Sul Corriere del Trentino (edizione locale del Corriere della Sera) del 29 febbraio scorso, il giornalista Andrea Bontempo ha firmato un’intervista allo scrittore bolognese Wu Ming 4 in qualità di caporedattore della neonata rivista I Quaderni di Arda, sotto l’egida dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani.
Dato che, per evidenti ragioni di spazio,
l’intervista è stata pubblicata in una versione ridotta, e che per l’occasione Bontempo aveva intervistato anche due dei professori trentini che collaborano alla rivista, Capelli e Ferrari, abbiamo pensato di pubblicare le tre interviste in versione integrale proprio su I Quaderni di Arda.
Le trovate nella sezione “Extra” del sito web. La rivista esiste anche in formato cartaceo e può essere acquistata qui. Domande e risposte spaziano dai convegni accademici trentini alla nascita delle rivista, dall’importanza dell’opera di Tolkien nel panorama letterario al controverso rapporto dell’accademia con questo autore, fino a toccare la nuova serie tv e la nuova traduzione italiana del Signore degli Anelli.
Fulvio Ferrari: «Tolkien è un intero continente, e Il Signore degli Anelli è un’opera che in modo sia esplicito sia implicito crea un intero universo. Credo che ogni teoria critica possa trovarvi materiale per l’analisi. Personalmente sono molto affascinato dalle tecniche di costruzione dei mondi letterari. Tolkien stesso ne parla, usando il termine “subcreazione”, nel suo saggio sulle fiabe, e negli ultimi anni sia la sua tecnica sia la sua teoria sono state messe a confronto con le moderne teorie sui mondi di finzione. C’è poi tutta la questione più strettamente filologica. L’immenso materiale raccolto dal figlio Christopher nei dodici volumi della History of Middle Earth e il materiale ancora inedito sono ancora un territorio ampiamente inesplorato».
Si può leggere qui l’intervista integrale a Fulvio Ferrari.
Roberta Capelli: «Le avventure di Star Wars non hanno la solidità mitopoietica di quelle della Terra di Mezzo, Harry Potter resta una storia per bambini, Game of Thrones è una saga per adulti. Il fantasy tolkieniano è per tutti e costruisce una realtà altra, nella quale chiunque, a qualunque età, può trovare una propria collocazione. Il “fenomeno Tolkien” nella cultura pop mi pare dimostri che la buona letteratura parla molte lingue e conosce molti linguaggi. L’opera di Tolkien non è solo un “oggetto di studio” passivo, ma un “prodotto culturale” attivo, le cui ramificazioni nella cultura di massa rendono, a parer mio, imprescindibile un allargamento dell’interesse accademico anche alle cause e alle manifestazioni di questa fortuna proteiforme».
Si può leggere qui l’intervista integrale a Roberta Capelli.
WM4: «La storia dei due Tolkien, padre e figlio (e chissà che non ne arrivi un terzo), è quella di un’impresa narrativa a cavallo di due generazioni e di due secoli. È la storia di un’eredità che va a ridefinire sia l’immagine e il giudizio sull’autore sia il concetto stesso di autorialità. Gli studi tolkieniani dovrebbero acquisire questo dato, per mettere in una prospettiva nuova non poche delle cose che sono state scritte nel corso dei decenni. Anche perché ho l’impressione che finora la critica si sia concentrata ancora troppo poco su questo immenso lavoro co-autoriale di Christopher Tolkien. Ora che anche lui non c’è più, forse si potrà finalmente affrontare l’argomento in modo disinibito. Christopher Tolkien va considerato come un coautore a tutti gli effetti».
Si può leggere qui l’intervista integrale a Wu Ming 4.
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ARTICOLI PRECEDENTI:
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La mostra su J.R.R. Tolkien a Parigi chiude i battenti col botto: esauriti tutti i biglietti per gli ultimi giorni e anche quelli dell’apertura serale speciale. E i visitatori totali alla fine superano i 135mila! «Tolkien è finita. Metto via i libri al suono del Requiem di Mozart, perché è un vero lutto vedere la fine di una mostra … le opere del Professore si uniranno alla mia biblioteca del cuore in campagna». È con questa frase Frédéric Manfrin, curatore della mostra Tolkien, Voyage en Terre de Milieu, ha salutato la chiusura dell’esposizione artistica dopo quattro mesi alla Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi. Gli ha fatto eco il suo collega Vincent Ferré, che ha detto: «Voglio solo ringraziare tutta la squadra della Bnf e le decine di migliaia di visitatori che sono venuti a scoprire tutte le sfaccettature spesso trascurate del lavoro di J.R.R. Tolkien. Tra loro, anche oggi, e per la quarta volta, diversi membri di spicco della famiglia Tolkien, un mese dopo il giorno della scomparsa di Christopher Tolkien. Un pensiero speciale per loro e per lui».
È scomparsa Barbara Remington, l’illustratrice che creò le copertine delle edizioni Ballantine per Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien. L’illustratrice è morta il 23 gennaio nella sua casa di Thompson, in Pennsylvania, all’età di 90 anni a causa di cancro al seno. Remington era originaria del Minnesota prima di trasferirsi a New York City all’inizio della sua carriera. Con più esperienze di quante si possano raccontare, ha lavorato come illustratrice, ha avuto lavori con diversi piccoli giornali, ha inaugurato la Carnegie Hall, ha lavorato presso Doubleday Bookstore e Manhattan Marine, tra molti altri. Gestiva il Boggle Shop precedentemente situato nella East 17th Street a Manhattan, un negozio che era pieno di accessori altamente innovativi, fantasiosi e divertenti negli anni ’70. Ha anche illustrato una serie di libri per bambini tra cui: Il topo di Natale, I tre orsi e riccioli d’oro, Il filo scarlatto, La barca e Scuttle il topo Stowaway.
Dopo
Prima dei film di Peter Jackson c’era Ralph Bakshi. Il suo film animato de Il Signore degli Anelli fu un sogno interrotto, ma al tempo stesso fu il primo tentativo di trasposizione cinematografica del capolavoro di J.R.R. Tolkien. Uscito nelle sale nel 1978, fu criticato e osannato in un miscuglio di giudizi sulle scelte del regista, dai tagli di trama all’uso di scelte tecniche per l’epoca innovative. Ma in realtà per oltre vent’anni fu un film culto per gli appassionati di Tolkien e molte leggende su di esso dovrebbero essere sfatate… L’occasione giusta sarà il 6 febbraio 2020 a Bologna, quando si avrà l’occasione unica di poterlo vedere sul grande schermo al
Dopo il maestro, se ne è andato anche il custode della Terra di Mezzo.
il mondo quando arriverà l’inverno senza una primavera che non vedrò mai». È l’epitaffio scelto dalla famiglia per il necrologio pubblicato su Le Monde e, come tutto nella vita di Christopher, rimanda alla Terra di Mezzo. È un verso della poesia che Bilbo Baggins canta a Rivendell la sera prima che la Compagnia dell’Anello si metta in marcia. Bilbo canta la poesia dopo aver dato a Frodo la cotta di maglia in mithril e la spada Pungolo. La poesia è un brano cantato da uno hobbit ormai vecchio che ricorda gli eventi passati e si conclude con la speranza di vedere tornare gli amici dal loro viaggio, di sentire il suono «di piedi e le voci che ritornano alla porta». In questo caso, chi parte per la Terra di Mezzo è Christopher per un viaggio in cui non vedrà mai la prossima primavera.
Venerdì 24 gennaio 2020 dalle ore 18:30 a Roma presso la libreria Feltrinelli di Via Appia Nuova 427, verrà presentato “Trilogy” (etichetta Felmay), il nuovo album d’inediti di Arturo Stàlteri, tra i pianisti contemporanei più conosciuti e apprezzati in Europa, nonché storico conduttore di Rai Radio 3. A quasi due anni da “Low & Loud”, il musicista in quest’opera si è ispirato al numero tre, nei suoi numerosi significati: 11 brani in cui è assoluto protagonista con il suo pianoforte fatta eccezione per la partecipazione di Laura Pierazzuoli al violoncello e Federica Torbidoni al flauto in alcuni pezzi. Ma per gli appassionati di J.R.R. Tolkien è importante sapere che l’album contiene un brano ispirato a Il Signore degli Anelli che si intitola “Tre Anelli ai Re degli Elfi”.
Non è stata data ufficialmente dalla casa editrice, ma dati incontrovertibili forniti da moltissimi librai confermano la notizia: Bompiani sta ritirando dal mercato italiano tutte le copie della vecchia traduzione de Il Signore degli Anelli. Per quasi un anno il capolavoro di J.R.R. Tolkien sparirà così dalle librerie italiane, caso unico al mondo, e bisognerà aspettare molti mesi per poter colmare questa lacuna, grazie all’uscita prima a marzo e poi a novembre dei due volumi che insieme a La Compagna dell’Anello completeranno la nuova traduzione di Ottavio Fatica. Questo non è che l’effetto del contenzioso legale che oppone Vittoria Alliata di Villafranca, autrice della traduzione che ora sta venendo ritirata, e la casa editrice Bompiani che detiene i diritti di pubblicazione in Italia delle opere di Tolkien. Si conclude così una vicenda che dura da più di due anni. Cerchiamo di ripercorrerla in maniera obiettiva.
Dopo aver insegnato lingua inglese al New College di Oxford, dal 1964 al 1975, si era ritirato trasferendosi in Francia. Presidente di fatto della
«Un grande viaggio è definito dai suoi viaggiatori. Incontra i primi membri della nostra compagnia». Così Amazon ha annunciato i primi 15 attori del cast ufficiale della nuova serie televisiva basata sulle opere di J.R.R. Tolkien. Il cast comprende ora ufficialmente: Robert Aramayo, Owain Arthur, Nazanin Boniadi, Tom Budge, Morfydd Clark, Ismael Cruz Corddova, Ema Horvath, Markella Kavenagh, Joseph Mawle, Tyroe Muhafidin, Sophia Nomvete, Megan Richards, Dylan Smith, Charlie Vickers e Daniel Weyman. L’
Dopo mesi di speculazioni su quando e dove avverranno le riprese, si è saputo finalmente in via ufficiale che la produzione inizierà già da febbraio 2020 e dovrebbero proseguire fino alla fine dell’estate. A quanto detto dai responsabili, gli attori sono già alle prese con le letture collettive delle varie scene in Nuova Zelanda, paese che ospiterà anche gli studios e le location per la serie televisiva.
Il nome più indigesto per i fan italiani in quella che è la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello è senz’altro “Forestale” per “Ranger”. Nei giorni seguenti all’uscita del libro non si sono risparmiate battute e buffi fotomontaggi per irridere questa scelta del traduttore Ottavio Fatica.
A onor del vero, non per questo mi pareva più adatta la vecchia resa “Ramingo”, dato che – in accordo con lo stile generale della traduzione di Alliata – appartiene a un registro alto rispetto al comune “ranger”. Inoltre “ramingo” dà conto soltanto (e soltanto parzialmente) del primo significato del termine “ranger” nell’Oxford English Dictionary, mentre la traduzione scelta da Fatica si rifà piuttosto al secondo e al terzo, che in effetti andrebbero presi in considerazione, conoscendo l’abitudine di Tolkien di non rifarsi quasi mai alla prima accezione.
Nell’anno di Parma Capitale della cultura italiana, la
Cinque autori (Adriana Malandrino, Piero Pasini, Rossana Cinzia Rando, Remo Carulli e Denis Falconieri) hanno percorso la regione per raccontare, in 448 pagine, le molte occasioni che la Regione Emilia Romagna offre al turista. L’ospitalità della gente, una cucina genuina, affascinanti città d’arte e una grande varietà di offerta sono le caratteristiche che gli autori hanno voluto evidenziare nelle prime pagine della pubblicazione. «Dell’Italia nel mondo si parla troppo spesso – dichiara Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia – per sottolineare i suoi difetti. Ma tutti ci invidiano la cosiddetta Italian way of life. L’Emilia Romagna rappresenta da sempre questa idea positiva di Italia. Per questo è stato un piacere raccontarla, nella nostra guida. Speriamo che tanti italiani abbiano piacere di leggerla per conoscere meglio la terra in cui vivono. Premessa fondamentale per amarla e valorizzarla».
L’Emilia-Romagna è una terra autentica e sincera, proprio come lo sono i consigli di viaggio sui quali Lonely Planet ha costruito dagli anni ’70 la sua credibilità e fama. Il box dedicato a Dozza è intitolato Il borgo dei murales facendo riferimento naturalmente alla fama dovuta alla splendida Biennale del Muro Dipinto. Ma ecco come è descritto il borgo e le sue tante attività. «Da oltre 20 anni il borgo di Dozza, circa 40 km a sud di Bologna, è una galleria d’arte a cielo aperto grazie alla Biennale del Muro Dipinto (
Uno dei motivi per cui Il Signore degli Anelli possiede quell’unico e inconfondibile “sapore” di realtà, è la raffinatezza ed il dettaglio della cronologia: ogni mossa della Compagnia dell’Anello prima, e dei singoli personaggi più tardi, avviene in una ben precisa data sincronizzata con tutte le altre. I più appassionati ricordano certamente a memoria le date più importanti: il 22 settembre, compleanno di Bilbo e Frodo; il 25 dicembre, la Compagnia lascia Granburrone; il 25 marzo, l’Anello viene distrutto. J.R.R. Tolkien però non si limitò a inventare storie, continenti, popoli e linguaggi: inventò anche calendari con i quali contare lo scorrere del tempo, diversi per ogni popolo. Ecco perché, in quelle date, si assiste spesso a litigi, o quanto meno dibattiti, fra gli appassionati tolkieniani più “integralisti”: il compleanno di Bilbo e di Frodo cade il 22 settembre, oppure il 22 “uccellaio” (che corrisponde in realtà al nostro 13 settembre circa)?
Quanta roba!!! È questa l’impressione che si ha scorrendo l’elenco delle attività dedicate a J.R.R. Tolkien che si sono svolte in Italia nel 2019. La nostra penisola è stata scossa da nord a sud da ogni sorta di evento che la passione per le opere dello scrittore inglese sanno suscitare. A uno sguardo d’insieme, la notizia è molto positiva. E qualche riflessione si può fare fin da subito.
Tolkien in Francia è sempre più popolare e anche l’editoria si adegua. «È giunto il momento di fare un annuncio, che immagino delizierà tutti i fan e i lettori appassionati di Tolkien: presto inizieremo una nuova traduzione del Silmarillion!». Con queste parole durante un’intervista, Clément Ribes, nuovo direttore editoriale a capo delle edizioni di Christian Bourgois, ha fatto sapere che la prossima impresa della casa editrice sarà la nuova traduzione del Silmarillion. Questo annuncio non è che l’ultimo di una lunga serie di novità che, mentre da un lato ha, per così dire, messo in pari i lettori francesi con le opere dello scrittore inglese, dall’altro sta regalando loro una nuova primavera piena di continue delizie! Sarà forse il successo della mostra Tolkien, Voyage en Terre de Milieu alla Biblioteca Nazionale Francese, aperta il 22 ottobre (eravamo presenti all’anteprima e qui potete leggere
Sarà l’onda lunga provocata dalle nuove traduzioni delle opere dell’autore, l’ultima in ordine di tempo quella de
Era già stato
tradotte in inglese le raccolte di saggi degli studiosi dell’AIST (quattro libri per la Walking Tree Publishers: The Broken Scythe: Death and Immortality in the Works of J.R.R. Tolkien, Tolkien and Philosophy, Pagan Saints in Middle-earth e Tolkien and the Classics); dopo avere fondato un soggetto editoriale specializzato con già tre libri all’attivo (Eterea Edizioni); viene naturale dare continuità a questo percorso tramite una rivista.
Come “suonano” le poesie del Signore degli Anelli?
Per altro, fino al 1977, quando venne dato alle stampe Il Silmarillion, le poesie del Signore degli Anelli sono state pressoché l’unica fonte per conoscere quei miti. Sono storie che, nella finzione del racconto, vengono tramandate soprattutto oralmente e dunque hanno bisogno del supporto di “bardi” e “aedi” con buona memoria e buona voce. L’indicazione è chiara, infatti: la poesia andrebbe letta a voce, come fosse un canto. E allora ecco un cantante che mette a disposizione la propria di voce, per farci sentire come “suonano” le poesie di Tolkien nella traduzione di un poeta traduttore.
Tanto tuonò che piovve. Sono state così tante le richieste di ascoltare il nuovo traduttore de Il Signore degli Anelli, il cui primo volume è stato pubblicato da Bompiani il 30 ottobre scorso, che alla fine ci saranno ben due occasioni! Giovedì 12 dicembre alle 14.30 nell’Aula Magna dell’Università di Parma e venerdì 13 dicembre alle ore 15 presso la Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza. Sono appuntamenti da non perdere per gli appassionati lettori di J.R.R. Tolkien che potranno così togliersi tutte le curiosità sulla nuova traduzione del capolavoro dello scrittore.
Dicembre ci porta l’ultimo TolkienLab del 2019: prima di avviarci alla pausa natalizia (a cui nella primavera 2020 seguirà un nuovo calendario di incontri), l’
Sono passati quasi dieci anni dal primo convegno internazionale su Tolkien tenutosi in Italia. Avvenne in quel di