore degli Anelli realizzata da Amazon sono sempre state pochissime e molto dilatate nel tempo. Gli account ufficiali sui social sono fermi dal 19 giugno, ma in ogni caso qualche novità c’è.

Quanti libri su J.R.R. Tolkien questo autunno!

Libri e libreriaCome ogni anno, l’autunno è un periodo molto favorevole per gli appassionati di J.R.R. Tolkien perché c’è sempre qualche novità in libreria con l’avvicinarsi delle feste natalizie e quindi del periodo in cui si regalano i libri. E ogni anno la gioia dei lettori dello scrittore inglese si può arricchire anche di novità dalla Bompiani, la casa editrice che in Italia detiene i diritti di pubblicazione dell’autore. Proviamo a vedere cosa ci aspetta tra gli scaffali, in modo da arrivare preparati e col portafoglio gonfio in libreria! E mi raccomando, ordinate e comprate il vostro libro in una libreria indipendente (in fondo all’articolo potete trovare un elenco NON esaustivo)!