Difendere la Terra di Mezzo: l’intervista

Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte.
J.R.R. Tolkien

Il padre del fantasy secondo tantissimi (ma l’heroic fantasy esisteva anche da prima di lui) colui che ha letteralmente definito il concetto di fantastico creando non solo una delle saghe più amate (e lette) nell’ultimo secolo, ma un autore in grado di realizzare un vero e proprio mondo ed epopea è senza dubbio J.R.R. Tolkien, un autore infinito che non si terminerà mai di leggere, amare e in alcuni casi studiare. Il professore di Oxford difatti è un caso unico nella storia della letteratura e proprio per moltissimi motivi, che si trovano all’interno della nuova edizione del libro scritto da Wu Ming 4, merita di essere studiato con serietà nel giusto quadro critico. Se da tempo sono numerosi a livello internazionale i saggi sulle sue opere, in Italia solo negli ultimi anni è arrivato il momento di fare un bilancio per trovare un nuovo modo di raccontare un autore fondamentale, che va ben oltre il genere fantasy in cui troppo spesso viene relegato. Il titolo dell’opera per molti tolkieniani non è nuova, “Difendere la Terra di Mezzo” di Wu Ming 4, si tratta una critica militante nella quale si cerca di analizzare, studiare, e in questo caso difendere appunto, uno dei mondi più straordinari creati dalla penna di uno scrittore.
Wu Ming 4 DifendereQuesto testo in uscita il 30 agosto per Bompiani è una terza edizione, ovviamente ampiamente rivista, del primissimo saggio dall’omonimo titolo uscito in Italia nel 2013. Si legge, dall’introduzione dello stesso Wu Ming 4, che la rivisitazione di questo testo ha permesso di offrire una panoramica sull’opera divenuta ormai un classico del Novecento, come in molti casi ha permesso di realizzare una riflessione critica che privilegi la contestualizzazione storica e le suggestioni letterarie rispetto ad altri tipi di approcci e infine, con l’occasione del cinquantenario della morte, ha offerto l’occasione per riproporlo alla Bompiani con una rivisitazione del testo e le citazioni aggiornate alle ultime traduzioni. “Difendere la Terra di Mezzo” è diviso in due parti: la prima è incentrata sul fenomeno letterario e sui suoi echi negli adattamenti cinematografici; la seconda, che entra nel vivo dei testi, è dedicata alla poetica di Tolkien ed è proprio grazie allo studio e analisi del professore come scrittore e uomo, che Wu Ming 4 riesce a raccogliere ed ampliare il proprio contributo alla riscoperta dell’autore de Il Signore degli Anelli, sempre in sintonia con i maggiori esperti in materia.

A: Leggendo il tuo libro sembra che Tolkien sia un autore strutturato quasi a livelli (proprio come Minas Tirith), in Difendere la Terra di Mezzo qual è il vero albero bianco da difendere?

Wu MIng 4WM4: È una bella immagine questa. È vero che Tolkien è un autore a strati, ma soprattutto è in movimento. La sua opera-mondo è in divenire, perché è talmente complessa e stratificata, appunto, ed è ormai raccontata ed espansa attraverso una tale varietà di mezzi narrativi, che di volta in volta offre spunti nuovi a vecchi e nuovi lettori. Questo significa che non c’è un albero bianco, cioè un cuore di verità, da difendere, perché quella verità è sempre parziale e sempre ridefinita. L’albero bianco è il punto all’orizzonte verso cui indirizziamo la nostra ricerca, e si sposta insieme a noi. Casomai la Terra di Mezzo va difesa dagli approcci semplicistici, dalle letture sbrigative e superficiali, che sono sempre state una iattura per Tolkien, ma anche dalla tentazione di chiuderla dentro un confine una volta per tutte, di trasformarla in una zona di comfort per eletti difensori dell’ortodossia tolkieniana, magari facendo di Tolkien un guru filosofico-spirituale. Bisogna essere capaci di mantenere aperto quel confine. Oggi il titolo Difendere la Terra di Mezzo, più che come una chiamata alle armi, a me suona come un riferimento manualistico, nel senso di “Curare la Terra di Mezzo”, prendersene cura.

A: Che cosa è cambiato nel tempo nelle varie edizioni del libro?

Libro: "Difendere la Terra di Mezzo" di Wu Ming 4WM4: Dalla prima edizione del 2013 alla seconda del 2018 sostanzialmente era cambiata la copertina (in peggio), ed è stata aggiunta una seconda appendice. Questa nuova edizione con un nuovo editore invece ha subito una discreta risistemazione. Non solo ho migliorato alcune formulazioni, ma soprattutto ho aggiunto qua e là diverse cose e ne ho tolte altre, perché nel frattempo, trascorsi gli anni, molto è cambiato e c’era bisogno di aggiornamenti. Così come dovevano essere aggiornate tutte le citazioni dai testi di Tolkien che nel frattempo sono stati ritradotti. Ci sono poi cose che mi sono venute in mente o mi si sono meglio chiarite in questi dieci anni, discutendo con altri, e le ho quindi inserite nel testo. E ovviamente anche in questo caso c’è una nuova copertina. Nelle prime due edizioni in copertina c’erano spade e scudi. Si intendevano gli attrezzi per difendere la Terra di Mezzo. Ora, in questa edizione definitiva, in copertina c’è un Ent che avanza minaccioso. È la stessa Terra di Mezzo che si muove in propria difesa. Ai tolkieniani dovrebbe evocare le famose parole di Barbalbero: «È assai probabile che andiamo incontro alla nostra fine: l’ultima marcia degli Ent. Ma se restassimo a casa senza fare niente, la sorte giungerebbe comunque, prima o poi.» In questo caso il riferimento è alla nostra Terra, al mondo primario che stiamo uccidendo, del quale la Terra di Mezzo diventa una metafora. Parlerò proprio di questo il 2 settembre a Dozza, alle celebrazioni di Tolkien 50.

A: Sei uno dei saggisti tolkieniani più noti in Italia, hai scritto numerosi testi sul Professore, ma trovi sempre un nuovo spunto per raccontare questo autore così grande. Da dove nasce il tuo stimolo di ricerca?

WM4: Credo dal fatto che Tolkien è una miniera inesauribile. Non si finisce mai di scoprirlo. Quando credi d’averlo inquadrato, salta fuori un dettaglio che offre uno spunto di rilettura. Più volte in questi dieci anni ho frenato il mio interesse per Tolkien, convinto di avere dato quello che potevo dare. Ma dopo un po’, per qualche motivo, mi sono sempre trovato a riprenderlo in mano e a scovarci qualcosa di nuovo. A questo punto credo di dovermici rassegnare.

A: Ti è capitato in varie occasioni di essere coinvolto in dispute sulle riletture politiche dell’opera di Tolkien. Perché secondo te soprattutto in Italia Tolkien viene da sempre politicizzato?

WM4: Bisognerebbe chiederlo a quei politici italiani che nel corso dei decenni lo hanno sbandierato come fonte d’ispirazione politica, buon’ultima l’attuale presidente del consiglio. Per certi versi sarebbe solo auspicabile che i politici, di qualunque colorazione, leggessero Tolkien. Magari per trovarci qualche spunto di riflessione critica sull’attuale modello di sviluppo, che invece si accaniscono a difendere con le unghie e con i denti, oppure sulla corruzione morale indotta dall’esercizio del potere, al quale però paiono affezionatissimi. Francamente, al di là delle dichiarazioni e degli slogan, mi pare che le fonti d’ispirazione della nostra classe politica non siano proprio letterarie, per così dire. Io credo che gli studi tolkieniani abbiano tutto da perdere nel lasciarsi mettere il cappello in testa da costoro. Ma si sa che l’Anello della Visibilità è forte e più di uno ne rimarrà irretito.

GUARDA L’INTERVISTA DI PAOLO NARDI

 

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– Leggi l’articolo Estate 2023: un’ondata di libri su JRR Tolkien!!!
– Leggi l’articolo Difendere la Terra di Mezzo: il nuovo libro di Wu Ming 4
– Leggi l’articolo Torna in libreria Il Fabbro di Oxford di WM4
– Leggi l’articolo Odoya pubblica Wu Ming 4. Un altro libro su Tolkien?

LINK ESTERNI:
– Vai al sito dell’Wu Ming Foundation
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Tolkien in Friuli: il 23 gennaio a Campoformido

AulusQuali legami ha John Ronald Reuel Tolkien con il Friuli? Si cercherà di proporre una risposta al quesito lunedì 23 gennaio alle 20.30 a Campoformido (in provincia di Udine), alle ex scuole elementari di via Edmondo De Amicis, ora sala della Pro Loco, durante l’evento “Tolkien tal Friûl” in occasione del 50esimo anniversario della morte del celebre autore del Signore degli Anelli. E a farlo saranno una vecchia conoscenza, l’associazione culturale Aulus.

Arthuan Rebis, l’Arpa e la Terra di Mezzo

«Se in sogno o no non lo sapeva, Frodo sentì un canto soave nella testa: una canzone che sembrava giungere come una fioca luce dietro una grigia cortina di pioggia e diventare poi sempre più forte, in modo da trasformare tutto quel velame in vetro e argento finché, quando fu riavvolto, una campagna verdeggiante si schiuse in lontananza innanzi a lui sotto una repentina aurora.»
(J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli)

La musica di Arthuan Rebis è come il sogno ricorrente di Frodo: apre il velo su un altrove. Con grazia ed energia. La citazione da Tolkien non è arbitraria perché Arthuan Rebis è stato ospite al primo Tolkien Studies Day di Sarzana il 29-30 luglio 2022. Ha tenuto un emozionante concerto sabato sera, e nel pomeriggio dello stesso giorno ha inaugurato la manifestazione insieme al direttore artistico, Valentino Giannini, con letture dalle opere del professore di Oxford e l’esecuzione con l’arpa celtica di composizioni originali del musicista sulla poesia di Tolkien, è il caso di “Elbereth” cantata in Sindarin, e su altri temi e culture vicini allo scrittore.
Arthuan Rebis è uno straordinario musicista: la qualità creativa, tecnica, e culturale della sua musica è molto alta, ma è altrettanto vero che è una musica dell’anima.
Benché ci siano generi musicali di riferimento (ad esempio, l’ampio spettro del folk moderno), le sue composizioni scaturiscono dalla sua ricerca culturale e spirituale.
Arthuan Rebis è il nome d’arte di Alessandro Arturo Cucurnia, compositore e concertista internazionale, dottore in Musica all’università di Pisa, musicista polistrumentista, tra gli strumenti che suona: arpa celtica, nyckelharpa, esraj, hulusi, bouzouki, chitarra, flauti, cornamuse, percussioni, tastiere e anche la sua stessa voce, che modula nel canto armonico. Dal 2007 gestisce il proprio studio di registrazione.
Arthuan Rebis è anche uno studioso di tradizioni musicali e spirituali d’Oriente e d’Occidente, in particolare sciamanesimo e Buddhismo tibetano (traducendo gli insegnamenti del Lama Lodro Tulku Rinpoche), di miti delle culture antiche europee ed extraeuropee (collabora con il grecista Angelo Tonelli). Sono frutto di questi studi anche la sua attività di operatore sonoro attraverso trattamenti con il letto armonico, e il libro Musica e Sapienza, antiche tradizioni musicali e spiritualità (ed. Agorà&Co, 2013).
Dopo una lunga stagione di concerti in Italia e in Europa, abbiamo l’occasione di intervistare Arthuan Rebis.

Genova, in biblioteca le Lettere di Babbo Natale

Biblioteca GenovaMercoledì 28 dicembre alle ore 15 gli appassionati di JRR Tolkien sono benvenuti presso la Biblioteca Rosanna Benzi, in piazza Bernardo e Giovanni Odicini 10 a Genova, con le loro famiglie, per ascoltare le incredibili storie dell’Orso polare e tutti i pasticci che combina, anno dopo anno, al povero Babbo Natale, secondo quando raccontato nel libro Le lettere di Babbo Natale. Alle letture seguirà un laboratorio creativo a tema. L’iniziativa è gratuita, ma su prenotazione (fino a esaurimento posti). Consigliata per bambini fra i 5 e gli 8 anni.
orso polareÈ richiesta la presenza di almeno un adulto accompagnatore. Per la partecipazione è necessario prenotare: numero 010 5578896 – E-mail biblbenzi@comune.genova.it.
Le Lettere di Babbo Natale è una lettura tanto per i più piccoli quanto per i grandi appassionati di Tolkien, che potranno scorgere in questo microcosmo semplificato echi che richiamano alla mente le opere più famose e complesse del professore come la passione per i fuochi d’artificio che accomuna Babbo Natale (e l’Orso Bianco del Nord) e Gandalf, la presenza costante di un giardiniere persino in un luogo dominato dal gelo (ruolo rivestito dall’infaticabile Samvise Gamgee nel Signore degli Anelli) e il nome dell’elfo che Babbo Natale sceglie come segretario, Ilbereth, che riporta alla memoria la Valië Elbereth. Lettere di Babbo NataleRitroviamo vari aspetti delle opere di Tolkien: l’appassionato linguista, che fa creare un alfabeto all’Orso Bianco del Nord dai segni lasciati sulle pareti delle grotte dai goblin, l’artista, poiché quasi tutte le lettere sono decorate ed accompagnate da un’illustrazione dell’evento principale narrato in quell’occasione, e infine il poeta, con un componimento contenuto nella lettera del 1938. Persino in una ricorrenza portatrice di gioia e speranza si avverte però lo spettro della Seconda Guerra Mondiale, così come il ricordo della Prima pervade la maggioranza della produzione tolkieniana. Babbo Natale fa riferimento al conflitto dal 1939 fino all’ultimo messaggio, datato 1943, anno in cui Priscilla (la minore dei figli di Tolkien, nella foto insieme Christopher e la madre Edith) ormai quattordicenne appese per l’ultima volta la propria calza.

 

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– Leggi l’articolo Varese, le Lettere di Babbo Natale per i bimbi
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– Leggi l’articolo Le Lettere di Babbo Natale
– Leggi l’articolo Le Lettere di Tolkien ai figli per Natale
– Leggi l’articolo A Natale le Lettere di Tolkien ai figli

LINK ESTERNI
– Vai al sito ufficiale della Biblioteca Rosanna Benzi

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Social network, ora l’AIST è in podcast!

Assemblea AISTLa Terra di Mezzo non conosce confini. E l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ne esplora i limiti. Da anni, ci si diletta con la possibilità di rendere sempre più facile e disponibile la conoscenza su J.R.R. Tolkien tramite gli audio, i podcast e i video. Per quanto riguarda gli audio, nel 2015 si sono messi a disposizione dei lettori gli audio di due incontri organizzati dall’Associazione: la “serata boreale” alla libreria Gogol & company di Milano organizzata in collaborazione con la casa editrice Iperborea e la «lezione politica in Game of Thrones» andata in onda durante Fahreneit su Radio3; nel 2017 è stata la volta del programma dal titolo  Tolkien: un viaggio inaspettato, organizzato in collaborazione di Pantheon, che è andato in onda per ben 8 puntate su Radio3; nel 2019 è toccato al primo vero e proprio podcast interamente dedicato al Professore d’Oxford, realizzato in collaborazione con Storytel, piattaforma europea di audiolibri e podcast, anche in questo caso con 8 puntate; nel 2020 è stato il turno di una conferenza tenuta da due tra i massimi studiosi tolkieniani: Tom Shippey e Thomas Honegger. E ora, col 2022, è la volta di Spotify.

Il Silmarillion, scoperto un manoscritto inedito

Asta Heritage Auctions È stato ritrovato un importante manoscritto di Tolkien, di cui si sapeva pochissimo e i cui contenuti erano solo stati descritti in maniera sommaria. E un grosso contributo al ritrovamento è stato dato anche dall’AIST. Il manoscritto ha il titolo di Concerning … ‘The Hoard’, era stato visto solo per un’asta negli anni Ottanta, e che potrebbe cambiare la visione che si ha di un capitolo del Silmarillion e del popolo dei Nani della Terra di Mezzo. Ma è meglio cominciare dal principio!

Ubaldini, l’uomo che portò Tolkien in Italia

Entrata AstrolabioMilioni di lettori italiani hanno letto Il Signore degli Anelli negli ultimi 50 anni, da quando venne reso disponibile nella nostra lingua a oggi, avendo così la possibilità di conoscere la Terra di Mezzo e seguire le avventure dei suoi protagonisti. Aragorn, Gandalf, Éowyn, Legolas, Gimli e tutti gli altri eroi scaturiti dalla fervida immaginazione di J.R.R. Tolkien sono stati conosciuti anche nel Bel Paese e, dopo le trilogie cinematografiche di Peter Jackson, sono personaggi noti praticamente a tutti. Ma all’origine di tutto questo c’è un nome
che in Mario Ubaldinipochissimi conoscono, quello di un uomo che lesse e credette in quel sogno portato su carta e volle farlo tradurre per pubblicarlo in italiano. Per conoscere questa storia bisogna risalire molto indietro nel tempo, tornando addirittura alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso. E si può farlo anche grazie a chi lo conobbe bene e ci ha aperto le porte della sua casa editrice. È ora di conoscere meglio Mario Ubaldini.

Edizione Astrolabio, ecco la tabella dei nomi

Studiare«La precisione è la farina senza la quale non si ottengono né pane né dolci», recita un vecchio adagio. E visto che, da piccoli Hobbit appassionati delle opere di J.R.R. Tolkien, vogliamo avere sia il pane sia i dolci per le nostre numerose colazioni e merende di ogni giorno, ecco che dobbiamo essere per forza precisi al punto che di noi il buon Bilbo Baggins potrebbe dire: «È un Hobbit che non lascia passare una mosca davanti al naso!!!» Questo è il motivo per cui l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani vuol fare un servizio ai lettori e ha realizzato delle tabelle con tutta la nomenclatura presente nel volume Astrolabio e che vuole aiutare i lettori che possiedono una delle successive edizioni Rusconi o Bompiani con la traduzione di Vittoria Alliata di Villafranca,
Scrivaniai possessori dell’Atlante della Terra di Mezzo (di imminente ripubblicazione) che presenta stranamente i toponimi nelle mappe mantenuti in inglese, o anche per i lettori che hanno comprato la nuova edizione tradotta da Ottavio Fatica e si chiedono a cosa corrisponda un dato nome nelle edizioni precedenti.

A Bomporto (Mo) riapre la biblioteca Tolkien

BomportoEra stato il primo evento saltato lo scorso anno, quando l’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 era a un passo dall’esplodere. Era la giornata dedicata all’opera di Tolkien del 29 marzo a Bomporto (Modena), presso la biblioteca dedicata allo scrittore inglese. Poi il coronavirus ha portato con sé la chiusura di musei e biblioteche in tutta Italia, una breve riapertura e poi, dal 4 novembre, di nuovo quasi tre mesi di chiusura. Ora però la cultura riapre.

Volume unico, ecco la tabella delle modifiche

Volume unico FaticaAlla fine di ottobre 2020 è stata pubblicata l’edizione illustrata in volume unico del Signore degli Anelli, nella traduzione di Ottavio Fatica. La notizia non avrebbe interessato più di tanto la storia a venire né meritato più di una postilla nei lunghi annali della editoria italiana, se non fosse per un fatto. Tale nuova edizione è il frutto di una cooperazione come, a mia memoria, mai è accaduto nella storia dell’editoria – italiana, quantomeno.
Gli appassionati, quelli interessati ad avere una traduzione del Signore degli Anelli sempre migliore, hanno analizzato la prima edizione annotando sviste, incomprensioni, mancate concordanze e tutti i tipi i tipi di errore che possono finire in un testo, segnalandoli all’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, nella persona di Giampaolo Canzonieri, già consulente tolkieniano per la traduzione. Canzonieri li ha trasmessi a Ottavio Fatica, che con estrema professionalità e umiltà ha analizzato tutte le segnalazioni che gli sono state inviate, accettato una percentuale elevatissima (superiore ai tre quarti) delle proposte. Bompiani Giunti, l’editore, infine, si e resa disponibile a modificare il testo seguendo le indicazioni del traduttore. Sono state così apportate svariate piccole migliorie. Alcune di queste derivano anche da ripensamenti del traduttore. Ma la maggior parte riguarda sviste e refusi.
E tutto questo impegno per fornire ai lettori un testo il più possibile privo di errori. Quanta differenza dalla precedente gestione Bompiani che ci mise quasi 10 anni a correggere un piccolo errore tipografico, l’accidentale perdita di 20 righe alla fine del primo capitolo del secondo libro.

Cover Volume unico FaticaTutto questo lavoro, lo sottolineiamo, è stato possibile grazie al contributo di moltissimi e volenterosi lettori. Le centinaia di segnalazioni che sono giunte dagli appassionati tolkieniani e sono stati raccolti dall’AIST sono un caso virtuoso nella storia editoriale. Si è trattato di un’attività dettata dalla passione, dall’amore per le opere di Tolkien, dal senso di comunità che ha spinto moltissimi lettori a spendere il loro tempo libero alla ricerca certosina delle inesattezza tra l’originale inglese e la traduzione italiana. È una cosa che nessuno aveva mai fatto in Italia per nessun altro autore e dimostra una volta di più quanto il senso di appartenenza alla comunità tolkieniana possa contribuire ad avere l’opera di Tolkien sempre più vicina e fedele al testo inglese. A tutti i lettori che hanno contribuito va il nostro più sentito ringraziamento.
L’elenco delle modifiche apportate, che speriamo sia completo, lo potete scaricare qui. E a proposito di lavori di appassionati a favore degli altri appassionati, vi segnaliamo le tabelle sinottiche dei nomi in inglese, nella traduzione Fatica e nella traduzione Alliata/Principe. Tali tabelle, che potete trovare alla fine dell’articolo sulle mappe consentono a chi lo desideri di destraggiarsi tra il testo in inglese (e le sue mappe) e le traduzioni in italiano e potranno essere particolarmente utili agli acquirenti della prossima edizione italiana dell’Atlante della Terra di Mezzo di Katrin W. Fonstad.

Redazione

L’ultimo portatore degli Anelli ora in italiano

«Al di sopra del Marese, della Valle dell’Acqua, dei Monti Brumosi, del Bosco d’Oro,
della Montagna Solitaria, delle nubi, dei mari, al di là del Fuoco Dorato, della Rete di Stelle
e dei confini delle Cerchie del mondo…».

Cop-fanfictionIl mondo universo creato da J.R.R. Tolkien è giustamente lodato per la sua profondità e ampiezza, ma è in maniera consapevole pieno di spunti, di accenni, di cose “non dette”. Per questo sono molti i lettori del Signore degli Anelli che prendono carta e penna per colmare alcune zone d’ombra delle opere dello scrittore inglese. Ne nascono così le fan fiction, genere molto ampio che contiene un’infinità di storie, racconti e romanzi, che in pochissime eccezioni sono stati pubblicati. In passato ci siamo occupati dei casi che ritenevamo i migliori (come le «Appendici» dello Hobbit che si possono trovare in fondo all’articolo insieme ad altri). Ora è la volta in cui recuperiamo un testo di cui ci si è occupati quasi dieci anni fa (qui e qui) e che ha fatto un discreto successo: The Last Ringbearer, tradotto come L’ultimo portatore dell’Anello. Che ora è disponibile anche per i lettori italiani.

I Racconti Incompiuti: intervista agli artisti

Unfinished TalesGiovedì 1 ottobre è stata ufficialmente pubblicata in inglese la nuova edizione dei Racconti Incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo, a segnare il quarantesimo anniversario della sua prima apparizione nel 1980 per la George Allen & Unwin. È la prima volta che il libro viene pubblicato in edizione illustrata, e l’editrice HarperCollins ha ingaggiato per l’occasione tre dei più grandi nomi nel campo artistico tolkieniano. Ted Nasmith, Alan Lee e John Howe hanno già illustrato opere di Tolkien fra cui Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e Il Silmarillion e, ovviamente, molti calendari. Trovarli tutti e tre in questa nuova edizione dei Racconti Incompiuti è un regalo speciale e le loro nuove illustrazioni sono meravigliose. Spero vi piacciano le mie conversazioni (leggermente rivedute per questioni di chiarezza) con questi artisti, che hanno tutti trovato il tempo per chiacchierare con me nonostante i loro impegni.

Saggi AIST: Tolkien e il pensiero dialogico

Martin BuberPer gli appassionati di J.R.R. Tolkien che hanno letto i suoi romanzi e vogliono approfondire le loro tematiche, ecco un nuovo Saggio AIST, cioè una di quelle traduzioni di saggi inglesi, francesi o tedeschi o studi originali in italiano che hanno lo scopo di far conoscere sempre più la grandezza dello scrittore inglese. L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani pubblica i saggi su questo sito web a carattere aperiodico, ma con una cadenza di almeno uno ogni sei mesi. L’elenco dei saggi si può trovare in calce all’articolo.
Alberto QuagliaroliQuesta volta presentiamo il saggio Suggestioni dialogiche da JRR Tolkien di Alberto Quagliaroli. Sacerdote della Congregazione dei Vincenziani, saggista di Piacenza e redattore storico della rivista Endòre, Quagliaroli ha partecipato alla stesura del volume La falce spezzata, per l’editore Marietti 1820 (2009) con “Immortalità elfica come esperimento narrativo-letterario” e ha pubblicato numerosi articoli, tra cui “I requisiti di un racconto fantastico secondo il saggio Sulle Fiabe di Tolkien” nel numero 22 della rivista Endòre, nel marzo 2020, in cui in parte affronta tematiche simili al presente saggio AIST, anzi si può dire che questo saggio sviluppa la stessa linea di pensiero dell’articolo.

Thomas Honegger: Bilbo è veramente lo zio di Frodo?

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Gloria Larini socia AIST e dell’Associazione Italiana di Cultura Classica “Atene e Roma” (Delegazione di Siena), ha recensito per noi l’ultimo lavoro di Thomas Honegger, «’Uncle me no uncle!’ Or Why Bilbo Is and Isn’t Frodo’s Uncle» pubblicato su “Journal of Tolkien Research” 9, 1/4 (2020): 1-11. Sull’argomento avevamo già pubblicato una interessante riflessione ad opera di Alessandro Mazza, nel novembre 2018, in La parentela di Bilbo e Frodo: facciamo chiarezza
, e indirettamente anche in L’opportunità perduta da Jackson: la morte dei nipoti, traduzione dell’articolo di  Anna SmolJackson’s Lost Opportunity: The Death of Sister-Sons

Con Il Ritorno del Re anche 2 mappe “inedite”

Stand BompianiUn regalo inaspettato, si potrebbe definire così la notizia in anteprima che Il Ritorno del Re, l’ultimo dei tre volumi singoli de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien che la Bompiani sta pubblicando nella nuova traduzione di Ottavio Fatica, presenterà addirittura tutte e tre le mappe che l’autore ha sempre voluto insieme al suo capolavoro. È un bel regalo che Bompiani fa ai lettori, perché non era mai accaduto che fossero tutte e tre presenti in 50 anni di storia editoriale in Italia. Inoltre, ci sono tante altre chicche che la casa editrice ha in serbo per gli appassionati che potranno finalmente riavere tutto il romanzo a disposizione dopo sette mesi. Questo vuoto sarà colmato il 22 luglio, quando nelle librerie italiane sarà possibile comprare il terzo volume… e compratelo in una libreria indipendente, mi raccomando!

I video dell’AIST: Tolkien e la verità delle fiabe

Logo Audio presentazioneContinuiamo a riproporvi delle conferenze tolkieniane particolarmente interessanti. Sabato 11 Novembre 2018 si è, infatti, svolta nella sala dell’Arcivescovado di Modena una conferenza su “Tolkien e la verità delle fiabe” co-organizzata da Musei del Duomo, Associazione Italiana Studi Tolkieniani e Istituto Filosofico di Studi Tomistici. La conferenza di Testi (ne avevamo scritto qui) faceva parte di una serie di iniziative collegate alla mostra Medioevo fantastico. Livelli di realtà nell’iconografia che si è tenuta presso i Musei del Duomo di Modena. La mostra proponeva codici dei secoli XI-XII, facenti parte del patrimonio dell’Archivio Capitolare, il cui apparato iconografico attesta l’ampio spazio riservato alle immagini fantastiche nell’ambito della cultura medievale. L’esposizione era accompagnata dalla proiezione di un video che presenta, in chiave inedita ed originale, alcune tra le più suggestive figure tratte dal repertorio scultoreo del Duomo, della torre Ghirlandina e dai codici esposti. Medioevo Fantastico ModenaIl Duomo di Modena, parte dei siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO dal 1997, è una delle maggiori espressioni del romanico: fondato nel 1099, custodisce le spoglie di S. Geminiano, vescovo e patrono di Modena morto nel 397, il Duomo è il frutto dell’ingegno e dell’arte dell’architetto Lanfranco, dello sculture Wiligelmo e (successivamente) dei Maestri Campionesi.

Il Libro di Mazarbul svela nuovi segreti

Book of MazarbulIn questi ultimi giorni Édouard J. Kloczko, linguista francese tra i massimi esperti al mondo delle lingue artificiali di Tolkien, ha ripreso in mano un suo vecchio lavoro dedicato al Libro di Mazarbul, pubblicato nel 2011 sulla rivista Mythprint (vol. 48, nº6, p. 7), intitolato “The Mysterious Book of Mazarbul Reveals More”. Il Libro di Mazarbul era la cronaca del ritorno di Balin a Moria con un gruppo di Nani nel 2989 della Terza Era, quasi 50 anni dopo i fatti narrati ne Lo Hobbit. Il Regno di Moria così risorse, per poi essere distrutto dagli Orchi dopo solo 6 anni di vita. Il Libro narra questi tragici eventi fino all’ultima disperata resistenza dei Nani superstiti intorno alla tomba di Balin, nella Camera di Mazarbul. Lì il Libro omonimo è ritrovato 24 anni dopo dalla Compagnia dell’Anello: era in parte bruciato, strappato e macchiato di sangue, mancante di molte pagine, ma ancora leggibile in alcune parti. Cop Book of MazarbulNe Il Signore degli Anelli, Gandalf legge in fretta alcuni brani per poi passarlo a Gimli che lo porterà presumibilmente al re dei Nani di Erebor alla fine della Guerra dell’Anello. Ora Kloczko ha scoperto che Gandalf, per la fretta, non ha letto tutto quel che è scritto sulle pagine del Libro. O meglio, che Tolkien ha dato la possibilità ai suoi lettori di essere anch’essi “filologi”, leggendo da sé le pagine riprodotte!

Audio dell’AIST: Shippey e Honegger su TxC

Logo Audio presentazioneIn questi tempi di clausura dovuta al Coronaviris, abbiamo deciso di condividere con voi con maggiore frequenza alcuni contenuti multimediali, in modo da poter svolgere la nostra attività culturale tolkieniana anche in un frangente così difficile. Fin dallo scorso mese abbiamo pubblicato tre interviste integrali a due professori trentini Roberta Capelli e Fulvio Ferrari e allo scrittore bolognese Wu Ming 4 in qualità di caporedattore della neonata rivista I Quaderni di Arda, sotto l’egida dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Le trovate nella sezione “Extra” del sito web. La rivista esiste anche in formato cartaceo e può essere acquistata qui e non appena riapriranno le tipografie sarà possibile spedirle a tutti. Abbiamo, inoltre, pubblicato: una recensione al libro Colui che raccontò la grazia di Mauro Toninelli; il saggio ‘We don’t need another hero’ Problematic Heroes and their Function in Some of Tolkien’s Works di Thomas Honegger. Abbiamo aperto una nuova rubrica, Tolkien’s Jewels, un viaggio nel mondo dei gioielli creati nella Terra di Mezzo, che sarà firmata dall’orafo fiorentino Thomas Lorenzoni. Abbiamo diffuso l’anteprima dei primi capitoli de Le Due Torri della nuova traduzione di Ottavio Fatica de Il Signore degli Anelli. Abbiamo dato molti consigli su Tolkien ai tempi del coronavirus.

Nuovo saggio AIST: Non c’è bisogno di eroi

Gandalf legge manoscrittiPer la delizia di quei lettori appassionati di J.R.R. Tolkien che hanno finito i suoi romanzi e vogliono approfondire sempre più le loro tematiche, tornano i Saggi AIST, cioè quelle traduzioni di saggi inglesi, francesi o tedeschi o studi originali in italiano che hanno lo scopo di far conoscere sempre più la grandezza dello scrittore inglese, che l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani pubblica su questo sito web a carattere aperiodico, ma con una cadenza ormai di almeno uno ogni sei mesi. L’elenco dei saggi si può trovare in calce all’articolo.
Studiosi: Thomas HoneggerStavolta presentiamo il saggio ‘We don’t need another hero’ Problematic Heroes and their Function in Some of Tolkien’s Works, di Thomas Honegger. Ringraziamo tantissimo il traduttore, Umberto De Tomi. Honegger è uno degli studiosi tolkieniani più importanti al mondo, è professore ordinario di studi medievali inglesi presso l’Università Friedrich Schiller di Jena (Germania), dove ricopre la carica di Direttore dell’Istituto di Anglistica e Americanistica. Membro della Deutsche Tolkien Gesellschaft, e del comitato scientifico delle riviste “Hither Shore” e “I Quaderni di Arda”. È fondatore e direttore della casa editrice Walking Tree Publishers, interamente dedicata agli studi sull’opera di Tolkien. È membro onorario dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani.

Tolkien e le mappe del Signore degli Anelli

Stand Bompiani al Salone del LibroLe mappe nelle opere di John Ronald Reuel Tolkien sono molto importanti, fanno parte della narrazione. Sono state disegnate con estrema cura per quanto riguarda le distanze, per esempio far sì che i personaggi ci mettano il tempo giusto a muoversi da un luogo all’altro. E, anche per il lettore, le mappe sono molto importanti, per consentirgli di seguire gli spostamenti dei personaggi, per capire dove sono i diversi luoghi, anche in relazione l’uno con l’altro. Tolkien era ben conscio dell’importanza delle mappe, ed è stato estremamente attento e preciso nel disegnarle (o nel farle disegnare al figlio Christopher). Per questo motivo le edizioni in lingua inglese de The Lord of the Rings sono corredate da tre mappe:

  • Una mappa di parte della Contea, come mostrata qui, presente in Italia solo in poche edizioni e nella versione che ne ha dato Francesco Bisarra;
  • Una mappa di dettaglio di Rohan, Gondor e Mordor, come mostrata qui, inedita in Italia;
  • Una mappa della parte nordoccidentale della Terra di Mezzo, analoga a quella presente nelle edizioni italiane in volume unico (e in un paio di quelle in tre volumi) .

Bompiani mappeCome mai? È lo scrittore stesso ad averlo spiegato bene in una lettera (n.137) al suo editore inglese: «Le mappe mi preoccupano. Almeno una (e deve essere piuttosto grande) è
assolutamente indispensabile. Secondo me ne servono tre: 1) della Contea; 2) di
Gondor; e 3) una mappa generale a piccola scala dell’intero campo di azione.
Naturalmente già esistono, anche se non in forma adatta a essere riprodotte,
perché ovviamente in una storia come questa non si può realizzare una mappa
in base al racconto, ma si deve disegnare la mappa prima e adattare il racconto di
conseguenza. La 3 è necessaria sempre. La 1 è necessaria nel primo e nell’ultimo
volume. La 2 è essenziale nei volumi II e III».

Fatica: «Tolkien come Kipling e Shakespeare»

Tolkien è un classico della letteratura del Novecento e la nuova traduzione lo dimostra. Il lavoro di Ottavio Fatica, che ha ritradotto Il Signore degli Anelli per Bompiani, di cui è appena uscito il primo volume, mette in evidenza tutta la forza della narrazione dello scrittore inglese. È il traduttore stesso a rivelarlo in un’intervista su Il Venerdì di Repubblica.

Saggi Hobbit: Sugli Istari e sui loro bastoni

Ritornano i Saggi Hobbit!
Si tratta di saggi brevi così nominati per via della loro lunghezza volutamente contenuta (ma non trascurabile) e perché redatti secondo quelli che Tolkien descrive essere i gusti hobbit: nella Prefazione al Signore degli Anelli è infatti scritto che gli hobbit “si dilettavano a riempire meticolosamente libri interi di cose che già sapevano, in termini chiari e senza contraddizioni.”.
Il proposito di questa rubrica è di fornire basi solide e affidabili su cui poter costruire altri ragionamenti e ci auguriamo che i nostri lettori vorranno aggiungere nei commenti le loro riflessioni ed opinioni.
I quattro saggi apparsi finora sono incentrati sugli Anelli del Potere, gli Orchi, la sorte di Frodo e Riguardo agli Hobbit.
Il saggio di oggi è dedicato agli Istari: quei personaggi dall’apparenza di vecchi saggi che erano stati mandati a contrastare Sauron e a persuadere Uomini d Elfi ad unirsi contro di lui. La maggior parte dei dati proviene, come era facile aspettarsi, dal saggio Gli Istari presente ne I Racconti Incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo.

Tolkien Archive con Catherine McIlwaine

Tolkien ArchiveCuratrice della mostra inglese Tolkien: Maker of Middle-earth (di cui potete leggere il nostro resoconto qui), nonché Tolkien Archivist presso le Bodleian Libraries di Oxford da ben 16 anni, Catherine McIlwaine sta per arrivare in Italia: il 18 e 19 maggio a Barletta, per un weekend in cui scoprire il Tolkien Archive, i manoscritti che conserva, come sia giunto alla Bodleian ed altro ancora. L’evento, intitolato Tolkien Archive: Un arazzo dalle filature mitiche e intarsi elfici, è organizzato dal collezionista e studioso Oronzo Cilli, con il patrocinio della Città di Barletta ed il supporto dell’Archivio di Stato – Sezione di Barletta, della Biblioteca Comunale di Barletta “S. Loffredo”, dell’Associazione del Centro di Studi Normanno-Svevi e di varie associazioni tolkieniane quali la Tolkien Society, la Società Tolkieniana Italiana, Eldalie, Tolkien Italia e lo Smial Cavalieri del Mark.