Pordenone, la Hobbiton il 27-29 settembre

Torna a distanza di 2 anni l’appuntamento tradizionale della Società Tolkieniana Italiana (STI), che in questa occasione festeggia i suoi 30 anni di attività. Questa manifestazione, che ha accompagnato la storia della STI sin dalla sua nascita, nel 1994,  ha viaggiato per tutta Italia, da San Daniele del Friuli a Barletta, cambiando numerose volte location. La ventottesima edizione della Hobbiton, organizzata in collaborazione con il Circolo Culturale Eureka, si svolgerà all’interno del Parco Galvani di Pordenone tra il 27 e il 29 Settembre 2024. Per l’occasione sono previste una mostra, una serie di conferenze e svariate altre attività.

La Mostra

Venerdì 27 Settembre alle ore 18:00 verrà inaugurata, all’interno delle sale del PAFF! – il museo internazionale del fumetto di PordenoneAuto-portrait di David Wenzel – la mostra Il Viaggio di Bilbo: Lo Hobbit a fumetti di David Thorn Wenzel, nell’ambito della quale saranno esposte, per la prima volta in Italia, le tavole preparatorie del fumetto Lo Hobbit di D. Wenzel. La mostra  offre ai visitatori un’opportunità unica per riscoprire il capolavoro di Tolkien attraverso una lettura inedita e sorprendente. In esposizione, 56 disegni preliminari delle tavole del fumetto, accompagnati da 4 “prove d’artista” di grandi dimensioni nonché opere originali di artisti iconici dell’arte tolkieniana, come Alan Lee, Donato Giancola, i fratelli Hildebrandt, Ted Nasmith, Tim Kirk e Luis Bermejo oltre a due sculture di Anton Spazzapan, in una sezione allestita da Davide Martini. Completano la mostra i costumi di Veronica Stima – già presenti alla mostra di Roma dedicata al professore -, diverse traduzioni del fumetto, libri illustrati e una selezione di oggetti, tra cui spade, elmi e altri cimeli, per rendere questa originale presentazione del romanzo di Tolkien, ancora più coinvolgente e immersiva. La mostra sarà visitabile dal 27 settembre al 10 novembre 2024.

Le conferenze

Oltre ad una fitta serie di conferenze, riportate nel seguito, questa edizione della Hobbiton proporrà diverse attività, fra le quali esibizioni di armigeri, sessioni di gioco di ruolo, esibizioni di danza medioevale e la gara “Costumi di Arda” (Sabato alle 15.30). Inoltre, entrambe le giornate saranno chiuse da concerti; la sera del sabato si terrà il concerto del gruppo di musica celtica The Shire (alle 18:00), seguito da quello dei Corte di Lunas (alle 20:00), mentre la domenica la manifestazione si chiuderà con l’esibizione dei Lingalad “Voci dalla Terra di Mezzo – Viaggio in musica nel mondo di Tolkien” (alle 17.15). Il programma completo è disponbile sul sito degli organizzatori.

Per maggiori informazioni sulla mostra visitate la pagina dedicata.

 

 

GUARDA IL VIDEO

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SABATO 28 SETTEMBRE

  • Ore 10.00 Adriano Monti Buzzetti, intervistato da Manuel La Placa“Tolkien e Lovecraft – alle origini del fantastico”
  • Ore 10.45 Franco Forte intervistato da Manuel La Placa“Giulio Cesare fra storia, mito e leggenda – come un antico re della Terra di Mezzo”.
  • Ore 11.30 Alberto Conforti intervistato da Paolo Paron“Rusconi e la Società Tolkieniana: una produttiva collaborazione”.
  • Ore 12.15 Saluto del Presidente della Tolkien Society Inglese, Shaun Gunner intervistato da Manuel La Placa con traduzione di Caterina Ciuferri.

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  • Ore 15.00 Eleonora Matarrese intervistata da Paolo Paron“Tra piante, lingue e campane: svelare il mistero”.
  • Ore 15.45 Gianluca Comastri“Albero delle lingue della Terra di Mezzo, una rivisitazione”.
  • Ore 16.30 Luigi Pruneti intervistato da Alessandro Stanchi“Le ragioni di Sauron – Il regno delle Tenebre secondo Tolkien”.
  • Ore 17.15 Greta Bertani“Kilby, Tolkien e il Silmarillion: un’esperienza unica”.
  • Ore 18.00 Igor Baglioni “Dal suono del caos all’armonia del cosmo”.

DOMENICA 29 SETTEMBRE

  • Ore 10.00 Mario Polia“Mitologia tolkieniana. Fantasia e Tradizione”.
  • Ore 11.15 Roberta Schembri intervistata da Paolo Paron“La Chiamata del Daimon: cos’è che ci spinge a lasciare la Contea. Pericoli, Scelte e Attraversamenti di Soglia con le Erbe del Coraggio e della Viandanza”.
  • Ore 12.00 Caterina Ciuferri“Lo Hobbit – Un viaggio per crescere”.

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  • Ore 14.30 Paolo Gulisano“Dalla parte di “Ciò che cresce – Tolkien, la natura e la tecnologia”.
  • Ore 15.15 Invito all’edizione 2025 di Hobbiton a Gorizia!

 

ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo 22-23 giugno, a Monopoli la Hobbiton numero XXV
– Leggi l’articolo A Barletta va in scena la Hobbiton
– Leggi l’articolo La Hobbiton va al sud: sarà nel castello di Barletta
– Leggi l’articolo Hobbiton XX in Emilia: il programma definitivo

LINK ESTERNI:
– Vai al sito della Società Tolkieniana Italiana
– Vai al sito di Hobbiton Folk
– Vai al sito del Circolo Culturare Eureka
– Vai al sito del PAFF!

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A Fantastika usciranno I Quaderni di Arda #4

Mentre sulla piattaforma di Amazon Prime vengono trasmesse le puntate della seconda stagione della serie Gli Anelli del Potere, con relativo strascico di polemiche tra i fan, sabato 21 settembre, a Fantastika, verrà presentato il quarto numero dei «Quaderni di Arda», la rivista realizzata dall’AIST e pubblicata per i tipi delle Edizioni Eterea (p. 403, €25), intitolato Oltre il testo: Tolkien al cinema, alla radio, in tv. Il tema monografico non potrebbe essere più attuale, perché riguarda proprio gli adattamenti dell’opera di Tolkien con i mezzi audiovisivi di massa. Gli articoli ripercorrono l’intera storia dei rapporti tra il corpus tolkieniano, la radio, il cinema e la tv. Da questo punto di vista si tratta di un libro vero e proprio, ancorché composito e scritto a tante mani, che fornisce al fandom tolkieniano del nostro Paese una panoramica unica, senz’altro la più completa esistente in italiano.

A Parigi le Giornate di ricerca su JRR Tolkien

ParigiNonostante le celebrazioni del cinquantesimo anniversario della scomparsa di J.R.R. Tolkien si siano ufficialmente concluse, studiosi e appassionati non hanno di che preoccuparsi perché le iniziative dedicate al Professore non accennano a diminuire. In Francia, dove proprio in questi giorni si svolge l’evento Sur Les Terres de L’Unique e l’esposizione L’Héritage de Tolkien è pronta ad aprire le sue porte (ne abbiamo parlato qui), l’Associazione Tolkiendil e l’Université Paris-Créteil hanno organizzato un convegno dal titolo Journées de Recherche et Rencontres sur Tolkien che si terrà il 6 e 7 ottobre a Parigi (all’Università di Paris – Créteil), per commemorare il cinquantesimo anniversario della prima pubblicazione de Il Signore degli Anelli in francese. Il comitato scientifico del convegno conta personalità di rilievo come Anne Besson (Université d’Artois), Vincent Ferré (Université Sorbonne Nouvelle), Thomas Honegger (Friedrich-Schiller-Universität di Jena), Laura Martin-Gomez (Université d’Artois) e la decana Isabelle Pantin (École Normale Supérieure).

Mondadori pubblica Il grande libro di Tolkien

Libri e libreriaEsce il 22 novembre per Mondadori Electa Il grande libro di J.R.R. Tolkien. Guida alla Terra di Mezzo e dintorni: storia, luoghi, personaggi, traduzione della terza edizione di The Complete Tolkien Companion di James Edward Anthony Tyler (1943-2006), autore e studioso tolkieniano britannico. Il libro è stato uno dei più venduti su Tolkien, inserito nel 1977 nella Top Ten del New York Times, rivisto e aggiornato ben due volte come “The New Tolkien Companion” (1979) e “The Complete Tolkien Companion” (2002). Si tratta di una vera e propria enciclopedia di più di 600 pagine, ricche di nomi e riferimenti minuti a personaggi, luoghi, creature ed eventi (più o meno noti) della Terra di Mezzo, contenuti nelle principali opere del Professore, dallo Hobbit al Signore degli Anelli, dal Silmarillion alle Avventure di Tom Bombadil, di cui si analizzano le poesie e le voci più importanti. Il volume è stato tradotto e curato per l’edizione italiana dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, che ha selezionato un gruppo di lavoro formato da Lorenzo Pierangeli, Matteo Stefani e Tania Todeschi. Qui di seguito, una loro nota di traduzione.

Torna in libreria Il Fabbro di Oxford di WM4

La casa editrice Eterea ripubblica in una nuova edizione ampliata Il fabbro di Oxford, di Wu Ming 4 (€19). Rispetto alla prima edizione del 2019 è stata aggiunta una corposa appendice (otto articoli), che raccoglie gli scritti dell’autore sulla nuova traduzione del Signore degli Anelli e la scoperta dello stile letterario tolkieniano. Nel quadriennio trascorso, il volume aveva già venduto circa un migliaio di copie, un risultato dignitoso per una collettanea monografica e per una piccola casa editrice di settore come Eterea, che oggi ha coraggiosamente deciso di riproporlo in una nuova veste.

Cover Fabbro di OxfordSe è vero che un libro non va giudicato dalla copertina, come vuole il detto, è altrettanto vero che l’occhio vuole la sua parte. Lo dimostrano le polemiche sulle copertine “marziane” del Signore degli Anelli, respinte dai fan tolkieniani. La nuova copertina del Fabbro di Oxford è ancora di Ivan Cavini, tecnica mista su cartoncino colorato. L’illustrazione coglie Gandalf il Bianco in un raro momento di quiete e cattura l’essenza del personaggio: seduto su una cassa di legno, appoggiato al bastone, in un vicolo di Minas Tirith, in attesa della deflagrazione della battaglia, come indica la spada che porta al fianco. Immerso negli oggetti della vita quotidiana, su un sedile di fortuna, in un attimo di raccoglimento, il vecchio mago è inconfondibile e perfettamente rappresentato nella sua doppia natura di “pellegrino” giramondo e condottiero. Una doppia dimensione che rimanda facilmente a quella del suo stesso creatore, da un lato ordinario professore universitario e padre di famiglia, dall’altro mitopoieta e demiurgo di mondi fantastici senza eguali.

Riportiamo qui alcuni estratti dai paratesti e da una lunga recensione di Franco Pezzini uscita all’epoca della prima pubblicazione.

Dalla prefazione di Edoardo Rialti, “Accogliere il visitatore”:

Tolkien fuma la pipaLa presente raccolta è tutta importante e di gran pregio ma contiene alcune autentiche gemme: il celebre raffronto tra Sam Gamgee e i Tommies della Prima guerra mondiale si allarga alla contemporaneità letteralmente disarmante di un Faramir rispetto alle neo-mitologie militari contemporanee, pervertimenti dell’autentico eroismo cui “il fabbro di Oxford” oppone costantemente salutari antidoti, espliciti o impliciti, dal Beorhtnoth al Signore degli Anelli: «Tolkien mette in bocca ai personaggi letterari riflessioni che sono evidentemente frutto della sua disillusione di reduce di una guerra contemporanea. Le riflessioni che trae sono problematiche e contraddittorie, perché tengono assieme il valore dell’eroismo guerriero e la critica al bellicismo che da esso può derivare». Vi si ripercorrono, suggestivamente a ritroso, alcuni crocevia tra archeologia, filologia e narrativa dell’infanzia, antichi tumuli e giardini moderni, cortocircuiti che consentono di inquadrare meglio l’elusivo mistero di Tom Bombadil alla luce del (Peter) Pan di Barrie e Kenneth Grahame. La ricca analisi del cammino e dell’evoluzione di Aragorn dalle ombre opprimenti del suo passato fino alla piena assunzione del ruolo di monarca moderno2 riesce addirittura a mostrarne le affinità con l’umiltà conquistata da Bilbo nel riconoscersi creatura molto piccola in un mondo ben più vasto: «Aragorn accetta di non essere l’eroe principale della storia e solo così può finalmente intraprendere il cammino verso la regalità». La galleria dei ritratti femminili mostra come Tolkien sappia approfondire e al tempo stesso audacemente ribaltare alcuni tòpoi su fate incantatrici, fanciulle guerriere, principesse elfiche. Edoardo RialtiSpicca soprattutto il magnifico studio sull’insinuarsi dell’autorità burocratica «della società disciplinare moderna, per dirla con Foucault» nella Contea infettata da Sharkey-Saruman e le sue diverse strategie rispetto alla corruzione di Rohan («se per controllare una società feudale occorre influenzare il monarca, per prendere il controllo di una società borghese occorre impadronirsi del potere economico»), così come sulla rivolta degli Hobbit, che non si limiterà a ristabilire le condizioni precedenti della loro «mezza-repubblica, mezza-aristocrazia». Analisi, percorsi, raffronti che possiedono tutti il tratto distintivo d’ogni critica riuscita, quello di indurre nel lettore il desiderio di tornare alle pagine, alle scene citate e studiate, con occhi ed entusiasmo rinnovati, mostrando come l’opera tolkieniana convogli e fondi tradizioni e sfide letterarie stratificate e complesse, che vi assumono una luminosità e intensità nuova».

Dall’introduzione dell’autore, “Il demiurgo reazionario”:

Wu Ming 4«Il presente volume raccoglie i testi degli interventi pubblici che ho tenuto sull’opera di J.R.R.Tolkien nel quadriennio 2014-2017, vale a dire nel periodo successivo alla pubblicazione del mio saggio sullo stesso autore, Difendere la Terra di Mezzo (Odoya, 2013). Queste pagine danno conto di come è proseguita la mia riflessione a partire da quel nucleo iniziale. Si tratta per lo più di interventi d’occasione, molto diversi quindi l’uno dall’altro per tono e taglio. Alcuni sono contributi a convegni accademici, altri sono conferenze pubbliche tenute presso librerie, oppure in festival letterari e fiere librarie; altri ancora sono rielaborazioni di articoli apparsi sul web.
Va da sé che un materiale così eterogeneo non poteva comporre un saggio organico. Nondimeno mi è parso utile raccoglierlo per avere la misura di come è andato avanti un certo lavoro divulgativo su Tolkien, se non altro fino al momento in cui ho deciso di sospenderlo, esattamente due anni fa, per dedicarmi prevalentemente al versante editoriale.
In questa seconda edizione del volume, una corposa appendice dà conto proprio degli sviluppi su quel versante, raccogliendo gli articoli da me scritti in occasione della ritraduzione del Signore degli Anelli. Dal fitto dibattito nel biennio 2019-2020 infatti sono scaturite nuove prospettive e intuizioni soprattutto sullo stile letterario di Tolkien.
Il comune denominatore dei testi in questo volume è l’indagine sul lavoro artigiano di Tolkien, cioè sulla sua attività di narratore che ha prodotto le storie grazie alle quali è diventato uno degli autori più letti al mondo. Ho cercato di illustrare il modo in cui ha costruito i personaggi e le storie attingendo alla grande conoscenza della propria materia di studio – la filologia e la letteratura medievale – e come sia riuscito ad attualizzare quest’ultima attraverso l’invenzione narrativa e stilistica. Ma ho anche indagato la sua capacità di declinare temi al tempo stesso universali e legati all’epoca attuale, pur rimanendo estraneo agli stilemi “modernisti”.
Credo fosse abbastanza inevitabile che un certo condizionamento professionale spingesse la ricerca in questa direzione. Ogni romanziere si trova davanti ai medesimi problemi quando deve mettere un personaggio sulla pagina: occorre procurarsi la materia prima da cui trarlo, per poi fonderla, versarla in un nuovo stampo, batterla e temprarla; infine perfezionarla a suon di lima e olio di gomito. C’è molto da imparare dal tipo di lavoro sugli archetipi narrativi e leggendari messo in pratica da Tolkien. La sua officina narrativa rimane un ottimo esempio di come si possano trarre nuove storie dalla materia antica e di come si possano far riverberare e collidere creativamente epoche letterarie molto distanti tra loro.
Soprattutto, la sua produzione letteraria ricorda agli inventori di mondi quanto lavoro, conoscenza e cura, siano necessari per produrre quell’Incantesimo che Tolkien stesso indicava come la massima aspirazione dell’artista. Ma ricorda anche quanto sia necessario porre al proprio tempo grandi domande, in una chiave non pacificante, che narri il conflitto col dato senza sconti; almeno quanto si debba evitare di inseguire le tendenze letterarie o lasciarsi appiccicare una qualunque etichetta. È quando la scrittura rimane imprendibile e affronta il corpo a corpo con la storia che diventa vera.
Questo è il motivo fondamentale per cui Tolkien è sempre riuscito a smentire ogni tentativo di liquidazione, a eludere ogni incasellamento, ogni semplificazione o sovrainterpretazione, seguitando a parlare a milioni di lettori».

Dalla recensione di Franco Pezzini “Tolkien 2019: i mostri, gli eroi, i critici colpiscono ancora”, sul blog Carmilla online (18/07/2019):

«Senza piaggerie – di cui l’autore del libro non ha bisogno – studi come questo sono un esempio eccellente del tipo di critica oggi necessaria in materia di fantasy (e non solo, ma limitiamoci al particulare). Benvenute le opere compilative ad ampio raggio, che se felicemente realizzate possono essere preziose per inquadrare il fenomeno nella sua latitudine; benvenuto anche un certo approccio ruspante in chiave fandom. Ma se non andiamo a incalzare nel rispetto della relativa complessità i singoli testi, la genesi, le fonti, le convinzioni di un autore – anche quando non dice ciò che ci piacerebbe sentire, e tenendo distinti la sua soggettività storica e l’impatto di opere che vanno oltre lui – ci fermeremo alla rifrittura delle stesse banalità e dei soliti travisamenti. In un tempo come il nostro in cui la banalizzazione è premiata, e il successo diluviale di un genere popolare come il fantasy vede un inevitabile scarto tra quantità e qualità delle voci, sia in termini di narrativa che di riflessione sulla medesima (gli autori si propongono spesso come critici tramite web e social), Il fabbro di Oxford è un prezioso richiamo alla complessità. […]
In questo ideale prosieguo al bellissimo Difendere la Terra di Mezzo dell’autore (Odoya, 2013, nuova edizione 2018) troviamo testi d’interventi, lezioni, risposte a opere – di vario impatto pubblico – uscite sul tema tolkieniano. Materiale molto vario, dalla comunicazione accademica alla ripresa di contributi volutamente non “tecnici”: dove però il critico riesce a mantenere una coerenza anche stilistica con rigore di contenuti (ricchissimi) e limpidezza di forma. A smarcare dagli angolini chiusi del fandom attraverso lo sguardo a un intero panorama sulla letteratura del Novecento – con cui Tolkien dialoga o di cui almeno condivide crisi o reazioni – e insieme a fornire pagine dalle incalzanti argomentazioni e dall’inattaccabile comprensibilità».

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ARTICOLI PRECEDENTI:
– Leggi l’articolo Il Fabbro di Oxford il 18 ottobre a Cosenza
– Leggi l’articolo Ottobre 2019: ecco dove trovare l’AIST
– Leggi l’articolo Il Fabbro di Oxford, il nuovo libro di WM4
– Leggi l’articolo La prefazione di Rialti al Fabbro di Oxford
– Leggi l’articolo Il Fabbro di Oxford in tour: Cesena 1° tappa
– Leggi l’articolo Il Fabbro di Oxford in Umbria: Gubbio e Perugia
– Leggi l’articolo 10 ottobre: il Fabbro di Oxford al TolkienLab
– Leggi l’articolo Un nuovo corso di WM4 all’Università di Trento

LINK ESTERNI:
– Vai al blog di Wu Ming, Giap
– Vai alla pagina facebook di Eterea Edizioni
– Vai alla pagina facebook dell’associazione Nova Gulp
– Vai all’evento facebook “ Presentazione Il Fabbro di Oxford a Cosenza

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Gli Anelli del Potere: 25 milioni di spettatori

Jeff BezosLa serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel solo primo giorno, battendo tutti i record precedenti e divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video e probabilmente di tutte le piattaforme di streaming online. È stata la stessa Amazon a rilasciare un comunicato stampa in cui per la prima volta ha rivelato le visualizzazioni di una sua serie tv. I primi due episodi sono disponibili in 240 paesi, anche in Italia, dove sono stati resi disponibili alle 3 di notte di venerdì 2 settembre. Il colosso dell’e-commerce ha dichiarato che la serie ha battuto ogni record, segnando la più grande premiere nella storia di Prime Video. Per fare un paragone, la serie House of Dragon, prequel del Trono di Spade, ha segnato un nuovo record per HBO, con dieci milioni di spettatori.

Rings of Power, nuovo trailer a San Diego

Cop-Amazon-PrimeAd appena una settimana dalla pubblicazione del “teaser” completo, Amazon Prime Video cala il suo asso: un trailer completo (lungo 3 minuti) per Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. La serie tv, ispirata alle opere di J.R.R. Tolkien, che debutterà il prossimo mese di settembre, è atteso da mesi con una promozione preparata in un crescendo di piccole anticipazioni tra interviste, immagini, teaser vari e un milione di indiscrezioni, l’uscita è giunta al Comic-Con di San Diego nel bel mezzo della tevola rotonda con attori, registi e produttori. Questo trailer sicuramente spazza via molte ipotesi strampalate e dà una prospettiva reale su quale potrebbe essere la storia di Rings of Power, almeno nella prima stagione. Ma soprattutto ci mostra Annatar/Sauron e un altro paio di chicche. Se non volete aspettare, trovate il video in fondo all’articolo.

 

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Campobasso, ecco lo smial Contea Molisana

Smial di CremonaLa passione per le opere di J.R.R. Tolkien si esprime in moltissimi modi: un segno tangibile è l’attività di sempre nuovi gruppi locali, che aumentano la grande famiglia degli smial italiani. Dopo che negli scorsi anni si è registrata la nascita di gruppi di appassionati tolkieniani – a GubbioPesaro e Cremona, oltre ai due regionali S’Arda e del Trentino Alto Adige – è ora la volta di Campobasso, dove in realtà esiste un gruppo attivo fin dal 2012.

Gli Anelli del Potere, ecco i libri su cui si basa

Serie tv 12In un’intervista, JD Payne e Patrick McKay, creatori della serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere hanno rivelato quali libri di J.R.R. Tolkien sono stati concessi in licenza per l’adattamento di Amazon Prime Video. Lanciando la serie tv con il budget più grande di tutti i tempi (circa 250 milioni di dollari per i soli diritti e oltre 500 a stagione!), la multinazionale di Jeff Bezos vuole entrare dalla porta principale nella guerra tra le diverse piattaforme di streaming online. Investendo una cifra del genere, si può immaginare soprattutto la volontà di sviluppare un franchise esclusivo, con l’arrivo di spin-off, prequel e altre serie derivate che potrebbero completare questa stagione, la prima di cinque previste, che uscirà il 2 settembre 2022.

The Rings of Power: ecco l’analisi dei poster

Jeff BezosNella giornata di ieri, 3 febbraio, è ufficialmente iniziata la campagna di marketing della serie Amazon The Rings of Power. All’improvviso, alle 16 ora italiana, i canali Instagram e Twitter ufficiale della serie hanno pubblicato 23 poster, che ritraggono le mani di altrettanti personaggi, ognuno dei quali ha con sé qualcosa: un’arma, un frutto, uno scettro, un bastone…. E molti di questi personaggi portano anelli alle dita. Alcuni di questi sono evidentemente Anelli del Potere, che saranno il centro della serie, ma le immagini ci permettono di spaziare su tanti altri aspetti, vediamo di approfondirli.

The Rings of Power: ecco l’analisi del titolo

Jeff BezosFinalmente, nella giornata del 19 gennaio, Amazon ha annunciato il titolo della serie tv sulla Seconda Era della Terra di Mezzo: The Rings of Power (ne abbiamo parlato anche qui). Premessa importante: è un sottotitolo, perché il titolo principale rimarrà The Lord of The Rings e quindi si presume che questa seconda titolazione riguardi le prime due stagioni, ma è ancora tutto da confermare. In questo articolo, però, vogliamo soffermarci sulle implicazioni narrative che porta con se questo titolo, che non sono pochi.

Dall’Abruzzo al Vesuvio: il viaggio epico della Compagnia

Nicolas GentileDa molto tempo, il piccolo paese di Bucchianico, in provincia di Chieti (Abruzzo), è legato a doppio filo con l’amore per le opere di J.R.R. Tolkien. Dal 2009 Nicolas Gentile, insieme a diverse altre persone, organizza eventi e incontri a tema tolkieniano (e non solo). Al primissimo “Tolkien Reading Day” erano appena quattro persone, poi il numero crebbe sempre più. Quello del 2018 fu molto affollato, al punto da far nascere il 9 giugno 2018 col Concilio di Elrond, il primo raduno dello smial de i Beorniani, tolkieniani abruzzesi. Ma la passione per Tolkien non si è fermata solo a questo, gli Hobbit Day, le Panarde e i vari Compleanni di Bilbo non hanno saziato gli animi. «I libri di Tolkien non mi bastavano più», ci aveva raccontato Nicolas Gentile, «Io volevo vivere DAVVERO nella Contea». E così è nata la prima casa Hobbit… ma l’idea è arrivare a ricreare tutta la Contea degli Hobbit!

Spunta la trilogia: sono tre gli Astrolabio

Due-astrolabio_risvoltoNon ci saremmo mai aspettati di essere testimoni di un simile evento, e abbiamo a lungo valutato la possibilità di pubblicare questa notizia un altro giorno, magari domani. Ma per dovere di cronaca crediamo sia giusto testimoniare gli eventi nel corretto ordine cronologico in cui questi accadono. Pochi giorni fa abbiamo pubblicato l’intervista sulla figura di Mario Ubaldini, realizzata una decina di giorni prima, intorno al 15 marzo, durante una visita alla casa editrice Astrolabio Ubaldini, in via Guido d’Arezzo a Roma. Giovanna Meschini Ubaldini, figlia dell’editore, scomparso nel lontano 1984, ci aveva accolto, mostrandoci anche gli archivi relativi al 1967, l’anno in cui la casa editrice tentò di pubblicare Il Signore degli Anelli in tre volumi. La prima parte del volume fu effettivamente pubblicata nel novembre di quell’anno e riportava la notizia che gli altri due volumi sarebbero stati pubblicati ad aprile e giugno 1968. Tutto si fermò perché le vendite de La Compagnia dell’Anello furono troppo scarse. Nel ripercorre quelle vicende, avevamo voluto conoscere meglio la figura di Mario Ubaldini, l’uomo che credette per primo nel sogno di portare in Italia il capolavoro di Tolkien. Ieri sua figlia ci ha contattato di nuovo e ci siamo precipitati da lei per ricevere un enorme regalo, un pacco che mostriamo nelle immagini e nel video in calce. Ma prima facciamo un po’ di storia.

Quante storie dietro il vico Scarcasacco!

BiburyMai periodo fu più florido come questo per gli appassionati di J.R.R. Tolkien. La nuova traduzione de Il Signore degli Anelli ha aperto l’enorme possibilità di riflettere sui termini usati dallo scrittore inglese come mai era accaduto in passato. Indipendentemente dalle scelte dei traduttori, in moltissime occasioni si tratta di momenti di arricchimento delle conoscenze dei lettori, che dietro le scelte lessicali, possono scoprire quanto Tolkien abbiamo a volte passato ore per giungere a una singola parola che potesse raccontare la storia giusta. È questo un punto fondamentale: le parole raccontano sempre una storia, soprattutto per lo scrittore inglese. Questa volta vogliamo concentrarci sul termine “Bagshot Row”, tradotto da Ottavio Fatica con vico Scarcasacco e Vittoria Alliata di Villafranca con via Saccoforino (che a noi piace di più!). Questa via racconta però una storia, che molti lettori non conoscono e che qui vogliamo provare a svelare.

Denethor, c’è del metodo in questa follia

Ritornano i Saggi Hobbit! Si tratta di saggi brevi così nominati per via della loro lunghezza volutamente contenuta (ma non trascurabile) e perché redatti secondo quelli che Tolkien descrive essere i gusti hobbit: nella Prefazione al Signore degli Anelli è infatti scritto che gli hobbit «si dilettavano a riempire meticolosamente libri interi di cose che già sapevano, in termini chiari e senza contraddizioni». Il proposito di questa rubrica è di fornire basi solide e affidabili su cui poter costruire altri ragionamenti e ci auguriamo che i nostri lettori vorranno aggiungere nei commenti le loro riflessioni ed opinioni. I cinque saggi apparsi finora sono incentrati sugli Anelli del Potere, gli Orchi, la sorte di Frodo e Riguardo agli Hobbit e Sugli Istari e sui loro bastoni.
Il saggio di oggi è dedicato a Denethor: il personaggio è il 26esimo e ultimo Sovrintendente del Regno di Gondor, al governo dall’anno 2984 della Terza Era, come descritto da Tolkien.

Nel 2021 uscirà un altro inedito di JRR Tolkien

Christopher TolkienLa notizia più bella è che fino all’ultimo Christopher Tolkien – scomparso il 16 gennaio di quest’anno – si è dedicato agli scritti di suo padre, l’autore de Il Signore degli Anelli. La seconda notizia è che già dalla metà di ottobre 2019 lui e uno studioso statunitense, Carl F. Hostetter, erano al lavoro su un nuovo inedito dello scrittore inglese. Il volume dovrebbe uscire il 27 maggio 2021 e sarà probabilmente intitolato «La natura della Terra di Mezzo», con gli ultimi testi dedicati sia in senso letterale che metaforico al suo mondo immaginario.

Tolkien’s Folly: analisi del Consiglio di Elrond

Sean McAfee: Concilio di ElrondMentre è da poco uscito in libreria Le Due Torri nella nuova traduzione di Ottavio Fatica, e in attesa che si sviluppi il dibatto sul secondo volume del Signore degli Anelli, pubblichiamo l’analisi strutturale di uno dei capitoli più importanti e strani de La Compagnia dell’Anello. Vorrebbero essere uno spunto per scoprire i “segreti del mestiere” di un narratore spesso esaltato per la sua capacità di costruire mondi e per l’afflato epico-narrativo, infuso soprattutto nel suo capolavoro, ma che forse è stato meno indagato sul piano meramente letterario. Per altro, le molte polemiche seguite alla nuova traduzione, offrono proprio l’occasione di andare ad osservare cose alle quali magari in precedenza si era dato meno peso o di rileggere un testo arcinoto, riscoprendolo.

Pubblicato il numero 22 della rivista Endòre

rivista orizzontaleCon immutato piacere, siamo lieti di annunciare l’uscita del numero ventidue di Endòre, la rivista della Terra di Mezzo diretta da Franco Manni che, in una forma o nell’altra, da più di 25 anni mantiene accesa la fiaccola degli studi tolkieniani in Italia. Con questo numero prosegue la sua adesione alla nostra associazione, di cui Manni è presidente onorario. Endòre è così associata all’Associazione italiana studi tolkieniani: la rivista esce una volta all’anno dal 1992 (in un primo periodo si chiamava Terra di Mezzo) ed è passata dal formato cartaceo a quello online dal numero 11 scorso. Contiene tutto quello che vorreste sapere sull’autore del Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien: recensioni, articoli, giochi, fan fiction e una bibliografia particolarmente curata e aggiornata.

Copertina 22Il numero attuale è un po’ sottotono rispetto ai precedenti, che ci avevano abituato a un maggior numero di articoli, e andrebbe letto chiudendo gli occhi per tornare al 2019. Solo così possono risultare vere certe frasi dell’editoriale come «è ancora aperta la grande mostra su Tolkien organizzata dalla Bibliotheque Nationale de France a Parigi» (ha chiuso il 16 febbraio) o la «The Lord of the Rings Tv series di Amazon Prime, con riprese che cominciano in febbraio in Nuova Zelanda» (iniziate in effetti il 3 febbraio), con l’annuncio dell’abbandono del set da parte «dell’attore Will Poulter che ha litigato con Amazon Prime» (evento avvenuto a metà dicembre) o ancora «la recensione di Andrew Higgins su Tolkien Studies del convegno di Modena Tolkien e la filosofia», notizia più datata e riportata sul nostro sito web nel 2017. Ancor più tardiva è la controversia sulla nuova traduzione de Il Signore degli Anelli, che viene analizzata in due articoli ad opera di Adriano Bernasconi e Marcantonio Savelli, che si accodano a quanti a novembre hanno criticato Ottavio Fatica con argomentazioni che ora a marzo 2020 suonano stantie, e soprattutto superate dallo stato del dibattito stesso. Infatti, non tengono conto dell’incontro che il traduttore ha fatto a Modena (come riportato qui) e dei molti articoli pubblicati da vari commentatori, ma soprattutto dell’epilogo della fine della vicenda in seguito al ritiro da parte di Bompiani della vecchia traduzione de Il Signore degli Anelli (come riportato qui). Insomma, un numero giusto per uscire a dicembre che a marzo è fuori tempo massimo sull’attualità che racconta.
Da segnalare la traduzione di un saggio di Tom Shippey sulla reputazione accademica di Tolkien, apparso per la prima volta nel 1989 su Amon Hen n. 100 e poi ripubblicato nell’antologia Roots and Branches per i tipi della Walking Tree Publishers nel 2007. Un’altra traduzione importante è quella della Athrabeth Finrod Ah Andreth di Tolkien, testo della fine degli anni ’50 inserito nella History of Middle-earth, che consiste in una discussione tra due personaggi, il Sire elfico Finrod Felagund e la mortale Andreth, che affronta le differenze metafisiche tra Elfi e Uomini e gli squilibri tra i loro destini.
Vi diamo un assaggio degli altri argomenti con l’indice della rivista:

Escono i Quaderni di Arda: via al preordine

Riviste accademiche tolkienianeEra già stato annunciato a luglio scorso ed ora è realtà. Il primo numero della nuova rivista di studi tolkieniani I Quaderni di Arda è finalmente pubblicato. E per l’occasione è aperto anche il pre-ordine per la versione in cartaceo della rivista. Si può andare sul sito web della rivista oppure al sito del preordine per avere a casa la copia cartacea che sarà pubblicata a gennaio e inviata direttamente al proprio indirizzo. Frutto di un duro lavoro di coordinamento e crescita della consapevolezza che gli studi tolkieniani in Italia hanno ormai raggiunto la maturità, la nuova rivista punto molto sulla interdisciplinarità, per andare oltre i confini propri che le opere di J.R.R. Tolkien suscitano nella comunità internazionale. Altro scopo di questa nuova iniziativa culturale è anche quello di consolidare il  percorso che dal 2005 a oggi ha portato a un radicale cambio d’approccio a un autore come Tolkien nel nostro paese. Dopo avere tradotto e pubblicato le pietre miliari della saggistica straniera (una dozzina di titoli nella collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti 1820); dopo avere portato in Italia alcuni tra i principali studiosi internazionali facendoli partecipare a cinque convegni insieme ad accademici italiani e a svariate conferenze (Tom Shippey, Verlyn Flieger, Thomas Honegger, Christopher Garbowsky, Allan Turner, Mark Atherton, Patrick Curry, Edouard Kloczko); dopo avere sviluppato la sinergia con Bompiani, curando le edizioni del Cacciatore di draghi e di Fabbro di Wootton Major, nonché la ritraduzione delle Lettere 1914-1973 e del Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm, e promuovendo la nuova traduzione del Signore degli Anelli; avviato la ritraduzione delle opere di Tolkien (tre nuove edizioni per Bompiani); dopo avere visto Allan Turner, Tom Shippey, Roberto Arduini and Thomas Honegger - Trento 2017tradotte in inglese le raccolte di saggi degli studiosi dell’AIST (quattro libri per la Walking Tree Publishers: The Broken Scythe: Death and Immortality in the Works of J.R.R. Tolkien, Tolkien and Philosophy, Pagan Saints in Middle-earth e Tolkien and the Classics); dopo avere fondato un soggetto editoriale specializzato con già tre libri all’attivo (Eterea Edizioni); viene naturale dare continuità a questo percorso tramite una rivista.

La traduzione della Compagnia a ottobre

Lord of the Rings 1954-55La notizia è confermata. Il 30 ottobre sarà in libreria il primo volume del Signore degli Anelli, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica e con la consulenza dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. A distanza di sei mesi uno dall’altro – cioè in primavera e autunno dell’anno prossimo – usciranno il secondo e il terzo volume.

La copertina scelta per questa nuova edizione ha destato non poche perplessità tra i fan, perché pare si tratti di una fotografia satellitare della superficie del pianeta Marte. Scelta bizzarra. Forse si è voluto suggerire un richiamo al paesaggio di Mordor… chissà. In effetti le descrizioni di Tolkien e soprattutto la resa cinematografica di Jackson richiamano un deserto roccioso. Oppure è perché quella superficie potrebbe sembrare vagamente anche corteccia o ferro arrugginito… Tant’è, a scuola qualcuno ci diceva sempre che non si giudica un La Compagnia dell'Anello - nuova traduzione di Ottavio Faticalibro dalla copertina. Se poi pensiamo a quante copertine ha avuto Il Signore degli Anelli, è difficile trovarne una del tutto soddisfacente. Certi classici della narrativa sono “incopertinabili”, vale a dire che contengono troppa materia, troppe storie, troppi significati, per poterli sintetizzare in una sola immagine d’impatto, e forse il motivo della scelta di Bompiani potrebbe proprio essere quello di sganciare il libro da ogni associazione a un genere, sottolineando così la sua natura di “classico”.

Al di là del colpo d’occhio, comunque, ciò che sorprenderà sarà la nuova traduzione.

A questo proposito è facile prevedere due cose.

Middle-earth mapLa prima è che, conoscendo l’ambiente del fandom, le polemiche sorgeranno sulla resa del nome del tal personaggio o del tal luogo; le resistenze saranno forti, dopo cinque decenni durante i quali ci si è affezionati a certi nomi e toponimi. È probabile che alcune scelte verranno rigettate, contestate, ecc. Se siamo cresciuti con un certo nome hobbit nelle orecchie, fa effetto vederlo reso diversamente in italiano (anche se magari avviene su una base etimologica svelata da Tolkien stesso nei suoi consigli ai traduttori, come nel caso della parola «buck», presente in molti nomi composti). Ci sta. Parte della sfida di una nuova traduzione era questa ed è stata accettata.
In questo senso la consulenza fornita dall’AIST è stata importante, ma sempre partendo dalle scelte del traduttore, al quale ovviamente è sempre spettata anche l’ultima parola. Se dovessimo quantificare i suggerimenti accolti nella versione finale di questo primo volume, potremmo parlare di un 80-85%. Significa che, al netto di alcune riserve più o meno rilevanti (di cui si potrà discutere diffusamente in seguito), l’accordo ha superato di gran lunga il disaccordo.

La seconda reazione prevedibile sarà una certa meraviglia nel rendersi conto che una traduzione letteraria più fedele allo stile originale restituisce alla pagina di Tolkien un’ariosità e una scorrevolezza finora sconosciute. Lo sforzo del nuovo traduttore è stato precisamente quello di rendere lo stile di Tolkien, basato su un registro medio che ogni tanto si innalza o si abbassa bruscamente, a seconda di quale personaggio stia parlando, o di cosa stia citando; oppure ancora si arricchisce di arcaismi, giocando sull’attrito che creano questi effetti.
Se a parlare è il semianalfabeta Hamfast Gamgee, il padre di Sam, il registro linguistico è basso e sgrammaticato, costellato di parole come drownded per drowned, o vittles per victuals, e fa ricorso a usi gergali, come quello del verbo to learn (registrato anche dall’Oxford English Dictionary come uso “vulgar”) nel significato di to teach: «Mr. Bilbo learned him his letters». Laddove la precedente traduzione rendeva tutto questo in italiano corretto, cioè con «annegato», «mangiare» e «Il padrone gli ha anche insegnato a leggere e scrivere», Fatica traduce con «affocato», «pappatoria», «Il signor Bilbo gli ha imparato a leggere e a scrivere», utilizzando storpiature lessicali e forme gergali in uso anche nella parlata italiana bassa.

Insomma, il romanzo recupera in italiano la sua diversità di registri linguistici. Incluso ovviamente quello aulico, delle poesie e canzoni presenti nel testo, che, quando necessario, sono state rese con uno stile arcaico, prediligendo una versificazione breve, non appesantita dalla trasposizione in italiano e incentrata sulla metrica e la sonorità (un esempio è la resa della celeberrima poesia di Bilbo su Aragorn «All that is gold does not glitter…»).

Poi ovviamente ci sono anche vere e proprie restituzioni di senso rispetto al passato. Per esempio quella degli Hobbit non è più l’Assemblea Nazionale, che faceva pensare al Terzo Stato di Danton e Robespierre, in un mondo in cui, per altro, il concetto di «nazione» non esiste; i pony non sono più “puledri”; i Warg non sono lupi “mannari”; il Farthing, frazione di un quarto di superficie, non è più “Decumano”, che in latino rimanda al numero dieci e a una linea retta; né compare l’incomprensibile “Gaffiere” o il moderno “Sovrintendente”; non si ricorre a traslitterazioni fonetiche (com’era Tuc per Took), ecc.

Ma al di là delle singole scelte lessicali, per quanto vistose, ciò che colpisce è ancora il generale e sottile affinamento della lingua di Tolkien in traduzione, che rende la lettura più fluida e scorrevole.

È auspicabile che alla fine di questo lungo lavoro, Fatica produca un saggio critico sullo stile di Tolkien, come in Italia nessuno ha mai fatto. Tanto più che adesso nessuno più di lui è titolato a farlo.

Infine, è il caso di ricordare che la nuova edizione fa a meno della datata introduzione di Elémire Zolla, nella quale venivano inusitatamente svelati trama e finale del romanzo, e lascia soltanto la prefazione di Tolkien alla seconda edizione, cioè le parole dell’autore stesso. Anche questo segna una bella discontinuità rispetto al passato. Auta i lómë, Aurë entuluva!

The Italian Way: nascono I Quaderni di Arda

Il SilmarillionI Quaderni di Arda è una rivista dedicata allo studio dell’opera di J.R.R. Tolkien e delle sue molteplici connessioni in campo letterario, artistico e filosofico, promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. La rivista avrà cadenza annuale e si prefigge di diventare un punto di riferimento per gli studiosi italiani, ma non solo.
Il percorso di riferimento è quello che dalla metà degli anni Zero a oggi ha portato a un radicale cambio d’approccio a un autore come Tolkien nel nostro paese. Dopo avere tradotto e pubblicato le pietre miliari della saggistica straniera (una dozzina di titoli nella collana “Tolkien e dintorni” della casa editrice Marietti 1820); dopo avere portato in Italia alcuni tra i principali studiosi internazionali facendoli partecipare a cinque convegni insieme ad accademici italiani e a svariate conferenze (Shippey, Flieger, Honegger, Garbowsky, Turner, Atherton, Curry, Kloczko); dopo avere sviluppato la sinergia con Bompiani, curando le edizioni del Cacciatore di draghi e di Fabbro di Wootton Major, nonché la ritraduzione delle Lettere 1914-1973 e del Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm, e promuovendo la nuova traduzione del Signore degli Anelli; avviato la ritraduzione delle opere di Tolkien (tre nuove edizioni per Bompiani); dopo avere visto Allan Turner, Tom Shippey, Roberto Arduini and Thomas Honegger - Trento 2017tradotte in inglese le raccolte di saggi degli studiosi dell’AIST (quattro libri per la Walking Tree Publishers); dopo avere fondato un soggetto editoriale specializzato con già tre libri all’attivo (Eterea Edizioni); viene naturale dare continuità a questo percorso tramite una rivista.
Il primo numero sarà online a DICEMBRE 2019, e conterrà gli atti del convegno accademico internazionale Tolkien e la letteratura della Quarta Era, svoltosi all’università di Trento un anno e mezzo fa, con l’aggiunta di ulteriori articoli sullo stesso tema scritti dai collaboratori. A seguire si avrà anche la versione cartacea.

I Quaderni di Arda vuole interpretare una “via italiana” a Tolkien, proiettando le linee di ricerca oltre i confini strettamente intesi della materia, per puntare sull’interdisciplinarità. Se infatti in questi ultimi anni dall’Italia sono usciti studi che hanno destato l’interesse della comunità internazionale, al punto da essere pubblicati all’estero – è il caso di temi come Tolkien e la filosofia, o morte e immortalità, o della sintesi tra matrici pagane e cristiane nel Legendarium o ancora della comparazione tra Tolkien e i classici della letteratura – è perché l’approccio praticato dalle nostre parti è in effetti originale e disinibito. Con le dovute eccezioni, the italian way non si basa tanto sulla millimetrica mappatura della materia e sul perseguimento di una sempre maggiore specializzazione, quanto piuttosto su un doppio movimento. Da un lato un movimento centripeto, che suggerisce nuovi punti d’accesso all’opera di Tolkien, anche da angolazioni inattese; dall’altro un movimento centrifugo, che muove dal Legendarium tolkieniano verso nuovi territori, cercando di tracciare l’eredità di un autore che è a tutti gli effetti un classico del Novecento, ma ancora estremamente influente sulla produzione letteraria e artistica.

Non è quindi un caso che il board della rivista e la cerchia di referenti e collaboratori legati a questo progetto includano sia alcuni dei massimi cultori stranieri della materia, sia gli accademici italiani che a vario titolo hanno partecipato ai convegni sul tema nel nostro paese, senza necessariamente essere esperti di Tolkien. L’intento di questa ibridazione è precisamente quello di portare gli accademici italiani a studiare questo autore e le tante diramazioni e derivazioni che la sua opera produce, con una curiosità nuova e al netto di qualsivoglia spirito elitario.

La rivista non si rivolge dunque esclusivamente alla comunità dei “tolkienologi”, bensì a un pubblico di studiosi Il Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm - edizione 2019molto più ampio, ed è assolutamente aperta ai contributi esterni. Dalle fonti antiche e medievali che ispirarono la subcreazione tolkieniana alle influenze che questa ha avuto e continua ad avere sulla letteratura contemporanea e sull’immaginario collettivo, il campo di ricerca è pressoché sconfinato e può essere esplorato senza inibizioni, ma con il necessario rigore metodologico. Ecco perché la squadra di collaboratori italiani dei Quaderni di Arda, oltre alla filologia germanica e romanza, alla letteratura inglese, alla linguistica e alla traduzione, copre materie e campi d’interesse apparentemente disparati e annovera ad esempio un insigne latinista, o uno studioso di letteratura fantascientifica, o ancora un’antropologa del mondo antico o perfino un geografo. La sfida è proprio questa: riflettere sulla creazione di mondi fantastici, sul contributo dell’immaginazione fantastica alla letteratura, sul rapporto tra mondo primario e mondo secondario, usando la subcreazione tolkieniana come un prisma attraverso cui guardare a tutto questo.

La presenza di alcuni importanti studiosi stranieri nel comitato scientifico della rivista dovrebbe essere il viatico per una collaborazione e interscambio con le maggiori aree di studio della materia: Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania (ma ci auguriamo di poter aggiungere anche la Francia a breve). È auspicabile che, un poco alla volta e con la necessaria perseveranza, la comunità degli studiosi italiani possa mettersi al passo di quelle più attive, superando un certo inevitabile complesso d’inferiorità che finora forse ha impedito di pensare davvero in grande. Sul medio periodo, l’obiettivo è anche quello di crescere una generazione nostrana di giovani studiosi, ben preparati, che proseguano il cammino.
Mentre la redazione della rivista è al lavoro sul primo numero in uscita a dicembre, già si discute il tema per il 2020.
Insomma il viaggio è cominciato e…

The Road goes ever on and on…

(luglio 2019)

Il Mondo di Tolkien su Storytel podcast

La Terra di Mezzo non conosce confini: dal 25 luglio arriva il primo podcast italiano interamente dedicato al Professore d’Oxford, realizzato da Storytel, la prima piattaforma europea di audiolibri e podcast lanciata in Italia poco più di un anno fa, e Mimaster Illustrazione, realtà formativa dedita al mondo dell’illustrazione.
Dopo il successo della serie Tolkien: un viaggio inaspettato all’interno di Pantheon su Rai Radio3, composta di otto puntate andate in onda dal 7 gennaio al 25 febbraio 2017, una nuova possibilità di ascoltare studiosi, artisti e autori parlare di Tolkien ovunque ci si trovi: scopriamo cosa ci attende!

A Osasco 10 anni di Sentieri Tolkieniani

Castello di OsascoSi terrà i prossimi 1 e 2 giugno Sentieri Tolkieniani, la manifestazione tolkieniana che ogni anno si tiene nella suggestiva cornice del castello di Osasco (Via Castello d’Osasco 10, 10060 Osasco, in provincia di Torino). Nata nel 2008 insieme all’Associazione omonima, che ormai da molti anni si occupa di divulgazione tolkieniana, quest’anno la manifestazione giunge alla sua decima edizione: proprio per festeggiare la ricorrenza gli organizzatori hanno invitato ospiti internazionali quali gli Elvenking, band power metal che chiuderà con il proprio concerto la festa.
Sentieri TolkienianiIl weekend vedrà un programma ricco di incontri per tutti i gusti: sarà possibile visitare alcuni accampamenti storici e assistere – e partecipare – a esibizioni di scherma medievale, tiro con l’arco storico, cavalleria, falconeria e antichi mestieri. Non mancherà inoltre il Percorso Tematico nella Terra di Mezzo, in cui esperti tolkieniani guideranno compagnie di avventurieri attraverso i luoghi di Arda. I visitatori potranno anche rilassarsi passeggiando per il mercatino a tema, mentre i più piccoli potranno giocare nell’area loro dedicata (Casa Baggins). Per il terzo anno consecutivo, inoltre, sarà presente un’Area Games.
L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani non mancherà: ci troverete, per il terzo anno consecutivo, con il nostro stand di pubblicazioni tolkieniane, mentre alcuni dei nostri soci proporranno degli interventi, tra cui la presentazione del volume Tolkien e i Classici II.

Viaggio sulle orme di Tolkien con WM4 e Arduini

Sarà un viaggio deluxe, nello stile di uno dei più grandi tour operator italiani qual è Boscolo viaggi, in joint venture con le Librerie Feltrinelli (a questo link i dettagli tecnici del viaggio). Sarà un viaggio nell’Inghilterra profonda, seguendo le tracce di Tolkien. Non soltanto quelle biografiche, ma anche quelle paesaggistiche e letterarie.
Ma sarà anche molto di più. Sarà un vero e proprio seminario itinerante, che sfrutterà i luoghi per raccontare la vita e l’opera del padre della narrativa fantasy contemporanea, con due guide-relatori d’eccezione: Roberto Arduini (presidente dell’AIST) e Wu Ming 4 (autore de Il Fabbro di Oxford e Difendere la Terra di Mezzo).
Per sei giorni, dal 9 al 14 settembre, gli accompagnatori condurranno i viaggiatori in un percorso a tappe, a ciascuna delle quali corrisponderà un intervento o un lettura legata al luogo in questione. In questo modo si ripercorrerà la formazione e la vita letteraria di Tolkien attraverso ciò che i luoghi e il paesaggio evocano. Un’esperienza che si colloca all’intersezione tra letteratura e psicogeografia, una quest tra luoghi noti e meno noti al grande pubblico, alla ricerca di uno dei grandi autori del Novecento.
È proprio il dato esperienziale quello su cui questo viaggio scommette. È l’idea che studiare un autore attraverso i luoghi della sua vita o della sua ispirazione, farlo con un esperto della materia e uno scrittore come compagni di viaggio, possa essere qualcosa di unico e di straniante, all’insegna delle vicinanze creative e della condivisione.

Tolkien alla IX Festa di Scienza e Filosofia

IX Festa di Scienza e FilosofiaTolkien tra filosofi e scienziati: quest’anno si parla del professore oxoniense anche alla Festa della Scienza e della Filosofia, che si terrà a Foligno da giovedì 11 a domenica 14 aprile. Appuntamento giunto alla sua nona edizione, questa manifestazione è organizzata dal Laboratorio di Scienze Sperimentali, dal Comune di Foligno e dall’Associazione Oicos riflessioni, in collaborazione con la Regione Umbria.
Siamo abituati a sentir parlare di Tolkien in contesti tendenzialmente umanistici, tra convegni universitari e festival dedicati alla letteratura e alla storia, ma il Professore era un uomo che teneva in grande considerazione le scienze, come si evince dal suo saggio Sulla Fiabe da cui viene l’ormai famosa citazione “La Fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione; né smussa l’appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà”.
Da bambino, la madre Mabel si premurò di fornire al figlio le basi, oltre che del latino e del francese, anche della botanica, mentre la zia Jane Suffield (Jane Neave una volta sposata), insegnò geometria al giovane John e fu professoressa di scienze alla King Edward’s Foundation Bath Row School dal 1892 fino al 1905.